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XIV Congresso Nazionale Società Italiana di ... - Salute per tutti

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ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia OncologicaMateriali e Meto<strong>di</strong>: Viene utilizzato l’accesso trans<strong>per</strong>itoneale <strong>per</strong>le neoplasie anteriori o antero-laterali <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni inferiori a 4cm. Viene utilizzato un accesso extra<strong>per</strong>itoneale <strong>per</strong> le lesioniesofitiche postero-laterali e polari inferiori <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni inferioria 3 cm. Per le lesioni parzialmente esofitiche <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensionisu<strong>per</strong>iori a 2 cm è stato isolato il peduncolo renale ed in alcunicasi provocata una ischemia calda. L’emostasi è stata assicuratame<strong>di</strong>ante punti <strong>di</strong> sutura, bisturi elettrico bipolare, bisturi adultrasuoni, tamponamento me<strong>di</strong>ante tessuto a<strong>di</strong>poso o Surgicel.Risultati: Nessun intervento è stato convertito. Le <strong>per</strong><strong>di</strong>te ematichenon hanno su<strong>per</strong>ato i 500 ml ed i pazienti non sono statitrasfusi. Per le neoplasie prevalentemente esofitiche l’emostasiè stata ottenuta solo con l’elettrocoagulazione bipolare e conpunti <strong>di</strong> sutura. Nelle lesioni con importante componenteintraparenchimale che hanno richiesto il clampaggio dell’arteriarenale è stato utilizzato tessuto a<strong>di</strong>poso o Surgicel <strong>per</strong> renderepiù sicura l’emostasi. Il bisturi ad ultrasuoni da solo nonsi è mai <strong>di</strong>mostrato sufficiente a controllare l’emostasi.Conclusioni: L’emostasi nella chirurgia conservativa delle neoplasierenali può essere riprodotta con sicurezza anche con la tecnicalaparoscopica. L’isolamento del peduncolo renale, l’accurata selezionedei pazienti, la scelta della via d’accesso e la padronanza delletecniche <strong>di</strong> sutura fanno sì che la meto<strong>di</strong>ca laparoscopica possaessere paragonata alla tecnica a cielo a<strong>per</strong>to.Video n. 92NEFROCAPSULECTOMIA RADICALE E TROMBECTOMIACAVALE CON C.E.C, IPOTERMIA PROFONDA ED ARRE-STO DI CIRCOLO IN MINITORACOTOMIA ANTERIOREDESTRA.Bertini R. 1 , Pasta A. 1 , Mazzoccoli B. 1 , Sangalli M. 1 ,Roscigno M. 1 , Da Pozzo L.F. 1 , Colombo R. 1 , Lapenna E. 2 ,Rigatti P. 11U.O. Urologia; 2 U.O. Car<strong>di</strong>ochirurgia, Università Vita-<strong>Salute</strong>, H.San Raffaele, MilanoIntroduzione: Negli ultimi anni la tecnica chirurgica del carcinomarenale (RCC) con trombosi neoplastica della vena cavainferiore (VCI) sovraepatica (SE) e/o dell’atrio dx, grazie all’innovazionetecnologica in ambito anestesiologico e car<strong>di</strong>ochirurgico(1), è <strong>di</strong>ventata una terapia chirurgica tecnicamentepossibile e con una ra<strong>di</strong>calità oncologica quasi sempre <strong>per</strong>seguibile.Infatti la prognosi <strong>di</strong> questi pazienti è <strong>di</strong>scretamentemigliorata raggiungendo, negli ultimi anni, una sopravvivenza<strong>di</strong> circa 68% a cinque anni (2). La sternotomia me<strong>di</strong>ana conaccesso addominale in CEC, ipotermia profonda (IP) ed arresto<strong>di</strong> circolo (AC), rappresenta il gold standard nella terapiadel RCC con trombosi neoplastica della VCI-SE e dell’atrio dx.Ogni variazione della tecnica chirurgica deve confrontarsi contale strategia terapeutica.Tecnica Chirurgica: Uomo <strong>di</strong> 39 aa con RCC dx e trombosi dellaVCI-SE. Embolizzazione dell’aa. renale dx 24h prima dell’intervento.Indotta l’anestesia, l’ecocar<strong>di</strong>ogramma transesofageo (ECO-TEE) conferma la presenza della trombosi neoplastica nella VCI.Tempi chirurgici:1. Incisione me<strong>di</strong>ana xifo-sottombelicale.2. Linfoadenectomia interaortocavale.3. Legatura e sezione dell’aa. renale dx nello spazio interaortocavale.4. Isolamento del rene che rimane esclusivamente connesso allaVCI attraverso la v. renale dx.5. Incisione inguinale sx ed esposizione dell’aa femorale sx.6. Minitoracotomia anteriore dx nel 4 spazio intercostale previaincisione cutanea <strong>di</strong> circa 7 cm nel solco inframammario.7. Avvio della CEC, IP ed AC con clampaggio della VCI intra<strong>per</strong>icar<strong>di</strong>ca.8. Incisione a “J” della VCI con estremo <strong>di</strong>stale sullo sbocco dellav. renale dx dove viene proseguita in modo circonferenziale.9. Nefrocapsulectomia ra<strong>di</strong>cale.10. Resezione parziale della parete della VCI in corrispondenzadell’ infiltrazione del trombo neoplastico.11. Doppia sutura (trasversale e longitu<strong>di</strong>nale) della VCI <strong>per</strong>ottenere un lume cavale più omogeneo e regolare possibile.12. Ripresa della CEC.13. ECO-TEE <strong>di</strong> controllo.Risultati:Tempo o<strong>per</strong>atorio: 510 min.Ipotermia profonda: 18 CArresto <strong>di</strong> circolo: 25 min.Per<strong>di</strong>te ematiche: 1700 ccEsame istologico: RCC pT3b, G2, pN0Degenza posto<strong>per</strong>atoria: 9 ggConclusioni: L’embolizzazione dell’aa renale preop. riduce il sanguinamentointraop. Il clampaggio della VCI intra<strong>per</strong>icar<strong>di</strong>ca aumentala ra<strong>di</strong>calità oncologica ed evita un’eventuale atriotomia dx <strong>di</strong>controllo. L’ECO-TEE conferma la <strong>per</strong>vietà della VCI e dell’ atriodx. La Minitoracotomia anteriore dx consente un ottimo accessomininvasivo alla cavità car<strong>di</strong>aca. Un campo o<strong>per</strong>atorio esanguerisulta essenziale <strong>per</strong> valutare la presenza <strong>di</strong> un’eventuale infiltrazione(focale, parziale o massiva) della parete venosa della VCI e <strong>per</strong>effettuare una toilette chirurgica completa. La nefrocapsulectomiara<strong>di</strong>cale e trombectomia della VCI-SE con CEC, IP ed AC inMinitoracotomia anteriore dx <strong>per</strong> RCC rappresenta, a nostro giu<strong>di</strong>zio,una valida alternativa alla tecnica chirurgica standard.Bibliografia1. Vaidya A, Ciancio G, Soloway M. Surgical techniques for treating a renalneoplasm inva<strong>di</strong>ng the inferior vena cava. J Urol 2003; 169:4352. Hatcher, P.A., Anderson, E.E., Paulson, D.F., Carson, C.C. and Robertson,J.E.: Surgical management and prognosis of renal cell carcinoma inva<strong>di</strong>ngthe vena cava. J Urol 1999; 145:20Comunicazioni n. 93CARCINOMA RENALE A CELLULE CROMOFOBE: ANALISIDI 104 CASI DA UN DATABASE MULTICENTRICO EUROPEOCindolo L. 1 , de La Taille A. 2 , Romis L. 3 , Schips L. 4 , ZigeunerR.E. 4 , Ficarra V. 5 , Tostain J. 6 , Artibani W. 5 , Abbou C.C. 2 , LobelB. 7 , Salzano L. 1 , Gallo A. 8 , Patard J.J. 71UO Urologia AORN “G. Rummo”, Benevento, Italia; 2 DipartimentoUrologia, CHU Henri Mondor, Créteil, France; 3 Clinica Urologica,Università “Federico II”, Napoli, Italia; 4 Dipartimento UrologiaUniversity Hospital, Me<strong>di</strong>cal University Graz, Austria; 5 DipartimentoUrologia, Verona University Hospital, Verona, Italia; 6 DipartimentoUrologia, North Hospital, CHU of Saint-Etienne, France; 7 DipartimentoUrologia, CHU Pontchaillou, Rennes, France; 8 Dipartimento Urologia,Istituto <strong>Nazionale</strong> Tumori “G. Pascale”, Napoli, ItaliaObiettivi: Nel 1985, il carcinoma renale a cellule cromofobe èstato descritto come sottotipo istologico a se stante. A causadella sua rarità non sono <strong>di</strong>sponibili larghe serie chirurgiche.Per apprezzarne l’andamento clinico abbiamo analizzato retrospettivamentei dati <strong>di</strong> un database europeo <strong>di</strong> nefrectomie.Meto<strong>di</strong>: Abbiamo realizzato un database <strong>di</strong> pazienti nefrectomizzatiraccogliendo informazioni circa 3228 soggetti o<strong>per</strong>atitra il 1986 e il 2002 in sei centri europei. I dati clinici e patologicisalienti sono stati estratti dai dossier <strong>di</strong> ogni paziente esono stati raccolti centralmente.Risultati: 104 casi sono stati identificati (incidenza: 3.2%). Etàme<strong>di</strong>a alla <strong>di</strong>agnosi: 57.6 anni (range: 22-83 anni). 51 pazienti(49%) erano maschi e 53 femmine (51%). Il <strong>di</strong>ametro me<strong>di</strong>o era6.4±3.6 cm. Nel 61.5% dei casi la <strong>di</strong>agnosi è stata fatta inciden-34Archivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004; 76, 3, Supplemento 1

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