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XIV Congresso Nazionale Società Italiana di ... - Salute per tutti

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ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia Oncologicane dell’IGF-I é frequente nei RCC e può essere considerato unmarker sia <strong>di</strong>agnostico che prognostico.Comunicazioni n. 49NEOPLASIA RENALE PARENCHIMALE IN RENE UNICOCozzoli A., Zani D., Cunico S.C.Divisione Clinicizzata <strong>di</strong> Urologia, Spedali Civili <strong>di</strong> BresciaIntroduzione: Il trattamento <strong>di</strong> una neoplasia renale in un reneunico, anatomico o funzionale, deve porsi l’obiettivo della preservazione<strong>di</strong> una quota <strong>di</strong> parenchima renale funzionante sufficientead evitare l’emo<strong>di</strong>alisi senza trascurare il completorispetto dei principi <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>calità oncologica. Presentiamo lanostra es<strong>per</strong>ienza relativa a 69 pazienti.Materiali e Meto<strong>di</strong>: Nel <strong>per</strong>iodo compreso tra il gennaio 1983ed il <strong>di</strong>cembre 2003 è stata osservata una neoplasia in reneunico anatomico (congenito o chirurgico) o funzionale in 69pazienti su 1187 sottoposti a trattamento chirurgico <strong>per</strong> neoplasiarenale parenchimale. In particolare, 42 erano affetti daneoplasia renale bilaterale (sincrona 18, metacrona 24), 9erano stati in precedenza sottoposti a nefrectomia <strong>per</strong> altrapatologia (benigna in 7 casi, neoplasia transizionale in 2), 5erano portatori <strong>di</strong> agenesia renale controlaterale, 13 <strong>di</strong> unrene controlaterale non funzionante. In 63 pazienti è stataeseguita una chirurgia conservativa <strong>di</strong> necessità, con in<strong>di</strong>cazione“non estrema” in 35 casi (neoplasie con caratteristicheanaloghe a quelle richieste <strong>per</strong> una chirurgia conservativa inelezione), “estrema” nei restanti 28. In 6 pazienti, a causadell’impraticabilità <strong>di</strong> una chirurgia conservativa <strong>per</strong> le<strong>di</strong>mensioni e l’estensione della neoplasia, venne eseguita unanefrectomia con la conseguente successiva necessità <strong>di</strong> trattamento<strong>di</strong>alitico.Risultati: I pazienti sono stati seguiti <strong>per</strong> un <strong>per</strong>iodo me<strong>di</strong>o <strong>di</strong>53.5 mesi (range 0-239 mesi). La sopravvivenza dell’interocampione è stata pari al 78.2% a 3 anni e del 60.9% a 5 annidall’intervento. Nei pazienti sottoposti a chirurgia conservativa<strong>di</strong> necessità “estrema”, ma soprattutto in quelli con renecontrolaterale con patologia neoplastica (sincrona o pregressa)si è verificato un netto peggioramento prognostico (sopravvivenzaa 3 e 5 anni: conservativa “estrema” vs “non estrema”,70% vs 91% e 50% vs 74%; rene controlaterale con patologiamaligna vs benigna, 72% vs 94% e 43% vs 93%). 3 <strong>di</strong> questi63 pazienti (4.7%) sono attualmente in <strong>di</strong>alisi. Dei 6 pazientisottoposti a nefrectomia, 3 sono vivi liberi da malattia a 72, 98e 130 mesi <strong>di</strong> follow-up, mentre i 3 restanti sono deceduti <strong>per</strong>complicanze relative all’emo<strong>di</strong>alisi ad 1, 3 (pazienti con metastasia <strong>di</strong>stanza alla <strong>di</strong>agnosi) e 38 mesi dall’intervento.Discussione e Conclusioni: L’estensione delle in<strong>di</strong>cazioni comunementeaccettate <strong>per</strong> la chirurgia conservativa <strong>di</strong> elezione e,in maggior misura, la natura neoplastica (contemporanea opregressa) della patologia che ha colpito il rene controlateralecomportano un netto aggravamento prognostico nei pazientisottoposti a chirurgia conservativa <strong>di</strong> necessità. Nei 6 soli casiin cui non è possibile procedere ad una chirurgia conservativa,nonostante l’esiguità numerica del campione abbiamoavuto, complessivamente, risultati positivi con 2 decessi precociin pazienti con malattia ad alto sta<strong>di</strong>o, un ulteriore decessotar<strong>di</strong>vo <strong>per</strong> complicanze della <strong>di</strong>alisi in assenza <strong>di</strong> riprese <strong>di</strong>malattia, e 3 pazienti vivi liberi da malattia in <strong>di</strong>alisi (1 in attesa<strong>di</strong> trapianto renale) ad un congruo <strong>per</strong>iodo <strong>di</strong> follow-up. Inconclusione, nonostante il drastico peggioramento della qualità<strong>di</strong> vita ed i rischi <strong>di</strong> complicanze associati alla <strong>di</strong>alisi (verificatesinel 50% dei nostri pazienti sottoposti a nefrectomia),tale opzione va considerata qualora non sia possibile il rispettodei principi <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>calità oncologica con una chirurgia conservativa;non abbiamo verificato un impatto della nota