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foto Augusto SantiniSopra, vedute panoramiche di Villa d'Este;nella pagina seguente, Jean-Marc Droulersnel suo studio a Villa d'EsteAbove, panoramic views of Villa d'Este;in the following page Jean-Marc Droulersin his studio in Villa d'Estedifferenti, ripeto, di quelle che lo frequentavanoin passato e ciò grazie ad essere stati trai primissimi Alberghi di lusso ad introdurreuna grande gamma di attività sportive riunitesotto lo Sporting Club, poi a creare numerosesale congressuali e di riunione, offrendo aquesto particolare tipo di clientela già all’iniziodegli anni ’70 un insieme di servizi consideratiall’avanguardia. Ricordo poi i grandieventi che cadenzano la stagione di Villad’Este, ieri le fiere tessili Idea Biella ed IdeaComo, oggi i Convegni Ambrosetti, il Concorsod’Eleganza Villa d’Este ed il World WineSymposium, che fanno di Villa d’Este un centrodi attrazione di importanza mondiale».Ma Villa d’Este aveva anche un’appendice:il Golf Club. Come è nata l’idea di venderlo?«Negli anni ‘30 avere un golf rappresentavauna novità assoluta, negli anni ’70 non lo erapiù, a meno che il golf non fosse sotto le finestredell’albergo. Così, non essendo capacedi portare il golf sulla porta di casa, abbiamodeciso di creare buoni rapporti con i greenche si erano creati negli anni sul territorio, ancheper gratificare il golfista che cerca semprenuovi stimoli e tracciati diversi».Alfred Hitchcock, i duchi di Windsor, VittorioEmanuele, Elisabeth Taylor, FrankSinatra, Barbra Streisand, Madonna, JohnKennedy, Churchill, lo Scià di Persia, MariaCallas e Onassis, solo per citare alcunipersonaggi del jet set internazionale chevi hanno soggiornato, per non parlare delparterre politico di altrettanta risonanza.La privacy è sovrana a Villa d’Este ma, peri nostri lettori, ci svela un aneddoto curioso?«Ricordo un episodio relativo alla visita di unministro del governo Chirac, arrivato sul lagodi Como in elicottero, dimenticandosi delladogana, ma atterrando direttamente a Villad’Este. Pochi minuti dopo il suo atterraggio,un notevole dispiegamento di forze dell’ordineha fatto il suo ingresso al Grand Hotel.Ovviamente tutto si è ricomposto in brevetempo».A pieno titolo si può affermare che la famadi Villa d’Este nel mondo è stata determinanteper la promozione del nostro lago.Nel futuro pensa che manterrà ancora ilruolo di ambasciatore del nostro territorio?«Certamente siamo stati determinanti per lapromozione del lago e nell’attirare delle nuoveclientele, non solo nel nostro settore lussoma anche per gli Alberghi di categoria 3 e 4stelle. Vi è stato un periodo a partire daglianni ’50 durante il quale, per le sue mete divilleggiatura, la clientela guardava più al mareche al lago. Questo aveva un po’ una reminiscenzadi vacanze vecchie, noiose; abbiamofortemente contribuito a cambiare questaimmagine sottolineando, inoltre, che i nostriluoghi offrono ciò che non offre più il mare,ossia la serenità senza l’affanno di voler riempiretroppo le giornate e le serate. Il nostroterritorio, infatti, non è adatto ad un turismodi massa ma ad un turismo di qualità indipendentementedalla categoria dell’Albergo cheva a scegliere».Come è vero che Villa d’Este ha reso notoil lago di Como all’estero, crede sia altresìvero che il Lago di Como abbia avuto lasua parte nel successo di Villa d’Este?«È assolutamente una relazione interattiva.Già all’inizio del XIX secolo il centro del lagoera una delle mete favorite del turismo stranieroche vi trascorreva dei lunghi periodi divilleggiatura. Basta ricordare quante entusiastedescrizioni furono fatte da celeberrimiscrittori romantici così da suscitare la curiositàe l’interesse dei loro connazionali. Allo stessotempo, però, Villa d’Este -grazie alla suastoria risalente al Rinascimento- è diventataMonumento Nazionale già nel lontano 1907ed ha saputo inserirsi perfettamente nellamagnifica cornice del Lario, diventando cosìun luogo di eccezione».Insomma, un ottimo matrimonio nel qualeil ruolo principale è affidato alle persone.«Per far scorrere un fiume ci vogliono tantegocce d’acqua».48 49foto Jonathan Backer

