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XIV Congresso Nazionale Società Italiana di ... - Salute per tutti

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Vol. 76; n. 3, Supplement 1, September 2004Founde<strong>di</strong>n 1924by:G. NicolichU. Gar<strong>di</strong>niG.B. LasioUrological and Andrological SciencesIndexed inMedline/Index Me<strong>di</strong>cusEMBASE/Excerpta Me<strong>di</strong>caMedbase/Current OpinionSIIC Data BasePerio<strong>di</strong>co trimestrale - Spe<strong>di</strong>zione in abbonamento postale - 45% - art. 2 comma 20/B legge 662/96 - Milano<strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong><strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong><strong>di</strong> Urologia Oncologica(S.I.Ur.O.)Main Topic: Le Neoplasie del Rene e del Surrene9-12 Dicembre 2004 - Trieste9 Dicembre 2004Giornata pre-congressualede<strong>di</strong>cata al decennaledella scomparsadel Prof. L. GiulianiGiuseppe MartoranaPresidente S.I.Ur.OEmanuele BelgranoPresidente del <strong>Congresso</strong>Official Journalof the SIEUNS.I.E.U.N.<strong>Società</strong><strong>Italiana</strong> <strong>di</strong>EcografiaUrologicaNefrologica eandrologicaOfficial Journalof the SIUrOSIUrO<strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong>Urologia Oncologica


Urological and Andrological SciencesOfficial Journal of the SIEUN - Official Journal of the SIUrOIndexed inMedline/Index Me<strong>di</strong>cusEMBASE/Excerpta Me<strong>di</strong>caMedbase/Current OpinionSIIC Data BaseFounded in 1924 by: G. Nicolich, U. Gar<strong>di</strong>ni, G.B. Lasio


<strong>XIV</strong> CONGRESSO NAZIONALESOCIETA’ ITALIANA DI UROLOGIA ONCOLOGICA (S.I.Ur.O.)Main Topic: Le Neoplasie del Rene e del SurrenePresidente S.I.Ur.O.: Prof. Giuseppe MartoranaPresidente del <strong>Congresso</strong>: Prof. Emanuele BelgranoTrieste, 9-12 Dicembre 2004Sede del <strong>Congresso</strong>: Palazzo dei Congressi, Stazione MarittimaI


Consiglio Direttivo e Scientifico S.I.Ur.O.PresidenteGiuseppe MartoranaPast PresidentFrancesco BoccardoVice PresidenteGiorgio ArcangeliSegretario e TesoriereAlessandro BertacciniConsiglieriMichele Battaglia, Oscar Bertetto, Enrico Bollito, Sergio Bracarda,Giario Conti, Domenico Prezioso, Gigliola SicaComitato organizzatore localeStefano BiancoAndrea BoltarUmberto CaramutaSandro CiampaliniGianluca D’AloiaGiovanni LiguoriDiego MaregaGianfranco SavocaSalvatore SiracusanoMoreno TontodonatiCarlo TrombettaIl Convegno è organizzato sotto il Patrocinio <strong>di</strong>:Ministero della <strong>Salute</strong> – in richiestaRegione Autonoma Friuli – Venezia GiuliaUniversità degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Trieste<strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia – S.I.U.Associazione Urologi Italiani – A.U.R.O.<strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Andrologia – S.I.A.Gruppo Italiano <strong>di</strong> Uropatologia – G.i.u.p.Associazione <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>ologia Oncologica – A.I.R.O.Associazione <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Oncologia Me<strong>di</strong>ca – A.I.O.M.<strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Cancerologia – S.I.C.<strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Psiconcologia – S.I.P.O.Stu<strong>di</strong> Avanzati Malattie Urologiche – S.A.M.U.R. – onlusII


Cari Amici e Cari Colleghi,è con grande piacere che Vi do il benvenuto al <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> della <strong>Società</strong><strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia Oncologica.Il main topic <strong>di</strong> quest’anno è il Carcinoma <strong>di</strong> Rene e Surrene.Le <strong>di</strong>verse tematiche saranno approfon<strong>di</strong>te e <strong>di</strong>battute nei vari aspettie con il contributo <strong>di</strong> numerosi es<strong>per</strong>ti anche non urologi.Sarà un vero <strong>Congresso</strong> multi<strong>di</strong>sciplinare così come è nella storia della <strong>Società</strong>.Il <strong>Congresso</strong>, che si articola su tre giornate, è preceduto da una giornata de<strong>di</strong>cataalla memoria del Professor Luciano Giuliani, figura fondamentale <strong>per</strong> la nascita e losviluppo della SIUrO.Le giornate congressuali prevedono workshop, letture magistrali, simposi, highlightsui tumori <strong>di</strong> pene, testicoli, prostata e vescica, sessioni <strong>di</strong> comunicazioni, poster,video e 12 corsi, <strong>di</strong> cui uno <strong>di</strong> chirurgia in <strong>di</strong>retta e tre pratici (hands on). Questi ultimiverranno svolti in contemporanea ma ripetuti <strong>per</strong> tutte le tre giornate congressuali.Le principali <strong>Società</strong> Scientifiche con interessi uro-oncologici, a livello nazionale edeuropeo (SIU, AURO, EORTC, ESOU, ecc), sono state coinvolte ed hanno partecipatoalla definizione del programma scientifico.Sono certo che anche l’interesse delle patologie trattate, lo spessore culturale deglispeakers e la formula del <strong>Congresso</strong> SIUrO Vi offriranno un adeguato e importantemomento <strong>di</strong> aggiornamento!È <strong>per</strong>tanto a nome <strong>di</strong> <strong>tutti</strong> i componenti del Comitato Direttivo SIUrO che rinnovoil benvenuto a questo appuntamento scientifico!Giuseppe MartoranaPresidente S.I.Ur.O.Cari Colleghi,è un grande onore <strong>per</strong> i miei collaboratori e <strong>per</strong> me ospitare il <strong>Congresso</strong> <strong>di</strong>una <strong>Società</strong> che ha raggiunto un livello scientifico così elevato da rappresentare unsicuro punto <strong>di</strong> riferimento ed irrinunciabile momento <strong>di</strong> incontro <strong>per</strong> <strong>tutti</strong> gli specialistiinteressati alla patologia neoplastica del surrene, dell’apparato urinario e dell’apparatogenitale maschile.Nel decennale della scomparsa del Prof. Luciano Giuliani, primo Presidente e fondatore<strong>di</strong> questa <strong>Società</strong> sarà un piacere del Prof. Giuseppe Martorana, mio e mi auguro <strong>di</strong>molti <strong>di</strong> Voi, ricordarlo con una sessione <strong>di</strong> “live surgery” e la presentazione <strong>di</strong> lavoriscientifici de<strong>di</strong>cati alla Sua memoria.Il programma è denso <strong>di</strong> appuntamenti <strong>di</strong> grande interesse ma io s<strong>per</strong>o che <strong>tutti</strong> voipossiate trovare un poco <strong>di</strong> tempo <strong>per</strong> visitare qualche angolo della città o dei suoi<strong>di</strong>ntorni. La sede congressuale è situata in una posizione strategica <strong>per</strong> questoscopo: in pochi minuti a pie<strong>di</strong> si arriva alle stra<strong>di</strong>ne della vecchia Cavana e delGhetto, ricche <strong>di</strong> piccoli negozi <strong>di</strong> artigianato e <strong>di</strong> antiquariato. In meno <strong>di</strong> mezz’ora cisi può arrampicare, passando attraverso l’Arco Romano <strong>di</strong> Riccardo, sino alla Chiesa<strong>di</strong> San Giusto nella quale si apprezza la continuità dal Luogo Sacro dell’Età Romanacon quello Bizantino e via via Romanico che riunisce, <strong>per</strong>fettamente conservato, in untutt’uno i <strong>di</strong>fferenti e<strong>di</strong>fici, molti dei quali rico<strong>per</strong>ti da magnifici mosaici.Se si vuole salire ancora un poco, dalle torri del Castello <strong>di</strong> San Giusto si puòapprezzare uno dei più bei panorami a 360° che una città possa offrire. Da lontano sivedono i castelli <strong>di</strong> Miramare, la cui visita è senz’altro consigliabile a chi ha amore<strong>per</strong> le cose antiche e <strong>per</strong> la Storia, e quello <strong>di</strong> Duino che si può raggiungere attraversouna in<strong>di</strong>menticabile passeggiata sul ciglio della scogliera de<strong>di</strong>cata al poeta Rilke.Sono certo che Trieste darà il suo contributo al successo del <strong>Congresso</strong> con il suofascino, la sua tra<strong>di</strong>zionale ospitalità, la sua cucina e le sue capacità organizzative.Emanuele BelgranoPresidente del <strong>Congresso</strong>IIIArchivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004, 76, 3, Supplemento 1


<strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia OncologicaPROGRAMMA SCIENTIFICOGiovedì, 9 <strong>di</strong>cembre 2004 - N° Cre<strong>di</strong>ti ECM*Giuliani’s Day08.00 - 08.15 Compilazione questionario <strong>di</strong> verificaSala Saturnia - Corso Chirurgia in <strong>di</strong>retta08.15 - 14.15 Dalla Sala O<strong>per</strong>atoriaModeratori: Lotti T. (Napoli), Rizzo M. (Firenze)Prostatectomia Ra<strong>di</strong>cale Laparoscopica (Sala A)O<strong>per</strong>atore <strong>di</strong> sala o<strong>per</strong>atoria: Martorana G. (Bologna)Prostatectomia Ra<strong>di</strong>cale Nerve Sparing con Linfadenectomia (Sala B)O<strong>per</strong>atore <strong>di</strong> sala o<strong>per</strong>atoria: Carmignani G. (Genova)Nefrectomia allargata (Sala B)O<strong>per</strong>atore <strong>di</strong> sala o<strong>per</strong>atoria: Belgrano E. (Trieste)Letture su:La prostatectomia video laparoscopicaRelatore: Gaboar<strong>di</strong> F. (Milano)La prostatectomia Ra<strong>di</strong>cale OpenRelatore: Puppo P. (Genova)La chirurgia del reneRelatore: Giberti C. (Savona)14.15 - 16.00 Inaugurazione e cocktail <strong>di</strong> benvenutoSeduta Plenaria - Sala Saturnia16.00 - 16.45 Corso - La prima chirurgia urologicaModeratorI: Laurenti C. (Roma), Micali F. (Roma)Le vie <strong>di</strong> accesso in chirurgia urologicaRelatore: Giberti C. (Savona)Le derivazioni urinarieRelatore: Gaboar<strong>di</strong> F. (Milano)16.45 - 17.30 Corso - Le chirurgie urologiche più recentiModeratorI: Varaldo M. (Genova), Di Silverio F. (Roma)La chirurgia andrologicaRelatore: Trombetta C. (Trieste)La chirurgia della incontinenza urinariaRelatore: Siracusano S. (Trieste)17.30 - 18.15 Corso - La calcolosi urinariaModeratorI: Pescatore D. (Sanremo), Polito M. (Ancona)Il primo stone centre: ricor<strong>di</strong> e attualitàRelatore: Bottino P. (Genova)La prevenzione delle reci<strong>di</strong>ve e la miniinvasivitàRelatore: Bottino P. (Genova)L'i<strong>per</strong>paratiroi<strong>di</strong>smoRelatore: Repetto U. (La Spezia)18.15 - 18.45 Lettura magistrale - il PONCAPPresenter: Martorana G. (Bologna)La prima es<strong>per</strong>ienza <strong>di</strong> coo<strong>per</strong>azione multi<strong>di</strong>sciplinare in uro-oncologiaRelatore: Boccardo F. (Genova)18.45 - 19.00 Compilazione questionario <strong>di</strong> verifica*Per le modalità con cui vengono assegnati i Cre<strong>di</strong>ti ECM, consultare la Sez. ECM o L’EDUCAZIONE CONTINUA IN MEDICINA a pag. XXXII.Archivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004, 76, 3, Supplemento 1IV


Venerdì, 10 <strong>di</strong>cembre 2004 - N° Cre<strong>di</strong>ti ECM*07.45 - 08.00 Compilazione questionario <strong>di</strong> verificaSeduta Plenaria - Sala Saturnia08.00 - 09.30 Corso - Patologia delle neoplasie renali (in collaborazione con GIUP)Moderatori: Silvestri F. (Trieste), Bollito E. (Torino)Classificazioni del carcinoma renaleRelatore: Montironi R. (Ancona)Cosa c’è <strong>di</strong> nuovo sulla sta<strong>di</strong>azione pTNM del carcinoma renaleRelatore: Mikuz G. (Innsbruck - Austria)Le patologie pe<strong>di</strong>atriche del reneRelatore: Collini P. (Milano)PEC-oma: aggiornamentoRelatore: Pea M. (Verona)09.30 - 10.00 Lettura magistrale - Giuliani lecturePresenter: Martorana G. (Bologna)"Il futuro dell'urologia"Relatore: Debruyne F. (GA, Nijmegen)10.00 - 11.00 Workshop - Il ruolo della chirurgia nelle neoplasie renali avanzateModeratori: Bono A.V. (Varese), Rocco F. (Milano)La trombosi cavaleRelatore: Cosciani Cunico S. (Brescia)Le nefrectomie "<strong>di</strong>fficili"Relatore: Zattoni F. (U<strong>di</strong>ne)Il ruolo della linfectomiaRelatore: Carmignani G. (Genova)11.00 - 11.30 Last year highlightPresenter: Bertaccini A. (Bologna)I tumori della prostataRelatore: Prayer Galletti T. (Padova)Sale Oceania A, B, C - Sala Vulcania 111.30 - 12.30 Comunicazioni / Comunicazioni selezionate/ VideoSeduta Plenaria - Sala Saturnia12.30 - 13.00 Lettura magistralePresenter: Bracarda S. (Perugia)Fattori prognosticiRelatore: Boccardo F. (Genova)13.00 - 14.30 Lunch Simposio - ELI LILLYLa Gemcitabina nel trattamento delle neoplasie della vescica:dalle forme su<strong>per</strong>ficiali alle forme avanzate, novità e confermeModeratori: Bono A.V. (Varese), Bartoletti R. (Firenze)Razionale <strong>di</strong> impiego della Gemcitabina nel carcinoma su<strong>per</strong>ficiale della vescicaRelatore: De Berar<strong>di</strong>nis E. (Roma)VL'attività clinica della Gemcitabina nei pazienti con neoplasia vescicale su<strong>per</strong>ficialea rischio interme<strong>di</strong>oRelatore: Casetta G. (Torino)* Per le modalità con cui vengono assegnati i Cre<strong>di</strong>ti ECM, consultare la Sez. ECM o L’EDUCAZIONE CONTINUA IN MEDICINA a pag. XXXII.Archivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004, 76, 3, Supplemento 1


<strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia OncologicaIl trattamento dei pazienti affetti da carcinoma su<strong>per</strong>ficiale della vescica refrattario al BCG:esistono nuove opzioni terapeutiche?Relatore: Gunelli R. (Forlì)Stato dell’arte nel trattamento delle forme infiltranti e metastatiche del carcinoma della vescicaRelatore: Cortesi E. (Roma)14.45 - 15.45 Workshop - Recenti progressi nella <strong>di</strong>agnostica delle masse renaliModeratori: Trombetta C. (Trieste), Bertolotto M. (Trieste)Novità in campo <strong>di</strong> imaging ecografico con mezzo <strong>di</strong> contrastoRelatore: Siracusano S. (Trieste)La <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong>fferenziale delle piccole lesioni renaliRelatore: Pavlica P. (Bologna)Il ruolo dell'imaging intrao<strong>per</strong>atorioRelatore: Liguori G. (Trieste)Hall15.45 - 16.30 Poster - Meet the Authors & Coffee breakSeduta Plenaria - Sala Saturnia16.30 - 17.45 Workshop - Ruolo della chirurgia e della ra<strong>di</strong>oterapia nel trattamento delle metastasidelle neoplasie renaliModeratorI: Battaglia M. (Bari), Pizzocaro G. (Milano)Trattamento chirurgico delle metastasi polmonarie stop-flow delle forme ino<strong>per</strong>abili resistenti alla terapia me<strong>di</strong>caRelatore: Bovolato P. (Brescia)Chirurgia <strong>di</strong> "parete" nelle metastasi toracicheRelatore: Incarbone M. (Rozzano)Trattamento delle metastasi osseeRelatore: Ippolito V. (Brescia)Il ruolo della ra<strong>di</strong>oterapiaRelatore: Arcangeli G. (Roma)Sala Oceania C17.45 - 19.45 Hands on - Corso pratico - LaparoscopiaModeratorI: Martorana G. (Bologna), Guazzoni G. (Milano)IntroduzioneRelatore: Martorana G. (Bologna)Pneumo<strong>per</strong>itoneo e vie <strong>di</strong> accesso della VLRPRelatori: Grosso G. (Peschiera del Garda), Disanto V. (Aquaviva delle Fonti), Martina G. (Sondalo)Tecnica chirurgica nella VLRPRelatori: Pansadoro V. (Roma), Cestari A. (Milano), Manferrari F. (Bologna)Tecniche <strong>di</strong> emostasi e <strong>di</strong> struttura utilizzabili nella VLRPRelatori: Bianchi G. (Modena), Simonato A. (Milano), Porpiglia F. (Orbassano)Risultati funzionali ed oncologici della VLRPRelatori: Gaboar<strong>di</strong> F. (Milano), Amenta M. (Peschiera del Garda), Bertaccini A. (Bologna)Conclusioni del corsoRelatore: Guazzoni G. (Milano)Dimostrazioni tecniche sull'uso delle strumentazioni con utilizzo da parte dei partecipantidel Pelvic TrainerSala Oceania B17.45 - 19.45 Biopsia prostatica ecoguidataModeratorI: Fandella A. (Treviso), Guazzieri S. (Belluno)Archivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004, 76, 3, Supplemento 1VI


Introduzione e presentazione del corsoRelatori: Fandella A. (Treviso), Guazzieri S. (Belluno)Cenni <strong>di</strong> fisica degli ultrasuoni - L’effetto doppler ed i mezzi <strong>di</strong> contrasto ecograficiRelatori: Virgili G. (Roma), Faggiano I. (Treviso)In<strong>di</strong>cazioni alla biopsiaRelatori: Bertaccini A. (Bologna), Galosi A. (Ancona), Trombetta C. (Trieste)Tecnica, materiali e preparazione del paziente (antibiotico-consenso-cenni anestesia)Relatori: De Luca S. (Torino), D'Incà G. (Belluno), Drago G. (Treviso)Biopsia transrettale (film)Relatori: Gunelli R. (Forlì), Scattoni V. (Milano), Liguori G. (Trieste)Biopsia trans<strong>per</strong>ineale (film)Relatori: Zambolin T. (Brescia), Martino P. (Bari), Milani C. (Padova)Biopsia doppler guidata (film)Relatori: Buttazzi L. (Pordenone), Maruzzi D. (Pordenone)Numero e sede dei prelieviRelatori: Manferrari F. (Bologna), Consonni P. (Castellanza)Le "rebiopsie"Relatori: Introini C. (Genova), Fandella A. (Treviso), Prayer Galletti T. (Padova)La biopsia dopo ra<strong>di</strong>oterapiaRelatori: Signor M. (U<strong>di</strong>ne), Bortolus R. (Aviano)La biopsia dell’anastomosi dopo prostatectomia;Relatori: Nava L. (Milano), Berté R. (Gorizia)Lo "specimen" biopticoRelatori: Camilot D. (Trieste), Schneider M. (Trieste), Bussani R. (Trieste)Dimostrazioni tecniche sull'uso delle strumentazioni con utilizzo delle attrezzatureda parte dei partecipantiSala Vulcania17.45 - 19.45 Trattamento della reci<strong>di</strong>va locale <strong>di</strong> carcinoma prostaticoModeratore: Conti G. (Como)Definizione e <strong>di</strong>agnosi della ripresa localeRelatore: Scattoni V. (Milano)Ra<strong>di</strong>oterapia dopo prostatectomia ra<strong>di</strong>caleRelatori: Valdagni R. (Milano), Vavassori V. (Varese)Prostatectomia ra<strong>di</strong>cale dopo ra<strong>di</strong>oterapia definitivaRelatore: Terrone C. (Orbassano)hifu: in<strong>di</strong>cazioni e limiti nella ripresa localeRelatore: Conti G. (Como)Brachiterapia: in<strong>di</strong>cazioni e limiti nella ripresa localeRelatore: Nava L. (Milano)Ra<strong>di</strong>ofrequenza: in<strong>di</strong>cazioni e limiti nella ripresa localeRelatore: Bergamaschi F. (Melegnano)Crioterapia: in<strong>di</strong>cazioni e limiti nella ripresa localeRelatore: Galosi A. (Ancona)Dimostrazioni tecniche sull'uso delle strumentazioni con utilizzo delle attrezzatureda parte dei partecipanti19.45 - 20.00 Compilazione questionario <strong>di</strong> verificaVIIArchivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004, 76, 3, Supplemento 1


<strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia OncologicaSabato, 11 <strong>di</strong>cembre 2004 - N° Cre<strong>di</strong>ti ECM*07.45 - 08.00 Compilazione questionario <strong>di</strong> verificaSeduta plenaria - Sala Saturnia08.00 - 09.00 Corso - ImmunoterapiaModeratorI: Boccardo F. (Genova), Bracarda S. (Perugia)Fattori prognostici <strong>per</strong> risposta ad IL-2Relatore: Galligioni E. (Trento)IL-2 ad alte dosi in bolo ed infusione continuaRelatore: Ruggeri E. (Roma)IL-2 a basse dosi+INF-alphaRelatore: Bracarda S. (Perugia)Immunoterapia a<strong>di</strong>uvante, stato attualeRelatore: Passalacqua R. (Parma)09.00 - 10.00 Corso - Immuno-chemioterapiaModeratorI: Ceccherini R. (Trieste), Manzione L. (Potenza)Interferon e vinblastinaRelatore: Cortesi E. (Roma)Schemi con 5-FluorouracileRelatore: Bertetto O. (Torino)Schemi con gemcitabinaRelatore: Guida M. (Bari)Nuovi approcci terapeuticiRelatore: Tuveri G. (Trieste)10.00 - 10.30 Lettura magistrale - Lettura AIEOPPresenter: Schleef J. (Trieste)Il tumore <strong>di</strong> WilmsRelatore: Burnelli R. (Bologna)10.30 - 11.30 Simposio satellite - AVENTISRecenti innovazioni nel trattamento del carcinoma prostaticoModeratorI: Dogliotti L. (Torino), Martorana G. (Bologna)Ruolo <strong>di</strong> Docetaxel nel trattamento del carcinoma prostatico ormonorefrattarioRelatore: Bertetto O. (Torino)Prospettive future derivanti dall'impiego dei nuovi farmaci biologiciRelatore: Bracarda S. (Perugia)11.30 - 12.00 Last year highlightPresenter: Conti G. (Como)I tumori del testicoloRelatore: Salvioni R. (Milano)Sale Oceania A, B, C, Sala Vulcania 112.00 - 13.00 Comunicazioni / comunicazioni selezionate / videoSeduta plenaria - Sala Saturnia13.00 - 14.30 Lunch simposio - NOVARTISPrevenzione degli eventi scheletrici nel carcinoma prostatico: quando e a chi?Discussione <strong>di</strong> casi cliniciProvoker: G. Conti (Como)Panel list: Boccardo F. (Genova), Bertaccini A. (Bologna), Vavassori V. (Varese)* Per le modalità con cui vengono assegnati i Cre<strong>di</strong>ti ECM, consultare la Sez. ECM o L’EDUCAZIONE CONTINUA IN MEDICINA a pag. XXXII.Archivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004, 76, 3, Supplemento 1VIII


14.45 - 16.15 Corso - Ricerca <strong>di</strong> base - angiogenesi e proteine <strong>di</strong> adesione (in collaborazione con SIC)Moderatori: Barone C. (Roma), Sica G. (Roma), Citta<strong>di</strong>ni A. (Roma)Basi cellulari e molecolari dell'angiogenesiRelatore: Presta M. (Brescia)Livelli <strong>di</strong> IL-6 e VEGF in pazienti con carcinoma renale metastaticosottoposti a trattamento con talidomideRelatore: Bracarda S. (Perugia)Proteine <strong>di</strong> adesione e tumori dell'apparato urogenitaleRelatore: Sica G. (Roma)Sale Oceania A, C, Sale Vulcania e Vulcania 116.15 - 17.00 Comunicazioni / videoSeduta plenaria - Sala Saturnia17.00 - 17.30 Lettura magistrale - ESOU lecturePresenter: Bertaccini A. (Bologna)Epidemiologia ed eziologiaRelatore: Turkeri L. (Istambul, Turchia)Sala Oceania C17.30 - 19.30 Hands on - Corso pratico - LaparoscopiaModeratorI: Martorana G. (Bologna), Guazzoni G. (Milano)IntroduzioneRelatore: Martorana G. (Bologna)Pneumo<strong>per</strong>itoneo e vie <strong>di</strong> accesso della VLRPRelatori: Grosso G. (Peschiera del Garda), Disanto V. (Aquaviva delle Fonti), Martina G. (Sondalo)Tecnica chirurgica nella VLRPRelatori: Pansadoro V. (Roma), Cestari A. (Milano), Manferrari F. (Bologna)Tecniche <strong>di</strong> emostasi e <strong>di</strong> struttura utilizzabili nella VLRPRelatori: Bianchi G. (Modena), Simonato A. (Milano), Porpiglia F. (Orbassano)Risultati funzionali ed oncologici della VLRPRelatori: Gaboar<strong>di</strong> F. (Milano), Amenta M. (Peschiera del Garda), Bertaccini A. (Bologna)Conclusioni del corsoRelatore: Guazzoni G. (Milano)Dimostrazioni tecniche sull'uso delle strumentazioni con utilizzo da parte dei partecipantidel Pelvic TrainerSala Oceania B17.30 - 19.30 Biopsia prostatica ecoguidataModeratorI: Fandella A. (Treviso), Guazzieri S. (Belluno)Introduzione e presentazione del corsoRelatori: Fandella A. (Treviso), Guazzieri S. (Belluno)Cenni <strong>di</strong> fisica degli ultrasuoni - L’effetto doppler ed i mezzi <strong>di</strong> contrasto ecograficiRelatori: Virgili G. (Roma), Faggiano I. (Treviso)In<strong>di</strong>cazioni alla biopsiaRelatori: Bertaccini A. (Bologna), Galosi A. (Ancona), Trombetta C. (Trieste)Tecnica, materiali e preparazione del paziente (antibiotico-consenso-cenni anestesia)Relatori: De Luca S. (Torino), D'Incà G. (Belluno), Drago G. (Treviso)Biopsia transrettale (film)Relatori: Gunelli R. (Forlì), Scattoni V. (Milano), Liguori G. (Trieste)Biopsia trans<strong>per</strong>ineale (film)Relatori: Zambolin T. (Brescia), Martino P. (Bari), Milani C. (Padova)Biopsia doppler guidata (film)Relatori: Buttazzi L. (Pordenone), Maruzzi D. (Pordenone)Numero e sede dei prelieviRelatori: Manferrari F. (Bologna), Consonni P. (Castellanza)Le "rebiopsie"Relatori: Introini C. (Genova), Fandella A. (Treviso), Prayer Galletti T. (Padova)IXArchivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004, 76, 3, Supplemento 1


<strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia OncologicaLa biopsia dopo ra<strong>di</strong>oterapiaRelatori: Signor M. (U<strong>di</strong>ne), Bortolus R. (Aviano)La biopsia dell’anastomosi dopo prostatectomia;Relatori: Nava L. (Milano), Berté R. (Gorizia)Lo "specimen" biopticoRelatori: Camilot D. (Trieste), Schneider M. (Trieste), Bussani R. (Trieste)Dimostrazioni tecniche sull'uso delle strumentazioni con utilizzo delle attrezzatureda parte dei partecipantiSala Vulcania17.30 - 19.30 Trattamento della reci<strong>di</strong>va locale <strong>di</strong> carcinoma prostaticoModeratore: Conti G. (Como)Definizione e <strong>di</strong>agnosi della ripresa localeRelatore: Scattoni V. (Milano)Ra<strong>di</strong>oterapia dopo prostatectomia ra<strong>di</strong>caleRelatori: Valdagni R. (Milano), Vavassori V. (Varese)Prostatectomia ra<strong>di</strong>cale dopo ra<strong>di</strong>oterapia definitivaRelatore: Terrone C. (Orbassano)Hifu: in<strong>di</strong>cazioni e limiti nella ripresa localeRelatore: Conti G. (Como)Brachiterapia: in<strong>di</strong>cazioni e limiti nella ripresa localeRelatore: Nava L. (Milano)Ra<strong>di</strong>ofrequenza: in<strong>di</strong>cazioni e limiti nella ripresa localeRelatore: Bergamaschi F. (Melegnano)Crioterapia: in<strong>di</strong>cazioni e limiti nella ripresa localeRelatore: Galosi A. (Ancona)Dimostrazioni tecniche sull'uso delle strumentazioni con utilizzo delle attrezzatureda parte dei partecipanti19.30 - 19.45 Compilazione questionario <strong>di</strong> verificaSala Vulcania08.30 - 13.00 Corso <strong>per</strong> infermieri (Programma pag. XIII)19.30 - 20.30 Seduta amministrativa (Nel corso della seduta amministrativa verranno premiatele 4 comunicazioni migliori tra le comunicazioni selezionate)Domenica, 12 <strong>di</strong>cembre 2004 - N° Cre<strong>di</strong>ti ECM*07.45 - 08.00 Compilazione questionario <strong>di</strong> verificaSeduta Plenaria - Sala Saturnia08.00 - 09.30 Corso - Chirurgia delle forme localizzateModeratori: Belgrano E. (Trieste), Pagano F. (Padova)IntroduzioneRelatore: Pagano F. (Padova)La chirurgia a cielo a<strong>per</strong>toRelatore: Carini M. (Firenze)La chirurgia laparoscopicaRelatore: Scarpa R. (Orbassano)Terapie alternative conservativeRelatore: Altieri V. (Napoli)* Per le modalità con cui vengono assegnati i Cre<strong>di</strong>ti ECM, consultare la Sez. ECM o L’EDUCAZIONE CONTINUA IN MEDICINA a pag. XXXII.Archivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004, 76, 3, Supplemento 1X


Il follow-upRelatore: Melloni D. (Messina)ConclusioniRelatore: Belgrano E. (Trieste)09.30 - 10.00 Lettura magistrale - EORTC LecturePresenter: Prezioso D. (Napoli)Nuovi protocolli EORTC sui tumori del rene e del surreneRelatore: Kirkali Z. (Izmir, Turchia)10.00 - 11.30 Workshop - Chirurgia del surreneModeratori: Motta M. (Catania), Fontana D. (Torino)Inquadramento anatomo patologicoRelatore: Scarpelli M. (Ancona)L'incidentaloma surrenalico: trattamento vs osservazioneRelatore: Bellantone R. (Roma)Le complicanze me<strong>di</strong>che e chirurgiche della surrenectomia mono e bilateraleRelatore: Selvaggi F. (Bari)Il carcinoma del surrene: il trattamento delle forme avanzateRelatore: Dogliotti L. (Orbassano)Il follow-up nel feocromocitoma surrenalicoRelatore: Nardecchia A. (Bari)11.30 - 12.00 Lettura magistrale - GeneticaPresenter: Battaglia M. (Bari)Il ganglioneuroblastoma ed il feocromocitomaRelatore: Lasorella A. (New York, U.S.A.)12.00 - 12.30 Last year highlightPresenter: Prezioso D. (Napoli)I tumori della vescicaRelatore: Bassi P. (Padova)12.30 - 13.00 Last year highlightPresenter: Pavone M. (Palermo)I tumori del peneRelatore: Pizzocaro G. (Milano)Hall13.00 - 13.45 Poster - Meet the Authors & buffetSala Oceania C13.45 - 15.45 Hands on - Corso pratico - LaparoscopiaModeratorI: Martorana G. (Bologna), Guazzoni G. (Milano)IntroduzioneRelatore: Martorana G. (Bologna)Pneumo<strong>per</strong>itoneo e vie <strong>di</strong> accesso della VLRPRelatori: Grosso G. (Peschiera del Garda), Disanto V. (Aquaviva delle Fonti), Martina G. (Sondalo)Tecnica chirurgica nella VLRPRelatori: Pansadoro V. (Roma), Cestari A. (Milano), Manferrari F. (Bologna)Tecniche <strong>di</strong> emostasi e <strong>di</strong> struttura utilizzabili nella VLRPRelatori: Bianchi G. (Modena), Simonato A. (Milano), Porpiglia F. (Orbassano)Risultati funzionali ed oncologici della VLRPRelatori: Gaboar<strong>di</strong> F. (Milano), Amenta M. (Peschiera del Garda), Bertaccini A. (Bologna)Conclusioni del corsoRelatore: Guazzoni G. (Milano)XIArchivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004, 76, 3, Supplemento 1


<strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia OncologicaDimostrazioni tecniche sull'uso delle strumentazioni con utilizzo da parte dei partecipantidel Pelvic TrainerSala Oceania B13.45 - 15.45 Biopsia prostatica ecoguidataModeratorI: Fandella A. (Treviso), Guazzieri S. (Belluno)Introduzione e presentazione del corsoRelatori: Fandella A. (Treviso), Guazzieri S. (Belluno)Cenni <strong>di</strong> fisica degli ultrasuoni - L’effetto doppler ed i mezzi <strong>di</strong> contrasto ecograficiRelatori: Virgili G. (Roma), Faggiano I. (Treviso)In<strong>di</strong>cazioni alla biopsiaRelatori: Bertaccini A. (Bologna), Galosi A. (Ancona), Trombetta C. (Trieste)Tecnica, materiali e preparazione del paziente (antibiotico-consenso-cenni anestesia)Relatori: De Luca S. (Torino), D'Incà G. (Belluno), Drago G. (Treviso)Biopsia transrettale (film)Relatori: Gunelli R. (Forlì), Scattoni V. (Milano), Liguori G. (Trieste)Biopsia trans<strong>per</strong>ineale (film)Relatori: Zambolin T. (Brescia), Martino P. (Bari), Milani C. (Padova)Biopsia doppler guidata (film)Relatori: Buttazzi L. (Pordenone), Maruzzi D. (Pordenone)Numero e sede dei prelieviRelatori: Manferrari F. (Bologna), Consonni P. (Castellanza)Le "rebiopsie"Relatori: Introini C. (Genova), Fandella A. (Treviso), Prayer Galletti T. (Padova)La biopsia dopo ra<strong>di</strong>oterapiaRelatori: Signor M. (U<strong>di</strong>ne), Bortolus R. (Aviano)La biopsia dell’anastomosi dopo prostatectomia;Relatori: Nava L. (Milano), Berté R. (Gorizia)Lo "specimen" biopticoRelatori: Camilot D. (Trieste), Schneider M. (Trieste), Bussani R. (Trieste)Dimostrazioni tecniche sull'uso delle strumentazioni con utilizzo delle attrezzatureda parte dei partecipantiSala Vulcania13.45 - 15.45 Trattamento della reci<strong>di</strong>va locale <strong>di</strong> carcinoma prostaticoModeratore: Conti G. (Como)Definizione e <strong>di</strong>agnosi della ripresa localeRelatore: Scattoni V. (Milano)Ra<strong>di</strong>oterapia dopo prostatectomia ra<strong>di</strong>caleRelatori: Valdagni R. (Milano), Vavassori V. (Varese)Prostatectomia ra<strong>di</strong>cale dopo ra<strong>di</strong>oterapia definitivaRelatore: Terrone C. (Orbassano)Hifu: in<strong>di</strong>cazioni e limiti nella ripresa localeRelatore: Conti G. (Como)Brachiterapia: in<strong>di</strong>cazioni e limiti nella ripresa localeRelatore: Nava L. (Milano)Ra<strong>di</strong>ofrequenza: in<strong>di</strong>cazioni e limiti nella ripresa localeRelatore: Bergamaschi F. (Melegnano)Crioterapia: in<strong>di</strong>cazioni e limiti nella ripresa localeRelatore: Galosi A. (Ancona)Dimostrazioni tecniche sull'uso delle strumentazioni con utilizzo delle attrezzatureda parte dei partecipanti15.45 - 16.00 Compilazione questionario <strong>di</strong> verificaArchivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004, 76, 3, Supplemento 1XII


PROGRAMMA CORSO INFERMIERISTICOSabato, 11 <strong>di</strong>cembre 2004 - 3 Cre<strong>di</strong>ti ECM*Sala Vulcania07.45 – 08.00 Registrazione corsisti e compilazione questionario <strong>di</strong> verifica08.00 – 08.15 Saluto AutoritàI SESSIONE08.15 – 10.00 LaparoscopiaModeratori: Belgrano E. (Trieste), Sanseverino C. (Trieste)Laporoscopia renale: Il punto <strong>di</strong> vista del chirurgoRelatore: Siracusano S. (Trieste)Laparoscopia prostatica: Il punto <strong>di</strong> vista del chirurgoRelatore: Savoca G. (Trieste)Aspetto infermieristico <strong>di</strong> sala o<strong>per</strong>atoriaRelatore: Marega R. (Bologna)Aspetto infermieristico <strong>di</strong> unità o<strong>per</strong>ativaRelatore: Russo M. (Torino)Riabilitazione urinariaRelatore: Saurin B. (U<strong>di</strong>ne)Riabilitazione sessualeRelatore: Sanseverino C. (Torino)II SESSIONE10.00 – 11.15 Endoscopia uretraleModeratori: Martorana G. (Bologna), Bagagiolo M. (Trieste)Il punto <strong>di</strong> vista del chirurgoRelatore: Ciampalini S. (Trieste)Aspetto infermieristico <strong>di</strong> sala o<strong>per</strong>atoriaRelatore: Fuk P. (Trieste)Aspetto infermieristico <strong>di</strong> unità o<strong>per</strong>ativaRelatore: Gr<strong>di</strong>na S. (Trieste)III SESSIONE11.15 – 12.50 Derivazioni urinarieModeratori: Belgrano E. (Trieste), Federico E. (Trieste)Derivazioni urinarie esterne: Il punto <strong>di</strong> vista del chirurgoRelatore: Savoca G. (Trieste)Derivazioni urinarie ortotopiche: Il punto <strong>di</strong> vista del chirurgoRelatore: Siracusano S. (Trieste)Il posizionamento del paziente in sala o<strong>per</strong>atoriaRelatore: Ciampalini S. (Trieste)Aspetto infermieristico-enterostomistaRelatore: Federico E. (Trieste)Aspetto infermieristico in unità o<strong>per</strong>ativaRelatore: Federico E. (Trieste)IV SESSIONE12.50 14.00 Incontinenza urinariaModeratori: Di Benedetto P. (U<strong>di</strong>ne), Bevilacqua I. (U<strong>di</strong>ne)Il punto <strong>di</strong> vista dell’UrologoRelatore: Siracusano S. (Trieste)Il punto <strong>di</strong> vista del FisiatraRelatore: Di Benedetto P. (U<strong>di</strong>ne)Aspetto infermieristicoRelatore: Bevilacqua I. (U<strong>di</strong>ne)14.00 – 14.15 Compilazione questionario <strong>di</strong> verificaXIII* Per le modalità con cui vengono assegnati i Cre<strong>di</strong>ti ECM, consultare la Sez. ECM o L’EDUCAZIONE CONTINUA IN MEDICINA a pag. XXXII.Archivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004, 76, 3, Supplemento 1


<strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia OncologicaTIMETABLESGiovedì, 9 <strong>di</strong>cembre 2004 - Giuliani’s day (totale ore ECM: 9)08.00-08.15 Compilazione questionario <strong>di</strong> verifica ECMSALA SATURNIA Corso: Chirurgia in <strong>di</strong>retta dalla Sala O<strong>per</strong>atoria A dalla Sala O<strong>per</strong>atoria B08.15-14.45 Letture preliminari agli interventiLa prostatectomia video laparoscopicaProstatectomia Ra<strong>di</strong>cale LaparoscopicaLa chirurgia del reneLa prostatectomiara<strong>di</strong>cale openNefrectomia allargataProstatectomia ra<strong>di</strong>cale nerve sparingcon linfadenectomiaDiscussione14.15-16.00 Inaugurazione e Cocktail de benvenutoSALA SATURNIA16.00-16.45 Corso: La prima chirurgia urologicaLe vie <strong>di</strong> accesso in chirurgia urologicaLe derivazioni urinarie16.45-17.30 Corso: Le Chirurgie Urologiche più recentiLa chirurgia andrologicaLa chirurgia della Incontinenza Urinaria17.30-18.15 Corso: La calcolosi urinariaIl primo Stone Centre: ricor<strong>di</strong> e attualitàLa prevenzione delle reci<strong>di</strong>vee la mininvasivitàL’i<strong>per</strong>paratiroi<strong>di</strong>smo18.15-18.45 Lettura Magistrale: il PONCAPLa prima es<strong>per</strong>ienza <strong>di</strong> coo<strong>per</strong>azionemulti<strong>di</strong>sciplinare in uro-oncologia18.45-19.00 Compilazione questionaria <strong>di</strong> verifica ECMArchivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004, 76, 3, Supplemento 1<strong>XIV</strong>


Venerdì, 10 <strong>di</strong>cembre (totale ore ECM: 8)07.45-08.00 Compilazione questionario <strong>di</strong> verifica ECMSALA SATURNIA SALA VULCANIA 1 SALA VULCANIA OCEANIA A OCEANIA B OCEANIA C08.00-09.30 Corso: Patologia delle NeoplasieRenali (in collaborazione con GIUP)Classificazioni del carcinoma renaleCosa c’è <strong>di</strong> nuovo sulla sta<strong>di</strong>azionepTNM del carcinoma renaleLe patologie pe<strong>di</strong>atriche del renePEC-oma: aggiornamento09.30-10.00 Giuliani Lecture“Il futuro dell’Urologia”10.00-11.00 Workshop: Il ruolo della chirurgianelle Meoplasie renali avanzateLa trombosi cavaleLe nefrectomie “<strong>di</strong>fficili”Il ruolo della linfectomia11.00-11.30 Last year HighlightI tumori della prostata11.30-12.30 Video Comunicazioni Comunicazioni Comunicazioni ComunicazioniSelezionateVideolaparoscopia Chirurgia dei Rene Terapia me<strong>di</strong>ca Ricerca<strong>di</strong> rene prostata e tumori della Miscellanea e terapia ra<strong>di</strong>ante s<strong>per</strong>imentalevescica prostata dei tumori della e terapiaprostatara<strong>di</strong>ante12.30-13.00 Lettura MagistraleFattori prognostici13.00-14.30 Lunch Simposio - NOVARTISPrevenzione degli eventi scheletricinel carcinoma prostatico:quando e a chi?Discussione <strong>di</strong> casi clinici14.45-15.45 Workshop: Recenti progressi nella<strong>di</strong>agnostica delle masse renaliNovità in campo <strong>di</strong> imaging ecograficocon mezzo <strong>di</strong> contrastoLa <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong>fferenziale dellepiccole lesioni renaliIl ruolo dell'imaging intrao<strong>per</strong>atorio15.45-16.30 Poster: meet the authors and coffee breack16.30-17.45 Workshop: Ruolo della chirurgia edella ra<strong>di</strong>oterapia nel trattamentodelle metastasi delle neoplasie renaliTrattamento chirurgico delle metastasipolmonari e stop-flow delleforme ino<strong>per</strong>abili resistentialla terapia me<strong>di</strong>caChirurgia <strong>di</strong> "parete"nelle metastasi toracicheTrattamento delle metastasi osseeIl ruolo della ra<strong>di</strong>oterapia17.45-19.45 Hands on Hands on Hands ontechnologies technologies technologiesTrattamento della Biopsia prostatica Laparoscopiareci<strong>di</strong>va loaleecoguidata<strong>di</strong> carcinomaprostatico21.00 Cena <strong>di</strong> galaXVArchivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004, 76, 3, Supplemento 1


<strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia OncologicaSabato, 11 <strong>di</strong>cembre (totale ore ECM: 7)07.45-08.00 Compilazione questionario <strong>di</strong> verifica ECMSALA SATURNIA SALA VULCANIA 1 SALA VULCANIA OCEANIA A OCEANIA B OCEANIA C08.00-09.00 Corso: immunoterapiaFattori Prognostici <strong>per</strong> risposta ad IL-2IL-2 ad alte dosi in bolo ed infusione continuaIL-2 a basse dosi+INF-α (sc)Immunoterapia a<strong>di</strong>uvante, stato attuale08.15-13.00 Corso<strong>per</strong> infermieriCompilazionequestionario<strong>di</strong> verifica0.90-10.00 Corso: immuno-chemioterapiaInterferon e vinblastinaSchemi con 5-fluorouracileSchemi con gemcitabinaLaparoscopiaNuovi approcci terapeutici10.00-10.30 Lettura AIEOP Endoscopia uretraleIl tumore <strong>di</strong> Wilms10.30-11.30 Simposio Satellite - AVENTIS DerivazioniRecenti innovazioni nel trattamentourinariedel carcinoma prostaticoRuolo <strong>di</strong> docetaxel nel trattamentoIncontinenzadel carcinoma prostatico ormonorefrattarioUrinariaProspettive future derivanti dall'impiegodei nuovi farmaci biologici11.30-12.00 Last Year HighlightI tumori del testicolo12.00-13.00 Video Comunicazioni Comunicazioni ComunicazioniselezionateChirurgia open Compilazione Diagnostica e terapia Biopsia prostatica Terapia chirurgicaquestionario chirurgica dei tumori e terapia me<strong>di</strong>ca<strong>di</strong> verificadel rene13.00-14.30 Lunch Simposio - ELI LILLY. La gemcitabinanel trattamento delle neoplasie dellavescica: dalle forme su<strong>per</strong>ficiali alleforme avanzate, Novità e confermeRazionale <strong>di</strong> impiego della gemcitabinanel carcinoma su<strong>per</strong>ficiale della vescicaL’attività clinica della gemcitabinanei pazienti con neoplasia vescicalesu<strong>per</strong>ficiale a rischio interme<strong>di</strong>oIl trattamento dei pazienti con carcinomasu<strong>per</strong>ficiale della vescica refrattario al BCG:esistono nuove opzioni terapeutiche?Stato dell’arte nel trattamento delle formeinfiltranti e metastatiche del carcinomadella vescica14.45-16.15 Corso: Ricerca <strong>di</strong> base(in collaborazione con SIC)angiogenesi e proteine <strong>di</strong> adesioneBasi cellulari e molecolari dell'angiogenesiLivelli <strong>di</strong> IL-6 e VEGF in pazienticon carcinoma renale metastaticosottoposti a trattamento con talidomideProteine <strong>di</strong> adesione e tumoridell'apparato urogenitale16.15-17.00 Video Comunicazioni Comunicazioni ComunicazioniMiscellanea Miscellanea Terapia me<strong>di</strong>ca Prostata ricercae chirurgica deis<strong>per</strong>imentaletumori della vescica17.00-17.30 ESOU LectureEpidemiologia ed eziologia17.30-19.30 Hands on Hands on Hands onTechnologies Technologies TechnologiesTrattamento della Biopsia prostatica Laparoscopiareci<strong>di</strong>va loaleecoguidata<strong>di</strong> carcinomaprostatico19.30-19.45 Compilazione questionario <strong>di</strong> verifica19.30-20.30 Seduta amministrativa (nel corso della seduta amministrativa verranno premiate le 4 comunicazioni migliori tra le comunicazioni selezionate)Archivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004, 76, 3, Supplemento 1XVI


Domenica, 12 <strong>di</strong>cembre (totale ore ECM: 7)07.45-08.00 Compilazione questionario <strong>di</strong> verifica ECMSALA SATURNIA SALA VULCANIA 1 SALA VULCANIA OCEANIA A OCEANIA B OCEANIA C08.00-09.30 Corso: Chirurgie delle forme localizzateIntroduzioneLa chirurgia a cielo a<strong>per</strong>toLa chirurgia laparoscopicaTerapie alternative conservativeIl follow-upConclusioni09.30-10.00 EORTC LectureNuovi protocolli EORTC sui tumoridel rene e del surrene10.00-11.30 Workshop: Chirurgia del surreneInquadramento anatomo patologicoL'incidentaloma surrenalico:trattamento vs osservazioneLe complicanze me<strong>di</strong>che e chirurgichedella surrenectomia mono e bilateraleIl carcinoma del surrene: il trattamentodelle forme avanzateIl follow-up nel feocromocitoma surrenalico11.30-12.00 Lettura magistrale: GeneticaIl ganglioneuroblastoma edI tumori della vescica12.00-12.30 Last Year HighlightI tumori della vescica12.30-13.00 Last Year HighlightI tumori del pene13.00-13.45 Poster: Meet the Authors and buffet13.45-15.45 Hands on Hands on Hands ontechnologies technologies technologiesTrattamento della Biopsia prostatica Laparoscopiareci<strong>di</strong>va loaleecoguidata<strong>di</strong> carcinomaprostatico15.45-16.00 Compilazione questionario <strong>di</strong> verifica ECMXVIIArchivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004, 76, 3, Supplemento 1


<strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia OncologicaSESSIONIVenerdì, 10 <strong>di</strong>cembre 2004ore 11.30 -12.30 sala VULCANIA – COMUNICAZIONI - Chirurgia dei tumori della prostataModeratori: Morgia G., Prezioso D.88 - CROMOGRANINA A SIERICA PREOPERATORIA NEL PAZIENTE CON ADENOCARCINOMAPROSTATICO CLINICAMENTE LOCALIZZATO: QUALE VALORE PREDITTIVO?Masieri L 1 , Serni S 1 , Lapini A 1 , Nesi G 2 , Carloni M 1 , Corvino C 1 , Meliani E 1 , Carini M 11Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Firenze, U.O Urologia Ospedale S.M.Annunziata, Firenze; 2 Anatomia PatologicaUniversità degli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Firenze105 - SOPRAVVIVENZA LIBERA DA MALATTIA IN PAZIENTI SOTTOPOSTI A PROSTATECTOMIA RADICALE, CON PSACOMPRESO FRA 20 E 100 ng/ml: ANALISI DEI FATTORI PREDITTIVI PREOPERATORIZaramella S 1 , Sala M 1 , Vidali M 2 , Monesi G 1 , Kocjancic E 1 , Gontero P 1 , Ceratti G 1 , Favro M 1 , Marchioro G 1 , Pisani R 1 , Frea B 11Clinica Urologica, Università degli Stu<strong>di</strong> del Piemonte Orientale “A. Avogadro”, Azienda ospedaliera “Maggiore della Carità”,Novara; 2 Dipartimento Scienze Me<strong>di</strong>che Università degli Stu<strong>di</strong> del Piemonte Orientale107 - RISPARMIO DELLE VESCICHETTE SEMINALI IN CORSO DI PROSTATECTOMIA RADICALE: NOSTRA ESPERIENZAMari M 1 , Ambu A 1 , Guercio S 3 , Tamagnone A 2 , Bollito E 2 , Bellina M 11U.O.C. <strong>di</strong> Urologia Ospedale degli Infermi <strong>di</strong> Rivoli; 2Servizio <strong>di</strong> Anatomia Patologica Azienda Ospedaliera S. Luigi,Orbassano; 3 Clinica Universitaria II, Azienda Ospedaliera Molinette, Torino137 - TERAPIA NEOADIUVANTE E PROSTATECTOMIA RADICALE: NOSTRA VALUTAZIONEMearini L, Mearini E, Zucchi A, Fornetti P, Porena MClinica Urologica, Università <strong>di</strong> Perugia144 - RUOLO DELLA LINFOADENECTOMIA PELVICA (LND) NELLA NEOPLASIA PROSTATICA (CAP) NON AVANZATAMatei DV 1 , Gan<strong>di</strong>ni S 2 , Longaretti N 3 , Mariani L 2 , Rocco B 1 , Varela R 1 , Verweij F 1 , Scar<strong>di</strong>no E 1 , de Cobelli O 11Divisione <strong>di</strong> Urologia; 2 Divisione <strong>di</strong> Biostatistica; 3 Data Manager, Istituto Europeo <strong>di</strong> Oncologia, Milano149 - RISULTATI ONCOLOGICI E DI QUALITÀ DI VITA DOPO PROSTATECTOMIA RADICALE PERINEALE vs RETROPUBICACai T 1 , Gacci M 1 , Travaglini F 1 , Berdon<strong>di</strong>ni E 1 , Rizzo M 1 , Bartoletti R 1 , Nesi G 21 Clinica Urologic; 2 Istituto <strong>di</strong> Anatomia Patologica, Firenze169 - RUOLO DELL’ORMONOTERAPIA ADIUVANTE ALLA RADIOTERAPIA DI SALVATAGGIODOPO PROSTATECTOMIA RADICALERoscigno M 1 , Cozzarini C 2 , Mazzoccoli B 1 , Scattoni V 1 , Pasta A 1 , Bertini R 1 , Da Pozzo LF 1 , Montorsi F 1 , Rigatti P 11Clinica Urologica; 2 Servizio <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>ochemioterapia, Università "Vita e <strong>Salute</strong>" Ospedale San Raffaele, Milano178 - LA LINFADENECTOMIA NEL CARCINOMA PROSTATICO: ESTENSIONE DELLE INDICAZIONIFasolis G, Lacquaniti S, Fasolo PP, Conti E, Sebastiani G, Mandras R, Puccetti LSOC Urologia, Ospedale "S. Lazzaro", Alba (CN)201 - PROSTATECTOMIA RADICALE LAPAROSCOPICA: UNA PROVATA ALTERNATIVA CHIRURGICAGalli S, Simonato A, Bozzola A, Gregori A, Lissiani A, Ra<strong>di</strong>ce R, Gaboar<strong>di</strong> FU.O. Urologia - Azienda Ospedaliera L. Sacco, Milano218 - DUE ANNI DI PROSTATECTOMIA RADICALE LAPAROSCOPICA: RISULTATI ONCOLOGICI A BREVE TERMINE.Martorana G, Manferrari F, Bertaccini A, Garofalo M, Costa F, Viola D, Malizia M, Palmieri F, Severini E, Vitullo GClinica Urologica, Osp. Malpighi, Alma Mater Stu<strong>di</strong>orum, Università <strong>di</strong> Bolognaore 11.30 -12.30 - Sala OCEANIA A - COMUNICAZIONI - Rene MiscellaneaModeratori: Mazza Balbi C.64 - ESPRESSIONE E SIGNIFICATO FUNZIONALE DEL SISTEMA CD40-CD154 NEL CARCINOMA DI CELLULE RENALI:STUDIO IN 24 PAZIENTIVolpe A 1 , Bussolati B 2 , Graziano M.E 1 , Camussi G 2 , Ferrando U 11S.C. Urologia 3 D.O., A.S.O.; 2 Laboratorio <strong>di</strong> immunopatologia renale, Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Interna eCentro Ricerca Me<strong>di</strong>cina S<strong>per</strong>imentale, A.S.O. S.Giovanni Battista Molinette, Torino93 - CARCINOMA RENALE A CELLULE CROMOFOBE:ANALISI DI 104 CASI DA UN DATABASE MULTICENTRICOEUROPEOCindolo L 1 , de La Taille A 2 , Romis L 3 , Schips L 4 , Zigeuner RE 4 , Ficarra V 5 , Tostain J 6 , Artibani W 5 , Abbou CC 2 , Lobel B 7 ,Salzano L 1 , Gallo A 8 , Patard JJ 71UO Urologia AORN “G. Rummo”, Benevento, Italia; 2 Dipartimento Urologia, CHU Henri Mondor, Créteil, France; 3 ClinicaUrologica, Università “Federico II”, Napoli, Italia; 4 Dipartimento Urologia University Hospital, Me<strong>di</strong>cal University Graz, Austria94 - ESPRESSIONE DEL CIRCUITO DEI GENI HOX NEL RENE EMBRIONALE, ADULTO E TUMORALECindolo L 1 , Cantile M 2 , Schiavo G 2 , D’Armiento M 3 , Gallo A 1 , Altieri V 4 , Napodano G 4 , Cillo C 21UO Urologia AORN “G. Rummo”, Benevento; 2 Me<strong>di</strong>cina Clinica e S<strong>per</strong>imentale, Università “Federico II”, Napoli;3Anatomia Patologica, Università “Federico II”, Napoli; 4 Clinica Urologica, Università “Federico II”, Napoli, ItaliaArchivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004, 76, 3, Supplemento 1XVIII


126 - STUDIO IMMUNOFENOTIPICO DI PAZIENTI AFFETTI DA CARCINOMA RENALE IN PRIMA DIAGNOSI.DIMOSTRAZIONE DI UN QUADRO DI PROFONDA IMMUNODEPRESSIONE INDOTTA DAL TUMOREPorta C 1,2 , Bonomi L 1 , Paglino C 1 , Ferrari S 1,2 , Rovati B 1.2 , Lillaz B 3,4 , Mensi M 3,5 , Danova M 1,2 , Rovereto B 31Istituto <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Interna ed Oncologia Me<strong>di</strong>ca; 2 Laboratorio <strong>di</strong> Citometria e Terapie Cellulari;3Divisione <strong>di</strong> Urologia, Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Pavia e I.R.C.C.S. Policlinico San Matteo <strong>di</strong> Pavia; 4 Divisione <strong>di</strong> Urologia,Ospedale Regionale <strong>di</strong> Aosta132 - WILMS’ TUMOR: PRESENTATION AND TREATMENT.Bunkheila F 1 , Ntreta M 1 , Guido A 1 , Rombi B 1 , Cammelli S 1 , Burnelli R 2 , Neri S 1 , Barbieri E 11Istituto <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>oterapia "E. Barbieri"; 2Oncologia Pe<strong>di</strong>atrica S Orsola, Bologna145 - CHEMOIMMUNOTHERAPY (CIT) WITH IL-2, IFN-2a AND FLUOROURACIL IN METASTATIC RENAL CANCER:A MONOINSTITUTIONAL CONFIRMATORY STUDYLo Re 1 G, Boccalon 1 M, Sangiorgio 2 D, Rustici 2 C, Lenardon 2 O, Merlo 2 A, Buttazzi 2 L, Talamini 3 R, Garbeglio 2 A, Tumolo 1 S1Oncology Unit; 2 Division of Urology, G.H. Santa Maria degli Angeli, Pordenone; 3 Unit of Epidemiology and Biostatistic,CRO Aviano (PN)155 - RUOLO DELL’ESPRESSIONE DEL RECETTORE CHEMOCHINICO CXCR3-B NELL’ANGIOGENESIDEL CARCINOMA RENALELazzeri E 1 , Gacci M 3 , Bartoletti R 3 , Francalanci M 2 , Lasagni L 2 , Mazzinghi B 2 , Serio M 2 , Romagnani P 2 , Rizzo M 31Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Interna, Sezione <strong>di</strong> Immunoallergologia; 2 Dipartimento <strong>di</strong> Fisiopatologia Clinica; 3 ClinicaUrologica, Firenze159 - LE CORISTIE SURRENALICHE INTRARENALI: DIAGNOSI DIFFERENZIALE CON IL CARCINOMA RENALE A CEL-LULE CHIARE (RCC) NEL RENE DA TRAPIANTAREPeschechera R, Palazzo S, Selvaggio O, Battaglia M, Ditonno P, Selvaggi FPDipartimento dell'Emergenza e dei Trapianti <strong>di</strong> Organo186 - IL RUOLO DEL CD10 NELLA DIAGNOSI DELLE NEOPLASIE RENALIVigano' P 1 , Picozzi S 1 , Casu M 1 , Giuberti A 1 , Bovo G 2 , Buffa R 2 , Strada GR 11Uo Di Urologia; 2 Uo Anatomia Patologica Ospedale San Gerardo, Monza200 - LA CHEMIOTERAPIA ADIUVANTE CON INFUSIONE CONTINUA DI FLOXURIDINAE IL-2 SOTTOCUTANEA NEL TRATTAMENTO DEL CARCINOMA RENALE METASTATICODOPO NEFRECTOMIA RADICALETerrone C 1 , Cracco C 1 , Aveta P 2 , Fiori C, Squeo MS 2 , Cretarola E 3 , Lancini V 3 , Conti G 3 , Rocca Rossetti S 1 , Fontana D 21Urologia Universitaria, Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Cliniche e Biologiche, A.S.O. S. Luigi, Orbassano; 2 UrologiaUniversitaria II, Dipartimento <strong>di</strong> Discipline Me<strong>di</strong>co Chirurgiche A.S.O. Molinette, Torino; 3 Unità O<strong>per</strong>ativa <strong>di</strong> UrologiaOspedale S. Anna, Como, Italyore 11.30 -12.30 sala OCEANIA B - COMUNICAZIONI -Terapia me<strong>di</strong>ca e terapia ra<strong>di</strong>ante dei tumori della prostataModeratori: Arcangeli G., Passalacqua R.34 - SOMMINISTRAZIONE "INTERMITTENTE DI KETOCONAZOLO "LOW DOSE" IN PAZIENTI CON CARCINOMAPROSTATICO ORMONORESISTENTEMeliani E, Lapini A,Corvino C, Farina U, Costanzi A, Melone F, Carini MU.O. Urologia Ospedale S.Maria Annunziata, Firenze62 - IL SINERGISMO FAS-CELECOXIB POTENZIA L’EFFETTO APOPTOTICO DELL’INIBIZIONE DELLACICLOOSSIGENASI-2 NELLE LINEE CELLULARI ORMONO-SENSIBILI ED ORMONO-REFRATTARIEDI CARCINOMA PROSTATICORinal<strong>di</strong> L 1 , Catalano A 2 , Milanese G 1 , Faronato M 1 , Procopio A 2 , Muzzonigro G 11Clinica Urologica e Dottorato <strong>di</strong> Oncologia Urologia; 2 Dipartimento Patologia Molecolare e Terapie Innovative,Università Politecnica delle Marche, Ancona67 - METASTATIC HORMONE- REFRACTORY PROSTATE CARCINOMA:THE ROLE OF THE ANTITUMORAL MEDICAL THERAPYProcopio G 1 , Bajetta E 1 , De Dosso S 1 , Ricotta R 1 , Della Torre S 1 , Catena L 1 , Verzoni E 1 , Bianchini G 1 ,Pedalino M 2 , Reggio M 21Unità O<strong>per</strong>ativa <strong>di</strong> Oncologia Me<strong>di</strong>ca 2, Istituto <strong>Nazionale</strong> <strong>per</strong> lo Stu<strong>di</strong>o e la Cura dei Tumori <strong>di</strong> Milano; 2 ClinicaUrologica I, Ospedale "S. Marta-S. Venera" <strong>di</strong> Acireale72 - L’IMPIEGO DEL RESVERATROLO E DEGLI INIBITORI DELLE COX-2 NELLA RECIDIVA BIOCHIMICA DEL CARCINO-MA PROSTATICO DOPO INTERVENTO DI PROSTATECTOMIA RADICALETurini D, Beneforti P, Lazzeri MReparto <strong>di</strong> Urologia Casa <strong>di</strong> Cura Santa Chiara Firenze99 - INTRA-OPERATIVE RADIOTHERAPY AFTER RADICAL PROSTATECTOMY (RP) IN PROSTATECANCER AT HIGH RISK OF LOCAL FAILUREArcangeli G, Saracino B, De Carli P, Albino G, Soriani A, Marzi S, Petrongari MG, Farella A, Gomellini S, Gallucci GIstituto Regina Elena, RomaXIXArchivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004, 76, 3, Supplemento 1


<strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia Oncologica110 - RUOLO DELLA RADIOTERAPIA ADIUVANTE POST-PROSTATECTOMIA RADICALE NEI PAZIENTICON COINVOLGIMENTO DELLE VESCICOLE SEMINALI (pT3b).Greco C 1 , Castiglioni S 1 , de Cobelli O 2 , Longaretti N 1,2 , Matei V 2 , Rocco B 2 , Scar<strong>di</strong>no E 2 , Severi G 3 , Vavassori A 1 ,Verweij F 2 , Orecchia R 11Divisione <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>oterapia, Istituto Europeo <strong>di</strong> Oncologia; 2 Divisione <strong>di</strong> Urologia, Istituto Europeo <strong>di</strong> Oncologia;3Divisione <strong>di</strong> biostatistica ed epidemiologia, Istituto Europeo <strong>di</strong> Oncologia121 - USO DELLA RISONANZA MAGNETICA NELLA DEFINIZIONE DEL VOLUME BERSAGLIO IN PAZIENTI CONRECIDIVA MACROSCOPICA DA CA DELLA PROSTATA OPERATO. ESPERIENZA INIZIALE PRESSOL'ISTITUTO EUROPEO DI ONCOLOGIACastiglioni S 1 , Greco C 1 , Cattani F 2 , Cambria R 2 , Bonomo G 3 , de Cobelli O 4 , Orecchia R 1,51Divisione <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>oterapia, Istituto Europeo <strong>di</strong> Oncologia; 2 Divisione <strong>di</strong> Fisica Me<strong>di</strong>ca, Istituto Europeo<strong>di</strong> Oncologia; 3 Divisione <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>ologia, Istituto Europeo <strong>di</strong> Oncologia; 4 Divisione <strong>di</strong> Urologia,Istituto Europeo <strong>di</strong> Oncologia, Milano133 - ESTRAMUSTINE (E) IN COMBINATION TO ALTERNATING ORAL ETOPOSIDE (VP16) AND WEEKLY VINBLASTINE(VLB) IN METASTATIC (M) HORMONE-REFRACTORY (HR) PROSTATIC CARCINOMA (PC):A MONOINSTITUTIONAL STUDYBoccalon M 1 , Maruzzi D 2 , Lo Re G 1 , Lenardon O 2 , Rustici C 2 , Bettin A 2 , Salamini R 3 , Garbeglio A 2 ,Tumolo S 11Oncology Unit; 2 Urology, G.H. “S. Maria degli Angeli”, Pordenone; 3 Unit of Epidemiology and Biostatistics, C.R.O. –IRCCS, Aviano (PN)135 - INTERMITTENT ANDROGEN SUPPRESSION NEL CARCINOMA PROSTATICO E TESTOSTERONEMearini L, Zucchi A, Mearini, Giannantoni A, Lilli P, Porena MClinica Urologica, Università <strong>di</strong> Perugia207 - LA BRACHITERAPIA INTERSTIZIALE PERMANENTE NEL CARCINOMA DELLA PROSTATA LOCALIZZATO:ESPERIENZA DELL’UNIVERSITÀ DI TORINOBeltramo G 1 , Casetta G 4 , Guarneri A 2 , Tessa M 1 , Ragona R 2 , Giglioli FR 3 , Tizzani A 5 , Ricar<strong>di</strong> U 21SCDU Ra<strong>di</strong>oterapia, ASO San Giovanni Battista <strong>di</strong> Torino; 2 SCDU Ra<strong>di</strong>oterapia, Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Torino;3Dipartimento <strong>di</strong> Fisica Sanitaria, ASO San Giovanni Battista <strong>di</strong> Torino; 4 SCDU Clinica Urologica I, ASO San GiovanniBattista <strong>di</strong> Torinoore 11.30 -12.30 sala OCEANIA C - COMUNICAZIONI SELEZIONATEModeratori: Fandella A., Bollito E., Siracusano S., Beorchia A.26 - KGF- AND IGF-I-INDUCED PROLIFERATION AND PSA EXPRESSION ARE COUNTERACTED BY A GnRH ANALOGUEIN HUMAN PROSTATIC CANCER CELL LINESAngelucci C, Iacopino F, Capucci S, Urbano R, Sica GIstituto <strong>di</strong> Istologia ed Embriologia, Facoltà <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia, Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma, Italia.60 - C-REACTIVE PROTEIN: A BIOMARKER OF SURVIVAL IN METASTATIC RENAL CELL CARCINOMA TREATED WITHSUBCUTANEOUS INTERLEUKIN-2-BASED IMMUNOTHERAPYCasamassima A 1 , Picciariello M 1 , Berar<strong>di</strong>no R 1 , Quaranta M 1 , Lorusso V 2 , Guida M 21Department of Ex<strong>per</strong>imental Oncology, Laboratory of Immunology; 2 Department of Me<strong>di</strong>cal Oncology, OncologyInstitute, Bari, Italy108 - CHEMIOTERAPIA ADIUVANTE E FATTORI DI RISCHIO AMBIENTALE NEL CARCINOMA VESCICALE SUPERFICIA-LE A MEDIO RISCHIO DI RECIDIVA. UNO STUDIO PROSPETTICO RANDOMIZZATO DEL GRUPPO STUDIO TUMORIUROLOGICI (GSTU)Serretta V 1 , Altieri V 2 , Morgia G 3 , Carrieri G 4 , Di Lallo 5 A, Melloni D 6 , Magno C 6 , Armenio A 7 , Vacirca F 8 , Salzano L 9 ,Cindolo L 9 , Bizzini A 10 , D’Elia A 11 , Motta M 12 , Sblendorio D 13 , Vaccarella G 14 , Zito A 15 , Selvaggi FP 16 , Gallo A 17 ,Simone NS 18 , Aragona F 19 , Allegro R 1 , Pavone M 1 e Gruppo Stu<strong>di</strong> Tumori Urologici1Ist Urol Univ Palermo; 2 Ist Urol Univ. Napoli; 3 Ist Urol Univ Sassari; 4 Osp Urol Matera; 5 Osp Urol Campobasso; 6 Ist Urol UnivMessina; 7 C <strong>di</strong> C Candela; 8 Osp Urol Caltanissetta; 9 Osp Urol Benevento; 10 Osp Urol Caltagirone; 11 Osp Urol Castellaneta(TA); 12 Ist Urol Univ Catania; 13 Osp Urol Carbonara (BA); 14 Osp Cervello Urol Palermo; 15 Osp Urol Torre del Greco (NA); 16 IstUrol Univ Bari; 17 Int Pascale Urol Napoli; 18 Osp Urol Maddaloni (CZ); 19 Dpt Disc Chir Anat e Oncol Univ PalermoBenevento141 - CONSERVATIVE TREATMENT OF INVASIVE BLADDER CANCER BY RADIOCHEMOTHERAPY. LONG TERM RESULTSArcangeli G 1 , Tirindelli Danesi D 2 , Cruciani E 3 , Saracino B 1 , Mecozzi A 3 , Altavista P 11Istituto Tumori Regina Elena, Div. Ra<strong>di</strong>oterapia; 2 ENEA C.R. Casaccia, Sez. Tossicologia e Scienze Biome<strong>di</strong>che;3Ospedale Fatebenefratelli, Isola Tiberina, Div. Urologia e Oncologia, Roma202 - RADIOTERAPIA ADIUVANTE O DI SALVATAGGIO DOPO PROSTATECTOMIA RADICALEBortolato B 1 , Zanni D 2 , Brambilla MG 2 , Botturi M 11U.O Ra<strong>di</strong>oterapia; 2 Servizio <strong>di</strong> Fisica Sanitaria, A.O. Ospedale Niguarda, Milano215 - CARATTERIZZAZIONE "IN VIVO" DEL TESSUTO PROSTATICO MEDIANTE ELABORAZIONE DEL SEGNALEULTRASONICO A RADIOFREQUENZA: RISULTATI PRELIMINARIBertaccini A 1 , Franceschelli A 1 , Brunocilla E 1 , Shiavina R 1 , Marchiori D 1 , Ceccarelli F 2 Granchi S 2 , Biagi E 2 , Masotti L 2 ,Cicchetti G 1 , Manferrari F 1 , Martorana G 11Clinica Urologica, Alma Mater Stu<strong>di</strong>orum, Università <strong>di</strong> Bologna; 2 Laboratorio Ultrasuoni e Controlli non Distruttivi,Dipartimento <strong>di</strong> Elettronica e Telecomunicazioni, Università <strong>di</strong> FirenzeArchivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004, 76, 3, Supplemento 1XX


ore 11.30 -12.30 SALA Vulcania 1 VideoVIDEOLAPAROSCOPIA DI RENE PROSTATA E VESCICAModeratori: Martorana G., Guazzoni G.90 - TUMORECTOMIA RENALE LAPAROSCOPICA: TECNICHE DI EMOSTASIGaboar<strong>di</strong> F., Simonato A., Lissiani A., Gregori A., Galli S., Bozzola A.U.O. Urologia, Ospedale Luigi Sacco, Milano173 - PROSTATECTOMIA RADICALE LAPAROSCOPICA:MODIFICHE DI TECNICA PER MIGLIORARE LA CONTINENZA PRECOCEDisanto V., Scalese G. Romano M. , Portoghese F.OSpedale Regionale " Muilli " Acquaviva delle fonti UOC <strong>di</strong> Urologia Centro <strong>di</strong> Chirurgia laparoscopica e mininvasiva196 - CISTECOMIA RADICALE LAPAROSCOPICA CON LINFOADENECTOMIA IN BLOCCODisanto V., Scalese G.A., Romano M., Portoghese F. , Ventura F. , Cotrufo S., Rizzo PL.Ente Ecclesiastico Ospedale Generale Regionale -F. Miulli- UOC <strong>di</strong> Urologia - Centro <strong>di</strong> Chirurgia Laparoscopicae Mininvasiva - Direttore: Prof. Vincenzo Disanto - Acquaviva delle Fonti (Ba)205 - TUMORECTOMIA RENALE LAPAROSCOPICA RETROPERITONEALE. IL FILMAmenta M.; Grosso G.; Maritati F.; Occhipinti M.Casa <strong>di</strong> cura "Dott.Pederzoli" pres<strong>di</strong>o ASL 22 regione VenetoU.O Urologia Peschiera del Garda (Verona)208 - LA NEFRECTOMIA RADICALE LAPAROSCOPICA RETROPERITONEALE ALLARGATA. TECNICAAmenta M.; Grosso G.; Maritati F.; Occhipinti M.U.O. Urologia Casa <strong>di</strong> cura polispecialistica "Dott. Pederzoli"Presi<strong>di</strong>o Ospedaliero ASL 22 Regione Veneto Peschiera del Garda (Vr)220 - PROSTATECTOMIA RADICALE LAPAROSCOPICA TRANSPERITONEALE: ESPERIENZA DOPO 100 CASIG. Martorana, F. Manferrari, A. Bertaccini, M. Garofalo, F. Costa, D. Viola, M. Malizia, F. Palmieri, E. Severini, G. Vitullo.Clinica Urologica, Osp. Malpighi, Alma Mater Stu<strong>di</strong>orum, Università <strong>di</strong> Bologna.15.45 -16.30 - HALL - Poster Meet the authorsModeratori: Bertaccini A., Rubagotti A., Schips L., Sica G.13 - ENUCLEORESEZIONE RENALE: STUDIO MULTICENTRICO PIEMONTESE SCUP Stu<strong>di</strong> Clinici Urologici PiemontesiMuto G 1 , D’Urso L 1 , Bardari F 1 , Randone D 1 , Pierini P 1 , Vestita E 2 , Perachino M 3 , Acanfora F 41UOA Urologia, Ospedale S. Giovanni Bosco, Torino; 1 UOA Urologia, Ospedale Gradenigo, Torino; 1 UOA Urologia, Ospedale CivileBiella; 1 UOA Urologia, Ospedale Civile Ivrea; 3 UOA Urologia, Ospedale civile Casale M.to; 4 UOA Urologia, Ospedale Civile Cir15 - UN RARO CASO DI METASTASI PLEURICHE DA CARCINOMA RENALEDonelli A, De Mare M, Gogna P, Borrelli C, Conti F, Repetto UStruttura <strong>di</strong> Urologia Ospedale <strong>di</strong> La Spezia.18 - DIAGNOSI DI NEOPLASIA RENALE CON UN NUOVO METODO NON INVASIVO (TRIMprobTM):UNO STUDIO PILOTA DELLO SCUP (Stu<strong>di</strong> Clinici Urologici Piemontesi)D’Urso L 1 , Bardari F 1 , Ferrando U 1 , Vestita E 1 , Graziano M 1 , Balma M 2 , Autino E 2 , Segnan N 3 , Muto G 11UOA, Urologia, Ospedale S. Giovanni Bosco; 1 UOA, Urologia, Ospedale Molinette; 1 UOA, Urologia, Ospedale CivileIvrea; 2 Galileo Avionica, Caselle T.se, Torino, 3 CPO, Ospedale S.Giovanni AS, Torino24 - RUOLO DELLA "FREE-DENSITY" E DELL’ESPORAZIONE RETTALE NELLA DIAGNOSTICADEL CARCINOMA PROSTATICOMarchioro G, Baietto S, Zaramella S, Fontana F, Monesi G, Sala M, Gontero P, Kocjancic E, Frea BUniversità degli Stu<strong>di</strong> del Piemonte Orientale “A. Avogadro”, Clinica Urologica Novara32 - CISTECTOMIA RADICALE CON CONFEZIONAMENTO DI NEOVESCICA ILEALE ORTOTOPICA IN PAZIENTE PRECE-DENTEMENTE SOTTOPOSTO A BRACHITERAPIA PER ADENOCARCINOMA PROSTATICOCarmignani L 1 , Maggioni M 1 , Casellato S 2 ,Ferruti M 1 , Avogadro A 1 ,Gazzano G 3 ,Rocco F 21Clinica Urologica III Ospedale San Paolo; 2 Clinica Urologica I IRCCS Policlinico <strong>di</strong> Milano; 3 Anatomia patologicaOspedale San Paolo, Milano37 - LEIOMIOARCOMA PARATESTICOLARE:CASE REPORTLupo S, Giannone V, Sangiorgi A, Andrei F, Bor<strong>di</strong>ni R, Frigola M, Zama R, Buli PAzienda USL <strong>di</strong> Bologna, Ospedale SS. Salvatore, U.O Urologia, S. Giovanni in Persiceto (BO)38 - VALORE PROGNOSTICO DI KI67, P53 E CITOFLUSSOMETRIA NEI CARCINOMI VESCICALI SUPERFICIALI ARISCHIO INTERMEDIO ED ALTO: POSSIAMO DARE UNA RISPOSTA DEFINITIVA?Zitella A 1 , Casetta G 1 , Greco A 1 , Rosso D 1 , De Libero A 1 , Cortese F 1 , Vaccino D 1 , Pacchioni D 2 , Tizzani A 11Urologia 1; 2 Anatomia Patologica III, Università <strong>di</strong> Torino44 - CARCINOMA RENALE: RECIDIVA LOCALE E METASTATICA A 18 ANNI DALLA NEFRECTOMIACorvino C, Meliani E, Masieri L, Baldazzi V, Locunto U, Carloni M, Carini MU.O. <strong>di</strong> Urologi, Ospedale S. Maria Annunziata-Bagno, Ripoli, FirenzeXXIArchivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004, 76, 3, Supplemento 1


<strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia Oncologica47 - RANDOMIZED PHASE II STUDY WITH SUBCUTANEOUS LOWW-DOSE INTERLEUKIN-2 +- INTERFERON-ALPHA INMETATSTATIC RENAL CELL CANCER WITH 0-1 POOR PROGNOSTIC FACTORSColavita M, Marcangeli P, Pizzocaro GUnit of Urology, Istituto <strong>Nazionale</strong> Tumori, Milan52 - TRATTAMENTO BRACHITERAPICO DEL CARCINOMA PROSTATICO INTRACAPSULARE: RISULTATI PRELIMINARINEI PRIMI 100 PAZIENTIChiono L, Lavagna M, Giberti CDipartimento <strong>di</strong> NefroUrologia, Ospedale San Paolo, Savona53 - RUOLO PREDITTIVO DELLA NEOPLASIA INTRAEPITELIALE DI ALTO GRADO (PIN3)Chiono L, Cortese P, Schenone M, Giberti CDipartimento <strong>di</strong> NefroUrologia, Ospedale San Paolo, Savona56 - TUMOR SEEDING POST LOMBOTOMIA CHIRURGICA PER TCC URETERALESare<strong>di</strong> G, Di Pietro C, Spasciani R, De Stefani S, Baisi B, Bianchi GCattedra <strong>di</strong> Urologia, Policlinico <strong>di</strong> Modena, Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Modena e Reggio Emilia65 - PTTA/HIFU DELLA RECIDIVA LOCALE SU ANASTOMOSI DOPO PROSTATECTOMIA RADICALE RETROPUBICA:NOSTRA ESPERIENZATasso M, Volpe A, Varvello F, Ferrando US.C. Urologia 3, San Giovanni Battista, Torino70 - INTERESSAMENTO DEL PEDUNCOLO RENALE NEI TUMORI DEL SURRENETurini D 1 , Rossini S 2 , Piva F 2 , Lazzeri M 1 , Beneforti P 11Reparto <strong>di</strong> Urologia Casa <strong>di</strong> Cura Santa Chiara, Firenze; 2 Reparto <strong>di</strong> Urologia Osp. Civile Rep., San Marino77 - SOMMINISTRAZIONE ENDOVESCICALE DI BCG IN ASSOCIAZIONE CON DESMOPRESSINA ORALE (DDAVP) :VALUTAZIONE DELLA TOSSICITÀSiracusano S 1 , Ciciliato S 1 , Fandella A 2 , Tiberio A 1 , Ricci D 1 , d’Aloia G 1 , Knez R 1 , Pappagallo G 2 , Belgrano E 11U.C.O. <strong>di</strong> Clinica Urologica Università <strong>di</strong> Trieste Divisione <strong>di</strong> Urologia Ospedale <strong>di</strong> Treviso; 2 Dipartimento <strong>di</strong> OncologiaOspedale Civile <strong>di</strong> Noale (Ve)89 - PROSTATECTOMIA RADICALE RETROPUBICA ANTEROGRADA NERVE SPARING: RISULTATI ONCOLOGICI E FUNZIONALISerni S 1 , Masieri L 1 , Locunto U 1 , Lapini A 1 , Nesi G 2 , Carloni M 1 , Corvino C 1 , Baldazzi V 1 , Carini M 11Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Firenze, U.O Urologia Ospedale S.M. Annunziata; 2 Anatomia Patologica Università degli Stu<strong>di</strong><strong>di</strong> Firenze, Firenze98 - LA PREVENZIONE DELLA GINECOMASTIA BICALUTAMIDE-INDOTTA CON TRATTAMENTO RADIANTE ESTERNO(RISULTATI PRELIMINARI)MANDOLITI G 1 , Pavanato G 1 , Polico C 1 Fellin G 2 , Mussaris S 2 , Tomio L 2 , Greco C 3 , Castiglioni S 3 , Orecchia R 31Ra<strong>di</strong>oterapia Oncologica, Azienda ULSS n 18 Rovigo; 2 Ra<strong>di</strong>oterapia Oncologica, Ospedale Santa Chiara, Trento;3Ra<strong>di</strong>oterapia Oncologica, Istituto Europeo <strong>di</strong> Oncologia, Milano100 - THALIDOMIDE (Th) AND METRONOMIC DOCETAXEL (D) IN CHEMO-IMMUNOREFRACTORY METASTATICRENAL CANCER (MRC): A REPORT OF FOUR CASESBoccalon M 1 , Lo Re G 1 , Sangiorgio A 2 , Merlo A 2 , Rustici C 2 , Lenardon O 2 , Buttazzi L 2 , Garbeglio A 2 , Tumolo S 11Oncology Unit; 2 Urology, G.H. "S. Maria degli Angeli", Pordenone101 - ESAME INTRAOPERATORIO NELLE LESIONI SOSPETTE DEL TESTICOLOGazzano G 1 , Carmignani L 2 , Gadda F 2 Nerva F 3 , Mancini M 3 , Colpi GM 3 , Coggi G 1 , Rocco F 2 , Bosari S 11Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Chirurgia e Odontoiatria, II Cattedra <strong>di</strong> Anatomia e Istologia Patologica, Ospedale San Paolo<strong>di</strong> Milano; 2 II Clinica Urologica Ospedale Maggiore <strong>di</strong> Milano IRCCS; 3 Unità <strong>di</strong> Andrologia. Ospedale San Paolo <strong>di</strong> Milano103 - BLEOMYCIN AND INTERSTITIAL PULMONARY INJURY: A CASE REPORTMorelli F 1 , Zarrelli N 2 , Ricci Barbini E 3 , Ricci Barbini V 3 , Toma S 11Dept Oncology; 2 Dept Ra<strong>di</strong>ology; 3 Dept Urology "Casa Sollievo della Sofferenza", San Giovanni Rotondo104 - "SATURATION BIOPSY" NELLA DIAGNOSI DEL CARCINOMA PROSTATICO: ESPERIENZA NOVARESEZaramella S, Sala M, Monesi G, Kocjancic E, Gontero P, Ceratti G, Favro M, Marchioro G, Pisani R, Frea BClinica Urologica, Facoltà <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia, Università degli Stu<strong>di</strong> del Piemonte Orientale "A. Avogadro", Aziendaospedaliera "Maggiore della Carità", Novara111 - ADENOMA NEFROGENICO DELLA VESCICA CORRELATO AD ABUSO DI ANALGESICIGiubilei G 1 , Bartoletti R 1 , Scelzi S 1 , Crisci A 1 , Tazioli S 2 , Mencarini M 1 , Mondaini N 1 , Gavazzi A 1 , Raugei A 11Clinica Urologica I <strong>di</strong> Firenze; 2 Clinica Urologica II Firenze115 - T1b CARCINOMA DELLA PROSTATA: REVISIONE DELLA NOSTRA CASISTICAGiubilei G 1 ,Mondaini N 1 , Dominici A 1 , Nesi G 2 , Raspollini MR 2 , Palli D 3 , Saieva C 1 , Mencarini M 3 , Raugei A 1 , Bartoletti R 1 , Rizzo M 11Clinica Urologica I; 2 Università <strong>di</strong> Firenze, Istituto Anatomia Patologica,Università <strong>di</strong> Firenze; 3 Unità O<strong>per</strong>ativaEpidemiologia Molecolare e Nutrizionale, Firenze118 - NUOVI MODELLI SPERIMENTALI NELLO STUDIO DELLE METASTASI OSSEEDEL CARCINOMA PROSTATICOAngelucci A 1,2 , Rucci N 2 , Gravina GL 3 , Festuccia C 2 , Muzi P 2 , Galassi P 3 ,Teti A 2 , Vicentini C 3 , Bologna M 1,21Dipartimenti <strong>di</strong> Biologia <strong>di</strong> Base ed Applicata; 2 Dipartimenti <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina S<strong>per</strong>imentale; 3 Dipartimenti <strong>di</strong> ScienzeChirurgiche, Università Degli Stu<strong>di</strong> dell’Aquila, L’Aquila119 - PRIAPISMO A BASSO FLUSSO PER LINFOMA DI HODGKINGiubilei G, Natali A, Bartoletti R, Mondaini N, Nelli F, Vignolini G, Crisci A, Cai T, Rizzo MClinica Urologica I, Università <strong>di</strong> FirenzeArchivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004, 76, 3, Supplemento 1XXII


122 - NEOPLASIA MALIGNA DELLE CELLULE DEL LAYDIG E CONTEMPORANEA NEOPLASIA PROSTATICA.Zaganelli S 1 , Calderoni M 1 , Montevecchi R 1 , Savorelli B 1 , Tellarini V 1 , Lorenzini P 2 , Puccetti M 21Unità O<strong>per</strong>ativa <strong>di</strong> Urologia; 2 Servizio <strong>di</strong> Anatomia ed Istologia Patologica127 - CARCINOSARCOMA DELLA PROSTATA: DESCRIZIONE DI UN CASO CLINICOYehia M 1 , Fabiani A 1 , Mantovani P 1 , d'Anzeo G 1 , Mazzucchelli R. 2 , Montironi R 2 , Muzzonigro G 11Clinica Urologica; 2 Istituto <strong>di</strong> Anatomia Patologica, Univ. Politecnica delle Marche, Ancona131 - ACUTE TOXICITY IN 48 PATIENTS WITH PROSTATE CANCER TREATED WITH CONFORMAL RADIATION THE-RAPY +/- SURGICAL TREATMENTNtreta M, Bunkheila F, Guido A, Rombi B, Cammelli S, Barbieri E1Divisione <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>oterapia "E. Barbieri" S.Orsola, Bologna140 - DOSAGGIO DEI LIVELLI URINARI DI ERK 1/2, EGFR ATTIVATO E P53 IN PAZIENTI AFFETTI DA TCC SUPERFI-CIALE: POSSIBILE INDICE DI PROGRESSIONE E RECIDIVA DI MALATTIAMagno C 1 , Bonvissuto G 2 , Fraccica G. 1 , Minatoli L 2 , Altavilla D 2 , Scimone A 1 , Squadrito F 2 , Spitaleri G 3 ,Adamo V 3 , Melloni D 11Clinica Urologia; 2 Dipartimento <strong>di</strong> Clinico e s<strong>per</strong>imentale <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina e Farmacologia; 3 Clinica Oncologica, Universitàdegli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Messina143 - ANALISI MICROSATELLITARI E PERDITA DI ETEROZIGOSI NEL CARCINOMA UROTELIALE DELLA VESCICA.STUDIO PRELIMINAREParri G 1 , Turchi C 1,2 , Milanese G 1 , Onofri V 2 , Muzzonigro G 1 , Galosi AB 11Clinica Urologica E Dottorato Di Ricerca In Oncologia Urologica; 2 Dipartimento Di Me<strong>di</strong>cina Legale UniversitàPolitecnica Delle Marche, Ancona146 - TERAPIA ENDOCAVITARIA CON GEMCITABINA NEL CARCINOMA VESCICALE SUPERFICIALE RECIDIVOREFRATTARIO AL BCGGunelli R 1 , Fiori M 1 , Frassineti L 2 , Hanitzsch H 1 , Lilli P 1 , Sal<strong>tutti</strong> C 1 , Vivacqua C 1 , Zenico T 1 , Bercovich E 11UO <strong>di</strong> Urologia; 2 UO <strong>di</strong> Oncologia Me<strong>di</strong>ca, O.C.”G.B. Morgagni - L.Pierantoni”, AUSL <strong>di</strong> Forlì148 - VALORE PROGNOSTICO DELLA VALUTAZIONE PRE-OPERATORIA DEL RISCHIO DI POSITIVITÀ LINFONODALE:DUE DIFFERENTI METODICHE TESTATE IN PAZIENTI AFFETTI DA CARCINOMA PROSTATICO N+Cai T 1 , Gacci M 1 , Travaglini F 1 , Livi L 2 , Paiar F 2 , Detti B 2 , Giubilei G 1 , Nesi G 3 , Rizzo M 1 , Bartoletti R 11Clinica Urologica; 2 Istituto <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>oterapia; 3 Istituto <strong>di</strong> Anatomia Patologica, Firenze152 - URETERONEOCISTOSTOMIA IN NEOVESCICA ILEALE: LA NUOVA TECNICA ANTIREFLUSSO “GAZZA TECHNIQUE”Gazzarrini O, Gacci M, Cai T, Giubilei G, Berdon<strong>di</strong>ni E, Rizzo M, BartolettI R1Clinica Urologica, Firenze153 - ACCURATEZZA DEL MODELLO PREDITTIVO DI ESTENSIONE EXTRACAPSULARE (ECE): VALUTAZIONE SU 192PAZIENTI A BASSO RISCHIOGacci M 1 , Mearini L 2 , Mearini E 2 , Cai T 1 , Zucchi A 2 , Rizzo M 1 , Bartoletti R 1 , Porena M 21Clinica Urologica; Firenze; 2 Clinica Urologica, Perugia154 - VALORE PROGNOSTICO DEI LIVELLI URINARI DI UBC® DOPO RESEZIONE ENDOSCOPICA DEI TUMORI TRANS-IZIONALI DI VESCICA: VALUTAZIONE PROSPETTICAGacci M 1 , Cai T 1 , Curotto A 2 , Gallo F 2 , Ambruosi C 2 , Dal Canto M 1 , Rizzo M 1 , Bartoletti R 1 , Carmignani G 21Clinica Urologica, Firenze; 2 Clinica Urologica, Genova157 - UTILIZZO DELLE SEQUENZE MICROSATELLITI COME FATTORE PROGNOSTICO NELLE NEOPLASIE A CELLULETRANSIZIONALI DELLA VESCICACai T 1 , Dal Canto M 1 , Piazzini M 2 , Gacci M 1 , Rizzo M 1 , Bartoletti R 11Clinica Urologica, Firenze; 2 Dipartimento <strong>di</strong> Genetica Me<strong>di</strong>ca160 - LA PROSTATECTOMIA RADICALE RETROPUBICA NEL CARCINOMA PROSTATICO DI PAZIENTE CON TRAPIAN-TO DI RENE. CASE REPORTStellacci V, Palazzo S, Annunziata G, Saracino A, Selvaggio O, Ditonno P, Battaglia M, Selvaggi FPDipartimento dell’Emergenza e dei Trapianti <strong>di</strong> Organi. Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Bari163 - ELEVATI LIVELLI DI TESTOSTERONE DURANTE TERAPIA CON LHRH ANALOGHIBaldazzi V, Lapini A, Melone F, Serni S, Masieri L, Carini MOspedale S.M. Annunziata, Firenze164 - ACCURATEZZA DIAGNOSTICA DELLA RISONANZA MAGNETICA CON BOBINA ENDORETTALE (ER-MRI) NELLASTADIAZIONE CLINICA DEL CARCINOMA PROSTATICO LOCALIZZATOPorcaro AB 1 , Montemezzi S 2 , Migliorini F 1 , Monaco C 1 , Balzarro M 1 , Pianon R 1 , Borsato A 2 , Ghimenton C 3 , Gortenuti G 2 ,Comunale L 11Divisione <strong>di</strong> Urologia; 2 Divisione <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>ologia; 3 Divisione <strong>di</strong> Anatomia Patologica, Ospedale Civile Maggiore, Verona166 - STORIA NATURALE DEI TUMORI UROTELIALI DELLE ALTE VIE URINARIE, DOPO TRATTAMENTO CHIRURGICOPorcaro AB 1 , Sava T 2 , Migliorini F 1 , Monaco C 1 , Balzarro M 1 , Pianon R 1 , Merlin F 2 , Ghimenton C 3 , Bassetto MA 2 , Cetto GL 2 ,Comunale L 11Divisione <strong>di</strong> Urologia; 2 Divisione <strong>di</strong> Oncologia Me<strong>di</strong>ca; 3 Divisione <strong>di</strong> Anatomia Patologica, Ospedale Civile Maggiore, Verona175 - TECNICA MICOCHIRURGICA DI RISPARMIO DEL PARENCHIMA TESTICOLARE NELLE LESIONI SOSPETTE DELTESTICOLOColpi GM 1 , Carmignani L 2 , Nerva F 1 , Pie<strong>di</strong>ferro G 1 , Gadda F 2 ,Castiglioni F 11Unità <strong>di</strong> Andrologia Ospedale S. Paolo; 2 Clinica Urologica Università <strong>di</strong> Milano, Ospedale Maggiore <strong>di</strong> Milano IRCCSXXIIIArchivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004, 76, 3, Supplemento 1


<strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia Oncologica187 - CISTI DERMOIDE DEL TESTICOLO-PRESENTAZIONE DI CASO CLINICOVigano' P, Picozzi S, Manganini V, Casu M, Giuberti A, Mazza L, Strada GRU.O Urologia Ospedale San Gerardo Monza195 - UROVYSION:NOSTRA ESPERIENZA SU UN NUOVO TEST PER LA DIAGNOSI ED IL FOLLOW UP DI NEOPLASIEUROTELIALIGraziotti P, Corinti M, Taverna GL, Piccinelli A, Seveso M, Giusti G, Venci A, Bettio DIstituto Clinico Humanitas204 - EXCLUSIVE RADIOTHERAPY OF BLADDER CANCER: LATE GENITOURINARY AND RECTAL EFFECTSFerrera G 1 , Alongi F 1 , Mortellaro M 1 , Federico M 1 , Vella M 2 , Montemaggi P 11Regional Cancer Center M. Ascoli - Palermo; 2 Clinica urologica, Università stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Palermo209 - METASTASI DEL GIUNTO PIELO-URETERALE DA CARCINOMA MAMMARIOPola L 1 , Santoni B 1 , Mulonia A 1 , Spina<strong>di</strong>n R 1 , Zennaro R 1 , Pittarello F 2 , Lodovichetti G 3 , Fornasiero A 4 , Gasparella V 11U.O. <strong>di</strong> Urologia O.C. <strong>di</strong> Piove <strong>di</strong> Sacco; 2 U.O. <strong>di</strong> Radoiologia O.C. <strong>di</strong> Piove <strong>di</strong> Sacco; 3 Istituto <strong>di</strong> Anatomia Patologica,Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Padova; 4 U.O. <strong>di</strong> Oncologia O.C. <strong>di</strong> Piove <strong>di</strong> Sacco, Padova213 - VARIANTE NESTED DEL CARCINOMA A CELLULE TRANSIZIONALI DELLA VESCICA: ESPERIENZA ISTOPATOLO-GICA E CLINICAMalizia M, Brunocilla E, Forlani T, Garofalo M, Palmieri F, Schiavina R, Severini E, Vitullo G, Martorana GClinica Urologica <strong>di</strong> Bologna “Alma Mater Stu<strong>di</strong>orum” Università <strong>di</strong> Bologna221 - ROTTURA SPONTANEA DI ANGIOMIOLIPOMA RENALE ASSOCIATA A SEPSI: CASO CLINICOCerasoli S.2, Elmi F.1, Galassi P.1, Gerbino G.1, Palucci Q.1, Pasini A.3, Turci A.11Urologia Ospedale M. Bufalini; 2 Anatomia Patologica Ospedale M. Bufalini; 3 Ra<strong>di</strong>ologia Ospedale M. Bufalini, CesenaSabato 11 <strong>di</strong>cembre 2004ore 12.00 - 13.00 OCEANIA A - COMUNICAZIONI - Diagnostica e terapia chirurgica dei tumori del reneModeratori: Bertolotto M., Fiaccavento G.49 - NEOPLASIA RENALE PARENCHIMALE IN RENE UNICOCozzoli A, Zani D, Cosciani Cunico SDivisione Clinicizzata <strong>di</strong> Urologia Spedali Civili <strong>di</strong> Brescia76 - CARATTERIZZAZIONE DELLE MASSE RENALI MEDIANTE RISONANZA MAGNETICA DI DIFFUSIONESiracusano S 1 , Tiberio A 1 , Ciciliato S 1 , Cova M 2 , Squillaci E 3 , Galla S 2 , Belgrano M 2 , Bernabei M 1 , Pozzi Mucelli R 2 , Belgrano E 11U.C.O. <strong>di</strong> Clinica Urologica Università <strong>di</strong> Tieste; 2 Istituto <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>ologia, Università <strong>di</strong> Trieste; 3 Clinica Ra<strong>di</strong>ologicaUniversità Tor Vergata <strong>di</strong> Roma79 - TUMORE DEL RENE E CHIRURGIA CONSERVATIVA: FOLLOW-UP A MEDIO E LUNGO TERMINE.Siracusano S 1 , Giberti C 2 , Ciciliato S 1 , Tiberio A 1 , Schenone M 2 , Bernabei M 1 , Belgrano E 11UCO <strong>di</strong> Clinica Urologica Università <strong>di</strong> Trieste; 2 Divisione <strong>di</strong> Urologia Ospedale San Paolo <strong>di</strong> Savona95 - VALORE PROGNOSTICO DEI TIPI ISTOLOGICI DEL CARCINOMA RENALE.ESPERIENZA MULTICENTRICA SU 4063 PAZIENTICindolo L 1 , Patard JJ 2 , Ficarra V 3 , de La Taille A 4 , Tostain J 5 , Artibani W 3 , Abbou CC 4 , Lobel B 2 , Mulders PFA 6 , Wood CG 7 ,Swanson DA 7 , Figlin RA 8 , Belldegrun AS 8 , Altieri V 9 , Napodano G 9 , Salzano L 1 , Pantuck AJ 81UO Urologia AORN “G. Rummo”, Benevento, Italia; 2 Dipartimento Urologia, CHU Pontchaillou, Rennes, France;3Dipartimento Urologia, Verona University Hospital, Verona, Italia; 4 Dipartimento urologia, CHU Henri Mondor, Créteil,France; 5 Dipartimento urologia North Hospital, CHU of Saint-Etienne, France; 6 University Me<strong>di</strong>cal Center Nijmegen, TheNetherlands; 7 MD Anderson Department of Urology, Houston, Texas, USA; 8 UCLA Department of Urology, Los Angeles,California, USA; 9 Clinica Urologica, Università “Federico II”, Napoli, Italia96 - COMPARAZIONE DELL'EFFICACIA PREDITTIVA DI QUATTRO MODELLI PROGNOSTICIPER IL CARCINOMA RENALE NON METASTATICO DOPO NEFRECTOMIA:STUDIO MULTICENTRICO EUROPEOCindolo L 1 , Patard JJ 2 , Chio<strong>di</strong>ni P 3 , Schips L 4 , Ficarra V 5 , Tostain J 6 , de La Taille A 7 , Altieri V 8 , Napodano G 8 , Lobel B 2 ,Zigeuner RE 4 , Artibani W 5 , Guillé F 2 , Abbou CC 7 , Salzano L 1 , Gallo C 31UO Urologia AORN “G. Rummo”, Benevento, Italia; 2 Dipartimento Urologia, CHU Pontchaillou, Rennes, France;3Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Pubblica, Clinica e Preventiva, Seconda Università, Napoli, Italia; 4 Dipartimento UrologiaUniversity Hospital, Me<strong>di</strong>cal University Graz, Austria; 5 Dipartimento Urologia, Verona University Hospital, Verona, Italia;6Dipartimento Urologia, North Hospital, CHU of Saint-Etienne, France; 7 Dipartimento Urologia, CHU Henri Mondor,Créteil, France; 8 Clinica Urologica, Università “Federico II”, Napoli, Italia161 - NEFRECTOMIA LAPAROSCOPICA: NOSTRA ESPERIENZAPalazzo S 1 , Annunziata G 1 , Pezzolla A 2 , Mancini V 1 , Lucarelli G 1 , Bettocchi C 1 , Veneziano I 1 , Martino P 1 , Selvaggi FP 11Sezione <strong>di</strong> Nefrologia Chirurgia e Trapianto <strong>di</strong> Rene; 2 Sezione <strong>di</strong> Chirurgia Generale IV “Marinaccio”,Universita degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Bari162 - CARCINOMA DEL RENE CON TROMBOSI DELLA VCI INTRAEPATRICA, SOVRAEPATICA E/O DELL’ATRIODESTRO: SELEZIONE DEI PAZIENTI, TECNICA CHIRURGICA E RADICALITÀ ONCOLOGICABertini R 1 , Roscigno M 1 , Pasta A 1 , Mazzoccoli B 1 , Sangalli M 1 , Da Pozzo LF 1 , Colombo R 1 , Lapenna E 2 , Rigatti P 11U.O. Urologia; 2 U.O. Car<strong>di</strong>ochirurgia, Università Vita-<strong>Salute</strong>, H.San Raffaele, MilanoArchivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004, 76, 3, Supplemento 1X<strong>XIV</strong>


165 - IL TRATTAMENTO DEI TUMORI DEL RENE ASSOCIATI AD ANEURISMI DELL’AORTA ADDOMINALE (AAA)Porcaro AB 1 , Veral<strong>di</strong> GF 2 , Migliorini F 1 , Monaco C 1 , Balzarro M 1 , Longo M 1 , De Manzoni G 2 , Ghimenton C 3 , Tasselli S 2 ,Pedrazzani C 2 , Guglielmi A 2 , Cor<strong>di</strong>ano C 2 , Comunale L 11Divisione <strong>di</strong> Urologia; 2 1a Divisione Clinicizzata <strong>di</strong> Chirurgia; 3 Divisione <strong>di</strong> Anatomia Patologica, Ospedale CivileMaggiore, Verona193 - IL TRATTAMENTO PERCUTANEO (PCN) CON RADIOFREQUENZA (RITA) DELLE MASSE RENALI< 3 CM: RISUL-TATI PRELIMINARIBrausi M, Verrini G, Gavioli M, Pernacchia G, Viola M, De Luca G, Castagnetti G, Simonini GDivisione <strong>di</strong> Urologia Ospedale S. Agostino-Estense Modena e Ramazzini Carpi (Mo)194 - NEPHRON SPARING IN MONORENE. TECNICA CHIRURGICA E RISULTATI A LUNGO TERMINEMaugeri O, Seveso M, Taverna GL, Giusti G, Piccinelli A, Benetti A, Pasini L, Zandegiacomo S, Graziotti PIstituto clinico Humanitasore 12.00 - 13.00 OCEANIA B - COMUNICAZIONI - Biopsia ProstaticaModeratori: Motta M, Pavlica P6 - BLOCCO ANESTETICO PERIPROSTATICO ECOGUIDATO NELLA BIOPSIA PROSTATICA TRANSRETTALE: PERFEZIO-NAMENTO DELLA TECNICA INFILTRATIVA CON OTTIMIZZAZIONE DELL’ANALGESIA ALL’APICE PROSTATICOPaulesu A, Conti GReaprto <strong>di</strong> Urologia e Andrologia dell'Azienda Ospedaliera "S. Anna", Como22 - UTILITÀ DELLA BIOPSIA PROSTATICA MIRATA SULLE AREE IPOECOGENE IN ASSOCIAZIONE AL MAPPAGGIOAD 8 PRELIEVI NELLA DIAGNOSI DI CARCINOMA PROSTATICO.De Luca S, Caccia P, Cavallini A, Giargia E, Neira D, Pasquale M, Randone DFDivisione <strong>di</strong> Urologia, Ospedale Gradenigo, Torino45 - RISULTATI DI UN PROGRAMMA DI DIAGNOSI PRECOCE DEL CARCINOMA PROSTATICO CONDOTTO IN SICILIA:STUDIO MULTICENTRICO SU 16298 PAZIENTIMinal<strong>di</strong> G 1 , Pepe P 2 , Serrao A 3 , Aragona C 4 , Orestano F 5 , Capizzi G 6 , Dibenedetto G 7 , Cosentino G 8 , Paola Q 9 ,Gulletta M 10 , Nicolosi D 11 , Raffino S 12 , Azzarello G 13 , Raciti G 14 , Ranno S 1 , Motta M 15 , Aragona F 21Clinica Urologica Univ Ct; 2 U.O.Urologia P.O. Cannizzaro <strong>di</strong> Ct; 3 U.O. Urologia P.O. <strong>di</strong> Rg; 4 U.O. Urologia P.O. <strong>di</strong> Me;5Case <strong>di</strong> Cura Orestano Pa; 6 U.O. Urologia P.O. <strong>di</strong> Comiso (Rg); 7 U.O. Urologia P.O. <strong>di</strong> S.Cataldo (Cl);8U.O. Urologia P.O. <strong>di</strong> Gela (Cl); 9 U.O. Urologia P.O. <strong>di</strong> Sciacca (Ag); 10 U.O. Urologia P.O. <strong>di</strong> Barcellona P.G. (Me);11U.O.Urologia P.O. Garibal<strong>di</strong> <strong>di</strong> Ct; 12 Serv. Ambulatoriale <strong>di</strong> Urologia Ausl <strong>di</strong> En; 13 Clinica Chirurgica PoliclinicoUniv <strong>di</strong> Ct; 14 U.O. Urologia P.O. Garibal<strong>di</strong> <strong>di</strong> Ct; 15 Clinica Urologica Univ <strong>di</strong> Ct83 - NEOPLASIA PROSTATICA INTRAEPITELIALE AD ALTO GRADO (HGPIN), PROLIFERAZIONE MICROACINARE ATI-PICA (ASAP) E HGPIN & ASAP ALLA PRIMA BIOPSIA PROSTATICA: QUALE LESIONE È PIÙ A RISCHIO PER RE-BIOP-SIA POSITIVA PER ADENOCARCINOMA?Scattoni V, Rossigno M, Freschi M, Fabbri F, Gallina A, Fantini G, Saccà A, Pasta A, Bestini R, Montorsi F, Rigatti PClinica Urologia, Servizio <strong>di</strong> Anatomia Patologica, Università “Vita e <strong>Salute</strong>”, Ospedale San Raffaele, Milano106 - BIOPSIA ECOGUIDATA DELL’ANASTOMOSI URETRO-VESCICALE DOPO PROSTATECMIA: NOSTRA ESPERIENZAMari M 1 , Guercio S 1 , Mangione F 1 , Dalle Ore MC 1 , Bollito E 2 , Bellina M 11U.O.C. <strong>di</strong> Urologia Ospedale degli Infermi <strong>di</strong> Rivoli; 2 Servizio <strong>di</strong> Anatomia Patologica Azienda Ospedaliera S. Luigi,Orbassano, TO109 - VALORE CLINICO DELLA RIDUZIONE DEL PSA IN SOGGETTI CANDIDATI ALL’AGOBIOPSIA PROSTATICASerretta V, Galuffo A, Coraci G, Allegro R, Abbadessa D, Ascoli R, Pavone-MacalusoSezione <strong>di</strong> Urologia, Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Interna, Malattie Car<strong>di</strong>ovascolari e Nefrourologiche, Università <strong>di</strong>Palermo167 - PARAMETRI PREDITTIVI DI BIOPSIA PROSTATICA POSITIVA: VALORE CLINICO DELLA DENSITÀ BIOPTICAGalosi AB 1 , Polito M jr 1 , Milanese G 1 , Vivani C 2 , Muzzonigro G 11Clinica Urologia; 2 Dottorato Oncologia Urologica, Università Politecnica delle Marche, Az. Ospedali Riuniti, Ancona170 - RUOLO DELLA BIOPSIA DELL’ANASTOMOSI NEL PAZIENTE CANDIDATO A RT DI SALVATAGGIO DOPOPROSTATECTOMIA RADICALERoscigno M 1 , Cozzarini C 2 , Scattoni V 1 , Bertini R 1 , Da Pozzo LF 1 , Mazzoccoli B 1 , Pasta A 1 , Montorsi F 1 , Bolognesi A 2 ,Villa E 2 , Rigatti P 11Clinica Urologica; 2 Servizio <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>ochemioterapia, Università "Vita e <strong>Salute</strong>" Ospedale San Raffaele, Milano182 - ANESTESIA PERIANALE NELLA BIOPSIA TRANS-RETTALE DELLA PROSTATA: EMLA® VS. PLACEBORaber M, Scattoni V, Roscigno M, Dehò F, Salonia A, Bua L, Montorsi F, Rigatti PIstituto Scientifico Ospedale San Raffaele, Università Vita <strong>Salute</strong>214 - TOMOGRAFIA AD EMISSIONE DI POSITRONI CON 11-C-COLINA INTEGRATO A UN SISTEMA TC (11-C-CHOLINE-PET/TC) NELLA DIAGNOSI DI NEOPLASIA PROSTATICASchiavina R 1 , Bertaccini A 1 , Manferrari F 1 , Martinelli A 1 , Franceschelli A 1 , Malizia M 1 , Monetti N 2 , Castellucci P 2 ,Fanti S 2 , Farsad M 2 , Nanni C 2 , Grigioni WF 3 , D’errico A 3 , Corti B 3 , Fiorentino M 3 , Brunicilla E 1 , Martoran G 11Clinica Urologica, Alma Mater Stu<strong>di</strong>orum Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Bologna; 2 Servizio <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Nucleare, CentroP.E.T. Alma Mater Stu<strong>di</strong>orum Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Bologna; 3 Unità O<strong>per</strong>ativa <strong>di</strong> Anatomia, Istologia e CitologiaPatologica, Istituto Oncologico F. Addari, Alma; Mater Stu<strong>di</strong>orum Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> BolognaXXVArchivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004, 76, 3, Supplemento 1


<strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia Oncologicaore 12.00 - 13.00 OCEANIA C - COMUNICAZIONI SELEZIONATEModeratori: Boccardo F., Trombetta C., Bracarda S., Zattoni F.9 - TERMO-ABLAZIONE PROSTATICA TRANSRETTALE CON ULTRASUONI FOCALIZZATI AD ALTA INTENSITÀ(PTTA/HIFU-ABLATHERM): UN’OPZIONE TERAPEUTICA NELLA RIPRESA LOCALE DEL CARCINOMA PROSTATICODOPO FALLIMENTO DELLA RADIOTERAPIAPaulesu A, Conti GDivisione <strong>di</strong> Urologia e Andrologia Azienda Ospedaliera "S. Anna", Como10 - CHEMIOABLAZIONE MEDIANTE GEMCITABINA ENDOVESCICALE NEI TUMORI VESCICALI SUPERFICIALI DIBASSO GRADO E BASSO STADIOCampodonico F, Canepa G, Capponi G, Bozzo L, Maffezzini MSC Urologia, Ospedale Galliera, Genova46 - RISULTATI A LUNGO TERMINE DELLA TECNICA DI ENUCLEORESEZIONE DI NEOFORMAZIONI RENALIDI MASSIMO 4 CM DI DIAMETRO ALLA DIAGNOSIPuppo P, Introini C, Calvi P, Naselli AIstituto <strong>Nazionale</strong> <strong>per</strong> la Ricerca sul Cancro, IST, Genova63 - ANGIOGENESIS AS PROGNOSTIC FACTOR IN SMALL RENAL TUMORSMinar<strong>di</strong> D 1 , Lucarini G 2 , Mazzucchelli R 3 , Natali D 2 , Milanese G 1 , Galosi AB 1 , Montironi R 3 , Biagini G 2 , Muzzonigro G 11Institute of Urology, Polytechnic University of the Marche Region Me<strong>di</strong>cal School, Ancona; 2 Institute of Morfology-Istology, Polytechnic University of the Marche Region Me<strong>di</strong>cal School, Ancona; 3 Institute of Pathology, Polytechnic66 - A PROPOSITO DI 225 CASI DI NEPHRON SPARING SURGERY,RIVALUTAZIONE ANALISI MATEMATICA E PROSPETTIVEMicheli E 1 , Zanar<strong>di</strong> G 1 , Ranieri A 1 , Deiana G 1 , Belussi D 1 , Pianezza O 1 , Lembo A 1 , Perna A 2 , Dimitrov B 21U.O. Urologia Ospedali Riuniti <strong>di</strong> Bergamo; 2 Istituto <strong>di</strong> Ricerca ed Analisi Statistiche Mario Negri (Villa Camozzi sede <strong>di</strong>Ranica Bergamo)139 - EFFETTI DEL NERIDRONATO SUL METABOLISMO OSSEO IN PAZIENTI ANDROGENO DEPRIVATI PER CARCINO-MA PROSTATICOMagno C 1 , Anastasi G 1 , Pizzo A 1 , Morabito N 2 , Frisina N 2 , Inferrera A 1 , Melloni D 11Cattedra <strong>di</strong> Urologia; 2 Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Interna, Università degli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> MessinaORE 12.00 - 13.00 SALA: VULCANIA 1 VIDEOChirurgia “open”Moderatori: Prezioso D., Battaglia M.41 - CISTECTOMIA RADICALE E NEOVESCICA ORTOTOPICA NELLA DONNA.RIPARAZIONE CONSENSUALE DEL PAVIMENTO PELVICO CON RETE IN POLIPROPILENE.Puppo P, Introini C, Calvi P, Naselli AIstituto <strong>Nazionale</strong> <strong>per</strong> la Ricerca sul Cancro, IST, Genova42 - CISTECTOMIA RADICALE E NEOVESCICA ORTOTOPICA NELLA DONNA. SUPPORTO POSTERIORE CON LEMBODI PERITONEO DEL DOUGLASPuppo P, Introini C, Calvi P, Vigliercio G, Naselli AIstituto <strong>Nazionale</strong> <strong>per</strong> la Ricerca sul Cancro, IST, Genova81 - CHIRURGIA RETROPERITONEALE ESTESA DEL CARCINOMA RENALE METASTATICO: POSSIBILITA' E RISCHITombolini P., Ruoppolo M., Malagola G, Rovera FUnità O<strong>per</strong>ativa <strong>di</strong> Urologia - azienda Ospedaliera Ospedale San Carlo Borromeo - Milano92 - NEFROCAPSULECTOMIA RADICALE E TROMBECTOMIA CAVALE CON C.E.C, IPOTERMIA PROFONDAED ARRESTO DI CIRCOLO IN MINITORACOTOMIA ANTERIORE DESTRA.Bertini R. 1 , Pasta A. 1 , Mazzoccoli B. 1 , Sangalli M. 1 , Roscigno M. 1 , Da Pozzo L.F. 1 , Colombo R. 1 , Lapenna E. 2 , Rigatti P. 11U.O. Urologia, 2 U.O. Car<strong>di</strong>ochirurgia – Università Vita-<strong>Salute</strong>, H.San Raffaele, Milano.183 - PROSTATECTOMIA RADICALE ANTEROGRADA MODIFICATA: NOTE DI TECNICA CHIRURGICAS. Serni, L. Masieri, A.Lapini, C. Corvino, U. Locunto, M. Carloni, V.Baldazzi,M. CariniUniversità degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Firenze, U.O. Urologia, Ospedale S. M. Annunziata, Firenze16.15 - 17.00 OCEANIA A - COMUNICAZIONITerapia me<strong>di</strong>ca e chirurgica dei tumori della vescicaModeratori: Lorusso V., Pavone Maccaluso M.17 - TERAPIA PERCUTANEA DELLA NEOPLASIA UROTELIALE DI BASSO STADIO E BASSO GRADO:FOLLOW UP A LUNGO TERMINEMaggioni M, Grisotto M, Del Nero A, Avogadro A, Ferruti M, Mangiarotti B, Confalonieri S, Marchesotti F, Carmignani L,Montanari EClinica Urologica III Università degli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano Az. Ospedaliera San Paolo MilanoArchivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004, 76, 3, Supplemento 1XXVI


33 - SOMMINISTRAZIONE INTRAVESCICALE SEQUENZIALE DI BACILLUS DI CALMETTE-GUERIN E MITOMICINA CELETTROSTIMOLATA NEI TUMORI SUPERFICIALI DELLA VESCICA AD ALTO RISCHIO:STUDIO PROSPETTICO CONTROLLATODi Stasi SM 1 , Giannantoni A 2 , Stephen RL 3 , Capelli G 4 , Giurioli A 5 , Zampa G 6 , Virgili G 1 , Storti L 1 , Attisani F 1 , Vespasiani G 11Cattedra <strong>di</strong> Urologia, Università “Tor Vergata”, Roma; 2 Clinica Urologia, Università <strong>di</strong> Perugia, Perugia; 3 LaboratoriPhysion srl, Medolla; 4 Dipartimento <strong>di</strong> Scienze, Università <strong>di</strong> Cassino; 5 Unità O<strong>per</strong>ativa <strong>di</strong> Urologia, Ospedale A.Perrino, Brin<strong>di</strong>si; 6 Unità O<strong>per</strong>ativa <strong>di</strong> Oncologia, Ospedale S. Giacomo, Roma, Italia50 - RISULTATI ONCOLOGICI DELLA CISTECTOMIA RADICALE LAPAROSCOPICA SUI PRIMI 10 CASISimonato A, Gregori A, Lissiani A, Bozzola A, Galli S, Gaboar<strong>di</strong> FU.O. Urologia, Ospedale "Luigi Sacco", Milano51 - SORVEGLIANZA E TRATTAMENTO DELLE NEOPLASIE VESCICALI PT1G3 DI PRIMA OSSERVAZIONESandri S 1 , Camazzola M 1 , Bozzini G 2 , Marzotto M 11UO <strong>di</strong> Urologia e Unità Spinale, Ospedale <strong>di</strong> Magenta 2 Clinica Urologica IRCCS Ospedale Maggiore Policlinico <strong>di</strong> Milano129 - CISTECTOMIA “SEMINAL VESICLE AND PROSTATIC CAPSULE SPARING” E RADICALITÀ ONCOLOGICA:RISULTATI PRELIMINARILocunto U, Serni S, Stefanucci S, Lapini A, Baldazzi V, Carloni M, Carini MOsp. S. M. Annunziata - Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Firenze158 - STUDIO MULTICENTRICO SULL’USO DELLA GEMCITABINA NELLA PROFILASSI DELLE RECIDIVE DEI TUMORIVESCICALI SUPERFICIALI PLURIRECIDIVI DOPO ANTIBLASTICI ENDOVESCICALI E/O BCG. VALUTAZIONE DELLATOLLERABILITÀMorabito F 1 , Rossi R 1 Graziano ME 1 , Ferrando U 1 , Lancini V 2 , Cretarola E 2 , Conti G 2 , Luporini AC 3 , Muto G 4 , Castelli E 4 ,D’Urso L 4 , Razionale P 5 , Lissoni G 6 , Simone M 7 , Francesca F 7 , Sommariva M 8 , Casu M 9 , Hurle R 101S.C. Urologia 3 D.O. Ospedale Molinette, Torino; 2 Div. Urologia Ospedale S. Anna, Como; 3 U.O. Oncologia Me<strong>di</strong>caIstituto Clinico S. Ambrogio, Milano; 4 Div. Urologia Ospedale S. Giovanni Bosco, Torino; 5 Div. Chirurgia Ospedale SS.Benedetto e Gertrude, Cuggione (MI); 6 Div. Urologia Ospedale Civile <strong>di</strong> Vimercate (MI); 7 Div. Urologia Ospedale S.Chiara, Pisa; 8 Div. Urologia Ospedale Fornaroli, Magenta (MI); 9 Div. Urologia Ospedale S. Gerardo, Monza (MI);10Div. Urologia Ospedale Humanitas Gavazzeni, Bergamo191 - RADIOTERAPIA PREOPERATORIA + CISTECTOMIA RADICALE VS CISTECTOMIA RADICALE DA SOLA NEL CAR-CINOMA VESCICALE pT3- T4: RISULTATI A LUNGO TERMINE DI UNO STUDIO PROSPETTICO.Brausi M, Verrini G, Gavioli M, Peracchia G, Viola M, De Luca G, Borelli A, Simonini GU.O. Urologia Ospedale S. Agostino-Estense Modena e Ramazzini, Carpi Modena16.15 - 17.00 OCEANIA C - COMUNICAZIONI - Prostatica Ricerca S<strong>per</strong>imentaleModeratori: Sica G., Mustacchi G.7 - TERMO-ABLAZIONE PROSTATICA TRANSRETTALE CON ULTRASUONI FOCALIZZATI AD ALTA INTENSITÀ(PTTA/HIFU-ABLATHERM) NELLA CURA DEL CARCINOMA PROSTATICO LOCALIZZATO: 4 ANNI DI ESPERIENZPaulesu A, Conti GDivisione <strong>di</strong> Urologia e Andrologia, Azienda Ospedaliera"S. Anna", Como27 - VALPROIC ACID INHIBITS PROLIFERATION AND AFFECTS ANDROGEN SENSITIVITYIN PROSTATIC CANCER CELLSUrbano R 1 , Iacopino F 1 , Vairano M 2 , Angelucci C 1 , Graziani G 2 , Navarra P 1 , Sica G 11Istituto <strong>di</strong> Istologia ed Embriologia; Istituto <strong>di</strong> Farmacologia, Facoltà <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia, Università Cattolica delSacro Cuore; 2 Dipartimento <strong>di</strong> Neuroscienze, Università <strong>di</strong> Roma “Tor Vergata”, Roma, Italia39 - RNASEL ARG462 IN PAZIENTI ITALIANI CON CARCINOMA PROSTATICO: RISULTATI PRELIMINARIVan Duist MM 1 , Penachioni J 1 , Giachino D 1 , Zitella A 2 , Destefanis P 2 , Graziano ME 2 , Cracco C 3 , Scarpa R 3 , Ferrando U 2 ,Fontana D 2 , Tizzani A 2 , De Marchi M 11Genetica Me<strong>di</strong>ca Università <strong>di</strong> Torino; 2 Centro prostata ASO S.Giovanni Battista e Università <strong>di</strong> Torino;3Urologia, ASO S.Luigi, Orbassano84 - UTILITÀ DELLA CINETICA DEL PSA DOPO LA PROSTATECTOMIA RADICALEBenecchi L 1 , Cantoni F 1 , Prati A 1 , Arnau<strong>di</strong> R 1 , Destro Pastizzaro C 1 , Savino A 1 , Uliano N 1 , Pieri AM 1 , Martens D 1 ,Potenzoni D 1 , Passalacqua R 21Divisione <strong>di</strong> Urologia, Ospedale <strong>di</strong> Fidenza, Parma; 2 Divisione Oncologia, Ospedale <strong>di</strong> Cremona113 - CORRELAZIONE TRA MARKERS SIERICI NEUROENDOCRINI E RISULTATI IMMUNOISTOCHIMICI NEL CARCINO-MA PROSTATICO ORMONOREFRATTARIOMatei DV 1 , Sandri MT 2 , Renne G 3 , Gan<strong>di</strong>ni S 4 , Scar<strong>di</strong>no E 1 , Rocco B 1 , Verweij F 1 , Varela R 1 , Fazio N 5 , de Cobelli O 11Div. <strong>di</strong> Urologia; 2 Unità <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina <strong>di</strong> Laboratorio. Laboratorio; 3 Div. Anatomia Patologica; 5 Div. Oncologia; 4 Div.Biostatistica Istituto Europeo <strong>di</strong> Oncologia, Milano, Italia117 - GEFITINIB (ZD1839) INIBISCE LA PROGRESSIONE METASTATICANEL CARCINOMA PROSTATICOAngelucci A 1,2 , Gravina GL 3 , Festuccia C 2 , Rucci N 2 , Muzi P 2 , Vicentini C 3 , Galassi P 3 , Galatioto GP 3 , Teti A 2 , Bologna M 1,21Dipartimenti <strong>di</strong> Biologia <strong>di</strong> Base ed Applicata; 2 Dipartimenti <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina S<strong>per</strong>imentale; 3 Dipartimenti <strong>di</strong> ScienzeChirurgiche, Università Degli Stu<strong>di</strong> dell’AquilaXXVIIArchivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004, 76, 3, Supplemento 1


<strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia Oncologica138 - ASSOCIATIONE TRA POLIMORFISMO DI CYP17, GSTP1, PON1-55 E PON1-192 E RISCHIODI CARCINOMA PROSTATICOMearini E 1 , Talesa V 2 , Costantini E 1 , Antognielli C 2 , Mearini L 21Clinica Urologica, Università <strong>di</strong> Perugia; 2 Dipartimento <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina s<strong>per</strong>imentale, Università <strong>di</strong> Perugia16.15 - 17.00 VULCANIA - COMUNICAZIONI - MiscellaneaModeratori: Mattioli R., Consonni P.2 - RUOLO DELLA TUR 2ND LOOK PER UNA CORRETTA STADIAZIONE DEL CA VESCICALE T1 G3Simone M 1 , Manassero F 1 , Salinitri G 1 , Felipetto R 1 , Casale P 1 , Francesca F 2U.O. Urologia SSN Ospedale S. Chiara, Pisa 125 - UTILIZZO DELLA LINFOSCINTIGRAFIA PER L’IDENTIFICAZIONE DEL LINFONODO SENTINELLANEL TUMORE DEL PENECeratti G 1 , Gugliemetti S 1 , Marchioro G 1 , Fontana F 1 , Zaramella S 1 , Maso G 1 , Gontero P 1 , Kocjancic E 1 , Monesi G 1 ,Ridoni M 2 , Inglese E 2 , Frea B 11Clinica Urologica, Università del Piemonte Orientale "Amedeo Avogadro", Novara; 2 U.O.A Me<strong>di</strong>cina Nucleare, AziendaOspedaliera "Maggiore della Carità", Novara.97 - ESPRESSIONE DELLE PROTEINE DELLA MATRICE NUCLEARENEL CARCINOMA MUSCOLO INVASIVO DELLA VESCICABarboro P 1 , Coradeghini R 1 , Rubagotti A 1,2 , Boccardo F 1,2 , Spina B 1 , Carmignani G 3 , D’Arrigo C 4 , Patrone E 4 , Balbi C 11Istituto Scientifico <strong>per</strong> lo Stu<strong>di</strong>o e la Cura dei Tumori; 2 Dipartimento <strong>di</strong> Oncologia, Biologia e Genetica, Università <strong>di</strong>Genova; 3 Dipartimento <strong>di</strong> Urologia, Università <strong>di</strong> Genova; 4 Istituto <strong>di</strong> Macromolecole, Sezione <strong>di</strong> Genova (C.N.R.)112 - LEIOMIOMI DELL’ APPARATO GENITOURINARIO.Giubilei G 1 , Gavazzi A 1 , Mondaini N 1 , Ponchietti R 2 , Vignolini G 1 , Tazioli S 2 , Mencarini M 1 , Raugei A 1 , Rizzo M 11Clinica Urologica I Firenze; 2 Clinica Urologica II Firenze; 3 Clinica Urologica <strong>di</strong> Siena172 - I VANTAGGI DELLA CISTECTOMIA RADICALE LAPAROSCOPICADisanto V, Romano M, Portoghese F, Scalese GOspedale Regionale "Miulli" Acquaviva delle fonti UOC <strong>di</strong> Urologia, Centro <strong>di</strong> Chirurgia laparoscopica e mininvasiva192 - RUOLO DELLA LINFOADENECTOMIA NEL CARCINOMA TRANSIZIONALE INFILTRANTE (TCC)DELLE VIE ESCRETRICIBrausi M, Verrini G, Gavioli M, Peracchia G, Viola M, De Luca G, Simonini GU.O. Urologia Ospedale S. Agostino-Estense Modena e Ramazzini, Carpi Modena198 - L’ESPLORAZIONE MICROCHIRURGICA DEL TESTICOLO IN PRESENZA DI NODULO TESTICOLARE NON PALPABILERolle L, Tamagnone A, Timpano M, Ceruti C, Destefanis P, Fontana DDivisione Univerisitaria <strong>di</strong> Urologia II Dipartimento <strong>di</strong> Discipline Me<strong>di</strong>co Chirurgiche Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> TorinoOspedale San Giovanni Battista, TorinoDomenica 12 <strong>di</strong>cembre 2004ore 13.00 - 13.45 HALL - Poster Meet the AuthorModeratori: Galosi A.B., Terrone C., Bertetto O., Prayer Galletti T.1 - RE-TURP O MAPPING BIOPTICO NEI CASI DI ADENOCARCINOMA PROSTATICO INCIDENTALE T1A. QUALE PRO-CEDURA PIÙ EFFICACE NEL PREDIRE UNA MALATTIA RESIDUA?Simone M, Pomara G, Casale P, Felipetto R, Manassero F, Francesca FU.O. Urologia, SSN Ospedale S. Chiara, Pisa4 - LINFOMA RENALE BILATERALE PRIMITIVO TRATTATO CON CHIRURGIA E CHEMIOTERAPIA.Simone M, Casale P, Manassero F, Milesi C, Casarosa C, Francesca FU.O. Urologia SSN Ospedale S. Chiara, Pisa5 - METASTASI PENIENA DA CARCINOMA TRANSIZIONALE DELLA PELVI RENALE.DESCRIZIONE DI UN PRIMO CASOSimone M 1 , Pomara G 1 , Pastina I 2 , Felipetto R 1 , Casale P 1 , Manassero F 1 , Francesca F 11U.O. Urologia SSN; 2 U.O. Oncologia Me<strong>di</strong>ca Azienda Ospedaliera Universitaria, Pisa8 - TERMO-ABLAZIONE PROSTATICA TRANSRETTALE CON ULTRASUONI FOCALIZZATI AD ALTA INTENSITÀ(PTTA/HIFU-Ablatherm) E TURP NEOADIUVANTEPaulesu A, Conti GDivisione <strong>di</strong> Urologia e Andrologia, Azienda Ospedaliera "S. Anna", Como12 - FOLFOX-4 IN PAZIENTI PRETRATTATI CON CARCINOMA A CELLULE TRANSIZIONALI DELLA VESCICADi Lorenzo G 1 , Autorino R 2 , Giordano A 1 , Giuliano M 1 , Russo A 3 , Cosentino L 2 , Pane U 2 , Di Giacomo F 2 , D’Armiento M 2 ,Contaldo F 3 , De Placido S 11Cattedra <strong>di</strong> Oncologia Me<strong>di</strong>ca, Dipartimento <strong>di</strong> Endocrinologia ed Oncologia molecolare e clinica; 2 Clinica Urologica,Seconda; 3 Me<strong>di</strong>cina Interna, Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Napoli, Federico II, Naples, ItalyArchivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004, 76, 3, Supplemento 1XXVIII


