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La borsa e la vita Dall'usuraio al banchiere

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In una specie di parabo<strong>la</strong>, <strong>La</strong> vigna e l’usura, Tommaso di Chobham constata: «Il<br />

denaro che dorme non produce “natur<strong>al</strong>mente” <strong>al</strong>cun frutto; <strong>la</strong> vigna è invece<br />

“natur<strong>al</strong>mente” fruttifera» 25 . Eppure, in mancanza di fecondità natur<strong>al</strong>e, si era<br />

pensato sin d<strong>al</strong>l’Alto Medioevo di far “<strong>la</strong>vorare” il denaro. Già nell’827 il doge di<br />

Venezia Partecipazio par<strong>la</strong> nel suo testamento (<strong>la</strong> cui autenticità è stata messa in<br />

dubbio) di “solidi <strong>la</strong>boratorii”, di «denaro che compie un <strong>la</strong>voro». Denaro dato ad<br />

usura o “investito” nell’attesa di un giusto profitto? Nel tredicesimo secolo, teologi e<br />

canonisti rilevano con stupore che, in effetti, il denaro usurario “compie un <strong>la</strong>voro”.<br />

Autori di raccolte di exemp<strong>la</strong> e predicatori fanno eco a questo scand<strong>al</strong>o.<br />

Nel suo Di<strong>al</strong>ogus miraculorum tra un monaco ed un novizio, Cesario di<br />

Heisterbach, verso il 1220, fa par<strong>la</strong>re così i suoi personaggi:<br />

NOVIZIO. Mi sembra che l’usura sia un peccato assai grave e difficile a correggersi.<br />

MONACO. Hai ragione. Non esiste peccato che, di quando in quando, non sonnecchi;<br />

l’usura invece non cessa mai di peccare. Mentre il suo padrone dorme, essa non dorme,<br />

ma si ingrossa e cresce senza posa 26 .<br />

E nel<strong>la</strong> Tabu<strong>la</strong> exemplorum, manoscritto del tredicesimo secolo conservato nel<strong>la</strong><br />

Biblioteca Nazion<strong>al</strong>e di Parigi, si può leggere: «Tutti gli uomini si astengono d<strong>al</strong><br />

<strong>la</strong>vorare nei giorni di festa, ma i buoi usurari (boves usurarii) <strong>la</strong>vorano<br />

incessantemente, offendendo così Dio e tutti i santi; e l’usura, d<strong>al</strong> momento che<br />

pecca senza fine, senza fine deve anche essere punita» 27 .<br />

Si intuisce come questo tema debba essere stato utilizzato con vantaggio dai<br />

predicatori, e come ben si presti agli effetti oratori: «Fratelli, fratelli, conoscete un<br />

peccato che non si ferma mai, che si commette sempre? No? Sì, ce n’è uno, ed uno<br />

solo; vi dirò qu<strong>al</strong>e. È l’usura. Il denaro dato a usura non smette di <strong>la</strong>vorare, e fabbrica<br />

denaro senza posa. Denaro ingiusto, vergognoso, detestabile, ma denaro. È un<br />

<strong>la</strong>voratore infaticabile. Conoscete, fratelli, un <strong>la</strong>voratore che non si ferma <strong>la</strong><br />

domenica, nei giorni di festa, che non smette di <strong>la</strong>vorare quando dorme? No?<br />

Ebbene, l’usura continua a <strong>la</strong>vorare giorno e notte, <strong>la</strong> domenica e le feste, nel sonno<br />

come durante <strong>la</strong> veglia! <strong>La</strong>vorare dormendo? L’usura, pungo<strong>la</strong>ta da Satana, riesce a<br />

compiere questo miracolo diabolico. Anche in questo l’usura è un’offesa a Dio e<br />

<strong>al</strong>l’ordine da lui stabilito. Essa non rispetta l’ordine natur<strong>al</strong>e che egli ha voluto dare<br />

<strong>al</strong> mondo e <strong>al</strong><strong>la</strong> nostra <strong>vita</strong> corpor<strong>al</strong>e, né l’ordine del c<strong>al</strong>endario che egli ha fissato. I<br />

denari usurari non sono forse come buoi da <strong>la</strong>voro che arano senza mai fermarsi? A<br />

peccato senza sosta e senza fine, pena senza tregua e senza fine. Senza f<strong>al</strong>lo tizzone<br />

d’inferno, l’usura non può che portare <strong>al</strong><strong>la</strong> schiavitù eterna, a Satana, <strong>al</strong><strong>la</strong> punizione<br />

25 Tommaso di Chobham, op. cit., pagina 515. (N.d.A.)<br />

26 Caesarii Heisterbacensis..., Di<strong>al</strong>ogus miraculorum, II, 8, a cura di J. Strange, 2 voll., Köln-Bonn-<br />

Bruxelles 1851, pagina 73. (N.d.A.)<br />

27 Tabu<strong>la</strong> exemplorum secundum ordinem Alphabeti, a cura di J. Th. Welter, Paris-Toulouse 1926,<br />

pagina 83, numero 306. (N.d.A.)<br />

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