XIV Congresso Nazionale Società Italiana di ... - Salute per tutti
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ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia OncologicaGli effetti collaterali, frequenti in entrambi i gruppi <strong>di</strong> trattamento,hanno interessato prevalentemente il basso tratto urinario.Non sono stati registrati decessi o manifestazioni sistemichecorrelate ai trattamenti o casi <strong>di</strong> vescica retratta.Conclusioni: La somministrazione intravescicale sequenziale <strong>di</strong> BCGe MMC elettrostimolata è più efficace del solo BCG nel trattamentodei pazienti con tumori su<strong>per</strong>ficiali della vescica ad alto rischio.Comunicazioni n. 34SOMMINISTRAZIONE INTERMITTENTE DI KETOCONA-ZOLO “LOW DOSE” IN PAZIENTI CON CARCINOMAPROSTATICO ORMONORESISTENTEMeliani E., Lapini A.,Corvino C, Farina U., Costanzi A.,Melone F., Carini M.U.O. Urologia Ospedale S.Maria Annunziata, FirenzeIntroduzione: Nelle fasi iniziali del carcinoma prostatico ormonoresistenteil trattamento con ketoconazolo rappresenta unavalida opzione. Tale schema terapeutico che può dare risposteanche <strong>per</strong> tempi lunghi, può essere gravato da importantieffetti collaterali. Riportiamo la nostra es<strong>per</strong>ienza con ketoconazolo“low dose” in associazione a prednisone secondo unoschema <strong>di</strong> somministrazione “intermittente”.Materiali e Meto<strong>di</strong>: Dal gennaio 1997 al gennaio 2004, 26 pazientid’età me<strong>di</strong>a 68.8 anni (range 52-80), affetti da carcinoma prostaticoormonoresistente, sono stati sottoposti a trattamento conketoconazolo 200 mg x 3 e prednisone5 mg x 2. Metastasi osseeerano presenti in 19 casi, linfonodali in 5, epatiche in 5. 6 pz avevanosolo rialzo del PSA. La risposta è stata valutata ogni duemesi utilizzando i criteri NPCP <strong>per</strong> lesioni misurabili, riduzionedei foci d’i<strong>per</strong>accumulo scintigrafico, riduzione del PSA al 50%del valore iniziale. Criteri d’inclusione: non precedente chemioterapia,esclusione della withdrawal sindrome, <strong>per</strong>formance statusECOG, funzione renale, midollare, epatica nella norma. Latossicità è stata valutata in accordo ai criteri WHO. Tutti i pazientihanno eseguito almeno due mesi <strong>di</strong> terapia. Per risposte <strong>di</strong>lunga durata la terapia è stata sospesa al 6° mese <strong>per</strong> poi intraprenderlanuovamente al rialzo del PSA.Risultati: Ad un follow-up me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> 42 settimane (range 6 ¨C132) si è avuta risposta positiva in 15/26 (57,6%) casi. Glieffetti collaterali più significativi (grado 3 e 4 sec.WHO) sonostati: alterazioni cutanee 4 (15,3%) casi, tachiaritmia 1 (3,8%)caso ed epatotossicità 2 (7,7%) casi. Tossicità <strong>di</strong> grado 1-2 si èverificata nella quasi totalità dei pazienti. In 7/15 (46,6%) casisi è osservata risposta positiva <strong>per</strong> oltre 6 mesi (range 8-32mesi, me<strong>di</strong>a 18,2 mesi). Sospendendo il trattamento ed adottandoun regime “intermittente” 5 pazienti hanno mantenutorisposta anche <strong>per</strong> lunghi <strong>per</strong>io<strong>di</strong> (14-33 mesi, me<strong>di</strong>a 18,8mesi). Nessun decesso si è verificato durante la terapia.Discussione: Il limite maggiore all’impiego del ketoconazolo ècostituito dagli effetti tossici anche <strong>di</strong> grado elevato legati allasomministrazione continuativa del farmaco. In considerazionedella tipologia <strong>di</strong> risposta osservata attualmente adottiamo untrattamento iniziale continuativo <strong>per</strong> 4 mesi in modo da valutarei soggetti responders ed il mantenimento della risposta;successivamente si instaura una terapia “intermittente” al fine<strong>di</strong> ridurre la tossicità dello schema. I nostri dati preliminarisembrano confermare la vali<strong>di</strong>tà della soluzione proposta.Poster n. 35PIN DI ALTO GRADO: PERCHÈ È GIUSTO UN TRATTA-MENTO RADICALESangiorgi A. 1 , Andrei F. 1 , Giannone V. 1 , Irianni G. 1 , LupoS. 