16 - ANALISI DEL PROFILO PROGNOSTICO DEI PAZIENTI SOTTOPOSTI A RADIOTERAPIA DI SALVATAGGIO PER RISA-LITA DEL PSA DOPO PROSTATECTOMIA RADICALEVilla S 1 , Valdagni R 2 , Be<strong>di</strong>ni N 1 , Olmi P 11Dipartimento <strong>di</strong> Diagnostica <strong>per</strong> Immagini e Ra<strong>di</strong>oterapia; 2 Direzione Scientifica, Istituto <strong>Nazionale</strong> Tumori, Milano19 - STRATEGIE TERAPEUTICHE NEL CARCINOMA PROSTATICO LOCALIZZATO: LA SOGGETTIVITÀ DEL PAZIENTE ALCENTRO DEL PROCESSO DECISIONALEDonegani S 1 , Bosisio M 1 , Villa S 2 , Salvioni R 3 , Tamburini M 1 , Valdagni R 41 Unità O<strong>per</strong>ativa <strong>di</strong> Psicologia; 2 Unità O<strong>per</strong>ativa Ra<strong>di</strong>oterapia B; 3 Unità O<strong>per</strong>ativa Urologia; 4 Direzione Scientifica Istituto<strong>Nazionale</strong> <strong>per</strong> lo Stu<strong>di</strong>o e la Cura dei Tumori, Milano20 - ALTERAZIONI NEOFORMATIVE DELL’UROTELIO IN PAZIENTI SOTTOPOSTI A TRAPIANTO RENALELasaponara F, Morabito F, Rossi R, Liberale F, Ferrando U.S.C. Urologia 3 D.O. Ospedale Molinette, Torino23 - STEREOTACTIC RADIOSURGERY IN CEREBRAL METASTASIS FROM GERM CELL TUMOURSManno P 1 , Sava T 1 , Ria A 2 , Nicolato A 2 , Alessandrini F 3 , Nortilli R 1 , Franceschi T 4 , Gerosa M 2 , Cetto GL 11Dept. of Me<strong>di</strong>cal Oncology,University of Verona, Verona; 2 Dept. of Neurosurgery, University of Verona, Verona; 3 Dept. ofNeurora<strong>di</strong>ology, Azienda Ospedaliera <strong>di</strong> Verona, Verona; 4 Me<strong>di</strong>cal Oncology, Mater Salutis Hospital; Legnago, Italy29 - L’UTILITÀ DELLA "FLUORESCENCE IN SITU HYBRIDATION" (FISH) SU URINE SPONTANEE NELLA DIAGNOSI DELCARCINOMA VESCICALE A CELLULE TRANSIZIONALICapponi G 1 , Canepa G 1 , Casarico A 1 , Campodonico F 2 , Casazza S 2 , Turbino L 2 , Bandelloni R 2 , Maffezzini M 11S.C. Urologia E.O. Ospedali Galliera Genova; 2 Servizio <strong>di</strong> Anatomia e Istologia PatologicaE.O. Ospedali Galliera Genova35 - PIN DI ALTO GRADO: PERCHÈ È GIUSTO UN TRATTAMENTO RADICALESangiorgi A 1 , Andrei F 1 , Giannone V 1 , Irianni G 1 , Lupo S 1 , Bertoni F 1 , Buli P 11U.O. <strong>di</strong> Urologia, San Giovanni in Persiceto, AzUSL, Bologna; 2 Servizio <strong>di</strong> Anatomia ed Istologia Patologica, Ist.Ortope<strong>di</strong>ci Rizzoli, Bologna36 - ETIOPATOGENESI DEI TUMORI SURRENALICI. IDENTIFICAZIONE DI SEQUENZE DI DNA DI POLIOMAVIRUS EDHERPESVIRUS MEDIANTE REAL-TIME PCRPomara G 1 , Barzon L 2 , Evangelisti S 1 , Carlino F 1 , Morelli G 1 , De Maria M 1 , Palù G 2 , Selli C 11Unità <strong>di</strong> Urologia, Dipartimento <strong>di</strong> Chirurgia, Ospedale S. Chiara, Università <strong>di</strong> Pisa; 2 Dipartimento <strong>di</strong> Istologia,Microbiologia e Biotecnologie Me<strong>di</strong>che, Università <strong>di</strong> Padova40 - TECNICA PERSONALE DI BIOPSIA ECOGUIDATA TRANSRETTALE A "TRE VENTAGLI". PRESENTAZIONE DEIRISULTATI NELLA POPOLAZIONE CON PSA SINO A 10 NG/MLPuppo P, Introini C, Calvi P, Vigliercio G, Raggio M, Naselli AIstituto <strong>Nazionale</strong> <strong>per</strong> la Ricerca sul Cancro, IST, Genova48 - VARIAZIONE DELL‘ ESPRESSIONE DELL‘ INSULIN-LIKE GROWTH FACTOR NEI SOTTOTIPI ISTOLOGICIDI CARCINOMA RENALESchips l 1 , Zigeuner R 1 , Lipsky K 1 , Langner C 1 , Rehak P 2 , Cantoni F 3 , Pummer K 1 , Hubmer G 11Departments of Urology; 2 Pathology; 3 Me<strong>di</strong>cal Data Processing, University Hospital, Karl Franzens University Graz,Austria 3U.O. Urologia Ospedale <strong>di</strong> Fidenza, Parma55 - POSSIBILE RISPOSTA ALL'ANTAGONISTA GNRH DOPO FALLIMEN DELL TRATTAMENTO CON ANALOGO GNRHRocco B 1 , Ferrari M 2 , Scar<strong>di</strong>no E 1 , Matei DV 1 , Verweij F 1 , Varela R 1 , De Cobelli O 11Divisione <strong>di</strong> Urologia Istituto Europeo <strong>di</strong> Oncologia; 2 Divisione <strong>di</strong> Endocrinologia Istituti Clinici Humanitas, Milano57 - COME INCREMENTARE LA SPECIFICITÀ DI UNA RETE NEURALE PER LA DIAGNOSI DEL TUMORE PROSTATICOBenecchi L, Cantoni F, Prati A, Arnau<strong>di</strong> R, Destro Pastizzaro C, Savino A, Uliano N, Pieri A, Martens D, Potenzoni DDivisione <strong>di</strong> Urologia, Ospedale <strong>di</strong> Fidenza, Parma58 - RUOLO DELLA CHEMIO-IMMUNOTERAPIA PER I PAZIENTI (PZ) CON CARCINOMA RENALE AVANZATO (CRA) INPROGRESSIONE DOPO PRIMA LINEA IMMUNOTERAPICASava T 1 , Pavarana M 1 , Manno P 1 , Fraccon AP 1 , Sabbioni R 1 , Nortilli R 1 , Santo A 1 , Bassetto MA 1 , Cetto GL 1 ,Franceschi T 21Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina S<strong>per</strong>imentale, Oncologia Me<strong>di</strong>ca, Università <strong>di</strong> Verona; 2 Oncologia Me<strong>di</strong>ca, Ospedale MaterSalutis, Legnago59 - CHIRURGIA ORGAN-SPARING PER NEOPLASIA TESTICOLARE BILATERALE METACRONAAnnese P 1 , Corvasce T 1 ,Tolve I 2 , Caniglia A 3 , Disabato D 1 , Carrieri G 21Unità O<strong>per</strong>ativa <strong>di</strong> Urologia Ospedale Madonna delle Grazie Matera; 2 Cattedra <strong>di</strong> Urologia Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong>Foggia; 3 Unità O<strong>per</strong>ativa Anatomia Patologica Ospedale Madonna delle Grazie <strong>di</strong> Matera61 - TRATTAMENTO DEL CARCINOMA PROSTATICO LOCALIZZATO CON HIFU: 3 ANNI DI ESPERIENZATasso M, Volpe A, Varvello F, Ferrando US.C. Urologia 3, A.S.O. S. Giovanni Battista, Molinette, Torino68 - PANCREATITE ACUTA NECROTIZZANTE CON ESITO LETALE INDOTTA DA LANREOTIDEIN UN PAZIENTE CON CARCINOMA DI PROSTATA ORMONOREFRATTARIO: IL PRIMO CASE REPORTDELLA LETTERATURAPalazzo S, Battaglia M, Ditonno P, Bettocchi C, Ricapito V, Garofalo L, Selvaggi FPDipartimento dell'Emergenza e dei Trapianti <strong>di</strong> organi, Università <strong>di</strong> BariXXIXArchivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004, 76, 3, Supplemento 1


<strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia Oncologica69 - TERMOCHEMIOTERAPIA ENDOCAVITARIA (SYNERGO SYSTEM) CON MITOMICINA C NEL TRATTAMENTO DEITUMORI VESCICALI SUPERFICIALI PLURIRECIDIVI (DATI PRELIMINARI)Lancini V, Cretarola E, Conti GDivisione <strong>di</strong> Urologia e Andrologia Ospedale S. Anna73 - INFEZIONE DA POLIOMAVIRUS COME MARCATORE PRECOCE DEL CARCINOMA TRANSIZIONALEDELLA VESCICA (TCC)Gontero P, Omodeo-Zorini E, Cacciotti P, Sogni F, Fontana F, Galzerano M, Maso G, Kocjancic E, Monesi G, Boldorini R,Monga G, Gau<strong>di</strong>no G, Frea BUniversity of Piemonte orientale, Dept. of Me<strong>di</strong>cal Sciences & DiSCAFF, Novara, Italy82 - PROSTATE CONFORMAL RADIOTHERAPYMolinaro MA, Pingitore D, Molè R, Scalfari EU.O Ra<strong>di</strong>oterapia Catanzaro, Ra<strong>di</strong>oterapia e Ra<strong>di</strong>obiologia, Catanzaro, Italy85 - COME INTERPRETARE AL MEGLIO LA VARIAZIONE DEL PSA NEL TEMPO.Benecchi L 1 , Cantoni F 1 , Prati A 1 , Arnau<strong>di</strong> R 1 , Destro Pastizzaro C 1 , Savino A 1 , Uliano N 1 , Pieri AM 1 , Martens D 1 ,Potenzoni D 1 , Passalacqua R 21Divisione <strong>di</strong> Urologia, Ospedale <strong>di</strong> Fidenza, Parma; 2 Divisione Oncologia, Ospedale <strong>di</strong> Cremona86 - HISTOCULTURE DRUG RESPONSE ASSAY (HDRA) NEI TUMORI SUPERFICIALI DELLA VESCICASalvestrini F, Coco A, Savino M, Trovarelli S,Tallis V, Curcio C, Leone M, Carlucci M, Ponchietti RDipartimento Di Chirurgia Generale E Specialistica, Sezione Di Urologia, Università Di Siena102 - SINGOLA DOSE POST-OPERATORIA DI GEMCITABINA O EPIRUBICINA NELLE NEOPLASIE VESCICALI Ta-T1:STUDIO PROSPETTICO, RANDOMIZZATOCanepag Campodonico F, Capponi G, Maffezzini MS.C. Urologia E.O. Ospedali Galliera, Genova114 - RUOLO DELLA BIOPSIA PROSTATICA E DEL PSA NEL FOLLOW-UP DEI PAZIENTI TRATTATICON RADIOTERAPIA PER CARCINOMA PROSTATICO: VALUTAZIONE DEI DATISULLA RIPRESA DI MALATTIAVirgili G 1 , Storti L 1 , Ricci AR 2 Forte F 1 , Sansalone S 1 , Vannozzi E 1 , Capozzoli A 1 , Di Stasi SM 1 , Vespasiani G 11Università <strong>di</strong> Roma "Tor Vergata", Cattedra <strong>di</strong> Urologia; 2 Ospedale "Sandro Pertini", Roma, Servizio <strong>di</strong> Anatomia eIstologia Patologica116 - PRIAPISMO SECONDARIO A METASTASI PENIENA DA CORDOMA SACRO-COCCIGEOGiubilei G 1 , Mondaini N 1 , Vignolini G 1 , Di Loro F 1 , Gavazzi A 1 , Ponchietti R 2 , Rizzo M 11Clinica Urologica,Università <strong>di</strong> Firenze; 2 Clinica Urologica Università <strong>di</strong> Siena120 - RECIDIVA DI UNA METASTASI VAGINALE DI CARCINOMA TRANSIZIONALE DI VESCICAGiubilei G 1 , Mondaini N 1 , Orlando V 2 , Sarti E 1 , Gacci M 1 , Raugei A 1 , Bartoletti R 11Clinica Urologica I; 2 Clinica Ginecologica Università <strong>di</strong> Firenze123 - NEOPLASIE PRIMITIVE DELL'URETERE: DESCRIZIONE DI UN CASO CLINICO DI POLIPO FIBROEPITELIALETazzioli S, Delle Rose A, Salaris C, Mondaini N, Giubilei G, Gavazzi A, Nicita G, Rizzo MClinica Urologica Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Firenze125 - SARCOMA PARATESTICOLARE: DESCRIZIONE DI UN CASO CLINICOTazzioli S, Delle Rose A, Mondaini N, Crisci A, Giubilei G, Mencarini M, Nicita G, Rizzo MClinica Urologica Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Firenze128 - PRESENTAZIONE DI UN CASO DI LEIOMIOSARCOMA DEL PENEVarela R, Scar<strong>di</strong>no E, Matei DV, Rocco B, Verweij F, de Cobelli ODivisione <strong>di</strong> Urologia, Istituto Europeo <strong>di</strong> Oncologia, Milano130 - TUMORE A CELLULE DELLA GRANULOSA DEL TESTICOLO DI TIPO ADULTO. DESCRIZIONEDI UN CASO CLINICOAnnunziata G, Palazzo S, Lucarelli G, Stellacci V, Battaglia M, Ricapito V, deCeglie G, Selvaggi FPDipartimento dell'Emergenza e dei Trapianti <strong>di</strong> Organo147 - L’ENDOSCOPIA VIRTUALE NELLO STUDIO DELLE NEOPLASIE UROTELIALIGunelli R 1 , Fiori M 1 , Barone D 2 , Giampalma E 2 , Hanitzsch H 1 , Lilli P 1 , Sal<strong>tutti</strong> C 1 , Vivacqua C 1 , Zenico T 1 , Bercovich E 11UO <strong>di</strong> Urologia, O.C.”G.B.Morgagni-L.Pierantoni”, AUSL <strong>di</strong> Forlì; 2 UO <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>o<strong>di</strong>agnostica, O.C.”G.B. Morgagni-L.Pierantoni”, AUSL <strong>di</strong> Forlì150 - VALORE PROGNOSTICO DEL CD31 E DELL’INFILTRATO FLOGISTICO INTRALESIONALE IN PAZIENTI AFFETTI DACARCINOMA TRANSIZIONALE DELLA VESCICABartoletti R 1 , Cai T 1 , Nesi G 2 , Dal Canto M 1 , Travaglini F 1 , Giubilei G 1 , Gacci M 1 , Rizzo M 11Clinica Urologica; 2 Istituto <strong>di</strong> Anatomia Patologica, Firenze151 - SIGNIFICATO DELL’ESAME TRIMPROB NELLA DIAGNOSTICADEI PAZIENTI AFFETTI DA CARCINOMA PROSTATICO SOTTOPOSTI A 2 O PIÙ SEQUENZE BIOPTICHEBartoletti R, Gacci M, Corvino C, Lapini A, Raugei A, Carini MClinica Urologica, Firenze156 - IL TRIMPROB® NELL’ITER DIAGNOSTICO DEL CARCINOMA PROSTATICO:CORRELAZIONE CON I PARAMETRI CLINICI CONVENZIONALI (DRE, PSA, TRUS)E CON I DATI BIOPTICILapini A, Gacci M, Corvino C, Bartoletti R, Carini MClinica Urologica, FirenzeArchivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004, 76, 3, Supplemento 1XXX


168 - GRUPPI DI RISCHIO DELLA VALUTAZIONE DELLA F/T PSA RATIO NELLA DIAGNOSI PRECOCE DELCARCINOMA PROSTATICOSaita A, Marchese F, Bonaccorsi A, Burrello M, Giammusso B, Motta MClinica Urologica II174 - COMPARATIVE EVALUATION OF THREE HYPOFRACTIONATED RADIOTHERAPY REGIMENS FOR PAINFUL BONEMETASTASES IN 10 YEARS OF EXPERIENCEPapaleo A, Cavalera E, Lisi R, Pagliaro E, V. DonatoUniversità degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Roma “La Sapienza”, Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Ra<strong>di</strong>ologiche176 - PROSTATE CONFORMAL RADIOTHERAPY: ACUTE AND LATE RECTAL TOXICITY.EXPERIENCE IN U.O. RADIOTHERAPY OF CATANZAROMolinaro MA, Pingitore D, Molè R, Scalfari EU.O. Ra<strong>di</strong>oterapia e Ra<strong>di</strong>obiologia, Catanzaro, Italy177 - LINFADENECTOMIA LAPAROSCOPICA NEL CARCINOMA DELLA PROSTATALacquaniti S, Fasolo PP, Conti E, Sebastiani G, Mandras R, Puccetti L, Fasolis GSOC Urologia, Ospedale "S. Lazzaro", Alba (CN)180 - CARCINOMA DEI DOTTI COLLETTORI DI BELLINI: UN TUMORE RAROCreti S, Mannini D, Potenzoni M, Cuzzocrea DEUnità O<strong>per</strong>ativa <strong>di</strong> Urologia, Ospedale Maggiore, Bologna181 - RUOLO PREDITTIVO DI UN SINGOLO MICROFOCOLAIO DI ADENOCARCINOMA PROSTATICO(


<strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia Oncologica<strong>XIV</strong> CONGRESSO NAZIONALESOCIETA’ ITALIANA DI UROLOGIA ONCOLOGICA (S.I.Ur.O.)Trieste, 9-12 Dicembre 2004INFORMAZIONI GENERALISede CongressualeSegreteria S.I.Ur.O.Palazzo dei Congressi, Stazione Marittima <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia Oncologica (S.I.Ur.O.)Molo Bersaglieri, 3c/o Clin. Urologica Alma Mater Stu<strong>di</strong>orum Università <strong>di</strong> Bologna34124 Trieste Policlinico S. Orsola-Malpighi, Pa<strong>di</strong>glione PalagiTel. +39 040 304888/303111Via P. Palagi, 9 - 40138 BolognaFax. +39 040 310856 Tel. +39 051 6362421 - Fax +39 051 308037E-mail: info@promotrieste.itE-mail: segreteria@siuro.itSegreteria OrganizzativaPresidente del <strong>Congresso</strong>Emilia Viaggi Congressi & Meeting srl Prof. Emanuele BelgranoVia del Pratello, 2/bc/o Clinica Urologica Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Trieste40122 Bologna Ospedale <strong>di</strong> CattinaraTel. +39 051 235993Strada <strong>di</strong> Fiume, 447 - 34149 TriesteFax. +39 051 2914455 Tel. +39 040 3994575E-mail: evcongressi@emiliaviaggi.it Fax +39 040 3994895E-mail: e.belgrano@fmc.units.itQUOTE DI ISCRIZIONE DOPO IL 15 OTTOBRE 2004 E IN SEDE CONGRESSUALEQuoteDopo il 15 Ottobre e in Sede CongressualeQuota <strong>di</strong> Partecipazione NON SOCI € 480,00 + IVA 20%Quota <strong>di</strong> Partecipazione SOCI S.I.Ur.O 1 € 430,00 + IVA 20%Iscrizione giornaliera € 300,00 + IVA 20%Quota <strong>per</strong> Specializzan<strong>di</strong> 2 € 200,00 + IVA 20%Quota <strong>per</strong> Infermieri 3 (solo <strong>per</strong> il Corso Infermieri) € 30,00 + IVA 20%Cena Sociale € 60,00 + IVA 20%ESPOSITORI / SPONSORVerranno forniti su richiesta un massimo <strong>di</strong> nr. 3 badges gratuiti NON NOMINATIVI <strong>per</strong> Azienda. Ulteriori badges verranno rilasciati <strong>di</strong>etropagamento <strong>di</strong> una quota <strong>di</strong> Euro 20,00 + IVA 20%. Il badge dà <strong>di</strong>ritto alla partecipazione ai Lavori Scientifici, alla Cerimonia Inaugurale,agli Open Lunch e Coffe Station e all’accesso all’Area Espositiva.1I soci S.I.Ur.O devono essere in regola con il pagamento della quota associativa.2L’iscrizione degli Specializzan<strong>di</strong> deve essere accompagnata da una <strong>di</strong>chiarazione della Scuola <strong>di</strong> Specializzazione <strong>di</strong> appartenenza.3La scheda <strong>di</strong> adesione degli Infermieri deve essere accompagnata dalla fotocopia del Tesserino Sanitario. La quota <strong>di</strong> iscrizione comprendesolo la partecipazione ai lavori scientifici e non dà <strong>di</strong>ritto ad altro.La quota d’iscrizione comprende: Partecipazione ai Lavori Scientifici, Cerimonia Inaugurale, “Kit” Congressuale, Attestato <strong>di</strong> partecipazione,Volume degli Abstracts, Open lunch, Coffee Station.Le iscrizioni effettuate <strong>di</strong>rettamente in Sede Congressuale potranno essere pagate tramite contanti, assegni bancari o circolarinon trasferibili, bancomat e carta <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>to. A seguito del pagamento verrà rilasciata ricevuta cui farà seguito relativa fattura.MODALITÀ DI ISCRIZIONERegole GeneraliPer l’iscrizione al <strong>Congresso</strong> sia in<strong>di</strong>viduale, sia <strong>di</strong> gruppo, occorre compilare ed inviare la scheda d’iscrizionealla Segreteria Organizzativa, debitamente compilata in ogni sua parte, <strong>per</strong> posta o <strong>per</strong> fax, allegandola ricevuta dell’ avvenuto pagamento.In caso <strong>di</strong> mancanza dei sopraccitati requisiti la scheda non sarà tenuta in considerazione.Le pre-iscrizioni verranno accettate entro e non oltre venerdì 12 novembre 2004.Dopo tale data si accetteranno solamente iscrizioni in Sede Congressuale.Archivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004, 76, 3, Supplemento 1XXXII


Modalità <strong>di</strong> iscrizione da parte <strong>di</strong> Aziende/AgenzieIn aggiunta alle modalità <strong>di</strong> iscrizione generali sopraccitate, nel caso <strong>di</strong> sponsorizzazioni <strong>di</strong> gruppo oin<strong>di</strong>viduali sulla scheda dovrà essere in<strong>di</strong>cato il riferimento dell’Azienda sponsorizzatrice e dell’eventualeAgenzia a cui fatturare.Ritiro pre - iscrizioni da parte <strong>di</strong> Aziende/AgenzieLe aziende/agenzie dovranno obbligatoriamente prendere, contestualmente all’invio delle scheded’iscrizione, un appuntamento con la Segreteria Organizzativa <strong>per</strong> mercoledì 8 <strong>di</strong>cembre dalle ore14.00 alle ore 18.00.In questa sede saranno verificate le pre-iscrizioni già ricevute, accettati i cambi nomi ed evase nuoveiscrizioni.Ritiro pre - iscrizioni in<strong>di</strong>viduali e nuove iscrizioniIl Desk <strong>per</strong> il ritiro in Sede Congressuale delle pre-iscrizioni in<strong>di</strong>viduali e delle nuove iscrizioni saràa<strong>per</strong>to nei giorni:• Giovedì 9 <strong>di</strong>cembre dalle ore 8.00 alle ore 19.00• Venerdì 10 <strong>di</strong>cembre dalle ore 8.00 alle ore 19.30• Sabato 11 <strong>di</strong>cembre dalle ore 8.00 alle ore 19.30• Domenica 12 <strong>di</strong>cembre dalle ore 8.00 alle ore 15.30Modalità <strong>di</strong> pagamento iscrizioni:Il pagamento dovrà essere effettuato me<strong>di</strong>ante:• assegno bancario o circolare non trasferibile intestato a E.V.C.M. srl• bonifico bancario presso Banca Popolare dell’Emilia Romagna - co<strong>di</strong>ce conto: B 05387 024000989966 - intestato a E.V.C.M. srl - causale <strong>XIV</strong> SIURO 2004 iscrizione + nome iscritto.Rinunce:Fino a venerdì 5 novembre 2004 sarà rimborsato il 50% della quota pagata al netto delle spese bancarie.Dopo il 5 novembre 2004 non si avrà <strong>di</strong>ritto a nessun rimborso. I rimborsi verranno effettuatidopo la chiusura del <strong>Congresso</strong>. Tutte le rinunce dovranno <strong>per</strong>venire <strong>per</strong> iscritto.Cambi nome:Sono <strong>per</strong>messi fino a venerdì 12 novembre 2004. Tutti i cambi nome dovranno <strong>per</strong>venire <strong>per</strong> iscritto.Oltre tale data potranno effettuarsi in Sede Congressuale. Le sostituzioni dovranno eseguirsi tramitenuova scheda <strong>di</strong> iscrizione.In Sede Congressuale eventuali cambi nomi <strong>di</strong> partecipanti sponsorizzati verranno accettati solo conuna <strong>di</strong>chiarazione scritta <strong>di</strong> autorizzazione da parte dell’Azienda Sponsor.Il ritiro delle pre-iscrizioni avverrà in Sede Congressuale in forma in<strong>di</strong>viduale da parte <strong>di</strong> ciascun preiscritto.Badge:Ogni partecipante regolarmente iscritto riceverà un badge con co<strong>di</strong>ce a barre che conterrà <strong>tutti</strong> i dati a luirelativi. Ciò consentirà l’accesso alle sessioni del <strong>Congresso</strong> e alle aree de<strong>di</strong>cate al programma sociale.Il badge è l’unica chiave <strong>di</strong> accesso al <strong>Congresso</strong> e l’unico mezzo <strong>per</strong> l’assegnazione dei cre<strong>di</strong>ti E.C.M.Si prega <strong>per</strong>tanto <strong>di</strong> tenere sempre con sè il badge.Colori <strong>di</strong> identificazione:Blu - CongressistiRosso - GiornalieriVerde - OrganizzazioneGiallo - StampaAzzurro - EspositoriGrigio - InfermieriOrari segreteria organizzativa:Sede: Palazzo dei Congressi - Stazione MarittimaMolo Bersaglieri, 3 - 34124 TriesteGiovedì 9 <strong>di</strong>cembre dalle ore 7.30 alle ore 19.00Venerdì 10 <strong>di</strong>cembre dalle ore 7.30 alle ore 19.30Sabato 11 <strong>di</strong>cembre dalle ore 7.30 alle ore 19.30Domenica 12 <strong>di</strong>cembre dalle ore 7.30 alle ore 15.30Orari congressoGiovedì 9 <strong>di</strong>cembre dalle ore 8.00 alle ore 18.45Venerdì 10 <strong>di</strong>cembre dalle ore 8.00 alle ore 19.45Sabato 11 <strong>di</strong>cembre dalle ore 8.00 alle ore 19.30Domenica 12 <strong>di</strong>cembre dalle ore 8.00 alle ore 15.45XXXIIIArchivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004, 76, 3, Supplemento 1


<strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia OncologicaNOTIZIE UTILICertificati <strong>di</strong> PartecipazioneL’attestato <strong>di</strong> partecipazione verrà rilasciato presso il Desk della Segreteria Organizzativa al termine del<strong>Congresso</strong>. Il certificato verrà rilasciato solo a fronte della restituzione del badge e dei questionari “pre”e “post” valutazione.Lingua ufficialeLa lingua ufficiale del <strong>Congresso</strong> è l’italiano.Libro degli AbstractIl libro degli Abstract è contenuto nel Programma Definitivo.Questionari <strong>di</strong> “pre” e “post” valutazioneI questionari <strong>di</strong> “pre” e “post” valutazione relativi ad ogni giornata dei lavori dovranno essere tassativamenteconsegnati alla Segreteria Organizzativa in Sede Congressuale.Esposizione tecnico-scientificaNell’ambito del <strong>Congresso</strong> sarà allestita un’ esposizione tecnico-scientifica alla quale parteci<strong>per</strong>annoaziende farmaceutiche e aziende produttrici <strong>di</strong> apparecchi elettrome<strong>di</strong>cali.Assemblea della <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia Oncologica (S.I.Ur.O.)La Seduta Amministrativa della S.I.Ur.O. si svolgerà sabato 11 <strong>di</strong>cembre 2004 dalle ore 19.30 alle ore20.30.Servizio navetteUn servizio navette collegherà gli hotel Colombia, Continentale, Italia, Jolly e Alla Posta con la Sede del<strong>Congresso</strong> e le Se<strong>di</strong> Sociali (Cena Sociale).SEDI ALBERGHIERECOLOMBIA Via della Geppa, 18 Tel. +39 040 369333CONTINENTALE Via San Nicolò, 25 Tel. +39 040 631717DUCHI D' AOSTA P.za Unità d'Italia, 2 Tel. +39 040 7600011ITALIA Via della Geppa, 15 Tel. +39 040 369 900JOLLY C.so Cavour, 7 Tel. +39 040 7600055ALLA POSTA P.za Oberdan, 1 Tel. +39 040 365208STARHOTEL SAVOIA Riva del Mantrucchio, 4 Tel. +39 040 77941PRENOTAZIONE ALBERGHIERAPer informazioni e prenotazioni rivolgersi a:Emilia Viaggi Divisione Congressi & MeetingVia del Pratello, 2/b40122 BolognaTel. +39.051.235993 Fax +39.051.2914455E.mail: evcongressi@emiliaviaggi.itCon<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> prenotazioniIl termine <strong>per</strong> l’invio della scheda <strong>di</strong> prenotazione alberghiera è scaduto il 10 settembre 2004.Le prenotazioni ricevute dopo tale data verranno confermate in base alla <strong>di</strong>sponibilità del momento.L’attribuzione dell’Hotel prescelto è con<strong>di</strong>zionata dalla <strong>di</strong>sponibilità al momento della richiesta.Per poter garantire la prenotazione è necessario ricevere l’importo totale dei <strong>per</strong>nottamenti più Euro 16,00(<strong>per</strong> camera) come <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> prenotazione, non rimborsabile in nessun caso.I prezzi si intendono <strong>per</strong> camera, a notte, con inclusa la prima colazione, tasse e IVA.Soggiorno minimo: N. 3 notti .Le prenotazioni che <strong>per</strong>verranno senza il pagamento allegato non verranno considerate.Archivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004, 76, 3, Supplemento 1XX<strong>XIV</strong>


<strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia OncologicaPROGRAMMA SOCIALECerimonia InauguralePer poter partecipare al programma sociale è in<strong>di</strong>spensabile essere iscritti al <strong>Congresso</strong>.La Cerimonia <strong>di</strong> Inaugurazione e il Cocktail <strong>di</strong> Benvenuto si terranno giovedì 9 <strong>di</strong>cembre 2004 alle ore14.15, presso il Palazzo dei Congressi - Stazione Marittima; Molo Bersaglieri, 3 (Trieste).L’accesso è consentito anche agli accompagnatori degli iscritti regolarmente al <strong>Congresso</strong>.Cena SocialeLa Cena Sociale si terrà venerdì 10 <strong>di</strong>cembre alle ore 21.00 presso il Ristorante “Savoy Inn” c/o loStarhotel Savoia; Via del Mercato Vecchio,1 (Trieste).La cena sarà preceduta da un A<strong>per</strong>itivo alle ore 20.30.La partecipazione alla Cena Sociale prevede una quota <strong>di</strong> Euro 60,00 più IVA (20%).Per motivi <strong>di</strong> carattere organizzativo le iscrizioni alla Cena Sociale verranno accolte fino ad esaurimentodei posti <strong>di</strong>sponibili.Per accedere alla Cena Sociale è assolutamente necessario presentare l’invito che sarà consegnatopresso la Segreteria Organizzativa: solo in questo modo potrà essere rilevato l’avvenuto pagamento.Chi desidera partecipare è pregato <strong>di</strong> inviare la propria adesione tramite l’allegata scheda d’iscrizione.Desk EscursioniPer gli accompagnatori saranno a <strong>di</strong>sposizione escursioni, tra le quali: Città <strong>di</strong> Trieste, Castello <strong>di</strong>Miramare, Grotte <strong>di</strong> Postumia e Castello <strong>di</strong> Duino.In Sede Congressuale sarà presente un desk appositamente de<strong>di</strong>cato dove rivolgersi <strong>per</strong> informazionie/o prenotazioni.INFORMAZIONI UTILIPosizionato nel centro storico e commerciale <strong>di</strong> Trieste, a pochi passi dai principali alberghi, il Palazzodei Congressi della Stazione Marittima <strong>di</strong>sta poche centinaia <strong>di</strong> metri dalla stazione Ferroviaria e dall’Air-Terminal.STAZIONE TRIESTE CENTRALE: <strong>di</strong>stanza 1 kmAUTOSTRADA A4 VENEZIA-TRIESTE: casello Montefalcone-Lisert, uscita “Sistiana” (SS 14 ‘Costiera’):<strong>di</strong>stanza dal casello 24 km.AEROPORTO INTERNAZIONALE DI RONCHI DEI LEGIONARI: <strong>di</strong>stanza 33 km. Collegamenti internazionalivia Milano e Roma. Un servizio <strong>di</strong> Bus navetta collega l’aereoporto con il terminal situato in centro città,nei pressi della Stazione Ferroviaria Trieste Centrale.AEROPORTO INTERNAZIONALE MARCO POLO DI VENEZIA: <strong>di</strong>stanza 120 km.INFORMAZIONI SCIENTIFICHEPremi S.I.Ur.OSono previsti 4 premi SIUrO <strong>per</strong> le migliori comunicazioni libere dei seguenti argomenti: Terapia Me<strong>di</strong>ca,Terapia Ra<strong>di</strong>ante, Terapia Chirurgica, Ricerca S<strong>per</strong>imentale.I premi saranno assegnati sulla base del giu<strong>di</strong>zio, insindacabile, espresso da una commissione <strong>di</strong> 4es<strong>per</strong>ti che modereranno le sessioni delle comunicazioni selezionate.I premi potranno essere assegnati solo se tra gli Autori è presente un socio SIUrO in regola che dovràessere fisicamente presente al momento della premiazione.La premiazione avverrà nel corso della seduta amministrativa che si terrà sabato 11 <strong>di</strong>cembre 2004dalle ore 19.30 alle ore 20.30.ECM O L’EDUCAZIONE CONTINUA IN MEDICINALa presente e<strong>di</strong>zione del congresso <strong>Nazionale</strong> della <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia Oncologica, SIUrO è stataaccre<strong>di</strong>tata presso il sistema ECM (Educazione Continua in Me<strong>di</strong>cina) attraverso la società stessa.L’accre<strong>di</strong>tamento del <strong>Congresso</strong> è stato articolato in giornate al fine <strong>di</strong> ottenere cre<strong>di</strong>ti separati <strong>per</strong> ognisingolo evento <strong>per</strong> poter certificare a ciascuno la reale partecipazione.Al fine dell’attestazione dei cre<strong>di</strong>ti formativi ECM è necessaria la presenza effettiva degli o<strong>per</strong>atori sanitaridel 100% rispetto alla durata complessiva dell’evento formativo, previa consegna presso la segreteriacongressuale del questionario <strong>di</strong> verifica e della scheda <strong>di</strong> valutazione dell’evento formativo. Neiparticolari casi <strong>di</strong> assenza brevissima sarà cura dell’ organizzatore valutarne la giustificazione e l’ incidenzadell’ assenza sull’ appren<strong>di</strong>mento.L’attestato ECM verrà inviato dopo l’ evento <strong>per</strong> posta o e-mail, all’ in<strong>di</strong>rizzo in<strong>di</strong>cato sul Questionario <strong>di</strong>Verifica dell’ evento, previo controllo elettronico delle ore <strong>di</strong> presenza effettiva nell’area congressuale delpartecipante, che dovranno risultare il 100% delle ore accre<strong>di</strong>tare.Il certificato verrà rilasciato solo a fronte della restituzione del badge.Con<strong>di</strong>zioni necessarie <strong>per</strong> poter ottenere i cre<strong>di</strong>ti ECM:XXXVArchivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004, 76, 3, Supplemento 1


<strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia OncologicaPermanenza in aula <strong>per</strong> un tempo pari al 100% <strong>di</strong> quello previsto <strong>per</strong> l’eventogiovedì 9 <strong>di</strong>cembre 2004, il tempo previsto è pari a ore 9;venerdì 10 <strong>di</strong>cembre 2004, il tempo previsto è pari a ore 8;sabato 11 <strong>di</strong>cembre 2004, il tempo previsto è pari a ore 7;domenica 12 <strong>di</strong>cembre 2004, il tempo previsto è pari a ore 7;corso <strong>per</strong> infermieri, tempo previsto pari a ore 6Restituzione del questionario <strong>di</strong> valutazione dell’evento, compilato in tutte le sue parti compresa lascheda <strong>di</strong> valutazione dell’evento stesso e la scheda <strong>per</strong> il rilevamento dei dati anagraficiRestituzione del badgeCre<strong>di</strong>ti ECM ai docenti/relatori <strong>di</strong> un eventoI docenti/relatori hanno <strong>di</strong>ritto, previa richiesta all'organizzatore, a 2 cre<strong>di</strong>ti formativi <strong>per</strong> ogni ora effettiva<strong>di</strong> docenza in eventi o progetti formativi aziendali accre<strong>di</strong>tati ECM, entro il limite del 50% <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>tiformativi da acquisire nel corso dell’anno solare (<strong>per</strong> il 2003 massimo 10 cre<strong>di</strong>ti riferiti ad attività <strong>di</strong>docenza).I cre<strong>di</strong>ti possono essere acquisiti in considerazione esclusivamente delle ore effettive <strong>di</strong> lezione; i cre<strong>di</strong>tinon possono, cioè, essere frazionati o aumentati in ragione dell’impegno inferiore o su<strong>per</strong>iore ai sessantaminuti <strong>di</strong> lezione (es. un’ora o un’ora e trenta minuti <strong>di</strong> lezione danno <strong>di</strong>ritto a due cre<strong>di</strong>ti formativi;le lezioni <strong>di</strong> durata inferiore a sessanta minuti non possono essere prese in considerazione, né possonocumularsi frazioni <strong>di</strong> ora <strong>per</strong> docenze effettuate in eventi <strong>di</strong>versi).I docenti/relatori possono conseguire solo i predetti cre<strong>di</strong>ti ECM; essi non possono conseguire i cre<strong>di</strong>tiformativi in qualità <strong>di</strong> partecipanti ad eventi nei quali effettuano attività <strong>di</strong> docenza.L'organizzatore è, come sempre, responsabile della corretta attestazione dei cre<strong>di</strong>ti.Archivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004, 76, 3, Supplemento 1XXXVI


La <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia Oncologica ringrazia le Aziende che con la loro partecipazione hanno reso possibilela realizzazione del <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> S.I.Ur.O. e le segnala all’attenzione dei partecipanti.AVENTIS PHARMACHIRON ITALIAEDAP TECHNOMED ITALIAELI LILLY ITALIAFIUGGIIPSENPHYSIONKARL STORZ ENDOSCOPIA ITALIAKYOWA ITALIANA FARMACEUTICIMERCK SHARP AND DOHMENOVARTISPFIZERSPA - SOCIETÀ PRODOTTI ANTIBIOTICISIGMA TAUTECNOGAMMATAKEDA ITALIA FARMACEUTICIXXXVIIArchivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004, 76, 3, Supplemento 1


ABSTRACTS<strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia OncologicaSIUrO<strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong>Urologia OncologicaTrieste, 9-12 Dicembre 2004Poster n. 1RE-TURP O MAPPING BIOPTICO NEI CASI DI ADENO-CARCINOMA PROSTATICO INCIDENTALE T1A. QUALEPROCEDURA PIÙ EFFICACE NEL PREDIRE UNA MALAT-TIA RESIDUA?Simone M., Pomara G., Casale P., Felipetto R., Manassero F.,Francesca F.U.O. Urologia SSN Ospedale S. Chiara, Pisa 1Introduzione: Il trattamento del carcinoma prostatico (CaP) incidentaleè ancora oggi non univoco. È ben noto che i pazienti conCaP <strong>di</strong> sta<strong>di</strong>o clinico T1a dopo resezione transuretrale (TURP:5% <strong>di</strong> tessuto resecato positivo <strong>per</strong> neoplasia) (1-3). Diventaquin<strong>di</strong> <strong>di</strong> fondamentale importanza escludere la possibilità <strong>di</strong>CaP residuo dopo il primo intervento dal momento che, in casocontrario, il paziente si troverebbe nella categoria T1b. Scopodello stu<strong>di</strong>o è stato quello <strong>di</strong> confrontare TURP (re-TURP) emapping bioptico (BxP), relativamente a “detection rate” <strong>di</strong>malattia residua dopo il primo intervento.Materiali e Meto<strong>di</strong>: Tra il 1997 ed il 2003, in 30 pazienti sottopostia TURP, è stata posta <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> CaP T1a. Il PSA totaleme<strong>di</strong>o prima dell’intervento era 4.66 ng/ml (range = 0.6-17ng/ml). Due pazienti con PSA totale > 10 ng/ml avevano eseguitoun mapping bioptico <strong>per</strong> escludere la presenza <strong>di</strong> neoplasiaprostatica. A tre mesi dal primo intervento <strong>tutti</strong> i pazientisono stati sottoposti a dosaggio del PSA, mapping bioptico equin<strong>di</strong> a TURP second-look del tessuto prostatico residuo.Risultati: Il PSA me<strong>di</strong>o, dopo il primo intervento, era 1.18ng/ml (range 0-4.02). Tre<strong>di</strong>ci pazienti (43%) [PSA me<strong>di</strong>o 1.39(range 0.4-4.02)] hanno mostrato malattia residua e sono statiquin<strong>di</strong> sottoposti a prostatectomia ra<strong>di</strong>cale. Di questi, 7pazienti (23%) con PSA me<strong>di</strong>o 1.33 (range 0.8-2) presentavanosia re-TURP che BxP positive; 3 pazienti (10%) con PSAme<strong>di</strong>o 2.4 (range 0.4-1.5) re-TURP positiva e BxP negativa (pn.s.); 3 pazienti (10%) con PSA me<strong>di</strong>o 2.1 (range 0.6-4.02) re-TURP negativa e BxP positiva (p n.s.).Conclusioni: Nella nostra casistica il 43% dei pazienti con iniziale<strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> CaP T1a ha presentato una malattia residua<strong>per</strong> cui si è reso necessario un intervento ra<strong>di</strong>cale. Questa alta<strong>per</strong>centuale giustifica la necessità <strong>di</strong> un second-look <strong>di</strong>agnosticonei casi <strong>di</strong> CaP incidentale A1. La re-TURP e la BxP non <strong>di</strong>fferisconoin maniera statisticamente significativa in termini <strong>di</strong>“detection rate”. Il riscontro del 10% <strong>di</strong> falsi negativi conentrambe le procedure porta a suggerire la loro associazionepiuttosto che a preferire l’una rispetto all’altra.Bibliografia:1. Cheng L, Cancer 19992. Ingerman A, Urology 19933. Epstein JI, J Urol 1988Comunicazioni n. 2RUOLO DELLA TUR 2ND LOOK PER UNA CORRETTASTADIAZIONE DEL CA VESCICALE T1 G3Simone M., Manassero F., Salinitri G., Felipetto R., CasaleP., Francesca F.U.O. Urologia SSN Ospedale S. Chiara, PisaIntroduzione: Circa il 30% dei carcinomi uroteliali della vescicarisulta in sta<strong>di</strong>o T1 (1). I tumori T1 <strong>di</strong> alto grado (G3) sono adalto rischio <strong>di</strong> reci<strong>di</strong>va e progressione, e presentano potenzialitàmetastatiche e <strong>di</strong> letalità 10 volte maggiori rispetto agli altriTa-T1 (2). Il trattamento standard (TUR + BCG) producesopravvivenza libera da malattia a 5 anni nell’or<strong>di</strong>ne dell’80%(3). Non è sempre evidente se i pazienti che non rispondonoa BCG presentino reci<strong>di</strong>va precoce o malattia residua. Nei T1una seconda resezione rileva malattia residua in > 30% dei casi(4) e mioinvasività sino al 10% (5). Allo scopo <strong>di</strong> meglio <strong>di</strong>agnosticarequesta sottopopolazione ad alto rischio abbiamointrodotto nella nostra pratica la TUR second-look nei T1 G3.Materiali e Meto<strong>di</strong>: Dal gennaio 2001 al maggio 2004 abbiamorilevato 40 casi consecutivi <strong>di</strong> T1 G3, 31 maschi e 9 femmine, etàme<strong>di</strong>ana 72 anni, range 44-85. A 4-6 settimane dall’interventoabbiamo ripetuto la TUR. La tecnica prevede la resezione separatadella parte esofitica della neoplasia, dei margini liberi e dellabase <strong>di</strong> impianto, includendo la tonaca muscolare (6).Risultati: Di 39 pazienti valutabili, in 13 casi (33%) non è stataevidenziata malattia residua; trattati con BCG, questi pazientisono negativi <strong>per</strong> reci<strong>di</strong>va, con follow-up me<strong>di</strong>ano <strong>di</strong> 8 mesi(range 2-36). In 26 pazienti (66%) abbiamo riscontrato neoplasiaresidua alla re-TUR (3 Ta, 5 Tis, 13 T1G3, 5 T2). Tre<strong>di</strong>ci<strong>di</strong> essi (33% del totale) sono stati sottoposti a cistectomia: 3<strong>per</strong> riscontro <strong>di</strong> mioinvasività, 2 <strong>per</strong> precoce progressione, 8(T1G3 al 2nd look) <strong>per</strong> Cis concomitante/mancata risposta alBCG/multifocalità. In 9/13 (69%) lo sta<strong>di</strong>o patologico era T3;4/13 (31%) risultavano N + .Archivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004; 76, 3, Supplemento 11


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia OncologicaConclusioni: In conclusione, nel T1 G3 la re-TUR può considerarsimandatoria in ragione dell’elevata <strong>per</strong>centuale <strong>di</strong> positivitàe <strong>di</strong> mioinvasività a breve e me<strong>di</strong>o termine; in taluni casinon garantisce comunque una <strong>di</strong>agnosi precoce, testimoniandola potenziale invasività <strong>di</strong> queste forme <strong>di</strong> neoplasia “su<strong>per</strong>ficiale”.Bibliografia:1. Herr H, Jakse G. pT1 bladder cancer. Eur Urol 1991; 20:12. Borkowski A. Su<strong>per</strong>ficial bladder cancer T1 G3: the choice of treatment.BJU International 2002; 89:6233. Patard JJ, Moudouni S, Saint F et al. Tumor progression and survival inpatients with T1G3 bladder tumors: multicentric retrospective study comparing94 patients treated during 17 years. Urology 2001; 58:5514. Jakse G, Algaba F, Malmstrom PU, Oosterlinck. A second-look TUR inT1 transitional cell carcinoma: why? Eur Urol 2004; 45:5395. Schwaibold H, Treiber U, Kubler H, Ley H, Hartung R. Significance of2nd transurethral resection for T1 bladder cancer. Eur Urol 2000; 37(Suppl2):116. Marberger H, Marberger M., Decristofero A. The current status oftransurethral resection in the <strong>di</strong>agnosis and therapy of carcinoma of the urinarybladder. Int Urol Nephrol 1972; 4:35Poster n. 4LINFOMA RENALE BILATERALE PRIMITIVO TRATTATOCON CHIRURGIA E CHEMIOTERAPIASimone M., Casale P., Manassero F., Milesi C., Casarosa C.,Francesca F.U.O. Urologia SSN Ospedale S. Chiara, PisaIntroduzione: Il linfoma renale primitivo (PRL) è una rara malattia,generalmente con prognosi infausta. Il trattamento previstoè la chemioterapia, laddove la chirurgia rappresenta un’opzioneaggiuntiva, esclusivamente nelle localizzazioni monolaterali (1).Riportiamo il primo caso <strong>di</strong> PRL bilaterale trattato me<strong>di</strong>anteestesa escissione chirurgica seguita da chemioterapia, con follow-upa 5 anni negativo <strong>per</strong> ripresa <strong>di</strong> malattia.Caso Clinico: Un uomo <strong>di</strong> 46 anni, con storia <strong>di</strong> IRC, vennericoverato <strong>per</strong> rapido peggioramento della funzione renale,con i<strong>per</strong>calcemia. Tre mesi prima una biopsia TC-guidataaveva rilevato uno pseudotumore infiammatorio renale destro.La Risonanza Magnetica rivelò la presenza <strong>di</strong> noduli multipli(<strong>di</strong>ametro massimo 8 cm) al rene destro e un unico nodulopolare su<strong>per</strong>iore controlateralmente. La biopsia <strong>per</strong>cutanea delrene destro in<strong>di</strong>cò la presenza <strong>di</strong> alcuni linfociti atipici, suggestivi<strong>di</strong> malattia linfoproliferativa. Sono state eseguite nefrectomiara<strong>di</strong>cale destra e resezione polare del rene sinistro. Ildecorso post-o<strong>per</strong>atorio è stato regolare, con miglioramentoprogressivo della funzione renale e riduzione dei livelli ematici<strong>di</strong> calcio e calcitriolo. L’istologia definitiva <strong>di</strong>mostrava bilateralmente“linfoma a cellule B large” (classificazione REAL),con sta<strong>di</strong>o pT2 (destra) e pT1b (sinistra), N0 Mx. Sei mesidopo l’intervento è stata rilevata infiltrazione neoplastica delmidollo osseo, con traslocazione del gene Bcl2 (evidenziatame<strong>di</strong>ante polymerase chain reaction). Dopo otto cicli chemioterapici(protocollo Pro-MECE-CytaBOM + Flu-Ctx-Idec), èstata ottenuta una con<strong>di</strong>zione tumor-free. A 67 mesi dall’intervento(36 dalla conclusione della chemioterapia) non si<strong>di</strong>mostra malattia residua, con funzione renale stabile.Commento: Il nostro caso sod<strong>di</strong>sfaceva i criteri <strong>di</strong>agnostici <strong>per</strong>identificare un PRL: IRA con aumento volumetrico del renealla presentazione, rapida ripresa funzionale dopo il trattamentoe conferma istologica della neoplasia in assenza <strong>di</strong> altrelocalizzazioni. Generalmente l’IR è dovuta ad infiltrazionelocale ed i<strong>per</strong>calcemia, indotte da i<strong>per</strong>produzione <strong>di</strong> VitaminaD da parte delle cellule linfoi<strong>di</strong>, presenti <strong>per</strong> il processoinfiammatorio cronico. L’ablazione della massa induce il ritornoa normali valori calcemici, con recu<strong>per</strong>o della funzionerenale (2). Data la rarità della malattia, mancano stu<strong>di</strong> randomizzatiatti a definire il trattamento più in<strong>di</strong>cato.Occasionalmente, e solo in casi monolaterali, sono stati segnalatilong term survivors dopo trattamento combinato chirurgicoe chemioterapico (3). La nostra es<strong>per</strong>ienza conferma che lacombinazione <strong>di</strong> chirurgia “aggressiva” e chemioterapiapotrebbe rivelarsi efficace nei pazienti affetti da questa patologiarara ma solitamente letale.Bibliografia:1. Okuno SH, Hoyer JD, Ristow K, Witzig TE. Primary renal Non-Hodgkin’sLymphoma. Cancer 1995; 75:22582. Sebastian Montal L, Batalla Ca<strong>di</strong>ra JL, Delas Amat J. Primary renal lymphoma.Apropos of a case. Arch Esp Urol 1998; 51:1803. O’Riordan E, Reeve R, Houghton JB, O’Donoghue DJ, Waldek S. Primarybilateral T-cell renal lymphoma presenting with sudden loss of renal function.Nephrol Dialysis Transplantation 2001; 16:1487Poster n. 5METASTASI PENIENA DA CARCINOMA TRANSIZIONALEDELLA PELVI RENALE. DESCRIZIONE DI UN PRIMOCASOSimone M. 1 , Pomara G. 1 , Pastina I. 2 , Felipetto R. 1 , CasaleP. 1 , Manassero F. 1 , Francesca F. 11U.O. Urologia SSN; 2 U.O. Oncologia Me<strong>di</strong>ca Azienda OspedalieraUniversitaria, PisaIntroduzione: Le metastasi peniene da carcinoma a cellule transizionali(TCC) sono estremamente rare e nella maggior partedei casi originano da tumori localizzati a livello vescicale.Presentiamo un primo caso <strong>di</strong> metastasi peniena da TCC dellapelvi renale sottolineandone le insolite caratteristiche clinichee biologiche.Caso Clinico: Un uomo <strong>di</strong> 76 anni si presentava alla nostraosservazione <strong>per</strong> una tumefazione fungiforme, ulcerata edolente localizzata a livello del glande. Otto anni prima ilpaziente era stato sottoposto a nefrectomia ra<strong>di</strong>cale sinistra<strong>per</strong> un TCC della pelvi renale (pT2NxM0G2) in seguito alquale era stato sottoposto a follow-up me<strong>di</strong>ante <strong>per</strong>io<strong>di</strong>chevalutazioni cliniche, endoscopiche e TAC total-body, senzaevidenza <strong>di</strong> malattia fino alla comparsa della lesione peniena.Il paziente veniva quin<strong>di</strong> sottoposto a prelievo biopticodella lesione. L’esito istologico definitivo deponeva <strong>per</strong>“metastasi peniena <strong>di</strong> TCC”. La TAC total-body evidenziavala presenza <strong>di</strong> linfoadenomegalie para-cavali ed inguinaliprofonde associate ad una lesione metastatica del polmone<strong>di</strong> destra. Dopo aver effettuato sei cicli <strong>di</strong> mono-chemioterapia(gemcitabina) e 15 sedute <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>oterapia loco-regionale,a quattro mesi <strong>di</strong> follow-up la situazione locale e generalerisulta immo<strong>di</strong>ficata.Commento: Ad oggi questo è il primo caso documentato <strong>di</strong>metastasi peniena <strong>di</strong> un TCC della pelvi renale. Circa un terzo<strong>di</strong> tutte le metastasi peniene sono <strong>di</strong>agnosticate in contemporaneaal tumore primario mentre nei restanti due terzi la <strong>di</strong>agnosiviene posta me<strong>di</strong>amente entro 18 mesi dal tumore primario(Maier U, Transplantation 1994). A probabile <strong>di</strong>mostrazione<strong>di</strong> una biologia tumorale inusuale, il <strong>per</strong>iodo libero damalattia nel nostro paziente è stato <strong>di</strong> 8 anni. Molti autori(Bordeau KJ, Urology 2004; Akman Y, Int J Urol 2003;Miyamoto T, J Urol 2000) considerano le metastasi cutanee daTCC la tar<strong>di</strong>va manifestazione <strong>di</strong> una malattia sistemica, mapoiché, nel caso descritto, la <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> malattia metastatica èstata posta dopo la comparsa della metastasi peniena, ci sembraopportuno suggerire un attento esame clinico della cute deipazienti sottoposti ad interventi chirurgici <strong>per</strong> TCC, anche inassenza <strong>di</strong> accertata malattia sistemica.2Archivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004; 76, 3, Supplemento 1


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia OncologicaComunicazioni n. 6BLOCCO ANESTETICO PERIPROSTATICO ECOGUIDATONELLA BIOPSIA PROSTATICA TRANSRETTALE: PERFEZIO-NAMENTO DELLA TECNICA INFILTRATIVA CON OTTIMIZ-ZAZIONE DELL’ANALGESIA ALL’APICE PROSTATICOPaulesu A., Conti G.Reparto <strong>di</strong> Urologia e Andrologia Azienda Ospedaliera “S. Anna”,ComoIntroduzione: L’alta incidenza del carcinoma prostatico ha portatoad un crescente ricorso alla biopsia prostatica transrettale. Perottenere <strong>di</strong>agnosi sempre più precoci, finalizzate ad una cura piùefficace, sono utilizzati schemi bioptici sempre più aggressivi <strong>per</strong>numero <strong>di</strong> prelievi con sensibile incremento del <strong>di</strong>sagio e deldolore patito dai pazienti. Da qui la necessità <strong>di</strong> eliminare il doloreaccompagnato alla biopsia prostatica senza far <strong>per</strong>dere all’esamepeculiarità quali: regime ambulatoriale, rapi<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> esecuzionee bassa morbilità. A tali esigenze risponde il blocco anestetico<strong>per</strong>iprostatico transrettale ecoguidato <strong>di</strong> cui si riporta l’es<strong>per</strong>ienza<strong>per</strong>sonale su 526 pz, basata sull’uso routinario <strong>di</strong> tale tecnicasecondo due schemi infiltrativi <strong>di</strong>fferenti posti a confronto.Materiali e Meto<strong>di</strong>: Due gruppi omogenei <strong>di</strong> pz con sospetto carcinomaprostatico sono stati sottoposti dal medesimo o<strong>per</strong>atoread agobiopsia prostatica transrettale ecoguidata con sondabiplana BK da 7,5 MHz ed ago tru-cut Bard da 18G X 24 cm.Ciò 3-5 min dopo il blocco anestetico <strong>per</strong>iprostatico transrettaleottenuto infiltrando una soluzione 50/50 <strong>di</strong> lidocaina 2% ebupivacaina 0,5% con ago tipo Chiba <strong>di</strong> 22G X 20 cm (Becton-Dickinson). Profilassi utilizzata: adeguata toilette rettale e ceftriaxone1g IM/<strong>di</strong>e <strong>per</strong> 4 gg dal dì dell’esame. Nel primo gruppo<strong>di</strong> 261 pz (luglio ‘02-giugno ‘03) il blocco anestetico prevedeval’infiltrazione dei due angoli vescicolo-prostatici (regionedei fasci neurovascolari) con 6ml <strong>di</strong> anestetico <strong>per</strong> lato. Nelsecondo gruppo <strong>di</strong> 265 pz (luglio ‘03-giugno ‘04) si è aggiuntal’infiltrazione <strong>di</strong> altri 5 ml <strong>di</strong> anestetico sulla linea me<strong>di</strong>ana subitoal <strong>di</strong>sotto dell’apice prostatico. La valutazione del dolore èstata effettuata utilizzando la “Visual analogue pain scale”(VAPS) (punteggio: 0-10). 97 dei 526 pz in esame (53 del I e 44del II gruppo), già sottoposti a biopsia prostatica senza anestesia,hanno attribuito un punteggio anamnestico anche alla procedurasenza anestesia, fungendo da gruppo <strong>di</strong> controllo. Nel Igruppo <strong>di</strong> pz il numero me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> prelievi bioptici è stato 8,7(Range: 6-12) e nel II gruppo 9,3 (Range: 6-18).Risultati: Non complicanze precoci o tar<strong>di</strong>ve dovute all’infiltrazioneanestetica, risultata in entrambi i gruppi indolore, nédovute ai prelievi bioptici. Imme<strong>di</strong>ata <strong>di</strong>missibilità dei paziential termine dell’esame. Tempo me<strong>di</strong>o <strong>per</strong> l’anestesia: 1 minuto.Osservata una netta riduzione del tono sfinterico anale postinfiltrativa,più marcata nel II gruppo, con migliore compliancedei pz <strong>per</strong> la sonda ecografica. Il punteggio me<strong>di</strong>o attribuitome<strong>di</strong>ante VAPS dai pz del I gruppo (1,27) è stato su<strong>per</strong>iore aquello del 2 gruppo (0,55). Nel I gruppo si è infatti registratauna certa dolorabilità <strong>per</strong> i prelievi eseguiti all’apice prostatico,cosa assente nel II gruppo. Il coinvolgimento della zona <strong>di</strong>transizione non ha determinato in entrambi i gruppi un incrementodel <strong>di</strong>sagio <strong>per</strong> i pz. Il punteggio VAPS me<strong>di</strong>o attribuitodal gruppo <strong>di</strong> controllo all’esame senza anestesia (5,1) è statonettamente su<strong>per</strong>iore alla procedura in anestesia (0.80).Conclusioni: Il blocco anestetico <strong>per</strong>iprostatico con schemainfiltrativo comprendente l’apice prostatico garantisce unanetta riduzione del dolore sopportato dai pz sottoposti ad agobiopsiaprostatica transrettale in<strong>di</strong>pendentemente dal numeroe dalla sede dei prelievi effettuati.Bibliografia:1. Nash PA, Bruce JE, Indudhara R, Shinohara K. Transrectal Ultrasoundguided prostatic nerve blockade eases systematic needle biopsy of theprostate. J Urol 1996; 155:6072. Irani J, Fournier F, Bon D, Gremmo E, Dore B, Aubert J. Patient toleranceof transrectal ultasound-guided biopsy of the prostate. Br J Urol 1997;79:6083. Taverna G, Maffezzini M, Benedetti A, Seveso M, Giusti G, Graziotti P. Asingle injection of lidocaine as local anesthesia for ultrasound guided needlebiopsy the prostate. J Urol 2002; 176:2224. von Knobloch R, Weber J, Varga Z, Feiber H, Heidenreich A, Hofmann R.“Bilateral fine-needle administered local anaesthetic nerve bock for paincontrol during TRUS-guided multi-core prostate biopsy: a prospective randomisedtrial”. Eur Urol 2002; 41:5085. Paulesu A, Conti G. Agobiopsia prostatica transrettale: uso routinario delblocco anestetico <strong>per</strong>iprostatico ecoguidato. L’Urologo Informer”,(Hippocrates, Ed. Med. Scient.) n 10/2003, <strong>di</strong>cembreComunicazioni n. 7TERMO-ABLAZIONE PROSTATICA TRANSRETTALE CONULTRASUONI FOCALIZZATI AD ALTA INTENSITÀ(PTTA/HIFU-ABLATHERM) NELLA CURA DEL CARCINOMAPROSTATICO LOCALIZZATO: 4 ANNI DI ESPERIENZAPaulesu A., Conti G.Divisione <strong>di</strong> Urologia e Andrologia, Azienda Ospedaliera”S. Anna”,ComoPremessa: La Termo-Ablazione Prostatica Transrettale con“High Intensity Focoused Ultrasound” (PTTA/HIFU-Ablatherm) si è inserita da alcuni anni fra i trattamenti mininvasividel carcinoma prostatico. Nel nostro centro abbiamotrattato con questa terapia fino ad oggi 216 pz <strong>di</strong> cui 167 concarcinoma localizzato, senza precedenti terapie locali; 21 conripresa locale <strong>di</strong> malattia dopo fallimento <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>oterapia; 25con neoplasia prostatica localmente avanzata; 3 con reci<strong>di</strong>valocale dopo prostatectomia ra<strong>di</strong>cale. In questa comunicazionesi considerano i risultati ottenuti nei pz con carcinoma prostaticolocalizzato T1-2.Materiali e Meto<strong>di</strong>: Dal luglio ‘00 al giugno ‘04 abbiamo trattatocon PTTA/HIFU-Ablatherm 167pz con carcinoma prostaticolocalizzato così sud<strong>di</strong>visi <strong>per</strong> classi <strong>di</strong> rischio: 43 pz a bassorischio (T1-T2a e PSA8) (TNM’92). Dati basali dei pazienti(me<strong>di</strong>a±dev.stand): età 72±5,8 anni; vol. prostatico 22±8,2ml (range: 7,5-50 ml); IPSS 7,4±5; 67 pz ormonotrattati; 69 pzpotenti. 133 pz sottoposti a TURP in passato o prima del trattamento;9 pz con pregressa ATV. Epicistostomia pretrattamentoa <strong>tutti</strong> i pz. Durata me<strong>di</strong>a: 120±27 min. Anestesia: <strong>per</strong>iferica(101 pz), generale (66 pz). Controlli clinici e del PSA ogni3 mesi più biopsia prostatica transrettale ecoguidata (6-8 prelievi)a 6 mesi.Risultati: F.U. me<strong>di</strong>o: 34±9 mesi (range:1-47). Non complicanzeintra e <strong>per</strong>io<strong>per</strong>atorie. Degenza me<strong>di</strong>a: 2 gg dopo PTTA/HIFU e 3gg dopo TURP+PTTA/HIFU. Rimozione dell’epicistostomia dopoin me<strong>di</strong>a 16gg (±10,2 gg). A 3 mesi (145 pz) IPSS me<strong>di</strong>o 2.02(±3.3); QoL score me<strong>di</strong>o: 2±1. Nei 69 pz potenti, potenza conservatain 40 casi (57,9%).Risultati della biopsia a 6 mesi (137 pz): basso rischio (37 pz):negativa 97,3% (36 pz) e positiva 2,7% (1 pz); rischio interme<strong>di</strong>o(53 pz): negativa 88,6% (47 pz) e positiva 11,3% (6 pz); altorischio (47 pz): negativa 78,7% (37 pz) e positiva 21,3% (10 pz).PSA nei pz con biopsia a 6 mesi negativa (120 pz): 0,5 ng/ml(range: 0,00-4,71) con un PSA basale me<strong>di</strong>o 7,81±5,54ng/ml.Come complicanze abbiamo registrato: incontinenza da sforzoin 10pz (5,9%) (lieve in 7 pz e severa in 3 pz); IVU in 3 pz; epi<strong>di</strong><strong>di</strong>mitein 3 pz; stenosi dell’uretra prostatica in 7pz.Conclusioni: La PTTA/HIFU-Ablatherm consente risultati oncologici<strong>di</strong> rilievo nel trattamento del carcinoma prostatico localizzatorisultando ben accetta ai pz <strong>per</strong> la scarsa morbilità e labreve ospedalizzazione.Archivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004; 76, 3, Supplemento 13


