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La borsa e la vita Dall'usuraio al banchiere

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tempo, essi vendono i giorni e le notti. Ma il giorno è il tempo del<strong>la</strong> luce e <strong>la</strong> notte il<br />

tempo del riposo. Perciò essi vendono <strong>la</strong> luce e il riposo. Non è dunque giusto che<br />

abbiano <strong>la</strong> luce e il riposo eterni» 45 . Questa è <strong>la</strong> logica infern<strong>al</strong>e dell’usuraio.<br />

Il furto del tempo è un’argomentazione cui i chierici tradizion<strong>al</strong>isti sono<br />

partico<strong>la</strong>rmente sensibili tra il dodicesimo e il tredicesimo secolo, periodo in cui i<br />

v<strong>al</strong>ori e le pratiche socio-cultur<strong>al</strong>i cambiano, in cui degli uomini si appropriano di<br />

<strong>al</strong>cune porzioni delle prerogative divine, in cui l’ambito dei monopoli divini si<br />

restringe. Anche Dio deve concedere agli uomini <strong>la</strong> discesa di <strong>al</strong>cuni v<strong>al</strong>ori d<strong>al</strong> cielo<br />

sul<strong>la</strong> terra, accordare loro delle “libertà”, delle “franchigie”.<br />

Un’<strong>al</strong>tra categoria profession<strong>al</strong>e conosce, nel<strong>la</strong> stessa epoca, un’evoluzione<br />

par<strong>al</strong>le<strong>la</strong>: sono i nuovi intellettu<strong>al</strong>i che, <strong>al</strong> di fuori delle scuole dei monasteri e delle<br />

cattedr<strong>al</strong>i, insegnano in città a studenti da cui ricevono una retribuzione, <strong>la</strong> “colletta”.<br />

San Bernardo, tra gli <strong>al</strong>tri, li ha fustigati come «venditori e mercanti di parole». E<br />

cosa vendono costoro? <strong>La</strong> scienza: scienza che, <strong>al</strong> pari del tempo, non appartiene che<br />

a Dio.<br />

Ma questi <strong>la</strong>dri di scienza saranno presto giustificati, in primo luogo mediante il<br />

loro “<strong>la</strong>voro”. In quanto <strong>la</strong>voratori intellettu<strong>al</strong>i, i nuovi maestri di scuo<strong>la</strong> saranno<br />

ammessi nel<strong>la</strong> società “che conta” del<strong>la</strong> loro epoca e nel<strong>la</strong> società degli eletti: quel<strong>la</strong><br />

che colloca nell’<strong>al</strong>dilà, e per sempre, i meritevoli di quaggiù. Eletti che possono<br />

essere, posto che siano giusti ed obbedienti a Dio, privilegiati od oppressi di questa<br />

terra. <strong>La</strong> Chiesa es<strong>al</strong>ta i poveri, ma accetta spesso i ricchi degni del<strong>la</strong> loro ricchezza<br />

per <strong>la</strong> purezza delle sue origini e le virtù manifestate nel<strong>la</strong> sua utilizzazione.<br />

Strana situazione, quel<strong>la</strong> dell’usuraio mediev<strong>al</strong>e. In una prospettiva di lunga<br />

durata, lo storico di oggi gli riconosce <strong>la</strong> qu<strong>al</strong>ità di precursore di un sistema<br />

economico che, m<strong>al</strong>grado le sue ingiustizie e i suoi difetti, si iscrive in Occidente<br />

nel<strong>la</strong> traiettoria di un progresso, il capit<strong>al</strong>ismo, mentre nel suo tempo quest’uomo è<br />

stato disprezzato da tutti i punti di vista dell’epoca.<br />

Nel<strong>la</strong> lunga tradizione ebraico-cristiana, egli è condannato. Il libro sacro fa pesare<br />

su di lui una m<strong>al</strong>edizione bimillenaria. I nuovi v<strong>al</strong>ori del tredicesimo secolo lo<br />

respingono anch’essi come nemico del presente. <strong>La</strong> grande promozione è quel<strong>la</strong> del<br />

<strong>la</strong>voro e dei <strong>la</strong>voratori; l’usuraio è un ozioso partico<strong>la</strong>rmente scand<strong>al</strong>oso, poiché il<br />

<strong>la</strong>voro compiuto d<strong>al</strong> denaro, cui egli dà impulso, non è che il corol<strong>la</strong>rio del<strong>la</strong> sua<br />

odiosa oziosità. È ancora Tommaso di Chobham a dirlo chiaramente: «L’usuraio<br />

vuol ricavare un profitto senza <strong>la</strong>vorare affatto e addirittura dormendo, cosa che<br />

contravviene <strong>al</strong> precetto del Signore che dice: “Con il sudore del<strong>la</strong> tua fronte<br />

mangerai il pane”» (Gen 3, 19) 46 .<br />

L’usuraio agisce contro il piano del Creatore. Gli uomini del Medioevo hanno<br />

visto nel <strong>la</strong>voro innanzitutto <strong>la</strong> punizione del peccato origin<strong>al</strong>e, una penitenza. Poi,<br />

45 Bibl. Naz., ms. <strong>la</strong>t. 13472, f. 3vb; Tabu<strong>la</strong> exemplorum cit., pagina 139, numero 304. (N.d.A.)<br />

46 Tommaso di Chobham, op. cit., pagina 505. (N.d.A.)<br />

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