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XIV Congresso Nazionale Società Italiana di ... - Salute per tutti

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ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia OncologicaComunicazioni n. 39RNASEL ARG462 IN PAZIENTI ITALIANI CON CARCINO-MA PROSTATICO: RISULTATI PRELIMINARIVan Duist M.M. 1 , Penachioni J. 1 , Giachino D. 1 , Zitella A. 2 ,Destefanis P. 2 , Graziano M.E. 2 , Cracco C. 3 , Scarpa R. 3 ,Ferrando U. 2 , Fontana D. 2 , Tizzani A. 2 , De Marchi M. 11Genetica Me<strong>di</strong>ca Università <strong>di</strong> Torino; 2 Centro prostata ASOS.Giovanni Battista e Universita <strong>di</strong> Torino; 3 Urologia, ASO S. Luigi,OrbassanoIntroduzione: Stu<strong>di</strong> sui gemelli in<strong>di</strong>cano che la componentegenetica nei tumori prostatici può essere più importante chein altri tumori tuttavia nessun gene principale <strong>di</strong> suscettibilitàè stato al momento identificato.Tra i <strong>di</strong>versi loci <strong>di</strong>suscettibilità identificati su <strong>di</strong>versi cromosomi con stu<strong>di</strong> <strong>di</strong>linkage, il maggiore sospetto sembra essere HPC1 sul 1q23dove il gene can<strong>di</strong>dato RNASEL è stato mappato. Questogene co<strong>di</strong>fica <strong>per</strong> una ribonucleasi latente 2’-5’ oligoadenilato<strong>di</strong>pendente costituzionalmente espressa che me<strong>di</strong>a leattività antivirali e proapoptotiche del sistema 2-5A inducibileda interferone. Le mutazioni rare inattivanti M1I, 471del AAAG e E265X sono state descritte in famiglie ad altorischio mentre stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> associazione del comune polimorfismoR462Q con cancri prostatici spora<strong>di</strong>ci non familiarihanno dato risultati variabili in <strong>di</strong>fferenti popolazioni. Almomento questo allele a basso rischio non è ancora statostu<strong>di</strong>ato nella popolazione italiana.Meto<strong>di</strong>: Abbiamo analizzato campioni <strong>di</strong> 102 pazienti con carcinomaprostatico afferenti 4 <strong>di</strong>visioni <strong>di</strong> Urologia e 165 controllisani col fine <strong>di</strong> valutare la frequenza <strong>di</strong> R462Q nellanostra popolazione e <strong>di</strong> evidenziare eventuali <strong>di</strong>fferenze tra icasi spora<strong>di</strong>ci e familiari. Il genotipo è stato fatto con PCR-DHPLC (WAWE Transgenomic).Risultati: La frequenza degli eterozigoti Arg/Gln è lievementema non significativamente maggiore tra i malati (51%), in particolaretra coloro con età alla <strong>di</strong>agnosi < 65 anni (59% vs44%). La frequenza degli omozigoti Gln/Gln non era <strong>di</strong>fferentetra i due gruppi <strong>di</strong> pazienti (14% se < 65 aa e 13% se > 65aa) ed i controlli 11,5%.Conclusioni: La <strong>di</strong>agnosi precoce <strong>di</strong> carcinoma prostatico è almomento basata sul PSA ma il suo utilizzo <strong>per</strong> lo screening è<strong>di</strong>scusso. L’identificazione <strong>di</strong> nuovi geni pre<strong>di</strong>sponenti potrebbecontribuire sia <strong>per</strong> una migliore comprensione della patogenesimolecolare sia potrebbe aprire nuove strade <strong>per</strong> identificaresoggetti a rischio, una strada <strong>di</strong>fficoltosa se il tumoreprostatico <strong>di</strong>pende da molti geni a basso rischio piuttosto cheda pochi geni ad alto rischio.Poster n. 40TECNICA PERSONALE DI BIOPSIA ECOGUIDATA TRANS-RETTALE A “TRE VENTAGLI”. PRESENTAZIONE DEIRISULTATI NELLA POPOLAZIONE CON PSA SINO A 10NG/MLPuppo P., Introini C., Calvi P., Vigliercio G., Raggio M.,Naselli A.Istituto <strong>Nazionale</strong> <strong>per</strong> la Ricerca sul Cancro, IST, GenovaIntroduzione: L’obbiettivo del nostro stu<strong>di</strong>o è l’aumento deltasso <strong>di</strong> <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> carcinoma della prostata nella popolazionecon PSA sino a 10 ng/mL me<strong>di</strong>ante tecnica <strong>per</strong>sonale <strong>di</strong>biopsia ecoguidata transrettale a 12 prelievi multisettoriale,denominata a “tre ventagli”, rispetto alla tecnica a sestantistandard.Materiali e Meto<strong>di</strong>: Dal gennaio 2001 al <strong>di</strong>cembre 2003 con questatecnica sono state eseguite 128 biopsie in una popolazionecon PSA sino a 10 ng/mL. Per ogni procedura sono stati eseguiti18 prelievi, 6 prelievi della tecnica a sestanti standard e 12della tecnica a “tre ventagli” così <strong>di</strong>stribuiti: 4 dal corno lateraledestro, 4 dal corno laterale sinistro e 4 dalla regione apicale sud<strong>di</strong>visiin apicale laterale e me<strong>di</strong>ale destro e sinistro. Le biopsiesono state eseguite in sedoanestesia con respirazione assistita, la<strong>di</strong>missione è avvenuta la sera stessa dell’intervento.Risultati: 2 casi <strong>di</strong> ematuria e 1 caso <strong>di</strong> i<strong>per</strong>piressia che hannocausato il prolungamento del ricovero. Le ragioni <strong>per</strong> cui è stataeseguita la biopsia sono le seguenti: PSA anormale (valore assoluto,velocità d’incremento annuale > 1.0 ng/mL, valore relativoall’età o alle <strong>di</strong>mensione prostatiche) 85 pazienti, esplorazionerettale sospetta 17, entrambe le con<strong>di</strong>zioni 26. Età me<strong>di</strong>a 64.7,me<strong>di</strong>ana 66, range 49 – 78. 