ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia Oncologica<strong>di</strong>ca è utilizzata in ambito neurologico e solo <strong>di</strong> recente inpatologia addominale e pelvica (1,2). Scopo del presente stu<strong>di</strong>oè stato quello <strong>di</strong> caratterizzare le masse renali grazie allamessa a punto <strong>di</strong> una sequenza specifica.Meto<strong>di</strong>: Sono stati complessivamente analizzati 38 soggetti <strong>di</strong>cui 10 volontari sani (età compresa tra 30 e 72 anni, età me<strong>di</strong>a50) quale gruppo <strong>di</strong> controllo e 28 pazienti (età compresa tra48 e 81 anni, età me<strong>di</strong>a 60) con masse renali note alla TC eripartite come segue: n 13 lesioni cistiche semplici e n 12 lesionisolide (adenocarcinoma: n 6 – carcinoma cistico multiloculare:n 2 - oncocitoma: n 1 – angiomiolipoma: n 3). Tutti i soggettisopra considerati sono stati sottoposti a stu<strong>di</strong>o RM consequenze convenzionali assiali e coronali TSE pesate in T2usando un magnete su<strong>per</strong>conduttivo a 1.5 T. I valori del CDA<strong>di</strong> un’area circolare <strong>di</strong> 1 cm, sono stati confrontati me<strong>di</strong>ante iltest del “t” <strong>di</strong> Student tra il gruppo dei volontari sani e quellodei patologici e nell’ambito <strong>di</strong> quest’ultimo tra ciascun istotipo.Risultati: I valori me<strong>di</strong> del CDA relativi a ciascun gruppo sonoriportati nelle Tabelle 1 e 2.In particolare si apprezza che i valori me<strong>di</strong> del CDA, appartenential gruppo normale <strong>di</strong>fferiscono significativamente rispettoal gruppo patologico (p
ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia Oncologica2). La frequenza del carcinoma renale in rene unico invece nonè ben conosciuta specialmente nei casi in cui il rene controlateralesia stato precedentemente rimosso <strong>per</strong> cause neoplastiche.Tuttavia da dati necroscopici sembrerebbe che il carcinoma renalemetastatizzi nel rene controlaterale in circa il 27% dei casi (3).Attualmente i tumori ≤ 4 cm rappresentano il cut-off <strong>di</strong>mensionaleottimale <strong>per</strong> l’effettuazione <strong>di</strong> una chirurgia renale conservativa<strong>di</strong> elezione. L’identificazione <strong>di</strong> questo limite <strong>di</strong>mensionalederiva essenzialmente dall’es<strong>per</strong>ienza clinica della chirurgiarenale conservativa <strong>di</strong> necessità in tumori > 4 cm. Lo scopo <strong>di</strong>questo stu<strong>di</strong>o è quello <strong>di</strong> verificare la sopravvivenza libera damalattia in un gruppo <strong>di</strong> pazienti sottoposto a chirurgia renaleconservativa <strong>di</strong> elezione <strong>per</strong> tumori ≤ 4 cm.Meto<strong>di</strong>: Dal 1990 al 2003 sono stati eseguiti 78 interventi <strong>di</strong>chirurgia renale conservativa <strong>per</strong> tumore renale in pazienti <strong>di</strong>età compresa tra 39 e 87 anni (età me<strong>di</strong>a 61.7 - me<strong>di</strong>ana 64).In 70 <strong>di</strong> essi (89.7%) è stata eseguita l’enucleoresezione mentrenei restanti 8 casi veniva effettuata la nefrectomia parziale(10.3%). L’intervento <strong>di</strong> elezione era effettuato complessivamentein 63/78 (80.8%) casi <strong>di</strong> cui 56/71 (78.9%) <strong>per</strong> adenocarcinomarenale ≤ 4 cm. Tutti i pazienti sono stati quin<strong>di</strong> sottoposti ad unfollow-up a me<strong>di</strong>o e a lungo termine. Il test <strong>di</strong> Kaplan-Meier haconsentito la stima della sopravvivenza libera da malattia.Risultati: Il follow-up riguardante il campione complessivo deipazienti in rapporto alle <strong>di</strong>mensioni della neoplasia è riportatoin Tabella 1. In particolare nel gruppo <strong>di</strong> pazienti con lesione≤ 4 cm la comparsa <strong>di</strong> reci<strong>di</strong>ve è stata osservata, omolateralmenteal rene o<strong>per</strong>ato, in 3/56 (5.4%) <strong>di</strong> cui in 2 casi entroi primi 5 anni ed 1 caso dopo i 5 anni. Complessivamente nei78 casi sottoposti a follow-up la sopravvivenza libera damalattia a 5 e 10 anni è stata del 94% e del 93.6% rispettivamente.Conclusioni: Il cut-off <strong>di</strong>mensionale ≤ 4 cm costituisce un validoparametro <strong>di</strong> riferimento <strong>per</strong> l’effettuazione <strong>di</strong> una chirurgia“oncologica <strong>di</strong> sicurezza” anche se la multicentricità dellamalattia stessa rende talvolta inaspettata la comparsa <strong>di</strong> unareci<strong>di</strong>va nel follow-up a breve e me<strong>di</strong>o termine.Bibliografia:1. Abeshouses BS,Weinberg T. Malignant renal neoplasms. A clinical andpathological