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XIV Congresso Nazionale Società Italiana di ... - Salute per tutti

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ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia Oncologicafollowup e non consente <strong>per</strong>ciò <strong>di</strong> stabilire se la sola TURB siaun trattamento efficace nelle forme su<strong>per</strong>ficiali.Bibliografia:1. Small cell carcinoma of the urinary bladder. Cheng L et al; Cancer101:957Comunicazioni n. 186IL RUOLO DEL CD10 NELLA DIAGNOSI DELLE NEOPLA-SIE RENALIViganò P. 1 , Picozzi S. 1 , Casu M. 1 , Giuberti A. 1 , Bovo G. 2 ,Buffa R. 2 , Strada G.R. 11Uo Di Urologia Ospedale San Gerardo, Monza; 2 Uo AnatomiaPatologica Ospedale San Gerardo, MonzaIntroduzione: Le neoplasie renali rappresentano il 3% deitumori dell’adulto, colpendo più frequentemente la 5 e 6decade <strong>di</strong> vita con rapporto m:f <strong>di</strong> 2:1. Istologicamente sonorappresentate da adenocarcinomi nell’85% dei casi, connumerosi istotipi: carcinoma a cellule chiare, ca. papillare e acellule cromofobe, con <strong>di</strong>versi gra<strong>di</strong> <strong>di</strong> malignità e oncocitoma,considerato benigno. Il CD10 è una proteina <strong>di</strong> membranadel gruppo delle metallopeptidasi, espresso sulla membranadelle cellule linfoi<strong>di</strong>. <strong>di</strong> recente si è in<strong>di</strong>viduato anche sullamembrana <strong>di</strong> cellule epiteliali tra cui i tubuli renali. In letteraturasono riportati lavori sull’utilizzo <strong>di</strong> tale antigene inneoplasie renali, su sezioni criostatate. Scarse sono invece ledocumentazioni sull’utilizzo del cd10 su materiale paraffinato<strong>di</strong> routine. Scopo del lavoro è documentare l’utilità dell’anticorpoanti cd10 nella <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong>fferenziale <strong>di</strong> neoplasierenali su sezioni paraffinate.Materiali e Meto<strong>di</strong>: Abbiamo riesaminato, da materiale archiviato,450 neoplasie renali dal 1985 al 2000. Abbiamo selezionato55 casi in base ad alcuni criteri: <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> certezzaall’e-e, buona qualita dei preparati, <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> materialeparaffinato, presenza <strong>di</strong> parenchima normale, proporzioni <strong>di</strong>casi simile tra istotipi, contenimento dei costi. Sono stati selezionati:7 oncocitomi, 9 ca a cellule cromofobe, 13 ca papillari,26 ca a cellule chiare <strong>di</strong> cui 15 a basso grado e 11 <strong>di</strong> altogrado (sec Fuhrman). La reazione immunoistochimica conanticorpo anti cd10 è stata sviluppata me<strong>di</strong>ante immunocoloratoreautomatico, quin<strong>di</strong> la riesamina dei casi con microscopiaa testata multipla. sono stati valutati i seguenti parametri:intensità <strong>di</strong> colorazione,% cellule positive, tipi <strong>di</strong> cellule positive(neoplastiche e <strong>di</strong> accompagnamento), <strong>di</strong>stribuzioneintracellulare del cromogeno.Risultati: Abbiamo ottenuto una reazione positiva nel 100%dei ca a cellule chiare, sia a basso che alto grado, con caratteristica<strong>di</strong>stribuzione sulla membrana; nel ca papillare rispostapositiva nell’83% dei casi; nessuna risposta nel ca a cellule cromofobe;29% <strong>di</strong> positività nell’oncocitoma, <strong>per</strong>altro con interpretazionedubbia.Conclusioni: Dal nostro lavoro si evince che l’uso dell’anticorpoanti cd10 puo essere <strong>di</strong> utilità nella <strong>di</strong>agnostica <strong>di</strong>fferenzialetra i vari istotipi <strong>di</strong> neoplasia del rene, con una meto<strong>di</strong>ca routinaria,semplice e a costi contenuti.Poster n. 187CISTI DERMOIDE DEL TESTICOLO: PRESENTAZIONE DICASO CLINICOViganò P., Picozzi S., Manganini V., Casu M., Giuberti A.,Mazza L., Strada G.R.U.O Urologia Ospedale San Gerardo, MonzaIntroduzione: La cisti dermoide del testicolo è una particolareforma <strong>di</strong> teratoma cistico, benigno e assai raro, analogo allaforma ovarica. nella maggior parte dei casi si in<strong>di</strong>vidua nei giovanie più raramente nei bambini. l’esor<strong>di</strong>o è <strong>di</strong> solito rappresentatoda una massa testicolare. Macroscopicamente è <strong>di</strong> solitoriscontrabile una singola cisti che può contenere