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La borsa e la vita Dall'usuraio al banchiere

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– prezzi più <strong>al</strong>ti per <strong>la</strong> vendita a credito costituiscono usure implicite.<br />

Tommaso di Chobham, nel<strong>la</strong> più antica Somma dei confessori conosciuta, redatta<br />

nel suo nucleo essenzi<strong>al</strong>e prima del 1215 e probabilmente diffusa nel 1216, fonda<br />

l’usura sulle sole autorità del Nuovo Testamento e del diritto canonico: «Il Signore<br />

dice nel Vangelo: “Prestate senza sperarne nul<strong>la</strong>” [Lc 6, 35]. E il canone afferma: “Vi<br />

è usura quando si richiede più di quanto si dà” [Decreto di Graziano, c. 4, CXIV,<br />

q. 3, che riprende il capito<strong>la</strong>re di Nimega dell’806], di qu<strong>al</strong>unque cosa si tratti ed<br />

anche se non si prende, se solo si nutra <strong>la</strong> speranza di prender<strong>la</strong> [Decreto, c. 12,<br />

comp. I, v. 15, ripreso d<strong>al</strong><strong>la</strong> decret<strong>al</strong>e Consuluit]» 16 .<br />

Fatto fondament<strong>al</strong>e: l’usura è più di una colpa, è un “peccato”. Guglielmo di<br />

Auxerre lo dice: «Dare a usura è in sé e per sé un peccato» 17 . È peccato innanzitutto<br />

come forma dell’avaritia, del<strong>la</strong> cupidigia. Cupidigia che Tommaso di Chobham<br />

colloca sin d<strong>al</strong>l’inizio sul piano spiritu<strong>al</strong>e: «Vi sono due detestabili generi di avaritia<br />

che sono puniti in base a verdetto giudiziario: l’usura e <strong>la</strong> simonia [commercio di<br />

beni spiritu<strong>al</strong>i], di cui parlerò in seguito. In primo luogo l’usura» 18 .<br />

Il domenicano Stefano di Bourbon, circa mezzo secolo più tardi, non si esprime<br />

diversamente: «Dopo aver par<strong>la</strong>to dell’avaritia in gener<strong>al</strong>e, debbo par<strong>la</strong>re ora di<br />

<strong>al</strong>cune sue forme, e in primo luogo dell’usura» 19 .<br />

L’usura è anzitutto, lo si è visto, un “furto”. Questa identificazione proposta da<br />

sant’Anselmo (1033-1109) nelle sue Omelie ed esortazioni 20 e ripresa nel<br />

dodicesimo secolo da Ugo di San Vittore, Pietro il Mangiatore e Pietro Lombardo,<br />

finisce per sostituirsi <strong>al</strong><strong>la</strong> tradizion<strong>al</strong>e definizione dell’usura come «profitto<br />

vergognoso» (turpe lucrum).<br />

Il furto usurario è un peccato contro <strong>la</strong> “giustizia”. Tommaso d’Aquino lo afferma<br />

chiaramente: «È peccato prendere denaro come prezzo per del denaro prestato, cioè<br />

prendere un’usura?». Risposta: «Prendere un’usura per del denaro prestato è in sé<br />

“ingiusto”, poiché si vende ciò che non esiste, attuando manifestamente, con ciò, una<br />

“disuguaglianza” contraria <strong>al</strong><strong>la</strong> giustizia» 21 .<br />

Ma forse ancor più del dodicesimo secolo, il tredicesimo è il secolo del<strong>la</strong> giustizia.<br />

<strong>La</strong> giustizia è virtù reg<strong>al</strong>e per eccellenza. Gli specchi dei princìpi che tracciano il<br />

ritratto del sovrano ide<strong>al</strong>e insistono sul<strong>la</strong> necessità che sia giusto. Questa giustizia<br />

procede di pari passo con il progresso delle pratiche e delle istituzioni giudiziarie:<br />

inquirenti re<strong>al</strong>i, par<strong>la</strong>menti. Sotto san Luigi fa <strong>la</strong> sua emblematica comparsa nel<strong>la</strong><br />

mano destra del re di Francia, per <strong>la</strong> prima volta e prima degli <strong>al</strong>tri sovrani cristiani,<br />

16 Tommaso di Chobham, op. cit., pagina 504. (N.d.A.)<br />

17 Guglielmo di Auxerre, op. cit., l. III, tr. XXVI. (N.d.A.)<br />

18 Tommaso di Chobham, op. cit., pagina 504. (N.d.A.)<br />

19 A. Lecoy de <strong>la</strong> Marche, Anecdotes historiques, légendes et apologues tirés du recueil inédit<br />

d’Etienne de Bourbon, dominicain du XIIIe siècle, Paris 1877, pagine 361-2. (N.d.A.)<br />

20 Patrologia <strong>La</strong>tina CLVIII, col. 659. (N.d.A.)<br />

21 Somma teologica, IIa IIae, q. 78. (N.d.A.)<br />

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