immunodeficienzalegata all’emo<strong>di</strong>alisi.Comunicazioni n. 50LA CISTECTOMIA RADICALE LAPAROSCOPICA: RISUL-TATI ONCOLOGICISimonato A., Gregori A., Lissiani A., Bozzola A., Galli S.,Acquati P., Gaboar<strong>di</strong> F.Unità O<strong>per</strong>ativa <strong>di</strong> Urologia, Azienda Ospedaliera “Luigi Sacco”Introduzione e Obiettivi: La cistectomia ra<strong>di</strong>cale con linfadenectomiapelvica è la terapia <strong>di</strong> riferimento <strong>per</strong> il trattamento delleneoplasie vescicali infiltranti. La laparoscopia si è <strong>di</strong>mostrata ingrado <strong>di</strong> eseguire questo intervento e la tecnica demolitivasembra ormai co<strong>di</strong>ficata da numerosi centri. Tuttavia, nonostantele controversie riguardo l’utilizzo della laparoscopia neltrattamento <strong>di</strong> neoplasie vescicali non sono ancora stati riportatiin letteratura i follow-up (FU) <strong>di</strong> questi pazienti (pz).Riportiamo il FU oncologico dei nostri primi 10 pz.Meto<strong>di</strong>: Tra il giugno 2001 e luglio 2002 sono stati sottoposti acistectomia ra<strong>di</strong>cale laparoscopica 10 pz <strong>di</strong> età compresa tra 63 e74 anni (me<strong>di</strong>a 68.8) con carcinoma vescicale a cellule transizionali(CCT) senza evidenza clinica <strong>di</strong> metastasi. Due <strong>di</strong> questi pzcon CCT pT1+Cis hanno eseguito una cistectomia ritardata dopo2 cicli <strong>di</strong> BCG e tre o più resezioni vescicali. È sempre stata eseguitala citologia del liquido <strong>di</strong> aspirazione del campo o<strong>per</strong>atorio.Risultati: L’esame istologico ha evidenziato: 2 pT1N0 G3+Ca insitu, 1 pT2aN0 G3+Ca in situ, 1 pT2bN0 G2, 4 pT2bN0 G2-3,1 pT2bN0 G3, 1 pT3aN0 G3 con margini chirurgici negativi. Lacitologia del liquido <strong>di</strong> aspirazione è sempre risultata negativa <strong>per</strong>la ricerca <strong>di</strong> cellule neoplastiche. A 30.4 mesi <strong>di</strong> FU me<strong>di</strong>o (range23-36), 5/10 pz sono deceduti, 4 <strong>per</strong> reci<strong>di</strong>va <strong>di</strong> malattia ed 1 <strong>per</strong>altre cause non correlate. La reci<strong>di</strong>va <strong>di</strong> malattia si è presentata in4 su 10 pz rispettivamente a 7, 14, 16 e 28 mesi. Questi pz sonodeceduti rispettivamente a 20, 18, 22 e 31 mesi. Un pz è deceduto<strong>per</strong> altre cause, senza evidenza <strong>di</strong> malattia. Non abbiamoosservato metastasi delle porte d’accesso né <strong>di</strong>sseminazione intra<strong>per</strong>itoneale.Gli altri 5 pz sono vivi, liberi da malattia.Conclusioni: La prima impressione è che questi risultati sianopeggiori rispetto alla chirurgia tra<strong>di</strong>zionale e pongono alcune<strong>per</strong>plessità riguardo il trattamento laparoscopico del cancro dellavescica soprattutto <strong>per</strong> la cattiva prognosi dei 2 pz con CCTpT1+Cis. Bisogna ricordare <strong>per</strong>ò che questi pz hanno rifiutato<strong>per</strong> anni la cistectomia ra<strong>di</strong>cale ed hanno ricevuto quin<strong>di</strong> unacistectomia ritardata e la sopravvivenza libera da malattia in questipz è solo del 62% (2). L’es<strong>per</strong>ienza presentata non è sufficiente<strong>per</strong> trarre delle conclusioni dal punto <strong>di</strong> vista oncologico sia<strong>per</strong> il ridotto numero <strong>di</strong> pz che <strong>per</strong> l’impreve<strong>di</strong>bilità <strong>di</strong> questamalattia, tuttavia questi risultati non sembrano molto <strong>di</strong>versi daquelli conosciuti <strong>per</strong> la chirurgia a cielo a<strong>per</strong>to. Ci auguriamo <strong>di</strong>vedere presto i risultati oncologici delle cistectomie eseguite <strong>per</strong>via laparoscopica degli altri centri <strong>per</strong> fare un pò <strong>di</strong> luce su questo<strong>di</strong>scusso argomento.Bibliografia:1. Moinzadeh A., Gill IS. Laparoscopic ra<strong>di</strong>cal cystectomy with urinary<strong>di</strong>version. Curr Opin Urol 2004; 14:832. Stockle M, Alken P, Engelmann U, et al. Ra<strong>di</strong>cal cystectomy often too late?Eur Urol 1987; 13:361Comunicazioni n. 51SORVEGLIANZA E TRATTAMENTO DELLE NEOPLASIEVESCICALI PT1G3 DI PRIMA OSSERVAZIONESandri S. 1 , Camazzola M. 1 , Bozzini G. 2 , Marzotto M. 11UO <strong>di</strong> Urologia e Unità Spinale, Ospedale <strong>di</strong> Magenta; 2 ClinicaUrologica IRCCS Ospedale Maggiore Policlinico <strong>di</strong> MilanoIntroduzione e Obiettivi: La neoplasia vescicale pT1G3 <strong>per</strong> la suaelevata <strong>per</strong>centuale <strong>di</strong> reci<strong>di</strong>ve e progressione necessita <strong>di</strong> unaadeguata terapia ed un attento follow-up (FU) successivamen-Archivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004; 76, 3, Supplemento 119

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