peli ocapelli e materiale caseoso. Microscopicamnete la parete dellacisti è composta da epitelio squamoso stratificato con unitapilio-sebacee. unulteriore rivestimento fibroso può contenereghiandole, muscolo liscio, ossa, cartilagine ed altri tessuti. Inmolti casi la cisti dermoide è associata ad una reazione lipogranulomatosadel parenchima circostante.Case report: Giunge alla nostra osservazione un ragazzo <strong>di</strong> 19anni. In anamnesi precedente appen<strong>di</strong>cectomia ed ernioplasticainguinale destra, in buona salute con massa al polo inferioredel <strong>di</strong><strong>di</strong>mo destra. Il controllo ecografico <strong>di</strong>mostra lesioneipoecogena <strong>di</strong> circa 15 mm al polo inferiore del testicolodestro. Tale lesione era presente in precedente ecografia del1997 seppur <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni inferiori (8 mm). Gli esami preo<strong>per</strong>atoricon gli usuali markers <strong>per</strong> patologia testicolare eranonei limiti. Normale la ra<strong>di</strong>ografia del torace. Abbiamo sottopostoil paziente a esplorazione del testicolo <strong>per</strong> via inguinale conclampaggio preventivo del funicolo, exeresi della massa e valutazioneestemporanea dell’istologico. Alla <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> cisti dermoide(confermata poi all’istologia definitiva) ha <strong>per</strong>messo unaterapia conservativa del testicolo. Il decorso post o<strong>per</strong>atorio èstato regolare con <strong>di</strong>missione nelle 24 ore dopo l’intervento.Ad un primo follow-up <strong>di</strong> 6 mesi il paziente gode <strong>di</strong> buonasalute, presenta obiettività locale nei limiti.Bibliografia:1. Burt et all. Dermoid Cyst Of The Testis. Scott Med J 19982. Dockerty. Dermoid Cysts Of The Testis. J Urol 2002Poster n. 189NEOVESCICHE ORTOTOPICHE: RISULTATI MORFOFUN-ZIONALI A DISTANZA. NOSTRA ESPERIENZADall’Oglio B., Parma P., Luciano M., Bondavalli C.Azienda Ospedaliera C. Poma, MantovaIntroduzione e Obiettivi: La neoplasie vescicali infiltranti e leforme non infiltranti ad alto grado plurireci<strong>di</strong>ve, richiedono l’asportazionetotale della vescica e prostata nell’uomo e <strong>di</strong> vescicautero e annessi nelle donne. Le <strong>per</strong>centuali <strong>di</strong> sopravvivenzaa lungo termine (maggiore <strong>di</strong> 5 anni) non su<strong>per</strong>ano il 30%.Lo scopo <strong>di</strong> questo lavoro è <strong>di</strong> valutare il rispetto dell’altoapparato urinario, la continenza e più in generale il “confort”delle neovesciche ortotopiche nei nostri pazienti sopravvissutia una neoplasia vescicale infiltrante.Meto<strong>di</strong>: Dal 1990 al 1999 presso la <strong>di</strong>visione Urologicadell’Ospedale Carlo Poma <strong>di</strong> Mantova sono state eseguite 230cistectomie totali <strong>per</strong> neoplasia uroteliale infiltrante. In 155 <strong>di</strong>questi casi l’intervento si è concluso con derivazione ortotopica.L’anastomosi uretero-intestinale è stata eseguita con tecnicaantireflusso a seconda dei segmenti intestinali: Le Duc nell’ileoe tunnel sottomucoso nel colon. Gli ureteri sono sempre statistentati <strong>per</strong> 10 giorni e il catetere è stato mantenuto in sede <strong>per</strong>almeno 14 giorni. Attualmente sono sopravvissuti 37 che vengonovalutati in questo stu<strong>di</strong>o: 34 uomini e 3 donne.Risultati: I 37 pazienti stu<strong>di</strong>ati hanno un follow –up minimo <strong>di</strong>5 anni e massimo <strong>di</strong> 13 (me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> 8 anni). Di essi 16 hanno ricevutouna derivazione urinaria sec. Hautman, 11 sono state le VIP,4 le neovesciche sigmoidee sec. Reddy, 3 neovesciche sec. Studere 3 secondo Camey II. Incontinenza notturna è presente in <strong>tutti</strong>i pazienti; la continenza <strong>di</strong>urna è completa in <strong>tutti</strong> i pazienti.Cinque pazienti (4 uomini e 2 donne) sono in autocateterismo<strong>per</strong> incontinenza da rigurgito e vescica <strong>di</strong>stesa. Quattro pazientihanno sviluppato una <strong>di</strong>stensione delle vie urinarie alte da stenosidell’anastomosi uretero-vescicale e in due casi si è avuta una70Archivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004; 76, 3, Supplemento 1

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