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia OncologicaPoster n. 8TERMO-ABLAZIONE PROSTATICA TRANSRETTALE CONULTRASUONI FOCALIZZATI AD ALTA INTENSITÀ(PTTA/HIFU-ABLATHERM) E TURP NEOADIUVANTE:Paulesu A., Conti G.Divisione <strong>di</strong> Urologia e Andrologia, Azienda Ospedaliera “S.Anna”, ComoPremessa: La PTTA/HIFU-Ablatherm, trattamento mininvasivodel ca. prostatico localizzato, si associa ad elevata incidenza <strong>di</strong>ostruzione cervico-uretrale “De novo” o aggravamento <strong>di</strong>ostruzione preesistente se non preceduta da intervento <strong>di</strong>sostruttivo.Si è valutata la possibilità <strong>di</strong> eseguire laPTTA/HIFU-Ablatherm subito dopo TURP (ResezioneProstatica Trans-Uretrale) in unica sessione terapeutica e regime<strong>di</strong> “One day surgery”.Materiali e Meto<strong>di</strong>: Dal gennaio ‘03 al giugno ‘04 trattati conTURP+PTTA/HIFU-Ablatherm, in unica sessione, 48 pz consecutivi(età me<strong>di</strong>a 70±6 anni) affetti da ca. prostatico localizzatonon can<strong>di</strong>dabili a prostatectomia ra<strong>di</strong>cale e non sottoposti in precedenzaa <strong>di</strong>sostruzione cervico-uretrale: 18pz ormonotrattati,11pz ra<strong>di</strong>otrattati con ripresa locale <strong>di</strong> malattia; 19pz senza pregresseterapie. Volume me<strong>di</strong>o prostatico: 27,54±7,87 ml (range:57-14) prima della TURP; 15,31±4,65 ml (range: 28-6) dopoTURP, con tessuto resecato me<strong>di</strong>o pari a 10,18±6,41 g (range:31,6-3). A ciascun pz è stato applicato un catetere sovrapubicoFoley a 2 vie Ch12 lasciato a <strong>di</strong>mora alla <strong>di</strong>missione ed utilizzatonelle prime ore post-o<strong>per</strong>atorie <strong>per</strong> cistolusi. L’attenta emostasiin corso <strong>di</strong> TURP e l’effetto emostatico degli HIFU hanno sempreevitato l’utilizzo <strong>di</strong> cateteri uretro-vescicali a 3 vie, <strong>per</strong> cistolusicontinua, sia durante il trattamento con HIFU che nel posto<strong>per</strong>atorio.Durata me<strong>di</strong>a dell’intervento: 137±18 min.Risultati: F.U. me<strong>di</strong>o: 9,23±6,24 mesi (range: 24-1). Non complicanzeintra e post-o<strong>per</strong>atorie. Costante precocissima mobilizzazionedei pz risultati <strong>di</strong>missibili in prima giornata posto<strong>per</strong>atorianel 94% dei casi (45 su 48 pz). Epicistostomiarimossa dopo in me<strong>di</strong>a 18 gg (±9,3).Conclusioni: La Termo-Ablazione Prostatica Tansrettale conHIFU e TURP neoa<strong>di</strong>uvante in unica sessione terapeutica sipresta come cura miniinvasiva del carcinoma prostatico localizzato,in pz non can<strong>di</strong>dabili alla prostatectomia ra<strong>di</strong>cale,anche in regime <strong>di</strong> “One day surgery”.Comunicazioni selezionate N. 9TERMO-ABLAZIONE PROSTATICA TRANSRETTALE CONULTRASUONI FOCALIZZATI AD ALTA INTENSITÀ(PTTA/HIFU-ABLATHERM): UN’OPZIONE TERAPEUTICANELLA RIPRESA LOCALE DEL CARCINOMA PROSTATICODOPO FALLIMENTO DELLA RADIOTERAPIAPaulesu A., Conti G.Divisione <strong>di</strong> Urologia e Andrologia Azienda Ospedaliera “S. Anna”,ComoIntroduzione: Le risposte terapeutiche attualmente <strong>di</strong>sponibiliin caso <strong>di</strong> ripresa locale del carcinoma prostatico dopo fallimentodella ra<strong>di</strong>oterapia (RT) sono molto limitate. LaPTTA/HIFU-Ablatherm si propone quale innovativa risorsa intale situazione.Materiali e Meto<strong>di</strong>: Dal settembre ‘00 al giugno ‘04 abbiamo sottopostoa PTTA/HIFU-Ablatherm 21 pz con ripresa locale <strong>di</strong> ca.prostatico dopo RT. L’età me<strong>di</strong>a dei pz era: 68,3±5,15 anni. Tutti ipazienti presentavano: graduale innalzamento del PSA; riscontrobioptico <strong>di</strong> <strong>per</strong>sistenza <strong>di</strong> carcinoma prostatico; scintigrafia osseanormale. Lo sta<strong>di</strong>o clinico dei pz era così sud<strong>di</strong>viso: T1b (1 pz),T2a (1 pz), T2b (6 pz), T2c (5 pz), T3 (8 pz). La potenza sessualeera presente in 3 pz e <strong>tutti</strong> risultavano continenti. L’IPSS basaleme<strong>di</strong>o era 12±6,29 ed il Qmax me<strong>di</strong>o 10,13±3,9 ml/sec. Il volumeprostatico me<strong>di</strong>o era: 16±5,7 ml. In 16 pz è stata eseguita unaTURP nella medesima sessione terapeutica, imme<strong>di</strong>atamenteprima della PTTA/HIFU, asportando me<strong>di</strong>amente 6,6±3,6 g <strong>di</strong> tessutoprostatico. 5 pz già sottoposti in passato ad adenomectomiaprostatica transvescicale sono stati sottoposti unicamente aPTTA/HIFU. A <strong>tutti</strong> i pz è stata posizionata un’epicistostomia <strong>di</strong>tipo Foley a 2 vie Ch12, lasciata a <strong>di</strong>mora alla <strong>di</strong>missione.Controlli clinici e del PSA sono stati effettuati ogni 3 mesi conbiopsia prostatica transrettale ecoguidata (6-8 prelievi) a 6 mesi.Risultati: Follow-up me<strong>di</strong>o: 19,6±13 mesi (range: 45-1). Noncomplicanze intra e <strong>per</strong>io<strong>per</strong>atorie. Degenza me<strong>di</strong>a: 2gg dopoPTTA/HIFU e 3 gg dopo TURP+PTTA/HIFU. L’epicistostomia èstata rimossa dopo in me<strong>di</strong>a 21gg (±10,3 gg). A 3 mesi (20 pz)IPSS me<strong>di</strong>o 7 (±3.5) e Qmax 15,2±4,7 ml/sec; QoL score me<strong>di</strong>o:2±1. In 5 pz su 21 (23,8%) è comparsa incontinenza urinaria dasforzo (severa in 2 pz; lieve in 3 pz). I due pz con incontinenzasevera erano stati sottoposti a nuova TURP a 3 mesi dal trattamento<strong>per</strong> l’insorgere <strong>di</strong> stenosclerosi della loggia prostatica. Nei 3pz basalmente potenti la potenza è stata conservata in 2 casi.Riportiamo i risultati della biopsia a 6 mesi eseguita in 10 pz conFU me<strong>di</strong>o 27,4±12 mesi. Lo sta<strong>di</strong>o clinico <strong>di</strong> questi pz era: T1b (1pz), T2a (1 pz), T2b (2 pz), T2c (4 pz), T3 (2 pz).I valori del PSA <strong>di</strong> questi 10 pz erano:Tabella 1.PSA basale pre RT 6,79±5,66 ng/ml (Range:19-3)PSA na<strong>di</strong>r dopo RT 1,07±0,94 ng/ml (Range:2,69-0,02)PSA pre HIFU 3,74±1,69 ng/ml (Range:7,6-1,7)PSA a 6 mesi da HIFU 1,02±1,26 ng/ml (Range:3,44-0,01)Biopsia negativa: 9 pz (90%).Biopsia positiva: 1 pz (Sta<strong>di</strong>o T3).In due dei pz con biopsia negativa si è osservato a 9 mesi daltrattamento l’innalzamento del PSA che è risultato stabile neglialtri pz con biopsia negativa.Conclusioni: La PTTA/HIFU offre un’opportunità terapeutica aipz con carcinoma prostatico <strong>per</strong>sistente dopo fallimento dellara<strong>di</strong>oterapia. Tale terapia è caratterizzata da miniinvasività connecessità <strong>di</strong> breve ospedalizzazione, elevata efficacia e contenutaincidenza <strong>di</strong> complicanze. La TURP neoa<strong>di</strong>uvante eseguitanella medesima sessione terapeutica non aggiunge morbilitàal trattamento offrendo un sensibile miglioramento della preesistentesintomatologia ostruttiva.Comunicazioni selezionate N. 10CHEMIOABLAZIONE MEDIANTE GEMCITABINA ENDO-VESCICALE NEI TUMORI VESCICALI SUPERFICIALI DIBASSO GRADO E BASSO STADIOCampodonico F., Canepa G., Capponi G., Bozzo L.,Maffezzini M.SC Urologia, Ospedale Galliera, GenovaIntroduzione e Obiettivi: La gemcitabina (GC) nel trattamento deitumori vescicali avanzati ha evidenziato uguale efficacia e maggioretollerabilità rispetto ai farmaci che fanno parte <strong>di</strong> protocollistandard. Questa evidenza ha sollevato interesse come farmacoanche <strong>per</strong> la chemioterapia endovescicale nei tumori su<strong>per</strong>ficiali.Il nostro scopo è stato quello <strong>di</strong> valutare efficacia e tollerabilitàdella GC nel trattamento dei tumori su<strong>per</strong>ficiali ricorrenti <strong>per</strong> viaendovescicale in un protocollo <strong>di</strong> chemioablazione.4Archivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004; 76, 3, Supplemento 1


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia OncologicaMeto<strong>di</strong>: Sono stati reclutati 26 pazienti con pregressi episo<strong>di</strong> <strong>di</strong>neoplasia vescicale ricorrente <strong>di</strong> basso grado e basso sta<strong>di</strong>o, concitologia urinaria <strong>di</strong> controllo negativa <strong>per</strong> atipia <strong>di</strong> alto grado. Ilfarmaco è stato utilizzato alla dose <strong>di</strong> 2000 mg in 50 ml <strong>di</strong> soluzionefisiologica. Il <strong>di</strong>ametro massimo e complessivo delle lesioniera <strong>di</strong> 1,5 cm. I pazienti sono stati sottoposti ad 1 instillazionesettimanale <strong>di</strong> GC <strong>per</strong> 4 settimane. Il farmaco è stato trattenutoin vescica <strong>per</strong> circa 90 minuti. Sono stati eseguiti controlliematochimici prima e 48 ore dopo ogni singola instillazione.Dopo 2 settimane sono stati sottoposti a TUR bioptica.Risulati: 20 pazienti hanno concluso il ciclo (Tabella 1); 2 sonousciti <strong>per</strong> incremento delle transaminasi; 1 <strong>per</strong> leucopenia; 2<strong>per</strong> epigastralgie e nausea; 1 <strong>per</strong> marcata <strong>di</strong>suria.Tabella 1.Istologia cm Risposta Follow-upprec. Lesioni Precedenti Duratan. terapie (mesi)TaG1 2 1 NO C 6 TaG1TaG1 1 0.5 NO C 8 8TaG1 1 1 NO NR TaG1TaG1 1 1 NO C 8 8TaG1 1 1 NO RPTaG1 1 0.5 NO C - -TaG1 2 1.5 NO C 6 6TaG1 2 1 SI C 5 5TaG1 1 0.5 NO NR TxG1TaG1 3 1.5 NO C 2TaG1 2 1 NO NR TaG2T1G1 2 1.5 SI NR T1G1TaG2 2 1.5 NO NR TaG2TaG2 1 1 NO C 6 6T1G2 4 1.5 SI C 6 FISH +T1G2 3 1 NO NR TaG1T1G2 1 0.5 SI NR TaG1T1G2 1 0.5 NO NR TaG1T1G2 1 0.5 NO C - -T1G2 1 1,5 NO NR T1G2Conclusioni: La somministrazione endovescicale <strong>di</strong> GC a 2000mg ha <strong>di</strong>mostrato una adeguata tollerabilità globale. L’effettoablativo sulle lesioni ricorrenti <strong>di</strong> basso grado e basso sta<strong>di</strong>o èpromettente.Poster n. 12FOLFOX-4 IN PAZIENTI PRETRATTATI CON CARCINOMAA CELLULE TRANSIZIONALI DELLA VESCICADi Lorenzo G. 1 , Autorino R. 2 , Giordano A. 1 , Giuliano M. 1 ,Russo A. 3 , Cosentino L. 2 , Pane U. 2 , Di Giacomo F. 2 ,D’Armiento M. 2 , Contaldo F 3 ., De Placido S. 11Cattedra <strong>di</strong> Oncologia Me<strong>di</strong>ca, Dipartimento <strong>di</strong> Endocrinologia edOncologia molecolare e clinica; 2 Clinica Urologica, SecondaUniversità degli Stu<strong>di</strong> Napoli; 3 Me<strong>di</strong>cina Interna, Università degliStu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Napoli, Federico II, NapoliObiettivo: Nonostante le recenti acquisizioni nel trattamento delcarcinoma vescicale avanzato, rimane la necessità <strong>di</strong> identificarenuovi agenti attivi e con un limitata tossicità. Abbiamo condottouno stu<strong>di</strong>o utilizzando FOLFOX4 (Oxaliplatino,Fluorouracile, Acido Folinico) in pazienti già pretrattati contrattamento a base <strong>di</strong> composti del platino.Materiali e Meto<strong>di</strong>: 16 pazienti eleggibili con malattia avanzatasono stati trattati con oxaliplatino (85 mg/mq) in giorno 1 seguitoda fluorouracile ed acido folinico (De Gramont schedule) neigiorni 1, 2 ogni 14 giorni fino a progressione <strong>di</strong> malattia. Tutti ipazienti hanno ricevuto terapia <strong>di</strong> supporto nutrizionale <strong>per</strong>aumentare l’introito calorico. Le risposte obiettive e la tossicitàsono state valutate. Le risposte biochimiche (riduzione dei markers)e la variazione dei parametri nutrizionali (peso corporeo,albuminemia, ferritinemia, PCR) sono stati inoltre considerati.Risultati: In 3 pazienti si è ottenuta una risposta obiettiva conun tasso globale del 19%. La tossicità ematologica e le stomatitisono stati i due effetti collaterali più frequenti. In quattropazienti (25%) abbiamo osservato una riduzione dei markerstumorali (CEA, TPA) ed un miglioramento dei parametri nutrizionali.Conclusioni: A queste dosi e con questa schedula <strong>di</strong> somministrazione,FOLFOX-4 sembra essere una terapia promettentein pazienti già pre-trattati con composti del platino. Ulterioristu<strong>di</strong> sono necessari <strong>per</strong> confermarne un possibile ruolo neltrattamento del carcinoma vescicale avanzato.Poster n. 13ENUCLEORESEZIONE RENALE: STUDIO MULTICENTRI-CO PIEMONTESE SCUP STUDI CLINICI UROLOGICIPIEMONTESIMuto G. 1 , D’Urso L. 1 , Bardari F. 1 , Randone D. 1 , Pierini P. 1 ,Vestita E. 2 , Perachino M. 3 , Acanfora F 41UOA Urologia, Ospedale S. Giovanni Bosco, Torino; UOAUrologia, Ospedale Gradenigo, Torino; UOA Urologia, OspedaleCivile Biella; 2 UOA Urologia, Ospedale Civile Ivrea; 3 UOAUrologia, Ospedale civile Casale M.to; 4 UOA Urologia, OspedaleCivile CiriéIntroduzione: Il tumore renale rappresenta circa il 2-3% <strong>di</strong><strong>tutti</strong> i tumori. La nefrectomia ra<strong>di</strong>cale è stata considerata <strong>per</strong>lungo tempo l’intervento <strong>di</strong> elezione nel carcinoma renalenon metastatico. Attualmente in letteratura il carcinomarenale <strong>di</strong>agnosticato incidentalmente rappresenta il 25-40%dei tumori renali. Ciò ha portato inevitabilmente ad unamigrazione <strong>di</strong> sta<strong>di</strong>o al momento della <strong>di</strong>agnosi, con un conseguentedeclino della mortalità tumore-specifica e ad unamo<strong>di</strong>ficazione dell’algoritmo terapeutico con estensionedelle tecniche nephron-sparing alle neoplasie <strong>di</strong> volume ≤ 4cm in pazienti con rene controlaterale sano. Si riportano irisultati <strong>di</strong> uno stu<strong>di</strong>o retrospettivo multicentrico piemontesecondotto dallo SCUP.Materiali e Meto<strong>di</strong>: Nel <strong>per</strong>iodo 1992 - Luglio 2003 133pazienti sottoposti ad intervento <strong>di</strong> enucleoresezione renale<strong>per</strong> riscontro incidentale <strong>di</strong> una massa renale. Il campioneera costituito da 71 maschi e 60 femmine con età me<strong>di</strong>anaalla <strong>di</strong>agnosi, rispettivamente, <strong>di</strong> 64 e 63 anni con un followupme<strong>di</strong>ano <strong>di</strong> 36 mesi (range 7-144). Su questo campione<strong>di</strong> pazienti è stato condotto uno stu<strong>di</strong>o retrospettivo finalizzatoa valutare le complicanze precoci e tar<strong>di</strong>ve e i risultationcologici in relazione ai fattori prognostici istopatologici.Nel 95% dei casi trattati la neoplasia era singola. La <strong>di</strong>stribuzionedella sede era: Polo su<strong>per</strong>iore: 32,3%; Polo inferiore:41,3%; mesorenale: 24,8%. Le <strong>di</strong>mensioni me<strong>di</strong>e erano<strong>di</strong> 3,40 +- 1,42 cm. In 106/133 casi (79,6%) si trattava <strong>di</strong>una neoplasia renale parenchimale maligna. L’istotipo piùfrequente era il carcinoma a cellule chiare (62%). Lo sta<strong>di</strong>oArchivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004; 76, 3, Supplemento 15


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia Oncologicapatologico sec. TNM 2002 era: pT1a: 79%; pT1b: 20%;pT2: 1%*. * Neoplasia cistica a cellule granulari e ossifile <strong>di</strong>11 cm. Nei pazienti con neoplasia parenchimale lo stato deimargini chirurgici risultava positivo all’esame istologicodefinitivo (es. estemporaneo negativo) nel 2,8% dei casi.L’in<strong>di</strong>cazione alla enucleoresezione renale <strong>di</strong> necessità(paziente monorene) è stata l’1,5% <strong>di</strong> <strong>tutti</strong> i casi.Risultati: L’incidenza <strong>di</strong> complicanze precoci è stata del 4% (1Emorragia non dominabile esitata in nefrectomia; 1 Fistola a-v embolizzata; 1 IRA; 1 eiaculazione precoce in paziente conrene a ferro <strong>di</strong> cavallo). Le complicanze tar<strong>di</strong>ve sono: IRCmoderata: 6%; IRC severa: 1%; Pielonefrite acuta: 1%). Nei 3casi con margini chirurgici positivi (2 ca c. chiare- 1 c. granulose)ad un follow-up me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> 41,6 mesi (range 17-91) nonsono state riscontrate reci<strong>di</strong>ve locali e/o a <strong>di</strong>stanza. In 2pazienti con ca cellule chiare pT1a G2-G3 margini negatividopo 24 e 32 mesi è stata riscontrata una reci<strong>di</strong>va locale isolata.Relativamente al sottogruppo con neoplasia ad istotipomaligno la NED era il 92%, le reci<strong>di</strong>ve locali l’1,8% e le metastasiil 6%. La mortalità era dell’8% <strong>di</strong> cui 4% <strong>per</strong> progressione<strong>di</strong> malattia. Il follow-up me<strong>di</strong>ano dei pazienti al momentodel riscontro della malattia metastatica era <strong>di</strong> 51,5 mesi (range7-120) e in questo sottogruppo l’istotipo era nell’83% ca c.chiare e nel 17% ca. c. oncocitarie.Conclusioni: Pur trattandosi <strong>di</strong> uno stu<strong>di</strong>o retrospettivo noncomparativo, l’incidenza <strong>di</strong> reci<strong>di</strong>ve locali e <strong>di</strong> metastasi èbassa. Infatti, la nostra es<strong>per</strong>ienza ha mostrato come i risultatidella chirurgia conservativa siano correlati allo sta<strong>di</strong>opatologico e possano essere comparati a quelli della chirurgiara<strong>di</strong>cale in casi selezionati. Lo stato dei margini chirurgicinon è stato associato ad un aumentato rischio <strong>di</strong> reci<strong>di</strong>va<strong>di</strong> malattia.Poster n. 15UN RARO CASO DI METASTASI PLEURICHE DA CARCI-NOMA RENALEDonelli A., De Mare M., Gogna P., Borrelli C., Conti F.,Repetto U.Struttura <strong>di</strong> Urologia Ospedale <strong>di</strong> La SpeziaIntroduzione ed Obiettivi: Obiettivo del nostro lavoro è contribuirealla casistica delle metastasi da carcinoma renale descrivendoun raro caso <strong>di</strong> ripetizioni pleuriche. Le se<strong>di</strong> più frequenti<strong>di</strong> <strong>di</strong>sseminazione metastatica sono il polmone e successivamentele ossa, fegato, cervello, rene controlaterale eghiandola surrenale. La presenza <strong>di</strong> numerose metastasi pleurichesenza lesioni polmonari è considerata rara.Meto<strong>di</strong>: Paziente <strong>di</strong> 75 anni sottoposto a nefrectomia ra<strong>di</strong>cale<strong>per</strong> neoformazione <strong>di</strong> 7 cm del rene destro risultata un carcinomaa cellule chiare Fuhrmann 3-4 pT1. Alla TC toracicarisultavano zone <strong>di</strong> ispessimento pleurico sinistro sottoposte abiopsia in pleuroscopia con broncoscopio flessibile a fibreottiche con <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> metastasi da carcinoma renale.Risultati e Conclusioni: Nella nostra es<strong>per</strong>ienza questo rappresental’ unico caso <strong>di</strong> metastasi pleuriche da carcinoma renale.Queste metastasi sono considerate rare anche dalla Letteraturase non sono associate alla presenza <strong>di</strong> lesioni polmonari. Lapleuroscopia con broncoscopio flessibile si è <strong>di</strong>mostrata unameto<strong>di</strong>ca efficace <strong>per</strong> ottenere una biopsia <strong>di</strong> noduli pleurici inanestesia locale.Bibliografia:1. Azuma T, Nishimatsu H, Nakagawa T, Tomita K, Takeuchi ., Homma Y,Tajima A, Kawabe K, Kitamura T. Metastatic renal cell carcinoma mimickingpleural mesothelioma. Scand J Urol Nephol. 1999; 33:1402. Gwin E, Pierce G, Boggan M, Kerby G, Ruth W. Pleuroscopy and pleuralbiopsy with the flexible fiberoptic bronchoscope. Chest. 1975; 67:527Poster n. 16ANALISI DEL PROFILO PROGNOSTICO DEI PAZIENTISOTTOPOSTI A RADIOTERAPIA DI SALVATAGGIO PERRISALITA DEL PSA DOPO PROSTATECTOMIA RADICALEVilla S. 1 , Valdagni R 2 , Be<strong>di</strong>ni N. 1 , Olmi P. 11Dipartimento <strong>di</strong> Diagnostica <strong>per</strong> Immagini e Ra<strong>di</strong>oterapia;2Direzione Scientifica, Istituto <strong>Nazionale</strong> Tumori, MilanoRazionale: Il trattamento dei pazienti (pts) sottoposti a prostatectomia(P.R.), che presentano una risalita del PSA, è fonte <strong>di</strong> grande<strong>di</strong>battito poiché non sono <strong>di</strong>sponibili tecniche <strong>di</strong> imaging chedefiniscano tempestivamente la sede locale (L), locoregionale(LR) e/o sistemica (S) della ripresa <strong>di</strong> malattia. D’altra parte, nellapratica clinica quoti<strong>di</strong>ana, il mancato riconoscimento <strong>di</strong> metastasican<strong>di</strong>da il pt ad un trattamento L o LR <strong>di</strong> salvataggio. Tra levarie opzioni, la ra<strong>di</strong>oterapia a fasci esterni (ERT) sembra offrirela più elevata efficacia terapeutica, anche se non sono attualmente<strong>di</strong>sponibili casistiche con follow-up sufficientementelungo e con numero <strong>di</strong> pts adeguato. Il risultato terapeutico sembracomunque correlato al profilo prognostico pre-ERT. D’altraparte, <strong>per</strong> quanto in letteratura siano state suggerite in<strong>di</strong>cazionie timing <strong>per</strong> i pts can<strong>di</strong>dabili a ERT <strong>di</strong> salvataggio, ad oggi esisteancora una vasta <strong>di</strong>screzionalità da parte del chirurgo nel proporreil caso al ra<strong>di</strong>oterapista. Quest’analisi valuta il profilo prognosticodei pts con risalita del PSA dopo P.R., sottoposti a ERTpresso l’INT nell’arco <strong>di</strong> un decennio.Materiali e Meto<strong>di</strong>: Dal 1994 al 2003, 113 pts con risalita delPSA associata o meno a reci<strong>di</strong>va clinica, senza evidenza clinico-strumentale<strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione S, sono stati sottoposti a ERT <strong>di</strong>salvataggio. L’in<strong>di</strong>cazione a ERT è stata posta <strong>per</strong> un incrementodel PSA dopo un valore <strong>di</strong> na<strong>di</strong>r > 0.2 ng/ml (mancato azzeramento)o <strong>per</strong> risalita del marker dopo na<strong>di</strong>r ≤ 0.2 ng/ml.Sono stati valutati: PSA pre-ERT, sta<strong>di</strong>azione post-P.R., GPSo<strong>per</strong>atorio, margini chirurgici (R), presenza o meno <strong>di</strong> reci<strong>di</strong>vaclinica, intervallo tra P.R. e ERT, associazione con ormonoterapia.Sono stati considerati tre <strong>per</strong>io<strong>di</strong>: A) pts trattati dal01.1994 al 12.1998; B) pts trattati dal 01.1999 al 12.2001; C)pts trattati dal 01.2002 al 12.2003.Risultati: Il numero dei pts nei tre <strong>per</strong>io<strong>di</strong> è stato <strong>di</strong> 20, 43 e 50.La <strong>per</strong>centuale <strong>di</strong> pts irra<strong>di</strong>ati <strong>per</strong> PSA non azzerato è risultatastabile nei <strong>per</strong>io<strong>di</strong> A e B (60 vs 60.5%) ma è <strong>di</strong>minuita in C(50%). Al contrario, dal 01.2002 è aumentata la <strong>per</strong>centuale <strong>di</strong>pts irra<strong>di</strong>ati con crescita <strong>di</strong> PSA dopo aver raggiunto un na<strong>di</strong>r≤ 0.2 (50% vs 40% vs 39.5%). Si è osservato un raddoppiamentodell’intervallo tra P.R. e ERT <strong>per</strong> i pts con PSA non azzeratonel <strong>per</strong>iodo A vs C (18 vs 36 mesi). Per i pts con na<strong>di</strong>rpost-P.R. ≤ 0.2 tale intervallo è rimasto invece sostanzialmentestazionario (37 vs 42 mesi). Il PSA me<strong>di</strong>o pre-ERT si è progressivamenteridotto nei <strong>per</strong>io<strong>di</strong> considerati: da 4.7 ng/ml(<strong>per</strong>iodo A) a 2.5 ng/ml (B), a 1.4 ng/ml (C). Si è inoltre osservatoun incremento dei pts con margini positivi, passati dal30% (<strong>per</strong>iodo A) al 74% (C). Infine, è aumentata la quota <strong>di</strong>pts pT2 R1-2 (25 vs 34%) e si è ridotta quella con GPS >3+4(35 vs 28%).Conclusioni: Quest’analisi, <strong>per</strong> quanto eseguita su una casisticalimitata, sembra in<strong>di</strong>care che:1. il numero <strong>di</strong> pts sottoposti a ERT <strong>di</strong> salvataggio è in aumento,in accordo con il trend riferito in letteratura;2. le caratteristiche prognostiche dei pts attualmente proposti<strong>per</strong> ERT <strong>di</strong> salvataggio si stanno avvicinando a quanto suggeritoin letteratura (PSA pre-RT ≤ 2.0 ng/ml, GPS < 4+3, R1-2);3. l’intervallo intercorso tra riscontro della risalita del PSA eavvio della ERT rimane elevato soprattutto nei pts con PSA nonazzerato dopo P.R.Bibliografia:1. Stephenson AJ et al. JAMA 2004; 29:13252. Malinverni G et al. Tumori (submitted), 20046Archivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004; 76, 3, Supplemento 1


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia OncologicaComunicazioni n. 17TERAPIA PERCUTANEA DELLA NEOPLASIA UROTELIA-LE DI BASSO STADIO E BASSO GRADO: FOLLOW-UP ALUNGO TERMINEMaggioni M., Grisotto M., Del Nero A., Avogadro A.,Ferruti M., Mangiarotti B., Confalonieri S., Marchesotti F.,Carmignani L., Montanari E.Clinica Urologica III, Università degli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano, Az.Ospedaliera San Paolo, MilanoIntroduzione: Il gold standard <strong>per</strong> il trattamento del carcinomaa cellule tra<strong>di</strong>zionali dell’alta via escretrice (TCC) è lanefroureterectomia con resezione del piattello vescicale.Tuttavia sono <strong>di</strong> uso sempre più frequente approcci mininvasivi:laparoscopia o tecnica endoscopica (URS). La terapiaconservativa è <strong>di</strong> necessità in pazienti a rischio <strong>di</strong> insufficienzarenale e con neoplasia in rene unico o bilaterale, <strong>di</strong>elezione in pazienti con neoplasia <strong>di</strong> basso grado e sta<strong>di</strong>o.L’approccio <strong>per</strong>cutaneo garantisce, quando la malattia nonrisulti trattabile con URS, un accesso ottimale alla cavità pielica:<strong>per</strong>mette una resezione ra<strong>di</strong>cale, una sta<strong>di</strong>azione piùprecisa, crea l’accesso <strong>per</strong> un second o third look <strong>di</strong> followupa breve, pre<strong>di</strong>spone ad una terapia topica locale.Obiettivo del nostro lavoro è la revisione tecnica e clinica alungo termine della nostra es<strong>per</strong>ienza nel trattamento <strong>per</strong>cutaneodella neoplasia uroteliale dell’alta via escretrice <strong>di</strong>basso grado e sta<strong>di</strong>o.Materiali e Meto<strong>di</strong>: Dal Marzo 1997 al Luglio 2004 abbiamotrattato n.4 pazienti (5 unità renali), età me<strong>di</strong>a pre o<strong>per</strong>atoria68 anni, <strong>di</strong>ametro min. neoplasia 0.8 cm - max 3.5 cm, Creat.Me<strong>di</strong>a pre-intervento 1.4 Tutti i pazienti hanno eseguito stagingpre o<strong>per</strong>atorio con imaging tra<strong>di</strong>zionale (Tac/RMN/Urografia), URS rigida e flessibile, presa bioptica. L’accesso allavia escretrice è stato realizzato me<strong>di</strong>ante puntura ecoguidata econtrollo fluoroscopico, posizionamento <strong>di</strong> guida Terumo0.035 fatta <strong>di</strong>scendere lungo l’uretere e successiva <strong>di</strong>latazionedel tramite stesso con tecnica one shot a 26 Ch con rispettodel colletto caliciale, tenuto in sicurezza da camicia <strong>di</strong>Amplatz. La resezione della neoplasia è stata eseguita conresettore monocanale Olympus 24 Ch a bassa pressione. Altermine dell’intervento è stata posizionata nefrostomia reentry24 Ch. A 48 ore dalla resezione i pazienti sono stati sottopostiad instillazione transnefrostomica <strong>di</strong> Mitomicina C40mg/1000cc <strong>di</strong> Fisiologica <strong>per</strong> 24 ore. In settima giornata ipazienti sono stati sottoposti a nefroscopia second look conbiopsia a freddo e successivo posizionamento <strong>di</strong> nefrostomia 8Ch, a una settimana dalla revisione a ciclo <strong>di</strong> induzione (6instillazioni settimanali transnefrostomiche) con BCG. Nel follow-upcitologia e Cistoscopia trimestrale, URS flessibilesemestrale, Urografia/TC o Uro RNM annuale.Risultati: Tutti i pazienti da noi curati conservativamente <strong>per</strong>necessità <strong>per</strong> carcinoma uroteliale dell’alta via escretrice(pT1G2) sono attualmente vivi con funzionalità renale < 2.0mg/100 ed oncologicamente liberi da malattia con follow-upme<strong>di</strong>o <strong>di</strong> circa 65 mesi.Conclusioni: Secondo la nostra es<strong>per</strong>ienza, la resezione <strong>per</strong>cutaneadella neoplasia dell’alta via escretrice <strong>di</strong> basso grado esta<strong>di</strong>o rappresenta una valida alternativa alla terapia standardrappresentata della nefroureterectomia.Questa tecnica risultaoncologicamente sovrapponibile al trattamento chirurgico,deve esser tuttavia condotta con accorgimenti che ne limitinoil rischio <strong>di</strong> sanguinamento e <strong>di</strong> insemenzamento del tramite<strong>per</strong>cutaneo, della loggia renale, uroteliale ed a <strong>di</strong>stanza (precisionedell’accesso, <strong>di</strong>latazione rapida, isolamento del tramite,rispetto del colletto caliciale e resezione a bassa pressione) eche garantiscano la ra<strong>di</strong>calità del trattamento (sta<strong>di</strong>azione preo<strong>per</strong>atoria). La tecnica <strong>per</strong>mette l’eventuale impiego <strong>di</strong>immu/chemioterapici locali come terapia a<strong>di</strong>uvante.Poster n. 18DIAGNOSI DI NEOPLASIA RENALE CON UN NUOVOMETODO NON INVASIVO (TRIMPROB): UNO STUDIOPILOTA DELLO SCUP (STUDI CLINICI UROLOGICIPIEMONTESI)D’Urso L. 1 , Bardari F. 1 , Ferrando U. 1 , Vestita E. 1 , GrazianoM. 1 , Balma M. 2 , Autino E. 2 , Segnan N. 3 , Muto G. 11UOA, Urologia, Ospedale S. Giovanni Bosco, Torino; UOA,Urologia, Ospedale Molinette, Torino; UOA, Urologia, OspedaleCivile Ivrea; 2 Galileo Avionica, Caselle T.se (To); 3 CPO, OspedaleS.Giovanni AS, TorinoIntroduzione: Il tumore renale rappresenta circa il 2-3% <strong>di</strong> <strong>tutti</strong>i tumori. Attualmente in letteratura il carcinoma renale <strong>di</strong>agnosticatoincidentalmente rappresenta il 25-40% dei tumorirenali e ciò ha portato in molti Paesi ad una riduzione dello sta<strong>di</strong>oal momento della <strong>di</strong>agnosi, con un conseguente declinodella mortalità tumore-specifica. Sulla base <strong>di</strong> questi dati, èstato preso in considerazione un nuovo strumento <strong>di</strong>agnosticonon invasivo, il TRIMprob, <strong>per</strong> lo screening del tumore renaleincidentale. Nel nostro lavoro presentiamo uno stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> fattibilità<strong>per</strong> verificare l’accuratezza <strong>di</strong>agnostica del TRIMprob inun piccolo numero <strong>di</strong> pazienti e valutare così l’utilità <strong>di</strong> un piùampio stu<strong>di</strong>o.Materiali e Meto<strong>di</strong>: 48 reni, 24 con neoplasie renali e 24 sani sonostati valutati con un generatore elettromagnetico (TRIMprob) nel<strong>per</strong>iodo maggio 2003- settembre 2003 in tre ospedali piemontesi.È stato utilizzato il TRIMprob <strong>per</strong> produrre un campo elettromagneticoad energia estremamente bassa e a frequenze multiple.Il TRIMprob veniva passato sulla regione lombare delpaziente in ortostatismo <strong>di</strong> fronte al sistema ricevitore, con l’o<strong>per</strong>atoredal lato opposto a quello del rene in esame. Quando ilfascio incidente, durante il suo tragitto nel corpo del paziente,incontra un tessuto patologico, il campo elettromagnetico interagiscecon i tessuti a livello molecolare e viene qui focalizzatoattraverso un meccanismo <strong>di</strong> conversione energetica <strong>per</strong> risonanza.L’improvvisa variazione <strong>di</strong> segnale in senso negativo, corrispondentead una improvvisa attenuazione <strong>di</strong> una o più lineespettrali, costituisce la base <strong>per</strong> la <strong>di</strong>agnosi sulle strutture e suitessuti irra<strong>di</strong>ati. L’esame è stato eseguito da un singolo o<strong>per</strong>atoreche non conosceva lo stato del paziente. Sono state analizzate 3linee spettrali a 465, 930 e 1395 MHz.Risultati: In 20 casi su 24 il sistema ha localizzato correttamentela patologia del paziente nell’area corrispondente. È stata calcolatauna sensibilità dell’83% ed una specificità del 67%, conun’accuratezza del 75%, un valore pre<strong>di</strong>ttivo positivo del 71%ed un valore pre<strong>di</strong>ttivo negativo dell’80%. Tre falsi negativi su 4sembrano attribuibili alle <strong>di</strong>mensioni della neoplasia: in questicasi il <strong>di</strong>ametro delle masse renali era su<strong>per</strong>iore a 6 cm. Per lemasse renali ≤ 6 cm, è stata ottenuta una sensibilità del 95%,specificità del 67%, accuratezza dell’80%, un valore pre<strong>di</strong>ttivopositivo del 70% ed un valore pre<strong>di</strong>ttivo negativo del 70%. Valela pena notare che 3 falsi positivi su 8 sembrano essere correlatialla presenza <strong>di</strong> comorbi<strong>di</strong>tà, come calcoli renali, aneurisma dell’aortaaddominale e linfoadenopatie addominali.Conclusioni: I risultati interessanti e promettenti <strong>di</strong> questo stu<strong>di</strong>osembrano fornire una prova s<strong>per</strong>imentale alla possibilità <strong>di</strong><strong>di</strong>agnosticare le neoplasie renali attraverso i campi elettromagnetici.Poiché le intensità delle onde elettromagnetiche richiestesono molto basse (con energie simili a quelle dei telefonicellulari), questo sistema è veramente sicuro e non invasivo. Inostri risultati ci portano ad affermare che l’in<strong>di</strong>viduazionedelle neoplasie renali è molto semplice e sensibile, e a supporreche l’accuratezza dell’esame sia inversamente proporzionalealle <strong>di</strong>mensioni della lesione. I dati raccolti ci spingono a<strong>di</strong>ntraprendere un apposito stu<strong>di</strong>o, estendendo il numero deipazienti arruolati, <strong>per</strong> meglio stabilire le effettive potenzialità <strong>di</strong>questo approccio <strong>di</strong>agnostico.Archivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004; 76, 3, Supplemento 17


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia OncologicaPoster n. 19STRATEGIE TERAPEUTICHE NEL CARCINOMA PROSTA-TICO LOCALIZZATO: LA SOGGETTIVITÀ DEL PAZIENTEAL CENTRO DEL PROCESSO DECISIONALEDonegani S. 1 , Bosisio M. 1 , Villa S. 2 , Salvioni R. 3 , TamburiniM. 1 , Valdagni R. 41Unità O<strong>per</strong>ativa <strong>di</strong> Psicologia; 2 Unità O<strong>per</strong>ativa Ra<strong>di</strong>oterapia B;3Unità O<strong>per</strong>ativa Urologia; 4 Direzione Scientifica, Istituto<strong>Nazionale</strong> <strong>per</strong> lo Stu<strong>di</strong>o e la Cura dei Tumori, MilanoIntroduzione e Obiettivi: Com’è noto, le strategie terapeutiche ra<strong>di</strong>caliattualmente <strong>di</strong>sponibili nel carcinoma prostatico localizzato(chirurgia e ra<strong>di</strong>oterapia) si equivalgono dal punto <strong>di</strong> vista deirisultati clinici ma si <strong>di</strong>fferenziano <strong>per</strong> procedure ed effetti collaterali.In questo scenario, la soggettività del paziente e le tematicherelative alla qualità <strong>di</strong> vita assumono particolare importanza<strong>per</strong> la definizione del piano terapeutico. Allo scopo <strong>di</strong> aiutare la<strong>per</strong>sona in questo processo decisionale, abbiamo strutturato un<strong>per</strong>corso multi<strong>di</strong>sciplinare <strong>di</strong> decision making counselling conurologo, ra<strong>di</strong>oterapista e psicologo con l’obiettivo <strong>di</strong>:• aiutare il paziente a prendere una decisione aderente ai proprivalori e alle priorità in<strong>di</strong>viduali;• aiutare il paziente a uscire da una prospettiva temporale sentitasenza futuro a causa dalla <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> tumore maligno;• integrare le informazioni a <strong>di</strong>sposizione dei paziente, affrontandole tematiche relative alla qualità <strong>di</strong> vita.Meto<strong>di</strong>:• Creazione <strong>di</strong> un gruppo <strong>di</strong> lavoro multi<strong>di</strong>sciplinare, stabile especifico <strong>per</strong> il carcinoma prostatico;• Co-presenza del ra<strong>di</strong>oterapista e dello psicologo durante laprima consultazione ra<strong>di</strong>oterapica, dopo la consulenza urologica;• Colloquio in<strong>di</strong>viduale psicologo-paziente con l’analisi delleseguenti tematiche:- Percezione soggettiva del paziente della completezza delleinformazioni ricevute e della loro comprensione;- Immaginario del paziente sulle caratteristiche delle <strong>di</strong>verseterapie proposte e sulle sue aspettative relativamente aglieffetti collaterali attesi.Risultati: Da <strong>di</strong>cembre 2003 a giugno 2004 sono state effettuate45 visite multi<strong>di</strong>sciplinari che hanno evidenziato nelpaziente:• <strong>di</strong>fficoltà a pensarsi nel futuro e quin<strong>di</strong> a considerare glieffetti a lungo termine della malattia e delle terapie;• preoccupazione relativa alla potenziale compromissionedella sessualità;• apprensione legata alle <strong>di</strong>fficoltà derivanti dalla compromissionedella funzionalità urinaria <strong>per</strong>plessità legate all’invasivitàdell’intervento chirurgico;• vantaggi legati alle caratteristiche proprie dell’intervento chirurgico(es. elimina “concretamente” il cancro);• <strong>per</strong>plessità legate alle caratteristiche proprie della ra<strong>di</strong>oterapia(es. <strong>per</strong>cezione <strong>di</strong> <strong>per</strong>icolosità delle ra<strong>di</strong>azioni);• vantaggi legati alle caratteristiche proprie della ra<strong>di</strong>oterapia(es. effetti collaterali sentiti come meno gravosi).Conclusioni: Un esauriente momento informativo accompagnatodall’elaborazione dei dubbi e pregiu<strong>di</strong>zi che influenzanoinizialmente la presa <strong>di</strong> decisione del paziente, sembrano essereuna garanzia <strong>per</strong> una consapevole e responsabile scelta eadesione al programma terapeutico.Bibliografia:1. Lee R, Penson DF. Treatment outcomes in localized prostate cancer: apatient-oriented approach. Seminars in Urologic Oncology 2002; 20:12. Valicenti RK, et all. The multi<strong>di</strong>sciplinary clinic approach to prostate cancercounselling and treatment. Seminars in Urologic Oncology 2000; 18:33. Casali PG. La decisione clinica e le scelte terapeutiche in PsiconcologiaMasson, Milano 2002Poster n. 20ALTERAZIONI NEOFORMATIVE DELL’UROTELIO INPAZIENTI SOTTOPOSTI A TRAPIANTO RENALELasaponara F., Morabito F., Rossi R., Liberale F., Ferrando U.S.C. Urologia 3 D.O. Ospedale Molinette, TorinoIntroduzione: L’incidenza <strong>di</strong> neoplasia dopo trapianto renale èsignificativamente maggiore rispetto alla popolazione non sottopostaa trapianto: la possibilità <strong>di</strong> sviluppare una neoplasiadeve esser tenuta in considerazione al fine <strong>di</strong> garantire una <strong>di</strong>agnosiprecoce. La quota <strong>di</strong> incidenza standar<strong>di</strong>zzata (SIR)rispetto alla popolazione generale è 14,2 ed in particolare 3 <strong>per</strong>la neoplasia vescicale ad follow-up a 15 anni.Materiali e Meto<strong>di</strong>: Dal 1981 ad oggi presso il nostro centro trapiantisono stati eseguiti 1650 trapianti renali. Nel follow-up <strong>di</strong>questi pazienti sono state evidenziate 15 alterazioni neoformativeuroteliale in 14 pazienti, ad una <strong>di</strong>stanza variabile tra 12 mesi e11 anni dal trapianto. Si trattava <strong>di</strong> 4 femmine e 10 maschi, <strong>di</strong> etàcompresa tra 39 e 70 anni: Ca uroteliale della vescica in 8 casi (4pTaG1, 1pTaG2, 1 pT1G3 e 2 pTaG3), della pelvi del reneespiantato <strong>per</strong> cessata funzione (a 8 anni dal trapianto) in 1 caso,adenoma nefrogenico della vescica in 4 casi e cistite eosinofila in1 caso. Tutti i pazienti avevano eseguito terapia immunosoppressiva(ciclo AZA e steroide in passato e, più recentemente FK 506).Soltanto 5 degli 8 casi <strong>di</strong> neoplasia vescicale sono stati trattati conchemioprofilassi endocavitaria (Mitomicina e/o Epirubicina). Alfollow-up sono state osservate 5 reci<strong>di</strong>ve tra i Ca su<strong>per</strong>ficiali dellavescica (3 una sola volta, 2 più volte), 1 tra gli adenomi nefrogenicie nessuna <strong>per</strong> quanto riguarda la neoplasia del bacinetto e lacistite eosinofila. 2 pazienti sono deceduti a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> 1 e 6 annidalla <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> neoplasia vescicale <strong>per</strong> cause car<strong>di</strong>ologiche esenza reci<strong>di</strong>va <strong>di</strong> malattia.Risultati: Nella nostra casistica non si sono registrati decessi <strong>per</strong>causa specifica (né nei portatori <strong>di</strong> alterazioni con caratteristiche<strong>di</strong> benignità né in quelli con carcinoma). I 2 decessi registratisono imputabili a cause car<strong>di</strong>ocircolatorie. Non si èlamentata alcuna <strong>per</strong><strong>di</strong>ta <strong>di</strong> unità funzionali e non si è dovutoricorrere in nessun caso a terapia demolitiva. In nessun caso siè resa necessaria la sospensione e solo in 2 casi la modulazioneposologica della terapia immunosoppressiva.Conclusioni: Le alterazioni uroteliali dopo trapianto renale rivestonoevidentemente un interesse urologico specifico: l’urologo che se neoccupa deve avere una competenza peculiare in ambito trapiantistico.Il paziente trapiantato <strong>di</strong>mostra sensibili <strong>di</strong>fferenze anatomichecon importanti significati funzionali e una fragilità derivante,oltre che dalla malattia <strong>di</strong> base, anche da croniche variazioni metaboliche,nonchè dalla in<strong>di</strong>spensabile terapia immunosoppressiva.Fondamentale risulta la <strong>di</strong>agnosi precoce ed un follow-up strettissimoal fine <strong>di</strong> effettuare una terapia quanto più possibile conservativaed evitare demolizioni che potrebbero compromettere l’esitofunzionale del trapianto. Il trattamento endocavitario oncopreventivopost TURB ha <strong>di</strong>mostrato minore efficacia in corso <strong>di</strong> immunodepressioneed espone a maggiori rischi in relazione alle alte <strong>per</strong>centuali<strong>di</strong> reflusso vescico-ureterale presenti. In conclusione pareopportuno sottolineare come la salvaguar<strong>di</strong>a funzionale del renetrapiantato debba essere un im<strong>per</strong>ativo categorico da rispettaremettendo in atto ogni strategia ed ogni specifica attenzione in relazionealle singole unità patologiche riscontrate.Comunicazioni n. 22UTILITÀ DELLA BIOPSIA PROSTATICA MIRATA SULLEAREE IPOECOGENE IN ASSOCIAZIONE AL MAPPAGGIOAD 8 PRELIEVI NELLA DIAGNOSI DI CARCINOMA PRO-STATICODe Luca S., Caccia P., Cavallini A., Giargia E., Neira D.,Pasquale M., Randone D.F.Divisione <strong>di</strong> Urologia, Ospedale Gradenigo, Torino8Archivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004; 76, 3, Supplemento 1


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia OncologicaIntroduzione e Obiettivi: In presenza <strong>di</strong> aree ipoecogene intraprostatichenon risulta tuttora definita l’utilità <strong>di</strong> associare almappaggio prostatico l’esecuzione <strong>di</strong> biopsie (Bx) mirate sullezone ecograficamente sospette. In questo stu<strong>di</strong>o abbiamovalutato i nostri risultati <strong>per</strong> quanto riguarda l’esecuzione <strong>di</strong>Bx selettive sulle aree ipoecogene in associazione ad un mappaggiobioptico con 8 prelievi.Meto<strong>di</strong>: Dal 6/99 al 11/03 623 pz sono stati sottoposti a Bxprostatica <strong>per</strong> via <strong>per</strong>ineale ecoguidata con sonda biplana TR(5MHz), <strong>di</strong> questi 125 (20%,età me<strong>di</strong>a 64.9±5.7 anni) hannoeseguito Bx mirate su aree ipoecogene a livello della ghiandola<strong>per</strong>iferica (PZ) o nella zona <strong>di</strong> transizione (TZ). In <strong>tutti</strong> i casiè stato associato un mappaggio prostatico sec. il nostro protocollo(8 prelievi alla 1 Bx, 6 classici+2 laterali e 10 prelievi incaso <strong>di</strong> re-Bx, idem+2 nella TZ). Per il prelievo bioptico è statautilizzata una pistola automatica con ago Tru-cut 18 Gauge.Tutti i pz presentavano un PSA nella norma od elevato ± unaER dubbia.Risultati: Il <strong>di</strong>ametro me<strong>di</strong>o delle lesioni ipoecogene risultavapari a 7 mm±4.2 mm. Tali aree erano riscontrate nel 88.5%in PZ e nel 11.5% nella TZ (sono state escluse le aree riferibilia formazioni cistiche da ritenzione). Il PSA me<strong>di</strong>o dei pzera <strong>di</strong> 8.3±5.1 ng/ml, il 48% presentava una ER dubbia. Nel41% (51/125) è stato riscontrato alla Bx un adenocarcinomaprostatico. Tali pz presentavano un PSA me<strong>di</strong>o statisticamentepiù elevato (PSA 15.3±9.7 ng/ml) rispetto a quelli conBx negative (PSA 7.2±3.6 ng/ml) (p


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia Oncologica19 (10,5%) presentavano una neoplasia maligna.Caratteristiche gruppo B: 230 (32%) con carcinoma prostaticoe 491 (68%) con IPB. Nella sottopopolazione <strong>di</strong> 521 pzcon DRE negativa, 137 (23%) erano portatori <strong>di</strong> neoplasiamaligna. Caratteristiche gruppo C: 291 (57,3%) con carcinomaprostatico e217 (42,7%) affetti da una patologia non neoplastica.Nella sottopopolazione <strong>di</strong> 244 pz con DRE negativa82 (61%) erano portatori <strong>di</strong> neoplasia maligna. SensibilitàSpecificità Valore Pre<strong>di</strong>ttivo Positivo Per il gruppo A con uncut-off <strong>di</strong> 0,3 la PSA density riduce il numero delle biopsiedel 67% evidenzia il 53% delle neoplasie con una sensibilitàdel 53% ed una specificità del 73%.Nel sottogruppo con DREnegativa lo stesso cut-off ridurrebbe il numero delle biopsiedel 87%, con una sensibilità del 17% ed una specificità del88%. Per il gruppo B con un cut-off 0,3 la PSA density riduceil numero delle biopsie del 53% ed evidenzia 66,3% neoplasiecon una sensibilità del 66% ed una specificità del 62%.Nella sottopopolazione DRE negativa lo stesso cut-off, riducele biopsie del 58% con una sensibilità del 55% ed una specificitàdel 62%. Per il gruppo C il cut-off <strong>di</strong> 0,3 la PSA densityriduce il numero delle biopsie del 16%, evidenzia 93% neoplasiecon una sensibilità del 93% ed una specificità del 27%.Nel sottogruppo con DRE negativa lo stesso cut-off riduce ilnumero delle biopsie del 30% con una sensibilità del 86% eduna specificità del 34%.Conclusioni: La PSA density della TZ si è <strong>di</strong>mostrato un parametropiù specifico del PSA totale nel <strong>di</strong>scriminare il cancroprostatico dalla patologia prostatica non neoplastica nelle fasce<strong>di</strong> PSA Tot fra 4-10 e maggiore <strong>di</strong> 10 e nelle relative sottopopolazionicon DRE negativa; mentre non si <strong>di</strong>mostra <strong>di</strong> alcunautilità <strong>per</strong> valori <strong>di</strong> PSA Tot inferiori a 4 ng/ml. La PSA densitydella zona <strong>di</strong> transizione non può essere utilizzata come unicoparametro nella <strong>di</strong>agnostica del cancro prostatico, ma incrementain maniera significativa la specificità della <strong>di</strong>agnosticadello stesso in associazione al PSA Totale.Bibliografia:1. Zlotta AR et all. Prostate specific antigen density of transition zone. J Urol1997; 157;13152. Maeda HH et all. Prostate specific antigen adjusted for transition zonevolume. J Urol 1997; 158:2193Comunicazioni n. 25UTILIZZO DELLA LINFOSCINTIGRAFIA PER L’IDENTIFI-CAZIONE DEL LINFONODO SENTINELLA NEL TUMOREDEL PENE.Ceratti G. 1 , Gugliemetti S. 1 , Marchioro G. 1 , Fontana F 1 .,Zaramella S. 1 , Maso G. 1 , Gontero P 1 ., Kocjancic E. 1 , MonesiG. 1 , Ridoni M. 2 , Inglese E. 2 , Frea B. 11Clinica Urologica. Università del Piemonte Orientale, AmedeoAvogadro; 2 U.O.A Me<strong>di</strong>cina Nucleare, Azienda OspedalieraMaggiore della Carità, NovaraIntroduzione e Obiettivi: La linfoscintigrafia <strong>per</strong> l’identificazionedel linfonodo sentinella (SLN) è stata convalidata estesamentenel cancro della mammella e nel melanoma. Lo scopo dellostu<strong>di</strong>o è valutare questa meto<strong>di</strong>ca <strong>per</strong> l’identificazione delloSLN nel carcinoma del peneMeto<strong>di</strong>: La linfoscintigrafia è stata effettuata in 6 pazienti (etàme<strong>di</strong>a: 62,5; 56-71) con carcinoma squamoso N negativo clinicamente.Follow-up me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> 28 mesi (47-8)Somministrazione intradermica <strong>per</strong>i-tumorale <strong>di</strong> nanocolloidemarcato con <strong>di</strong> Tc-99 m (dose me<strong>di</strong>a 24MBq) in un volume <strong>di</strong>0.2- 0.3 ml. Imme<strong>di</strong>ata acquisizione <strong>di</strong> immagini con gammacameraa grande campo e collimatore general-purpose, matrice64x64 pixels, quin<strong>di</strong> immagini seriate ogni 20 minuti finoalla visualizzazione del linfonodo sentinellaRisultati: Il SLN è stato in<strong>di</strong>viduato nel 100% dei casi (6/6) esempre monolateralmente, nella regione inguinale <strong>di</strong> sinistranel 66,6% dei casi (4/6) e solamente nel 33,3% dei casi (2/6)a destra. Nella totalità dei casi (6/6-100%) si è assistito allavisualizzazione del SLN prima <strong>di</strong> 30 minuti con in<strong>di</strong>viduazionetotale <strong>di</strong> 7 SLN (<strong>di</strong> cui due SLN a sinistra nel medesimopaziente). In un solo caso, <strong>per</strong> la morfologia vegetante dellaneoplasia, la somministrazione del ra<strong>di</strong>ofarmaco è risultata<strong>di</strong>fficoltosa. In un caso (16,6%) il SLN asportato è risultatopositivo all’esame istologico ed è stata eseguita successivamente<strong>per</strong>tanto la <strong>di</strong>ssezione linfonodale locoregionale.Durante il follow-up nessun paziente con SLN negativo ha sviluppatometastasi.Conclusioni: La linfoscintigrafia intrao<strong>per</strong>atoria è una meto<strong>di</strong>cavalida e ben tollerata <strong>per</strong> l’identificazione del SLN e può condurread una sta<strong>di</strong>azione più corretta al fine <strong>di</strong> evitare la vasta<strong>di</strong>ssezione dei linfono<strong>di</strong> nella maggior parte dei pazienti concarcinoma del pene.Bibliografia:1. Horenblas S et all. Detection of occult metastasis in squamous carcinomaof the penis using a dynamic sentinel node procedure. J Urol 2000; 163: 1002. Algaba F et all. EAU guidelines on penile cancer. Eur Urol 2002; 42:1999Comunicazioni selezionate N. 26KGF- AND IGF-I-INDUCED PROLIFERATION AND PSAEXPRESSION ARE COUNTERACTED BY A GNRH ANALO-GUE IN HUMAN PROSTATIC CANCER CELL LINESAngelucci C., Iacopino F., Capucci S., Urbano R., Sica G.Istituto <strong>di</strong> Istologia ed Embriologia, Facoltà <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina eChirurgia, Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma, ItalyThe prostate-specific antigen (PSA) is an extracellular serineprotease, also named human glandular kallikrein 3. PSA ismainly secreted by <strong>di</strong>fferentiated, columnar cells of the prostaticepithelium into the seminal fluid where it cleaves the majorgel-forming proteins to increase s<strong>per</strong>m motility.Physiologically, only trace amounts of PSA leak into the bloodstream.However, cytologic and architectural changes in prostateepithelium, which occur in benign prostate hy<strong>per</strong>plasiaand in prostate cancer, enhance the PSA release in circulation.In particular, in prostate cancer PSA is most sensitive and reliablein the detection of a residual tumor, possibly recurrence, or<strong>di</strong>sease progression following treatment, irrespective of thetreatment modality. Keratinocyte growth factor (KGF) an<strong>di</strong>nsulin-like growth factor I (IGF-I) affect prostatic cell growtheven by cross-talk with the androgen receptor signalling pathwaywhich, in turn, influences PSA production. Conflictingdata has been published on the ability of such growth factorsto simultaneously regulate proliferation and PSA expression inprostatic cells. We have previously demonstrated that a GnRHanalogue, Leuprorelin acetate (LA), counteracts or even suppressesgrowth and PSA gene expression stimulated by 5alpha<strong>di</strong>hydrotestosterone(DHT) or EGF in androgen-sensitive and -insensitive prostate cancer cells (LNCaP and PC-3, respectively).Thus, the verified pro<strong>per</strong>ties of these growth factors andhormones led us to investigate the effects of KGF and IGF-I,alone or in combination with LA or DHT, on the growth andPSA expression of LNCaP and PC-3 cells. The effect of theabove treatments on the proliferation of the two models wasevaluated by cell counts after 48, 96 and 144 hours, while PSAprotein expression was determined by Western blot analysisafter 24, 48, 96 and 144 hours. KGF (1-50 ng/ml) and IGF-I(1-100 ng/ml) were ineffective in regulating LNCaP cell growthwhile they showed a mitogenic effect on PC-3 cells, the stimulationreaching about 40% with respect to control at thehighest concentration of KGF, independently of the time inter-10Archivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004; 76, 3, Supplemento 1