study. Arch Surg 1945; 50:462. Moertel CG, Dockerty MB, Baggenstos AH. Multiple primary malignantneoplasm. Cancer 1961; 14:2383. Bennington JL,Beckwith JB. Tumors of the kidney, renal pelvin and ureter.In: Firminger, Atlas of Tumor Pathology, 2th series, fascicle 12, ArmedForces Institute of Pathology Washington, 1975Video n. 81CHIRURGIA RETROPERITONEALE ESTESA DEL CARCI-NOMA RENALE METASTATICO: POSSIBILITA’ E RISCHITombolini P., Ruoppolo M., Malagola G, Rovera F.Unità O<strong>per</strong>ativa <strong>di</strong> Urologia, Azienda Ospedaliera Ospedale SanCarlo Borromeo, MilanoIntroduzione: La nefrectomia ra<strong>di</strong>cale rappresenta l’intervento d’elezionenel trattamento del carcinoma renale. In presenza <strong>di</strong> neoplasiarenale con coinvolgimento esteso dei linfono<strong>di</strong> retro<strong>per</strong>itonealiloco e iuxtaregionali ma senza malattia metastatica a <strong>di</strong>stanzanon esiste uno standard terapeutico univoco anche se <strong>di</strong>versi autoriritengono giustificato un approccio chirurgico aggressivo anche acausa della scarsa efficacia dei trattamenti alternativi proposti. Inquesto video presentiamo un caso <strong>di</strong> chirurgia estesa del retro<strong>per</strong>itoneocon intento locale terapeutico.Caso Clinico: Maschio <strong>di</strong> 43 anni giunto alla nostra osservazionenel febbraio 2004. Nel settembre 2003 il paziente era stato sottoposto,altrove, a nefrectomia ra<strong>di</strong>cale destra con linfoadenectomiaesclusivamente ilare <strong>per</strong> carcinoma a cellule chiare pT3N3M0G3, equin<strong>di</strong> trattato con interleukina ed interferone <strong>per</strong> la malattia linfonodaleestesa gia presente al momento della <strong>di</strong>agnosi. Alla TAC delfebbraio 2004 era evidente una colata neoplastica retro<strong>per</strong>itonealeestesa dalle renali fino alla biforcazione iliaca e quin<strong>di</strong> all’iliacaesterna destra con convoluto <strong>di</strong> 4 cm in sede para-retrocavale, <strong>di</strong> 3cm in sede paraaortica a livello dell’ilo renale <strong>di</strong> sinistra e <strong>di</strong> 4 cma livello dell’iliaca esterna <strong>di</strong> destra. Il paziente è stato sottoposto indata 10.03.2004 a reintervento <strong>per</strong> l’exeresi linfonodale. Dopo lalisi <strong>di</strong> numerose aderenze epatiche e coliche, esito del precedenteintervento, previa legatura dell’arteria mesenterica inferiore si è procedutoad esposizione ampia del retr! o<strong>per</strong>itoneo. L’exeresi linfonodaleè stata effettuata partendo dalla vena renale sinistra e procedendocaudalmente. La <strong>di</strong>ssezione si è <strong>di</strong>mostrata particolarmenteindaginosa e nelle manovre <strong>di</strong> exeresi si è verificata una lesione incidentaledell’aorta che ha richiesto <strong>per</strong> la sua riparazione il clampaggioa monte e a livello iliaco del vaso. Un’altra lesione si è verificataa livello cavale mentre a livello iliaco, a causa dell’infiltrazionedella parete si è proceduto ad una resezione a piattello della venailiaca esterna <strong>di</strong> destra.Risultati: Il paziente ha lamentato nel posto<strong>per</strong>atorio una <strong>di</strong>sestesiasu<strong>per</strong>ficiale all’arto inferiore dx. E’ attualmente in trattamento coninterferone e vinblastina e libero da malattiaDiscussione: Nel carcinoma renale infiltrante in mancanza <strong>di</strong> trattamentialternativi e complementari, riteniamo, in accordo con altriautori, che in casi selezionati un trattamento chirurgico aggressivosia l’unica opzione terapeutica proponibile al paziente.Poster n. 82PROSTATE CONFORMAL RADIOTHERAPYMolinaro M.A., Pingitore D., Molè R., Scalfari E.U.O Ra<strong>di</strong>oterapia Catanzaro, Ra<strong>di</strong>oterapia e Ra<strong>di</strong>obiologia,Catanzaro, ItalyIntroduction: Conformal ra<strong>di</strong>otherapy is becoming the preferredmodality of irra<strong>di</strong>ation for localized prostate cancer, because ofthe increased sparing of rectum and bladder together with theincrease of the prescribed dose to the prostate.Purpose: To show the ex<strong>per</strong>ience so far gained in the treatmentof prostate cancer after the implementation of conformal ra<strong>di</strong>otherapyin our institution, fully exploiting the advantages offeredby three-<strong>di</strong>mensional contouring of target volumes and criticalorgans, use of MLC and comparison of rival plans withDVH evaluation.Tabella 1.N°.Paz. (%) < 3 aa (%) 3 aa.(%) 5 aa. (%) >5 aa. (%) 10 aa. (%) >10 aa. (%) 7 cm 1 (1) 0 (0) 0 (0) 0 (0) 1 (7.1) 0 (0) 0 (0)Totale 78 32 17 7 14 3 530Archivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004; 76, 3, Supplemento 1