La borsa e la vita Dall'usuraio al banchiere
La borsa e la vita Dall'usuraio al banchiere
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e curare <strong>la</strong> vigna; sistema ad eccentrico, che trasforma il moto continuo in moto<br />
<strong>al</strong>ternato; nascita, a fianco dei numeri simbolici, di un’aritmetica che diede origine,<br />
secondo Alexander Murray, a una vera maniera di contare verso il 1200): tutto ciò<br />
non si chiamava progresso (per questo bisognerà aspettare il diciottesimo secolo), ma<br />
era sentito come una crescita. <strong>La</strong> storia, che si era isterilita, aveva una ripresa, e <strong>la</strong><br />
<strong>vita</strong> terrena poteva, doveva addirittura essere l’inizio, l’apprendistato di un’ascesa<br />
verso Dio. È quaggiù, nel col<strong>la</strong>borare <strong>al</strong><strong>la</strong> sua opera di creazione – perché, <strong>al</strong>trimenti,<br />
Dio avrebbe creato il mondo, l’uomo e <strong>la</strong> donna? – che l’umanità poteva s<strong>al</strong>varsi.<br />
<strong>La</strong> carota fu il “purgatorio”. Esso nacque <strong>al</strong><strong>la</strong> fine di una grande trasformazione<br />
voluta d<strong>al</strong><strong>la</strong> Chiesa come una trasformazione di tutta <strong>la</strong> società: <strong>la</strong> riforma<br />
gregoriana.<br />
L’usuraio visse assai m<strong>al</strong>e <strong>la</strong> prima fase di questo cambiamento. L’usuraio ebreo,<br />
sempre più costretto a questa funzione d<strong>al</strong><strong>la</strong> società cristiana, sebbene non<br />
commettesse peccato in rapporto <strong>al</strong><strong>la</strong> legge ebraica né a quel<strong>la</strong> cristiana, subì, sul<strong>la</strong><br />
base di una <strong>la</strong>tente ostilità agli ebrei, il crescere dell’antisemitismo, le cui vampate<br />
erano attizzate d<strong>al</strong><strong>la</strong> lotta antiusuraria del<strong>la</strong> Chiesa e dei princìpi cristiani. L’usuraio<br />
cristiano aveva scelto, tra i v<strong>al</strong>ori terreni in ri<strong>al</strong>zo, quello più detestato, anche se di<br />
fatto sempre più ricercato: il denaro. Non voglio fare dell’usuraio cristiano una<br />
vittima, ma un colpevole che divide <strong>la</strong> sua colpa con l’insieme del<strong>la</strong> società, che lo<br />
disprezzava e lo perseguitava nel momento stesso in cui se ne serviva o divideva con<br />
lui <strong>la</strong> sua sete di denaro. Non preferisco gli ipocriti agli avidi. In entrambi i casi, una<br />
certa incoscienza non costituisce una scusante. Marx, nel Capit<strong>al</strong>e, ha ricordato <strong>la</strong><br />
parte di usura che persisteva nel capit<strong>al</strong>ismo.<br />
Ciò che cerco di mostrare in questo libro è proprio come un ostacolo ideologico<br />
possa frenare, ritardare lo sviluppo di un nuovo sistema economico. Credo che si<br />
possa comprendere meglio questo fenomeno osservando gli uomini – che ne sono gli<br />
attori – piuttosto che esaminando soltanto i sistemi e le teorie economiche. Quello<br />
che contesto è una vecchia storia dell’economia e del pensiero economico che dura<br />
ancora. Essa mi pare tanto più improduttiva per il Medioevo per il fatto che non<br />
esistono, in questo periodo, una dottrina economica del<strong>la</strong> Chiesa, né dei teorici<br />
dell’economia. <strong>La</strong> Chiesa, i teologi, i canonisti e, non dimentichiamolo, i predicatori<br />
e i confessori del Medioevo, trattando questioni religiose – nel nostro caso del<br />
“peccato” dell’usura – hanno mostrato l’impatto del<strong>la</strong> religione su fenomeni che oggi<br />
facciamo rientrare nel<strong>la</strong> sfera dell’“economico”. Non riconoscendo <strong>la</strong> specificità dei<br />
comportamenti e delle ment<strong>al</strong>ità del Medioevo – ma esistono felici eccezioni – le<br />
teorie economiche e le storie del pensiero economico moderno si sono precluse una<br />
vera comprensione del passato, e ci hanno così tolto uno strumento con cui far luce<br />
sul presente per mezzo del passato.<br />
Un grande poeta come Ezra Pound ha forse ceduto troppo <strong>al</strong>l’immaginazione<br />
passatista nell’evocare un diciannovesimo secolo usurario. Nessuno ha saputo dire<br />
meglio di lui cosa siano stati storicamente l’usura e l’usuraio.<br />
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