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia Oncologicaval. The KGF- and IGF-I-induced stimulation of PC-3 cellswas reduced by LA, particularly at its highest doses. The PC-3 cells lacked PSA protein expression, which was not inducedby treatments. Exposure of PSA-positive LNCaP cells to KGF(10 ng/ml) always enhanced PSA levels (32-53%) while anupregulation (33-92%) by IGF-I (50 ng/ml) was seen after 24and 96 hours. The stimulatory effect of the two peptides wasreduced or completely suppressed in the presence of LA (0.01and 1000 nM). DHT (1 nM) always produced a strong increasein PSA levels (78-202%) and the association with KGF orIGF-I <strong>di</strong>d not substantially mo<strong>di</strong>fy this effect. The results concerningthe effects of KGF and IGF-I on cell growth and PSAexpression in LNCaP and PC-3 cells could be in<strong>di</strong>cative of twoindependent regulatory pathways controlling these processes.As we have previously reported, LA interferes with growth factorsignalling cascades, negatively regulating the proliferationand gene expression induced by the peptides. Data concerningthe effect of LA on cell growth of PC-3 cells stimulated withKGF might have a certain relevance in the transition of prostatecancer from androgen-dependence to androgen-independencestatus. The lack of any ad<strong>di</strong>tive effect on PSA expression,when growth factors are associated with DHT, suggestscross-talk between their signalling networks. Supported byTakeda Italia Farmaceutici.Comunicazioni n. 27VALPROIC ACID INHIBITS PROLIFERATION ANDAFFECTS ANDROGEN SENSITIVITY IN PROSTATIC CAN-CER CELLSUrbano R. 1 , Iacopino F. 1 , Vairano M. 2 , Angelucci C. 1 ,Graziani G. 3 , Navarra P. 2 , Sica G. 11Istituto <strong>di</strong> Istologia ed Embriologia; 2 Istituto <strong>di</strong> Farmacologia,Facoltà <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia, Università Cattolica del SacroCuore; 3 Dipartimento <strong>di</strong> Neuroscienze, Università <strong>di</strong> Roma, TorVergata, Roma, ItalyValproic acid (VA), a drug used as an anticonvulsant and moodstabilizer, has been shown to impair cell growth and evoke cell<strong>di</strong>fferentiation in several cell types. In the present study, weinvestigated the effect of VA on the proliferation of both androgen-sensitive(LNCaP) and -insensitive (PC-3) prostate cancercells. Moreover, we explored the effect of VA on the androgenresponseof these two models with the aim of establishing whetherthe drug modulates or induces hormone sensitivity. LNCaPcells were plated at a density of 50,000 cells/ml in RPMI 1640supplemented with 10% foetal bovine serum (FBS) in 60-mmplastic Petri <strong>di</strong>shes. Forty-eight h later, the me<strong>di</strong>um was changedwith RPMI 1640 supplemented with 5% charcoal-treatedFBS (CH-FBS) containing VA (75 microg/ml). PC-3 cells wereplated at a density of 25,000 cells/ml in Dulbecco Mo<strong>di</strong>fiedEaglès Me<strong>di</strong>um (DMEM) supplemented with 5% FBS in 60-mmplastic Petri <strong>di</strong>shes. Twenty-four h later, the me<strong>di</strong>um was changedwith DMEM supplemented with 5% CH-FBS containing VA(75 microg/ml). The me<strong>di</strong>um with the drug was renewed every48 h and cell counts <strong>per</strong>formed after 2, 4 and 6 days of treatment.In ex<strong>per</strong>iments <strong>per</strong>formed to evaluate the effect of VA onandrogen sensitivity of LNCaP cells, these cells were pretreatedfor 48h with VA (75 microg/ml) and subsequently exposed to<strong>di</strong>hydrotestosterone (DHT) at concentrations ranging from 0.01nM to 10 microM. Alternatively, cells were treated with VA combinedwith the above mentioned DHT concentrations. PC-3cells were also exposed to VA associated with DHT (0.1, 1 and10 nM). Our data in<strong>di</strong>cate that VA induces a slight inhibition ofLNCaP cell proliferation (about 15% with respect to control).Nevertheless, when used in the sequential modality or in combinationwith 0.1-100 nM DHT, it strongly reduces or suppressesthe androgen-promoted cell growth. In ad<strong>di</strong>tion, it generallyamplifies the inhibitory effect provoked by 1 and 10 microMDHT. PC-3 cell proliferation was markedly reduced by VA, themaximum inhibition reaching 40% when compared to control.When DHT, which is ineffective on PC-3 cell growth when usedalone, is combined with VA, it is able to counteract the inhibitoryaction of VA, inducing a slight stimulation of cell growth at1 and 10 nM. Our fin<strong>di</strong>ngs show that VA reduces cell growth ofprostate cancer cells and may interfere with the androgen receptormachinery. Of particular interest is the effect observed in PC-3 cells, in which VA seems to induce androgen sensitivity. It isworth noting that, in our ex<strong>per</strong>ience, PC-3 cells show very lowlevels of androgen receptors (AR). Work is in progress to verifywhether alterations in AR expression are involved in the modulationor induction of androgen sensitivity by VA. Supported, inpart, by Contributi UCSC Ricerca Scientifica, 2004.Video n. 28TASCA ILEOCECALE CONTINENTESavoia G., Greco U., Schettini M.Azienda Ospedaliera S.Giovanni <strong>di</strong> Dio e Ruggi d’AragonaStruttura Complessa <strong>di</strong> Urologia SalernoIntroduzione: La derivazione urinaria continente rappresenta l’opzioneottimale in tutte le situazioni in cui si programma una derivazioneeterotopica. La confezione <strong>di</strong> una tasca continente presupponeparticolare destrezza manuale del paziente <strong>per</strong> la necessità <strong>di</strong>praticare l’autocateterismo intermittente.Materiali e Meto<strong>di</strong>: Nel <strong>per</strong>iodo maggio 2000 – maggio 2004abbiamo realizzato 103 derivazioni urinarie <strong>di</strong> cui 3 eterotopichecontinenti me<strong>di</strong>ante tasca ileocecale; si trattava <strong>di</strong> 2 pazienti <strong>di</strong>sesso femminile <strong>di</strong> 52 e 46 anni e <strong>di</strong> un paziente <strong>di</strong> sesso maschile<strong>di</strong> 44 anni. La prima paziente era affetta da adenocarcinoma uretralecon ritenzione cronica totale <strong>di</strong> urina ed è stata da noi sottopostaad intervento <strong>di</strong> pelvectomia anteriore e susseguente derivazioneurinaria eterotopica continente me<strong>di</strong>ante tasca ileocecale constoma appen<strong>di</strong>colare. La seconda paziente presentava grave sindromepelvica postattinica da pregressa ra<strong>di</strong>oterapia a<strong>di</strong>uvantedopo isterectomia ra<strong>di</strong>cale <strong>per</strong> K dell’utero. L’idronefrosi bilateralecon insufficienza renale ingravescente , la piccola vescica attinica ela grave sindrome aderenziale pelvica ci hanno indotto a confezionareuna tasca ileocecale continente con stoma ileale cutaneo. Ilpaziente maschio presentava un carcinoma in<strong>di</strong>fferenziato dellaprostata con PSA normale , invasione del trigono vescicale e positivitàdei linfono<strong>di</strong> pelvici. Il paziente, cui si riferisce il video,è statosottoposto ad intervento <strong>di</strong> pelvectomia anteriore con derivazioneeterotopica continente me<strong>di</strong>ante tasca ileocecale e stoma cutaneoappen<strong>di</strong>colare.Risultati: La prima paziente ha praticato un ciclo <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>oterapiaconformazionale a<strong>di</strong>uvante; Esegue con facilità 5 autocateterismi algiorno ed è parzialmente asciutta durante il giorno. La secondapaziente pratica normalmente il cateterismo attraverso lo stomaileo-cutaneo. Il paziente maschio ha praticato un ciclo <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>oterapiaa<strong>di</strong>uvante pelvica; completamente asciutto e pratica 6 autocateterismial giorno.Conclusioni: L’o<strong>per</strong>azione <strong>di</strong> tasca ileocecale continente prevede l’utilizzodel cieco come reservoir urinario: la capacità e la compliancedell’organo sono migliorate me<strong>di</strong>ante 6 teniotomie sulle teniemuscolari. Nei casi in cui l’appen<strong>di</strong>ce sia presente e abbastanzalunga si sfrutta questo organo <strong>per</strong> la confezione dello stoma esternoe gli ureteri vengono anastomizzati sul moncone ileale sfruttandocosì il meccanismo antireflusso della valvola ileocecale . Quandoinvece l’ appen<strong>di</strong>ce non è <strong>di</strong>sponibile si anastomizzano <strong>di</strong>rettamentegli ureteri al cieco abboccando il moncone ileale previamentericonfigurato alla cute. Tale tecnica rende possibile la confezione<strong>di</strong> un buon serbatoio a bassa pressione con un sufficiente meccanismo<strong>di</strong> continenza. Noi preferiamo confezionare lo stoma cutaneoin regione iliaca destra in modo da isolare completamente dagliArchivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004; 76, 3, Supplemento 111


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia Oncologicaorgani <strong>per</strong>itoneali il neo apparato urinario. I pazienti praticanol’autocateterismo con l’ausilio <strong>di</strong> cateteri prelubrificati e in <strong>tutti</strong> etre i nostri casi hanno normalmente ripreso le loro abituali occupazionilavorative. La tasca ileocecale continente rappresentaun’ottima tecnica <strong>per</strong> la derivazione eterotopica, quando necessaria,soprattutto in pazienti giovani.Bibliografia:1. Alcini E, Grassetti F, D’Addessi A, Di Noia D, Vacilotto D, Pescatori M,Vincenzoni M. Bladder Replacement by ileocaeco-urethostomy or ileo-urethrostomywith a reservoir after cystoprostato-vesciculectomy for bladdercancer. British J Urol 1989; 63:362. Weijerman PC, Schurmans JR, Jop WC, Schroder FH, Bosh JL. Morbi<strong>di</strong>tyand quality of life in patients with orthotopic and heterotopic continent urinary<strong>di</strong>version. Urology 1998; 51:533. Boyd SD, Feimberg SM, Skinner DG, Lieskowsky O, Baron D,Richardson J. Quality of life survey of urinary <strong>di</strong>version patients comparisionof ileal conduits versus continent Koch ileal reservoirs. J Urol 1987;138:1386Poster n. 29L’UTILITÀ DELLA “FLUORESCENCE IN SITU HYBRIDA-TION” (FISH) SU URINE SPONTANEE NELLA DIAGNOSIDEL CARCINOMA VESCICALE A CELLULE TRANSIZIONA-LICapponi G. 1 , Canepa G. 1 , Casarico A. 1 , Campodonico F. 1 ,Casazza S. 2 , Turbino L. 2 , Bandelloni R. 2 , Maffezzini M. 11S.C. Urologia E.O.; 2 Servizio <strong>di</strong> Anatomia e Istologia PatologicaE.O. Ospedali Galliera GenovaTabella 1.Comparazione delle me<strong>di</strong>e <strong>di</strong> sensibilità, specificità e valoripre<strong>di</strong>ttivi positivo e negativo <strong>di</strong> FISH e Citologia urinaria.FISHCitologiaAccuratezza 86,5% 82%Sensibilità 83,3% 68,8%Specificità 90,2% 97,1%Valore pre<strong>di</strong>ttivo positivo 90,1% 97,1%Valore pre<strong>di</strong>ttivo negativo 82,2% 72,7%Introduzione e Obiettivi: L’uretrocistoscopia e la citologia urinariasono gli esami utilizzati nella <strong>di</strong>agnosi del carcinoma vescicalea cellule transizionali (TCC). La citologia urinaria rimaneun esame complementare, <strong>per</strong> la bassa sensibilità verso itumori a basso grado. Ultimamente è stata introdotta nella <strong>di</strong>agnosidel TCC la “Fluorescence In Situ Hybri<strong>di</strong>zation” (FISH)su urine spontanee . Questo stu<strong>di</strong>o valuta comparativamentela FISH e la citologia urinaria nella <strong>di</strong>agnosi del TCC .Materiali e Meto<strong>di</strong>: Dal maggio 2003 al maggio 2004 sono statieseguiti esame FISH (Urovision Vysis Abbot Diagnostics) <strong>per</strong>la ricerca <strong>di</strong> aneuploi<strong>di</strong>e a carico dei cromosomi 3, 7, 17 edella <strong>per</strong><strong>di</strong>ta omozigotica del locus 9p21, ed esame citologicosu urine spontanee <strong>di</strong> 89 Pazienti (Pz), età me<strong>di</strong>a 68,3 aa (38-99), 75 (84,3%) maschi, 14 (15,7%) femmine. N 65 (73%) Pzpresentavano una precedente <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> TCC, N 24 (27%) Pzhanno eseguito l’esame <strong>per</strong> sintomatologia <strong>di</strong>surica e/o ematuriamacroscopica. Sono stati sottoposti ad ElettroresezioneVescicale Transuretrale sia i Pz con esame endoscopico positivoo dubbio <strong>per</strong> TCC che quelli che, con pregressa storia <strong>di</strong>TCC, presentavano FISH e/o citologia urinaria positiva.Risultati: La presenza <strong>di</strong> TCC è stata confermata all’esame istologicoin 48/89 (53,9%) casi. I carcinomi erano così <strong>di</strong>stribuiti<strong>per</strong> grado e sta<strong>di</strong>o: Basso grado N 17 (35,4%), alto grado N 31(64,6%), Cis N 8 (16,7%), pTa N 12 (25%), pT1N 21 (43,7%),e pT2-3 N 7 (14,6%). Nei Pazienti affetti da TCC LA FISH èrisultata positiva in 40/48 (83,3%) casi la citologia in 33/48(68,8%) (Tabella 1).I 7 casi con FISH positivi e citologia negativi erano così sud<strong>di</strong>visi: 3pTaG1, 2pT1G1, 2pT1G3. In nessun caso con citologiapositiva la FISH è risultata negativa. Falsa positività è statariscontrata in 4 casi <strong>per</strong> la FISH e 1 caso <strong>per</strong> la citologia. InTabella 2 sono riportati i valori della sensibilità della FISH ecitologia urinaria in relazione al grado e allo Sta<strong>di</strong>o.Tabella 2.Valutazione comparativa della FISH e della Citologia urinarianella <strong>di</strong>agnosi del TCC in relazione a Grado e Sta<strong>di</strong>o.GRADO FISH CitologiaN° positivi (%) N° positivi (%)ALTO GRADO 29 /31 (93,5%) 27/31 (87,1%)BASSO GRADO 11/17 (64,7%) 6/17 (35,3%)STADIOCIS 8/8 (100%) 8/8 (100%)PTa 6/12 (50%) 3/12 (25%)PT1 19/21(90,5%) 15/21 (71,4%)PT2-T3 7/7 (100%) 7/7 (100%)Discussione e Conclusioni: La citologia urinaria presenta nella<strong>di</strong>agnosi del TCC eccellente specificità ma insufficiente sensibilità.La FISH migliora rispetto alla citologia la sensibilità nella<strong>di</strong>agnosi del TCC, in particolare presenta valori <strong>di</strong> sensibilitàdoppi rispetto alla citologia nei tumori <strong>di</strong> basso grado e sta<strong>di</strong>o.La FISH assicura la <strong>di</strong>agnosi nel 100% dei TCC infiltranti ed èrisultata falsamente negativa nei tumori a basso grado e sta<strong>di</strong>oa minore probabilità <strong>di</strong> ricorrenza e progressione. I 4 casi <strong>di</strong>falsi positivi FISH presentavano <strong>tutti</strong>,anamnesi positiva <strong>per</strong>TCC, ed è stato <strong>di</strong>mostrato come la FISH possa precedere la<strong>di</strong>agnosi endoscopica <strong>di</strong> alcuni mesi. Il Test può infatti identificarealterazioni genetiche in cellule uroteliali con un normaleaspetto.Bibliografia:1. Brown FM. Urine cytology: it is still the gold standard for screening? UrolClin North Am 2000; 27:252. Placer J et al. Clinical utility a Multiprobe FISH Assay in Voided UrineSpecimens for the detection of Bladder Cancer and its Recurrences ,Compared with Urinary Cytology. European Urology 2002; 42:547Video N. 30BIOPSIA DINAMICA DEL LINFONODO SENTINELLA NELCARCINOMA DEL PENETorcigliani S., Fontana N., Santelli G., Repetti F., Tori F.,Aquilini M., Paoluzzi M, Pinzi N.U.O. Urologia Ospedale civile LuccaIntroduzione e Oobbiettivi: La meto<strong>di</strong>ca della biopsia <strong>di</strong>namica dellinfonodo sentinella è <strong>di</strong>venuta un’importante opzione <strong>per</strong> la <strong>di</strong>agnosidelle metastasi linfonodali nei pazienti portatori <strong>di</strong> neoplasiapeniena a rischio interme<strong>di</strong>o T1-G2/G3 con palpazione inguinocrurale negativa. Secondo i dati della letteratura la meto<strong>di</strong>ca ha unaspecificità del 100% e una sensibilità del 78/80% ed ha comeobbiettivo quello <strong>di</strong> evitare <strong>di</strong> effettuare la linfectomia inguinale,12Archivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004; 76, 3, Supplemento 1


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia Oncologicameto<strong>di</strong>ca gravata da alta morbilità, in caso <strong>di</strong> negatività istologicadella biopsiaMateriali e meto<strong>di</strong>: Paziente <strong>di</strong> 53 anni portatore <strong>di</strong> carcinomapenieno <strong>di</strong> circa 2 cm localizzato al glande. Egografia negativa <strong>per</strong>interessamento dei corpi cavernosi con evidenzazione <strong>di</strong> linfono<strong>di</strong>lievemente aumentati <strong>di</strong> volume <strong>di</strong> tipo reattivo a livello crurale sxnon confermati alla palpazione. Iniezione <strong>per</strong>ilesionale <strong>di</strong> TC990,3 ml, circa 12 ore prima della biopsia. Immagini linfoscintigrafichestatiche sono state prese dai 30 min alle 2h dopo l’iniezioneogni 20 min. Sono stati in<strong>di</strong>viduati un linfonodo a livello inguinaledx e due a sx. In sede intrao<strong>per</strong>atoria l’in<strong>di</strong>viduazione dei linfono<strong>di</strong>è avvenuta con l’ausilio <strong>di</strong> gamma camera portatile.Conclusioni: La biopsia è risultata negativa ed il paziente è statosottoposto ad amputazione parziale del pene con istologicoCarcinoma squamoso PT1-G2. A 18 mesi dall’intervento il pazienteè libero da malattia.Bibliografia:1. Kroon BK, Horemblas S, Estourgie SH, Lont AP, Valves Olmos RA,Mieveg OE. How to avoid false negative dynamic sentinel node proceduresin penile carcinoma. J Urol 2004;171:21912. Horemblas S, Jansen L, Meinhardt W, Hoefnagel CA, De Jong D, NiewegOE. Detection of occult metastais in squamous cell carcinoma of the penisusing a dynamic sentinel node procedure. J Urol 2000; 163:100Poster n. 32CISTECTOMIA RADICALE CON CONFEZIONAMENTO DINEOVESCICA ILEALE ORTOTOPICA IN PAZIENTE PRE-CEDENTEMENTE SOTTOPOSTO A BRACHITERAPIA PERADENOCARCINOMA PROSTATICOCarmignani L. 1 , Maggioni M. 1 , Casellato S. 2 , Ferruti M. 1 ,Avogadro A. 1 , Gazzano G. 3 , Rocco F. 21Clinica Urologica III Ospedale San Paolo; 2 Clinica Urologica IIRCCS Policlinico <strong>di</strong> Milano: 3 Anatomia patologica Ospedale SanPaolo, MilanoIntroduzione: La brachiterapia, insieme alla ra<strong>di</strong>oterapia ed allaprostatectomia ra<strong>di</strong>cale, rappresenta una delle opzioni terapeutichenel trattamento delle neoplasie prostatiche localizzate.Attualmente la tecnica consiste nell’infissione <strong>di</strong> semi ra<strong>di</strong>oattivicon Palla<strong>di</strong>o-103 (Pd-103) o Io<strong>di</strong>o-125 (I-125) sotto guida ultrasonograficao TAC. In letteratura sono descritte varie complicanzeche <strong>di</strong>pendono dalla tecnica usata e dall’es<strong>per</strong>ienza del chirurgo:complicanze proctologiche 20-25% (<strong>di</strong>arrea, coliche addominali,proctorragia), complicanze urologiche 10-37% (stenosi uretrale,sclerosi del collo vescicale, fistole uretrali, prostatiti, incontinenzaurinaria da stess, RAU), deficit erettile secondario 7%.Caso Clinico: Presentiamo il caso <strong>di</strong> un paziente <strong>di</strong> 79 aa affettoda Adenocarcinoma prostatico (Gleason Score 2+3=5 su 4 biopsiecon PSA=5.1), i<strong>per</strong>tensione arteriosa, i<strong>per</strong>colesterolemia e<strong>di</strong><strong>per</strong>trigliceridemia in terapia me<strong>di</strong>ca. Il paziente è stato sottopostonel Novembre 2001 a Brachiterapia con posizionamento<strong>di</strong> n 74 semi ra<strong>di</strong>oattivi (I-125) sotto controllo ra<strong>di</strong>ologico (attivitàtotale impiantata 25.19mCi) ed a successiva ormonoterapiaa<strong>di</strong>uvante con Bicalutamide 50 mg. A <strong>di</strong>eci mesi <strong>di</strong> F-U(PSA=0.1) riscontro <strong>di</strong> neoformazione solida vescicale sottopostaa TUR-BT con E.I. positivo <strong>per</strong> TCC ad alto grado <strong>di</strong> malignitàinfiltrante il muscolo (pT2). Il paziente rifiutava qualsiasitipo <strong>di</strong> derivazione esterna quin<strong>di</strong> reso edotto dei possibili rischid’incontinenza è stato sottoposto ad intervento chirurgico <strong>di</strong>cistectomia ra<strong>di</strong>cale ed a confezionamento <strong>di</strong> neovescica ilealeortotopica. La cistectomia è stata <strong>di</strong>fficoltosa <strong>per</strong> la presenza <strong>di</strong>tenaci aderenze fra la fascia endopelvica ed i muscoli elevatoridell’ano, dove sono stati re<strong>per</strong>iti numerosi semi della precedentebrachiterapia. Ai controlli cistografici posto<strong>per</strong>atori sono statedocumentati due <strong>di</strong>versi tragitti fistolosi della neovescica in 15e 21 giornata rispettivamente in sede posteriore, ed inferiore. Lefistole sono state trattate con il solo catetere a <strong>di</strong>mora ed il ripristinodella terapia parenterale, documentando in 30 a giornata lascomparsa definitiva <strong>di</strong> entrambi i tramiti. A 6 mesi <strong>di</strong> F-Upaziente in benessere, continente. L’ E.I. definitivo del pezzoo<strong>per</strong>atorio ha <strong>di</strong>mostrato la presenza <strong>di</strong> TCC pT2b N0 edAdenocarcinoma prostatico pT2a N0. Durante il campionamentodel pezzo sono stati recu<strong>per</strong>ati sia dal parenchima prostaticoche dal trigono vescicale <strong>tutti</strong> i rimanenti dei 74 semi precedentementeimpiantati.Conclusioni: La brachiterapia <strong>per</strong> neoplasia prostatica non harappresentato nel nostro caso controin<strong>di</strong>cazione assoluta allacistectomia ra<strong>di</strong>cale con confezionamento <strong>di</strong> neovescica ilealeortotopica <strong>per</strong> TCC vescicale metacrono. La fibrosi e le tenaciaderenze generate dalla brachiterapia hanno reso indubbiamentela cistectomia più complessa, ma la neovescica ilealeortotopica ha consentito <strong>di</strong> ottenere una qualità <strong>di</strong> vita migliore<strong>per</strong> il paziente attualmente completamente continente.Comunicazioni n. 33SOMMINISTRAZIONE INTRAVESCICALE SEQUENZIALEDI BACILLUS DI CALMETTE-GUERIN E MITOMICINA CELETTROSTIMOLATA NEI TUMORI SUPERFICIALI DELLAVESCICA AD ALTO RISCHIO: STUDIO PROSPETTICOCONTROLLATODi Stasi S.M. 1 , Giannantoni A. 2 , Stephen R.L. 3 , Capelli G. 4 ,Giurioli A. 5 , Zampa G. 6 , Virgili G. 1 , Storti L. 1 , Attisani F. 1 ,Vespasiani G. 11Cattedra <strong>di</strong> Urologia, Università “Tor Vergata”, Roma; 2 ClinicaUrologia, Università <strong>di</strong> Perugia, Perugia; 3 Laboratori Physion srl,Medolla; 4 Dipartimento <strong>di</strong> Scienze, Università <strong>di</strong> Cassino; 5 UnitàO<strong>per</strong>ativa <strong>di</strong> Urologia, Ospedale A. Perrino, Brin<strong>di</strong>si; 6 UnitàO<strong>per</strong>ativa <strong>di</strong> Oncologia, Ospedale S. Giacomo, RomaIntroduzione e Obiettivi: L’instillazione intravescicale <strong>di</strong> bacillus<strong>di</strong> Calmette-Guérin (BCG) e mitomicina C (MMC) può rappresentareun’attraente combinazione <strong>per</strong> il trattamento deitumori su<strong>per</strong>ficiali della vescica ad alto rischio. È stato effettuatouno stu<strong>di</strong>o prospettico controllato che ha confrontato glieffetti del BCG intravescicale con la somministrazione intravescicalesequenziale <strong>di</strong> BCG e MMC elettrostimolata, in pazienticon tumori della vescica in sta<strong>di</strong>o pT1.Meto<strong>di</strong>: Dal Gennaio 1994 al Giugno 2001, 175 pazienti contumori della vescica <strong>di</strong> sta<strong>di</strong>o pT1 sono stati randomizzati in 2gruppi comparabili. I pazienti assegnati al Gruppo I sono statisottoposti a 6 instillazioni intravescicali settimanali con BCG (81mg/120 min). I pazienti del Gruppo II sono stati sottoposti a 9instillazioni intravescicali settimanali con BCG (81 mg/120 min)e MMC elettrostimolata (40 mg/20 mA/30 min) secondo ilseguente schema: (BCG, BCG MMC) x 3, <strong>per</strong> un totale <strong>di</strong> 6instillazioni <strong>di</strong> BCG e 3 <strong>di</strong> MMC. I pazienti non responsivi, dopoelettroresezione e/o biopsie vescicali multiple, sono stati sottopostiad un secondo ciclo <strong>di</strong> instillazioni settimanali. I pazientiin remissione completa <strong>di</strong> malattia sono stati sottoposti ad unprogramma <strong>di</strong> trattamento con instillazioni mensili; Gruppo I:10 instillazioni con BCG; Gruppo II: (MMC, MMC, BCG) x 3,<strong>per</strong> un totale <strong>di</strong> 6 instillazioni <strong>di</strong> MMC e 3 <strong>di</strong> BCG.Risultati: Gruppo I versus Gruppo II:me<strong>di</strong>ana (IQR o 95% IC):Follow-up (mesi): 65 (44.5) vs 74 (39.7), p=0.089.Reci<strong>di</strong>va: 52.1% (41.6-62.4) vs 33.7% (24.4-33.9), p=0.013.Intervallo libero da malattia (mesi): 11.5 (9.0-13.5) vs 20.0(170-32.0), p


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia OncologicaGli effetti collaterali, frequenti in entrambi i gruppi <strong>di</strong> trattamento,hanno interessato prevalentemente il basso tratto urinario.Non sono stati registrati decessi o manifestazioni sistemichecorrelate ai trattamenti o casi <strong>di</strong> vescica retratta.Conclusioni: La somministrazione intravescicale sequenziale <strong>di</strong> BCGe MMC elettrostimolata è più efficace del solo BCG nel trattamentodei pazienti con tumori su<strong>per</strong>ficiali della vescica ad alto rischio.Comunicazioni n. 34SOMMINISTRAZIONE INTERMITTENTE DI KETOCONA-ZOLO “LOW DOSE” IN PAZIENTI CON CARCINOMAPROSTATICO ORMONORESISTENTEMeliani E., Lapini A.,Corvino C, Farina U., Costanzi A.,Melone F., Carini M.U.O. Urologia Ospedale S.Maria Annunziata, FirenzeIntroduzione: Nelle fasi iniziali del carcinoma prostatico ormonoresistenteil trattamento con ketoconazolo rappresenta unavalida opzione. Tale schema terapeutico che può dare risposteanche <strong>per</strong> tempi lunghi, può essere gravato da importantieffetti collaterali. Riportiamo la nostra es<strong>per</strong>ienza con ketoconazolo“low dose” in associazione a prednisone secondo unoschema <strong>di</strong> somministrazione “intermittente”.Materiali e Meto<strong>di</strong>: Dal gennaio 1997 al gennaio 2004, 26 pazientid’età me<strong>di</strong>a 68.8 anni (range 52-80), affetti da carcinoma prostaticoormonoresistente, sono stati sottoposti a trattamento conketoconazolo 200 mg x 3 e prednisone5 mg x 2. Metastasi osseeerano presenti in 19 casi, linfonodali in 5, epatiche in 5. 6 pz avevanosolo rialzo del PSA. La risposta è stata valutata ogni duemesi utilizzando i criteri NPCP <strong>per</strong> lesioni misurabili, riduzionedei foci d’i<strong>per</strong>accumulo scintigrafico, riduzione del PSA al 50%del valore iniziale. Criteri d’inclusione: non precedente chemioterapia,esclusione della withdrawal sindrome, <strong>per</strong>formance statusECOG, funzione renale, midollare, epatica nella norma. Latossicità è stata valutata in accordo ai criteri WHO. Tutti i pazientihanno eseguito almeno due mesi <strong>di</strong> terapia. Per risposte <strong>di</strong>lunga durata la terapia è stata sospesa al 6° mese <strong>per</strong> poi intraprenderlanuovamente al rialzo del PSA.Risultati: Ad un follow-up me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> 42 settimane (range 6 ¨C132) si è avuta risposta positiva in 15/26 (57,6%) casi. Glieffetti collaterali più significativi (grado 3 e 4 sec.WHO) sonostati: alterazioni cutanee 4 (15,3%) casi, tachiaritmia 1 (3,8%)caso ed epatotossicità 2 (7,7%) casi. Tossicità <strong>di</strong> grado 1-2 si èverificata nella quasi totalità dei pazienti. In 7/15 (46,6%) casisi è osservata risposta positiva <strong>per</strong> oltre 6 mesi (range 8-32mesi, me<strong>di</strong>a 18,2 mesi). Sospendendo il trattamento ed adottandoun regime “intermittente” 5 pazienti hanno mantenutorisposta anche <strong>per</strong> lunghi <strong>per</strong>io<strong>di</strong> (14-33 mesi, me<strong>di</strong>a 18,8mesi). Nessun decesso si è verificato durante la terapia.Discussione: Il limite maggiore all’impiego del ketoconazolo ècostituito dagli effetti tossici anche <strong>di</strong> grado elevato legati allasomministrazione continuativa del farmaco. In considerazionedella tipologia <strong>di</strong> risposta osservata attualmente adottiamo untrattamento iniziale continuativo <strong>per</strong> 4 mesi in modo da valutarei soggetti responders ed il mantenimento della risposta;successivamente si instaura una terapia “intermittente” al fine<strong>di</strong> ridurre la tossicità dello schema. I nostri dati preliminarisembrano confermare la vali<strong>di</strong>tà della soluzione proposta.Poster n. 35PIN DI ALTO GRADO: PERCHÈ È GIUSTO UN TRATTA-MENTO RADICALESangiorgi A. 1 , Andrei F. 1 , Giannone V. 1 , Irianni G. 1 , LupoS. 1 , Bertoni F. 2 , Buli P. 11U.O. <strong>di</strong> Urologia, San Giovanni in Persiceto, AzUSL; 2 Servizio <strong>di</strong>Anatomia ed Istologia Patologica, Ist. Ortope<strong>di</strong>ci Rizzoli, BolognaIntroduzione e Obiettivi: Il dosaggio del PSA ha determinato unincremento notevole del numero <strong>di</strong> biopsie prostatiche.Esistono quadri istologici “interme<strong>di</strong>” <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficile <strong>di</strong>stinzionerispetto al carcinoma prostatico. Tra questi, la neoplasia prostaticaintraepiteliale <strong>di</strong> alto grado (HGPIN) rappresenta l’entità<strong>di</strong> maggiore impatto sulla prevenzione, sulla <strong>di</strong>agnosi precocee sul trattamento del carcinoma della prostata. Gli autoripresentano un modello <strong>di</strong> “gestione” dei pazienti con <strong>di</strong>agnosiistologica <strong>di</strong> HGPIN.Meto<strong>di</strong>: Dal gennaio 2000 al <strong>di</strong>cembre 2003 abbiamo identificato13 pazienti con <strong>di</strong>agnosi iniziale <strong>di</strong> HGPIN (2% dellebiopsie effettuate). L’età me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> tali pazienti è risultata essere<strong>di</strong> 60 anni e i valori <strong>di</strong> PSA me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> 9,6 ng/ml. I pazienti conuna prima <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> HGPIN “ isolata” sono stati sottoposti, asei mesi, a ripetizione <strong>di</strong> un mapping bioptico prostatico aottanti. In presenza <strong>di</strong> HGPIN si è proceduto ad una ulteriorebiopsia a 6 mesi (12 prelievi in ALR). In 6 pazienti, con <strong>di</strong>agnosiistologica iniziale <strong>di</strong> HGPIN “multifocale”, è stata eseguitala prostatectomia ra<strong>di</strong>cale.Risultati: 7 pazienti con <strong>di</strong>agnosi iniziale <strong>di</strong> HGPIN “isolata” presentavanouna <strong>di</strong>agnosi istologica <strong>di</strong> carcinoma prostatico nel follow-up.Cinque casi sono stati evidenziati alla I rebiopsy, due casialla II rebiopsy. Nei 6 pazienti con <strong>di</strong>agnosi istologica <strong>di</strong> HGPIN“multifocale” sottoposti al trattamento ra<strong>di</strong>cale, <strong>di</strong> età compresatra 50 e 65 anni e valori <strong>di</strong> PSA > 10 ng/ml, all’esame istologicodel pezzo o<strong>per</strong>atorio risultò associato un carcinoma prostatico.Conclusioni: Le incertezze relative alla storia naturale della PINe al suo significato prognostico sono dovute alla mancanza <strong>di</strong>informazioni sull’istologia <strong>di</strong> tutta la prostata. Nonostante ciòemergono due aspetti: 1) la HGPIN è un precursore del carcinomaprostatico; 2) la HGPIN è una SPIA della concomitantepresenza <strong>di</strong> carcinoma (marker d’area). Il problema fondamentale<strong>per</strong> l’urologo è legato al follow-up ed all’eventuale trattamentodei pazienti con <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> HGPIN. Il riscontro <strong>di</strong>HGPIN richiede che il paziente venga informato in modo correttoed esauriente e sia poi seguito nel tempo evitando il doppiorischio <strong>di</strong> un atteggiamento negligente o eccessivamenteaggressivo. L’approccio terapeutico deve necessariamente tenerein considerazione la spettanza <strong>di</strong> vita del paziente: quandoquesta sia inferiore al tempo necessario <strong>per</strong> lo sviluppo <strong>di</strong> uncarcinoma prostatico sintomatico è comunque auspicabile unapolitica <strong>di</strong> watchful waiting. Riteniamo invece che nei pazientirelativamente giovani con <strong>di</strong>agnosi istologica dopo la 1 sedutabioptica <strong>di</strong> HGPIN “multifocale” (e PSA > 10 ng/ml), la responsabilità<strong>di</strong> eventuali complicanze legate alla scelta del trattamentora<strong>di</strong>cale, debba essere fermamente “sostenuta” dall’ urologo,a fronte dei benefici in termini prognostici derivanti alpaziente dalla terapia chirurgica.Bibliografia:1. Bishara T et al. High-Grade Prostatic Intraepithelial Neoplasia on needlebiopsy: risk of cancer on repeat biopsy related to number of involved coresand morpho pattern. Am J Surg Pathol 2004; 28:6292. Haggman MJ et al. The relationship between prostatic intraepithelial neoplasiaand prostate cancer : critical issues. J Urol 1997; 158:123. Bostwick DG. High grade prostatic intraepithelial neoplasia. The mostlikely precursor of prostate cancer. Cancer 1995; 75:1823.Poster n. 36ETIOPATOGENESI DEI TUMORI SURRENALICI. IDENTI-FICAZIONE DI SEQUENZE DI DNA DI POLIOMAVIRUS EDHERPESVIRUS MEDIANTE REAL-TIME PCRPomara G. 1 , Barzon L. 2 , Evangelisti S. 1 , Carlino F. 1 , MorelliG. 1 , De Maria M. 1 , Palù G. 2 , Selli C. 11Unità <strong>di</strong> Urologia, Dipartimento <strong>di</strong> Chirurgia, Ospedale S. Chiara,Università <strong>di</strong> Pisa; 2 Dipartimento <strong>di</strong> Istologia, Microbiologia eBiotecnologie Me<strong>di</strong>che, Università <strong>di</strong> Padova14Archivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004; 76, 3, Supplemento 1


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia OncologicaIntroduzione: I tumori surrenalici sono frequenti nella praticaclinica ma la loro etiopatogenesi è <strong>per</strong> lo più sconosciuta.I polioma e gli herpesvirus sono stati associati all’insorgenza<strong>di</strong> tumori nell’uomo e <strong>per</strong> alcuni <strong>di</strong> questi è stato<strong>di</strong>mostrato il tropismo <strong>per</strong> il surrene. Ad oggi questa è laprima sistematica ricerca <strong>di</strong> DNA virale su campioni umani<strong>di</strong> tessuto surrenalico e su tumori da questo derivanti.Materiali e Meto<strong>di</strong>: Sono stati stu<strong>di</strong>ati me<strong>di</strong>ante tecnica PCRreal-time, al fine <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare sequenze <strong>di</strong> DNA <strong>di</strong> poliomavirus(SV40, JCV,BKV) e <strong>di</strong> Herpesvirus (HSV-1,HSV-2,HHV8, EBV, CMV), 53 casi <strong>di</strong> tumori surrenalici: 7Adenomi Aldosterone-Producenti (APA), 12 Adenomi/i<strong>per</strong>plasiaCortisolo-producenti (CPA), 16 Adenomi non secernenti(NFA), 9 Carcinomi adreno-corticali (ACC), 6Feocromocitomi (1 maligno), 2 mielolipomi ed un caso <strong>di</strong>Linfoma Non-Hodgkin bilaterale primitivo. Tessuto surrenalicosano era <strong>di</strong>sponibile in 10 casi.Risultati: Il DNA dell’SV40 è stato identificato in grossequantità nel <strong>di</strong> feocromocitoma maligno ed in modestequantità in 1 ACC ed in 2 APA; il DNA <strong>per</strong> il JCV è statoidentificato solo nel Linfoma non-Hodgkin;sequenze <strong>di</strong> BKVsono state trovate nel 7% dei casi ma non nei tessuti normali.L’EBV è risultato positivo nel 62% dei campioni tumorali(elevata quantità nel Linfoma <strong>di</strong> Hodgkin) e nel 50% <strong>di</strong>quelli normali. Le sequenze <strong>di</strong> CMV erano presenti nel 27%dei tumori benigni ma non nei ACC. La prevalenza <strong>di</strong> HSVe HHV8 nei campioni è risultata bassa (3%e5% rispettivamente)e non associata al tipo <strong>di</strong> tumore. La coinfezione(EBV+CMV;CMV+BKV) è stata evidenziata nel 28% dei casi.Il 16% dei casi è risultato negativo.Conclusione: Il surrene è un target <strong>per</strong> l’infezione da EBV,identificato nel 60% circa dei tessuti normali e tumorali siasolo sia in associazione al CMV. L’SV40 potrebbe giocare unruolo nella patogenesi del feocromocitoma o dei carcinomiadreno-corticali. Lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> questi virus nella tumorigenesisurrenalica andrebbe approfon<strong>di</strong>to.Poster n. 37LEIOMIOSARCOMA PARATESTICOLARE: CASEREPORTLupo S., Giannone V., Sangiorgi A., Andrei F., Bor<strong>di</strong>niR., Frigola M., Zama R., Buli P.Azienda USL <strong>di</strong> Bologna, Ospedale SS. Salvatore, U.O. Urologia,S. Giovanni in Persiceto (BO)Introduzione e Obiettivi: L’incidenza del leiomiosarcoma èrara, variabile dallo 0.05 al 0.1%. Ancora meno frequente èla localizzazione paratesticolare che nel 90% dei casi si presentaa stretto contatto con l’epi<strong>di</strong><strong>di</strong>mo. Descriviamo uncaso <strong>di</strong> leiomiosarcoma paratesticolare <strong>di</strong> grado moderato<strong>per</strong> le implicazioni <strong>di</strong>agnostiche e terapeutiche.Meto<strong>di</strong>: Un ragazzo <strong>di</strong> 30 anni giunge alla nostra osservazione<strong>per</strong> una lesione solida non dolente localizzata a livellodella testa dell’epi<strong>di</strong><strong>di</strong>mo sinistro. L’ecografia preo<strong>per</strong>atoria<strong>di</strong>mostrava una massa solida <strong>di</strong> 36 mm con lacune fluide aprofili bozzelluti a contatto ma separato dalla testa dell’epi<strong>di</strong><strong>di</strong>mo.Il paziente fu sottoposto ad exeresi della lesione chemacroscopicamente appariva come una degenerazione multicistica.Risultati: L’esame istologico definitivo rivelò un nodulo <strong>di</strong>tessuto giallastro fascicolato compatibile con leiomiosarcomaparatesticolare <strong>di</strong> grado moderato. La TAC toraco-addominalee la successiva orchifunicolectomia risultarono negativi<strong>per</strong> secondarismi.Conclusioni: Il leiomiosarcoma dell’epi<strong>di</strong><strong>di</strong>mo è estremamenteraro ed in letteratura ne vengono descritti circa 15 casicon una sopravvivenza cancro-specifica a 5 anni del 50-80%.Tale lesione risulta <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficile inquadramento clinico inquanto spesso può essere confusa con una lesione nodularecistica dell’epi<strong>di</strong><strong>di</strong>mo. Come altri autori noi cre<strong>di</strong>amo che lasemplice orchifunicolectomia sia il trattamento <strong>di</strong> scelta inquanto la ra<strong>di</strong>o o chemioterapia a<strong>di</strong>uvante non influenzanoin maniera significativa la sopravvivenza.Tuttavia in letteraturaviene riportato un caso <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione a livello dei corpicavernosi e <strong>per</strong>tanto tali autori suggeriscono la ra<strong>di</strong>oterapiaa<strong>di</strong>uvante <strong>per</strong> ridurre il rischio <strong>di</strong> reci<strong>di</strong>va locale malgrado labassa ra<strong>di</strong>osensibilità del leimiosarcoma. Il caso clinico vienepresentato come <strong>di</strong>scussione <strong>per</strong> la mancanza in letteratura<strong>di</strong> un trattamento standar<strong>di</strong>zzato.Bibliografia:1. Cruz Guerra NA, Clemente Ramos L. Paratesticular leiomyosarcoma:report of a new case. Arch Esp Urol 2002; 55:3112. Bernhard Planz, Kay B. Primary Leyomyosarcoma of the epi<strong>di</strong>dymisand late recurrence on the penis. J.Urol 1998; 159:508Poster n. 38VALORE PROGNOSTICO DI KI67, P53 E CITOFLUSSO-METRIA NEI CARCINOMI VESCICALI SUPERFICIALI ARISCHIO INTERMEDIO ED ALTO: POSSIAMO DAREUNA RISPOSTA DEFINITIVA?Zitella A. 1 , Casetta G. 1 , Greco A. 1 , Rosso D. 1 , De LiberoA. 1 , Cortese F. 1 , Vaccino D. 1 , Pacchioni D. 2 , Tizzani A. 11Urologia 1; 2 Anatomia Patologica III, Università <strong>di</strong> Torino,TorinoIntroduzione: Presentiamo uno stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> coorte <strong>per</strong> misurarela capacità pre<strong>di</strong>ttiva <strong>di</strong> grado, sta<strong>di</strong>o, focalità, <strong>di</strong>mensioni,KI67, p53, in<strong>di</strong>ce mitotico, DNA index e ploi<strong>di</strong>a sulla prognosidei carcinomi vescicali su<strong>per</strong>ficiali.Meto<strong>di</strong>: Dal 1990 in <strong>tutti</strong> i pazienti con un carcinoma vescicaleTa-T1 a rischio interme<strong>di</strong>o o alto (G2-G3, multifocali o<strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro su<strong>per</strong>iore a 2 cm) trattati con instillazioni <strong>di</strong>BCG sono stati valutati KI67, p53, e parametri citoflussometrici.Gli end point considerati sono la sopravvivenza globale,causa specifica e libera da progressione. Per il confrontotra le curve <strong>di</strong> sopravvivenza è stato utilizzato il Log Ranktest. L’analisi multivariata è stata eseguita secondo il modello<strong>di</strong> Cox.Risultati: 345 pazienti, età me<strong>di</strong>ana 72 anni (31-93), followupme<strong>di</strong>ano 34 mesi (1-170), 181 Ta, 139 T1, 23 CIS, 60G1, 124 G2, 143 G3, 133 monofocali, 205 polifocali, 225 <strong>di</strong><strong>di</strong>ametro inferiore a 2 cm, 100 <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro maggiore <strong>di</strong> 2cm, KI67 me<strong>di</strong>ana 22,5% (1-80), p53 me<strong>di</strong>ana 6% (0-80),in<strong>di</strong>ce mitotico me<strong>di</strong>ano 3 (0-26), DNA index me<strong>di</strong>ano1,1(0,4-3,4), 44 euploi<strong>di</strong>, 52 aneuploi<strong>di</strong>. Le sole <strong>di</strong>fferenzesignificative nella sopravvivenza globale sono tra i tumoriG1-2 e G3. Sulla sopravvivenza causa specifica sono significativeanche le <strong>di</strong>fferenze tra i Ta più CIS verso i T1.Considerando la sopravvivenza libera da progressione sonosignificative le <strong>di</strong>fferenze <strong>per</strong> <strong>tutti</strong> i fattori prognostici eccettola p53 e la focalità. Nessuno dei parametri citoflussimetriciha <strong>di</strong>mostrato valore prognostico significativo. L’analisimultivariata ha confermato un valore prognostico in<strong>di</strong>pendente<strong>per</strong> il grado, sta<strong>di</strong>o e KI67 <strong>per</strong> la sopravvivenza globale,solo <strong>per</strong> gra<strong>di</strong>o e sta<strong>di</strong>o <strong>per</strong> la sopravvivenza causa specificae <strong>per</strong> grado, sta<strong>di</strong>o, focalità e KI67 <strong>per</strong> la sopravvivenzalibera da progressione.Conclusioni: Per la prima volta degli end point come sopravvivenzaglobale, causa specifica e libera da progressione sonostati utilizzati in uno stu<strong>di</strong>o su KI67, p53 e citoflussometriacome fattori prognostici. Possiamo concludere che KI67,p53 e citoflussometria non aggiungono ulteriori informazioniprognostiche a quelle già fornite dal grado e dallo sta<strong>di</strong>o.Archivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004; 76, 3, Supplemento 115


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia OncologicaComunicazioni n. 39RNASEL ARG462 IN PAZIENTI ITALIANI CON CARCINO-MA PROSTATICO: RISULTATI PRELIMINARIVan Duist M.M. 1 , Penachioni J. 1 , Giachino D. 1 , Zitella A. 2 ,Destefanis P. 2 , Graziano M.E. 2 , Cracco C. 3 , Scarpa R. 3 ,Ferrando U. 2 , Fontana D. 2 , Tizzani A. 2 , De Marchi M. 11Genetica Me<strong>di</strong>ca Università <strong>di</strong> Torino; 2 Centro prostata ASOS.Giovanni Battista e Universita <strong>di</strong> Torino; 3 Urologia, ASO S. Luigi,OrbassanoIntroduzione: Stu<strong>di</strong> sui gemelli in<strong>di</strong>cano che la componentegenetica nei tumori prostatici può essere più importante chein altri tumori tuttavia nessun gene principale <strong>di</strong> suscettibilitàè stato al momento identificato.Tra i <strong>di</strong>versi loci <strong>di</strong>suscettibilità identificati su <strong>di</strong>versi cromosomi con stu<strong>di</strong> <strong>di</strong>linkage, il maggiore sospetto sembra essere HPC1 sul 1q23dove il gene can<strong>di</strong>dato RNASEL è stato mappato. Questogene co<strong>di</strong>fica <strong>per</strong> una ribonucleasi latente 2’-5’ oligoadenilato<strong>di</strong>pendente costituzionalmente espressa che me<strong>di</strong>a leattività antivirali e proapoptotiche del sistema 2-5A inducibileda interferone. Le mutazioni rare inattivanti M1I, 471del AAAG e E265X sono state descritte in famiglie ad altorischio mentre stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> associazione del comune polimorfismoR462Q con cancri prostatici spora<strong>di</strong>ci non familiarihanno dato risultati variabili in <strong>di</strong>fferenti popolazioni. Almomento questo allele a basso rischio non è ancora statostu<strong>di</strong>ato nella popolazione italiana.Meto<strong>di</strong>: Abbiamo analizzato campioni <strong>di</strong> 102 pazienti con carcinomaprostatico afferenti 4 <strong>di</strong>visioni <strong>di</strong> Urologia e 165 controllisani col fine <strong>di</strong> valutare la frequenza <strong>di</strong> R462Q nellanostra popolazione e <strong>di</strong> evidenziare eventuali <strong>di</strong>fferenze tra icasi spora<strong>di</strong>ci e familiari. Il genotipo è stato fatto con PCR-DHPLC (WAWE Transgenomic).Risultati: La frequenza degli eterozigoti Arg/Gln è lievementema non significativamente maggiore tra i malati (51%), in particolaretra coloro con età alla <strong>di</strong>agnosi < 65 anni (59% vs44%). La frequenza degli omozigoti Gln/Gln non era <strong>di</strong>fferentetra i due gruppi <strong>di</strong> pazienti (14% se < 65 aa e 13% se > 65aa) ed i controlli 11,5%.Conclusioni: La <strong>di</strong>agnosi precoce <strong>di</strong> carcinoma prostatico è almomento basata sul PSA ma il suo utilizzo <strong>per</strong> lo screening è<strong>di</strong>scusso. L’identificazione <strong>di</strong> nuovi geni pre<strong>di</strong>sponenti potrebbecontribuire sia <strong>per</strong> una migliore comprensione della patogenesimolecolare sia potrebbe aprire nuove strade <strong>per</strong> identificaresoggetti a rischio, una strada <strong>di</strong>fficoltosa se il tumoreprostatico <strong>di</strong>pende da molti geni a basso rischio piuttosto cheda pochi geni ad alto rischio.Poster n. 40TECNICA PERSONALE DI BIOPSIA ECOGUIDATA TRANS-RETTALE A “TRE VENTAGLI”. PRESENTAZIONE DEIRISULTATI NELLA POPOLAZIONE CON PSA SINO A 10NG/MLPuppo P., Introini C., Calvi P., Vigliercio G., Raggio M.,Naselli A.Istituto <strong>Nazionale</strong> <strong>per</strong> la Ricerca sul Cancro, IST, GenovaIntroduzione: L’obbiettivo del nostro stu<strong>di</strong>o è l’aumento deltasso <strong>di</strong> <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> carcinoma della prostata nella popolazionecon PSA sino a 10 ng/mL me<strong>di</strong>ante tecnica <strong>per</strong>sonale <strong>di</strong>biopsia ecoguidata transrettale a 12 prelievi multisettoriale,denominata a “tre ventagli”, rispetto alla tecnica a sestantistandard.Materiali e Meto<strong>di</strong>: Dal gennaio 2001 al <strong>di</strong>cembre 2003 con questatecnica sono state eseguite 128 biopsie in una popolazionecon PSA sino a 10 ng/mL. Per ogni procedura sono stati eseguiti18 prelievi, 6 prelievi della tecnica a sestanti standard e 12della tecnica a “tre ventagli” così <strong>di</strong>stribuiti: 4 dal corno lateraledestro, 4 dal corno laterale sinistro e 4 dalla regione apicale sud<strong>di</strong>visiin apicale laterale e me<strong>di</strong>ale destro e sinistro. Le biopsiesono state eseguite in sedoanestesia con respirazione assistita, la<strong>di</strong>missione è avvenuta la sera stessa dell’intervento.Risultati: 2 casi <strong>di</strong> ematuria e 1 caso <strong>di</strong> i<strong>per</strong>piressia che hannocausato il prolungamento del ricovero. Le ragioni <strong>per</strong> cui è stataeseguita la biopsia sono le seguenti: PSA anormale (valore assoluto,velocità d’incremento annuale > 1.0 ng/mL, valore relativoall’età o alle <strong>di</strong>mensione prostatiche) 85 pazienti, esplorazionerettale sospetta 17, entrambe le con<strong>di</strong>zioni 26. Età me<strong>di</strong>a 64.7,me<strong>di</strong>ana 66, range 49 – 78. 25 <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> carcinoma prostatico(19.5%) in totale. In 18/25(72%) casi la <strong>di</strong>agnosi è stata fatta suprelievi <strong>di</strong> entrambe le tecniche, in 7/25(28%) su prelievi dellasola tecnica a “tre ventagli”. PSA me<strong>di</strong>o dei pazienti senza carcinomaprostatico 6.8, range 3.7 – 9.7, deviazione standard 1.6.PSA me<strong>di</strong>o dei pazienti con carcinoma prostatico <strong>di</strong>agnosticatosu prelievi <strong>di</strong> entrambe le tecniche 6.7, range 2.6 – 9.3, Gleasonscore totale me<strong>di</strong>o 5.4, me<strong>di</strong>ano 5, range 4-8. PSA me<strong>di</strong>o deipazienti con carcinoma prostatico <strong>di</strong>agnosticato esclusivamentecon prelievi della tecnica <strong>per</strong>sonale 6.2, range 3.1 – 8.9, Gleasonscore totale me<strong>di</strong>o 7.1, me<strong>di</strong>ano 7, range 6-9. follow-up pazientisenza carcinoma prostatico: me<strong>di</strong>o 9 mesi, me<strong>di</strong>ano 7, range 3– 32. 8 dei pazienti senza carcinoma prostatico nel corso del follow-upsono stati rebiopsiati, 3 associando la TUR prostatica allabiopsia, e una sola <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> carcinoma prostatico è stata eseguita.Conclusioni: La biopsia prostatica a 12 prelievi con tecnica a “treventagli” ha incrementato la <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> carcinoma prostaticorispetto alla sestanti standard <strong>di</strong> 7 pazienti su un totale <strong>di</strong> 25.L’incremento è del 28%. La tecnica da noi proposta miglioraquin<strong>di</strong> la sensibilità della procedura.Video n. 41CISTECTOMIA RADICALE E NEOVESCICA ORTOTOPICANELLA DONNA. RIPARAZIONE CONSENSUALE DEL PAVI-MENTO PELVICO CON RETE IN POLIPROPILENE.Puppo P., Introini C., Calvi P., Naselli A.Istituto <strong>Nazionale</strong> <strong>per</strong> la Ricerca sul Cancro, IST, GenovaIntroduzione: Nella donna, il deficit <strong>di</strong> pavimento pelvico è unacontroin<strong>di</strong>cazione alla derivazione urinaria ortotopica dopo exentaratiopelvica essendo causa <strong>di</strong> ritenzione cronica urinaria.Presentiamo una soluzione chirurgica <strong>per</strong> su<strong>per</strong>are questa controin<strong>di</strong>cazione.Materiali e Meto<strong>di</strong>: Si tratta <strong>di</strong> una donna <strong>di</strong> 75 anni con cistocelee prolasso della volta vaginale in sta<strong>di</strong>o III insorta dopo isteroannessiectomiae storia <strong>di</strong> neoformazione vescicale plurireci<strong>di</strong>va.Ultima resezione endoscopica T2/G3. Il collo vescicale è indennedalla neoplasia. La paziente è in ottime con<strong>di</strong>zioni generali ed è fortementepropensa a una derivazione ortotopica <strong>per</strong> mantere l’integritàdella propria immagine corporea. Si procede a exenteratiopelvica anteriore e ricostruzione del pavimento pelvico con rete inpolipropilene fissata tra il promontorio sacrale e la parete anterioredella vagina. La rete è rico<strong>per</strong>ta da un flap <strong>di</strong> <strong>per</strong>itoneo visceralericavato dal parete anteriore del cul de sac tra il fondo vaginale e ilretto. Il flap è fissato anteriormente ai margini della fascia pelvica esulla parete anteriore della vagina sotto il moncone uretrale, posteriormenteai margini del <strong>per</strong>itoneo parietale. La neovescica ileale èappoggiata sul nuovo supporto e anastomizzata all’uretra.Risultati: Dopo un anno <strong>di</strong> follow up la continenza è completa e laritenzione cronica evitata. Il residuo postminzionale è costantementeinferiore ai 100 mL. Non si evidenzia prolasso pelvico.Conclusioni: La tecnica utilizzata in questo caso ha <strong>per</strong>messo <strong>di</strong>ovviare al problema del deficit <strong>di</strong> pavimento pelvico in caso <strong>di</strong> derivazioneortotopica dopo cistectomia ra<strong>di</strong>cale nella donna con ottimirisultati.16Archivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004; 76, 3, Supplemento 1


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia OncologicaVideo n. 42CISTECTOMIA RADICALE E NEOVESCICA ORTOTOPICANELLA DONNA. SUPPORTO POSTERIORE CON LEMBODI PERITONEO DEL DOUGLASPuppo P., Introini C., Calvi P., Vigliercio G., Naselli A.Istituto <strong>Nazionale</strong> <strong>per</strong> la Ricerca sul Cancro, IST, GenovaIntroduzione: Nella donna, la ritenzione cronica è la piùimportante complicanza a lungo termine della derivazioneurinaria ortotopica dopo cistectomia ra<strong>di</strong>cale e il prolassoposteriore della reservoir ne è la causa più frequente.Presentiamo una soluzione chirurgica <strong>per</strong> prevenire talecon<strong>di</strong>zione.Materiali e Meto<strong>di</strong>: Si tratta <strong>di</strong> una donna <strong>di</strong> 72 anni in ottimecon<strong>di</strong>zioni generali con <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> carcinoma urotelialedella vescica T2/G3 dopo resezione endoscopica. Il collovescicale è indenne da neoplasia. Si procede a exenteratiopelvica anteriore e ricostruzione del pavimento pelvico conun flap <strong>di</strong> <strong>per</strong>itoneo viscerale ricavato dal parete anterioredel cul de sac tra il fondo vaginale e il retto. Il flap è fissatoanteriormente ai margini della fascia pelvica e sulla pareteanteriore della vagina sotto il moncone uretrale, posteriormenteai margini del <strong>per</strong>itoneo parietale. La neovescica ilealeè appoggiata sul nuovo supporto e anastomizzata all’uretra.Risultati: Dopo 6 mesi <strong>di</strong> follow up è stata raggiunta la continenzasenza ritenzione cronica. L’angolo neocistouretralein ortostatismo è praticamente assente.Conclusioni: La tecnica utilizzata in questo caso ha contribuitoa prevenire il prolasso posteriore del reservoir e laritenzione urinaria cronica.Poster n. 44CARCINOMA RENALE: RECIDIVA LOCALE E METASTA-TICA A 18 ANNI DALLA NEFRECTOMIACorvino C., Meliani E., Masieri L., Baldazzi V., LocuntoU., Carloni M., Carini M.U.O. <strong>di</strong> Urologia, Ospedale S. Maria Annunziata-Bagno, Ripoli,FirenzeIntroduzione: Le reci<strong>di</strong>ve tar<strong>di</strong>ve del carcinoma renale (RCC)oltre i 10 anni dalla nefrectomia sono rare. Tuttavia sonoriportati rarissimi casi <strong>di</strong> reci<strong>di</strong>va sino a 45 anni dopo l’interventora<strong>di</strong>cale. Riportiamo un caso <strong>di</strong> reci<strong>di</strong>va locale emetastatica da RCC a 18 anni dalla nefrectomia ra<strong>di</strong>cale.Pazienti e Meto<strong>di</strong>: Un uomo <strong>di</strong> 75 anni, sottoposto nel 1986 anefrectomia destra allargata <strong>per</strong> carcinoma renale a cellule chiarepolare su<strong>per</strong>iore (pT1 pN0 M0-G2), è giunto alla nostraosservazione nel <strong>di</strong>cembre 2003 <strong>per</strong> controllo clinico-strumentale<strong>per</strong>io<strong>di</strong>co a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> 18 mesi dal precedente, completamentenegativo (eco addome/rx torace). L’ecografia addominalee successivamente la TC con mdc evidenziavano una grossolanatumefazione (9 x 6 x 7 cm), a margini irregolari con densitàsimil-parenchimatosa e impregnazione <strong>di</strong>somogenea, occupantela loggia surrenalica dx ed in rapporto col margine epaticoposteriore dx e la vena cava inferiore. Al controllo Rx toracenon erano evidenti processi pleuro-parenchimali in atto concarattere d’attività. La massa, asportata <strong>per</strong> via chirurgica addominaletrans<strong>per</strong>itoneale, misurava 9,5 x 6,0 x 7,0 cm ed appariva<strong>di</strong> colore giallo ocra con aree necrotico-emorragiche. Ildecorso posto<strong>per</strong>atorio è stato regolare con <strong>di</strong>missione delpaziente in VII giornata p.o. L’esame istopatologico ha confermatoil sospetto clinico d’infiltrazione cancerigna a cellule chiaredegli stromi connettivo-a<strong>di</strong>posi compatibile con RCC. Alcontrollo clinico-strumentale ad un mese dall’intervento la TCaddominale con mdc è risultata negativa mentre le scansionitoraciche hanno evidenziato ripetizioni polmonari nodularimultiple <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni 1cm. Il paziente è stato inserito in protocollo<strong>di</strong> terapia con _ interferone 3.000.000 u.i./<strong>di</strong>e alterni.Conclusioni: Sebbene le reci<strong>di</strong>ve da RCC oltre i <strong>di</strong>eci anni dallanefrectomia siano rare, il caso riportato suggerisce la necessità<strong>di</strong> un follow-up clinico-strumentale anche a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> moltianni in modo da favorirne il riscontro precoce e, in caso <strong>di</strong>reci<strong>di</strong>va singola, il trattamento potenzialmente curativo.Comunicazioni n. 45RISULTATI DI UN PROGRAMMA DI DIAGNOSI PRECO-CE DEL CARCINOMA PROSTATICO CONDOTTO IN SICI-LIA: STUDIO MULTICENTRICO SU 16298 PAZIENTIMinal<strong>di</strong> G. 1 , Pepe P. 2 , Serrao A. 3 , Aragona C. 4 , OrestanoF. 5 , Capizzi G. 6 , Dibenedetto G. 7 , Cosentino G. 8 , PaolaQ. 9 , Gulletta M. 10 , Nicolosi D. 11 , Raffino S. 12 , AzzarelloG. 13 , Raciti G. 14 , Ranno S. 1 , Motta M. 15 , Aragona F. 21Clinica Urologica Univ Ct; 2 U.O. Urologia P.O. Cannizzaro <strong>di</strong>Ct; 3 U.O. Urologia P.O. <strong>di</strong> Rg; 4 U.O. Urologia P.O. <strong>di</strong> Me; 5 Case<strong>di</strong> Cura Orestano Pa; 6 U.O. Urologia P.O. <strong>di</strong> Comiso (Rg); 7 U.O.Urologia P.O. <strong>di</strong> S. Cataldo (Cl); 8 U.O. Urologia P.O. <strong>di</strong> Gela (Cl);9U.O. Urologia P.O. <strong>di</strong> Sciacca (Ag); 10 U.O. Urologia P.O. <strong>di</strong>Barcellona P.G. (Me); 11 U.O. Urologia P.O. Garibal<strong>di</strong> <strong>di</strong> Ct; 12 Serv.Ambulatoriale <strong>di</strong> Urologia Ausl <strong>di</strong> En; 13 Clinica ChirurgicaPoliclinico Univ <strong>di</strong> Ct; 14 U.O. Urologia P.O. Garibal<strong>di</strong> <strong>di</strong> Ct;15Clinica Urologica Ii Univ CtIntroduzione: Nel lavoro riportiamo i risultati relativi ad un programma<strong>di</strong> <strong>di</strong>agnosi precoce del carcinoma prostatico condottoin Sicilia cui hanno aderito 15 centri ospedalieri.Materiali e Meto<strong>di</strong>: Dal febbraio 2002 al febbraio 2004 16298pazienti <strong>di</strong> età compresa tra i 40 e i 75 anni (me<strong>di</strong>ana 61.6) edaspettativa <strong>di</strong> vita su<strong>per</strong>iore a 10 anni sono stati sottoposti ad unprotocollo <strong>di</strong> <strong>di</strong>agnosi precoce <strong>per</strong> il carcinoma prostatico (Cap).Sono stati sottoposti ad agobiopsia prostatica i pazienti con:EDRsospetta; PSA>10 ng/ml; PSA


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia OncologicaComunicazioni selezionate N. 46RISULTATI A LUNGO TERMINE DELLA TECNICA DI ENU-CLEORESEZIONE DI NEOFORMAZIONI RENALI DI MAS-SIMO 4 CM DI DIAMETRO ALLA DIAGNOSIPuppo P., Introini C., Calvi P., Naselli A.Istituto <strong>Nazionale</strong> <strong>per</strong> la Ricerca sul Cancro, IST, GenovaIntroduzione e Obiettivi: Valutazione a lungo termine della tecnica<strong>di</strong> enucleoresione <strong>di</strong> neoformazioni renali a contrastenhancement <strong>di</strong> massimo 4 cm <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro alla <strong>di</strong>agnosi.Materiali e Meto<strong>di</strong>: 94 pazienti, dal 1992 al 2001, sono statisottoposti a escissione <strong>di</strong> una neoplasia renale lasciando intornoa essa il minimo strato possibile <strong>di</strong> parenchima apparentementesano e il tessuto a<strong>di</strong>poso della capsula renale. Questatecnica non è una semplice enucleazione in quanto non sicerca il clivaggio tra la pseudo-capsula tumorale e il parenchima.Non è nemmeno una nefrectomia parziale convenzionalein cui è sacrificato più parenchima sano. I criteri <strong>di</strong> inclusionesono una neoformazione renale a contrast enhancement <strong>di</strong>massimo 4 cm senza evidenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione localmente avanzatao a <strong>di</strong>stanza. Le neoplasie successivamente risultate benignesono state escluse da questo stu<strong>di</strong>o. Lo sta<strong>di</strong>o è stato rivalutatosecondo il TNM del 1997 con le mo<strong>di</strong>fiche suggerite daGuinon. Il gra<strong>di</strong>ng è riportato secondo la scala <strong>di</strong> Fuhrman. Ipazienti sono stati seguiti dopo l’intervento con esami del sangue<strong>di</strong> routine, ecotomografia o tomografia computerizzataaddominale e lastra del torace ogni 6 mesi <strong>per</strong> 2 anni e quin<strong>di</strong>annualmente.Risultati: L’età me<strong>di</strong>ana dei pazienti è <strong>di</strong> 63 anni (35-76). 54(57.4%) uomini e 40 donne (42.6%). 11 pazienti monorene(11.7%). Il clampaggio del peduncolo renale è stato eseguitoin 54 casi. La durata me<strong>di</strong>ana dell’ischemia è stata <strong>di</strong> 18 minuti.Le complicanze maggiori sono state 4 casi <strong>di</strong> ematomi retro<strong>per</strong>itoneali<strong>di</strong> cui 1 solo ha necessitato <strong>di</strong> esplorazione chirurgica.Le <strong>di</strong>mensioni me<strong>di</strong>e all’esame patologico della neoplasiarenale è <strong>di</strong> 2.1 cm (1.1-4.5 cm). Lo sta<strong>di</strong>o definitivo era pT1ain 87, pT1b in 4 e pT3a in 3. Il grado era G1 in 14 (14.9%)cases, G2 in 53 (56.4%), G3 in 18 (19.1%), G4 in 9 (9.6%). Imargini chirurgici sono sempre stati negativi. La <strong>di</strong>stanzame<strong>di</strong>a e me<strong>di</strong>ana dal tumore al margine chinato <strong>di</strong> tessutosano è 2.4 e 1.9 mm rispettivamente. La classificazione istologicacomprende 77 (81.9%) casi <strong>di</strong> carcinoma a cellule chiare,14 (14.9%) <strong>di</strong> carcinoma papillare e 3 (3.2%) <strong>di</strong> carcinoma acellule cromofobe. Il follow-up me<strong>di</strong>ano è <strong>di</strong> 59 mesi (10-128). 8 pazienti sono morti senza evidenza <strong>di</strong> reci<strong>di</strong>va neoplastica.1 paziente con neoplasia in sta<strong>di</strong>o pT3a ha sviluppatometastasi a <strong>di</strong>stanza ed è morto 2 anni dopo la chirurgicasenza evidenza <strong>di</strong> reci<strong>di</strong>va locale. La sopravvivenza a 5 anni è97.5% (90/94 pazienti), la sopravvivenza specifica e la sopravvivenzalibera da malattia sono il 98.8% (93/94)Conclusioni: La tecnica <strong>di</strong> enucleoresezione <strong>di</strong> neoplasia renale<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni alla <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> massimo 4 cm è una tecnica chirurgicasicura e riproduce i risultati oncologici della nefrectomiaparziale e ra<strong>di</strong>cale. Inoltre nei pazienti monorene la funzionalitàrenale è stata preservata.Poster n. 47RANDOMIZED PHASE II STUDY WITH SUBCUTANEOUSLOW-DOSE INTERLEUKIN-2 +- INTERFERON-ALPHA INMETASTATIC RENAL CELL CANCER WITH 0-1 POORPROGNOSTIC FACTORSColavota M. 1 , Marcangeli P. 1 , Pizzocaro G. 11Unit of Urology, Istituto <strong>Nazionale</strong> Tumori, Milan, ItalyPurpose: To assess feasibility, toxicity and clinical activity ofsubcutaneous (s.c.) low-dose recombinant interleukin-2(rIL2) +- recombinant interferon-alpha2a (rIFN-alfa2a) inpatients with metastatic renal cell carcinoma and 0-1 prognosticfactors.Material and Methods: Eligibility criteria were: documentedmetastatic renal cell carcinoma, age 18-75, ECOG <strong>per</strong>formancestatus 0-1, no more than one of the following poor prognosticfactors: symptomatic <strong>di</strong>sease >1 metastatic site, <strong>di</strong>seasefreeinterval (DFI)


