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La borsa e la vita Dall'usuraio al banchiere

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MONACO. «Le profondità dell’inferno» vuol dire l’asprezza del purgatorio. Anche<br />

quando <strong>la</strong> Chiesa prega per i defunti dicendo: «Signore Gesù Cristo, Re del<strong>la</strong> gloria,<br />

libera le anime di tutti i fedeli d<strong>al</strong><strong>la</strong> mano dell’inferno e d<strong>al</strong><strong>la</strong> profondità dell’abisso,<br />

eccetera» non prega per i dannati, ma per quelli che possono essere s<strong>al</strong>vati. <strong>La</strong> mano<br />

dell’inferno, <strong>la</strong> profondità dell’abisso, significa qui l’asprezza del purgatorio. Quanto <strong>al</strong><br />

nostro usuraio, non sarebbe stato liberato dai tormenti se non avesse manifestato un<br />

pentimento fin<strong>al</strong>e 86 .<br />

Ecco dunque un usuraio spettro. Il purgatorio serve anche a fare una cernita degli<br />

spettri; ne escono coloro a cui Dio concede o prescrive un breve ritorno sul<strong>la</strong> terra<br />

per illustrare l’esistenza del purgatorio e pregare i parenti di affrettare con i suffragi<br />

<strong>la</strong> loro liberazione, come l’usuraio di Liegi. Bisogna dar loro ascolto. Al contrario,<br />

gli spettri non autorizzati debbono essere cacciati, ma possono anch’essi offrire una<br />

lezione con <strong>la</strong> loro sorte miserevole, come un cav<strong>al</strong>iere usuraio in Cesario: «Un<br />

cav<strong>al</strong>iere morendo, dopo aver acquistato dei beni con l’usura, li <strong>la</strong>sciò in eredità <strong>al</strong><br />

figlio. Una notte tornò a bussare forte <strong>al</strong><strong>la</strong> sua porta; accorse un giovane servo, che<br />

gli domandò perché bussasse. Quello rispose: “Fammi entrare, sono il signore di<br />

questa proprietà” e disse il suo nome. Il servitore, guardando d<strong>al</strong> buco del muro, lo<br />

riconobbe e rispose: “È certo che il mio padrone è morto; non vi farò entrare”. Il<br />

morto continuò a bussare, ma invano, e <strong>al</strong><strong>la</strong> fine disse: “Porta a mio figlio questi<br />

pesci di cui mi cibo: li attacco <strong>al</strong><strong>la</strong> porta”. Uscendo <strong>la</strong> mattina, trovarono in un<br />

paniere una moltitudine di rospi e serpenti. Ecco quel che si mangia <strong>al</strong>l’inferno, cotto<br />

su fuoco di zolfo» 87 .<br />

Certo, l’usuraio ha un mezzo per sfuggire <strong>al</strong>l’inferno ed anche <strong>al</strong> purgatorio:<br />

restituire. Stefano di Bourbon lo sottolinea: «L’usuraio, se vuole e<strong>vita</strong>re <strong>la</strong><br />

dannazione, deve “rendere” [<strong>la</strong> paro<strong>la</strong> è molto forte, evomat, “rendere vomitando”]<br />

mediante restituzione il denaro m<strong>al</strong> guadagnato, e il suo peccato per mezzo del<strong>la</strong><br />

confessione; <strong>al</strong>trimenti li renderà [vomitando, evomet, in questo caso da intendere<br />

senz’<strong>al</strong>tro letter<strong>al</strong>mente] con il castigo dell’inferno» 88 . Restituzione e confessione,<br />

nell’ambito tempor<strong>al</strong>e e in quello spiritu<strong>al</strong>e. Ma bisogna restituire tutto, e in tempo.<br />

Non solo, però, molti esitano e sono reticenti finché è troppo tardi; per di più, <strong>la</strong><br />

restituzione non è sempre così facile da attuare. <strong>La</strong> vittima dell’usuraio può essere<br />

morta e i suoi discendenti irreperibili. <strong>La</strong> liquidazione del denaro guadagnato con<br />

l’usura può essere difficile se questo denaro è stato speso o investito per un acquisto<br />

che non può essere annul<strong>la</strong>to o recuperato. L’usura poggia sul tempo. L’usuraio ha<br />

venduto, rubato del tempo, e ciò non potrà essergli perdonato se non restituirà<br />

l’oggetto rubato. Si può restituire, ris<strong>al</strong>ire il tempo? Presi nel<strong>la</strong> dimensione tempor<strong>al</strong>e<br />

delle pratiche economiche legate <strong>al</strong> denaro, gli uomini del Medioevo ris<strong>al</strong>gono il<br />

tempo ancor più difficilmente di quanto non discendano lungo di esso.<br />

86 Di<strong>al</strong>ogus miraculorum cit., II, 24, t. II, pagine 335-6. (N.d.A.)<br />

87 Ivi, XII, 18. (N.d.A.)<br />

88 A. Lecoy de <strong>la</strong> Marche, op. cit., pagina 362. (N.d.A.)<br />

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