1 , Bertoni F. 2 , Buli P. 11U.O. <strong>di</strong> Urologia, San Giovanni in Persiceto, AzUSL; 2 Servizio <strong>di</strong>Anatomia ed Istologia Patologica, Ist. Ortope<strong>di</strong>ci Rizzoli, BolognaIntroduzione e Obiettivi: Il dosaggio del PSA ha determinato unincremento notevole del numero <strong>di</strong> biopsie prostatiche.Esistono quadri istologici “interme<strong>di</strong>” <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficile <strong>di</strong>stinzionerispetto al carcinoma prostatico. Tra questi, la neoplasia prostaticaintraepiteliale <strong>di</strong> alto grado (HGPIN) rappresenta l’entità<strong>di</strong> maggiore impatto sulla prevenzione, sulla <strong>di</strong>agnosi precocee sul trattamento del carcinoma della prostata. Gli autoripresentano un modello <strong>di</strong> “gestione” dei pazienti con <strong>di</strong>agnosiistologica <strong>di</strong> HGPIN.Meto<strong>di</strong>: Dal gennaio 2000 al <strong>di</strong>cembre 2003 abbiamo identificato13 pazienti con <strong>di</strong>agnosi iniziale <strong>di</strong> HGPIN (2% dellebiopsie effettuate). L’età me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> tali pazienti è risultata essere<strong>di</strong> 60 anni e i valori <strong>di</strong> PSA me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> 9,6 ng/ml. I pazienti conuna prima <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> HGPIN “ isolata” sono stati sottoposti, asei mesi, a ripetizione <strong>di</strong> un mapping bioptico prostatico aottanti. In presenza <strong>di</strong> HGPIN si è proceduto ad una ulteriorebiopsia a 6 mesi (12 prelievi in ALR). In 6 pazienti, con <strong>di</strong>agnosiistologica iniziale <strong>di</strong> HGPIN “multifocale”, è stata eseguitala prostatectomia ra<strong>di</strong>cale.Risultati: 7 pazienti con <strong>di</strong>agnosi iniziale <strong>di</strong> HGPIN “isolata” presentavanouna <strong>di</strong>agnosi istologica <strong>di</strong> carcinoma prostatico nel follow-up.Cinque casi sono stati evidenziati alla I rebiopsy, due casialla II rebiopsy. Nei 6 pazienti con <strong>di</strong>agnosi istologica <strong>di</strong> HGPIN“multifocale” sottoposti al trattamento ra<strong>di</strong>cale, <strong>di</strong> età compresatra 50 e 65 anni e valori <strong>di</strong> PSA > 10 ng/ml, all’esame istologicodel pezzo o<strong>per</strong>atorio risultò associato un carcinoma prostatico.Conclusioni: Le incertezze relative alla storia naturale della PINe al suo significato prognostico sono dovute alla mancanza <strong>di</strong>informazioni sull’istologia <strong>di</strong> tutta la prostata. Nonostante ciòemergono due aspetti: 1) la HGPIN è un precursore del carcinomaprostatico; 2) la HGPIN è una SPIA della concomitantepresenza <strong>di</strong> carcinoma (marker d’area). Il problema fondamentale<strong>per</strong> l’urologo è legato al follow-up ed all’eventuale trattamentodei pazienti con <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> HGPIN. Il riscontro <strong>di</strong>HGPIN richiede che il paziente venga informato in modo correttoed esauriente e sia poi seguito nel tempo evitando il doppiorischio <strong>di</strong> un atteggiamento negligente o eccessivamenteaggressivo. L’approccio terapeutico deve necessariamente tenerein considerazione la spettanza <strong>di</strong> vita del paziente: quandoquesta sia inferiore al tempo necessario <strong>per</strong> lo sviluppo <strong>di</strong> uncarcinoma prostatico sintomatico è comunque auspicabile unapolitica <strong>di</strong> watchful waiting. Riteniamo invece che nei pazientirelativamente giovani con <strong>di</strong>agnosi istologica dopo la 1 sedutabioptica <strong>di</strong> HGPIN “multifocale” (e PSA > 10 ng/ml), la responsabilità<strong>di</strong> eventuali complicanze legate alla scelta del trattamentora<strong>di</strong>cale, debba essere fermamente “sostenuta” dall’ urologo,a fronte dei benefici in termini prognostici derivanti alpaziente dalla terapia chirurgica.Bibliografia:1. Bishara T et al. High-Grade Prostatic Intraepithelial Neoplasia on needlebiopsy: risk of cancer on repeat biopsy related to number of involved coresand morpho pattern. Am J Surg Pathol 2004; 28:6292. Haggman MJ et al. The relationship between prostatic intraepithelial neoplasiaand prostate cancer : critical issues. J Urol 1997; 158:123. Bostwick DG. High grade prostatic intraepithelial neoplasia. The mostlikely precursor of prostate cancer. Cancer 1995; 75:1823.Poster n. 36ETIOPATOGENESI DEI TUMORI SURRENALICI. IDENTI-FICAZIONE DI SEQUENZE DI DNA DI POLIOMAVIRUS EDHERPESVIRUS MEDIANTE REAL-TIME PCRPomara G. 1 , Barzon L. 2 , Evangelisti S. 1 , Carlino F. 1 , MorelliG. 1 , De Maria M. 1 , Palù G. 2 , Selli C. 11Unità <strong>di</strong> Urologia, Dipartimento <strong>di</strong> Chirurgia, Ospedale S. Chiara,Università <strong>di</strong> Pisa; 2 Dipartimento <strong>di</strong> Istologia, Microbiologia eBiotecnologie Me<strong>di</strong>che, Università <strong>di</strong> Padova14Archivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004; 76, 3, Supplemento 1