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La borsa e la vita Dall'usuraio al banchiere

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dopo <strong>la</strong> morte dell’usuraio tennero per sé il denaro, non fecero ciò che avevano<br />

promesso e furono vittime delle loro imprecazioni. Confessarono sotto tortura» 51 .<br />

Nel<strong>la</strong> Tabu<strong>la</strong> gli esecutori infedeli sono tre: «Un usuraio <strong>al</strong><strong>la</strong> sua morte <strong>la</strong>sciò per<br />

testamento tutti i suoi beni a tre esecutori, che supplicò in nome di Dio di restituire<br />

ogni cosa. Chiese loro cosa temessero di più <strong>al</strong> mondo. Il primo rispose: “<strong>la</strong> povertà”;<br />

il secondo, “<strong>la</strong> lebbra”; il terzo, “il fuoco di sant’Antonio” [<strong>la</strong> cancrena]. “Tutti questi<br />

m<strong>al</strong>i – disse loro – si abbatteranno su di voi se non disporrete dei miei beni<br />

restituendoli e distribuendoli come ho ordinato”. Ma dopo <strong>la</strong> sua morte gli esecutori<br />

avidi si appropriarono di tutti i beni del morto. Ben presto tutto ciò che egli aveva<br />

invocato con <strong>la</strong> sua imprecazione li colpì: <strong>la</strong> povertà, <strong>la</strong> lebbra e <strong>la</strong> cancrena» 52 .<br />

<strong>La</strong> Chiesa fornisce così <strong>al</strong><strong>la</strong> pratica del<strong>la</strong> restituzione dell’usura tutte le garanzie<br />

possibili. Inoltre, dopo <strong>la</strong> morte dell’usuraio, d<strong>al</strong> momento che <strong>la</strong> restituzione post<br />

mortem sembra essere stata prevista d<strong>al</strong>l’usuraio penitente nel suo testamento –<br />

documento che diviene nel Basso Medioevo assai prezioso per lo studio degli<br />

atteggiamenti rispetto <strong>al</strong><strong>la</strong> morte e <strong>al</strong>l’<strong>al</strong>dilà (un “passaporto” per l’<strong>al</strong>dilà) – <strong>la</strong> Chiesa<br />

drammatizza le condizioni dell’esecuzione testamentaria. Essa promette <strong>al</strong>l’esecutore<br />

infedele una anticipazione sul<strong>la</strong> terra dei tormenti che attendono <strong>al</strong>l’inferno l’usuraio<br />

che non si pente, e che vengono trasferiti quaggiù sui suoi amici spergiuri ed avidi.<br />

Siamo assai m<strong>al</strong>e informati sul<strong>la</strong> re<strong>al</strong>tà del<strong>la</strong> restituzione delle somme usurarie. Gli<br />

storici tendono a vedervi una minaccia gener<strong>al</strong>mente non tenuta in considerazione.<br />

Pur non essendo così ingenuo da credere a una pratica diffusa del<strong>la</strong> restituzione, che<br />

si scontra, come si vedrà, con numerose difficoltà di attuazione, ritengo che <strong>la</strong><br />

volontà di restituire e <strong>la</strong> restituzione stessa siano state più frequenti e più rilevanti di<br />

quanto non si pensi abitu<strong>al</strong>mente. Se si vedesse <strong>la</strong> re<strong>al</strong>tà più da vicino, si potrebbe<br />

non solo essere meglio informati su quest’indice del<strong>la</strong> credenza e del sentimento<br />

religioso, ma anche v<strong>al</strong>utare le conseguenze per l’economia e <strong>la</strong> società di un<br />

fenomeno troppo spesso ignorato dagli storici dell’economia. Oggi sappiamo che gli<br />

aspetti finanziari del<strong>la</strong> repressione del<strong>la</strong> frode fisc<strong>al</strong>e non sono trascurabili.<br />

Il fatto che <strong>la</strong> restituzione sia penosa, soprattutto per l’avido usuraio, è illustrato da<br />

una curiosa espressione di san Luigi riferita da Joinville: «Egli soleva dire che era<br />

m<strong>al</strong>e appropriarsi dei beni <strong>al</strong>trui poiché restituire era così duro che, <strong>al</strong> solo<br />

pronunciar<strong>la</strong>, <strong>la</strong> paro<strong>la</strong> rendre [restituire] raspava <strong>la</strong> go<strong>la</strong> con le sue r, che indicano il<br />

forcone del diavolo che sempre tira <strong>al</strong>l’indietro coloro che vogliono restituire i beni<br />

<strong>al</strong>trui. E il diavolo lo fa in modo assai abile, poiché pungo<strong>la</strong> i grandi usurai e i grandi<br />

<strong>la</strong>dri in modo t<strong>al</strong>e, che debbono donare in nome di Dio ciò che avrebbero dovuto<br />

restituire» 53 .<br />

51 A. Lecoy de <strong>la</strong> Marche, op. cit., pagine 334-5. (N.d.A.)<br />

52 Tabu<strong>la</strong> exemplorum cit., pagina 51. (N.d.A.)<br />

53 Edizione-traduzione di M. Nat<strong>al</strong>is de Wailly, Paris 1874, paragrafo 33, pagina 19. (N.d.A.)<br />

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