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La borsa e la vita Dall'usuraio al banchiere

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Colonia, mentre durante <strong>la</strong> quaresima confessava una vecchietta, vide di fronte a sé<br />

due dei suoi parrocchiani seduti davanti a una finestra nell’atto di conversare; uno era<br />

un usuraio, l’<strong>al</strong>tro un assassino. <strong>La</strong> vecchietta se ne andò e l’usuraio venne a<br />

confessarsi. Il prete gli disse: “Amico, oggi io e te inganneremo per bene il diavolo.<br />

Tu non devi fare <strong>al</strong>tro che confessare or<strong>al</strong>mente i tuoi peccati, spogliarti<br />

dell’intenzione di peccare ed accettare il mio consiglio, e io ti prometto <strong>la</strong> <strong>vita</strong> eterna.<br />

Da parte mia, modificherò <strong>la</strong> tua penitenza in modo che non ti sia troppo grave”. Il<br />

prete sapeva bene qu<strong>al</strong>e fosse il suo peccato. L’<strong>al</strong>tro rispose: “Se ciò che mi prometti<br />

fosse vero, seguirei volentieri il suo consiglio. E lo prometto”. Costui si confessò,<br />

rinunciò <strong>al</strong>l’usura, accettò una penitenza e disse <strong>al</strong> suo compagno, l’assassino:<br />

“Abbiamo un prete davvero molto gentile: con <strong>la</strong> pietà delle sue parole, mi ha indotto<br />

<strong>al</strong><strong>la</strong> penitenza”. L’<strong>al</strong>tro, toccato nello spirito di emu<strong>la</strong>zione, andò a confessarsi e,<br />

sentendo le stesse manifestazioni di pietà nei suoi confronti, ricevette una penitenza e<br />

<strong>la</strong> eseguì» 96 . Propositi <strong>al</strong>l’acqua di rose, ma che esprimono una volontà di s<strong>al</strong>vare<br />

l’usuraio <strong>al</strong> prezzo di una qu<strong>al</strong>che indulgenza.<br />

Eppure lo stesso Cesario sottolinea il fatto che s<strong>al</strong>vare l’usuraio è cosa ardua, e che<br />

il v<strong>al</strong>ore di un pentimento senza restituzione è dubbio. «L’usuraio è estremamente<br />

difficile a correggersi, perché Dio non cancel<strong>la</strong> <strong>la</strong> colpa se l’oggetto del furto non è<br />

stato restituito. Il fornicatore, l’adultero, l’omicida, lo spergiuro, il bestemmiatore,<br />

quando si sono pentiti del loro peccato, ottengono il perdono di Dio. L’usuraio<br />

invece, anche se si pente dei suoi peccati, per tutto il tempo in cui trattiene l’usura,<br />

mentre potrebbe restituir<strong>la</strong>, non ottiene il perdono di Dio» 97 .<br />

Pentito dubbioso, l’usuraio agonizzante o appena morto è t<strong>al</strong>volta l’oggetto di una<br />

lotta accanita tra diavoli ed angeli. Un vecchio monaco benedettino di nazion<strong>al</strong>ità<br />

sassone raccontò a Cesario di Heisterbach <strong>la</strong> storia di un usuraio assai ricco, che<br />

aveva in pegno i tesori di molte chiese. «Colpito da una ma<strong>la</strong>ttia mort<strong>al</strong>e, chiamò a sé<br />

un parente, abate benedettino, e gli disse che non sarebbe riuscito a mettere ordine<br />

nei propri affari e che non poteva restituire le usure. Se costui avesse reso conto del<strong>la</strong><br />

sua anima a Dio e gli avesse promesso l’assoluzione dai suoi peccati, gli avrebbe<br />

<strong>la</strong>sciato i suoi beni, mobili e immobili, perché ne disponesse a suo piacimento.<br />

L’abate vide che l’uomo era davvero contrito, che si pentiva veramente. Andò a<br />

consultare il vescovo, che gli suggerì di rispondere dell’anima dell’usuraio davanti a<br />

Dio e di prendere <strong>la</strong> sua fortuna, a condizione di restituire il tesoro <strong>al</strong><strong>la</strong> chiesa<br />

cattedr<strong>al</strong>e. L’abate tornò in tutta fretta presso il morente e gli riferì. Il ma<strong>la</strong>to disse:<br />

“Fa’ attaccare dei carretti, prendi tutto quel che posseggo e <strong>al</strong><strong>la</strong> fine porta via anche<br />

me”. Aveva due casse d’oro e d’argento, un’infinità di gioielli, libri e ornamenti vari<br />

presi in pegno, molto grano, vino e biancheria da letto, e greggi immense. Quando<br />

ogni cosa fu portata via, l’abate fece mettere il ma<strong>la</strong>to in una portantina e si affrettò<br />

verso il monastero; ma ne aveva appena passata <strong>la</strong> porta, quando il ma<strong>la</strong>to spirò.<br />

L’abate, che non aveva dimenticato <strong>la</strong> garanzia data, restituì le usure per quanto poté,<br />

96 Di<strong>al</strong>ogus miraculorum cit., III, 72, t. I, pagina 169. (N.d.A.)<br />

97 Ivi, II, 8. (N.d.A.)<br />

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