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La borsa e la vita Dall'usuraio al banchiere

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giustificare il suo peccato in funzione del<strong>la</strong> propria situazione familiare, soci<strong>al</strong>e,<br />

profession<strong>al</strong>e, delle circostanze e del<strong>la</strong> sua motivazione. Il confessore deve tenere<br />

conto di questi parametri individu<strong>al</strong>i, e deve perseguire quanto <strong>la</strong> “soddisfazione”,<br />

cioè <strong>la</strong> penitenza – se non di più – l’“ammissione” da parte del peccatore, raccogliere<br />

il suo “pentimento”. Egli deve mondare una persona, più che punire una colpa.<br />

Ciò richiede <strong>al</strong>le due parti coinvolte nel<strong>la</strong> confessione un grande sforzo, <strong>al</strong> qu<strong>al</strong>e <strong>la</strong><br />

tradizione non le ha abituate. Il penitente deve interrogarsi sul<strong>la</strong> propria condotta e le<br />

proprie intenzioni, procedere ad un esame di coscienza. Si è aperto un nuovo fronte:<br />

quello dell’introspezione, che lentamente trasformerà gli atteggiamenti ment<strong>al</strong>i e i<br />

comportamenti: è l’inizio del<strong>la</strong> modernità psicologica. Il confessore dovrà porre le<br />

domande utili a fargli conoscere il penitente, a discernere nel suo carico di peccati<br />

quelli gravi – mort<strong>al</strong>i se non vi è pentimento né penitenza – e quelli lievi, i veni<strong>al</strong>i,<br />

che si possono espiare. I peccatori che muoiono in stato di peccato mort<strong>al</strong>e andranno<br />

nel luogo tradizion<strong>al</strong>e del<strong>la</strong> morte e del<strong>la</strong> punizione eterna, l’inferno. Coloro che<br />

muoiono gravati di soli peccati veni<strong>al</strong>i passeranno un periodo più o meno lungo in un<br />

nuovo luogo, il purgatorio, che <strong>la</strong>sceranno, purificati e mondi, per <strong>la</strong> <strong>vita</strong> eterna, il<br />

paradiso – <strong>al</strong> più tardi <strong>al</strong> momento del giudizio univers<strong>al</strong>e.<br />

In questa nuova giustizia penitenzi<strong>al</strong>e, cosa diventa l’usuraio? I confessori, messi<br />

di fronte ad una situazione nuova, <strong>al</strong> contenuto spesso per loro nuovo del<strong>la</strong><br />

confessione, ad affermazioni o domande che li disorientano, incerti sul tipo di<br />

interrogatorio da condurre, sul<strong>la</strong> penitenza da assegnare, hanno bisogno di guide.<br />

Teologi e soprattutto canonici scrivono per loro manu<strong>al</strong>i e somme, dotte e minuziose<br />

per i confessori istruiti e di <strong>al</strong>to livello, concise per i preti semplici e poco colti. Ma a<br />

questo esame nul<strong>la</strong> sfugge. In tutte queste opere di consultazione, l’usura ha un suo<br />

posto; più raramente lo ha l’usuraio, <strong>la</strong> cui v<strong>al</strong>utazione comporta una parte di<br />

giudizio person<strong>al</strong>izzato <strong>la</strong>sciato <strong>al</strong><strong>la</strong> discrezione del confessore.<br />

L’usuraio appare per<strong>al</strong>tro, in compenso, come protagonista princip<strong>al</strong>e del secondo<br />

tipo di documenti: gli exemp<strong>la</strong>. L’exemplum è un breve racconto, presentato come<br />

veritiero e destinato ad inserirsi in un discorso – in genere una predica – per<br />

convincere un uditorio mediante una lezione s<strong>al</strong>utare. <strong>La</strong> storia è breve, facile da<br />

ricordare: convince. Fa uso del<strong>la</strong> retorica e di effetti narrativi: colpisce. Divertente, o<br />

più spesso spaventosa, drammatizza. Ciò che il predicatore offre è un piccolo<br />

t<strong>al</strong>ismano che, qu<strong>al</strong>ora si voglia comprenderlo e farne uso, deve portare <strong>la</strong> s<strong>al</strong>vezza.<br />

È una chiave per il paradiso.<br />

Ecco uno dei numerosi exemp<strong>la</strong> re<strong>la</strong>tivi ad usurai, tratto da Giacomo di Vitry,<br />

morto poco prima del 1240: «Un <strong>al</strong>tro usuraio assai ricco, entrato in agonia,<br />

cominciò a penare, a, soffrire, a implorare <strong>la</strong> sua anima di non <strong>la</strong>sciarlo, d<strong>al</strong> momento<br />

che l’aveva soddisfatta, e le prometteva oro e denaro e i piaceri di questo mondo se<br />

el<strong>la</strong> avesse voluto restare con lui; ma che non gli chiedesse in proprio favore né un<br />

soldo né <strong>la</strong> più picco<strong>la</strong> elemosina per i poveri. Infine, vedendo che non riusciva a<br />

trattener<strong>la</strong>, si adirò e le disse: “Ti ho preparato una dimora confortevole con<br />

ricchezze in abbondanza, ma sei divenuta così folle e miserabile da non voler<br />

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