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La borsa e la vita Dall'usuraio al banchiere

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iposare in questa dimora confortevole. Vattene! Ti <strong>la</strong>scio a tutti i demoni<br />

dell’inferno”. Poco dopo <strong>la</strong>sciò il suo spirito tra le mani dei demoni e fu seppellito<br />

<strong>al</strong>l’inferno» 3 .<br />

Non si tratta che di uno schema: a partire da questo canovaccio, il predicatore<br />

ricama. Fa uso del<strong>la</strong> voce e delle intonazioni, gestico<strong>la</strong> – l’argomento è di per sé<br />

impressionante. Deve essere stato diffuso presso milioni di ascoltatori, poiché <strong>la</strong><br />

predica è, nel Medioevo, il grande medium che raggiunge, in via di principio, tutti i<br />

fedeli. Certo, lo sappiamo – partico<strong>la</strong>rmente in virtù di un exemplum riguardante san<br />

Luigi – a volte <strong>al</strong>cuni <strong>la</strong>sciano <strong>la</strong> “chiesa” durante <strong>la</strong> predica per <strong>la</strong> sua grande<br />

concorrente, <strong>la</strong> “taverna”, che costituisce, lì di fronte, una tentazione continua.<br />

Quando ciò accade in sua presenza san Luigi, scand<strong>al</strong>izzato, riconduce verso <strong>la</strong><br />

buona paro<strong>la</strong> i parrocchiani smarriti.<br />

Il tredicesimo secolo vede inoltre una grande rinascita del<strong>la</strong> predicazione. Posta di<br />

fronte agli eretici – è il momento di massima affermazione dei Catari –<br />

<strong>al</strong>l’evoluzione di un mondo che offre ai cristiani un numero sempre maggiore di<br />

piaceri terreni, <strong>la</strong> Chiesa sceglie di par<strong>la</strong>re. Essa rivolge a una società in piena<br />

trasformazione una paro<strong>la</strong> spesso origin<strong>al</strong>e, che prende spunto d<strong>al</strong><strong>la</strong> <strong>vita</strong> quotidiana.<br />

Stanno per nascere ordini nuovi, che oppongono <strong>al</strong><strong>la</strong> ricchezza crescente il v<strong>al</strong>ore<br />

spiritu<strong>al</strong>e del<strong>la</strong> povertà: ordini mendicanti tra cui i due princip<strong>al</strong>i, francescani e<br />

domenicani – questi ultimi costituiscono l’ordine dei predicatori – si speci<strong>al</strong>izzano<br />

nel<strong>la</strong> predicazione. Dopo aver predicato <strong>la</strong> crociata, si predica <strong>la</strong> riforma, con<br />

personaggi di rilievo che attirano le folle. Uno di questi, benché seco<strong>la</strong>re, fu Giacomo<br />

di Vitry, predicatore del<strong>la</strong> crociata ma soprattutto predicatore del<strong>la</strong> nuova società. I<br />

suoi modelli di prediche con schemi di exemp<strong>la</strong> sono stati ampiamente riprodotti e<br />

diffusi ben oltre il tredicesimo secolo. E <strong>la</strong> storia che abbiamo raccontato, forse a suo<br />

tempo un aneddoto di successo, evoca il momento più angoscioso del<strong>la</strong> <strong>vita</strong> del<br />

cristiano, l’agonia. Essa rappresenta <strong>la</strong> du<strong>al</strong>ità dell’uomo: anima e corpo, il grande<br />

antagonismo soci<strong>al</strong>e del ricco e del povero, quei nuovi protagonisti dell’esistenza<br />

umana che sono l’oro e il denaro, e termina con <strong>la</strong> peggiore conclusione del<strong>la</strong> <strong>vita</strong>:<br />

l’appello del folle ai demoni, l’evocazione dei diavoli d<strong>al</strong>le mani che torturano e <strong>la</strong><br />

sepoltura dei dannati quaggiù e nell’<strong>al</strong>dilà. Negato <strong>al</strong><strong>la</strong> terra cristiana, il cadavere<br />

dell’usuraio non pentito è sepolto immediatamente e per sempre <strong>al</strong>l’inferno. A buon<br />

intenditor poche parole: usurai, ecco il vostro destino. Questa è <strong>la</strong> fonte essenzi<strong>al</strong>e in<br />

cui andremo a ricercare l’usuraio del Medioevo: questi aneddoti che sono stati<br />

raccontati, ascoltati e che si sono diffusi.<br />

L’usura è peccato. Perché? Qu<strong>al</strong>e m<strong>al</strong>edizione colpisce <strong>la</strong> <strong>borsa</strong> che l’usuraio<br />

riempie, predilige, da cui non vuole separarsi come Arpagone d<strong>al</strong><strong>la</strong> sua cassetta, e<br />

che lo fa cadere nel<strong>la</strong> morte eterna? Dovrà, per s<strong>al</strong>varsi, <strong>la</strong>sciare <strong>la</strong> <strong>borsa</strong> o troverà,<br />

verrà trovato per lui il modo di conservare <strong>la</strong> <strong>borsa</strong> e <strong>la</strong> <strong>vita</strong>, <strong>la</strong> <strong>vita</strong> eterna? Ecco <strong>la</strong><br />

grande lotta dell’usuraio tra <strong>la</strong> ricchezza e il paradiso, il denaro e l’inferno.<br />

3 Predica ad status numero 58, 17. (N.d.A.)<br />

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