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XIV Congresso Nazionale Società Italiana di ... - Salute per tutti

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ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia Oncologicamato l’origine neoformativa solo in 1 caso (angiomiolipoma),trattandosi, negli altri 2 casi, <strong>di</strong> fenomeni regressivi conseguentia microaree infartuali.Discussione: Il riscontro <strong>di</strong> minute formazioni subcapsulari <strong>di</strong>colorito giallastro o giallo-ocra in corso <strong>di</strong> back-table <strong>per</strong> trapianto<strong>di</strong> rene impone sempre l’accertamento istologico“estemporaneo” <strong>per</strong> il rischio dell’RCC. Spesso, tuttavia, cipossono essere problemi <strong>di</strong>agnostici, data la scarsa affidabilitàdell’esame al congelatore nel <strong>di</strong>stinguere un carcinoma renalea cellule chiare da una eterotopia surrenalica, o da altre neoplasiedel parenchima renale. Nel dubbio, è opinione con<strong>di</strong>visanon impiegare quell’organo a scopo <strong>di</strong> trapianto <strong>per</strong> ilrischio della multicentricità dell’RCC, che in un soggettoimmunosoppresso potrebbe esitare in una <strong>di</strong>ffusione dellaneoplasia. L’utilizzo <strong>di</strong> meto<strong>di</strong>che fast <strong>per</strong> l’esecuzione dell’esameistologico sul pezzo fissato in formalina probabilmente<strong>per</strong>metterà una corretta <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong>fferenziale tra patologiebenigne e micro-carcinomi del rene da trapiantare, evitando <strong>di</strong>scartare organi, <strong>per</strong>altro, assolutamente normali.Poster n. 160LA PROSTATECTOMIA RADICALE RETROPUBICA NELCARCINOMA PROSTATICO DI PAZIENTE CON TRAPIAN-TO DI RENE. CASE REPORTStellacci V., Palazzo S., Annunziata G., Saracino A.,Selvaggio O., Ditonno P., Battaglia M., Selvaggi F.P.Dipartimento dell’Emergenza e dei Trapianti <strong>di</strong> Organi, Universitàdegli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> BariIntroduzione: Le casistiche più recenti non <strong>di</strong>mostrano unaumentato rischio <strong>di</strong> neoplasia prostatica dopo trapianto <strong>di</strong>rene rispetto alla popolazione generale (1-2). Nell’ultima decade,essendo cresciuto il numero <strong>di</strong> riceventi <strong>di</strong> un rene <strong>di</strong> etàsu<strong>per</strong>iore a 50 aa., cominciano ad essere segnalati casi <strong>di</strong> carcinomadella prostata anche in questa particolare popolazione<strong>di</strong> pazienti. Anche in questo gruppo <strong>di</strong> soggetti, la prostatectomiara<strong>di</strong>cale resta la migliore opzione terapeutica. Il tipo <strong>di</strong>approccio è controverso (3), anche se la via trans-<strong>per</strong>ineale èpreferibile <strong>per</strong> il minor rischio <strong>di</strong> ledere l’uretere trapiantato,specialmente nei tumori in sta<strong>di</strong>o precoce 2-3.Materiali, Meto<strong>di</strong> e Risultati: Paziente <strong>di</strong> 62 anni, sottoposto nel1999 a trapianto renale da donatore cadavere in fossa iliacasinistra con ureteroneocistostomia secondo Lich-Gregoire. AMarzo 2004, <strong>per</strong> sintomatologia <strong>di</strong>surica ed al riscontro <strong>di</strong>valori <strong>di</strong> PSA <strong>di</strong> 7 ng/ml, veniva sottoposto a biopsia <strong>di</strong> prostata,con <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> adenocarcinoma prostatico scarsamente<strong>di</strong>fferenziato (Gleason 8: 4+4). Veniva, quin<strong>di</strong>, effettuata prostatectomiara<strong>di</strong>cale retropubica con linfadenectomia iliaca edotturatoria destra. L’istologia definitiva evidenziava una neoplasiain sta<strong>di</strong>o T2bN0M0 con margini positivi. Nel corsodella <strong>di</strong>ssezione chirurgica si verificava lesione accidentale dell’ureteretrapiantato che veniva, quin<strong>di</strong>, anastomizzato all’ureterenativo sx me<strong>di</strong>ante anastomosi T-L intubata. In 6a giornata,in seguito all’insorgere dapprima <strong>di</strong> un voluminoso urinomaretro<strong>per</strong>itoneale e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>per</strong>itonite urinosa, il pazienteveniva sottoposto a pieloneocistoanastomosi con plasticavescicale che veniva ancorata al grasso <strong>per</strong>ipielico ed al <strong>per</strong>itoneoparietale dello scavo pelvico. L’anastomosi era intubatacon un stent doppio J n 6 ch. La cistografia retrograda, eseguitain 21a giornata, non <strong>di</strong>mostrava filtraggio <strong>di</strong> urine attraversola neoanastomosi pielo-vescicale e dopo la rimozione delcatetere vescicale il paziente non presentava idronefrosi néincontinenza urinaria, con parametri <strong>di</strong> funzionalità renale stabili.Conclusioni: L’intervento chirurgico <strong>di</strong> prostatectomia ra<strong>di</strong>caleresta il trattamento <strong>di</strong> elezione delle neoplasie localizzateanche nei pazienti sottoposti a trapianto renale. Per motivilegati all’anastomosi vascolare ed alla neocistostomia, la chirurgia,effettuata con accesso retropubico, può risultare nonra<strong>di</strong>cale o gravata da complicanze a carico del rene trapiantato.Dalla nostra es<strong>per</strong>ienza si evince che l’anastomosi pielo-vescicale<strong>di</strong>retta è da preferirsi in caso <strong>di</strong> lesione dell’uretere trapiantato.Bibliografia:1. Whang M, Geffner S, Khachikian Z, Kumar A, Bonomini L, MulgaonkarS. Renal Trasplantation and Prostate Cancer: Guidelines for Screening andTreatment. Transplantation Procee<strong>di</strong>ngs 2002; 34:31962. Schonberger B, Giessing M, Vogler H, Budde K, Loening SA. Relevanceand Meaning of Prostate Cancer in Kidney Trasplantation. TransplantationProcee<strong>di</strong>ngs 2002; 34:22253. Yiou R, Salomon L, Colombel M, Patard JJ, Chopin D, Abbou CC.Perirenal Approach to Ra<strong>di</strong>cal Prostatectomy in Kidney Trasplant Recipientswith localized Prostate Cancer. Urology 1999; 53:822Comunicazioni n. 161NEFRECTOMIA LAPAROSCOPICA: NOSTRA ESPERIENZAPalazzo S. 1 , Annunziata G. 1 , Pezzolla A. 2 , Mancini V. 1 ,Lucarelli G. 1 , Bettocchi C. 1 , Veneziano I. 1 , Martino P. 1 ,Selvaggi F.P. 11Sezione <strong>di</strong> Nefrologia Chirurgia e Trapianto <strong>di</strong> Rene; 2 Sezione <strong>di</strong>Chirurgia Generale IV “Marinaccio”, Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> BariIntroduzione: Nell’ultima decade, la nefrectomia laparoscopicasi è sempre più affermata come via <strong>di</strong> accesso <strong>per</strong> il trattamento<strong>di</strong> patologie renali non maligne, e <strong>per</strong> neoplasie renali senzainfiltrazione locoregionale e <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro inferiore a 10 centimetri.Questo tipo <strong>di</strong> approccio confrontato al classico accessolombotomico sec. Turner-Warvick presenta numerosi vantaggi,tra cui il minor rischio o<strong>per</strong>atorio, la minore degenza, il minoruso <strong>di</strong> farmaci antidolorifici post-o<strong>per</strong>atori e <strong>per</strong>mette una piùrapida ripresa dell’attività lavorativa.Materiali e Meto<strong>di</strong>: Da novembre 2001 a luglio 2004, presso ilNostro Centro sono state effettuate 30 nefrectomie laparoscopiche,in 17 donne e 13 uomini, <strong>di</strong> età compresa tra i 24 anni ed82 anni(età meia: 48 aa) In 13 casi è stata effettuata una nefrectomiadestra ed in 17 casi una nefrectomia sinistra. Per le nefrectomiedestre sono stati realizzati 4 accessi, mentre a sinistra sonostate utilizzate 3 porte. In 15 pazienti (50%) è stata effettuata unanefrectomia ra<strong>di</strong>cale con asportazione dei linfono<strong>di</strong> locoregionalied in 6 casi (20%) una Nefroureterectomia <strong>per</strong> neoplasia papillaredella pelvi renale. Nei restanti 9 casi si trattava <strong>di</strong> patologiarenale benigna: 2 reni multicistici, 3 reni idronefrotici affetti dacalcolosi, 3 reni grinzi pielonefritici, 1 rene pelvico escluso. Delle15 nefrectomie effettuate <strong>per</strong> neoplasia in 8 casi è stato utilizzatoun hand-assisted-device (53%) poiché le <strong>di</strong>mensioni (> 8 cm) ola posizione della neoplasia rendeva <strong>di</strong>fficile l’accesso laparoscopicopuro. In <strong>tutti</strong> i pazienti il device è stato applicato con unabreccia chirurgica <strong>di</strong> 7.5 cm sec. un accesso tipo Gibson a livellodello scavo pelvico omolaterale alla neoplasia.Risultati: La degenza me<strong>di</strong>a ospedaliera è stata <strong>di</strong> 5.5 giorni(range 4-14 giorni). In 2 casi si è effettuata una colecistectomiaoltre la nefrectomia <strong>per</strong> la presenza <strong>di</strong> calcoli della cistifellea<strong>di</strong>agnosticati incidentalmente Solo in un caso siamo staticostretti a convertire l’intervento chirurgico a causa <strong>di</strong> sanguinamentonon controllabile laparoscopicamente. In un caso si èavuto il decesso <strong>di</strong> una paziente <strong>di</strong> 82 anni a causa delle complicanzederivate da una lesione iatrogena del duodeno che hacreato nell’imme<strong>di</strong>ato post-o<strong>per</strong>atorio una <strong>per</strong>itonite stercoracea,con decesso <strong>per</strong> sepsi. Solo un paziente ha necessitato <strong>di</strong>una trasfusione post-o<strong>per</strong>atoria a causa <strong>di</strong> una massiva <strong>per</strong><strong>di</strong>taintrao<strong>per</strong>atoria <strong>per</strong> la lesione accidentale <strong>di</strong> un vaso lombare.In termini <strong>di</strong> acquisizione della tecnica abbiamo notato unmiglioramento della curva <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento con una nettaArchivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004; 76, 3, Supplemento 161

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