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia Oncologicane dell’IGF-I é frequente nei RCC e può essere considerato unmarker sia <strong>di</strong>agnostico che prognostico.Comunicazioni n. 49NEOPLASIA RENALE PARENCHIMALE IN RENE UNICOCozzoli A., Zani D., Cunico S.C.Divisione Clinicizzata <strong>di</strong> Urologia, Spedali Civili <strong>di</strong> BresciaIntroduzione: Il trattamento <strong>di</strong> una neoplasia renale in un reneunico, anatomico o funzionale, deve porsi l’obiettivo della preservazione<strong>di</strong> una quota <strong>di</strong> parenchima renale funzionante sufficientead evitare l’emo<strong>di</strong>alisi senza trascurare il completorispetto dei principi <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>calità oncologica. Presentiamo lanostra es<strong>per</strong>ienza relativa a 69 pazienti.Materiali e Meto<strong>di</strong>: Nel <strong>per</strong>iodo compreso tra il gennaio 1983ed il <strong>di</strong>cembre 2003 è stata osservata una neoplasia in reneunico anatomico (congenito o chirurgico) o funzionale in 69pazienti su 1187 sottoposti a trattamento chirurgico <strong>per</strong> neoplasiarenale parenchimale. In particolare, 42 erano affetti daneoplasia renale bilaterale (sincrona 18, metacrona 24), 9erano stati in precedenza sottoposti a nefrectomia <strong>per</strong> altrapatologia (benigna in 7 casi, neoplasia transizionale in 2), 5erano portatori <strong>di</strong> agenesia renale controlaterale, 13 <strong>di</strong> unrene controlaterale non funzionante. In 63 pazienti è stataeseguita una chirurgia conservativa <strong>di</strong> necessità, con in<strong>di</strong>cazione“non estrema” in 35 casi (neoplasie con caratteristicheanaloghe a quelle richieste <strong>per</strong> una chirurgia conservativa inelezione), “estrema” nei restanti 28. In 6 pazienti, a causadell’impraticabilità <strong>di</strong> una chirurgia conservativa <strong>per</strong> le<strong>di</strong>mensioni e l’estensione della neoplasia, venne eseguita unanefrectomia con la conseguente successiva necessità <strong>di</strong> trattamento<strong>di</strong>alitico.Risultati: I pazienti sono stati seguiti <strong>per</strong> un <strong>per</strong>iodo me<strong>di</strong>o <strong>di</strong>53.5 mesi (range 0-239 mesi). La sopravvivenza dell’interocampione è stata pari al 78.2% a 3 anni e del 60.9% a 5 annidall’intervento. Nei pazienti sottoposti a chirurgia conservativa<strong>di</strong> necessità “estrema”, ma soprattutto in quelli con renecontrolaterale con patologia neoplastica (sincrona o pregressa)si è verificato un netto peggioramento prognostico (sopravvivenzaa 3 e 5 anni: conservativa “estrema” vs “non estrema”,70% vs 91% e 50% vs 74%; rene controlaterale con patologiamaligna vs benigna, 72% vs 94% e 43% vs 93%). 3 <strong>di</strong> questi63 pazienti (4.7%) sono attualmente in <strong>di</strong>alisi. Dei 6 pazientisottoposti a nefrectomia, 3 sono vivi liberi da malattia a 72, 98e 130 mesi <strong>di</strong> follow-up, mentre i 3 restanti sono deceduti <strong>per</strong>complicanze relative all’emo<strong>di</strong>alisi ad 1, 3 (pazienti con metastasia <strong>di</strong>stanza alla <strong>di</strong>agnosi) e 38 mesi dall’intervento.Discussione e Conclusioni: L’estensione delle in<strong>di</strong>cazioni comunementeaccettate <strong>per</strong> la chirurgia conservativa <strong>di</strong> elezione e,in maggior misura, la natura neoplastica (contemporanea opregressa) della patologia che ha colpito il rene controlateralecomportano un netto aggravamento prognostico nei pazientisottoposti a chirurgia conservativa <strong>di</strong> necessità. Nei 6 soli casiin cui non è possibile procedere ad una chirurgia conservativa,nonostante l’esiguità numerica del campione abbiamoavuto, complessivamente, risultati positivi con 2 decessi precociin pazienti con malattia ad alto sta<strong>di</strong>o, un ulteriore decessotar<strong>di</strong>vo <strong>per</strong> complicanze della <strong>di</strong>alisi in assenza <strong>di</strong> riprese <strong>di</strong>malattia, e 3 pazienti vivi liberi da malattia in <strong>di</strong>alisi (1 in attesa<strong>di</strong> trapianto renale) ad un congruo <strong>per</strong>iodo <strong>di</strong> follow-up. Inconclusione, nonostante il drastico peggioramento della qualità<strong>di</strong> vita ed i rischi <strong>di</strong> complicanze associati alla <strong>di</strong>alisi (verificatesinel 50% dei nostri pazienti sottoposti a nefrectomia),tale opzione va considerata qualora non sia possibile il rispettodei principi <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>calità oncologica con una chirurgia conservativa;non abbiamo verificato un impatto della nota immunodeficienzalegata all’emo<strong>di</strong>alisi.Comunicazioni n. 50LA CISTECTOMIA RADICALE LAPAROSCOPICA: RISUL-TATI ONCOLOGICISimonato A., Gregori A., Lissiani A., Bozzola A., Galli S.,Acquati P., Gaboar<strong>di</strong> F.Unità O<strong>per</strong>ativa <strong>di</strong> Urologia, Azienda Ospedaliera “Luigi Sacco”Introduzione e Obiettivi: La cistectomia ra<strong>di</strong>cale con linfadenectomiapelvica è la terapia <strong>di</strong> riferimento <strong>per</strong> il trattamento delleneoplasie vescicali infiltranti. La laparoscopia si è <strong>di</strong>mostrata ingrado <strong>di</strong> eseguire questo intervento e la tecnica demolitivasembra ormai co<strong>di</strong>ficata da numerosi centri. Tuttavia, nonostantele controversie riguardo l’utilizzo della laparoscopia neltrattamento <strong>di</strong> neoplasie vescicali non sono ancora stati riportatiin letteratura i follow-up (FU) <strong>di</strong> questi pazienti (pz).Riportiamo il FU oncologico dei nostri primi 10 pz.Meto<strong>di</strong>: Tra il giugno 2001 e luglio 2002 sono stati sottoposti acistectomia ra<strong>di</strong>cale laparoscopica 10 pz <strong>di</strong> età compresa tra 63 e74 anni (me<strong>di</strong>a 68.8) con carcinoma vescicale a cellule transizionali(CCT) senza evidenza clinica <strong>di</strong> metastasi. Due <strong>di</strong> questi pzcon CCT pT1+Cis hanno eseguito una cistectomia ritardata dopo2 cicli <strong>di</strong> BCG e tre o più resezioni vescicali. È sempre stata eseguitala citologia del liquido <strong>di</strong> aspirazione del campo o<strong>per</strong>atorio.Risultati: L’esame istologico ha evidenziato: 2 pT1N0 G3+Ca insitu, 1 pT2aN0 G3+Ca in situ, 1 pT2bN0 G2, 4 pT2bN0 G2-3,1 pT2bN0 G3, 1 pT3aN0 G3 con margini chirurgici negativi. Lacitologia del liquido <strong>di</strong> aspirazione è sempre risultata negativa <strong>per</strong>la ricerca <strong>di</strong> cellule neoplastiche. A 30.4 mesi <strong>di</strong> FU me<strong>di</strong>o (range23-36), 5/10 pz sono deceduti, 4 <strong>per</strong> reci<strong>di</strong>va <strong>di</strong> malattia ed 1 <strong>per</strong>altre cause non correlate. La reci<strong>di</strong>va <strong>di</strong> malattia si è presentata in4 su 10 pz rispettivamente a 7, 14, 16 e 28 mesi. Questi pz sonodeceduti rispettivamente a 20, 18, 22 e 31 mesi. Un pz è deceduto<strong>per</strong> altre cause, senza evidenza <strong>di</strong> malattia. Non abbiamoosservato metastasi delle porte d’accesso né <strong>di</strong>sseminazione intra<strong>per</strong>itoneale.Gli altri 5 pz sono vivi, liberi da malattia.Conclusioni: La prima impressione è che questi risultati sianopeggiori rispetto alla chirurgia tra<strong>di</strong>zionale e pongono alcune<strong>per</strong>plessità riguardo il trattamento laparoscopico del cancro dellavescica soprattutto <strong>per</strong> la cattiva prognosi dei 2 pz con CCTpT1+Cis. Bisogna ricordare <strong>per</strong>ò che questi pz hanno rifiutato<strong>per</strong> anni la cistectomia ra<strong>di</strong>cale ed hanno ricevuto quin<strong>di</strong> unacistectomia ritardata e la sopravvivenza libera da malattia in questipz è solo del 62% (2). L’es<strong>per</strong>ienza presentata non è sufficiente<strong>per</strong> trarre delle conclusioni dal punto <strong>di</strong> vista oncologico sia<strong>per</strong> il ridotto numero <strong>di</strong> pz che <strong>per</strong> l’impreve<strong>di</strong>bilità <strong>di</strong> questamalattia, tuttavia questi risultati non sembrano molto <strong>di</strong>versi daquelli conosciuti <strong>per</strong> la chirurgia a cielo a<strong>per</strong>to. Ci auguriamo <strong>di</strong>vedere presto i risultati oncologici delle cistectomie eseguite <strong>per</strong>via laparoscopica degli altri centri <strong>per</strong> fare un pò <strong>di</strong> luce su questo<strong>di</strong>scusso argomento.Bibliografia:1. Moinzadeh A., Gill IS. Laparoscopic ra<strong>di</strong>cal cystectomy with urinary<strong>di</strong>version. Curr Opin Urol 2004; 14:832. Stockle M, Alken P, Engelmann U, et al. Ra<strong>di</strong>cal cystectomy often too late?Eur Urol 1987; 13:361Comunicazioni n. 51SORVEGLIANZA E TRATTAMENTO DELLE NEOPLASIEVESCICALI PT1G3 DI PRIMA OSSERVAZIONESandri S. 1 , Camazzola M. 1 , Bozzini G. 2 , Marzotto M. 11UO <strong>di</strong> Urologia e Unità Spinale, Ospedale <strong>di</strong> Magenta; 2 ClinicaUrologica IRCCS Ospedale Maggiore Policlinico <strong>di</strong> MilanoIntroduzione e Obiettivi: La neoplasia vescicale pT1G3 <strong>per</strong> la suaelevata <strong>per</strong>centuale <strong>di</strong> reci<strong>di</strong>ve e progressione necessita <strong>di</strong> unaadeguata terapia ed un attento follow-up (FU) successivamen-Archivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004; 76, 3, Supplemento 119


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia Oncologicate alla resezione transuretrale. Questo stu<strong>di</strong>o è stato condotto<strong>per</strong> osservare il comportamento <strong>di</strong> questa neoplasia <strong>di</strong> primaosservazione in pazienti che presentano un FU me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> dueanni.Meto<strong>di</strong>: Tra gennaio 2000 e <strong>di</strong>cembre 2002, 49 pazienti sonostati sottoposti a TUR-BT con una successiva evidenza <strong>di</strong> uncarcinoma a cellule transizionali pT1G3 <strong>di</strong> prima osservazione.Nel caso <strong>di</strong> neoplasia multicentrica o <strong>di</strong> ematuria <strong>per</strong>sistente,la cistectomia ra<strong>di</strong>cale è stata l’opzione seguita. Ipazienti rimanenti sono stati sottoposti ad un primo ciclo <strong>di</strong>terapia endocavitaria con BCG (6 settimane) o con Mitomicina40 mg (8 settimane). I controlli sono stati eseguiti con cistoscopiae biopsia vescicale. Se negativi il paziente ha proseguitocon un trattamento <strong>di</strong> mantenimento con BCG (3 settimaneogni 3 mesi) o Mitomicina (mensile <strong>per</strong> un anno). Il controllocistoscopico è stato quin<strong>di</strong> eseguito a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> 6 mesie, se negativo, <strong>di</strong> un anno. I pazienti con reci<strong>di</strong>ve multicentricheo con patologia in progressione sono stati sottoposti acistectomia ra<strong>di</strong>cale.Risultati: 7 pazienti (14.3%) sono stati sottoposti a cistectomiara<strong>di</strong>cale, ma solo in un caso si è avuta la conferma del pT1 <strong>di</strong>prima osservazione (invasione della lamina propria); i casirimanenti sono 4 pT2 e 2 pT4. I restanti 42 pazienti sono statitrattati con instillazioni endocavitarie <strong>di</strong> BCG (37, 75.5%) oMitomicina (5, 10.2%). In 7 pazienti (19%) successivamenteal ciclo con BCG è stato necessario procedere con una cistectomiaa causa della progressione della patologia, con l’evidenzaistologica <strong>di</strong> pT1 in 6 casi e pT3 in un solo caso. 20 pazienti(54%) sono liberi da malattia e 10 (27%) hanno avuto unareci<strong>di</strong>va monocentrica <strong>di</strong> pT1G3. 2 pazienti trattati conMitomicina sono stati sottoposti a cistectomia ra<strong>di</strong>cale, 2 sonorisultati negativi agli ultimi controlli ed 1 paziente ha presentatouna reci<strong>di</strong>va monocentrica (Tabella 1).Conclusioni: La sola resezione endoscopica <strong>di</strong> un carcinomavescicale multicentrico pT1G3, <strong>di</strong> prima osservazione, sottostimal’istologia della neoplasia. 6 dei 7 casi si sono rivelatipT2 o pT4 come istologia definitiva ed il motivo va ricercatonella resezione incompleta causata da un sanguinamento <strong>per</strong>sistenteo da una voluminosa massa tumorale. L’instillazioneendocavitaria, accettata come trattamento <strong>di</strong> prima linea, offreun buon controllo sulla patologia mantenendo pressochéintatta la qualità <strong>di</strong> vita. I tumori resistenti alla terapia conBCG confermano <strong>di</strong> essere pT1G3 all’esame istologico postcistectomia. Il trattamento con BCG si è <strong>di</strong>mostrato su<strong>per</strong>iorea quello effettuato con Mitomicina, riducendo l’incidenza <strong>di</strong>cistectomia durante il <strong>per</strong>iodo <strong>di</strong> FU.Tabella 1.BCGMitomicinaLibero da malattia 20 (54%) 2 (40%)Reci<strong>di</strong>va monocentrica 10 (27%) 1 (20%)Cistectomia 7 (19%) 2 (20%)Poster n. 52TRATTAMENTO BRACHITERAPICO DEL CARCINOMAPROSTATICO INTRACAPSULARE: RISULTATI PRELIMI-NARI NEI PRIMI 100 PAZIENTIChiono L., Lavagna M., Giberti C.Dipartimento <strong>di</strong> NefroUrologia, Ospedale San Paolo, SavonaObiettivi: Riportiamo la nostra es<strong>per</strong>ienza relativa al trattamentodella neoplasia intracapsulare della prostata con ra<strong>di</strong>oterapiainterstiziale tramite impianto <strong>di</strong> semi <strong>di</strong> I 125 sotto guidaecografica e con tecnica “real time” .Pazienti e Meto<strong>di</strong>: Dal 9/1999 al 5/2004 sono stati trattati 100pazienti, con età me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 65±4.27 anni (range 55-72). I criteri<strong>di</strong> inclusione erano: PSA 10; gleason score 6; sta<strong>di</strong>o clinicoT2; biopsia delle vescichette seminali: negativa; volume prostatico< <strong>di</strong> 50 gr; flussimetria <strong>di</strong> 15 ml/sec; I-PPS score < <strong>di</strong> 10.La terapia ormonale era eseguita quando il peso prostaticoeccedeva i 50 gr. Il volume prostatico me<strong>di</strong>o era <strong>di</strong> 30.8 s 9.56gr., il PSA <strong>di</strong> 6.41 s 2.46, il Q max. <strong>di</strong> 18.4 s 4.01, I-PPS score4.2 s 2.73, il IIEF-5 score <strong>di</strong> 13.8 s 10.24. Il numero dei semivariava da 60 a 135. In “real time” veniva eseguito il planninge l’impianto con l’ausilio del software “Varian 7”. La dose <strong>di</strong>irra<strong>di</strong>azione <strong>di</strong> 160 Gy era <strong>di</strong>stribuita al 95% della prostata.Dopo 30 giorni dal trattamento veniva eseguita una TAC pelvica:la D90 <strong>di</strong> 140 Gy è considerato il cut-off ottimale.Risultati: Le complicanze a breve termine sono state: soffusioneemorragica <strong>per</strong>ineale nel 20%; temporanea ritenzione d’urina:5%; sintomi irritativi uretro-vescicali:70%; a me<strong>di</strong>o termine sonostate: <strong>di</strong>sturbi uretro-vescicali: 20%; proctiti: 6,5% ; necrosi puntiformedell’uretra bulbare in 1 paziente (pregressa TURP).L’espulsione <strong>di</strong> semi in 8 casi. Nessuna stenosi uretrale, incontinenza,migrazione <strong>di</strong> semi a livello polmonare. Il follow-up trimestraleil primo anno e successivamente semestrale, ha evidenziatouna ER negativa in <strong>tutti</strong> i casi e un PSA me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> 0.50 s 0.53(range 0.1-2.9 ng/ml). Al post-planning la D90 è stata > 140 Gynel 98%, >120100


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia Oncologicastati sottoposti a rebiopsia dopo 3 mesi circa <strong>di</strong> trattamento antiflogistico;se questa risultava negativa il paziente veniva monitorizzatoclinicamente (PSA e ER). Il PSA <strong>per</strong>sistentemente inincremento consigliava una rebiopsia. Le rebiopsie <strong>per</strong> PIN 3sono state 241 (almeno 1 nel 49%, 2 in 30 casi (12.4%) e 3 in21 pazienti, (8,7%). Tra i pazienti affetti da PIN3 è stato riscontratoun carcinoma prostatico solo in 3 casi alla terza rebiopsia:in due il gleason score era <strong>di</strong> 3+3=6 e in uno <strong>di</strong> 3+4=7. La localizzazionedel carcinoma prostatico non correlava in nessuncaso con la collocazione del PIN3 precedentemente riscontrato.Questi tre casi rappresentano lo 0.2% rispetto al globale dellebiopsie, lo 0.6% rispetto ai carcinomi riscontrati e il 2.5% relativamenteai 118 PIN 3 rilevati con la biopsia prostatica.Conclusioni: Nella nostra es<strong>per</strong>ienza il PIN 3 bioptico non rappresentaun marker <strong>di</strong> carcinoma prostatico. Il suo riscontro inun paziente sottoposto a una estesa biopsia consiglia un accuratofollow-up clinico ogni 3-6 mesi riservando la rebiopsiasolo ai pazienti in cui si manifesta un rialzo del PSA o un cambiamentoall’ER.Introduzione: Il beneficio della castrazione nel trattamento delcancro della prostata nasce negli anni 40 con gli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong>Huggins. Stu<strong>di</strong> più recenti hanno introdotto la pratica clinicadella castrazione chimica invece <strong>di</strong> quella chirurgica.Riportiamo il caso <strong>di</strong> un paziente non responsivo al trattamentocon analogo gnRH (gnRHa).Case Report: Paziente <strong>di</strong> 76 anni in buone con<strong>di</strong>zioni generali,con adenocarcinoma prostatico Gleason 3+4=7 metastatico arachide e bacino, in terapia con triptorelina 11,25 mg e flutamide750 mg/<strong>di</strong>e ab inizio (PSA iniziale 49,72 ng/ml). Dopo un’iniziale<strong>di</strong>scesa del PSA a 6,1 ng/ml a tre mesi dall’inizio dellaterapia, il paziente presentava al controllo successivo un rialzo a11,3 ng/ml. È stato effettuato dosaggio della testosteronemia(Tst), che documentava valori elevati (8,71 ng/ml). L’anamnesiescludeva una scarsa compliance del paziente in merito all’assunzionedella terapia prescritta. I valori <strong>di</strong> PSA successivi risultavanoulteriormente incrementati (18 ng/ml). Veniva quin<strong>di</strong>effettuato un quadro endocrinologico <strong>di</strong> base con funzionalitàtiroidea e surrenalica nella norma. Gonadotropine e testosteronemiarisultavano anch’esse nella norma, nonostante la terapiacon gnRHa. Il paziente veniva quin<strong>di</strong> sottoposto a test provocativicon Etinilestra<strong>di</strong>olo 1 mg x os con significativa riduzione deilivelli <strong>di</strong> gonadotropine e Tst. È stato poi eseguito un test conanatagonista gnRh (Cetrorelix) che ha indotto un’ulteriore riduzionedei valori <strong>di</strong> LH,FSH, Tst. L’esito degli accertamenti consentiva<strong>di</strong> concludere che il Tst, che risultava elevato nonostantel’uso <strong>di</strong> gnRHa era <strong>per</strong> lo più <strong>di</strong> provenienza testicolare e che nonvi erano apparenti alterazioni a carico dell’asse ipotalamo –ipofisario-testicolare.Veniva <strong>per</strong>tanto sospesa la triptorelina e sostituitacon leuprorelina, non essendo ad oggi <strong>di</strong>sponibili sul mercatoantagonisti gnRH con in<strong>di</strong>cazione al trattamento del cancroprostatico metastatico. Scintigrafia ossea e Tac non mostravanosegni <strong>di</strong> progressione. Il controllo successivo documentava ad unmese Tst a livelli <strong>di</strong> castrazione e PSA a 32,65 ng/ml. La Tst, ilmese successivo, era nuovamente nel range <strong>di</strong> normalità (5,65ng/ml) e il PSA incrementato (51,2 ng/ml). Si decideva quin<strong>di</strong> <strong>di</strong>procedere ad orchiectomia subalbuginea bilaterale sec. Hugginsanche in seguito a forte sintomatologia dolorosa a carico dell’artoinferiore destro, trattata con oppio<strong>di</strong>. A circa 15 giorni dall’interventoil paziente presentava una significativa regressione dellasintomatologia dolorosa (FANS al bisogno), valori <strong>di</strong> Tst inferioria 0,50 ng/m e PSA in <strong>di</strong>scesa (44 ng/ml).Discussione: La resistenza ai gnRHa in assenza <strong>di</strong> alterazioni <strong>di</strong>carattere endocrinologico è stato descritto <strong>per</strong> la prima volta daM. Smith (J Urol 166, 211, July 2001). Un caso analogo è statodescritto da Curry (J Urol 168 (1), 193 July 2002). Non è chiara,anche alla luce della nostra es<strong>per</strong>ienza, la ragione della resistenzaal gnRHa; abbiamo potuto verificare che l’antagonistagnRH ha consentito <strong>di</strong> ottenere rapidamente valori <strong>di</strong> Tst alivello <strong>di</strong> castrazione, ma non abbiamo potuto confermarnel’efficacia a lungo termine (il farmaco non è <strong>di</strong>sponibile in Italia<strong>per</strong> il cancro della prostata). In conclusione, riteniamo utile ilmonitoraggio del Tst nei pazienti in trattamento ormonale, inparticolare qualora si verifichi un rialzo precoce del PSA e inoltre,che in pazienti non responsivi al gnRHa l’uso degli antagonistipotrebbe essere valutato in futuro, prima <strong>di</strong> ricorrere allachirurgia.Poster n. 55POSSIBILE RISPOSTA ALL’ANTAGONISTA GNRH DOPOFALLIMENTO DELL TRATTAMENTO CON ANALOGOGNRHRocco B. 1 ; Ferrari M. 2 , Scar<strong>di</strong>no E. 1 , Matei D.V. 1 , VerweijF. 1 , Varela R. 1 , De Cobelli O. 11Divisione <strong>di</strong> Urologia, Istituto Europeo <strong>di</strong> Oncologia; 2 Divisione <strong>di</strong>Endocrinologia, Istituti Clinici Humanitas, MilanoPoster n. 56TUMOR SEEDING POST LOMBOTOMIA CHIRURGICAPER TCC URETERALESare<strong>di</strong> G., Di Pietro C., Spasciani R., De Stefani S., Baisi B.,Bianchi G.Cattedra <strong>di</strong> Urologia, Policlinico <strong>di</strong> Modena, Università degli Stu<strong>di</strong><strong>di</strong> Modena e Reggio EmiliaIntroduzione: Le metastasi della muscolatura scheletrica sonorare. In un’analisi retrospettiva eseguita su <strong>tutti</strong> i pazienti sottopostia biopsia della muscolatura scheletrica, <strong>per</strong> sospetto <strong>di</strong>metastasi, presso un unico centro, sono stati identificati 24pazienti con metastasi da neoplasia <strong>di</strong> varia origine e soltanto5 sono risultate metastasi da carcinoma a cellule transizionali(TCC) da neoplasia vescicale, nessun caso da TCC delle alte vieurinarie (1). I rari casi descritti <strong>di</strong> metastasi della parete addominaleda carcinoma a cellule transizionali (TCC) delle alte vieurinarie, la maggior parte delle quali sono ascritte a tumor see<strong>di</strong>ngdopo nefroureterectomia laparoscopica o dopo posizionamento<strong>di</strong> nefrostomia <strong>per</strong>cutanea, sono risultate essere semprelocalizzazioni del tessuto sottocutaneo (2). Descriviamo uncaso <strong>di</strong> tumor see<strong>di</strong>ng sulla muscolatura della parete addominaleverificatosi 18 mesi dopo nefroureterectomia laparotomica<strong>per</strong> TCC.Caso Clinico: Donna <strong>di</strong> 63 anni. Sottoposta nel 2002 a nefroureterectomiadestra laparotomica <strong>per</strong> TCC (p T2 G3 M0) inaltra sede e successiva TUR <strong>per</strong> riscontro <strong>di</strong> TCC vescicale (T1G3), BCG trattata. Successivi controlli endoscopici negativi. Lapaziente giunge alla nostra osservazione dopo 18 mesi dall’interventochirurgico <strong>per</strong> riscontro <strong>di</strong> massa palpabile e dolentein parete addominale anteriore destra in corrispondenza dellepregressa incisione chirurgica. TC addome-pelvi con m.d.c.:nella regione del fianco destro, nel contesto della parete addominale,al <strong>di</strong> sopra della cresta iliaca si apprezza neoformazionesolida, a densità eterogenea, del <strong>di</strong>ametro <strong>di</strong> 5 cm circa, nonsecondarismi in organi addominali e toracici. Si procede abiopsia ecoguidata della massa suddetta con riscontro <strong>di</strong> tessutofibroso infiltrato da carcinoma scarsamente <strong>di</strong>fferenziatocompatibile con primitività transizionale. La paziente vienesottoposta a escissione chirurgica della massa della pareteaddominale previa delimitazione ecoguidata della stessa conaghi e ricostituzione della parete addominale con rete in prolene.L’esame istologico ha rilevato la presenza <strong>di</strong> tessuto fibromuscoloa<strong>di</strong>poso<strong>di</strong> 8,5 cm x 6,0 cm x 5,0 cm estesamente infiltratoda carcinoma scarsamente <strong>di</strong>fferenziato morfologicamentecompatibile con TCC. Attualmente è in corso CHT sistemicacon Gemcitabina e Cisplatino. La Tc addome pelvi eseguitaArchivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004; 76, 3, Supplemento 121


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia Oncologicaa 4 mesi dall’intervento non ha evidenziato reci<strong>di</strong>va <strong>di</strong> malattiaa livello della parete addominale ma la comparsa <strong>di</strong> unalocalizzazione metastatica a livello epaticoDiscussione: Metastasi muscolo scheletriche da TCC sonoestremamente rare e solitamente si manifestano in sta<strong>di</strong> avanzati<strong>di</strong> malattia. Nel nostro caso la lesione metastatica era unicae la sua localizzazione al <strong>di</strong> sotto della cicatrice depone <strong>per</strong> untumor see<strong>di</strong>ng post laparotomia chirurgica. Nonostante la prognosisia infausta, come riportato in letteratura (1), <strong>per</strong> la rapidacomparsa <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione metastatica, riteniamo che l’ asportazionechirurgica della lesione sia <strong>di</strong> facile esecuzione e possaevitare complicazioni locali.Bibliografia:1. Nabi G, Gupta NP, Gandhi D. Skeletal muscle metastasis from transitionalcell carcinoma of the urinary bladder: Clinicora<strong>di</strong>ological Features.Clinical Ra<strong>di</strong>ology 2003; 58:8832. Ong AM, Bhayani SB, Pavlovich CP. Trocar site recurrence after laparoscopicnephroureterectomy. J Urol 2003; 170:1301Poster n. 57COME INCREMENTARE LA SPECIFICITÀ DI UNA RETENEURALE PER LA DIAGNOSI DEL TUMORE PROSTATICOBenecchi L., Cantoni F., Prati A., Arnau<strong>di</strong> R., Pastizzaro C.D.,Savino A., Uliano N., Pieri A., Martens D., Potenzoni D.Divisione <strong>di</strong> Urologia, Ospedale <strong>di</strong> Fidenza, ParmaIntroduzione e Obiettivi: L’utilizzo pratico delle reti neurali(ANN: Artificial Neural Networks) in ambito urologico è ancoralimitato rispetto alle potenzialità che tale tipo <strong>di</strong> elaborazione<strong>per</strong>mette. Scopo del nostro stu<strong>di</strong>o è quello <strong>di</strong> valutare seaggiungendo un ulteriore neurone <strong>di</strong> ingresso (il dato dell’esplorazionerettale) si può incrementare l’efficacia <strong>di</strong> una reteneurale basata sul PSA, free PSA, <strong>per</strong>centuale <strong>di</strong> free PSA e sull’età.Meto<strong>di</strong>: Retrospettivamente abbiamo valutato i dati <strong>di</strong> unaserie <strong>di</strong> pazienti sottoposti a dosaggio del PSA, PSA libero ed avisita urologica. Criteri <strong>di</strong> inclusione: età maggiore <strong>di</strong> 45 anni,completamento del <strong>per</strong>corso <strong>di</strong>agnostico urologico proposto.Abbiamo escluso i pazienti in terapia con finasteride o sottopostirecentemente a manovre urologiche. In totale 579pazienti sono risultati eleggibili <strong>per</strong> tale analisi. 362 sono statisottoposti a biopsia o a mapping prostatico (63%). I pazientisono stati randomizzati in 3 gruppi: training group 221pazienti, test group 100 pazienti e validation group 258pazienti. Abbiamo impostato un ANN basato sul “back propagationlearning algorithm” che elaborando i dati presentati aineuroni <strong>di</strong> ingresso, attraverso 6 neuroni nascosti presenta ilrisultato al neurone <strong>di</strong> uscita. Il neurone <strong>di</strong> uscita riporta unnumero che in una scala da 0 ad 1 in<strong>di</strong>ca la “probabilità” <strong>di</strong><strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> tumore della prostata. Il valore ottenuto è statoanalizzato utilizzando la ROC analisi (receiver o<strong>per</strong>ating characteristics).Abbiamo confrontato i risultati ottenuti dall’ANNcon 4 neuroni <strong>di</strong> ingresso (età, PSA, free PSA, <strong>per</strong>centuale <strong>di</strong>free PSA) con quelli ottenuti dall’ANN con 5 neuroni <strong>di</strong>ingresso (età, PSA, free PSA, <strong>per</strong>centuale <strong>di</strong> free PSA, esplorazionerettale).Risultati : dei 579 pazienti l’età me<strong>di</strong>ana è risultata <strong>di</strong> 68,4 anni(range 45-92), il PSA me<strong>di</strong>ano <strong>di</strong> 5,59 ng/ml (range 0,12-63),PSA libero me<strong>di</strong>ano 0,93 ng/ml (range 0,034-6,3). 100pazienti sono risultati affetti da ca prostatico (17,3%). Per la<strong>per</strong>centuale del free PSA l’area sotto la curva ROC è risultata<strong>di</strong> 0,847. Utilizzando l’ANN con 4 neuroni <strong>di</strong> ingresso l’areasotto la curva ROC è risultata <strong>di</strong> 0,860, mentre con 5 neuroni<strong>di</strong> ingresso (aggiungendo il dato dell’esplorazione rettale) si èottenuto il risultato migliore, infatti l’area sotto la curva ROCè pari a 0,893. All’analisi comparata delle aree sotto la curva incorrispondenza del 90% <strong>di</strong> sensibilità abbiamo riscontrato un<strong>di</strong>fferenza statisticamente significativa del risultato ottenuto dalANN con 5 neuroni <strong>di</strong> ingresso rispetto sia alla <strong>per</strong>centuale <strong>di</strong>free PSA (p


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia OncologicaIntroduzione: Descriviamo l’approccio chirurgico conservativo,organ sparing, in un caso <strong>di</strong> neoplasia testicolare bilateralemetacrona.Materiali e Meto<strong>di</strong>: In un paziente <strong>di</strong> anni 27, già sottoposto adorchiectomia destra <strong>per</strong> carcinoma embrionario (sta<strong>di</strong>o clinicoII B), chemioterapia a<strong>di</strong>uvante e linfadenectomia retro<strong>per</strong>itonealebilaterale, veniva riscontrata, a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> 2 anni, unaneoformazione del polo su<strong>per</strong>iore del <strong>di</strong><strong>di</strong>mo su<strong>per</strong>siste <strong>di</strong>circa 2 cm con contestuale incremento dell’AFP (alfa feto proteina).Su richiesta del paziente, dopo averne comprovato ilnormale assetto ormonale, veniva eseguita una orchiectomiaparziale sinistra. La tecnica prevede la enucleo-resezione deltumore, previo clampaggio del funicolo, e multiple biopsie del“letto <strong>di</strong> resezione” <strong>per</strong> esame istologico estemporaneo.Biopsie random del parenchima <strong>di</strong>stale devono essere eseguite<strong>per</strong> escludere la contestuale presenza <strong>di</strong> T.I.N. L’esame istologicodefinitivo riba<strong>di</strong>va la <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> neoplasia maligna acellule germinali a componente mista teratomatosa e del tipocarcinoma embrionario.Risultati: A <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> 12 mesi dall’intervento non è statariscontrata reci<strong>di</strong>va neoplastica, con normalizzazione dell’AFP;il paziente non riferisce <strong>di</strong>sturbi della libido e della potenza epresenta un normale assetto ormonale.Discussione: La chirurgia organ-sparing dei tumori del testicoloè in<strong>di</strong>cata <strong>per</strong> tumori bilaterali, sincroni o metacroni, e <strong>per</strong>quelli insorti in testicolo singolo, purché organo-confinati e <strong>di</strong><strong>di</strong>ametro inferiore a 2,5 cm (1). Tale approccio si propone <strong>di</strong>preservare la fertilità e la qualità <strong>di</strong> vita dei pazienti, altrimentiinficiata dalla deplezione androgenica e dallo stress psicologicodella castrazione. I rischi <strong>di</strong> malattia multifocale e <strong>di</strong> reci<strong>di</strong>valocale impongono una attenta valutazione intrao<strong>per</strong>atoriadel parenchima residuo ed uno stretto follow-up.Bibliografia:1. Heidenreich et al. J Urol 20012. Kirkalli et al. Int J Urol 2001Comunicazioni selezionate N. 60C-REACTIVE PROTEIN: A BIOMARKER OF SURVIVAL INMETASTATIC RENAL CELL CARCINOMA TREATED WITHSUBCUTANEOUS INTERLEUKIN-2-BASED IMMUNOTHE-RAPYCasamassima A. 1 , Picciariello M. 1 , Berar<strong>di</strong>no R. 1 , QuarantaM. 1 , Lorusso V. 2 , Guida M. 21Department of Ex<strong>per</strong>imental Oncology, Laboratory ofImmunology; 2Department of Me<strong>di</strong>cal Oncology, OncologyInstitute, Bari, ItalyIntroduction and Purpose: Renal cell carcinoma (RCC) is the mostprevalent malignancy within the kidney. Metastatic RCC(MRCC) has a poor prognosis with a me<strong>di</strong>an overall survival ofabout one year (1). There is no standard treatment for MRCC.Chemotherapy is generally ineffective and immunotherapybasedregimens are considered of a modest efficacy.Nevertheless, cytokines are the only drugs that have beenshown to induce tumour regression in some patients. á-IFN andIL-2 have been found to induce objective response rates from15% to 20% as monotherapy and are now being investigated ascomponents of combined regimens (2, 3). In our Institution weanalysed a panel of pre-treatment bio-humoral and clinical factorsto verify their pre<strong>di</strong>ctive impact on survival and clinicalresponse of patients affected by MRCC treated with three <strong>di</strong>fferentregimens inclu<strong>di</strong>ng low dose subcutaneous IL-2.Methods: A total of 110 patients treated at the OncologyInstitute of Bari, Italy from 1992 until 2002, were analysed.Three <strong>di</strong>fferent therapeutic regimens IL-2-based were used.Pre-treatment total lymphocytes, lactate dehydrogenase(LDH), erytrose<strong>di</strong>mentation rate (ESR), albumin, C-reactiveprotein (CRP), and fibrinogen were analysed. Moreover, clinicalparameters (<strong>per</strong>formance status, age, sex, prior nephrectomy,number of metastatic sites, <strong>di</strong>sease site, and <strong>di</strong>sease freeinterval from nephrectomy to metastatic <strong>di</strong>sease (DFI)) wereconsidered.Results: The me<strong>di</strong>an survival of all patients was 12 months (33months for PR+CR, 14 months for SD, 7 months for PRO).Overall response was 24% PR+CR, 37% SD and 39% PRO. Inunivariate analysis, a good ECOG PS (P=0.0000), prior nephrectomy(P=0.0001), DFI longer than 12 months (P=0.0003),bone <strong>di</strong>sease site (P=0.0013), low number of metastatic site(P=0.0449), normal albumin levels (P=0.0001), low/normalfibrinogen levels (P=0.0140) and low/normal LDH levels(P=0.0430) were related to a better survival. In a final multivariateanalysis only CRP (P=0.002; Hazard Ratio=4.12; IC 95%1.68 – 10.15) and DFI (P=0.0497; Hazard Ratio=0.44; IC 95%0.20 – 0.99) were found to have an independent role on survival.When we correlated clinical and bio-humoral factorsonly CRP was found correlated with DFI (P=0.021) and priornephrectomy (P=0.041). When we carried out a multivariateanalysis considering CRP as continuous variable, we confirme<strong>di</strong>ts strong impact on survival (P=0.0003; HR = 1.1 and IC 95%HR 1.04-1.15).Conclusions: Our data confirm that some clinical and biohumoralfactors may be strongly related to survival in MRCCpatients. The interesting new aspect emerging from this studyis the prognostic value of the basal levels of CRP and fibrinogen,which seem to be <strong>di</strong>scriminating factors between a goodor bad prognosis. Particularly, in the multivariate analysis CRPresulted the most important independent prognostic factorableof survival.References:1. Bleumer I, et al. Immonotherapy for renal cell carcinoma. Eur Urol 2003;44:652. Negrier S, et al. Recombinant human inteleukin-2, recombinant humaninterferon alfa-2a or both in metastatic renal cell carcinoma. N Engl J Med1998; 333:12723. Atzpo<strong>di</strong>en J, et al. Thirteen-year, long-term efficacy of Interferon 2a andInterleukin-2-based home therapy in pazients with advanced renal cell carcinoma.Cancer 2002; 95:1045Poster n. 61TRATTAMENTO DEL CARCINOMA PROSTATICO LOCA-LIZZATO CON HIFU: 3 ANNI DI ESPERIENZATasso M., Volpe A., Varvello F., Ferrando U.S.C. Urologia 3, A.S.O. S. Giovanni Battista (Molinette), TorinoIntroduzione: La termoablazione con ultrasuoni focalizzati adalta frequenza è una opzione terapeutica <strong>di</strong> crescente interessenel trattamento del carcinoma prostatico localizzato in pazientiche rifiutano o <strong>per</strong> i quali non è in<strong>di</strong>cata la terapia chirurgicatra<strong>di</strong>zionale.Materiali e Meto<strong>di</strong>: Le in<strong>di</strong>cazioni al trattamento sono state: sta<strong>di</strong>oclinico cT1-2 N0 M0, PSA 70 anni, volumeghiandolare


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia OncologicaConclusioni: Il trattamento HIFU nel carcinoma prostaticolocalizzato è una valida alternativa alla chirurgia e alla ra<strong>di</strong>oterapiain pazienti che rifiutano o che non sono eleggibili <strong>per</strong>l’intervento tra<strong>di</strong>zionale. E’ un intervento ben tollerato daipazienti, con accettabili effetti collaterali, comporta un brevericovero e non pregiu<strong>di</strong>ca la possibilità <strong>di</strong> eseguire successiveterapie in caso <strong>di</strong> insuccesso.Comunicazioni n. 62IL SINERGISMO FAS-CELECOXIB POTENZIA L’EFFETTOAPOPTOTICO DELL’INIBIZIONE DELLA CICLOOSSIGE-NASI-2 NELLE LINEE CELLULARI ORMONO-SENSIBILIED ORMONO-REFRATTARIE DI CARCINOMA PROSTATI-CORinal<strong>di</strong> L. 1 , Catalano A. 2 , Milanese G. 1 , Faronato M. 1 ,Procopio A. 2 , Muzzonigro G. 11Clinica Urologica e Dottorato <strong>di</strong> Oncologia Urologia;2Dipartimento Patologia Molecolare e Terapie Innovative,Università Politecnica delle Marche, AnconaIntroduzione: L’inibitore della cicloossigenasi <strong>di</strong> tipo 2 (COX-2)celecoxib, viene attualmente proposto nella chemioprevenzione<strong>di</strong> varie forme <strong>di</strong> cancro, grazie alla sua capacità <strong>di</strong> sensibilizzarele cellule tumorali agli stimoli apoptotici. Tuttavia nonsono stati ancora ben in<strong>di</strong>viduati i meccanismi che a seguitodell’inibizione del COX-2 inducono all’apoptosi. Abbiamovalutato l’azione antitumorale del celecoxib su due linee cellulari,PC-3 e LNCaP (ormono-resistente ed ormono-sensibile),che costitutivamente esprimono COX-2, e abbiamo valutatocontemporaneamente l’espressione <strong>di</strong> Fas, proteina dellasu<strong>per</strong>ficie cellulare espressa dalle cellule in apoptosi.Materiali e Meto<strong>di</strong>: La vitalità cellulare delle due linee cellulariPC3 e LNCaP è stata valutata a dosi crescenti <strong>di</strong> farmaco (6,7,10, 12,5 e 20 g) e a <strong>di</strong>versi tempi <strong>di</strong> coltura (3, 6, 19 e 24 ore;26g <strong>di</strong> celecoxib) attraverso conta con trypan-blue. L’effettoapoptotico è stato valutato attraverso colorazione con Hoechst33342. Saggi <strong>di</strong> sinergismo celecoxib-FasL sono stati eseguitiaggiungendo alle colture con celecoxib il ligando <strong>per</strong> il Fas(FasL, clone CH-11). L’analisi con RT-PCR è stata utilizzata <strong>per</strong>valutare gli effetti dell’apoptosi indotta dall’inibizione <strong>di</strong> COX-2 (Akt e Blc-2). Attraverso RT-PCR e Western blotting è statavalutata l’espressione genica e proteica del Fas.Risultati: Il trattamento con celecoxib determinava una riduzionesignificativa della crescita cellulare sia <strong>di</strong> PC3, sia <strong>di</strong>LNCaP in maniera tempo e dose <strong>di</strong>pendente. Contemporaneamentesi osservava un significativo aumento dell’apoptosi.La correlazione tra riduzione della crescita cellulare e incrementodell’apoptosi risultava alta. Il celecoxib determinava unsignificativo aumento dei livelli <strong>di</strong> espressione <strong>di</strong> Fas nellelinee cellulari trattate rispetto ai controlli, ma non <strong>di</strong> akt e bcl-2. Il celecoxib da solo induceva un aumento dell’apoptosisignificativamente maggiore rispetto al FasL da solo. L’aggiunta<strong>di</strong> FasL al celecoxib induceva un incremento significativo dell’apoptosi,sia rispetto al FasL solo, sia rispetto al celecoxibsolo, sia rispetto al controllo in entrambe le linee cellulari. Ilsinergismo FasL-celecoxib determinava una riduzionedell’IC50 del celecoxib.Conclusioni: Questo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong>mostra <strong>per</strong> la prima volta che ilcelecoxib è coinvolto nell’induzione dell’apoptosi cellulareattraverso il sistema Fas, sistema appartenente alla famiglia delTNF. Questo risultato implica una possibile interazione tra lavia degli enzimi COX-2 ed il sistema immunitario sia nellelinee cellulari <strong>di</strong> carcinoma prostatico ormono-sensibile, sia inquelle ormono-insensibili. La simile risposta apoptotica al trattamentocon celecoxib riscontrata nelle linee cellulari PC-3 eLNCaP suggerisce il razionale <strong>per</strong> l’impiego in vivo <strong>di</strong> questofarmaco non solo a scopo preventivo, ma anche nella terapiadelle forme ormono-insensibili. Il <strong>di</strong>mostrato sinergismo Fascelecoxibed il conseguente potenziato effetto apoptotico chene risulta aprono la strada a futuri stu<strong>di</strong> sul possibile effettoimmunostimolante del celecoxib nella terapia del carcinomaprostatico.Bibliografia:1. Song X et al. Cyclooxygenase-2, player or spectator in cyclooxygenase-2inhibitor-induced apoptosis in prostate cancer cells. J Natl Cancer Inst 2002;94:585Comunicazioni selezionate N. 63ANGIOGENESIS AS PROGNOSTIC FACTOR IN SMALLRENAL TUMORSMinar<strong>di</strong> D. 1 , Lucarini G. 2 , Mazzucchelli R. 3 , Natali D. 2 ,Milanese G. 1 , Galosi A.B. 1 , Montironi R. 3 , Biagini G. 2 ,Muzzonigro G. 11Institute of Urology; 2 Institute of Morphology-Histology; 3 Instituteof Pathology, Polytechnic University of the Marche Region Me<strong>di</strong>calSchool, Ancona, ItalyIntroduction: Angiogenesis is a critical step in the growth, invasiveprogression and metastatic spread of solid tumors and ithas been correlated with prognosis in patients with carcinomas,and significant <strong>di</strong>fferences in vascular pattern have beenobserved between benign and malignant lesions. VEGF is themost potent growth factor of tumor vasculature, has beenshown to be up-regulated in every tumor stu<strong>di</strong>ed thus far, an<strong>di</strong>s correlated with tumor stage and progression. Microvesseldensity (MVD) is correlated with advanced pathological fin<strong>di</strong>ngsand poor clinical outcome in various cancer. VEGF triggersendothelial cell proliferation by bin<strong>di</strong>ng to tyrosine kinasereceptors, termed VEGFR-1 (Flt-1) and VEGFR-2 (Flk-1), ina paracrine fashion. Nephron-sparing surgery has been establishedas the method of necessity for solid and localizedtumors in a solitary kidney, for bilateral tumors, or if chronicrenal failure is present or might happen. The objective of ourstudy was to investigate VE-GF, MVD and FLK-1 immunohistochemicalexpression in a large series of small conventionalclear cell renal carcinomas treated by enucleation and to assessthe prognostic value of their expression in terms of patientssurvival in a long follow-up.Methods: Study endpoints were overall survival and <strong>di</strong>seasefree<strong>per</strong>iod, which were measured from the date of surgery.Forty-eight conventional renal cell carcinoma were retrospectivelyselected among those o<strong>per</strong>ated on at our Institute between1987 and 2000. We selected only cases of RCC in which enucleationwas <strong>per</strong>formed. The following parameters were consideredwhen evaluating the cases: patient sex and age, side(right or left kidney), <strong>di</strong>ameter and gra<strong>di</strong>ng of the tumor, <strong>di</strong>seasefree interval, patient survival; tumor gra<strong>di</strong>ng has beenclassified in accor<strong>di</strong>ng to Fuhrman gra<strong>di</strong>ng. All the consideredparameters have been correlated with VEGF, MVD and FLK-1expression. Disease free interval was defined as no evidence ofrecurrence and/or metastasis at the time of the last follow-up.Results. No statistically significant <strong>di</strong>fferences were observed forage and tumour size between the 4 gra<strong>di</strong>ng groups. The <strong>di</strong>stributionof the intensity of staining for VEGF was significantly<strong>di</strong>fferent when considering the Fuhrman gra<strong>di</strong>ng groups; inparticular, grouping together the patients with a Fuhrmangrade III and IV, it was possible to observe that they showed anhigher intensity of staining than patients belonging to grade Iand II. The <strong>di</strong>fference of VEGF staining between patientsbelonging to grade I and II was non significant. The me<strong>di</strong>anMVD count wasn’t <strong>di</strong>fferent between the 4 gra<strong>di</strong>ng groups, aswell as <strong>di</strong>stribution of VEGF staining and FLK1 <strong>per</strong>centage ofthe staining. Analysing the <strong>di</strong>stribution of FLK1 intensity of24Archivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004; 76, 3, Supplemento 1


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia Oncologicastaining in the 4 tumour grade groups, resulted a significanthigher <strong>per</strong>centage of moderate and strong staining in G3 andG4. By the analysis of patients survival in relation to the <strong>di</strong>fferentconsidered factors, only Fuhrman gra<strong>di</strong>ng determined asignificant incidence on survival, i.e. patients with grade 1renal cell cancer showed a 100% survival rate for the consideredfollow-up, grade 2 showed a 89.7% survival rate, grade 3and 4 showed 50% survival rate. The increased intensity ofexpression of VEGF resulted to be significantly associated witha reduced patient survival. Neither VEGF staining nor FLK1staining extension or intensity of staining resulted in <strong>di</strong>fferentsurvival rate. At univariate analysis only grade resulted pre<strong>di</strong>ctivefactor of survival. Grouping gra<strong>di</strong>ng arbitrarily in low(G1-2) and high grade (G3-4), we observed that high gradegroup had higher staining of both VEGF and FLK1 comparedwith low grade group; the other parameters considered (age,size, MVD, FLK1 extension) were not significantly <strong>di</strong>fferent.Plotting the Kaplan-Meier survival curves, the low and highgra<strong>di</strong>ng groups (G1-2 vs G3-4) confirmed that there was a <strong>di</strong>fferentimpact on survival (p = 0.009).Conclusion: On the basis of this observation, G1 and G2Fuhrman grade could (can) be considered at low risk, whileG3 and G4 can be considered at high risk for tumor progressionand patient survival. Further stu<strong>di</strong>es in this sense are inprogress to better define early markers of renal cancer cellstestifying an initial vascular invasion.Comunicazioni n. 64ESPRESSIONE E SIGNIFICATO FUNZIONALE DEL SISTE-MA CD40-CD154 NEL CARCINOMA DI CELLULE RENA-LI: STUDIO IN 24 PAZIENTIVolpe A. 1 , Bussolati B. 2 , Graziano M.E. 1 , Camussi G. 2 ,Ferrando U. 11S.C. Urologia 3 D.O.; 2 Laboratorio <strong>di</strong> Immunopatologia Renale,Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Interna e Centro Ricerca Me<strong>di</strong>cinaS<strong>per</strong>imentale, A.S.O. S. Giovanni Battista Molinette, TorinoIntroduzione. Negli ultimi anni sempre maggiore attenzione èstata rivolta alla comprensione dei meccanismi molecolari chesono responsabili del comportamento biologico dei tumorirenali. Nelle cellule neoplastiche il legame tra CD154 ed il suorecettore CD40, una glicoproteina transmembrana dellasu<strong>per</strong>famiglia del TNF, è capace <strong>di</strong> trasmettere segnali cheregolano risposte cellulari <strong>di</strong>fferenti, che vanno dalla proliferazionee <strong>di</strong>fferenziazione all’arresto della crescita ed all’apoptosi.In questo lavoro abbiamo voluto analizzare l’espressione e<strong>di</strong>l significato funzionale del sistema CD40-CD154 nel carcinoma<strong>di</strong> cellule renali (RCC).Materiali e Meto<strong>di</strong>. Abbiamo stu<strong>di</strong>ato 24 colture cellulari derivateda carcinomi renali a cellule chiare asportati me<strong>di</strong>antenefrectomia ra<strong>di</strong>cale presso la nostra <strong>di</strong>visione negli anni2000-2001. Sono stati eseguiti stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> immunofluorescenza,analisi Western blot, test <strong>di</strong> proliferazione, <strong>di</strong> apoptosi e <strong>di</strong>migrazione cellulare in vitro.Risultati. Abbiamo osservato la coespressione <strong>di</strong> CD40 eCD154 nella maggior parte delle linee cellulari <strong>di</strong> RCC.L’espressione del CD154, ma non quella del CD40, è risultatasignificativamente correlata allo sta<strong>di</strong>o ed al grado tumorale. Illegame del CD40 al CD154 non ha provocato effetti né sull’apoptosiné sulla sopravvivenza delle cellule tumorali. Al contrarioil CD154 si è <strong>di</strong>mostrato in grado <strong>di</strong> stimolare la proliferazionedelle cellule <strong>di</strong> RCC, la loro mobilità e la produzione<strong>di</strong> PAF, un fosfolipide me<strong>di</strong>atore dell’infiammazione dotato<strong>di</strong> proprietà angiogenetiche. Il PAF sintetizzato dopo stimolazioneda parte del CD154 è apparso avere un importante ruolonell’induzione della mobilità delle cellule <strong>di</strong> RCC.Conclusioni. I risultati da noi ottenuti in<strong>di</strong>cano che il CD154 èfunzionalmente espresso nel RCC, correla con lo sta<strong>di</strong>o ed ilgrado tumorale ed è in grado <strong>di</strong> stimolare la proliferazione e lamigrazione cellulare. Questo stu<strong>di</strong>o identifica quin<strong>di</strong> nuove proprietàfunzionali del CD154, potenzialmente rilevanti <strong>per</strong> la crescitae la <strong>di</strong>sseminazione delle cellule <strong>di</strong> carcinoma renale.Poster n. 65PTTA/HIFU DELLA RECIDIVA LOCALE SU ANASTOMOSIDOPO PROSTATECTOMIA RADICALE RETROPUBICA:NOSTRA ESPERIENZATasso M., Volpe A., Varvello F., Ferrando U.S.C. Urologia 3 Dott. U. Ferrando, San Giovanni Battista, TorinoIntroduzione: Le opzioni terapeutiche <strong>per</strong> il trattamento dellareci<strong>di</strong>va locale <strong>di</strong> malattia dopo prostatectomia ra<strong>di</strong>cale consistonoclassicamente nella ra<strong>di</strong>oterapia esterna e nella terapiaormonale.Meto<strong>di</strong>: Tra il luglio 2002 ed il <strong>di</strong>cembre 2003 abbiamo eseguito8 trattamenti HIFU con sistema Ablatherm <strong>per</strong> reci<strong>di</strong>va locale<strong>di</strong> malattia dopo 18-72 mesi dalla prostatectomia ra<strong>di</strong>cale.La reci<strong>di</strong>va è sempre stata confermata istologicamente conbiopsia transrettale ecoguidata. L’assenza <strong>di</strong> altre localizzazionimetastatiche è stata confermata me<strong>di</strong>ante l’esecuzione <strong>di</strong> PET escintigrafia ossea total body. Il trattamento è stato effettuato <strong>per</strong>via transrettale in anestesia spinale e dopo l’inserimento <strong>di</strong> uncatetere uretrale invece che sovrapubico come normalmenteavviene nei trattamenti HIFU tra<strong>di</strong>zionali.Risultati: Il numero me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> lesioni HIFU in<strong>di</strong>rizzate sullalesione è stato 164. I pazienti sono stati <strong>tutti</strong> <strong>di</strong>messi in primagiornata ed il catetere uretrale è stato rimosso me<strong>di</strong>amentedopo 4 giorni. Il PSA na<strong>di</strong>r me<strong>di</strong>ano è stato 0,1 ng/ml. Con unfollow-up me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> 13,6 mesi, il PSA me<strong>di</strong>o è 0.4 (0.01-0.9).Le biopsie della zona anastomotica eseguite in 4 casi a 6 mesidal trattamento sono risultate negative. Non è stata evidenziataalcuna complicanza intra o post-o<strong>per</strong>atoria.Conclusioni: Il trattamento HIFU si propone come meto<strong>di</strong>caefficace e sicura <strong>per</strong> il trattamento della reci<strong>di</strong>va locale <strong>di</strong> adenocarcinomaprostatico dopo prostatectomia ra<strong>di</strong>cale. Essoviene eseguito in una sola seduta, è ben tollerato dal paziente epresenta minore morbilità rispetto alla ra<strong>di</strong>oterapia esterna.Comunicazioni selezionate N. 66A PROPOSITO DI 225 CASI DI NEPHRON SPARING SUR-GERY, RIVALUTAZIONE ANALISI MATEMATICA E PRO-SPETTIVEMicheli E. 1 , Zanar<strong>di</strong> G. 1 , Ranieri A. 1 , Deiana G. 1 , BelussiD. 1 , Pianezza O. 1 , Lembo A. 1 , Perna A. 2 , Dimitrov B. 21U.O. Urologia Ospedali Riuniti <strong>di</strong> Bergamo; 2 Istituto <strong>di</strong> Ricerca edAnalisi Statistiche Mario Negri, Villa Camozzi sede <strong>di</strong> Ranica,BergamoIntroduzione e Obiettivi: La nephron sparing surgery si sta sempre piùaffermando come trattamento efficace nella cura dei tumori parenchimalidel rene <strong>di</strong> ridotte <strong>di</strong>mensioni. La sopravvivenza a lungo termineè paragonabile a quella della nefrectomia ra<strong>di</strong>cale; con un tasso<strong>di</strong> reci<strong>di</strong>va locale basso.La multifocalità, le <strong>di</strong>mensioni del tumore ela localizzazione sempre hanno con<strong>di</strong>zionato la scelta dell’approcciochirurgico. Abbiamo rivalutato la nostra casistica o<strong>per</strong>atoria ed analizzatoi risultati in collaborazione con un istituto statistico.Meto<strong>di</strong>: Dal 1988 al 2002, 225 pazienti con età me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 59 anni(range.28-86) sono stati sottoposti ad enucloresezione <strong>di</strong> neoformazionerenale. È stato eseguito un intervento <strong>di</strong> elezione in 186pz e <strong>di</strong> necessità in 39 pz. Il <strong>di</strong>ametro TC delle lesioni era compresotra 10 mm e 86 mm. In 18 casi il tumore si presentava conlocalizzazione centro- renale. L’intervento ha richiesto l’utilizzodella tecnica in ischemia calda in 143 pazienti, ischemia fredda inArchivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004; 76, 3, Supplemento 125


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia Oncologica18 pz e nussun tipo <strong>di</strong> ischemia in 64 pz.. Il tempo me<strong>di</strong>o <strong>di</strong>ischemia è stato <strong>di</strong> 15 minuti (min. 3-max. 58).Risultati: Su 225 pazienti trattati 15 hanno presentato lesioni acarattere benigno (angiomiolipomi, oncocitomi, cisti). 6 pazientisu 210 con carcinoma renale sono deceduti, <strong>di</strong> questi 5 <strong>per</strong>progressione della malattia ed 1 <strong>per</strong> cause <strong>di</strong>verse. 2 pazientisono stati successivamente sottoposti a nefrectomia <strong>per</strong> reci<strong>di</strong>valocale.Conclusioni: La nostra casistica si presenta come una delle piùampie a livello internazionale <strong>per</strong> singola Unità O<strong>per</strong>ativa <strong>di</strong>Urologia. L’analisi matematica e statistica dei dati raccolti evidenziauna significativa correlazione tra <strong>di</strong>ametro TC e <strong>di</strong>ametropatologico atteso. All’aumento delle <strong>di</strong>mensioni della neoplasia(> 4 cm) sembra corrispondere un rischio maggiore <strong>di</strong> infiltrazionedel grasso <strong>per</strong>irenale, anche se non è stata raggiunta unapiena significatività statistica. I confortanti risultati in termini <strong>di</strong>sopravvivenza non sembrano porre limiti a questa tecnica chirurgica,le <strong>di</strong>mensioni (> <strong>di</strong> 4 cm) e la localizzazione non costituisconopiù una controin<strong>di</strong>cazione assoluta al trattamento conservativo.Bibliografia:1. Kinouchi T, et al . Cancer 1999; 86:23312. Schlichter A, et al. Eur Urol 2000; 37:5173. Wunderlich H, et al. Urol Int 2000; 63:1604. Novic C, et al. J Urol 1998; 159:11565. Novic C, et al. Brithish Journal of Urology 1998; 82 321-3246. George A, et al. J Surgical Oncology 1999; 72:1567. Schlichter A, et al. Eur Urol 2000; 5:5178. AMR F, et al. J Urol 2000; 163:4429. GonCalves PD, et al. J Urol 2004;172:47010. Marszalek M, et al. Urol 2004;64:3811. Best S, at al. Urol 2004; 64:2212. Van Poppel, at al. Curr Opin Urol 2004; 14:22713. Duffey BG, at al. J Urol 2004; 172: 63Comunicazioni n. 67METASTATIC HORMONE-REFRACTORY PROSTATE CAR-CINOMA: THE ROLE OF THE ANTITUMORAL MEDICALTHERAPYProcopio G. 1 , Bajetta E. 1 , De Dosso S. 1 , Ricotta R. 1 , DellaTorre S. 1 , Catena L. 1 , Verzoni E. 1 , Bianchini G. 1 , PedalinoM. 2 , Reggio M. 21Unità O<strong>per</strong>ativa <strong>di</strong> Oncologia Me<strong>di</strong>ca 2, Istituto <strong>Nazionale</strong> <strong>per</strong> loStu<strong>di</strong>o e la Cura dei Tumori <strong>di</strong> Milano; 2 Clinica Urologica I,Ospedale S. Marta, S. Venera <strong>di</strong> Acireale, ItalyBackground: The androgen blockade remains the critical therapeuticoption for the treatment of advanced stage prostate cancer.However, after an initial response, most of the prostatecancers become androgen-independent and progress further,with a fatal outcome. The options for the treatment of hormone-refractory<strong>di</strong>sease include supportive-care or chemotherapy.Novel treatment regimens for androgen-independentprostate cancer are necessary because currently availableapproaches have not been shown to improve survival.Methods: From December 2002 to March 2004, 40 patients withprostate carcinoma were treated in our department of Me<strong>di</strong>calOncology. The mean age of patients was 68 years (range 51-80),the mean Gleason Score was 7 (4+3) and the basal PSA had amean value of 180 ng/mL (range 0-3495). All patients had a good<strong>per</strong>formance status (ECOG 0-1). The previous treatments weresurgery alone (2 pts), ra<strong>di</strong>otherapy alone (2 pts), surgery and hormonotherapy(4 pts), ra<strong>di</strong>o- and hormonotherapy (5 pts), hormonaltherapy alone (11 pts) and all these three therapies (9 pts);of these 33 pretreated patients, 31 had a progressive <strong>di</strong>sease afterhormonal therapy and antiandrogen withdrawl. 38 patients had ametastatic <strong>di</strong>sease: the most frequent site of relapse was bone (34pts); only 1 patient was free of <strong>di</strong>sease and in another one the progressionwas documented only by biochemical failure.Treatment Plan: 28 patients were treated by chemotherapy, withmithoxantrone and prednisone (22 pts) or weekly docetaxel (6patients); of all them, 13 underwent a methabolic ra<strong>di</strong>otherapybefore or after chemioterapy.Results: The most common Grade 2 toxicities were neutropenia, fatigue,nausea and emesis in 18% 40%, 25% and 12% of patientsrespectively. Grade 3-4 toxicities were haematological (anemia andneutropenia in 30% of pts). Of all 28 chemotherapy-treatedpatients, 6 had a biochemical response, 2 had an objective partialresponse and 3 had an objective stabilization of the <strong>di</strong>sease; 10 pts(30%) had an improvement of the <strong>di</strong>sease-related symptoms.Conclusions: Chemotherapy in metastatic hormone refractoryprostate cancer is feasible. It’s evident the palliative role of chemotherapyin pts with symptomatic hormone-refractory <strong>di</strong>seasebut in advanced stages it doesn’t alter the natural history ofthe <strong>di</strong>sease. Chemotherapy could have a potential role in theearlier stages of prostate cancer.References:1. Tannock IF, Osoba D, Stockler MR, Ernst DS, Neville AJ, Moore MJ,Armitage GR, Wilson JJ, Venner PM, Coppin CM, Murphy KC.Chemotherapy with mitoxantrone plus prednicone or prednisone alone forsymptomatic hormone-resistant prostate cancer: a Cana<strong>di</strong>an randomizedtrial with palliative end points. J Clin Oncol 1996; 14:17562. Sweeney CJ, Monaco FJ, Jung SH, Wasielewski MJ, Picus J, Ansari RH,Dugan WM, Einhorn LH. A phase II Hoosier Oncology Group study ofvinorelbine and estramustine phosphate in hormone-refractory prostate cancer.Ann Oncol 2002; 13:4353. Samelis GF, Skarlos D, Bafaloukos D, Kosmi<strong>di</strong>s P, Anagnostopoulos A,Aravantino G, Dimopoulos MA. The combination of estarmustine and mitoxantronein hormone-refractory prostate cancer: a phase II feasibility study conductedby the Hellenic Coo<strong>per</strong>ative Oncology Group. Urology 2003; 61:12114. Ferrero J, Berdah JF, Chamorey E, Oudard S, Dides S, Lesbats G,Cavaglione G, Nouyrigat P, Foa C, Guillet P, Kaphan R. A combination docetaxel-capecitabinein patients (pts) with hormone refractory advancedprostate cancer. 2004 ASCO Annual Meeting. Abstract No: 46245. Eisenberger MA, De Wit R, Berry W, Bodrogi I, Pluzanska A, Chi K,Oudard S, Christine T, James N, TannockI. A multicenter phase III comparisonof docetaxel (D) + prednisone (P) and mitoxantrone (MTZ) + P inpatients with hormone-refractory prostate cancer (HRPC). 2004 ASCOAnnual Meeting. Abstract No: 4Poster n. 68PANCREATITE ACUTA NECROTIZZANTE CON ESITOLETALE INDOTTA DA LANREOTIDE IN UN PAZIENTE CONCARCINOMA DI PROSTATA ORMONOREFRATTARIO: ILPRIMO CASE REPORT DELLA LETTERATURAPalazzo S., Battaglia M., Ditonno P., Bettocchi C., RicapitoV., Garofalo L., Selvaggi F.PDipartimento dell’Emergenza e dei Trapianti <strong>di</strong> Organi, Università<strong>di</strong> BariIntroduzione: Gli analoghi della somatostatina sono stati utilizzatirecentemente nel trattamento del carcinoma <strong>di</strong> prostataormonorefrattario con risultati contrastanti. Il Lanreotide è unaformulazione a lento rilascio la cui somministrazione è associataa dolore nella sede <strong>di</strong> iniezione e a <strong>di</strong>sturbi gastro-intestinali(dolore addominale, nausea, vomito e colelitiasi). Esisteevidenza che la somatostatina e i suoi analoghi possano causareun aumento della pressione basale e della contrattilità dellosfintere <strong>di</strong> Od<strong>di</strong>, me<strong>di</strong>ante un’azione <strong>di</strong>retta sullo sfinteremuscolare liscio ed inibendo il rilascio <strong>di</strong> ormoni deputati alrilassamento dello stesso (1-2).Meto<strong>di</strong> e risultati: D.F. è un paziente <strong>di</strong> 76 anni con carcinoma <strong>di</strong>26Archivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004; 76, 3, Supplemento 1