foto Augusto SantiniSopra, vedute panoramiche di Villa d'Este;nella pagina seguente, Jean-Marc Droulersnel suo studio a Villa d'EsteAbove, panoramic views of Villa d'Este;in the following page Jean-Marc Droulersin his studio in Villa d'Estedifferenti, ripeto, di quelle che lo frequentavanoin passato e ciò grazie ad essere stati trai primissimi Alberghi di lusso ad introdurreuna grande gamma di attività sportive riunitesotto lo Sporting Club, poi a creare numerosesale congressuali e di riunione, offrendo aquesto particolare tipo di clientela già all’iniziodegli anni ’70 un insieme di servizi consideratiall’avanguardia. Ricordo poi i grandieventi che cadenzano la stagione di Villad’Este, ieri le fiere tessili Idea Biella ed IdeaComo, oggi i Convegni Ambrosetti, il Concorsod’Eleganza Villa d’Este ed il World WineSymposium, che fanno di Villa d’Este un centrodi attrazione di importanza mondiale».Ma Villa d’Este aveva anche un’appendice:il Golf Club. Come è nata l’idea di venderlo?«Negli anni ‘30 avere un golf rappresentavauna novità assoluta, negli anni ’70 non lo erapiù, a meno che il golf non fosse sotto le finestredell’albergo. Così, non essendo capacedi portare il golf sulla porta di casa, abbiamodeciso di creare buoni rapporti con i greenche si erano creati negli anni sul territorio, ancheper gratificare il golfista che cerca semprenuovi stimoli e tracciati diversi».Alfred Hitchcock, i duchi di Windsor, VittorioEmanuele, Elisabeth Taylor, FrankSinatra, Barbra Streisand, Madonna, JohnKennedy, Churchill, lo Scià di Persia, MariaCallas e Onassis, solo per citare alcunipersonaggi del jet set internazionale chevi hanno soggiornato, per non parlare delparterre politico di altrettanta risonanza.La privacy è sovrana a Villa d’Este ma, peri nostri lettori, ci svela un aneddoto curioso?«Ricordo un episodio relativo alla visita di unministro del governo Chirac, arrivato sul lagodi Como in elicottero, dimenticandosi delladogana, ma atterrando direttamente a Villad’Este. Pochi minuti dopo il suo atterraggio,un notevole dispiegamento di forze dell’ordineha fatto il suo ingresso al Grand Hotel.Ovviamente tutto si è ri<strong>com</strong>posto in brevetempo».A pieno titolo si può affermare che la famadi Villa d’Este nel mondo è stata determinanteper la promozione del nostro lago.Nel futuro pensa che manterrà ancora ilruolo di ambasciatore del nostro territorio?«Certamente siamo stati determinanti per lapromozione del lago e nell’attirare delle nuoveclientele, non solo nel nostro settore lussoma anche per gli Alberghi di categoria 3 e 4stelle. Vi è stato un periodo a partire daglianni ’50 durante il quale, per le sue mete divilleggiatura, la clientela guardava più al mareche al lago. Questo aveva un po’ una reminiscenzadi vacanze vecchie, noiose; abbiamofortemente contribuito a cambiare questaimmagine sottolineando, inoltre, che i nostriluoghi offrono ciò che non offre più il mare,ossia la serenità senza l’affanno di voler riempiretroppo le giornate e le serate. Il nostroterritorio, infatti, non è adatto ad un turismodi massa ma ad un turismo di qualità indipendentementedalla categoria dell’Albergo cheva a scegliere».Come è vero che Villa d’Este ha reso notoil lago di Como all’estero, crede sia altresìvero che il Lago di Como abbia avuto lasua parte nel successo di Villa d’Este?«È assolutamente una relazione interattiva.Già all’inizio del XIX secolo il centro del lagoera una delle mete favorite del turismo stranieroche vi trascorreva dei lunghi periodi divilleggiatura. Basta ricordare quante entusiastedescrizioni furono fatte da celeberrimiscrittori romantici così da suscitare la curiositàe l’interesse dei loro connazionali. Allo stessotempo, però, Villa d’Este -grazie alla suastoria risalente al Rinascimento- è diventataMonumento Nazionale già nel lontano 1907ed ha saputo inserirsi perfettamente nellamagnifica cornice del Lario, diventando cosìun luogo di eccezione».Insomma, un ottimo matrimonio nel qualeil ruolo principale è affidato alle persone.«Per far scorrere un fiume ci vogliono tantegocce d’acqua».48 49foto Jonathan Backer

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