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XIV Congresso Nazionale Società Italiana di ... - Salute per tutti

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ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia Oncologicarurgia open. Ciò premesso e considerati i vantaggi ampiamentedocumentati e riconosciuti della laparoscopia appare implicitocome tale tecnica abbia avuto negli ultimi anni cosi ampia <strong>di</strong>ffusione.Il concetto <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>calità oncologica non viene altresì inficiatodalla scelta della via retro<strong>per</strong>itoneoscopica ove vengano ripettatii canoni della chirurgia oncologica renale. I vantaggi <strong>di</strong> taleapproccio sono, a nostro parere, costituiti dal più imme<strong>di</strong>ato controllodell’arteria renale e un’anatomia intrao<strong>per</strong>atoria più semplice.Lo svantaggio principale è costituito dall’esiguo spazio <strong>di</strong> lavoro.Abbiamo creduto nella laparoscopia retro<strong>per</strong>itoneale anche neltrattamento delle neoplasie renali. Dal gennaio 2000 ad oggi abbiamoeffettuato oltre 200 interventi. Abbiamo co<strong>di</strong>ficato l’interventora<strong>di</strong>cale laparoscopico retro<strong>per</strong>itoneale.Materiali e Meto<strong>di</strong>: Il video illustra i passaggi più importanti dell’intervento:1. posizionamento dei trocars, accesso al retro<strong>per</strong>itoneo ed esposizionedel seno renale;2. scheletrizzazione, chiusura e sezione dell’arteria renale e dellavena renale;3. sezione dell’uretere;4. nefro-surrenectomia ra<strong>di</strong>cale (compreso il grasso <strong>per</strong>irenale);5. controllo dei vasi accessori;6. posizionamento dell’organo in endobag;7. minilaparotomia (sec. Gibson) e rimozione dell’organo.Comunicazioni n. 207LA BRACHITERAPIA INTERSTIZIALE PERMANENTE NELCARCINOMA DELLA PROSTATA LOCALIZZATO: ESPE-RIENZA DELL’UNIVERSITÀ DI TORINOBeltramo G. 1 , Casetta G. 4 , Guarneri A. 2 , Tessa M. 1 , RagonaR. 2 , Giglioli F.R. 3 , Tizzani A. 5 , Ricar<strong>di</strong> U. 21SCDU Ra<strong>di</strong>oterapia, ASO San Giovanni Battista <strong>di</strong> Torino;2SCDU Ra<strong>di</strong>oterapia, Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Torino;3Dipartimento <strong>di</strong> Fisica Sanitaria, ASO San Giovanni Battista <strong>di</strong>Torino; 4 SCDU Clinica Urologica I - ASO San Giovanni Battista <strong>di</strong>Torino; 5 SCDU Clinica Urologica I, Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> TorinoIntroduzione e Obiettivi: I dati della letteratura relativi alla brachiterapiainterstiziale, alla ra<strong>di</strong>oterapia esterna e alla prostatectomiara<strong>di</strong>cale nel carcinoma della prostata localizzato, evidenziano, a5 anni, risultati sovrapponibili in termini <strong>di</strong> controllo locale esopravvivenza libera da malattia. Lo scopo dello stu<strong>di</strong>o è valutarela fattibilità e l’efficacia della brachiterapia interstiziale nel trattamentodel carcinoma della prostata in sta<strong>di</strong>o localizzato.Meto<strong>di</strong>: Dal luglio 2000 al luglio 2004, presso l’Istituto <strong>di</strong>Ra<strong>di</strong>oterapia dell’Università <strong>di</strong> Torino nell’ambito del ProgettoProstata, sono stati sottoposti a brachiterapia interstiziale consemi <strong>di</strong> 125I 55 pazienti affetti da adenocarcinoma della prostataclinicamente localizzato. Dal punto <strong>di</strong> vista clinico i criteri<strong>di</strong> eleggibilità sono: PSA < 10 ng/ml; Gleason score ≤6;Sta<strong>di</strong>o T1c-T2b. Inoltre, in termini <strong>di</strong> ulteriore selezione clinicai pazienti eleggibili devono rispettare le seguenti caratteristiche:IPSS ≤8, volume prostatico < 40cc, flusso urinario max< 15 ml/s. L’età me<strong>di</strong>a dei pazienti in stu<strong>di</strong>o è stata <strong>di</strong> 69.3 anni(range 50-77). La brachiterapia è stata adottata come monoterapianel 30% dei pazienti, associata a terapia ormonale neoa<strong>di</strong>uvante<strong>per</strong> 3 mesi nel restante 70% dei casi. Tutti i pazientisono stati seguiti con follow-up clinico-strumentale.Risultati: Dall’analisi dei dati emerge un tasso <strong>di</strong> controllo localedel 96%, in assenza <strong>di</strong> reci<strong>di</strong>va tumorale clinicamente evidente.I risultati ottenuti sono del tutto sovrapponibili a quellidegli altri approcci terapeutici impiegati nel trattamento delcarcinoma della prostata localizzato. La tossicità al trattamentobrachiterapico è stata moderata, con sintomatologia minzionaleirritativa lieve (20% dei casi), importante (20%), ritenzioneurinaria (10%), macroematuria (8%), deficit della funzioneerettile (46%). Non si sono registrati casi <strong>di</strong> incontinenzaurinaria, stenosi uretrale o proctite.Conclusioni: La brachiterapia interstiziale, con tecnica eco-guidataed