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia Oncologicaprostata clinicamente localizzato e sottoposto a prostatectomiara<strong>di</strong>cale nel 1996 dopo un ciclo <strong>di</strong> tre mesi <strong>di</strong> terapia neoa<strong>di</strong>uvante.L’esame istologico rileva la presenza <strong>di</strong> una neoplasia scarsamente<strong>di</strong>fferenziata (gleason 9) con estesi fenomeni <strong>di</strong> apoptosilegati al trattamento ormonale e con foci <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenziazioneneuroendocrina infiltranti i margini <strong>di</strong> resezione chirurgica. Duemesi dopo la chirurgia <strong>per</strong> progressione biochimica (PSA:0.61)viene sottoposto prima a ra<strong>di</strong>oterapia e poi a blocco androgenicototale. Dopo ulteriore reci<strong>di</strong>va biochimica e clinica viene sottopostoprima a sei cicli <strong>di</strong> chemioterapia con mitoxantronesenza benefici clinici, e poi ad un trattamento con Lanreotide 30mg ogni 28 giorni in associazione a 4 mg <strong>di</strong> metilprednisolone.La scelta deriva dal rilievo <strong>di</strong> una forte <strong>di</strong>fferenziazione in sensoneuroendocrino del tumore <strong>di</strong>mostrata con meto<strong>di</strong> immunoistochimicial momento dell’esame istologico e dagli alti livelli sierici<strong>di</strong> cromogranina A (180 ng/ml) dosati prima dell’inizio dellasomministrazione <strong>di</strong> Lanreotide. Dopo un mese il PSA presentaun decremento da 500 a 158 ng/ml e le localizzazioni ossee epolmonari si riducono <strong>di</strong> numero e <strong>di</strong> volume. I tests <strong>di</strong> laboratorioappaiono <strong>tutti</strong> nella norma ad eccezione della glicemia (130mg/dl). Dopo 12 ore dalla seconda somministrazione delLanreotide il paziente presenta un violento dolore addominale abarra associato a <strong>di</strong>arrea <strong>per</strong> i quali viene imme<strong>di</strong>atamente ospedalizzato.Gli esami ematochimici mostrano alti livelli <strong>di</strong> lipasi eamilasi (rispettivamente 1000UI/l e 643 UI/l). La TAC addome<strong>di</strong>mostra un aumento <strong>di</strong>somogeneo <strong>di</strong> volume del pancreas concoinvolgimento dei visceri vicini. Il paziente muore dopo 36 oree l’autopsia eseguita dopo la morte conferma trattarsi <strong>di</strong> pancreatiteacuta necrotizzante.Conclusioni: L’efficacia degli analoghi della somatostatina nel trattamentodel tumore <strong>di</strong> prostata ormono-refrattario è ancoraoggetto <strong>di</strong> indagine. Noi abbiamo descritto una complicazioneletale derivante da questo trattamento verosimilmente dovuta aduno spasmo dello sfintere <strong>di</strong> Od<strong>di</strong> e successiva attivazione intrapancreaticadegli enzimi proteolitici. Riteniamo, quin<strong>di</strong>, utile unaccurato monitoraggio degli enzimi pancreatici sierici in corso <strong>di</strong>trattamento con analoghi della somotostatina a lento rilascio.Bibliografia:1. Gradon JD, Schulman RH, Chapnick EK, Sepkowitz DV. Octreotideinduced acute pancreatitis in a patient with acquired immunodeficiencysyndrome. South Med Journal 1991; 84:14102. Velosy B, Madacsy L, Szepes A, Pavics L, Csernay L, Lonovics J. Theeffects of somatostatin and octreotide on the human sphincter of Od<strong>di</strong>. EurJ Gastroenterol Hepatol 1999; 11:897Poster n. 69TERMOCHEMIOTERAPIA ENDOCAVITARIA (SYNERGOSYSTEM) CON MITOMICINA C NEL TRATTAMENTO DEITUMORI VESCICALI SUPERFICIALI PLURIRECIDIVI(DATI PRELIMINARI)Lancini V., Cretarola E., Conti G.Divisione <strong>di</strong> Urologia e Andrologia, Ospedale S. AnnaIntroduzione: Scopo del lavoro è valutare la possibilità <strong>di</strong> unnuovo trattamento endovescicale con termochemioterapia(Synergo System) con Mitomicina C in pazienti affetti da TCCvescicale su<strong>per</strong>ficiali plurireci<strong>di</strong>vi già sottoposti in precedenzaa trattamenti endocavitari con BCG, Epirubicina e MitomicinaC. Vengono presentati i dati preliminari della meto<strong>di</strong>ca.Meto<strong>di</strong>: Il sistema Synergo è basato su un catetere munito <strong>di</strong> 3antenne a ra<strong>di</strong>ofrequenza che viene posizionato all’interno dellavescica, l’emissione <strong>di</strong> microonde porta a un riscaldamento controllatoe costante delle pareti vescicale (42 C) mentre un sistema<strong>di</strong> raffreddamento evita un riscaldamento indesiderato del liquido(circolazione continua). Sono stati utilizzati 2 schemi terapeutici:profilattico da utilizzarsi nei Tcc vescicali plurireci<strong>di</strong>viTa-T1 G1, G2 e G3 con l’intento <strong>di</strong> prevenire reci<strong>di</strong>ve ed Ablativonei TCC plurifocali estesi, in pazienti che non possono essere sottopostia TUR-B o con residui <strong>di</strong> malattia in vescica al controllocistoscopico pre trattamento (da eseguirsi sempre prima <strong>di</strong> ogniciclo). Lo schema profilattico consiste nel sottoporre il pz ad untrattamento Synergo alla settimana <strong>per</strong> 6 settimane alla dose <strong>di</strong> 40mg in 2 emi<strong>per</strong>io<strong>di</strong> <strong>di</strong> 30’ ciascuno, in caso <strong>di</strong> cistoscopia e citologiaurinaria negativa a tre mesi dalla TUR si procede a trattamento<strong>di</strong> mantenimento (un applicazione ogni 6 settimane <strong>per</strong> 1anno). Nell’ablativo si esegue 1 Synergo alla settimana <strong>per</strong> 4 settimane(dosaggio 40 mg + 40 mg), successiva cistoscopia <strong>di</strong> controllo,se negativa, si ripete 1 instillazione 1 volta alla settimana<strong>per</strong> 4 settimane e poi una ogni 6 settimane <strong>per</strong> 1 anno ad undosaggio <strong>di</strong> 20 mg + 20 mg.Risultati: Dall’ottobre 2003 al giugno 2004 sono stati sottopostia trattamento con Synergo System 12 pazienti, 2 femmine e10 maschi <strong>di</strong> età compresa tra 53 e 79 anni. I pazienti trattaticon lo schema profilattico sono stati 9 e quelli con intento ablativo3. I primi 5 pz non hanno completato il ciclo <strong>di</strong> trattamento<strong>per</strong> comparsa <strong>di</strong> contrazioni non inibite con fughe delfarmaco durante il trattamento. I successivi 7 pz sono statipreme<strong>di</strong>cati con toltero<strong>di</strong>na 4 mg con ottimi risultati portandoa termine il ciclo <strong>di</strong> trattamenti. Quattro dei 7 pz che hannocompletato il ciclo sono stati trattati con schema profilattico (1T1G1, 2 T1G2 e 1 T1G3) e 1 su 4 ha reci<strong>di</strong>vato; i restanti 3pazienti sono stati sottoposti a schema ablativo (3 T1G2) senzareci<strong>di</strong>ve. Il follow-up me<strong>di</strong>o è stato <strong>di</strong> 128 gg (89-167).Conclusioni: È stato possibile completare il ciclo <strong>di</strong> trattamentiin 7 dei 12 pazienti con la somministrazione <strong>di</strong> toltero<strong>di</strong>na 4mg, <strong>di</strong> questi 7 uno solo ha avuto una reci<strong>di</strong>va. Un follow-uppiù lungo e l’arruolamento <strong>di</strong> nuovi pazienti sono necessari <strong>per</strong>confermare l’iniziale vali<strong>di</strong>tà della meto<strong>di</strong>ca.Poster n. 70INTERESSAMENTO DEL PEDUNCOLO RENALE NEITUMORI DEL SURRENETurini D. 1 , Rossini S. 2 , Piva F. 2 , Lazzeri M 1 , Beneforti P. 11Reparto <strong>di</strong> Urologia Casa <strong>di</strong> Cura Santa Chiara, Firenze; 2 Reparto<strong>di</strong> Urologia, Osp. Civile, Rep. San MarinoIntroduzione: L’interessamento del peduncolo renale da parte deitumori surrenalici è raro. Vengono riferiti 5 casi <strong>di</strong> neoplasia surrenalicacomprimente il peduncolo renale.Materiali e Meto<strong>di</strong>: Cinque pazienti con età compresa da 5 a 67anni vengono inclusi nello stu<strong>di</strong>o. In un caso la <strong>di</strong>agnosi era statafatta precedentemente all’intervento, e negli altri casi la <strong>di</strong>agnosiè stata intrao<strong>per</strong>atoria.Risultati: In un caso si trattava <strong>di</strong> un feocromocitoma, <strong>di</strong> un nefroblastomasurrenalico, due ganglioneuroblastoma. In due casi nonè stato possibile conservare il rene. Tutti casi erano a sinistra. Inun caso è stato eseguito l’autotrapianto renale in fossa iliacadestra. A <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> tempo l’autotrapianto è andato incontro atrombosi. L’accesso è sempre stato infracolico e in un caso è stataeseguita la nefrectomia. 4 pazienti sono vivi a 25 anni, 2 sonodeceduti <strong>per</strong> reci<strong>di</strong>va della malattia.Conclusioni: Riteniamo che l’interessamento del peduncolo renaleda parte <strong>di</strong> un tumore surrenalico rappresenti a sinistra un’evenienzarara, ma che pone delle <strong>di</strong>fficoltà o<strong>per</strong>atorie <strong>di</strong> rilievo.Comunicazioni n. 72L’IMPIEGO DEL RESVERATROLO E DEGLI INIBITORIDELLE COX-2 NELLA RECIDIVA BIOCHIMICA DEL CAR-CINOMA PROSTATICO DOPO INTERVENTO DI PROSTA-TECTOMIA RADICALETurini D., Beneforti P., Lazzeri M.Reparto <strong>di</strong> Urologia Casa <strong>di</strong> Cura Santa Chiara, FirenzeArchivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004; 76, 3, Supplemento 127


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia OncologicaIntroduzione: Il ruolo terapeutico degli inibitori della Cox-2 ènoto da alcuni anni. Recentemente è stato rilevato come l’aggiunta<strong>di</strong> resveratrolo riduce la crescita del carcinoma prostatico.Non ci risulta che sia stato eseguito un trattamento coninibitori della Cox –2 nella reci<strong>di</strong>va biochimica del carcinomaprostatico.Materiali e Meto<strong>di</strong>: Dieci pazienti o<strong>per</strong>ati <strong>di</strong> prostatectomia sta<strong>di</strong>opT2a e pT3 hanno avuto dopo un tempo variabile da 2mesi a sei anni un aumento del PSA che ha raggiunto livellimassimi <strong>di</strong> 1,8 ng/dl. Non esistevano segni <strong>di</strong> ripresa <strong>di</strong> malattia.Tutti hanno fatto la protezione gastrica.Risultati: La somministrazione <strong>di</strong> inibitori del Cox-2 alla dose<strong>di</strong> 25 mg al dì <strong>per</strong> 15 gg al mese <strong>per</strong> tre mesi e <strong>di</strong> resveratroloalla dose <strong>di</strong> 400 mg al dì ha portato ad una riduzione del psain 9 . Nessun effetto collaterale è stato rilevato.Conclusioni: Gli autori concludono in<strong>di</strong>cando l’importanzadella somministrazione combinata del resveratrolo e degli inibitoridelle Cox 2 e la propongono come trattamento a<strong>di</strong>uvantein <strong>tutti</strong> casi <strong>di</strong> carcinoma prostatico.Poster n. 73INFEZIONE DA POLIOMAVIRUS COME MARCATOREPRECOCE DEL CARCINOMA TRANSIZIONALE DELLAVESCICA (TCC)Gontero P., Omodeo-Zorini E., Cacciotti P., Sogni F.,Fontana F., Galzerano M., Maso G., Kocjancic E., MonesiG., Boldorini R., Monga G., Gau<strong>di</strong>no G., Frea B.University of Piemonte Orientale, Dept. of Me<strong>di</strong>cal Sciences &DiSCAFF, Novara, ItalyObiettivi: I poliomavirus (PV) BKV, JCV ed SV40 possono infettarein modo latente <strong>di</strong>versi tessuti umani. Un’immunodeficienzaprimitiva od acquisita potrebbe riattivare questivirus, <strong>per</strong> i quali è stato suggerito un ruolo oncogeno. MentreBK e JCV sono stati rilevati in un 20% <strong>di</strong> tessuti urotaliali normali,SW40 non sembra ancora essere stato stu<strong>di</strong>ato nellavescica. Lo scopo <strong>di</strong> questo stu<strong>di</strong>o è stato <strong>di</strong> verificare la prevalenza<strong>di</strong> BKV, JCV ed SV40 nei TCC e <strong>di</strong> indagare il loropotenziale ruolo nello sviluppo e nella progressione <strong>di</strong> questaneoplasia.Materiali e Meto<strong>di</strong>: Diciannove pazienti con TCC vescicalesono stati sottoposti a TURV della lesione ed a biopsia <strong>di</strong>mucosa vescicale macroscopicamente normale. In <strong>tutti</strong> i campionitissutali è stata valutata l’amplificazione del DNA genomicovirale me<strong>di</strong>ante PCR utilizzando dei primers specifici <strong>per</strong>i virus. L’espressione proteica virale è stata valutata me<strong>di</strong>anteimmunoistochimica. Biopsie vescicali ottenute da 8 pazienti incorso <strong>di</strong> TURP <strong>per</strong> IPB sono stati utilizzati come controlli <strong>per</strong>lo stesso tipo <strong>di</strong> determinazioni. Sono stati analizzati anche isieri sia dei casi che dei controlli. I dati sono stati analizzatime<strong>di</strong>ante il test non parametrico <strong>di</strong> Fisher.Risultati: Tutti i campioni tissutali dei controlli sono risultatinegativi <strong>per</strong> <strong>tutti</strong> e 3 i genomi virali. La prevalenza <strong>di</strong> uno opiù virus nei pazienti con TCC è risultata del 42% nel tessutoneoplastico e del 68% nella mucosa macroscopicamente normale.Nell’ambito delle cellule neoplastiche la prevalenza viraleè risultata significativamente maggiore nei tumori primitivirispetto a quelli reci<strong>di</strong>vi e nelle forme su<strong>per</strong>ficiali rispetto aquelle infiltranti.Conclusioni: Questi risultati preliminari mostrano una significativaassociazione tra carcinoma vescicale e la presenza <strong>di</strong>uno o più virus della famiglia PV. Il riscontro <strong>di</strong> una più elevataprevalenza virale sia nella mucosa macroscopicamentenormale rispetto al tessuto tumorale che nei tumori primitivie/o su<strong>per</strong>ficiali rispetto a quelli reci<strong>di</strong>vi e/o infiltranti sembrasuggerire un potenziale coinvolgimento dei virus PV nelle fasiprecoci della carcinogenesi vescicale.Video n. 75PROSTATECTOMIA RADICALE LAPAROSCOPICA“NERVE SPARING”Lunghi F., Bertelli G., De Benedetto A., Gabbanini M.,Martini E., Tammaro R.U.O.C. Urologia, ASL 11 <strong>di</strong> Empoli, FirenzeIntroduzione: Attualmente in <strong>di</strong>versi Centri la prostatectomia ra<strong>di</strong>calelaparoscopica (LRP) costituisce il trattamento <strong>di</strong> scelta nel carcinomaprostatico (cap) in sta<strong>di</strong>o T1 e T2.Materiali e meto<strong>di</strong>: Da settembre 2003 abbiamo iniziato a eseguirela LRP nei pazienti con cap in sta<strong>di</strong>o T1-T2, PSA < 10ng/ml,Gleason < 7, che non avevano subito interventi o ra<strong>di</strong>oterapia sullapelvi; nei casi che non ricadevano in queste in<strong>di</strong>cazioni abbiamoeffettuato la prostatectomia ra<strong>di</strong>cale retropubica (RRP). Ad oggiabbiamo o<strong>per</strong>ato <strong>di</strong> LRP 26 pazienti; in 12 <strong>di</strong> essi, che avevano unanormale potenza sessuale, età < 65 anni, PSA < 6ng/ml e non avevanoun nodulo palpabile abbiamo effettuato una LRP “nerve sparing”bilaterale. Gli interventi sono stati condotti sempre <strong>per</strong> viaextra<strong>per</strong>itoneale; la tecnica <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssezione dei fasci vascolo nervosi(fvn) è stata <strong>di</strong> tipo misto, iniziando con l’isolamento del fvn nel suotratto prossimale all’apice delle vescicole seminali, poi con l’isolamentodel tratto <strong>di</strong>stale all’angolo prostato-uretrale ed infine con l’isolamentodel tratto interme<strong>di</strong>o.Risultati: In relazione alla fattibilità della “nerve sparing” la LRP si è<strong>di</strong>mostrata su<strong>per</strong>iore alla chirurgia a cielo a<strong>per</strong>to <strong>per</strong> la magnificazionedelle strutture (particolarmente utile nella “nerve sparing”),<strong>per</strong> la possibilità <strong>di</strong> lavorare in stretta vicinanza dei punti <strong>di</strong> re<strong>per</strong>ee in un campo o<strong>per</strong>atorio più esangue. La LRP consente una riabilitazioneandrologica più precoce e i primi rapporti sessuali “assistiti”sono effettuati in me<strong>di</strong>a 20 giorni prima rispetto ai pazientio<strong>per</strong>ati me<strong>di</strong>ante RRP.Conclusioni: È <strong>di</strong>mostrato che i risultati oncologici e funzionalidella LRP sono analoghi a quelli della RRP, in particolare quando sipongono in<strong>di</strong>cazioni corrette. Inoltre è evidente che il trend <strong>di</strong>agnosticodel cap si sta mo<strong>di</strong>ficando in quanto giungono all’osservazionepazienti in età sempre più giovanile e con neoplasie in fasesempre più precoce, <strong>di</strong> conseguenza anche le in<strong>di</strong>cazioni alla salvaguar<strong>di</strong>adella potenza sessuale sono in costante aumento; i risultatipreliminari inducono a ritenere che la chirurgia miniinvasiva siavantaggiosa anche sotto questo aspetto.Bibliografia:1. Guillonneau B, Vallancien G. Laparoscopic ra<strong>di</strong>cal prostatectomy: theMontsouris ex<strong>per</strong>ience. J Urol 2000; 163:4182. Gill I, Zippe C. Laparoscopic ra<strong>di</strong>cal prostatectomies: technique. Urol ClinNorth Am 2001; 28:4233. Rassweiler J, Schulze M, Teber D, Seemann O, Frede T. Laparoscopic ra<strong>di</strong>calprostatectomy: functional and oncological outcomes. Current Opinion inUrology 2004; 14:75Comunicazioni n. 76CARATTERIZZAZIONE DELLE MASSE RENALI MEDIAN-TE RISONANZA MAGNETICA DI DIFFUSIONESiracusano S. 1 , Tiberio A. 1 , Ciciliato S. 1 , Cova M. 2 , SquillaciE. 3 , Galla S. 2 , Belgrano M. 2 , Bernabei M. 1 , Pozzi Mucelli R. 2 ,Belgrano E. 11U.C.O. <strong>di</strong> Clinica Urologica, Università <strong>di</strong> Trieste; 2 Istituto <strong>di</strong>Ra<strong>di</strong>ologia Università <strong>di</strong> Trieste; 3 Clinica Ra<strong>di</strong>ologica, UniversitàTor Vergata <strong>di</strong> RomaIntroduzione e Obiettivi: È noto che l’imaging <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusioneme<strong>di</strong>ante risonanza magnetica (RM) consente non solo <strong>di</strong> ottenereuno stu<strong>di</strong>o morfologico ma anche l’acquisizione <strong>di</strong> informazioni<strong>di</strong> tipo funzionale me<strong>di</strong>ante la misurazione del coefficiente<strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione apparente (CDA). Attualmente tale meto-28Archivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004; 76, 3, Supplemento 1


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia Oncologica<strong>di</strong>ca è utilizzata in ambito neurologico e solo <strong>di</strong> recente inpatologia addominale e pelvica (1,2). Scopo del presente stu<strong>di</strong>oè stato quello <strong>di</strong> caratterizzare le masse renali grazie allamessa a punto <strong>di</strong> una sequenza specifica.Meto<strong>di</strong>: Sono stati complessivamente analizzati 38 soggetti <strong>di</strong>cui 10 volontari sani (età compresa tra 30 e 72 anni, età me<strong>di</strong>a50) quale gruppo <strong>di</strong> controllo e 28 pazienti (età compresa tra48 e 81 anni, età me<strong>di</strong>a 60) con masse renali note alla TC eripartite come segue: n 13 lesioni cistiche semplici e n 12 lesionisolide (adenocarcinoma: n 6 – carcinoma cistico multiloculare:n 2 - oncocitoma: n 1 – angiomiolipoma: n 3). Tutti i soggettisopra considerati sono stati sottoposti a stu<strong>di</strong>o RM consequenze convenzionali assiali e coronali TSE pesate in T2usando un magnete su<strong>per</strong>conduttivo a 1.5 T. I valori del CDA<strong>di</strong> un’area circolare <strong>di</strong> 1 cm, sono stati confrontati me<strong>di</strong>ante iltest del “t” <strong>di</strong> Student tra il gruppo dei volontari sani e quellodei patologici e nell’ambito <strong>di</strong> quest’ultimo tra ciascun istotipo.Risultati: I valori me<strong>di</strong> del CDA relativi a ciascun gruppo sonoriportati nelle Tabelle 1 e 2.In particolare si apprezza che i valori me<strong>di</strong> del CDA, appartenential gruppo normale <strong>di</strong>fferiscono significativamente rispettoal gruppo patologico (p


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia Oncologica2). La frequenza del carcinoma renale in rene unico invece nonè ben conosciuta specialmente nei casi in cui il rene controlateralesia stato precedentemente rimosso <strong>per</strong> cause neoplastiche.Tuttavia da dati necroscopici sembrerebbe che il carcinoma renalemetastatizzi nel rene controlaterale in circa il 27% dei casi (3).Attualmente i tumori ≤ 4 cm rappresentano il cut-off <strong>di</strong>mensionaleottimale <strong>per</strong> l’effettuazione <strong>di</strong> una chirurgia renale conservativa<strong>di</strong> elezione. L’identificazione <strong>di</strong> questo limite <strong>di</strong>mensionalederiva essenzialmente dall’es<strong>per</strong>ienza clinica della chirurgiarenale conservativa <strong>di</strong> necessità in tumori > 4 cm. Lo scopo <strong>di</strong>questo stu<strong>di</strong>o è quello <strong>di</strong> verificare la sopravvivenza libera damalattia in un gruppo <strong>di</strong> pazienti sottoposto a chirurgia renaleconservativa <strong>di</strong> elezione <strong>per</strong> tumori ≤ 4 cm.Meto<strong>di</strong>: Dal 1990 al 2003 sono stati eseguiti 78 interventi <strong>di</strong>chirurgia renale conservativa <strong>per</strong> tumore renale in pazienti <strong>di</strong>età compresa tra 39 e 87 anni (età me<strong>di</strong>a 61.7 - me<strong>di</strong>ana 64).In 70 <strong>di</strong> essi (89.7%) è stata eseguita l’enucleoresezione mentrenei restanti 8 casi veniva effettuata la nefrectomia parziale(10.3%). L’intervento <strong>di</strong> elezione era effettuato complessivamentein 63/78 (80.8%) casi <strong>di</strong> cui 56/71 (78.9%) <strong>per</strong> adenocarcinomarenale ≤ 4 cm. Tutti i pazienti sono stati quin<strong>di</strong> sottoposti ad unfollow-up a me<strong>di</strong>o e a lungo termine. Il test <strong>di</strong> Kaplan-Meier haconsentito la stima della sopravvivenza libera da malattia.Risultati: Il follow-up riguardante il campione complessivo deipazienti in rapporto alle <strong>di</strong>mensioni della neoplasia è riportatoin Tabella 1. In particolare nel gruppo <strong>di</strong> pazienti con lesione≤ 4 cm la comparsa <strong>di</strong> reci<strong>di</strong>ve è stata osservata, omolateralmenteal rene o<strong>per</strong>ato, in 3/56 (5.4%) <strong>di</strong> cui in 2 casi entroi primi 5 anni ed 1 caso dopo i 5 anni. Complessivamente nei78 casi sottoposti a follow-up la sopravvivenza libera damalattia a 5 e 10 anni è stata del 94% e del 93.6% rispettivamente.Conclusioni: Il cut-off <strong>di</strong>mensionale ≤ 4 cm costituisce un validoparametro <strong>di</strong> riferimento <strong>per</strong> l’effettuazione <strong>di</strong> una chirurgia“oncologica <strong>di</strong> sicurezza” anche se la multicentricità dellamalattia stessa rende talvolta inaspettata la comparsa <strong>di</strong> unareci<strong>di</strong>va nel follow-up a breve e me<strong>di</strong>o termine.Bibliografia:1. Abeshouses BS,Weinberg T. Malignant renal neoplasms. A clinical andpathological study. Arch Surg 1945; 50:462. Moertel CG, Dockerty MB, Baggenstos AH. Multiple primary malignantneoplasm. Cancer 1961; 14:2383. Bennington JL,Beckwith JB. Tumors of the kidney, renal pelvin and ureter.In: Firminger, Atlas of Tumor Pathology, 2th series, fascicle 12, ArmedForces Institute of Pathology Washington, 1975Video n. 81CHIRURGIA RETROPERITONEALE ESTESA DEL CARCI-NOMA RENALE METASTATICO: POSSIBILITA’ E RISCHITombolini P., Ruoppolo M., Malagola G, Rovera F.Unità O<strong>per</strong>ativa <strong>di</strong> Urologia, Azienda Ospedaliera Ospedale SanCarlo Borromeo, MilanoIntroduzione: La nefrectomia ra<strong>di</strong>cale rappresenta l’intervento d’elezionenel trattamento del carcinoma renale. In presenza <strong>di</strong> neoplasiarenale con coinvolgimento esteso dei linfono<strong>di</strong> retro<strong>per</strong>itonealiloco e iuxtaregionali ma senza malattia metastatica a <strong>di</strong>stanzanon esiste uno standard terapeutico univoco anche se <strong>di</strong>versi autoriritengono giustificato un approccio chirurgico aggressivo anche acausa della scarsa efficacia dei trattamenti alternativi proposti. Inquesto video presentiamo un caso <strong>di</strong> chirurgia estesa del retro<strong>per</strong>itoneocon intento locale terapeutico.Caso Clinico: Maschio <strong>di</strong> 43 anni giunto alla nostra osservazionenel febbraio 2004. Nel settembre 2003 il paziente era stato sottoposto,altrove, a nefrectomia ra<strong>di</strong>cale destra con linfoadenectomiaesclusivamente ilare <strong>per</strong> carcinoma a cellule chiare pT3N3M0G3, equin<strong>di</strong> trattato con interleukina ed interferone <strong>per</strong> la malattia linfonodaleestesa gia presente al momento della <strong>di</strong>agnosi. Alla TAC delfebbraio 2004 era evidente una colata neoplastica retro<strong>per</strong>itonealeestesa dalle renali fino alla biforcazione iliaca e quin<strong>di</strong> all’iliacaesterna destra con convoluto <strong>di</strong> 4 cm in sede para-retrocavale, <strong>di</strong> 3cm in sede paraaortica a livello dell’ilo renale <strong>di</strong> sinistra e <strong>di</strong> 4 cma livello dell’iliaca esterna <strong>di</strong> destra. Il paziente è stato sottoposto indata 10.03.2004 a reintervento <strong>per</strong> l’exeresi linfonodale. Dopo lalisi <strong>di</strong> numerose aderenze epatiche e coliche, esito del precedenteintervento, previa legatura dell’arteria mesenterica inferiore si è procedutoad esposizione ampia del retr! o<strong>per</strong>itoneo. L’exeresi linfonodaleè stata effettuata partendo dalla vena renale sinistra e procedendocaudalmente. La <strong>di</strong>ssezione si è <strong>di</strong>mostrata particolarmenteindaginosa e nelle manovre <strong>di</strong> exeresi si è verificata una lesione incidentaledell’aorta che ha richiesto <strong>per</strong> la sua riparazione il clampaggioa monte e a livello iliaco del vaso. Un’altra lesione si è verificataa livello cavale mentre a livello iliaco, a causa dell’infiltrazionedella parete si è proceduto ad una resezione a piattello della venailiaca esterna <strong>di</strong> destra.Risultati: Il paziente ha lamentato nel posto<strong>per</strong>atorio una <strong>di</strong>sestesiasu<strong>per</strong>ficiale all’arto inferiore dx. E’ attualmente in trattamento coninterferone e vinblastina e libero da malattiaDiscussione: Nel carcinoma renale infiltrante in mancanza <strong>di</strong> trattamentialternativi e complementari, riteniamo, in accordo con altriautori, che in casi selezionati un trattamento chirurgico aggressivosia l’unica opzione terapeutica proponibile al paziente.Poster n. 82PROSTATE CONFORMAL RADIOTHERAPYMolinaro M.A., Pingitore D., Molè R., Scalfari E.U.O Ra<strong>di</strong>oterapia Catanzaro, Ra<strong>di</strong>oterapia e Ra<strong>di</strong>obiologia,Catanzaro, ItalyIntroduction: Conformal ra<strong>di</strong>otherapy is becoming the preferredmodality of irra<strong>di</strong>ation for localized prostate cancer, because ofthe increased sparing of rectum and bladder together with theincrease of the prescribed dose to the prostate.Purpose: To show the ex<strong>per</strong>ience so far gained in the treatmentof prostate cancer after the implementation of conformal ra<strong>di</strong>otherapyin our institution, fully exploiting the advantages offeredby three-<strong>di</strong>mensional contouring of target volumes and criticalorgans, use of MLC and comparison of rival plans withDVH evaluation.Tabella 1.N°.Paz. (%) < 3 aa (%) 3 aa.(%) 5 aa. (%) >5 aa. (%) 10 aa. (%) >10 aa. (%) 7 cm 1 (1) 0 (0) 0 (0) 0 (0) 1 (7.1) 0 (0) 0 (0)Totale 78 32 17 7 14 3 530Archivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004; 76, 3, Supplemento 1


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia OncologicaMaterials and Methods: The following analysis refers to the activitycarried out from December 1999 to June 2003. We havetreat 252 pts with prostatic cancer , 72 years mean and me<strong>di</strong>anage (range, 57-88), 20 patients with T1, 101 patients with T2and 131 patients with T3, Gleason score 6 mean and 7 me<strong>di</strong>an.Distribution accor<strong>di</strong>ng to CTV initial volume was: 15 pts prostateonly (P), 47 pts prostate + seminal vesicles (PV), 78 pts prostate+ s.v. + <strong>per</strong>iprostatic tissue (L), 112 pts prostate + s.v. + <strong>per</strong>iprostatict. + internal iliac nodes (PP). Small boost CTV were <strong>di</strong>stributedas follow: 62 pts P, 63 pts PV, 4 pts L. Total prescribeddose accor<strong>di</strong>ng to ICRU was 7000 cGy me<strong>di</strong>an (range 6600-7400). The prescribed dose to large volume before boost was5000 cGy me<strong>di</strong>an (range, 4600-5000). Treatment toxicity hasbeen evaluated accor<strong>di</strong>ng to RTOG/EORTC.Results: Rectum and bladder dose-volume correlation expressedas maximum, mean and minimum dose in each patienthas been evaluated. Follow-up duration is 18 months mean,15 months me<strong>di</strong>an. Overall survival so far obtained is 209 outof 230 valuable patients. We have found the following acutetoxicity: G.U.-G0 8%, G1 44%, G2 8%, G3 15%; G.I. – G02%, Gl 41%, G2 57%. For late toxicity (more than 4 monthsf.u.) we have find G.U. – G0 65%, G1 21%, G2 14%; G.I. –G0 48%, G1 41%, G2 9%, G3 0%, G4 0%. Higher incidenceof late rectal toxicity has been observed in patients who receiveda mean rectal dose su<strong>per</strong>ior to the overall patient populationcalculated mean value (ie >4800 cGy).Conclusions: In our ex<strong>per</strong>ience conformal ra<strong>di</strong>otherapy of prostatecancer with three-<strong>di</strong>mensional reconstruction of target volumesand virtual simulation and 3D dose calculations is an efficacytreatment and reduced acute and late toxicity. Late toxicityobserved during this short follow-up <strong>per</strong>iod are however withinthe expected occurrence rate from the literature. A longer followup<strong>per</strong>iod is necessary for more solid results evaluation.Comunicazioni n. 83NEOPLASIA PROSTATICA INTRAEPITELIALE AD ALTOGRADO (HGPIN), PROLIFERAZIONE MICROACINAREATIPICA (ASAP) E HGPIN & ASAP ALLA PRIMA BIOPSIAPROSTATICA: QUALE LESIONE È PIÙ A RISCHIO PERRE-BIOPSIA POSITIVA PER ADENOCARCINOMA?Scattoni V. 1 , Rossigno M. 1 , Freschi M. 2 , Fabbri F. 1 , GallinaA. 1 , Fantini G. 1 , Saccà A. 1 , Pasta A. 1 , Bestini R. 1 , MontorsiF. 1 , Rigatti P. 11Clinica Urologia; 2 Servizio <strong>di</strong> Anatomia Patologica, Università“Vita e <strong>Salute</strong>”, Ospedale San Raffaele, MilanoIntroduzione: Obiettivo dello stu<strong>di</strong>o è valutare quanti pazientipresentano una seconda e terza biopsia estesa (12 prelievi)positiva dopo una iniziale biopsia estesa positiva <strong>per</strong> HGPIN,ASAP e HGPIN associato ad ASAP.Meto<strong>di</strong>: Da gennaio 95 a marzo 2003, 79 pz con <strong>di</strong>agnosi iniziale<strong>di</strong> HGPIN isolata mono/plurifocale, 87 pazienti con ASAP isoltatoe 18 pazienti con ASAP associato a HGPIN, dopo una serie<strong>di</strong> 10-12 biopsie random, sono stati sottoposti a ribiopsia utilizzandolo stesso schema bioptico, in un intervallo <strong>di</strong> tempo me<strong>di</strong>o<strong>di</strong> 8,7 mesi <strong>per</strong> i HGPIN, 7,3 mesi <strong>per</strong> gli ASAP e 5,5 mesi <strong>per</strong>gli ASAP + HGPIN (p>0.05). Sono state eseguite almeno 5 biopsiein ciascun lobo prostatico. Oltre alle biopsie a sestanti, sonostati eseguiti prelievi in corrispondenza della porzione più lateraledella ghiandola e della zona <strong>di</strong> transizione, in accordo con ilvolume prostatico (10 prelievi <strong>per</strong> prostate 0.05). La seconda biopsia è risultata positivanel 40% con <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> HGPIN, 33% dei pazienti con <strong>di</strong>agnosi<strong>di</strong> ASAP e 44% nei pazienti con <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> ASAP &HGPIN (p>0.05). La terza biopsia è risultata positiva nel 38%con <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> HGPIN, 18% dei pazienti con <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> ASAPe 33% nei pazienti con <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> ASAP & HGPIN (p>0.05).Complessivamente i pazienti con <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> HGPIN, ASAP eASAP & HGPIN hanno una probabilità <strong>di</strong> avere un tumore dopodue biopsie prostatiche estese rispettivamente del 44%, 37% e50%. Alla analisi statistica la multifocalità del HGPIN (1 vs 2 opiù frustoli positivi) e il volume prostatico (< vs > 60 cc) sonorisultati i due fattori pre<strong>di</strong>ttivi più importanti rispettivamente <strong>per</strong>i pazienti con HGPIN isolato e ASAP isolato (OR=4,65, p=0.001;OR:0,9, p=0.001).Conclusioni: I pz con <strong>di</strong>agnosi iniziale <strong>di</strong> HGPIN & ASAP hannoun rischio più elevato <strong>di</strong> avere un tumore prostatico rispetto aipazienti con HGPIN isolato che, a loro volta, hanno un rischiosu<strong>per</strong>iore ai pazienti con ASAP isolato.Comunicazioni n. 84UTILITÀ DELLA CINETICA DEL PSA DOPO LA PROSTA-TECTOMIA RADICALEBenecchi L. 1 , Cantoni F 1 ., Prati A. 1 , Arnau<strong>di</strong> R. 1 , PastizzaroD.C. 1 , Savino A. 1 , Uliano N. 1 , Pieri A.M. 1 , Martens D. 1 ,Potenzoni D. 1 , Passalacqua R. 21Divisione <strong>di</strong> Urologia, Ospedale <strong>di</strong> Fidenza, Parma; 2 DivisioneOncologia, Ospedale <strong>di</strong> CremonaIntroduzione e Obiettivi: Nel 1988 Oesterling ha descritto la determinazionedel tempo <strong>di</strong> <strong>di</strong>mezzamento del PSA sierico dopo prostatectomiara<strong>di</strong>cale. In letteratura non vi sono in<strong>di</strong>cazioni se undosaggio precoce del PSA possa suggerire la presenza <strong>di</strong> tumoreresiduo. Lo scopo del nostro stu<strong>di</strong>o è <strong>di</strong> valutare se ci sono correlazionitra la cinetica del PSA dopo prostatectomia ra<strong>di</strong>calerispetto a fattori prognostici come lo sta<strong>di</strong>o clinico, il grado deltumore, la presenza o meno <strong>di</strong> margini positivi.Materiali e Meto<strong>di</strong>: Dal maggio 92 al <strong>di</strong>cembre 03, presso il nostroreparto, sono stati effettuati 339 interventi <strong>di</strong> prostatectomia ra<strong>di</strong>cale<strong>per</strong> tumore prostatico localizzato. Solo pazienti nei quali era<strong>di</strong>sponibile un risultato <strong>di</strong> PSA dosabile (effettuato dalla 2 alla 10giornata posto<strong>per</strong>atoria) sono stati inseriti nello stu<strong>di</strong>o. Abbiamoescluso i pazienti che hanno ricevuto trasfusioni <strong>di</strong> sangue o albuminadurante o dopo l’intervento. Considerando che il deca<strong>di</strong>mentodel PSA durante la beta fase è una funzione del tempo (t),l’emivita del PSA può essere calcolato in ogni paziente secondo laseguente formula: emivitaPSA = ln2 * t/[ln(PSA preo<strong>per</strong>atorio)-ln(PSA posto<strong>per</strong>atorio)]. I pazienti sono stati <strong>di</strong>visi in 2 gruppi aseconda della presenza oppure assenza <strong>di</strong> margini chirurgici positivi.Abbiamo utilizzato test non parametrico (Mann-Whitney-U)<strong>per</strong> valutare la <strong>di</strong>fferenza dell’emivita del PSA. La <strong>di</strong>fferenza statisticaè stata considerata presente <strong>per</strong> un p minore <strong>di</strong> 0,05. La sensibilitàe la specificità sono state rappresentate in una curva ROC(GraphROC versione 2).Risultati: 116 pazienti sono risultati eleggibili <strong>per</strong> l’analisi, l’etàme<strong>di</strong>ana è risultata <strong>di</strong> 66.1 (range da 52 a 77 anni). La me<strong>di</strong>anadel PSA totale preo<strong>per</strong>atorio era <strong>di</strong> 7.42 ng/ml (range 0.25-46.6). Lo sta<strong>di</strong>o patologico era pT0 in 1 paziente, pT2 in 69pazienti e pT3 in 46 pazienti. Trentanove (33%) pazientimostravano margini chirurgici positivi. Nel gruppo <strong>di</strong> pazienticon margini positivi il tempo <strong>di</strong> <strong>di</strong>mezzamento del PSA è risultatopiù elevato rispetto a quello del gruppo dei pazienti conmargini chirurgici negativi (p = 0.046).Conclusioni: Abbiamo riscontrato una significativa <strong>di</strong>fferenza dell’emivitadel PSA durante la beta fase, essa è più lunga nei pazienti conriscontro <strong>di</strong> margini chirurgici negativi rispetto a quelli con marginichirurgici positivi. Per un utilizzo pratico consigliamo <strong>di</strong> dosareil PSA in 2 e 3 giornata dopo prostatectomia ra<strong>di</strong>cale: se il PSA in2 giornata è meno della metà <strong>di</strong> quello preo<strong>per</strong>atorio allora la pro-Archivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004; 76, 3, Supplemento 131


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia Oncologicababilità <strong>di</strong> margini chirurgici positivi è 1.57 volte minore; se il PSAin 3 giornata è più della metà del PSA preo<strong>per</strong>atorio allora la probabilità<strong>di</strong> margini chirurgici positivi è 3.69 volte maggiore.Poster n. 85COME INTERPRETARE AL MEGLIO LA VARIAZIONE DELPSA NEL TEMPOBenecchi L. 1 , Cantoni F 1 ., Prati A. 1 , Arnau<strong>di</strong> R. 1 , PastizzaroD.C. 1 , Savino A. 1 , Uliano N. 1 , Pieri A.M. 1 , Martens D. 1 ,Potenzoni D. 1 , Passalacqua R. 21Divisione <strong>di</strong> Urologia, Ospedale <strong>di</strong> Fidenza, Parma; 2 DivisioneOncologia, Ospedale <strong>di</strong> CremonaIntroduzione: Il concetto <strong>di</strong> PSA velocity è stato ripetutamentedescritto e co<strong>di</strong>ficato da Carter: almeno 3 misurazioni del PSAeffettuate nell’arco <strong>di</strong> almeno un anno. Scopo del nostro stu<strong>di</strong>oè quello <strong>di</strong> confrontare il PSA velocity con l’incremento delPSA nel tempo (dato più semplicemente calcolabile comeincremento <strong>per</strong> anno del PSA tra 2 misurazioni).Materiali e Meto<strong>di</strong>: Dal database dei pazienti seguiti ambulatorialmenteabbiamo selezionati i pazienti sottoposti ad almeno 3misurazioni <strong>di</strong> PSA <strong>di</strong>stanziate almeno 6 mesi una dall’altra, idosaggi sono stati eseguiti presso il nostro laboratorio centralizzato(metodo chemioluminescenza). Criteri <strong>di</strong> inclusione: etàmaggiore <strong>di</strong> 45 anni, sesso maschile. Abbiamo escluso i pazientisottoposti a terapia con finasteride, i pazienti che non abbianocompletato le indagini <strong>di</strong> 2 livello se proposte, i pazienti con giàuna <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> ca prostatico. Il PSA velocity è stato calcolatoseguendo le in<strong>di</strong>cazioni <strong>di</strong> Carter ad esempio nel caso <strong>di</strong> 3 misurazioni<strong>di</strong> PSA (PSA1, PSA 2, PSA3) è stata applicata la seguenteformula: PSA velocity = 0,5 (((PSA2-PSA1)/(tempo in anni)) +((PSA 3-PSA2)/(tempo in anni))) L’incremento <strong>di</strong> PSA nel tempoè stato calcolato semplicemente come l’incremento <strong>di</strong> PSA tra laprima e l’ultima misurazione, applicando all’esempio precedentela seguente formula: Incremento del PSA nel tempo = (PSA3-PSA1)/(tempo in anni). I pazienti sono stati sud<strong>di</strong>visi in 2 gruppi:ca prostata e controlli. Per l’analisi statistica sono stati utilizzatitest non paramentrici (Mann Witney U)Risultati: Applicando i criteri <strong>di</strong> inclusione ed esclusione abbiamosezionato 236 pazienti. L’età me<strong>di</strong>ana è risultata <strong>di</strong> 69,55 anni(range 48-88), il PSA me<strong>di</strong>ano <strong>di</strong> 6,25 ng/ml (range 0,4-47,2), ilPSA velocity me<strong>di</strong>ano <strong>di</strong> 0,03 ng/ml/year (range -89-57,6), l’incrementodel PSA nel tempo me<strong>di</strong>ano 0,11 ng/ml/year (range -12-19,2). 34 pazienti sono risultati affetti da ca prostatico. Tra idue gruppi abbiamo riscontrato una <strong>di</strong>fferenza statisticamentesignificativa <strong>per</strong> quanto riguarda il dato del PSA, della <strong>per</strong>centuale<strong>di</strong> PSA libero, dell’incremento <strong>di</strong> PSA nel tempo, mentrenon abbiamo riscontrato nessuna <strong>di</strong>fferenza <strong>per</strong> quanto riguardail PSA velocity. L’interpretazione <strong>di</strong> tale risultato è che il PSA velocitycosì come proposto da Carter è in realtà il calcolo <strong>di</strong> uname<strong>di</strong>a <strong>di</strong> una velocità (concetto matematicamente non corretto!).Conclusioni: Dai nostri risultati il PSA velocity così come propostoda Carter oltre ad essere concettualmente non corretto, nonha <strong>di</strong>mostrato nessuna utilità <strong>di</strong>agnostica. A <strong>di</strong>fferenza il semplicecalcolo dell’incremento del PSA <strong>per</strong> anno calcolato tra il primoe l’ultimo PSA è risultato <strong>di</strong>scriminate tra gruppo controlli egruppo ca prostata.Poster n. 86HISTOCULTURE DRUG RESPONSE ASSAY (HDRA) NEITUMORI SUPERFICIALI DELLA VESCICASalvestrini F., Coco A., Savino M., Trovarelli S., Tallis V.,Curcio C., Leone M., Carlucci M., Ponchietti R.Dipartimento <strong>di</strong> Chirurgia Generale e Specialistica, Sezione <strong>di</strong>Urologia, Università <strong>di</strong> SienaLo scopo dello stu<strong>di</strong>o è stato quello <strong>di</strong> valutare la possibilità <strong>di</strong>utilizzare il tesssuto neoplastico raccolto durante la resezionetransuretrale <strong>di</strong> vescica <strong>per</strong> testare l’efficacia <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenti farmaciantineoplastici ed ottenere un test <strong>di</strong> chemiosensibilità <strong>per</strong> ciascunpaziente.Materiali e Meto<strong>di</strong>: Histoculture Drug Desponse Assay (HDRA),come descritto da Hoffman e mo<strong>di</strong>ficato nel nostro laboratorio, èstato usato <strong>per</strong> testare la risposta delle cellule <strong>di</strong> carcinoma urotelialenei confronti della terapia intravescicale con epirubicina, mitomicinaC e gemcitabina alle concentrazioni usualmente impiegatenella terapia endocavitaria. I frammenti <strong>di</strong> tessuto neoplastico sonoposti in provette da 2 ml contenenti 500 microl <strong>di</strong> soluzione salinaHBSS, vengono aggiunti i farmaci antiblastici o soluzione salina(controllo), e poste in un’ incubatrice umi<strong>di</strong>ficata CO2. Dopo centrifugazionea 200 X <strong>per</strong> 5 min, viene aspirato il su<strong>per</strong>natante, vienelavato il tessuto con 15 ml <strong>di</strong> HBSS e <strong>di</strong> nuovo centrifugato. Vienerimosso il su<strong>per</strong>natante e i frammenti <strong>di</strong> tessuto sono posti in 12celle <strong>di</strong> coltura (transwell) rico<strong>per</strong>te con collagene in mezzo RPMIcon 20% <strong>di</strong> siero bovino fetale inattivato al calore. Dopo un’incubazionedelle celle a 37 con 5% atm CO2 <strong>per</strong> sei giorni, 200 microl<strong>di</strong> una soluzione allo 0.06% <strong>di</strong> collagenasi tipo I , e 200 microl <strong>di</strong>MTT in HBSS sono aggiunti a ciascun campione e al controllo el’incubazione è prolungata <strong>per</strong> ulteriori 16 ore. L’assorbanza dellasoluzione risultante è misurata con uno spettrofotometro standardalla lunghezza d’onda <strong>di</strong> 540 nm. Il tasso <strong>di</strong> inibizione è calcolatocome segue: <strong>per</strong>centuale <strong>di</strong> inibizione = (1 – A/B) x 100 dove A eB sono l’assorbanze normalizzate a 1 milligrammo <strong>di</strong> tessuto trattatoe <strong>di</strong> controllo rispettivamente.Risultati: Il test HDRA <strong>per</strong> i tumori su<strong>per</strong>ficiali della vescica è statoeseguito su 21 pazienti (7 donne e 14 uomini) <strong>di</strong> prima osservazione.L’età me<strong>di</strong>a era 66.8 anni (49-84 anni). Quin<strong>di</strong>ci casi eranoG1-G2 Ta e sei G2-G3 T1. Le <strong>per</strong>centuali <strong>di</strong> vitalità cellulare doposei giorni <strong>di</strong> incubazione sono state: epirubicina 44.48% DS=19.57 (da 74.7% a 17%) ; mitomicina 22.55% DS= 13.68 (da56% a 6.7%); gemcitabina 15.66% DS= 6.52 (da 29.7% a 8%).Dai nostri risultati può essere ipotizzato che, in accordo con i <strong>di</strong>fferenticomportamenti biologici dei singoli tumori, esiste unasensibilità in<strong>di</strong>viduale nei confronti <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenti farmaci antiblastici.Il test HDRA può essere considerato un utile strumento <strong>per</strong>un migliore approccio terapeutico.Comunicazioni n. 88CROMOGRANINA A SIERICA PREOPERATORIA NELPAZIENTE CON ADENOCARCINOMA PROSTATICO CLINI-CAMENTE LOCALIZZATO: QUALE VALORE PREDITTIVO?Masieri L. 1 , Serni S. 1 , Lapini A. 1 , Nesi G. 2 , Carloni M. 1 ,Corvino C. 1 , Meliani E. 1 , Carini M. 11Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Firenze, U.O Urologia Ospedale S.M.Annunziata, Firenze; 2 Anatomia Patologica Università degli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong>FirenzeIntroduzione: La <strong>di</strong>fferenziazione neuroendocrina nell’adenocarcinomaprostatico è attualmente oggetto <strong>di</strong> particolare attenzione<strong>per</strong> le sue possibili implicazioni prognostiche e terapeutiche. Lacromogranina A, una proteina comunemente espressa dalle celluleneuroendocrine, rappresenta il più affidabile marcatore <strong>per</strong> leneoplasie <strong>di</strong> tale linea cellulare. Controverso rimane il suo significatoprognostico nell’adenocarcinoma prostatico. Scopo del presentestu<strong>di</strong>o è stato quello <strong>di</strong> valutare la correlazione della cromograninaA sierica preo<strong>per</strong>atoria con lo sta<strong>di</strong>o, il grado, il PSApreo<strong>per</strong>atorio e la sopravvivenza libera da ripresa biochimica inpazienti con adenocarcinoma prostatico clinicamente organoconfinato,sottoposti a prostatectomia ra<strong>di</strong>cale.Materiali e Meto<strong>di</strong>: Sono stati inclusi nello stu<strong>di</strong>o 100 pazienti <strong>di</strong>età me<strong>di</strong>a 64.3 anni (range 49-75) trattati con prostatectomiara<strong>di</strong>cale e linfectomia pelvica tra maggio 2002 e novembre 2003<strong>per</strong> adenocarcinoma prostatico clinicamente localizzato, sottopo-32Archivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004; 76, 3, Supplemento 1


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia Oncologicasti a prelievo <strong>di</strong> cromogranina A sierica in sede <strong>di</strong> preospedalizzazione(me<strong>di</strong>amente 20 gg prima dell’intervento chirurgico).Criterio assoluto <strong>di</strong> esclusione è stato la contemporanea presenza<strong>di</strong> patologie che possono da sole alterare i marcatori neuroendocriniematici (I<strong>per</strong>tensione, S. <strong>di</strong> Alzheimer, M. <strong>di</strong> Parkinson,Insufficienza renale, Insufficienza epatica). I pazienti che all’esameanatomopatologico definitivo avevano una infiltrazione neoplasticadei linfono<strong>di</strong> sono stai trattati con ormonoterapia a<strong>di</strong>uvanteprecoce, <strong>tutti</strong> gli altri sono stati seguiti con dosaggi trimestralidel PSA. I livelli sierici <strong>di</strong> cromogranina A preo<strong>per</strong>atoriasono stati correlati statisticamente (correlazione non parametrica<strong>di</strong> Spearman) con il PSA preo<strong>per</strong>atorio, con lo sta<strong>di</strong>o anatomopatologico,con il Gleason score, e con l’incidenza <strong>di</strong> ripresa biochimica<strong>di</strong> malattia, considerando quest’ultimo evento come ilriscontro <strong>di</strong> PSA > 0.2 ng/ml in due determianzioni consecutive.Risultati: Il follow-up me<strong>di</strong>o è stato 14.01 mesi (range 6-24,me<strong>di</strong>ana 14). Il PSA preo<strong>per</strong>atorio me<strong>di</strong>o era 11.9 ng/ml (range3.25-33.5). L’esame anatomopatologico ha rilevato in 46 pazientiuna neoplasia organoconfinata (pT2), in 35 una neoplasia consola estensione extracapsulare (pT3a), in 11 l’interessamentodelle vescicole seminali (pT3b) ed in 8 dei linfono<strong>di</strong> (N+). IlGleason score era 4-6 in 43 pazienti, 7 in 42, 8-10 in 15. In10/92 pazienti (10.9%) senza metastasi linfonodali, si è avutaripresa biochimica <strong>di</strong> malattia. Il valore me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> cromograninaA sierica preo<strong>per</strong>atoria è risultata 85.7 ng/ml (range 27.7-461.4).In 12 pazienti si sono rilevati valori su<strong>per</strong>iori a 123 ng/ml, limite<strong>di</strong> normalità dato dal nostro laboratorio (95 <strong>per</strong>centile).L’analisi statistica <strong>di</strong> correlazione tra il valore <strong>di</strong> cromogranina Ae rispettivamente il valore <strong>di</strong> PSA preo<strong>per</strong>atorio, lo sta<strong>di</strong>o anatomopatologico(pT2, pT3a, pT3b, N+), il Gleason score (4-6, 7,8-10) e la sopravvivenza libera da progressione (liberi da ripresabiochimica/in progressione biochimica) non ha dato <strong>per</strong> nessunodei parametri stu<strong>di</strong>ati risultati statisticamente significativi.Conclusioni: Nonostante che la relativa brevità del follow-upimponga cautela nel trarre conclusioni sulla sopravvivenza liberada reci<strong>di</strong>va biochimica, la mancanza <strong>di</strong> correlazione con documentatifattori prognostici preo<strong>per</strong>atori (PSA) e anatomopatologici(Sta<strong>di</strong>o, Grado), su una delle casistiche più cospicue <strong>di</strong> quellesino ad oggi pubblicate sull’argomento, fa emergere <strong>per</strong>plessità sulpossibile ruolo prognostico della Cromogranina A sierica nell’adenocarcinomaprostatico clinicamente organoconfinato.Poster n. 89PROSTATECTOMIA RADICALE RETROPUBICA ANTERO-GRADA NERVE SPARING: RISULTATI ONCOLOGICI E FUN-ZIONALISerni S. 1 , Masieri L. 1 , Locunto U. 1 , Lapini A. 1 , Nesi G. 2 ,Carloni M. 1 , Corvino C. 1 , Baldazzi V. 1 , Carini M. 11Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Firenze, U.O Urologia Ospedale S.M.Annunziata, Firenze; 2 Anatomia Patologica, Università degli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong>FirenzeIntroduzione: La ra<strong>di</strong>calità oncologica costituisce il fine principaledella prostatectomia ra<strong>di</strong>cale nel trattamento del carcinomaprostatico clinicamente localizzato. La sfida <strong>per</strong> l’urologo è rappresentatadalla possibilità <strong>di</strong> <strong>per</strong>seguire tale finalità conservandol’integrità delle strutture anatomiche deputate alla preservazionedella continenza urinaria e della potenza sessuale. Tra i fattoriresponsabili dell’insorgenza della <strong>di</strong>sfunzione urinaria ed erettilevi è la tecnica chirurgica. Scopo del nostro stu<strong>di</strong>o è stato quello<strong>di</strong> valutare i risultati funzionali ed oncologici (margini chirurgicipositivi e ripresa biochimica) della prostatectomia ra<strong>di</strong>cale retropubicaanterograda “nerve sparing” (<strong>di</strong>ssezione dei bundles neurovascoolaridalla base verso l’apice prostatico).Materiali e Meto<strong>di</strong>: Sono stati valutati retrospettivamente i datirelativi a 114 pazienti (età me<strong>di</strong>a 62.9 anni, range 48-72, PSApreo<strong>per</strong>atorio me<strong>di</strong>o 8.12 ng/ml (range 1.6-13), Gleason scorebioptico me<strong>di</strong>o 5.58 (4-7) sottoposti a prostatectomia ra<strong>di</strong>caleanterograda “nerve sparing”, <strong>per</strong> adenocarcinoma prostatico sta<strong>di</strong>oclinico T1-T2, fra gennaio 2001 e giugno 2003. In 98 (85.9%) casila preservazione dei bundles era stata eseguita bilateralmente, in16 (14.1%) monolateralmente. La funzione erettile preesistente èstata indagata somministrando ai pazienti il questionario IIEF5. Laripresa biochimica è stata definita come il rilievo <strong>di</strong> PSA > 0.2ng/ml in due determinazioni consecutive. Sono stati consideraticontinenti i pazienti che non necessitavano <strong>di</strong> alcun presi<strong>di</strong>o sanitario(assorbenti) <strong>per</strong> svolgere le attività quoti<strong>di</strong>ane. Entro 3 mesidalla prostatectomia ra<strong>di</strong>cale è stata intrapresa una terapia riabilitativa<strong>per</strong> la ripresa dell’attività erettile me<strong>di</strong>ante iniezione intracavernosa<strong>di</strong> prostaglan<strong>di</strong>ne due volte a settimana. Nei pazienti chesuccessivamente hanno manifestato una ripresa parziale dell’attivitàerettile spontanea o in caso <strong>di</strong> intolleranza all’iniezione intracavernosa<strong>di</strong> alprosta<strong>di</strong>l la riabilitazione è proseguita me<strong>di</strong>ante somministrazione<strong>di</strong> inibitori della fosfo<strong>di</strong>esterasi tipo 5 due volte asettimana. La potenza sessuale dopo l’intervento chirurgico è stataindagata tramite colloquio in corso <strong>di</strong> vista ambulatoriale, somministrandonuovamente il questionario IIEF-5.Risultati: In 7/114 pazienti (6.1%) erano presenti margini chirurgicipositivi, 2 in sta<strong>di</strong>o pT2, 4 in sta<strong>di</strong>o pT3a, 1 in sta<strong>di</strong>o pT3b.9/114 pazienti (7.9%) sono stati sottoposti a terapia a<strong>di</strong>uvante(TAD). Ad un follow-up me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> 15.37 mesi (me<strong>di</strong>ana 13, range6-33) <strong>tutti</strong> i pazienti sono liberi da ripresa biochimica. In <strong>tutti</strong> ipazienti già a 3 mesi dall’intervento si è riscontrato il completorecu<strong>per</strong>o della continenza. In 35/90 (38.8%) pazienti, sottopostia prostatectomia NS bilaterale senza TAD, si è ottenuto un recu<strong>per</strong>ocompleto della funzione erettile tale da <strong>per</strong>mettere sod<strong>di</strong>sfacentirapporti sessuali, in 11 (12.2%) parziale con necessità <strong>di</strong>ricorrere alla terapia con inibitori della PDE-5. Tutti avevano unIIEF5 preo<strong>per</strong>atorio >20 (me<strong>di</strong>a 22.1, range 20-25). Dei 15/16pazienti sottoposti a prostatectomia ra<strong>di</strong>cale NS monolateralesenza TAD si è avuto un recu<strong>per</strong>o della funzione erettile in 5(33.3%), in 2/15 (13.3%) completa, in 3/15 (2,2%) parziale.L’IIEF5 me<strong>di</strong>o <strong>per</strong> i 37 pazienti con ripristino completo della funzionalitàerettile è risultato <strong>di</strong> 21.7 (range 17-25) Dei 69 pazienti<strong>di</strong> età £ 65 anni 41 (59.4%) hanno recu<strong>per</strong>ato completamente oparzialmente la funzione erettile (5 “nerve sparing” monolaterale)rispetto a 10 dei 36 pazienti (27.8%) con età > 65.Conclusioni: Da questo stu<strong>di</strong>o si rileva come la prostatectomia ra<strong>di</strong>caleretropubica anterograda nerve sparing, consenta un buonrecu<strong>per</strong>o della potenza sessuale, già ad un follow-up me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> circa12 mesi, coa<strong>di</strong>uvata da terapia riabilitativa specifica, ed il completoe precoce ripristino della continenza urinaria. Tale intervento,che prevede la <strong>di</strong>ssezione dei fasci vascolo-nervosi iniziando dallabase prostatica dove sono maggiormente rappresentati e <strong>di</strong>stantidalla ghiandola, <strong>per</strong>mette, in pazienti selezionati, <strong>di</strong> conservare inervi cavernosi senza compromettere la ra<strong>di</strong>calità oncologica, come<strong>di</strong>mostrato dalla bassa incidenza <strong>di</strong> margini chirurgici positivi.Video N. 90TUMORECTOMIA RENALE LAPAROSCOPICA: TECNICHEDI EMOSTASIGaboar<strong>di</strong> F., Simonato A., Lissiani A., Gregori A., Galli S.,Bozzola A.U.O. Urologia, Ospedale Luigi Sacco, MilanoIntroduzione ed Obiettivi: Risolti i problemi oncologici, il puntopiù critico della chirurgia conservativa dei tumori renali è rappresentatodalla <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> ottenere un’emostasi sicura.Questo problema si ripropone ancora <strong>di</strong> più nell’approcciolaparoscopico. In questo video proponiamo alcune possibilisoluzioni <strong>per</strong> ottenere una buona emostasi. A seconda dellaprofon<strong>di</strong>tà, dell’estensione del letto <strong>di</strong> resezione e della sededella neoplasia possono essere adottate <strong>di</strong>fferenti soluzioni chevengono illustrate nel video.Archivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004; 76, 3, Supplemento 133


