La borsa e la vita Dall'usuraio al banchiere
La borsa e la vita Dall'usuraio al banchiere
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Paolo. «Così – conclude – tutti gli usurai, i ribelli e i <strong>la</strong>dri spariranno; si potranno<br />
fare delle elemosine e dotare le chiese, e ogni cosa sarà ricondotta <strong>al</strong> suo stato<br />
originario» 10 . Dopo questa utopia antiusuraria, tutti i grandi sco<strong>la</strong>stici dedicano<br />
<strong>al</strong>l’usura una parte più o meno grande delle loro “somme”. È il caso di Guglielmo di<br />
Auxerre, vescovo di Parigi, risorto nel 1248 11 ; di san Bonaventura e san Tommaso<br />
d’Aquino 12 , morti nel 1274. Quanto a Egidio di Lessines, discepolo di Tommaso<br />
d’Aquino, egli compone tra il 1276 e il 1285 un intero trattato sui tipi di usura,<br />
intito<strong>la</strong>to De usuris.<br />
Tra <strong>la</strong> metà del dodicesimo e <strong>la</strong> metà del tredicesimo secolo, l’inasprimento delle<br />
condanne dell’usura si spiega con il timore, da parte del<strong>la</strong> Chiesa, di vedere <strong>la</strong> società<br />
turbata d<strong>al</strong> proliferare delle pratiche usurarie. Il Terzo Concilio <strong>La</strong>teranense (1179)<br />
afferma che troppi uomini abbandonano <strong>la</strong> loro condizione e il loro mestiere per<br />
diventare usurai. Nel tredicesimo secolo, il papa Innocenzo Quarto e il grande<br />
canonista Enrico di Segusio detto l’Ostiense temono l’abbandono delle campagne a<br />
causa dei contadini divenuti usurai o privati del bestiame e degli attrezzi dai<br />
proprietari terrieri, anch’essi attirati dai guadagni dell’usura. L’attrazione dell’usura<br />
fa apparire <strong>la</strong> minaccia di un c<strong>al</strong>o dell’occupazione delle terre, e con essa lo spettro<br />
delle carestie.<br />
Le definizioni mediev<strong>al</strong>i dell’usura sono date da sant’Ambrogio: «Usura è<br />
prendere più di quanto si sia dato» (Usura est plus accipere quam dare 13 ); da san<br />
Giro<strong>la</strong>mo: «Si definisce usura e sovrappiù qu<strong>al</strong>unque cosa, se si è preso più di quanto<br />
si sia dato» (Usuram appel<strong>la</strong>ri et superabundantiam quidquid illud est, si ab eo quod<br />
dederit plus acceperit 14 ); d<strong>al</strong> capito<strong>la</strong>re di Nimega (806): «Si ha usura quando si<br />
richiede più di quanto si dà» (Usura est ubi amplius requiritur quam datur), e d<strong>al</strong><br />
Decreto di Graziano: «Tutto ciò che viene richiesto oltre <strong>al</strong> capit<strong>al</strong>e è usura»<br />
(Quicquid ultra sortem exigitur usura est 15 ). L’usura è il sovrappiù illecito,<br />
l’eccedenza illegittima.<br />
<strong>La</strong> decret<strong>al</strong>e Consuluit di Urbano Terzo (1187), inserita nel Codice di diritto<br />
canonico, mostra senz’<strong>al</strong>tro nel modo migliore l’atteggiamento del<strong>la</strong> Chiesa rispetto<br />
<strong>al</strong>l’usura del tredicesimo secolo:<br />
– è usura tutto ciò che viene richiesto in cambio di un prestito oltre <strong>al</strong> prestito<br />
stesso;<br />
– riscuotere un’usura è un peccato proibito d<strong>al</strong> Vecchio e d<strong>al</strong> Nuovo Testamento;<br />
– <strong>la</strong> so<strong>la</strong> speranza di un bene in contraccambio che vada oltre il bene stesso è un<br />
peccato;<br />
– le usure debbono essere integr<strong>al</strong>mente restituite <strong>al</strong> loro legittimo possessore;<br />
10 G. Lefèvre (éd.), Le Traité “De usura” de Robert de Courçon, in Travaux et mémoires de<br />
l’Université de Lille, X, 30, 1902, pagina 35. (N.d.A.)<br />
11 Guglielmo di Auxerre, Summa in IV libros sententiarum, l. III, tr. XXVI. (N.d.A.)<br />
12 Soprattutto nel<strong>la</strong> Somma teologica: IIa IIae, q. 78. (N.d.A.)<br />
13 Breviarium in Ps. LIV, Patrologia <strong>La</strong>tina XVI, col. 982. (N.d.A.)<br />
14 Commentario a Ezechiele XVIII, 6, ivi XXV, col. 117. (N.d.A.)<br />
15 Decreto di Graziano, c. 14, q. 3, c. 4. (N.d.A.)<br />
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