10.07.2015 Views

XIV Congresso Nazionale Società Italiana di ... - Salute per tutti

XIV Congresso Nazionale Società Italiana di ... - Salute per tutti

XIV Congresso Nazionale Società Italiana di ... - Salute per tutti

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia OncologicaPoster n. 19STRATEGIE TERAPEUTICHE NEL CARCINOMA PROSTA-TICO LOCALIZZATO: LA SOGGETTIVITÀ DEL PAZIENTEAL CENTRO DEL PROCESSO DECISIONALEDonegani S. 1 , Bosisio M. 1 , Villa S. 2 , Salvioni R. 3 , TamburiniM. 1 , Valdagni R. 41Unità O<strong>per</strong>ativa <strong>di</strong> Psicologia; 2 Unità O<strong>per</strong>ativa Ra<strong>di</strong>oterapia B;3Unità O<strong>per</strong>ativa Urologia; 4 Direzione Scientifica, Istituto<strong>Nazionale</strong> <strong>per</strong> lo Stu<strong>di</strong>o e la Cura dei Tumori, MilanoIntroduzione e Obiettivi: Com’è noto, le strategie terapeutiche ra<strong>di</strong>caliattualmente <strong>di</strong>sponibili nel carcinoma prostatico localizzato(chirurgia e ra<strong>di</strong>oterapia) si equivalgono dal punto <strong>di</strong> vista deirisultati clinici ma si <strong>di</strong>fferenziano <strong>per</strong> procedure ed effetti collaterali.In questo scenario, la soggettività del paziente e le tematicherelative alla qualità <strong>di</strong> vita assumono particolare importanza<strong>per</strong> la definizione del piano terapeutico. Allo scopo <strong>di</strong> aiutare la<strong>per</strong>sona in questo processo decisionale, abbiamo strutturato un<strong>per</strong>corso multi<strong>di</strong>sciplinare <strong>di</strong> decision making counselling conurologo, ra<strong>di</strong>oterapista e psicologo con l’obiettivo <strong>di</strong>:• aiutare il paziente a prendere una decisione aderente ai proprivalori e alle priorità in<strong>di</strong>viduali;• aiutare il paziente a uscire da una prospettiva temporale sentitasenza futuro a causa dalla <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> tumore maligno;• integrare le informazioni a <strong>di</strong>sposizione dei paziente, affrontandole tematiche relative alla qualità <strong>di</strong> vita.Meto<strong>di</strong>:• Creazione <strong>di</strong> un gruppo <strong>di</strong> lavoro multi<strong>di</strong>sciplinare, stabile especifico <strong>per</strong> il carcinoma prostatico;• Co-presenza del ra<strong>di</strong>oterapista e dello psicologo durante laprima consultazione ra<strong>di</strong>oterapica, dopo la consulenza urologica;• Colloquio in<strong>di</strong>viduale psicologo-paziente con l’analisi delleseguenti tematiche:- Percezione soggettiva del paziente della completezza delleinformazioni ricevute e della loro comprensione;- Immaginario del paziente sulle caratteristiche delle <strong>di</strong>verseterapie proposte e sulle sue aspettative relativamente aglieffetti collaterali attesi.Risultati: Da <strong>di</strong>cembre 2003 a giugno 2004 sono state effettuate45 visite multi<strong>di</strong>sciplinari che hanno evidenziato nelpaziente:• <strong>di</strong>fficoltà a pensarsi nel futuro e quin<strong>di</strong> a considerare glieffetti a lungo termine della malattia e delle terapie;• preoccupazione relativa alla potenziale compromissionedella sessualità;• apprensione legata alle <strong>di</strong>fficoltà derivanti dalla compromissionedella funzionalità urinaria <strong>per</strong>plessità legate all’invasivitàdell’intervento chirurgico;• vantaggi legati alle caratteristiche proprie dell’intervento chirurgico(es. elimina “concretamente” il cancro);• <strong>per</strong>plessità legate alle caratteristiche proprie della ra<strong>di</strong>oterapia(es. <strong>per</strong>cezione <strong>di</strong> <strong>per</strong>icolosità delle ra<strong>di</strong>azioni);• vantaggi legati alle caratteristiche proprie della ra<strong>di</strong>oterapia(es. effetti collaterali sentiti come meno gravosi).Conclusioni: Un esauriente momento informativo accompagnatodall’elaborazione dei dubbi e pregiu<strong>di</strong>zi che influenzanoinizialmente la presa <strong>di</strong> decisione del paziente, sembrano essereuna garanzia <strong>per</strong> una consapevole e responsabile scelta eadesione al programma terapeutico.Bibliografia:1. Lee R, Penson DF. Treatment outcomes in localized prostate cancer: apatient-oriented approach. Seminars in Urologic Oncology 2002; 20:12. Valicenti RK, et all. The multi<strong>di</strong>sciplinary clinic approach to prostate cancercounselling and treatment. Seminars in Urologic Oncology 2000; 18:33. Casali PG. La decisione clinica e le scelte terapeutiche in PsiconcologiaMasson, Milano 2002Poster n. 20ALTERAZIONI