XIV Congresso Nazionale Società Italiana di ... - Salute per tutti
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ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia Oncologicaprincipali subsets <strong>di</strong> queste ultime, DC1 e DC2, identificandolefenotipicamente nel sangue <strong>per</strong>iferico me<strong>di</strong>ante sensibilimeto<strong>di</strong>che <strong>di</strong> citometria a flusso. Sono stati oggetto dello stu<strong>di</strong>o47 pz. affetti da RCC <strong>di</strong> prima <strong>di</strong>agnosi e come controlli,sono stati utilizzati 40 donatori sani, paragonabili <strong>per</strong> <strong>di</strong>stribuzione<strong>di</strong> sesso ed età con i pz.Risultati: Nei pz. affetti da RCC è stata osservata una genericaattivazione linfocitaria (cellule CD3/HLA-DR+: me<strong>di</strong>ana pazienti= 21.0% vs controlli = 12.5%, p < 0.0001), oltre che del subsetNK CD56+ (me<strong>di</strong>ana pazienti = 90% vs controlli = 46%, p =0.04) e dei linfociti co-esprimenti gli antigeni CD4 e CD8, popolazionenon ancora committed (me<strong>di</strong>ana pazienti = 10.0% vscontrolli = 0%, p < 0.0001). Immunologicamente ben più rilevantisi sono invece rivelati i deficit da noi riscontrati, coinvolgentile cellule T naïve (CD4/CD45RA; me<strong>di</strong>ana pazienti = 184%vs controlli = 409%, p < 0.0001), che danno origine ad unapopolazione cellulare effettrice una volta incontrato un antigenebersaglio, le cellule T memory (CD4/CD45RO; me<strong>di</strong>ana pazienti= 204% vs controlli 366.5%, p = 0.003), essenziali nel mantenimentodella tumor dormancy, le cellule NK CD16+ (me<strong>di</strong>anapazienti = 154% vs controlli = 240.5%, p = 0.004), che me<strong>di</strong>anola citotossicità anticorpo-<strong>di</strong>pendente, e le cellule dendritichecircolanti totali (me<strong>di</strong>ana pazienti = 0.6% vs controlli = 0.9%, p= 0.0004), essenziali <strong>per</strong> la presentazione degli antigeni tumoraliai linfociti T citotossici.Conclusioni: Quanto da noi osservato configura un quadro <strong>di</strong>profonda <strong>per</strong>turbazione del sistema immune, riguardante<strong>di</strong>versi livelli <strong>di</strong> immunocompetenza, sul quale si potrebbepensare <strong>di</strong> intervenire da un punto <strong>di</strong> vista terapeutico; in particolare,pazienti caratterizzati, non solo da un punto <strong>di</strong> vistapatologico, ma anche immunologico-funzionale, come ad altorischio <strong>di</strong> reci<strong>di</strong>va potrebbero beneficiare <strong>di</strong> un adeguato trattamentoimmunoterapico a<strong>di</strong>uvante.Poster n. 127CARCINOSARCOMA DELLA PROSTATA: DESCRIZIONEDI UN CASO CLINICOYehia M. 1 , Fabiani A. 1 , Mantovani P. 1 , d’Anzeo G. 1 ,Mazzucchelli R. 2 , Montironi R. 2 , Muzzonigro G. 11Clinica Urologica, Univ. Politecnica delle Marche Ancona; 2 Istituto<strong>di</strong> Anatomia Patologica, Univ. Politecnica delle Marche, AnconaIntroduzione: Il carcinosarcoma della prostata è un tumore estremamenteraro e clinicamente aggressivo. Dal punto <strong>di</strong> vista istologicosi caratterizza <strong>per</strong> l’aspetto bifasico con una componenteghiandolare adenocarcinomatosa associata ad una componentesarcomatosa poco <strong>di</strong>fferenziata. Presentiamo <strong>di</strong> seguito il casoclinico <strong>di</strong> un uomo <strong>di</strong> 78 anni, già sottoposto a TURP 4 anniprima <strong>per</strong> BPH e portatore <strong>di</strong> catetere vescicale a <strong>di</strong>mora <strong>per</strong> unproblema <strong>di</strong> ritenzione urinaria cronica, giunto alla nostra osservazione<strong>per</strong> ricorrenti episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> ematuria macroscopica. Il PSAal momento del ricovero, era <strong>di</strong> 10,9 ng/ml. DRE, TRUS. Lacistoscopia rivelava l’ostruzione dell’uretra prostatica dovuta allapresenza <strong>di</strong> una voluminosa lesione solida e sanguinante infiltrantela parete posteriore della vescica. L’esame istologico delcampione ottenuto me<strong>di</strong>ante TUR deponeva <strong>per</strong> una neoplasiaprostatica del tipo carcinoma sarcomatoide. Gli esami ra<strong>di</strong>ologici<strong>di</strong> sta<strong>di</strong>azione risultavano negativi <strong>per</strong> lesioni <strong>di</strong> carattere ripetitivoa <strong>di</strong>stanza. Si decideva <strong>per</strong>tanto <strong>di</strong> procedere ad interventochirurgico <strong>di</strong> elezione.Meto<strong>di</strong>: L’approccio chirurgico scelto è stato quello <strong>di</strong> unacistoprostatectomia ra<strong>di</strong>cale con derivazione urinaria esternasec. Bricker (previa intubazione degli ureteri