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giugno-10 - Comosmagiclake.com

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Sopra, a sinistra, l'equipe di medici creata dal dottor Bonini;a destra, il dottor Bonini all'interno dell'ospedale;a lato, momenti della riabilitazioneAbove, on the left, the medical staff of doctor Bonini; on the right,the doctor Bonini in the hospital;on the right, some moments during the rehabilitationNelle foto, immagini della popolazione inalcuni momenti di vita quotidianaIn the phtos, the population in some momentsof the daily lifeCome è nata la Sua Africa?«La mia prima Africa, nel 1969, fu nell’Ospedale Missionario di Kalongo,fondato da padre Giuseppe Ambrosoli, <strong>com</strong>boniano, medico <strong>com</strong>asconato a Ronago nel 1923. Lì ho in<strong>com</strong>inciato a capire quale camminosono stato chiamato a percorrere nella vita. L’ospedale, ribattezzato“Dr. Ambrosoli Memorial Hospital”, è ad oggi il centro medico più importanteal nord del Paese. Per due anni sono stato lecturer nel Dipartimentodi Chirurgia dell’Università di Makerere a Kampala. Una voltaottenuto il prepensionamento, ho continuato la mia attività nei Paesiin via di sviluppo: nel 1994 ho collaborato con Agimi-Caritas nell’organizzazionedell’Ospedale di Librazhd in Albania, nel 1995 ho <strong>com</strong>piutodue missioni brevi sulle Ande Peruviane in collaborazione con i MissionariSalesiani. Nello stesso anno il Ministero della Sanità Ugandesemi ha conferito l’incarico di organizzare l’insegnamento nell’Ospedaledi Arua, West Nile, successivamente nell’Ospedale Missionario di Gulu,Acholi, Uganda, nell’Ospedale Missionario di Kalongo, Acholi sempreUganda, infine oggi sono impegnato presso l’Ospedale Missionario diMatany, Karamoja, Uganda».Quali sono le malattie maggiormente diffuse?«Le nostre, più le malattie tropicali. L’Aids è la più subdola delle infezioni.I medicinali sono insufficienti per curarla: ci vuole uno sforzo miratoperché occorre <strong>com</strong>battere la guerra, l’ignoranza, la povertà. Negliultimi tempi stiamo assistendo alla recrudescenza della malaria: creaanemie e sta mietendo più vittime dell’Aids. Periodicamente arrivanoanche epidemie di morbillo e meningite. Poi, naturalmente, ci sono leferite di guerra: le mine stanno mutilando ed uccidendo migliaia dipersone, soprattutto donne e bambini».Il rientro a casa è indispensabile per recuperare forze ed energie?«Tornare a casa è importante per motivi di salute, di riposo psico-fisico,oltre che per mantenere i contatti con chi sostiene il nostro operatoe per aggiornarsi dal punto di vista delle tecnologie. Un ospedaleitaliano ha vari reparti, con proprie strutture e con propri primari, inquelle situazioni invece un medico deve essere pronto a tutto dallachirurgia d’urgenza alla chirurgia generale, dall’ortopedia alla traumatologia,fino ad affrontare operazioni di neurochirurgia».Un messaggio che desidera lanciare?«Inevitabilmente, i medici che arrivano dall’estero, anche se preparati,rimangono scioccati dalla situazione che trovano di fronte ai loroocchi. Sarebbe molto più opportuno riuscire a preparare sul posto imedici e il personale infermieristico africano in modo che conoscanogià le situazioni che dovranno affrontare. E’ per questo motivoche fin dall’inizio della mia attività in Uganda, insieme a mia moglie,la dottoressa Emanuela Borghi, ho messo a punto il progetto che hochiamato“Spring” allo scopo di preparare medici generici e specialistilocali». Chiudo stringendo la mano a uomo che definire “grandissimo”è riduttivo. Terrò cara la frase che mi ha ricordato nel corso dell’ intervista- Dal Vangelo secondo Matteo <strong>10</strong>,7-13 - “In quel tempo, Gesù disseai suoi discepoli: “Strada facendo, predicate che il regno dei cieli èvicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciatei demoni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”.MyAFRICACarlo Alberto Bonini was born in 1938. He graduated in Medicine and Surgeryat the Università di Pavia, he then got the concentration in GeneralSurgery, Urology, Thoracic-Lung Surgery. He worked as an assistant at theSurgery Hospital of the Università di Pavia; he was head surgeon in Ala diTrento and then in Riva del Garda.How did Your Africa start?«My first Africa was in the Missionary Hospital of Kalongo in 1969. ThereI started and understood what way I had to follow in my life. For 2 yearsI was a lecturer in the Surgery Department of the University of Makererein Kampala. Once I got the early retirement, in 1994, I collaborated withAgimi-Caritas in the organization of the Hospital of Librazhd in Albania,in 1995 I made two short missions on the Peruvian Andes, in collaborationwith the Salesian Missions. In the same year the Department of Health inUganda gave me the opportunity to organize the teaching in different hospitalsin Uganda, where I still work».What are the most <strong>com</strong>mon diseases?«Our diseases are very <strong>com</strong>mon, more than the tropical diseases. Aidsis the worst of the infections. Medicines are not enough to treat it. In thelast few years we are experiencing a fresh outbreak of malaria: it causesanemia and it is killing more people than AIDS. Periodically there are alsoepidemic diseases, such as measles and meningitis. Then, of course, warwounds».What is the message you would give?«It would be much more appropriate to prepare African doctors and nurses,so that they can get to know the situations they will face. For this reason,since the beginning of my activity in Uganda together with my wife,doctor Emanuela Borghi, I studied a project I called “Spring”, which aimsat training local general doctors and specialists».InfoConto Corrente Postale: N. 28394377Bonifico Bancario: Banca Etica IT 68 V 05018 12<strong>10</strong>1 000000512250Intestato a: Missionari Comboniani – Mondo Aperto – OnlusVicolo Pozzo, 1 – 37129 VeronaPROGETTO SPRING - Proff. Carlo Alberto Bonini214 215

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