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XIV Congresso Nazionale Società Italiana di ... - Salute per tutti

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ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia OncologicaIntroduzione: La reci<strong>di</strong>va vaginale <strong>di</strong> un tumore vescicale inpaziente con anamnesi negativa <strong>per</strong> pregressa chirurgia pelvicaa cielo a<strong>per</strong>to è un evento estremamente raro riportatosolo due volte in letteratura. Il nostro caso è il primo in cuisi abbia una reci<strong>di</strong>va vaginale <strong>di</strong> un tumore trasizionale giareci<strong>di</strong>vato in vagina dopo trattamento endoscopico <strong>di</strong> neoplasiavescicale.Caso Clinico: Una paziente donna <strong>di</strong> 82 anni con anamnesipositiva <strong>di</strong> scompenso car<strong>di</strong>aco congestizio <strong>di</strong> classe IIIb sec.classificazione NYHA veniva trattata endoscopicamente nel1994 <strong>per</strong> la <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> carcinoma vescicale. L’istologia rivelavaun Ta G2 e la paziente veniva sottoposta ad un ciclo <strong>di</strong>instillazioni vescicali <strong>di</strong> BCG. Dopo altre due TURBT negliultimi 7 anni, nel 1999 la paziente viene sottoposta a nefroureterectomiae chemioterapia a<strong>di</strong>uvante <strong>per</strong> un coinvolgimentodell’alto tratto urinario da parte del tumore. Nel novembre2001 la paziente veniva nuovamente sottoposta a TURBT, l’analisiistologica rivelava un Ta G2 e veniva eseguito un ciclo <strong>di</strong>terapia endocavitaria <strong>di</strong> BCG. A <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> un anno la cistoscopia<strong>di</strong> controllo rivelava una lesione papillare del collovescicale ed un esplorazione vaginale suggerita dal riscontro <strong>di</strong>sangue in tale zona rivelava una lesione papillare, che, escissaed analizzata, risultava essere un carcinoma transizionale G2con margini <strong>di</strong> asportazione negativi. La paziente non eseguivaterapie a<strong>di</strong>uvanti e nel corso <strong>di</strong> uno stretto programma <strong>di</strong>controllo a due anni <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza si riscontrava un’altra lesionevaginale analoga alla precedente. Il follow-up a 6 mesi conTAC, uretrocistoscopia con biopsie random ed esame ginecologicorisultava negativo.Discussione: La causa <strong>di</strong> tale reci<strong>di</strong>va vaginale sembra esserel’impianto <strong>di</strong> cellule neoplastiche presenti in vescica dopo laresezione endoscopica che possono essere trasportate in vaginadurante la minzione; si conferma l’importanza della terapiaa<strong>di</strong>uvante endocavitaria post-resezione.Comunicazioni n. 121USO DELLA RISONANZA MAGNETICA NELLA DEFINI-ZIONE DEL VOLUME BERSAGLIO IN PAZIENTI CONRECIDIVA MACROSCOPICA DA CA DELLA PROSTATAOPERATO. ESPERIENZA INIZIALE PRESSO L’ISTITUTOEUROPEO DI ONCOLOGIA.Castiglioni S. 1 , Greco C. 1 , Cattani F. 2 , Cambria R. 2 ,Bonomo G. 3 , de Cobelli O. 4 , Orecchia R. 1,51Divisione <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>oterapia; 2 Divisione <strong>di</strong> Fisica Me<strong>di</strong>ca; 3 Divisione<strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>ologia; 4 Divisione <strong>di</strong> Urologia, Istituto Europeo <strong>di</strong> Oncologia,Milano; 5 Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> MilanoIntroduzione e Obiettivi: La ra<strong>di</strong>oterapia <strong>di</strong> salvataggio (SRT)<strong>per</strong> ricaduta biochimica dopo prostatectomia ra<strong>di</strong>cale (RRP)rappresenta una strategia terapeutica ancora non del tuttodefinita in or<strong>di</strong>ne alle in<strong>di</strong>cazioni e alle modalità esecutive. Ipazienti in ricaduta biochimica con PSA < 1.5 ng/mL e concinetica in<strong>di</strong>cativa <strong>di</strong> sola ricaduta locale, sembrano esserequelli che meglio rispondono alla SRT alle dosi tipicamentesomministrate post-RRP (60-66 Gy), ancorché con biopsianegativa. I pazienti con ricadute locali (LR) clinicamenteapprezzabili in assenza <strong>di</strong> manifestazioni sistemiche documentaterappresentano una categoria che pone delle problematichepeculiari. In tali circostanze appare necessario erogaredosi più elevate, possibilmente dell’or<strong>di</strong>ne dei 76 Gy.Ciò impone tecniche <strong>di</strong> pianificazione del trattamento piùsofisticate <strong>per</strong> definire accuratamente la sede anatomicadella LR e minimizzare l’esposizione degli organi critici circostanti.La risonanza magnetica (RM) è riconosciuta qualemeto<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> imaging adeguata <strong>per</strong> la definizione anatomicadelle LR in loggia prostatica. L’obiettivo del nostro stu<strong>di</strong>o èquello <strong>di</strong> valutare la utilità della RM, con tecniche <strong>di</strong> fusione<strong>di</strong> immagini con la TC <strong>di</strong> simulazione, <strong>per</strong> una dose escalationa 76 Gy selettivamente sulla sede <strong>di</strong> malattia documentata.Meto<strong>di</strong>: Dal gennaio al giugno 2004 sono stati in<strong>di</strong>viduati 5pazienti esclusivamente affetti da LR biopticamente documentatacon PSA me<strong>di</strong>o pre-RT <strong>di</strong> 1.68 ng/mL (range 0.62- 3.2ng/mL). I pazienti sono stati sottoposti a RM con tecnica statica(T1 e T2 pesate). L’indagine RM è stata fusa alla TC <strong>di</strong> simulazionecon un programma <strong>di</strong> fusione <strong>di</strong> immagini. In <strong>tutti</strong> icasi è stato possibile accuratamente delineare il volume bersagliodella LR, altrimenti non identificabile alla TC. Il piano <strong>di</strong>trattamento ha considerato inizialmente un target più ampio,coincidente con l’intera loggia prostatica fino ad una dose <strong>di</strong> 66Gy e un boost <strong>di</strong> ulteriori 10 Gy esclusivamente sulla sede <strong>di</strong>LR <strong>per</strong> una dose totale <strong>di</strong> 76 Gy. Tutti i pazienti sono stati trattaticon arco <strong>di</strong>namico, in entrambe le fasi <strong>di</strong> trattamento. Sonostati calcolati gli istogrammi dose-volume, oltre che <strong>per</strong> i volumibersaglio, anche <strong>per</strong> retto e vescica.Risultati: La fusione della RM con la TC <strong>di</strong> centratura è stataeffettuata con successo <strong>per</strong> <strong>tutti</strong> i pazienti. La <strong>di</strong>minuzione delvolume <strong>di</strong> trattamento, dopo 66Gy, alla sola malattia macroscopica,ha <strong>per</strong>messo la somministrazione della dose prescritta(76Gy), entro i limiti <strong>di</strong> dose a retto e vescica normalmenterispettati nella nostra pratica clinica (42 e 70 Gy, rispettivamenteal 60% e 30% del retto; 70 Gy al 50% della vescica). Latossicità rettale e urinaria acuta è stata trascurabile (Grado 2secondo i criteri RTOG), ed ha <strong>per</strong>messo il completamento deltrattamento senza interruzioni.Conclusioni: La RM si è rivelata utile <strong>per</strong> la definizione del volumebersaglio del boost in pazienti con LR macroscopica consentendouna dose escalation a 76 Gy pur rispettando i criteri<strong>di</strong> tolleranza agli organi critici previsti nella nostra pratica clinica.Bibliografia:1. Khoo VS, Padhani AR, Tanner SF, et al. Comparison of MRI with CT forthe ra<strong>di</strong>otherapy planning of prostate cancer: a feasibility study. Br J Rad1999; 72:5902. Sella T, Schwartz LH, Swindle PW, et al. Suspected local recurrence afterra<strong>di</strong>cal prostatectomy: endorectal coil MR imaging. Ra<strong>di</strong>ology 2004;231:3793. Greco C, Mazzetta C, Cattani F, et al. Fin<strong>di</strong>ng dose-volume constraints toreduce late rectal toxicity following 3D-conformal ra<strong>di</strong>otherapy (3D-CRT)of prostate cancer. Ra<strong>di</strong>oth Oncol 2004; 69:215Poster n. 122NEOPLASIA MALIGNA DELLE CELLULE DEL LEYDIG ECONTEMPORANEA NEOPLASIA PROSTATICAZaganelli S. 1 , Calderoni M. 1 , Montevecchi R. 1 , Savorelli B. 1 ,Tellarini V. 1 , Lorenzini P. 2 , Puccetti M. 21Unità O<strong>per</strong>ativa <strong>di</strong> Urologia; 2 Servizio <strong>di</strong> Anatomia ed IstologiaPatologicaG.V. <strong>di</strong> 77 anni, circa tre mesi fa, è giunto alla nostra osservazione<strong>per</strong> la comparsa <strong>di</strong> una tumefazione, aumentata neltempo, al testicolo destro. L’EO mostrava una tumefazione acarico del testicolo destro <strong>di</strong> consistenza particolarmenteaumentata, dolente. L’ER evidenziava una ghiandola lievementeaumentata <strong>di</strong> volume, a margini netti <strong>di</strong> consistenza parenchimatosa.A carico del lobo destro si apprezzava un’area dallaconsistenza decisamente aumentata. Nello screening preo<strong>per</strong>atoriobetaHCG, alfaFP, nella norma, PSA t=13,12 e F/T=8%;ca19.9=44 (vn

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