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La borsa e la vita Dall'usuraio al banchiere

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Lo storico, che non deve cadere nell’eclettismo, ha però poche opportunità di<br />

proporre una spiegazione soddisfacente stabilendo una causa unica e predominante.<br />

<strong>La</strong> triste discendenza del marxismo è morta di questa convinzione riduttiva ed<br />

aberrante. <strong>La</strong> s<strong>al</strong>vezza dell’usuraio non è dovuta che <strong>al</strong> purgatorio. Prima di<br />

sottolineare questo elemento, a mio parere decisivo ma complementare, bisogna<br />

esplorare le <strong>al</strong>tre vie che conducono <strong>al</strong>l’accettazione dell’usuraio.<br />

Queste sono due: <strong>la</strong> “moderazione” nel<strong>la</strong> pratica e l’apparire di “nuovi v<strong>al</strong>ori” nel<br />

campo delle attività economiche. Nei testi <strong>la</strong> condanna dell’usura era tot<strong>al</strong>e. Si sa che<br />

i princìpi raramente passano del tutto nel<strong>la</strong> re<strong>al</strong>tà. Usura e interesse sono due cose<br />

differenti, e <strong>la</strong> Chiesa non ha mai condannato tutte le forme di interesse. Nel<br />

tredicesimo secolo, secolo dell’ossessione contabile, l’elevatezza dell’interesse<br />

derivante d<strong>al</strong> prestito usurario determinò ampiamente l’atteggiamento delle autorità e<br />

del<strong>la</strong> società nei confronti degli usurai.<br />

Nel<strong>la</strong> riscossione degli interessi, anche secondo una rego<strong>la</strong>mentazione<br />

ecclesiastica che assumeva per<strong>al</strong>tro il prezzo di “mercato” come base del “giusto”<br />

prezzo, i tassi dipendevano in parte d<strong>al</strong><strong>la</strong> legge del<strong>la</strong> domanda e dell’offerta, ed erano<br />

un parzi<strong>al</strong>e indicatore dell’attività economica. «In gener<strong>al</strong>e – scrive Gilbert Nahon –<br />

più un paese avanza sul<strong>la</strong> via dello sviluppo economico, più il tasso di interesse del<br />

denaro si abbassa. In Austria, un privilegio del 1244 fissava il tasso a 8 denari <strong>al</strong><strong>la</strong><br />

settimana, cioè il 74 %, ciò che dà <strong>la</strong> misura del livello di sottosviluppo di questo<br />

paese» 85 .<br />

In effetti, l’usura non sembra essere stata abitu<strong>al</strong>mente repressa, quando non<br />

superava il tasso di interesse praticato nei contratti per cui era tollerata. Il tasso di<br />

mercato era ammesso entro certi limiti, sorta di rego<strong>la</strong>mentazione che prendeva come<br />

riferimento il mercato, ma gli imponeva un freno. Come avrebbe potuto <strong>la</strong> Chiesa<br />

astenersi d<strong>al</strong>l’intervenire? Anche se accettava molto dai potenti, voleva control<strong>la</strong>re<br />

ogni cosa, e cercava di esercitare veramente una delle sue funzioni essenzi<strong>al</strong>i: <strong>la</strong><br />

protezione dei poveri, con cui ide<strong>al</strong>mente si identificava, sebbene <strong>la</strong> sua condotta a<br />

questo riguardo non fosse molto rigorosa.<br />

<strong>La</strong> Chiesa era anche <strong>la</strong> memoria del passato. <strong>La</strong> legge romana sostituita d<strong>al</strong><strong>la</strong><br />

legis<strong>la</strong>zione bizantino-cristiana di Giustiniano e le leggi barbariche autorizzavano<br />

una usura annua del 12%, e il tasso del 33,5% deve essere divenuto, tra l’Anno Mille<br />

e il tredicesimo secolo, il massim<strong>al</strong>e autorizzato, poiché è quello che i re di Francia<br />

Luigi Ottavo (1223) e san Luigi (1230 e 1234) impongono agli usurai ebrei. I tassi di<br />

interesse praticati nelle grandi piazze mercantili it<strong>al</strong>iane nel tredicesimo secolo sono<br />

stati spesso anche inferiori. A Venezia, essi oscil<strong>la</strong>vano di norma tra il 5 e l’8%; ma<br />

c’erano dei picchi, come si è visto per l’Austria. Se a Firenze i tassi si mantenevano<br />

solitamente tra il 20 e il 30%, essi potevano aumentare fino <strong>al</strong> 40% a Pistoia e a<br />

Lucca. L’indagine effettuata da Filippo il Bello nel 1284 rive<strong>la</strong> tra i prestatori di<br />

denaro “lombardi”, spesso assimi<strong>la</strong>ti agli ebrei e ai cahorsini, dunque a degli usurai,<br />

tassi variabili d<strong>al</strong> 34 <strong>al</strong> 26,6%. L’eccellente studio di R.H. Helmolz sull’usura in<br />

85 Le crédit et les Juifs dans <strong>la</strong> France du XIIe siècle; in Ann<strong>al</strong>es Esc, 1969, pagina 1137. (N.d.A.)<br />

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