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XIV Congresso Nazionale Società Italiana di ... - Salute per tutti

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ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia OncologicaIntroduzione: Il ruolo terapeutico degli inibitori della Cox-2 ènoto da alcuni anni. Recentemente è stato rilevato come l’aggiunta<strong>di</strong> resveratrolo riduce la crescita del carcinoma prostatico.Non ci risulta che sia stato eseguito un trattamento coninibitori della Cox –2 nella reci<strong>di</strong>va biochimica del carcinomaprostatico.Materiali e Meto<strong>di</strong>: Dieci pazienti o<strong>per</strong>ati <strong>di</strong> prostatectomia sta<strong>di</strong>opT2a e pT3 hanno avuto dopo un tempo variabile da 2mesi a sei anni un aumento del PSA che ha raggiunto livellimassimi <strong>di</strong> 1,8 ng/dl. Non esistevano segni <strong>di</strong> ripresa <strong>di</strong> malattia.Tutti hanno fatto la protezione gastrica.Risultati: La somministrazione <strong>di</strong> inibitori del Cox-2 alla dose<strong>di</strong> 25 mg al dì <strong>per</strong> 15 gg al mese <strong>per</strong> tre mesi e <strong>di</strong> resveratroloalla dose <strong>di</strong> 400 mg al dì ha portato ad una riduzione del psain 9 . Nessun effetto collaterale è stato rilevato.Conclusioni: Gli autori concludono in<strong>di</strong>cando l’importanzadella somministrazione combinata del resveratrolo e degli inibitoridelle Cox 2 e la propongono come trattamento a<strong>di</strong>uvantein <strong>tutti</strong> casi <strong>di</strong> carcinoma prostatico.Poster n. 73INFEZIONE DA POLIOMAVIRUS COME MARCATOREPRECOCE DEL CARCINOMA TRANSIZIONALE DELLAVESCICA (TCC)Gontero P., Omodeo-Zorini E., Cacciotti P., Sogni F.,Fontana F., Galzerano M., Maso G., Kocjancic E., MonesiG., Boldorini R., Monga G., Gau<strong>di</strong>no G., Frea B.University of Piemonte Orientale, Dept. of Me<strong>di</strong>cal Sciences &DiSCAFF, Novara, ItalyObiettivi: I poliomavirus (PV) BKV, JCV ed SV40 possono infettarein modo latente <strong>di</strong>versi tessuti umani. Un’immunodeficienzaprimitiva od acquisita potrebbe riattivare questivirus, <strong>per</strong> i quali è stato suggerito un ruolo oncogeno. MentreBK e JCV sono stati rilevati in un 20% <strong>di</strong> tessuti urotaliali normali,SW40 non sembra ancora essere stato stu<strong>di</strong>ato nellavescica. Lo scopo <strong>di</strong> questo stu<strong>di</strong>o è stato <strong>di</strong> verificare la prevalenza<strong>di</strong> BKV, JCV ed SV40 nei TCC e <strong>di</strong> indagare il loropotenziale ruolo nello sviluppo e nella progressione <strong>di</strong> questaneoplasia.Materiali e Meto<strong>di</strong>: Diciannove pazienti con TCC vescicalesono stati sottoposti a TURV della lesione ed a biopsia <strong>di</strong>mucosa vescicale macroscopicamente normale. In <strong>tutti</strong> i campionitissutali è stata valutata l’amplificazione del DNA genomicovirale me<strong>di</strong>ante PCR utilizzando dei primers specifici <strong>per</strong>i virus. L’espressione proteica virale è stata valutata me<strong>di</strong>anteimmunoistochimica. Biopsie vescicali ottenute da 8 pazienti incorso <strong>di</strong> TURP <strong>per</strong> IPB sono stati utilizzati come controlli <strong>per</strong>lo stesso tipo <strong>di</strong> determinazioni. Sono stati analizzati anche isieri sia dei casi che dei controlli. I dati sono stati analizzatime<strong>di</strong>ante il test non parametrico <strong>di</strong> Fisher.Risultati: Tutti i campioni tissutali dei controlli sono risultatinegativi <strong>per</strong> <strong>tutti</strong> e 3 i genomi virali. La prevalenza <strong>di</strong> uno opiù virus nei pazienti con TCC è risultata del 42% nel tessutoneoplastico e del 68% nella mucosa macroscopicamente normale.Nell’ambito delle cellule neoplastiche la prevalenza viraleè risultata significativamente maggiore nei tumori primitivirispetto a quelli reci<strong>di</strong>vi e nelle forme su<strong>per</strong>ficiali rispetto aquelle infiltranti.Conclusioni: Questi risultati preliminari mostrano una significativaassociazione tra carcinoma vescicale e la presenza <strong>di</strong>uno o più virus della famiglia PV. Il riscontro <strong>di</strong> una più elevataprevalenza virale sia nella mucosa macroscopicamentenormale rispetto al tessuto tumorale che nei tumori primitivie/o su<strong>per</strong>ficiali rispetto a quelli reci<strong>di</strong>vi e/o infiltranti sembrasuggerire un potenziale coinvolgimento dei virus PV nelle fasiprecoci della