19.11.2012 Views

La borsa e la vita Dall'usuraio al banchiere

La borsa e la vita Dall'usuraio al banchiere

La borsa e la vita Dall'usuraio al banchiere

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

<strong>la</strong> storia di un cav<strong>al</strong>iere, spogliato da un usuraio e imprigionato dietro sua istigazione,<br />

che ne sposò <strong>la</strong> vedova e grazie a lei godette di tutte le sue ricchezze. Stefano di<br />

Bourbon ricorda <strong>la</strong> condotta del<strong>la</strong> moglie di un usuraio di Besançon: «Egli non volle,<br />

nei suoi ultimi istanti, fare testamento o elemosina, ma <strong>la</strong>sciò tutti i suoi beni a<br />

disposizione del<strong>la</strong> moglie. Dopo che egli morì, avendo messo gli occhi su uno dei<br />

suoi nemici, <strong>la</strong> moglie lo sposò in seconde nozze. Una donna onesta glielo<br />

rimproverava, facendole notare che il marito era ancora c<strong>al</strong>do nel<strong>la</strong> tomba. Quel<strong>la</strong><br />

rispose: “Se è c<strong>al</strong>do, soffiateci sopra”. Queste furono tutte le elemosine che fece per<br />

<strong>la</strong> sua anima» 94 .<br />

Questo sistema tradizion<strong>al</strong>e di riscatto del qu<strong>al</strong>e l’usuraio disponeva durante <strong>la</strong><br />

<strong>vita</strong>, e ancora <strong>al</strong> momento del<strong>la</strong> morte, comprendeva: confessione, contrizione<br />

(pentimento) e soddisfazione (penitenza). Nel suo caso <strong>la</strong> penitenza consisteva nel<strong>la</strong><br />

restituzione. Ma <strong>la</strong> concezione del peccato e del<strong>la</strong> penitenza che si era imposta tra il<br />

dodicesimo ed il tredicesimo secolo privilegiava sempre più il “pentimento”.<br />

Inc<strong>al</strong>zato d<strong>al</strong><strong>la</strong> morte, privato d<strong>al</strong> diavolo del<strong>la</strong> possibilità di par<strong>la</strong>re, e dunque di<br />

confessarsi, non avendo avuto il tempo di restituire, l’usuraio, con un pentimento<br />

sincero, riusciva a s<strong>al</strong>varsi. Al limite, non era neppure necessario che si fosse certi<br />

del suo pentimento. Dio, lui, sapeva e faceva t<strong>al</strong>volta conoscere sul<strong>la</strong> terra, con un<br />

segno, <strong>la</strong> verità. Dato che il pentimento senza penitenza conduceva <strong>al</strong> purgatorio, e<br />

che anche il purgatorio era una dura prova, perché non far credito <strong>al</strong>l’usuraio del suo<br />

pentimento?<br />

Guardate l’usuraio di Liegi: non si è confessato, non ha restituito. Sua moglie ha<br />

pagato con <strong>la</strong> propria persona, non con i soldi, eccettuate delle elemosine. Egli aveva<br />

dunque necessariamente, come conclude l’exemplum di Cesario di Heisterbach,<br />

«manifestato un pentimento fin<strong>al</strong>e».<br />

<strong>La</strong> ricerca di questo pentimento dell’usuraio poteva f<strong>al</strong>lire. Ecco <strong>la</strong> storia di un<br />

f<strong>al</strong>limento di san Domenico e dell’inganno fin<strong>al</strong>e di un usuraio f<strong>al</strong>samente pentito:<br />

«Ho letto nel libro di un vecchio confratello – dice Stefano di Bourbon – che san<br />

Domenico andò a visitare in Lombardia, su richiesta di certe persone, un uomo di<br />

legge, grande avvocato ed usuraio, che era gravemente ma<strong>la</strong>to. Al<strong>la</strong> presenza di un<br />

prete, gli ordinò di restituire le usure; ma quello rifiutò, dicendo che non voleva<br />

<strong>la</strong>sciare nel<strong>la</strong> miseria i figli e le figlie. Turbati, gli amici chiesero <strong>al</strong>l’usuraia di<br />

promettere [di pentirsi] finché avesse ricevuto <strong>la</strong> confessione, e per non fare a meno<br />

di una sepoltura cristiana. Quello promise, ma convinto di ingannarli. Non appena se<br />

ne andarono dopo che aveva ricevuto <strong>la</strong> comunione, si mise a gridare che era tutto in<br />

fiamme e che aveva l’inferno in bocca: “Brucio completamente” e, <strong>al</strong>zando una<br />

mano: “Ecco che brucia tutta quanta”, e così le <strong>al</strong>tre membra. È così che morì e fu<br />

consumato» 95 .<br />

Ecco in compenso, grazie ad un abile confessore, il pentimento e <strong>la</strong> penitenza<br />

ottenuti da un usuraio e da un assassino. «Un prete del<strong>la</strong> chiesa di San Martino di<br />

94 A. Lecoy de <strong>la</strong> Marche, op. cit., pagina 369. (N.d.A.)<br />

95 Ivi, pagine 366-7. (N.d.A.)<br />

48

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!