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La borsa e la vita Dall'usuraio al banchiere

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Così l’usuraio corrompe <strong>la</strong> società fino <strong>al</strong> suo vertice, fino <strong>al</strong> vertice del<strong>la</strong> Chiesa,<br />

L’usura è una lebbra contagiosa. Sfuggendo <strong>al</strong><strong>la</strong> quasi tot<strong>al</strong>ità delle giustificazioni,<br />

l’usuraio resta nel tredicesimo secolo uno dei pochi uomini il cui mestiere è<br />

condannato secundum se, “in sé”, de natura, “per sua natura”. Egli condivide questa<br />

sorte funesta con prostitute e giocolieri. Tommaso di Chobham sottolinea <strong>la</strong><br />

somiglianza tra <strong>la</strong> condanna dell’usuraio e del<strong>la</strong> prostituta: «<strong>La</strong> Chiesa perseguita gli<br />

usurai come gli <strong>al</strong>tri <strong>la</strong>dri poiché essi si impegnano nel mestiere pubblico dell’usura<br />

per vivere, come perseguita le prostitute che, offendendo Dio, esercitano <strong>la</strong><br />

prostituzione come mestiere di cui vivono» 59 . A queste tre attività m<strong>al</strong>edette sono<br />

comunque negati due privilegi accordati ad <strong>al</strong>tre categorie di persone che esercitano<br />

mestieri disprezzati o sospetti: <strong>la</strong> sepoltura cristiana e il diritto di fare elemosine.<br />

Ma l’usuraio è tra tutti il peggiore, poiché pecca contro Dio in tutti i modi: non<br />

solo rispetto <strong>al</strong><strong>la</strong> Sua persona, ma anche rispetto <strong>al</strong><strong>la</strong> natura che Egli ha creato e che<br />

con Lui si confonde, e rispetto <strong>al</strong>l’arte che è imitazione del<strong>la</strong> natura, Di conseguenza,<br />

Dante nell’Inferno ha messo gli usurai assieme ai sodomiti, <strong>al</strong>tri peccatori contro<br />

natura:<br />

E però lo minor giron suggel<strong>la</strong><br />

del segno suo e Soddoma e Caorsa [cahorsini = usurai],<br />

e chi, spregiando Dio col cor, favel<strong>la</strong> 60 .<br />

O meglio, come ha sottolineato André Pézard nel suo splendido libro Dante sous<br />

<strong>la</strong> pluie de feu, Dante li ha collocati, nel diciassettesimo canto dell’Inferno, nel terzo<br />

girone del settimo cerchio, in un posto peggiore di quello dei bestemmiatori e dei<br />

sodomiti.<br />

Quaggiù l’usuraio vive in una sorta di schizofrenia soci<strong>al</strong>e, come il potente e<br />

disprezzato macel<strong>la</strong>io delle città mediev<strong>al</strong>i, che diverrà spesso un rivoluzionario<br />

accanito; come il giocoliere (e più tardi l’attore), adu<strong>la</strong>to e <strong>al</strong> tempo stesso escluso;<br />

come, in <strong>al</strong>cune epoche, le cortigiane e le favorite, ricercate e temute per <strong>la</strong> loro<br />

bellezza, il loro spirito, il loro potere presso i ricchi e potenti amanti, e respinte d<strong>al</strong>le<br />

“donne oneste” e d<strong>al</strong><strong>la</strong> Chiesa. L’usuraio, anch’egli corteggiato e temuto per il suo<br />

denaro, è perciò disprezzato e m<strong>al</strong>edetto, in una società in cui il culto di Dio esclude<br />

il culto pubblico di Mammona.<br />

Egli deve dunque nascondere <strong>la</strong> sua ricchezza e <strong>la</strong> sua potenza: domina nell’ombra<br />

e nel silenzio. <strong>La</strong> Tabu<strong>la</strong> exemplorum racconta che, in un’antica città, l’usanza vuole<br />

che ad ogni visita dell’imperatore tutti gli usurai si redimano. Così, <strong>al</strong><strong>la</strong> sua venuta,<br />

tutti si nascondono meglio che possono. Ma <strong>la</strong> Tabu<strong>la</strong> aggiunge: «Che faranno<br />

quando sarà Dio a venire per giudicarli?» 61 .<br />

59 Tommaso di Chobham, op. cit., pagina 509. (N.d.A.)<br />

60 Inferno cit., canto XI, vv. 49-51. (N.d.A.)<br />

61 Tabu<strong>la</strong> exemplorum cit., pagina 83. (N.d.A.)<br />

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