con splint 10 ch)e linfadenectomia pelvica bilaterale. L’esame istologico estemporaneodei linfono<strong>di</strong> pelvici <strong>di</strong> destra asportati e dell’uretraterminale deponeva <strong>per</strong> infiltrazione neoplastica. Pertanto, siprocedeva ad uretrectomia <strong>per</strong> via <strong>per</strong>ineale.Risultati: Il campione chirurgico era costituito da vescica conmucosa microscopicamente irregolare in corrispondenza dellaparete posteriore e da prostata con lume uretrale quasi completamenteoccupato da lesione polipoide della <strong>di</strong>mensionemassima <strong>di</strong> cm 5,3. L’esame istologico definitivo del pezzo o<strong>per</strong>atoriomostrava un adenocarcinoma prostatico <strong>di</strong> tipo endometrioide(score <strong>di</strong> Gleason 4+5=9) associato a componentesolida in<strong>di</strong>fferenziata fusocellulare, con focale positività immunoistochimicaai markers <strong>per</strong> il muscolo liscio, riferibile a carcinosarcoma,con aspetti <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione neoplastica endolinfatica,endoduttale, con focolai <strong>di</strong> PIN <strong>di</strong> alto grado ed infiltrazionedella parete uretrale e della vescichetta seminale <strong>di</strong> destra.Uno dei 7 linfono<strong>di</strong> iliaci e 3 dei 4 linfono<strong>di</strong> otturatori destriasportati risultavano metastatici (sta<strong>di</strong>o patologico pT3b N1 L1V0). Il decorso clinico post-o<strong>per</strong>atorio è stato regolare con<strong>di</strong>missione in 20 giornata, dopo rimozione dei drenaggi e deglisplint ureterali. Il paziente è stato inserito in un programmaoncologico <strong>di</strong> follow-up a lungo termine. Tuttavia, già a 3 mesidall’intervento, l’Rx torace ha segnalatato la comparsa <strong>di</strong> lesioniripetitive polmonari in evoluzione.Conclusioni: Il caso clinico in oggetto, al <strong>di</strong> là della rarità e dellapeculiarità istopatologica caratterizzata da una doppia componenteneoplastica, ghiandolare e mesenchimale con variabiliaspetti <strong>di</strong>fferenziativi, <strong>di</strong>mostra come il carcinosarcoma dellaprostata sia estremamente aggressivo con un precoce atteggiamento<strong>di</strong>ffusivo loco regionale e a <strong>di</strong>stanza, attribuendo all’interventochirurgico con intento ra<strong>di</strong>cale un ruolo meramentepalliativo.Bibliografia:1. Lauwers JY, et al. Carcinosarcoma of the prostate. Am J Surg Pathol 1993;17:3422. Benchekroun A, et al. Sarcomatoid Carcinoma of the prostate. Prog Urol2001; 11:3273. Bricker EM. Bladder substitution after pelvic evisceration. Surg ClinNorth Am 1950; 30:1511Poster n. 128PRESENTAZIONE DI UN CASO DI LEIOMIOSARCOMADEL PENEVarela R., Scar<strong>di</strong>no E., Matei D.V., Rocco B., Verweij F., deCobelli O.74Divisione <strong>di</strong> Urologia, Istituto Europeo <strong>di</strong> Oncologia, MilanoI tumori del pene <strong>di</strong> origine epiteliale non sono frequenti, maancora più rari sono quelli che si sviluppano dai tessuti <strong>di</strong>sostegno come la muscolatura striata e liscia, ed i tessuti a<strong>di</strong>poso,fibroso o vascolare. Il sarcoma del pene, in particolare,rappresenta meno del 5% dei casi, e del sottotipo leiomiosarcoma,ad oggi, sono stati descritti in letteratura circa 30 casi.Riportiamo un caso <strong>di</strong> leiomiosarcoma del pene giunto all’attenzionedella nostra Divisione.Caso Clinico: Paziente <strong>di</strong> 64 anni sottoposto in agosto/2001 abiopsia <strong>di</strong> voluminosa lesione dolente, nodulare e <strong>di</strong> consistenzalignea alla ra<strong>di</strong>ce del pene. All’esame istologico si evidenziavaun quadro <strong>di</strong> leiomiosarcoma. I linfono<strong>di</strong> inguinalierano clinicamente negativi. Alla Risonanza Nucleare Magneticaaddominale e pelvica si riscontrava una grossolanatumefazione (<strong>di</strong>ametri <strong>di</strong> 7x7.8x11.5 cm) che interessava lara<strong>di</strong>ce peniena con invasione dei corpi cavernosi. Nel gennaio2002 è stato sottoposto a penectomia totale e l’esame istologicoconfermava il dato bioptico <strong>di</strong> leiomiosarcoma penieno ame<strong>di</strong>o grado <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenziazione infiltrante i corpi cavernosicon uretra indenne. L’immunoistochimica era compatibile conla <strong>di</strong>agnosi. Dopo un follow-up <strong>di</strong> 21 mesi compariva una neoformazionenodulare <strong>di</strong> circa 2 cm paratesticolare sinistra conapparente infiltrazione del funicolo s<strong>per</strong>matico. Veniva, <strong>per</strong>-48Archivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004; 76, 3, Supplemento 1