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La borsa e la vita Dall'usuraio al banchiere

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degli uomini e non saranno puniti insieme ad essi, ma con i demoni, poiché <strong>al</strong><strong>la</strong><br />

quantità di denaro che traggono d<strong>al</strong>l’usura corrisponde <strong>la</strong> quantità di legna mandata<br />

<strong>al</strong>l’inferno per bruciarli. <strong>La</strong> sete di guadagno li spinge a bere acqua sporca e ad<br />

acquistare con l’inganno e l’usura denaro sporco, sete di cui Geremia [2, 25] dice:<br />

“Proibisci <strong>la</strong> sete <strong>al</strong><strong>la</strong> tua go<strong>la</strong>”. E poiché, vio<strong>la</strong>ndo il divieto imposto d<strong>al</strong><strong>la</strong> legge, gli<br />

usurai si nutrono di cadaveri e carogne mangiando il cibo procurato con l’usura,<br />

questo non può essere santificato d<strong>al</strong> segno del<strong>la</strong> croce o da una qu<strong>al</strong>che <strong>al</strong>tra<br />

benedizione, per cui è detto nei Proverbi [4, 17]: “Essi mangiano il pane dell’empietà<br />

e bevono il vino dell’ingiustizia”. Quando leggiamo che una monaca di c<strong>la</strong>usura ha<br />

mangiato il diavolo seduto su un cespo di <strong>la</strong>ttuga perché non si era fatta il segno del<strong>la</strong><br />

croce, è ben più strano del fatto che gli usurai sembrano mangiare, assieme <strong>al</strong> pane<br />

dell’empietà, il diavolo, che crediamo seduto su un boccone di quel pane» 71 .<br />

Non è senza interesse il constatare, nel gioco che si instaura per meglio far<br />

corrispondere lo schema trifunzion<strong>al</strong>e <strong>al</strong>le rappresentazioni ment<strong>al</strong>i del<strong>la</strong> “nuova<br />

società”, che <strong>la</strong> quarta funzione creata (di fatto sotto una forma peggiorativa, quel<strong>la</strong><br />

dei mercanti) è attribuita agli usurai (<strong>al</strong>tre funzioni saranno più tardi attribuite, ad<br />

esempio, ai magistrati). In effetti, il raddoppiamento diabolico del<strong>la</strong> terza funzione,<br />

quel<strong>la</strong> economica, se da una parte testimonia l’integrazione del progresso degli<br />

scambi nelle strutture ment<strong>al</strong>i, d<strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tra manifesta anche <strong>la</strong> diffidenza degli<br />

intellettu<strong>al</strong>i nei confronti del<strong>la</strong> sfera economica. A fianco dei contadini e degli <strong>al</strong>tri<br />

<strong>la</strong>voratori, giustificati in quanto utili e produttivi, ecco <strong>la</strong> funzione del diavolo: quel<strong>la</strong><br />

del denaro, dell’usura nefasta e improduttiva. L’usuraio, prima di essere <strong>la</strong> preda del<br />

diavolo per l’eternità, è il suo amico terreno, il suo protetto di quaggiù.<br />

«Accadde una volta che il campo di un usuraio restasse intatto mentre tutte le terre<br />

intorno erano state colpite da una tempesta; tutto contento, egli andò a dire a un prete<br />

che tutto gli andava bene, e giustificò <strong>la</strong> sua <strong>vita</strong>. Il prete rispose: “Non si tratta di<br />

questo; poiché ti sei fatto molti amici nel<strong>la</strong> cerchia dei demoni, sei sfuggito <strong>al</strong><strong>la</strong><br />

tempesta che hanno mandato”» 72 .<br />

Quando però <strong>la</strong> morte si avvicina, l’amicizia finisce; conta soltanto l’avidità di<br />

Satana nei confronti dell’anima dell’usuraio. Egli bada che questa non possa<br />

sfuggirgli. A t<strong>al</strong> fine bisogna e<strong>vita</strong>re una eventu<strong>al</strong>e confessione e pentimento<br />

dell’usuraio.<br />

Primo stratagemma: rendere muto, afasico l’usuraio morente. Giacomo di Vitry ne<br />

è testimone: «Molti usurai, <strong>al</strong>l’avvicinarsi del<strong>la</strong> morte, perdono l’uso del<strong>la</strong> paro<strong>la</strong> e<br />

non possono confessarsi» 73 .<br />

Soluzione ancor più radic<strong>al</strong>e: <strong>la</strong> morte improvvisa, <strong>la</strong> peggiore per il cristiano<br />

mediev<strong>al</strong>e, poiché gener<strong>al</strong>mente lo coglie in stato di peccato mort<strong>al</strong>e. Questa<br />

situazione è ine<strong>vita</strong>bile per l’usuraio, che si trova costantemente in peccato mort<strong>al</strong>e.<br />

Al tempo di Stefano di Bourbon, a metà del tredicesimo secolo, uno stupefacente<br />

71 Predica ad status numero 59, 14. (N.d.A.)<br />

72 Tabu<strong>la</strong> exemplorum cit., pagine 22-3. (N.d.A.)<br />

73 Predica ad status numero 59, 15. (N.d.A.)<br />

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