La borsa e la vita Dall'usuraio al banchiere
La borsa e la vita Dall'usuraio al banchiere
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Chi più dell’usuraio teme lo sguardo di Dio? Ma egli teme anche quello degli<br />
uomini. Giacomo di Vitry racconta, sotto forma di exemplum, questa scena singo<strong>la</strong>re:<br />
«Un predicatore, volendo mostrare a tutti che il mestiere di usuraio era così<br />
vergognoso che nessuno osava approvarlo, disse nel<strong>la</strong> sua predica: “Voglio darvi<br />
l’assoluzione secondo le vostre professioni e i vostri mestieri. In piedi i fabbri!”. E<br />
quelli si <strong>al</strong>zarono. Dopo aver dato loro l’assoluzione, disse: “In piedi i pellicciai”, e<br />
quelli si <strong>al</strong>zarono; e così, man mano che egli nominava i diversi mestieri, si <strong>al</strong>zavano.<br />
Infine gridò: “In piedi gli usurai per ricevere l’assoluzione”. Gli usurai erano più<br />
numerosi di quelli che praticavano gli <strong>al</strong>tri mestieri, ma per <strong>la</strong> vergogna si nascosero.<br />
Tra le risa e gli scherni, se ne andarono pieni di vergogna» 62 .<br />
Ma l’usuraio non sfuggirà <strong>al</strong><strong>la</strong> sua sorte infern<strong>al</strong>e, neanche se ha creduto di<br />
acquistare coi suoi doni le preghiere del<strong>la</strong> Chiesa dopo <strong>la</strong> sua morte. Ecco, secondo<br />
Giacomo di Vitry, l’usuraio folle che torna dopo <strong>la</strong> morte, sotto forma di spettro (il<br />
Medioevo è pieno di questi spettri diabolici), a vendicarsi dei monaci che non gli<br />
hanno impedito di finire <strong>al</strong>l’inferno: «Ho sentito dire che un usuraio, da cui dei<br />
monaci avevano accettato molto denaro per dargli sepoltura nel<strong>la</strong> loro chiesa, una<br />
notte, mentre i monaci recitavano l’ufficio del mattino, si levò d<strong>al</strong><strong>la</strong> sua tomba e<br />
come un folle afferrò un cande<strong>la</strong>bro e si precipitò su di loro. Questi fuggirono<br />
stupefatti e terrorizzati; ma egli ne colpì <strong>al</strong>cuni in testa, spezzò ad <strong>al</strong>tri gambe e<br />
braccia e con delle specie di ur<strong>la</strong> gridava: “Ecco i nemici di Dio e i traditori che<br />
hanno preso il mio denaro promettendomi <strong>la</strong> s<strong>al</strong>vezza; ma mi hanno ingannato, e ciò<br />
che ho trovato è <strong>la</strong> morte eterna”» 63 .<br />
In questo mondo mediev<strong>al</strong>e affascinato dagli anim<strong>al</strong>i, sempre in cerca di una<br />
somiglianza anim<strong>al</strong>e nell’uomo, che cammina in mezzo ad una fauna simbolica,<br />
l’usuraio ha molteplici risonanze anim<strong>al</strong>i.<br />
<strong>La</strong> Tabu<strong>la</strong> exemplorum, che ne ha fatto un bue, un grosso <strong>la</strong>voratore che non si<br />
ferma mai, lo paragona anche ad un leone predatore: «Gli usurai sono come un leone,<br />
che si <strong>al</strong>za <strong>al</strong> mattino e non conosce sosta prima di aver catturato una preda e di<br />
aver<strong>la</strong> portata ai suoi piccoli; anch’essi rubano e prestano a usura per acquistare dei<br />
beni per i loro figli» 64 .<br />
Tutto un bestiario di usurai appare in Giacomo di Vitry. Ecco i funer<strong>al</strong>i di un<br />
usuraio-ragno: «Ho sentito un cav<strong>al</strong>iere che diceva di aver incontrato un gruppo di<br />
monaci che mettevano sotto terra il corpo di un usuraio. Il cav<strong>al</strong>iere disse loro: “Vi<br />
<strong>la</strong>scio il cadavere del mio ragno, e che il diavolo si porti <strong>la</strong> sua anima. Ma io avrò <strong>la</strong><br />
te<strong>la</strong> del ragno, cioè tutto il suo denaro”. A buon diritto si paragonano gli usurai ai<br />
ragni, che si sventrano per catturare le mosche e votano ai demoni non solo se stessi<br />
ma anche i loro figli, trascinandoli nel fuoco del<strong>la</strong> cupidigia [...]. Questo processo si<br />
perpetua con i loro eredi. Alcuni, addirittura prima del<strong>la</strong> nascita dei figli, assegnano<br />
loro del denaro perché si moltiplichi con l’usura e i figli nascano villosi, come Esaù,<br />
62 Crane (ed.), op. cit., pagina 76. (N.d.A.)<br />
63 Predica ad status numero 59, 15. (N.d.A.)<br />
64 Tabu<strong>la</strong> exemplorum cit., pagina 82. (N.d.A.)<br />
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