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La borsa e la vita Dall'usuraio al banchiere

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fosse definitivamente stabilita <strong>al</strong><strong>la</strong> loro morte, e che le preghiere e le offerte – i<br />

“suffragi” – dei viventi potessero aiutare i peccatori morti a sfuggire <strong>al</strong>l’inferno, o<br />

che per lo meno, in attesa del<strong>la</strong> sentenza definitiva del giudizio univers<strong>al</strong>e, essi<br />

avrebbero beneficiato di un trattamento più mite di quello inflitto ai peggiori<br />

condannati <strong>al</strong>l’inferno.<br />

Ma non c’era <strong>al</strong>cuna conoscenza precisa di questo eventu<strong>al</strong>e processo di riscatto<br />

dopo <strong>la</strong> morte, e questa credenza non riusciva a crist<strong>al</strong>lizzarsi, specie a causa del<strong>la</strong><br />

disordinata geografia dei luoghi infern<strong>al</strong>i, in cui non si distingueva <strong>al</strong>cun ricettacolo<br />

per i beneficiari del rinvio dell’inferno o del paradiso. Gli autori di numerosi racconti<br />

di viaggi nell’<strong>al</strong>dilà, nel<strong>la</strong> re<strong>al</strong>tà o nel<strong>la</strong> visione – viventi privilegiati condotti da una<br />

guida autorizzata (in gener<strong>al</strong>e gli arcangeli Raffaele o Gabriele, un grande santo<br />

come san Paolo o, facendo rivivere <strong>la</strong> cultura c<strong>la</strong>ssica, Virgilio nel caso di Dante, ma<br />

in un’epoca in cui il purgatorio è nato) – non loc<strong>al</strong>izzano il sito in cui si riscattavano,<br />

dopo <strong>la</strong> morte, i peccati non ancora cancel<strong>la</strong>ti ed espiabili. Si tendeva a concepire due<br />

inferni, l’uno inferiore e l’<strong>al</strong>tro, superiore, per i dannati meno colpevoli. <strong>La</strong> Chiesa<br />

control<strong>la</strong>va questi racconti di viaggio di cui diffidava, eredità dell’apoc<strong>al</strong>ittica<br />

ebraica e cristiana, spesso vicini <strong>al</strong>l’eresia, intrisi di cultura “popo<strong>la</strong>re” che puzzava<br />

di “pagano”, ma che si diffondevano <strong>al</strong>l’interno del<strong>la</strong> cultura monastica.<br />

Quando, nello sviluppo dell’Occidente d<strong>al</strong>l’Anno Mille <strong>al</strong> dodicesimo secolo, gli<br />

uomini e <strong>la</strong> Chiesa giudicarono insostenibile l’opposizione semplicistica tra paradiso<br />

e inferno, e quando si ebbero tutte le condizioni per definire un terzo luogo<br />

dell’<strong>al</strong>dilà, in cui i morti potevano essere purificati del loro residuo di peccati, fece <strong>la</strong><br />

sua apparizione una paro<strong>la</strong>, purgatorium, per indicare questo luogo <strong>al</strong>fine<br />

identificato: il “purgatorio”. Esso si inserisce, lo ricordo, in quell’interiorizzazione<br />

del sentimento religioso che, d<strong>al</strong>l’intenzione <strong>al</strong> pentimento, richiede <strong>al</strong> peccatore una<br />

conversione interiore piuttosto che degli atti esteriori. Il purgatorio si integra <strong>al</strong>tresì<br />

in una soci<strong>al</strong>izzazione del<strong>la</strong> <strong>vita</strong> religiosa che considera i membri di una categoria<br />

soci<strong>al</strong>e e profession<strong>al</strong>e piuttosto che le componenti di un ordine. Esso riflette infine<br />

una tendenza gener<strong>al</strong>e ad e<strong>vita</strong>re gli affrontamenti dovuti ad un du<strong>al</strong>ismo riduttivo,<br />

distinguendo, tra gli estremi del bene e del m<strong>al</strong>e, del superiore e dell’inferiore, dei<br />

mezzi, degli intermediari e, tra i peccatori, i non del tutto buoni né del tutto cattivi –<br />

distinzione agostiniana – che non sono destinati, nell’immediato, né <strong>al</strong> paradiso né<br />

<strong>al</strong>l’inferno. Se si sono pentiti sinceramente prima di morire, se sono ormai carichi di<br />

soli peccati veni<strong>al</strong>i e di residui di peccati mort<strong>al</strong>i deplorati, se non del tutto cancel<strong>la</strong>ti<br />

d<strong>al</strong><strong>la</strong> penitenza, essi non sono condannati in eterno, ma temporaneamente.<br />

Resteranno in un certo periodo in un luogo chiamato purgatorio, in cui soffriranno<br />

pene, paragonabili a quelle dell’inferno, anch’esse inflitte da demoni.<br />

<strong>La</strong> durata di questo penoso soggiorno in purgatorio non dipende solo d<strong>al</strong><strong>la</strong> quantità<br />

di peccati che hanno ancora su di sé <strong>al</strong> momento del<strong>la</strong> morte, ma anche d<strong>al</strong>l’affetto<br />

dei parenti. Questi – parenti carn<strong>al</strong>i o acquisiti, confraternite di cui facevano parte,<br />

ordini religiosi di cui erano stati benefattori, santi per i qu<strong>al</strong>i avevano manifestato una<br />

partico<strong>la</strong>re devozione – potevano abbreviare il loro soggiorno in purgatorio con le<br />

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