25 <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> carcinoma prostatico(19.5%) in totale. In 18/25(72%) casi la <strong>di</strong>agnosi è stata fatta suprelievi <strong>di</strong> entrambe le tecniche, in 7/25(28%) su prelievi dellasola tecnica a “tre ventagli”. PSA me<strong>di</strong>o dei pazienti senza carcinomaprostatico 6.8, range 3.7 – 9.7, deviazione standard 1.6.PSA me<strong>di</strong>o dei pazienti con carcinoma prostatico <strong>di</strong>agnosticatosu prelievi <strong>di</strong> entrambe le tecniche 6.7, range 2.6 – 9.3, Gleasonscore totale me<strong>di</strong>o 5.4, me<strong>di</strong>ano 5, range 4-8. PSA me<strong>di</strong>o deipazienti con carcinoma prostatico <strong>di</strong>agnosticato esclusivamentecon prelievi della tecnica <strong>per</strong>sonale 6.2, range 3.1 – 8.9, Gleasonscore totale me<strong>di</strong>o 7.1, me<strong>di</strong>ano 7, range 6-9. follow-up pazientisenza carcinoma prostatico: me<strong>di</strong>o 9 mesi, me<strong>di</strong>ano 7, range 3– 32. 8 dei pazienti senza carcinoma prostatico nel corso del follow-upsono stati rebiopsiati, 3 associando la TUR prostatica allabiopsia, e una sola <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> carcinoma prostatico è stata eseguita.Conclusioni: La biopsia prostatica a 12 prelievi con tecnica a “treventagli” ha incrementato la <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> carcinoma prostaticorispetto alla sestanti standard <strong>di</strong> 7 pazienti su un totale <strong>di</strong> 25.L’incremento è del 28%. La tecnica da noi proposta miglioraquin<strong>di</strong> la sensibilità della procedura.Video n. 41CISTECTOMIA RADICALE E NEOVESCICA ORTOTOPICANELLA DONNA. RIPARAZIONE CONSENSUALE DEL PAVI-MENTO PELVICO CON RETE IN POLIPROPILENE.Puppo P., Introini C., Calvi P., Naselli A.Istituto <strong>Nazionale</strong> <strong>per</strong> la Ricerca sul Cancro, IST, GenovaIntroduzione: Nella donna, il deficit <strong>di</strong> pavimento pelvico è unacontroin<strong>di</strong>cazione alla derivazione urinaria ortotopica dopo exentaratiopelvica essendo causa <strong>di</strong> ritenzione cronica urinaria.Presentiamo una soluzione chirurgica <strong>per</strong> su<strong>per</strong>are questa controin<strong>di</strong>cazione.Materiali e Meto<strong>di</strong>: Si tratta <strong>di</strong> una donna <strong>di</strong> 75 anni con cistocelee prolasso della volta vaginale in sta<strong>di</strong>o III insorta dopo isteroannessiectomiae storia <strong>di</strong> neoformazione vescicale plurireci<strong>di</strong>va.Ultima resezione endoscopica T2/G3. Il collo vescicale è indennedalla neoplasia. La paziente è in ottime con<strong>di</strong>zioni generali ed è fortementepropensa a una derivazione ortotopica <strong>per</strong> mantere l’integritàdella propria immagine corporea. Si procede a exenteratiopelvica anteriore e ricostruzione del pavimento pelvico con rete inpolipropilene fissata tra il promontorio sacrale e la parete anterioredella vagina. La rete è rico<strong>per</strong>ta da un flap <strong>di</strong> <strong>per</strong>itoneo visceralericavato dal parete anteriore del cul de sac tra il fondo vaginale e ilretto. Il flap è fissato anteriormente ai margini della fascia pelvica esulla parete anteriore della vagina sotto il moncone uretrale, posteriormenteai margini del <strong>per</strong>itoneo parietale. La neovescica ileale èappoggiata sul nuovo supporto e anastomizzata all’uretra.Risultati: Dopo un anno <strong>di</strong> follow up la continenza è completa e laritenzione cronica evitata. Il residuo postminzionale è costantementeinferiore ai 100 mL. Non si evidenzia prolasso pelvico.Conclusioni: La tecnica utilizzata in questo caso ha <strong>per</strong>messo <strong>di</strong>ovviare al problema del deficit <strong>di</strong> pavimento pelvico in caso <strong>di</strong> derivazioneortotopica dopo cistectomia ra<strong>di</strong>cale nella donna con ottimirisultati.16Archivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004; 76, 3, Supplemento 1

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