impianto a <strong>per</strong>dere, rappresenta, in pazienti selezionati, unavalida alternativa terapeutica alla prostatectomia ra<strong>di</strong>cale e allara<strong>di</strong>oterapia esterna. Ulteriori progressi terapeutici, in relazionealla sempre più crescente <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> sofisticate apparecchiaturee software de<strong>di</strong>cati, consentiranno <strong>di</strong> implementare ulteriormenteil livello qualitativo degli impianti interstiziali.Bibliografia:1. Ash D, et al. ESTRO/EAU Urological Brachytherapy Group: EORTCRa<strong>di</strong>otherapy Group. ESTRO/EAU/EORTC raccomendation on <strong>per</strong>manentseed implantation for localized prostate cancer. Ra<strong>di</strong>oth Oncol 2000; 57:315Poster n. 209METASTASI DEL GIUNTO PIELO-URETERALE DA CARCI-NOMA MAMMARIOPola L. 1 , Santoni B. 1 , Mulonia A. 1 , Spina<strong>di</strong>n R. 1 , ZennaroR. 1 , Pittarello F. 2 , Lodovichetti G. 2 , Fornasiero A. 3 ,Gasparella V. 11U. O. <strong>di</strong> Urologia O.C. <strong>di</strong> Piove <strong>di</strong> Sacco; 1 U.O. <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>ologia O.C.<strong>di</strong> Piove <strong>di</strong> Sacco; 2 Istituto <strong>di</strong> Anatomia Patologica, Università degliStu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Padova; 3 U.O. <strong>di</strong> Oncologia O.C. <strong>di</strong> Piove <strong>di</strong> Sacco, PadovaIntroduzione e Obiettivi. Il carcinoma mammario è uno deitumori più frequenti nel sesso femminile. Il suo andamento neltempo è impreve<strong>di</strong>bile e la ripresa <strong>di</strong> malattia si può presentareanche a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> molti anni. Le se<strong>di</strong> più frequenti sono ilfegato, i polmoni e nei casi ancor più avanzati il <strong>per</strong>itoneo (carcinosi<strong>per</strong>itoneale). L’uretere è una sede quantomeno anomala<strong>di</strong> metastasi da parte della neoplasia mammaria.Materiali, Meto<strong>di</strong> e Risultati: Giunge alla nostra attenzione unaPaziente <strong>di</strong> 67 anni latrice <strong>di</strong> una ecografia renale e pelvica documentantela presenza <strong>di</strong> una modesta idronefrosi sinistra( 61638; antero-posteriore della pelvi <strong>di</strong> 2 cm), asintomatica. LaPaziente era stata sottoposta nel 1989 a mastectomia destra <strong>per</strong>un carcinoma mammario. In seguito (nel 2000) <strong>per</strong> la comparsa<strong>di</strong> una lesione epatica e <strong>di</strong> alcune lesioni polmonari era stataavviata con successo, ad una chemioterapia sistemica, in plurimicicli. Al momento della nostra valutazione la funzionalità renalerisultava ai limiti su<strong>per</strong>iori della norma (creat=145 mmol/l). LaPaziente è stata <strong>per</strong>tanto stu<strong>di</strong>ata con una TAC addomino-pelvicaevidenziante la presenza <strong>di</strong> lesioni epatiche morfovolumetricamentestabili rispetto ai precedenti controlli, assenza <strong>di</strong> linfadenopatiee <strong>di</strong> masse retro<strong>per</strong>itoneali che potessero comprimere “abexstrinseco” l’uretere. Si confermava la presenza <strong>di</strong> idronefrosisinistra in un quadro ascrivibile a stenosi del giunto pielo-ureterale.L’angiofotoscintigrafia renale sequenziale con MAG 3 e test al<strong>di</strong>uretico documentava una funzionalità del rene sinistro del 35%con una curva <strong>di</strong> escrezione in accumulo. All’urografia e.v. il giuntopielo-ureterale sinistro risultava stenotico, con una inserzionealta della pelvi, l’uretere si seguiva in tutto il suo decorso debolmenteiniettato <strong>di</strong> mezzo <strong>di</strong> contrasto. L’urinocoltura era <strong>per</strong>sistentementepositiva <strong>per</strong> E. Coli. In considerazione del buon <strong>per</strong>formancestatus, dell’aspettativa <strong>di</strong> vita della paziente e dell’apparentecompleta risposta alla chemioterapia si è optato <strong>per</strong> un trattamentochirurgico conservativo della stenosi. La paziente è statadunque sottoposta ad intervento <strong>di</strong> pielo-ureteroplastica sec.Anderson-Hynes. All’atto o<strong>per</strong>atorio il giunto pielo-ureterale sipresentava stenotico, con tenaci aderenze; alla sezione del giuntosi è assistito alla fuoriuscita <strong>di</strong> materiale purulento da idropionefrosi.Il decorso post-o<strong>per</strong>atorio è stato del tutto regolare con<strong>di</strong>missione della Paziente in 8^ giornata. L’esame istologico documentavala presenza <strong>di</strong> infiltrazione ab-exstrinseco della pareteureterale sino alla tonaca muscolare da parte <strong>di</strong> carcinoma mammario,la mucosa uroteliale era indenne.Archivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004; 76, 3, Supplemento 177

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