NEOFORMATIVE DELL’UROTELIO INPAZIENTI SOTTOPOSTI A TRAPIANTO RENALELasaponara F., Morabito F., Rossi R., Liberale F., Ferrando U.S.C. Urologia 3 D.O. Ospedale Molinette, TorinoIntroduzione: L’incidenza <strong>di</strong> neoplasia dopo trapianto renale èsignificativamente maggiore rispetto alla popolazione non sottopostaa trapianto: la possibilità <strong>di</strong> sviluppare una neoplasiadeve esser tenuta in considerazione al fine <strong>di</strong> garantire una <strong>di</strong>agnosiprecoce. La quota <strong>di</strong> incidenza standar<strong>di</strong>zzata (SIR)rispetto alla popolazione generale è 14,2 ed in particolare 3 <strong>per</strong>la neoplasia vescicale ad follow-up a 15 anni.Materiali e Meto<strong>di</strong>: Dal 1981 ad oggi presso il nostro centro trapiantisono stati eseguiti 1650 trapianti renali. Nel follow-up <strong>di</strong>questi pazienti sono state evidenziate 15 alterazioni neoformativeuroteliale in 14 pazienti, ad una <strong>di</strong>stanza variabile tra 12 mesi e11 anni dal trapianto. Si trattava <strong>di</strong> 4 femmine e 10 maschi, <strong>di</strong> etàcompresa tra 39 e 70 anni: Ca uroteliale della vescica in 8 casi (4pTaG1, 1pTaG2, 1 pT1G3 e 2 pTaG3), della pelvi del reneespiantato <strong>per</strong> cessata funzione (a 8 anni dal trapianto) in 1 caso,adenoma nefrogenico della vescica in 4 casi e cistite eosinofila in1 caso. Tutti i pazienti avevano eseguito terapia immunosoppressiva(ciclo AZA e steroide in passato e, più recentemente FK 506).Soltanto 5 degli 8 casi <strong>di</strong> neoplasia vescicale sono stati trattati conchemioprofilassi endocavitaria (Mitomicina e/o Epirubicina). Alfollow-up sono state osservate 5 reci<strong>di</strong>ve tra i Ca su<strong>per</strong>ficiali dellavescica (3 una sola volta, 2 più volte), 1 tra gli adenomi nefrogenicie nessuna <strong>per</strong> quanto riguarda la neoplasia del bacinetto e lacistite eosinofila. 2 pazienti sono deceduti a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> 1 e 6 annidalla <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> neoplasia vescicale <strong>per</strong> cause car<strong>di</strong>ologiche esenza reci<strong>di</strong>va <strong>di</strong> malattia.Risultati: Nella nostra casistica non si sono registrati decessi <strong>per</strong>causa specifica (né nei portatori <strong>di</strong> alterazioni con caratteristiche<strong>di</strong> benignità né in quelli con carcinoma). I 2 decessi registratisono imputabili a cause car<strong>di</strong>ocircolatorie. Non si èlamentata alcuna <strong>per</strong><strong>di</strong>ta <strong>di</strong> unità funzionali e non si è dovutoricorrere in nessun caso a terapia demolitiva. In nessun caso siè resa necessaria la sospensione e solo in 2 casi la modulazioneposologica della terapia immunosoppressiva.Conclusioni: Le alterazioni uroteliali dopo trapianto renale rivestonoevidentemente un interesse urologico specifico: l’urologo che se neoccupa deve avere una competenza peculiare in ambito trapiantistico.Il paziente trapiantato <strong>di</strong>mostra sensibili <strong>di</strong>fferenze anatomichecon importanti significati funzionali e una fragilità derivante,oltre che dalla malattia <strong>di</strong> base, anche da croniche variazioni metaboliche,nonchè dalla in<strong>di</strong>spensabile terapia immunosoppressiva.Fondamentale risulta la <strong>di</strong>agnosi precoce ed un follow-up strettissimoal fine <strong>di</strong> effettuare una terapia quanto più possibile conservativaed evitare demolizioni che potrebbero compromettere l’esitofunzionale del trapianto. Il trattamento endocavitario oncopreventivopost TURB ha <strong>di</strong>mostrato minore efficacia in corso <strong>di</strong> immunodepressioneed espone a maggiori rischi in relazione alle alte <strong>per</strong>centuali<strong>di</strong> reflusso vescico-ureterale presenti. In conclusione pareopportuno sottolineare come la salvaguar<strong>di</strong>a funzionale del renetrapiantato debba essere un im<strong>per</strong>ativo categorico da rispettaremettendo in atto ogni strategia ed ogni specifica attenzione in relazionealle singole unità patologiche riscontrate.Comunicazioni n. 22UTILITÀ DELLA BIOPSIA PROSTATICA MIRATA SULLEAREE IPOECOGENE IN ASSOCIAZIONE AL MAPPAGGIOAD 8 PRELIEVI NELLA DIAGNOSI DI CARCINOMA PRO-STATICODe Luca S., Caccia P., Cavallini A., Giargia E., Neira D.,Pasquale M., Randone D.F.Divisione <strong>di</strong> Urologia, Ospedale Gradenigo, Torino8Archivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004; 76, 3, Supplemento 1

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!