carcinogenesi vescicale.Video n. 75PROSTATECTOMIA RADICALE LAPAROSCOPICA“NERVE SPARING”Lunghi F., Bertelli G., De Benedetto A., Gabbanini M.,Martini E., Tammaro R.U.O.C. Urologia, ASL 11 <strong>di</strong> Empoli, FirenzeIntroduzione: Attualmente in <strong>di</strong>versi Centri la prostatectomia ra<strong>di</strong>calelaparoscopica (LRP) costituisce il trattamento <strong>di</strong> scelta nel carcinomaprostatico (cap) in sta<strong>di</strong>o T1 e T2.Materiali e meto<strong>di</strong>: Da settembre 2003 abbiamo iniziato a eseguirela LRP nei pazienti con cap in sta<strong>di</strong>o T1-T2, PSA < 10ng/ml,Gleason < 7, che non avevano subito interventi o ra<strong>di</strong>oterapia sullapelvi; nei casi che non ricadevano in queste in<strong>di</strong>cazioni abbiamoeffettuato la prostatectomia ra<strong>di</strong>cale retropubica (RRP). Ad oggiabbiamo o<strong>per</strong>ato <strong>di</strong> LRP 26 pazienti; in 12 <strong>di</strong> essi, che avevano unanormale potenza sessuale, età < 65 anni, PSA < 6ng/ml e non avevanoun nodulo palpabile abbiamo effettuato una LRP “nerve sparing”bilaterale. Gli interventi sono stati condotti sempre <strong>per</strong> viaextra<strong>per</strong>itoneale; la tecnica <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssezione dei fasci vascolo nervosi(fvn) è stata <strong>di</strong> tipo misto, iniziando con l’isolamento del fvn nel suotratto prossimale all’apice delle vescicole seminali, poi con l’isolamentodel tratto <strong>di</strong>stale all’angolo prostato-uretrale ed infine con l’isolamentodel tratto interme<strong>di</strong>o.Risultati: In relazione alla fattibilità della “nerve sparing” la LRP si è<strong>di</strong>mostrata su<strong>per</strong>iore alla chirurgia a cielo a<strong>per</strong>to <strong>per</strong> la magnificazionedelle strutture (particolarmente utile nella “nerve sparing”),<strong>per</strong> la possibilità <strong>di</strong> lavorare in stretta vicinanza dei punti <strong>di</strong> re<strong>per</strong>ee in un campo o<strong>per</strong>atorio più esangue. La LRP consente una riabilitazioneandrologica più precoce e i primi rapporti sessuali “assistiti”sono effettuati in me<strong>di</strong>a 20 giorni prima rispetto ai pazientio<strong>per</strong>ati me<strong>di</strong>ante RRP.Conclusioni: È <strong>di</strong>mostrato che i risultati oncologici e funzionalidella LRP sono analoghi a quelli della RRP, in particolare quando sipongono in<strong>di</strong>cazioni corrette. Inoltre è evidente che il trend <strong>di</strong>agnosticodel cap si sta mo<strong>di</strong>ficando in quanto giungono all’osservazionepazienti in età sempre più giovanile e con neoplasie in fasesempre più precoce, <strong>di</strong> conseguenza anche le in<strong>di</strong>cazioni alla salvaguar<strong>di</strong>adella potenza sessuale sono in costante aumento; i risultatipreliminari inducono a ritenere che la chirurgia miniinvasiva siavantaggiosa anche sotto questo aspetto.Bibliografia:1. Guillonneau B, Vallancien G. Laparoscopic ra<strong>di</strong>cal prostatectomy: theMontsouris ex<strong>per</strong>ience. J Urol 2000; 163:4182. Gill I, Zippe C. Laparoscopic ra<strong>di</strong>cal prostatectomies: technique. Urol ClinNorth Am 2001; 28:4233. Rassweiler J, Schulze M, Teber D, Seemann O, Frede T. Laparoscopic ra<strong>di</strong>calprostatectomy: functional and oncological outcomes. Current Opinion inUrology 2004; 14:75Comunicazioni n. 76CARATTERIZZAZIONE DELLE MASSE RENALI MEDIAN-TE RISONANZA MAGNETICA DI DIFFUSIONESiracusano S. 1 , Tiberio A. 1 , Ciciliato S. 1 , Cova M. 2 , SquillaciE. 3 , Galla S. 2 , Belgrano M. 2 , Bernabei M. 1 , Pozzi Mucelli R. 2 ,Belgrano E. 11U.C.O. <strong>di</strong> Clinica Urologica, Università <strong>di</strong> Trieste; 2 Istituto <strong>di</strong>Ra<strong>di</strong>ologia Università <strong>di</strong> Trieste; 3 Clinica Ra<strong>di</strong>ologica, UniversitàTor Vergata <strong>di</strong> RomaIntroduzione e Obiettivi: È noto che l’imaging <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusioneme<strong>di</strong>ante risonanza magnetica (RM) consente non solo <strong>di</strong> ottenereuno stu<strong>di</strong>o morfologico ma anche l’acquisizione <strong>di</strong> informazioni<strong>di</strong> tipo funzionale me<strong>di</strong>ante la misurazione del coefficiente<strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione apparente (CDA). Attualmente tale meto-28Archivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004; 76, 3, Supplemento 1

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