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia OncologicaMateriali e Meto<strong>di</strong>: Viene utilizzato l’accesso trans<strong>per</strong>itoneale <strong>per</strong>le neoplasie anteriori o antero-laterali <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni inferiori a 4cm. Viene utilizzato un accesso extra<strong>per</strong>itoneale <strong>per</strong> le lesioniesofitiche postero-laterali e polari inferiori <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni inferioria 3 cm. Per le lesioni parzialmente esofitiche <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensionisu<strong>per</strong>iori a 2 cm è stato isolato il peduncolo renale ed in alcunicasi provocata una ischemia calda. L’emostasi è stata assicuratame<strong>di</strong>ante punti <strong>di</strong> sutura, bisturi elettrico bipolare, bisturi adultrasuoni, tamponamento me<strong>di</strong>ante tessuto a<strong>di</strong>poso o Surgicel.Risultati: Nessun intervento è stato convertito. Le <strong>per</strong><strong>di</strong>te ematichenon hanno su<strong>per</strong>ato i 500 ml ed i pazienti non sono statitrasfusi. Per le neoplasie prevalentemente esofitiche l’emostasiè stata ottenuta solo con l’elettrocoagulazione bipolare e conpunti <strong>di</strong> sutura. Nelle lesioni con importante componenteintraparenchimale che hanno richiesto il clampaggio dell’arteriarenale è stato utilizzato tessuto a<strong>di</strong>poso o Surgicel <strong>per</strong> renderepiù sicura l’emostasi. Il bisturi ad ultrasuoni da solo nonsi è mai <strong>di</strong>mostrato sufficiente a controllare l’emostasi.Conclusioni: L’emostasi nella chirurgia conservativa delle neoplasierenali può essere riprodotta con sicurezza anche con la tecnicalaparoscopica. L’isolamento del peduncolo renale, l’accurata selezionedei pazienti, la scelta della via d’accesso e la padronanza delletecniche <strong>di</strong> sutura fanno sì che la meto<strong>di</strong>ca laparoscopica possaessere paragonata alla tecnica a cielo a<strong>per</strong>to.Video n. 92NEFROCAPSULECTOMIA RADICALE E TROMBECTOMIACAVALE CON C.E.C, IPOTERMIA PROFONDA ED ARRE-STO DI CIRCOLO IN MINITORACOTOMIA ANTERIOREDESTRA.Bertini R. 1 , Pasta A. 1 , Mazzoccoli B. 1 , Sangalli M. 1 ,Roscigno M. 1 , Da Pozzo L.F. 1 , Colombo R. 1 , Lapenna E. 2 ,Rigatti P. 11U.O. Urologia; 2 U.O. Car<strong>di</strong>ochirurgia, Università Vita-<strong>Salute</strong>, H.San Raffaele, MilanoIntroduzione: Negli ultimi anni la tecnica chirurgica del carcinomarenale (RCC) con trombosi neoplastica della vena cavainferiore (VCI) sovraepatica (SE) e/o dell’atrio dx, grazie all’innovazionetecnologica in ambito anestesiologico e car<strong>di</strong>ochirurgico(1), è <strong>di</strong>ventata una terapia chirurgica tecnicamentepossibile e con una ra<strong>di</strong>calità oncologica quasi sempre <strong>per</strong>seguibile.Infatti la prognosi <strong>di</strong> questi pazienti è <strong>di</strong>scretamentemigliorata raggiungendo, negli ultimi anni, una sopravvivenza<strong>di</strong> circa 68% a cinque anni (2). La sternotomia me<strong>di</strong>ana conaccesso addominale in CEC, ipotermia profonda (IP) ed arresto<strong>di</strong> circolo (AC), rappresenta il gold standard nella terapiadel RCC con trombosi neoplastica della VCI-SE e dell’atrio dx.Ogni variazione della tecnica chirurgica deve confrontarsi contale strategia terapeutica.Tecnica Chirurgica: Uomo <strong>di</strong> 39 aa con RCC dx e trombosi dellaVCI-SE. Embolizzazione dell’aa. renale dx 24h prima dell’intervento.Indotta l’anestesia, l’ecocar<strong>di</strong>ogramma transesofageo (ECO-TEE) conferma la presenza della trombosi neoplastica nella VCI.Tempi chirurgici:1. Incisione me<strong>di</strong>ana xifo-sottombelicale.2. Linfoadenectomia interaortocavale.3. Legatura e sezione dell’aa. renale dx nello spazio interaortocavale.4. Isolamento del rene che rimane esclusivamente connesso allaVCI attraverso la v. renale dx.5. Incisione inguinale sx ed esposizione dell’aa femorale sx.6. Minitoracotomia anteriore dx nel 4 spazio intercostale previaincisione cutanea <strong>di</strong> circa 7 cm nel solco inframammario.7. Avvio della CEC, IP ed AC con clampaggio della VCI intra<strong>per</strong>icar<strong>di</strong>ca.8. Incisione a “J” della VCI con estremo <strong>di</strong>stale sullo sbocco dellav. renale dx dove viene proseguita in modo circonferenziale.9. Nefrocapsulectomia ra<strong>di</strong>cale.10. Resezione parziale della parete della VCI in corrispondenzadell’ infiltrazione del trombo neoplastico.11. Doppia sutura (trasversale e longitu<strong>di</strong>nale) della VCI <strong>per</strong>ottenere un lume cavale più omogeneo e regolare possibile.12. Ripresa della CEC.13. ECO-TEE <strong>di</strong> controllo.Risultati:Tempo o<strong>per</strong>atorio: 510 min.Ipotermia profonda: 18 CArresto <strong>di</strong> circolo: 25 min.Per<strong>di</strong>te ematiche: 1700 ccEsame istologico: RCC pT3b, G2, pN0Degenza posto<strong>per</strong>atoria: 9 ggConclusioni: L’embolizzazione dell’aa renale preop. riduce il sanguinamentointraop. Il clampaggio della VCI intra<strong>per</strong>icar<strong>di</strong>ca aumentala ra<strong>di</strong>calità oncologica ed evita un’eventuale atriotomia dx <strong>di</strong>controllo. L’ECO-TEE conferma la <strong>per</strong>vietà della VCI e dell’ atriodx. La Minitoracotomia anteriore dx consente un ottimo accessomininvasivo alla cavità car<strong>di</strong>aca. Un campo o<strong>per</strong>atorio esanguerisulta essenziale <strong>per</strong> valutare la presenza <strong>di</strong> un’eventuale infiltrazione(focale, parziale o massiva) della parete venosa della VCI e <strong>per</strong>effettuare una toilette chirurgica completa. La nefrocapsulectomiara<strong>di</strong>cale e trombectomia della VCI-SE con CEC, IP ed AC inMinitoracotomia anteriore dx <strong>per</strong> RCC rappresenta, a nostro giu<strong>di</strong>zio,una valida alternativa alla tecnica chirurgica standard.Bibliografia1. Vaidya A, Ciancio G, Soloway M. Surgical techniques for treating a renalneoplasm inva<strong>di</strong>ng the inferior vena cava. J Urol 2003; 169:4352. Hatcher, P.A., Anderson, E.E., Paulson, D.F., Carson, C.C. and Robertson,J.E.: Surgical management and prognosis of renal cell carcinoma inva<strong>di</strong>ngthe vena cava. J Urol 1999; 145:20Comunicazioni n. 93CARCINOMA RENALE A CELLULE CROMOFOBE: ANALISIDI 104 CASI DA UN DATABASE MULTICENTRICO EUROPEOCindolo L. 1 , de La Taille A. 2 , Romis L. 3 , Schips L. 4 , ZigeunerR.E. 4 , Ficarra V. 5 , Tostain J. 6 , Artibani W. 5 , Abbou C.C. 2 , LobelB. 7 , Salzano L. 1 , Gallo A. 8 , Patard J.J. 71UO Urologia AORN “G. Rummo”, Benevento, Italia; 2 DipartimentoUrologia, CHU Henri Mondor, Créteil, France; 3 Clinica Urologica,Università “Federico II”, Napoli, Italia; 4 Dipartimento UrologiaUniversity Hospital, Me<strong>di</strong>cal University Graz, Austria; 5 DipartimentoUrologia, Verona University Hospital, Verona, Italia; 6 DipartimentoUrologia, North Hospital, CHU of Saint-Etienne, France; 7 DipartimentoUrologia, CHU Pontchaillou, Rennes, France; 8 Dipartimento Urologia,Istituto <strong>Nazionale</strong> Tumori “G. Pascale”, Napoli, ItaliaObiettivi: Nel 1985, il carcinoma renale a cellule cromofobe èstato descritto come sottotipo istologico a se stante. A causadella sua rarità non sono <strong>di</strong>sponibili larghe serie chirurgiche.Per apprezzarne l’andamento clinico abbiamo analizzato retrospettivamentei dati <strong>di</strong> un database europeo <strong>di</strong> nefrectomie.Meto<strong>di</strong>: Abbiamo realizzato un database <strong>di</strong> pazienti nefrectomizzatiraccogliendo informazioni circa 3228 soggetti o<strong>per</strong>atitra il 1986 e il 2002 in sei centri europei. I dati clinici e patologicisalienti sono stati estratti dai dossier <strong>di</strong> ogni paziente esono stati raccolti centralmente.Risultati: 104 casi sono stati identificati (incidenza: 3.2%). Etàme<strong>di</strong>a alla <strong>di</strong>agnosi: 57.6 anni (range: 22-83 anni). 51 pazienti(49%) erano maschi e 53 femmine (51%). Il <strong>di</strong>ametro me<strong>di</strong>o era6.4±3.6 cm. Nel 61.5% dei casi la <strong>di</strong>agnosi è stata fatta inciden-34Archivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004; 76, 3, Supplemento 1


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia Oncologicatalmente. La nefrectomia ra<strong>di</strong>cale è stata realizzata in 88 pazienti(85%). Con un follow-up me<strong>di</strong>ano <strong>di</strong> 38 mesi (range 1-153)non sono state osservate reci<strong>di</strong>ve locali, 5 (4.8%) pazienti sonodeceduti <strong>per</strong> cause non collegate al tumore e 9 (8.6%) <strong>per</strong> progressione<strong>di</strong> malattia.Conclusioni: Questo stu<strong>di</strong>o conferma il favorevole decorso <strong>di</strong>tale forma neoplastica, con una scarsa propensione alla reci<strong>di</strong>vitàe alla progressione.Comunicazioni n. 94ESPRESSIONE DEL CIRCUITO DEI GENI HOX NEL RENEEMBRIONALE, ADULTO E TUMORALECindolo L. 1 , Cantile M. 2 , Schiavo G. 2 , D’Armiento M. 3 ,Gallo A. 1 , Altieri V. 4 , Napodano G. 4 , Cillo C. 21UO Urologia AORN “G. Rummo”, Benevento; 2 Me<strong>di</strong>cina Clinica eS<strong>per</strong>imentale, Università “Federico II”, Napoli; 3 AnatomiaPatologica, Università “Federico II”, Napoli; 4 Clinica Urologica,Università “Federico II”, Napoli, ItaliaIntroduzione: I geni HOX sono una famiglia <strong>di</strong> fattori <strong>di</strong> trascrizioneche controllano lo sviluppo embrionale e svolgono ruoli <strong>di</strong>cruciale importanza nella regolazione delle funzioni delle celluleeucariotiche adulte. Recentemente sono stati descritti, nel topo,gli effetti della <strong>per</strong><strong>di</strong>ta completa del paralogo 11 (Hox A11, HoxC11 e Hox D11) con completa assenza <strong>di</strong> formazione dellagemma ureterale. Questi dati suggeriscono che i geni HOX sonoimportanti elementi nella regolazione dello sviluppo embrionalerenale, nella determinazione della localizzazione anteroposteriore<strong>per</strong> l’induzione del metanefro, nel fornire il corretto valoreposizionale e nella regolazione della identità fenotipica cellulare.Materiali: In questo stu<strong>di</strong>o abbiamo comparato l’espressione dell’interocircuito HOX nel rene umano fetale (14-38 settimane) e<strong>di</strong>n coppie <strong>di</strong> tessuto renale (normale e neoplastico) prelevatedagli stessi pazienti in corso <strong>di</strong> nefrectomia ra<strong>di</strong>cale.Risultati: Il circuito dei geni HOX mostra un pattern <strong>di</strong> espressionespecifico <strong>per</strong> il rene embrionale dalla 14ima settimana alla 22ima.Dopo questo <strong>per</strong>iodo il rene raggiunge un pattern <strong>di</strong> espressionesimile a quello dell’adulto, con alterazioni prevalentemente a livellodei geni HOX definiti “addominali”. D’altra parte il circuitomostra, nel carcinoma renale a cellule chiare, un pattern <strong>di</strong> espressionesimile a quello degli sta<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenziazione embrionale precoce(prima della 22ima settimana) e questo è legato prevalentementealle variazioni dei geni HOX “lombosacrali”.Conclusioni: Il nostro stu<strong>di</strong>o appare in<strong>di</strong>care che, durante la progressionedel cancro renale, si osserva un fenomeno <strong>di</strong> de<strong>di</strong>fferenziazionedel fenotipo cellulare con la reintroduzione <strong>di</strong> programmigenetici associati con lo sviluppo embrionale renale.Comunicazioni n. 95VALORE PROGNOSTICO DEI TIPI ISTOLOGICI DEL CAR-CINOMA RENALE. ESPERIENZA MULTICENTRICA SU4063 PAZIENTICindolo L. 1 , Patard J.J. 2 , Ficarra V. 3 , de La Taille A. 4 ,Tostain J. 5 , Artibani W. 3 , Abbou C.C. 4 , Lobel B. 2 , MuldersP.F.A. 6 , Wood C.G. 7 , Swanson D.A. 7 , Figlin R.A. 8 ,Belldegrun A.S. 8 , Altieri V. 9 , Napodano G. 9 , Salzano L. 1 ,Pantuck A.J. 81UO Urologia AORN “G. Rummo”, Benevento, Italia; 2 DipartimentoUrologia, CHU Pontchaillou, Rennes, France; 3 DipartimentoUrologia, Verona University Hospital, Verona, Italia; 4 DipartimentoUrologia, CHU Henri Mondor, Créteil, France; 5 DipartimentoUrologia, North Hospital, CHU of Saint-Etienne, France; 6 UniversityMe<strong>di</strong>cal Center Nijmegen, The Netherlands; 7 MD AndersonDepartment of Urology, Houston, Texas, USA; 8 UCLA Department ofUrology, Los Angeles, California, USA; 9 Clinica Urologica, Università“Federico II”, Napoli, ItaliaObiettivo: Scopo del nostro lavoro è stata l’analisi del significatoprognostico del tipo istologico in pazienti con neoplasiarenale localizzata o metastatica, sulla più larga serie <strong>di</strong> nefrectomiepubblicata a tutt’oggi.Materiali e Meto<strong>di</strong>: 4063 pazienti da 8 centri internazionalisono stati inclusi nello stu<strong>di</strong>o. In <strong>tutti</strong> i casi le seguenti variabilisono state valutate: tipo istologico (UICC 1997), età, sesso,sta<strong>di</strong>o TNM, grado <strong>di</strong> Fuhrman, <strong>di</strong>ametro tumorale, ECOG eoverall survival. A causa della relativa rarità del carcinoma deidotti collettori o dei tumori <strong>di</strong> istologia non identificabile, lostu<strong>di</strong>o si è basato sui tre tipi predominanti. Le sopravvivenzesono state stimate secondo Kaplan Meier. L’analisi multivariatadei fattori prognostici è stata eseguita con il modello <strong>di</strong> Cox.Risultati: 2725(67.1%) erano maschi. L’età me<strong>di</strong>ana è stata 61 anni(range 10-93). Il <strong>di</strong>ametro me<strong>di</strong>ano è risultato 6 cm. 1611 (39.7%),509(12.5%), 1059(26.1%) e 884(21.8%) tumori sono stati classififcaticome TNM sta<strong>di</strong>o I, II, III e IV. 3564 (87.7%), 396 (9.7%) e103(2.5%) neoplasie erano a cellule chiare, papillari e cromofobi. Itre tipi istologici erano strettamente correlati allo sta<strong>di</strong>o TNM e algrado <strong>di</strong> Fuhrman (p:0.001). All’analisi univariata i carcinomi a cellulechiare mostravano una sopravvivenza significativamente peggiorerispetto alle altre forme (p:0.002), mentre i cromofobi esibivanouna prognosi migliore (p


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia Oncologicaprimario è stata la overall survival (OS); la cancer-specific survival(CSS) e la recurrence-free survival (RFS) sono stati consideratiend points secondari.Risultati: 541 soggetti, all’ultimo follow-up, risultarono deceduti<strong>per</strong> progressione <strong>di</strong> malattia o <strong>per</strong> ogni altra causa, con una 5y-OSdell’80% ed una CSS e RFS dell’85% e 78%. Tutti i modelli si sono<strong>di</strong>mostrati abili nella <strong>di</strong>scriminazione e nella stratificazione deipazienti (p


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia Oncologicalutamide 150 mg. La ra<strong>di</strong>oterapia è stata eseguita con elettroni<strong>di</strong> energia <strong>di</strong> 6-12 MeV con frazione singola <strong>di</strong> 1000cGy,con campo unico <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni variabili, in relazione all’anatomiadel paziente, <strong>per</strong> erogare almeno il 90% della dose fra lacute e la gabbia toracica. I pazienti sono stati sottoposti a controlloclinico ogni 3 mesi <strong>per</strong> valutare l’eventuale comparsa el’entità della ginecomastia e della masto<strong>di</strong>nia. Dopo un followup<strong>di</strong> almeno 12 mesi 33 pazienti valutabili non presentanoattualmente ginecomastia e/o masto<strong>di</strong>nia; in 4 casi dove il trattamentoè stato eseguito con situazione iniziale <strong>di</strong> ginecomastiae masto<strong>di</strong>nia, è stata ottenuta la scomparsa del dolore eduna stabilizzazione della ginecomastia. I dati preliminari suggerisconoche il trattamento ra<strong>di</strong>ante profilattico delle ghiandolemammarie in corso <strong>di</strong> ormonoterapia con bicalutamide150mg riduca significativamente l’insorgenza e l’entità dellaginecomastia e della masto<strong>di</strong>nia in assenza <strong>di</strong> effetti collateralira<strong>di</strong>oindotti. In considerazione <strong>di</strong> questi dati incoraggianti si èritenuto <strong>di</strong> attivare uno stu<strong>di</strong>o randomizzato teso a confrontarel’efficacia della ra<strong>di</strong>oterapia versus Nolvadex nella prevenzionedella ginecomastia e masto<strong>di</strong>nia da bicalutamide.Comunicazioni n. 99INTRA-OPERATIVE RADIOTHERAPY AFTER RADICALPROSTATECTOMY (RP) IN PROSTATE CANCER AT HIGHRISK OF LOCAL FAILUREArcangeli G., Saracino B., De carli P., Albino G., SorianiA., Marzi S., Petrongari M.G., Farella A., Gomellini S.,Gallucci G.Istituto Regina Elena, RomaPurpose: The rate of local recurrence after RP ranges from 4%to 23% in T1/2 and is grater than 40% in T3 tumors. Localrecurrence occurs more frequently in the bladder-urethralanastomosis (66%), bladder neck (16%) and retro-trigonalarea (13%). A high risk of local failure after RP includespatients with one or two risk factors (PSA > 10 ng/ml, Gleasonscore (GS) 7, positivity in almost 2/3 bioptic specimens, clinicalstage T2b). Recent stu<strong>di</strong>es established that the ratio in prostatecancer is 1.5-2 Gy, i.d., lower than assumed for lateresponsive normal tissues. Therefore, the administration of asingle dose should represent a more convenient irra<strong>di</strong>ationmethod. We began a dose-escalation study (based onFibonacci method) by employing IORT after RP in patientswith interme<strong>di</strong>ate risk prostate cancer. Acute and late toxicitiesfollowing escalating doses were monitored.Materials and Methods: 18 pts received IORT at escalatingdoses of 16 Gy, 18 Gy and 20 Gy. The inclusive criteria were:age < 75 years, clinical stage N0 and 1 or 2 of the above-saidrisk factors. As toxicity was absent in further 10 pts treatedwith 20 Gy, a dose escalation to 22 Gy was carried on, accor<strong>di</strong>ngto the planned strategy. IORT was delivered after RP,bladder-urethral anastomosis manufacture and bilateral obturatornodes sampling, by means of a de<strong>di</strong>cated Linac (Novac 7Hitesys, highest energy 9 MeV). The treatment port inclu<strong>di</strong>ngthe surgical bed and the anastomosis was irra<strong>di</strong>ated through asterile applicator with a 22 angled edge and <strong>di</strong>ameter of 4-6cm. The electron energy was selected in order to include allthe structures in 90% isodose. An in vivo dosimetry was <strong>per</strong>formedby introducing a Mosfet dosimeter in a rectal catheterand a Mosfet micro-dosimeter placed close to the anastomosisthrough a Foley catheter.Results and Conclusions: Our cases analysis showed a pathologicupgrade as to the clinical data in 63.9% of cases, while adowngrade or an unchanged stage was seen in 15.3% and20.8%, respectively. Positive margins were found in only 2cases (7%). Pathological GS compared to biopsy GS washigher in 43% of cases, lower in 18% and unchanged in a further39%. In all cases, in vivo dosimetry showed an absorbeddose to the rectum wall < 1%. The presently available datashow that the highest level of dose-fin<strong>di</strong>ng was well tolerated,without any detectable rectal or vesical toxicity or anastomoticleakage protraction. A longest follow-up is necessary to verifythe real impact of IORT in prostate cancer in term of late toxicityand loco-regional control.Poster n. 100THALIDOMIDE (TH) AND METRONOMIC DOCETAXEL (D)IN CHEMO-IMMUNOREFRACTORY METASTATIC RENALCANCER (MRC): A REPORT OF FOUR CASES.Boccalon M. 1 , Lo Re G. 1 , Sangiorgio A. 2 , Merlo A. 2 , RusticiC. 2 , Lenardon O. 2 , Buttazzi L. 2 , Garbeglio A. 2 , Tumolo S. 11Oncology Unit; 2 Urology, G.H. “S. Maria degli Angeli”, PordenoneIntroduction: The metastatic renal cancer (MRC) is a chemoresistanttumour but represent an immunoresponsive <strong>di</strong>sease.Thalidomide (Th), a sedative drug with anti-angiogenetic pro<strong>per</strong>ties,has been shown activity in multiple myeloma and solidtumours. Ex<strong>per</strong>imental stu<strong>di</strong>es of metronomic chemotherapydemonstrate suppression of angiogenesis in animal models anda synergistic anti-angiogenetic activity for Docetaxel (D) combinedto monoclonal antibody against VEGF was reported(Sweeney CJ et al., Cancer Res. 2001).Aim of the study: Evaluation of feasibility, toxicity and activity oflow dose D in combination to Th in metastatic renal cancer.Patients and Methods: Between 3/03 and 7/03 four patients weretreated. Two were male and 2 female. PS was >2 in 3 pts and =2in one pt. Age was 44,50,54 and 71 years respectively. Allpatients were pretreated with chemo-immunotherapy (CIT)inclu<strong>di</strong>ng IL-2, IFN-a2a and 5-FU (Atzpo<strong>di</strong>en regimen) and 3pts with Th alone. Sites of metastases were caval thrombosis in2, liver in 3, lung in 2, lymphnodes, soft tissue and bone in 1 ptrespectively. Chronic <strong>di</strong>sseminated intravascular coagulation waspresent in 2 pts and i<strong>di</strong>opathic oral mucosal <strong>di</strong>sorder in 1 pt.Treatment: Th was administered at 100-200 mg daily on thenight and D 5-20 mg weekly until toxicity or progression.Results: One of 3 pts with poor PS, unresponsive to previousCIT and Th alone, obtained an objective response on soft tissue,platelets and mucosal recovery, LDH normalization and PSimprovement. Duration of response was 2 months. Of 3 otherspts, two obtained stable <strong>di</strong>sease with subjective response inone and the third patient was unresponsive to therapy. Nosevere toxicity was encountered. Survival was 1, 3, 3.5 and 7months respectively.Conclusions: Combination of metronomic D to Th can representa new way of CT administration in metastatic progressive renalcancer. These preliminary clinical data need a larger evaluationin adequate cohort of patients to verify the clinical translationof the ex<strong>per</strong>imental results obtained in the animal models.Poster n. 101ESAME INTRAOPERATORIO NELLE LESIONI SOSPETTEDEL TESTICOLOGazzano G. 1 , Carmignani L. 2 , Gadda F. 2 , Nerva F. 3 , ManciniM. 3 , Colpi G.M. 3 , Coggi G. 1 , Rocco F. 2 , Bosari S. 11Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Chirurgia e Odontoiatria, II Cattedra <strong>di</strong>Anatomia e Istologia Patologica, Ospedale San Paolo <strong>di</strong> Milano; 2 IIClinica Urologica, Ospedale Maggiore <strong>di</strong> Milano IRCCS; 3 Unità <strong>di</strong>Andrologia, Ospedale San Paolo <strong>di</strong> MilanoIntroduzione e Obiettivi: Numerosi autori riportano unaumento dell’incidenza <strong>di</strong> lesioni benigne in particolare neire<strong>per</strong>ti incidentali <strong>di</strong> lesione testicolare. Negli ultimi anni siè quin<strong>di</strong> rafforzato sempre più il ruolo dell’esame intraope-Archivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004; 76, 3, Supplemento 137


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia Oncologicaratorio al congelatore (FSE) nella gestione terapeutica dellelesioni testicolari. Obbiettivo dello stu<strong>di</strong>o è stato la valutazionedell’atten<strong>di</strong>bilità dell’esame istologico estemporaneosu una popolazione omogenea con <strong>di</strong>agnosi clinica e strumentale<strong>di</strong> sospetta neoplasia testicolare. Materiali e meto<strong>di</strong>:tra ottobre del 2000 e marzo del 2004, abbiamo effettuato30 FSE su lesioni testicolari focali. L’analisi, in sede intrao<strong>per</strong>atoria,è stata condotta sul nodulo interamente asportatoe sui margini chirurgici, ottenuti tramite biopsie del parenchima<strong>per</strong>ilesionale. Il campione è stato in prima istanzavalutato macroscopicamente e successivamente sono statiallestiti dei preparati, in sezioni seriate, colorati conEmatossilina-Eosina. L’esame ha avuto una durata massima<strong>di</strong> 15 minuti. In sede intrao<strong>per</strong>atoria le lesioni sono stateclassificate in benigne, maligne e dubbie. In tutte le lesioniè stata data la suggestività <strong>per</strong> l’istotipo.Risultati: L’età dei pazienti era compresa tra 5 e 76 anni (me<strong>di</strong>a41.2). Le <strong>di</strong>mensioni delle lesioni variavano da 3 a 24 mm. Insede intrao<strong>per</strong>atoria abbiamo riscontrato 21 casi (70%) concaratteristiche <strong>di</strong> benignità e 8 (26%) con caratteristiche <strong>di</strong>malignità. Solo in un caso la risposta intrao<strong>per</strong>atoria è stata“dubbia” ma suggestiva <strong>per</strong> malattia linfo-proliferativa.L’analisi microscopica definitiva ha confermato tutte le <strong>di</strong>agnosiformulate in sede intrao<strong>per</strong>atoria. Sono stati riscontrati:tumore a cellule del Ley<strong>di</strong>g in 5 casi (23.8%), i<strong>per</strong>plasia a celluledel Ley<strong>di</strong>g in 3 casi (14.2%), tumore a larghe cellule delSertoli calcificante in 1 caso (4,7%), tumore adenomatoide in3 casi (14.2%), <strong>per</strong>iorchite nodulare in 1 caso (4.7%), cistiepidermoide in 1 caso (4.7), fibrosi in 3 casi (14.2%), infartoin 3 casi (14.2%) ed i<strong>per</strong>plasia mesoteliale in 1 caso (4.7%). Lelesioni maligne erano rappresentate da seminoma in 4 casi(50%) e carcinoma embrionale nei restanti 4 casi (50%). Nelcaso suggestivo <strong>per</strong> malattia linfo-proliferativa l’analisi istologicadefinitiva ha confermato un linfoma non Hodgkin. In 8pazienti con <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> neoplasia maligna il testicolo è statorimosso. Nei tumori a cellule del Ley<strong>di</strong>g e a cellule del Sertolisono stati valutati, in sede intrao<strong>per</strong>atoria, come segni <strong>di</strong> malignità:<strong>di</strong>mensioni su<strong>per</strong>iori a cm 5, presenza <strong>di</strong> necrosi, invasioneangio-linfatica e numero <strong>di</strong> mitosi su<strong>per</strong>iori a 3x10HPF.In nessun caso tali parametri venivano riscontrati. Una chirurgiaconservativa è stata praticata su 16 (54%) dei 21 pazienticon lesioni benigne e su 1 (3%) suggestivo <strong>per</strong> malattia linfoproliferativa.Conclusioni: L’elevata incidenza <strong>di</strong> forme benigne conferma lanecessità <strong>di</strong> un nuovo atteggiamento nei confronti delle lesionitesticolari sospette. I nostri risultati <strong>di</strong>mostrano una sensibilitàdell’esame intrao<strong>per</strong>atorio a pari al 100% ed in<strong>di</strong>canotale procedura un valido strumento nella gestione terapeutica<strong>di</strong> pazienti con lesioni testicolari focali.Poster n. 102SINGOLA DOSE POST-OPERATORIA DI GEMCITABINA OEPIRUBICINA NELLE NEOPLASIE VESCICALI TA-T1:STUDIO PROSPETTICO, RANDOMIZZATOCanepag, campodonico F., Capponi G., Maffezzini M.S.C. Urologia E.O. Ospedali galliera, GenovaIntroduzione e Obiettivi: Il trattamento standard del ca vescicalesu<strong>per</strong>ficiale è rappresentato dalla TUR (resezione transuretrale),tuttavia il 30-70% dei pazienti reci<strong>di</strong>va (1). Per tale motivoalla resezione è associato un trattamento <strong>di</strong> chemio/immunoprofilassiendocavitaria. Da una revisione <strong>di</strong> 22 stu<strong>di</strong> prospetticirandomizzati e controllati su 3849 pazienti, solo in 13 stu<strong>di</strong>è stata <strong>di</strong>mostrata una riduzione delle reci<strong>di</strong>ve dopo chemioterapiaintravescicale con vari agenti (Thiotepa, Doxorubicina,Mitomicina C, Epirubicina (E), Ethoglucide) (3). La riduzionedella reci<strong>di</strong>va a breve termine è del 14%. L’E ha <strong>di</strong>mostrato unariduzione a due anni su<strong>per</strong>iore al 50% rispetto al controllo (2).La Gemcitabina (G) è un nuovo farmaco efficace endovena <strong>per</strong>il trattamento delle neoplasie vescicali avanzate (3). Nel trattamentoendovescicale la tossicità è stata accettabile e ne è stataraccomandata la somministrazione <strong>di</strong> 2g (4, 6). Il modello <strong>di</strong>stu<strong>di</strong>o proposto è quello della singola instillazione endovescicale<strong>per</strong>io<strong>per</strong>atoria (5-7). L’obiettivo è stato valutare l’efficacia profilatticadella G in singolo trattamento endovescicale posto<strong>per</strong>atoriosui tumori su<strong>per</strong>ficiali reci<strong>di</strong>vanti confrontato con il trattamento“standard” in termini <strong>di</strong> <strong>per</strong>centuali <strong>di</strong> reci<strong>di</strong>va a unanno.Materiali e meto<strong>di</strong>: Dal 7/2003 al 7/2004 35 pz (pazienti) (etàme<strong>di</strong>a 72,5±8,89 aa - 29 maschi - 6 femmine) che presentavanoreci<strong>di</strong>va macroscopica <strong>di</strong> ca vescicale su<strong>per</strong>ficiale sono stati sottopostia TUR e randomizzati nel trattamento singolo endovescicaleG o E posto<strong>per</strong>atorio. La soluzione è stata mantenuta in vescica<strong>per</strong> 120’. Il f-up (follow-up) prevede cistoscopia trimestrale, es.citologico urinario su 3 campioni e F.I.S.H. Sono state escluse daltrattamento, ma randomizzate, le lesioni vescicali estese. Le lesioniinfiltranti all’esame istologico sono state sottoposte a cistectomiara<strong>di</strong>cale ed escluse dal f-up. La comparsa <strong>di</strong> reci<strong>di</strong>va al f-upè stata considerata fallimento terapeutico.Risultati: 17 pz sono stati trattati con G e 18 con E. Nessun pzha presentato eventi avversi seri. Tre pz randomizzati non sonostati trattati <strong>per</strong> la estensione della lesione resecata. Quattro pzcon patologia infiltrante sono stati esclusi dal f-up. I 28 pzhanno un f-up me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> 8± 3 mesi (range 12-3). A 3 mesi il14.2% dei pz trattati con G hanno reci<strong>di</strong>vato rispetto al 28.2%del gruppo E, a 6 mesi il 20% del gruppo G rispetto al 25% delgruppo E. Nessuna reci<strong>di</strong>va a 9 e 12 mesi nei due gruppi.Conclusioni: La G ha presentato al pari della E una buona tollerabilitàin <strong>tutti</strong> i pz trattati. L’efficacia va considerata sovrapponibilenei 2 trattamenti <strong>per</strong> l’esiguità del campione osservato.Lo stu<strong>di</strong>o prosegue sia con l’arruolamento costante dei pz siacon il f-up. I risultati appaiono incoraggianti soprattutto <strong>per</strong> labuona tollerabilità riscontrata.Bibliografia:1. Bono AV ,et al. Eur Urol 1996; 29:3852. Lamm DL, et al. J Urol 1995; 153:14443. Von der Maase H, et al. J Clin Oncol 2000; 17:30684. Dalbagni G et al. Abstract, ASCO 2002 ¡Ù 7995. Oosterlinck W, et al. J Urol 1993; 149:7496. Okamura K et al. Cancer 2002; 94:23637. Laufer M et al. J Clin Oncol 2003; 21:697Poster n. 103BLEOMYCIN AND INTERSTITIAL PULMONARY INJURY: ACASE REPORTMorelli F. 1 , Zarrelli N. 2 , Ricci Barbini E. 3 , Ricci Barbini V. 3 ,Toma S. 11Dept of Oncology; 2 Dept of Ra<strong>di</strong>ology; 3 Dept of Urology Casa,Sollievo della Sofferenza, San Giovanni Rotondo, ItalyBackground: Pulmonary toxicity is a well-known complicationobserved with several anticancer drugs. The standard chemotherapyfor patients with germ cell tumors consists of a combinationof bleomycin, etoposide and cisplatin (BEP). A major<strong>di</strong>svantage of this treatment is the occurrence of bleomycininducedpneumonitis. The reported incidence of this toxicityvaries from 0 to 46% of the patients. Fatal pneumonitis occursin approximately 3% of patients treated with bleomycin.Materials: A.G., 20 years old male, underwent ra<strong>di</strong>cal orchiectomyon July 2003. The histologic <strong>di</strong>agnosis was teratoma(90%), embrional carcinoma and yolk sac tumor (10%). Theprechemotherapy level of the serum marker alpha-fetoproteinwas raised.The staging classification was IS.. The patient recei-38Archivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004; 76, 3, Supplemento 1


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia Oncologicaved three cycles of BEP. After the end of chemotherapy, the CTscan showed interstitial fibronodular infiltration located in theposterior segment of lower right lobe of the lung.Results: The surgery was <strong>per</strong>formed On December 2003. Thesingle lesion was removed by a mini-thoracotomy. The pathologicalfin<strong>di</strong>ngs was obliterantis brochitis associated withinterstistial pneumonia. The patient is still alive without <strong>di</strong>sease.Discussion: Bleomycin has an effect on the lung vasculature, but<strong>di</strong>fferent from etoposide and cisplatin. The capillary changesobserved using nailfold capillary microscopic examination, thereported cases of Raynauld’s phenomenon, myocar<strong>di</strong>al infarctionand pulmonary veno-occlusive <strong>di</strong>sease induced by bleomycinsuggest <strong>di</strong>rect effects on the vasculature. The effects occurpredominantly in the lung and skin vasculature because thisorgans are deficient in bleomycin hydrolase which inactivatesbleomycin. The alterations of the vasculature are due to inductionof free ra<strong>di</strong>cals by bleomycin, which causes endothelialdamage, followed by an immunological process with infiltrationof lymphocytes and alveolar macrophages (1, 2). These cellsproduce cytokines, which further augment cellular accumulation,proliferation of fibroblasts, production of collagen andfinally fibrosis (3). The emergence of pulmonary infiltrates incancer patients treated with chemotherapy remains a <strong>di</strong>fficult<strong>di</strong>agnostic problem. Many <strong>di</strong>fferential <strong>di</strong>agnoses have to be <strong>di</strong>scusse<strong>di</strong>nclu<strong>di</strong>ng: lymphangitic carcinomatosis, infection,allergy, teratoma. With thre eclusion of all these etiologic factors,drug-induced pulmonary reaction has to be strongly suspected.To avoid this toxicity, treatments with EP were recommended ingood prognosis germ cell tumors.Bibliografia:1. Shrier DJ, Phan SP. Modulation of bleomycin-induced pulmonary fibrosisin the BALB/c mouse by cyclosphosphamide-sensitive T cells. Am JPathol, 1984; 116:2702. Shrier DJ, Phan SP. The effects of the nude (NU/NU) mutation onbleomycin-induced pulmonary fibrosis: a biochemical evaluation. Am revresp Dis, 127: 614-7; 19833. Adamson IYR and Bowden DH, The pathogenesis of bleomycin-inducedpulmonary fibrosis in mice. Am J Pathol 1974; 77:185Poster n. 104“SATURATION BIOPSY” NELLA DIAGNOSI DEL CARCI-NOMA PROSTATICO: ESPERIENZA NOVARESEZaramella S., Sala M., Monesi G., Kocjancic E., Gontero P.,Ceratti G., Favro M., Marchioro G., Pisani R., Frea B.Clinica Urologica, Facoltà <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia, Universitàdegli Stu<strong>di</strong> del Piemonte Orientale “A. Avogadro”, Azienda ospedaliera“Maggiore della Carità”, NovaraIntroduzione e Obiettivi: Nella pratica clinica è frequente ilriscontro <strong>di</strong> elevati livelli <strong>di</strong> PSA in pazienti con pregressabiopsia negativa, senza sintomatologia prostatitica associata. Èintuitivo <strong>per</strong>altro che, aumentando il numero <strong>di</strong> prelievi bioptici,aumenti anche il numero <strong>di</strong> tumori <strong>di</strong>agnosticati. In questolavoro abbiamo analizzato i risultati del nostro schema <strong>di</strong>biopsie prostatiche estese (saturation needle biopsy), inpazienti con una o più biopsie negative e forte sospetto clinico<strong>di</strong> tumore prostatico.Meto<strong>di</strong>: Il nostro schema <strong>di</strong> saturation biopsy prevede l’esecuzione<strong>di</strong> 32 prelievi in sedazione, comprendenti la zona <strong>per</strong>iferica,la zona transizionale e la zona anteriore. Dal novembre2003 al maggio 2004 abbiamo sottoposto a saturation biopsy33 pazienti, con età me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 66,6 anni, PSA me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> 11.2(da 4.3 a 31) ng/ml e numero me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> biopsie standard pregresse<strong>di</strong> 1,6 (da 1 a 5). In 7 pazienti era stato precedentementeriscontrato un PIN ad alto grado.Risultati: In 13 pazienti (39.39%) è stato riscontrato un tumore,mentre in 20 pazienti (60,6%) anche la saturation biopsy èrisultata negativa. In numero me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> prelievi bioptici positivinei pazienti con tumore era <strong>di</strong> 3,2/32. Un Gleason scorebasso o me<strong>di</strong>o grado è stato riscontrato in 11/13 pazienti, mentreuno ad alto grado in 2/13 pazienti, nel CAPut % delle proceduresi sono osservate complicanze posto<strong>per</strong>atorie rilevanti(ematuria con coaguli, ritenzione d’urina o prostatite).Stratificando la <strong>per</strong>centuale <strong>di</strong> positività <strong>per</strong> tumore nei pazienticon una, due, tre o più biopsie negative in anamnesi, tale<strong>per</strong>centuale era rispettivamente del 35, 50, e 40%.Conclusioni: La saturation biopsy rappresenta un valido strumentonella <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> tumore della prostata in pazienti conmappaggio bioptico standard negativo, e con forte sospetto clinico<strong>di</strong> tumore, mantenendo una alta <strong>per</strong>centuale <strong>di</strong> <strong>di</strong>agnosianche in pazienti con numerose biopsie negative. Per la nontrascurabile frequenza <strong>di</strong> complicanze, la meto<strong>di</strong>ca a nostroavviso, non dovrebbe essere eseguita <strong>di</strong> routine dopo un singolocampionamento bioptico negativo.Bibliografia:1. Chrouser KL, Lieber MM. Extended and saturation needle biopsy for the<strong>di</strong>agnosis of prostate cancer. Curr Urol Rep 2004; 5:2262. PMID: 15161572 [PubMed - in process] Rabets JC, Jones. Prostate cancerdetection with office based saturation biopsy in a repeat biopsy population.J Urol. 2004; 172:94Comunicazioni n. 105SOPRAVVIVENZA LIBERA DA MALATTIA IN PAZIENTISOTTOPOSTI A PROSTATECTOMIA RADICALE, CON PSACOMPRESO FRA 20 E 100 NG/ML: ANALISI DEI FATTO-RI PREDITTIVI PREOPERATORIZaramella S. 1 , Sala M. 1 , Vidali M. 2 , Monesi G. 1 , KocjancicE. 1 , Gontero P. 1 , Ceratti G. 1 , Favro M. 1 , Marchioro G. 1 ,Pisani R. 1 , Frea B. 11Clinica Urologica, Università degli Stu<strong>di</strong> del Piemonte Orientale“A. Avogadro”, Azienda ospedaliera “Maggiore della Carità”,Novara; 2 Dipartimento Scienze Me<strong>di</strong>che Università degli Stu<strong>di</strong> delPiemonte OrientaleIntroduzione e Obiettivi: Nei pazienti con elevato PSA alla <strong>di</strong>agnosi,in mancanza a tutt’oggi <strong>di</strong> una precisa e sicura sta<strong>di</strong>azioneclinica preo<strong>per</strong>atoria del tumore prostatico, risulta spesso<strong>di</strong>fficile decidere quali pazienti si possono effettivamentegiovare della terapia chirurgica. L’obiettivo della nostra revisioneè quello <strong>di</strong> valutare l’outcome dei nostri pazienti sottopostia prostatectomia ra<strong>di</strong>cale con PSA alla <strong>di</strong>agnosi elevato (fra 20e 100 ng/ml), allo scopo <strong>di</strong> definire quali dati preo<strong>per</strong>atorisiano i più utili nel pre<strong>di</strong>re i pazienti liberi da malattia dopol’intervento.Meto<strong>di</strong>: Dall’ottobre 1998 al giugno 2004, 421 pazienti sonostati sottoposti a prostatectomie ra<strong>di</strong>cali presso la nostra clinica,<strong>di</strong> questi 48 presentavano un PSA alla <strong>di</strong>agnosi compresofra 20 e 100 ng/ml ed un follow-up <strong>di</strong> almeno 6 mesi, la loroetà me<strong>di</strong>a era <strong>di</strong> 65,4 anni, ed il PSA me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> 39,4 ng/ml. Adun follow-up me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> 36 mesi 20 pazienti (41,6%) sono liberida malattia (Gruppo A), mentre 28 pazienti (58,3%) presentanosegni clinici o bioumorali <strong>di</strong> <strong>per</strong>sistenza o <strong>di</strong> ripresa <strong>di</strong>malattia (gruppo B). Abbiamo confrontato quin<strong>di</strong> il PSA, ilGleason score, lo sta<strong>di</strong>o clinico e il numero <strong>di</strong> prelievi biopticipositivi, allo scopo <strong>di</strong> stabilire quali fra questi sia il più utilenell’in<strong>di</strong>viduare preo<strong>per</strong>atoriamente i pazienti che risulterannoliberi da malattia al follow-up.Risultati: i pazienti del gruppo A presentavano un PSA me<strong>di</strong>oalla <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> 32,5 ng/nl, un numero <strong>di</strong> prelievi bioptici positivime<strong>di</strong>o <strong>di</strong> 3,85 su 8, ed un Gleason score bioptico me<strong>di</strong>o <strong>di</strong>5,8. Nei pazienti nel gruppo B il PSA me<strong>di</strong>o era <strong>di</strong> 42,5 ng/ml,Archivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004; 76, 3, Supplemento 139


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia Oncologicai prelievi positivi me<strong>di</strong> erano 6,28 su 8, ed il Gleason scorebioptico me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 7,14. Tali <strong>di</strong>fferenze all’ analisi univariata,sono risultate statisticamente significative (T test), valutati idati con un modello <strong>di</strong> regressione logistica, utilizzando i 4parametri preo<strong>per</strong>atori, è possibile in<strong>di</strong>viduare preo<strong>per</strong>atoriamentefino all’86% dei pazienti che saranno liberi da malattia.Inoltre contrariamente all’analisi univariata, solo il PSA, ilGleason score e lo sta<strong>di</strong>o clinico sono fattori pre<strong>di</strong>ttivi in<strong>di</strong>pendenti<strong>per</strong> ripresa biochimica <strong>di</strong> malattia.Conclusioni: Nella nostra es<strong>per</strong>ienza, seppur con un follow-upbreve, elevati valori <strong>di</strong> PSA alla <strong>di</strong>agnosi non rappresentanouna controin<strong>di</strong>cazione assoluta alla prostatectomia ra<strong>di</strong>cale,nella nostra es<strong>per</strong>ienza in questi pazienti, il numero <strong>di</strong> prelievibioptici positivi, il Gleason score, lo sta<strong>di</strong>o, e lo stesso PSAin<strong>di</strong>viduano con buona precisione i pazienti che avranno unaprecoce ripresa <strong>di</strong> malattia dai pazienti liberi da malattia.Bibliografia:1. Partin AW, Kattan MW et al. Combination of prostate-specific antigen,clinical stage, and Gleason score to pre<strong>di</strong>ct pathological stage of localizedprostate cancer. A multi-institutional update. JAMA 1997; 277:14452. Han M, Partin AW et al. Biochemical (prostate specific antigen) recurrenceprobability following ra<strong>di</strong>cal prostatectomy for clinically localizedprostate cancer. J Urol 2003; 169:517Comunicazioni n. 106BIOPSIA ECOGUIDATA DELL’ANASTOMOSI URETRO-VESCI-CALE DOPO PROSTATECTOMIA: NOSTRA ESPERIENZAMari M. 1 , Guercio S. 1 , Mangione F. 1 , Dalle Ore M.C. 1 ,Bollito E. 2 , Bellina M. 11U.O.C. <strong>di</strong> Urologia Ospedale degli Infermi <strong>di</strong> Rivoli, Torino;2Servizio <strong>di</strong> Anatomia Patologica Azienda Ospedaliera S. Luigi,Orbassano, TorinoIntroduzione e Obiettivi: La progressione biochimica dopo prostatectomiara<strong>di</strong>cale rappresenta uno dei principali problemiclinici sia dal punto <strong>di</strong> vista <strong>di</strong>agnostico che terapeutico. Nonesiste un consenso unanime nel definire il livello <strong>di</strong> “PSA failure”:alcuni Autori propongono un valore <strong>di</strong> PSA <strong>di</strong> 0.4ng/ml, altri, più recentemente, ritengono più appropriato uncut-off <strong>di</strong> 0.2 ng/ml. Inoltre, sebbene le variabili pre e posto<strong>per</strong>atoriee la cinetica del PSA possano essere suggestive <strong>per</strong>una ripresa <strong>di</strong> malattia locale o sistemica, molti urologi preferisconola conferma istologica o ra<strong>di</strong>ologica della sede dellaripresa <strong>di</strong> malattia <strong>per</strong> intraprendere il trattamento più in<strong>di</strong>cato.In questo lavoro presentiamo la nostra casistica <strong>di</strong> biopsiedell’anastomosi uretro-vescicale in pazienti con sospetta reci<strong>di</strong>valocale dopo prostatectomia.Meto<strong>di</strong>: Abbiamo eseguito 9 biopsie transrettali ecoguidate dell’anastomosiuretro-vescicale, con ecografo Siemens Adara esonda endocavitaria con possibile scansione longitu<strong>di</strong>nale etrasversale. La me<strong>di</strong>ana alla progressione sierologia era <strong>di</strong> 36mesi (range 4-82). Tutti i pazienti, presentavano PSA > 0.4ng/ml (me<strong>di</strong>ana 0.7; range: 0.4-3.2). In 6 pazienti lo sta<strong>di</strong>opatologico era pT3a, pT2 negli altri 3 pazienti; i pazienti conmargini postivi erano 4/9 (44%). Il Gleason score era 7 in 5pazienti, 6 in tre pazienti e 8 in un paziente. Un solo pazientepresentava una esplorazione rettale positiva. Sono stati eseguiti7 prelievi bioptici in scansione longitu<strong>di</strong>nale.Risultati: In 6/9 pazienti (66%) abbiamo ottenuto una <strong>di</strong>agnosiistologica <strong>di</strong> reci<strong>di</strong>va <strong>di</strong> adenocarcinoma prostatico. Non sisono registrate complicanze <strong>per</strong>i- e post-biopsia. Tutti ipazienti con esame istologico positivo sono stati sottoposti ara<strong>di</strong>oterapia a<strong>di</strong>uvante con successivo azzeramento dei valoridel PSA.Conclusioni: Il prelievo bioptico ecoguidato dell’anastomosiuretro-vescicale, in pazienti sottoposti a prostatectomia ra<strong>di</strong>calecon progressione biochimica, rappresenta una validameto<strong>di</strong>ca <strong>per</strong> identificare una possibile reci<strong>di</strong>va locale, sebbenela sua reale utilità sia ancora controversa. Requisito fondamentale<strong>per</strong> una adeguata accuratezza della meto<strong>di</strong>ca è rappresentatodalla possibilità <strong>di</strong> effettuare il prelievo ecoguidato in scansionelongitu<strong>di</strong>nale. L’elevata <strong>per</strong>centuale <strong>di</strong> <strong>di</strong>agnosi, seppurein una casistica limitata, è a nostro avviso dovuta alla tecnicautilizzata, con risultati sovrapponibili a quelli pubblicati daScattoni e coll. In base anche ai dati della Letteratura, consigliamo<strong>di</strong> eseguire la biopsia con valori <strong>di</strong> PSA inferiori a 1ng/ml, <strong>per</strong> ottenere le maggiori possibilità <strong>di</strong> risposta al trattamentora<strong>di</strong>oterapico.Comunicazioni n. 107RISPARMIO DELLE VESCICHETTE SEMINALI IN CORSO DIPROSTATECTOMIA RADICALE: NOSTRA ESPERIENZA.Mari M. 1 , Ambu A. 1 , Guercio S. 1 , Tamagnone A. 3 , BollitoE. 2 , Bellina M. 11U.O.C. <strong>di</strong> Urologia Ospedale degli Infermi <strong>di</strong> Rivoli, Torino;2Servizio <strong>di</strong> Anatomia Patologica Azienda Ospedaliera S. Luigi,Orbassano, Torino; 3 Clinica Universitaria II, Azienda OspedalieraMolinette, TorinoIntroduzione e Obiettivi: Poiché l’interessamento delle vescichetteseminali rappresenta un fattore prognostico negativo e inomogrammi basati sul PSA, Gleason score e sta<strong>di</strong>o clinico, ciespongono comunque al rischio <strong>di</strong> misconoscere un loro coinvolgimento,può essere utile biopsiare, in casi selezionati,anche le vescichette seminali in corso <strong>di</strong> mapping prostatico(Boccon-Gibod 2002). Hauri e Montie hanno presentato la loroes<strong>per</strong>ienza sul risparmio delle vescichette seminali, in corso <strong>di</strong>prostatectomia ra<strong>di</strong>cale, rilevando, nei pazienti sottoposti a tecnicanerve-seminal sparing rispetto alla sola tecnica nerve sparing,una più precoce ripresa della continenza urinaria e unmiglioramento della potenza sessuale e della qualità dell’orgasmo.Walsh ha rilevato che un risparmio anche parziale dellevescichette seminali, consente <strong>di</strong> minimizzare il danno al plessopelvico con un miglioramento sia della potenza che dellaqualità dell’orgasmo (<strong>Congresso</strong> SIU 2003). In questo lavoropresentiamo l’ es<strong>per</strong>ienza sull’esecuzione della prostatectomiara<strong>di</strong>cale nerve-seminal sparing, eseguita in casi selezionati.Meto<strong>di</strong>: Da novembre 2001 a <strong>di</strong>cembre 2003, 23 pazienti conetà me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 61 anni (range 50-66) affetti da carcinoma prostatico(monolaterale, Gleason score


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia Oncologicasmo. A tre mesi dall’intervento <strong>tutti</strong> i pazienti risultavano continenti:8/23 pazienti (35%) hanno ripreso la continenza allarimozione del catetere vescicale, 15/23 (65%) risultavano continentidopo una settimana.Conclusioni: La prostatectomia ra<strong>di</strong>cale seminal sparing puòconsentire, in pazienti altamente selezionati, il mantenimento<strong>di</strong> una attività sessuale sod<strong>di</strong>sfacente anche <strong>per</strong> quanto riguardala qualità dell’orgasmo, senza rinunciare a garantire unaadeguata ra<strong>di</strong>calità oncologica, purché si attui una accurataselezione dei casi e una tecnica meticolosa.Comunicazioni selezionate n. 108CHEMIOTERAPIA ADIUVANTE E FATTORI DI RISCHIOAMBIENTALE NEL CARCINOMA VESCICALE SUPERFI-CIALE A MEDIO RISCHIO DI RECIDIVA. UNO STUDIOPROSPETTICO RANDOMIZZATO DEL GRUPPO STUDIOTUMORI UROLOGICI (GSTU)Serretta V. 1 , Altieri V. 2 , Morgia G. 3 , Carrieri G. 4 , Di LalloA. 5 , Melloni D. 6 , Magno C. 6 , Armenio A. 7 , Vacirca F. 8 ,Salzano L. 9 , Cindolo L. 9 , Bizzini A. 10 , D’Elia A. 11 , MottaM. 12 , Sblendorio D. 13 , Vaccarella G. 14 , Zito A. 15 , SelvaggiF.P. 16 , Gallo A. 17 , Simone N.S. 18 , Aragona F. 19 , Allegro R. 1 ,Pavone-Macaluso M. 1 e i membri del Gruppo Stu<strong>di</strong> TumoriUrologici (GSTU)1Ist Urol Università <strong>di</strong> Palermo; 2 Ist Urol Università <strong>di</strong> Napoli;3Ist Urol Università <strong>di</strong> Sassari; 4 Osp Civ Div Urol Matera; 5 OspCiv Div Urol Campobasso; 6 Ist Urol Università <strong>di</strong> Messina; 7 Casa<strong>di</strong> Cura Candela; 8 Osp Civ-Div Urol Caltanissetta; 9 Osp Civ DivUrol Benevento; 10 Osp Civ Div Urol Caltagirone; 11 Osp Civ DivUrol Castellaneta (TA); 12 Ist Urol-Università Catania; 13 Osp CivDiv Urol Carbonara (BA); 14 Osp Civ Cervello Div Urol-Palermo;15Osp Civ Div Urol-Torre del Greco(NA); 16 Ist Urol Università <strong>di</strong>Bari;17INT Pascale Div Urol-Napoli; 18 Osp Civ Div UrolMaddaloni (CE); 19 Dpt Disc. Chir. Anat. e Oncol. Università <strong>di</strong>PalermoIntroduzione e Obiettivi: Nell’Italia meri<strong>di</strong>onale è iniziato nelmaggio 2002 uno stu<strong>di</strong>o randomizzato multicentrico con loscopo <strong>di</strong> valutare il ruolo del mantenimento dopo induzionenella chemioterapia endovescicale in una popolazione <strong>di</strong>pazienti con carcinoma vescicale su<strong>per</strong>ficiale (TCCB) a me<strong>di</strong>orischio <strong>di</strong> reci<strong>di</strong>va. E’ stata inoltre analizzata la <strong>di</strong>stribuzionedei principali fattori <strong>di</strong> rischio ambientale <strong>per</strong> correlarli con lecaratteristiche neoplastiche e con la risposta alla terapia.Meto<strong>di</strong>: Sono state centralizzate informazioni quali l’età, ilsesso, il luogo <strong>di</strong> nascita, l’ambiente <strong>di</strong> residenza, l’attivitàlavorativa, l’esposizione al fumo attivo e passivo, l’uso <strong>di</strong> tintura<strong>per</strong> capelli, le risorse idriche. Pazienti con TCCB G1-2Ta-T1, singoli o multipli, primitivi o reci<strong>di</strong>vanti sono statisottoposti a TUR e chemioterapia endovescicale con epirubicina(80mg/50ml) entro 24 ore. I pazienti sono stati randomizzatiin due bracci: A. induzione settimanale <strong>per</strong> 6 settimane;B: induzione e mantenimento mensile <strong>per</strong> complessivi12 mesi.Risultati: Sono stati sino ad oggi reclutati 583 pazienti, 502uomini e 81donne. Dei pazienti, 372 (64%) presentano neoplasieprimitive e 211 (36%) reci<strong>di</strong>ve; 230 (39%) singole e353 (61%) multiple. L’81% dei pazienti risiede in ambienteurbano. Il 41% dei pazienti lavora nel settore terziario, il23% nell’industria considerata a rischio, il 20% nel settoreagricolo. L’ 8% usa tintura <strong>per</strong> capelli (<strong>per</strong>iodo me<strong>di</strong>o <strong>di</strong>esposizione: 16 anni). Il 44% dei pazienti beve solo acqua inbottiglia ed il 31% acqua <strong>di</strong> acquedotto. Il 43% dei pazientifuma ed il 32% è ex-fumatore. Il 24% dei pazienti sono risultatiesposti al fumo passivo, in ambiente <strong>di</strong> lavoro il 41%, inambiente familiare il 45% e in ambedue il 14%. Di 583pazienti, 59 (10.1%) non sono valutabili. Ad oggi è <strong>di</strong>sponibileil follow-up <strong>di</strong> 322 pazienti (follow-up me<strong>di</strong>o 12 mesi).È stata osservata una reci<strong>di</strong>va in 53 pazienti (17%) e progressionein 4 (11%). Hanno reci<strong>di</strong>vato 35 pazienti (22%) delbraccio A e 18 pazienti (11%) del braccio B. Malgrado emerga<strong>per</strong>ciò un trend a favore del mantenimento non è emersaad oggi una <strong>di</strong>fferenza statisticamente significativa nel tempolibero da reci<strong>di</strong>va tra i due bracci <strong>di</strong> trattamento. Una correlazionestatisticamente significativa è stata evidenziata inveceretrospettivamente tra impiego nell’industria e molteplicitàdella neoplasie alla <strong>di</strong>agnosi (p


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia OncologicaComunicazioni n. 110RUOLO DELLA RADIOTERAPIA ADIUVANTE POST-PRO-STATECTOMIA RADICALE NEI PAZIENTI CON COINVOL-GIMENTO DELLE VESCICOLE SEMINALI (PT3B)Greco C. 1 , Castiglioni S. 1 , de Cobelli O. 2 , Longaretti N. 1,2 ,Matei V. 2 , Rocco B. 2 , Scar<strong>di</strong>no E. 2 , Severi G. 3 , Vavassori A. 1 ,Verweij F. 2 , Orecchia R. 11Divisione <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>oterapia, Istituto Europeo <strong>di</strong> Oncologia;2Divisione <strong>di</strong> Urologia, Istituto Europeo <strong>di</strong> Oncologia; 3 Divisione <strong>di</strong>biostatistica ed epidemiologia, Istituto Europeo <strong>di</strong> OncologiaIntroduzione e Obiettivi: il coinvolgimento patologicamentedocumentato delle vescicole seminali (SVI) nel carcinoma prostaticoè generalmente considerato un fattore prognostico sfavorevole,pre<strong>di</strong>ttivo <strong>di</strong> ricaduta sia locale che a <strong>di</strong>stanza. Ilruolo della ra<strong>di</strong>oterapia a<strong>di</strong>uvante alla prostatectomia ra<strong>di</strong>cale(RRP), nei pazienti con SVI, rimane ancora controverso. Loscopo del presente stu<strong>di</strong>o è stato quello <strong>di</strong> determinare, neipazienti pT3b-pT4 pN0 con SVI, il beneficio della ra<strong>di</strong>oterapiaa<strong>di</strong>uvante alla RRP in termini <strong>di</strong> controllo biochimico.Meto<strong>di</strong>: sono stati valutati retrospettivamente 66 pazienti sottopostia RRP trattati nel nostro Istituto tra il 1995 e il 2002,con SVI e negatività linfonodale. Di questi, 45 hanno ricevutotrattamento ra<strong>di</strong>oterapico a<strong>di</strong>uvante, 22 da solo e 23 in combinazionecon la terapia ormonale; i rimanenti 21 non hannoeseguito ra<strong>di</strong>oterapia a<strong>di</strong>uvante. Il trattamento ra<strong>di</strong>ante è statoiniziato entro i 4 mesi successivi all’intervento, con tecnicaconformazionale con dosi comprese tra 60 e 70 Gy (doseme<strong>di</strong>ana 66 Gy). Il follow-up me<strong>di</strong>ano (dal giorno della chirurgia)è stato <strong>di</strong> 40.6 mesi (range 12-99). Per ricaduta biochimicaè stato considerato il primo valore >0.2ng/mL.Risultati : la <strong>per</strong>centuale <strong>di</strong> pazienti liberi da ricaduta biochimica(bNED) a due anni, è stata <strong>di</strong> 80% nei pazienti sottoposti a ra<strong>di</strong>oterapiaa<strong>di</strong>uvante e <strong>di</strong> 54% nei pazienti senza ra<strong>di</strong>oterapia(p=0.036); la bNED attuariale a 5 anni è <strong>di</strong> 59% e 41%, rispettivamente.Dall’analisi univariata la probabilità <strong>di</strong> ricaduta è stataassociata un PSA dosabile (>0.2ng/ml) prima della ra<strong>di</strong>oterapia(p=0.02); nessun altro fattore prognostico (PSA, Gleason score,presenza <strong>di</strong> margini positivi) si è mostrato significativamente correlatoalla bNED. L’analisi multivariata ha confermato un vantaggiosignificativo (p=0.002) nella bNED nel gruppo <strong>di</strong> pazientiche ha eseguito trattamento ra<strong>di</strong>ante a<strong>di</strong>uvante. Non è stata evidenziatauna <strong>di</strong>fferenza statisticamente significativa nei pazientitrattati con ra<strong>di</strong>oterapia a<strong>di</strong>uvante con o senza l’uso <strong>di</strong> una deprivazioneandrogenica. La presenza <strong>di</strong> un PSA indosabile (


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia OncologicaRisultati: Gli 11 pazienti avevano un età me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 48,9 anni(range 32-65).4 erano a livello testicolare età me<strong>di</strong>a 52,5 anni(range 40-65). I sintomi <strong>di</strong> presentazione sono stati la comparsa<strong>di</strong> una massa palpabile (4) associata in 1 a dolore, in 1 amoderato idrocele. Le <strong>di</strong>mensioni del tumore erano me<strong>di</strong>amente2,5 cm come <strong>di</strong>ametro massimo (range 2-3). Per 2 si è procedutoin maniera conservativa <strong>per</strong> 2 in maniera ra<strong>di</strong>cale. Al follow-upme<strong>di</strong>a 10,5 anni (range 2-20) nessuno presenta reci<strong>di</strong>velocali o metastasi a <strong>di</strong>stanza. 4 erano a livello renale (30 casi inletteratura) età me<strong>di</strong>a 50 anni (range 39-64). Sintomi alla <strong>di</strong>agnosi:doloreal fianco in 3, riscontro occasionale in 1 caso.Le<strong>di</strong>mensioni erano me<strong>di</strong>amente 2,8 cm (range 1, 5-4). In <strong>tutti</strong> siè proceduto ad enucleazione.3 vivi ad un follow-up me<strong>di</strong>o <strong>di</strong>9,3 anni (range 7-12), uno <strong>per</strong>so al follow-up. 2 erano a livellovescica (250 casi in letteratura) età me<strong>di</strong>a 39,5 (range 32-47).Sintomi alla <strong>di</strong>agnosi ematuria.Al follow-up me<strong>di</strong>o 12,5anni (range 12-13) <strong>tutti</strong> vivi.1 a livello uretra (meno <strong>di</strong> 40 casiin letteratura), 49 anni, riferiva presenza lesione da 18 anni, poirimossa attualmente viva ad un follow-up <strong>di</strong> 9 anni.Conclusioni: L’escissione del tumore seguita dall’esame istologicoè al momento attuale l’unica maniera certa <strong>per</strong> <strong>di</strong>stingueretale patologia dai tumori maligni.Tali patologie hanno unaprognosi eccellente che anche i nostri dati, che rappresentanouna casistica unica <strong>per</strong> <strong>di</strong>mensioni, confermano.Comunicazioni n. 113CORRELAZIONE TRA MARKERS SIERICI NEUROENDO-CRINI E RISULTATI IMMUNOISTOCHIMICI NEL CARCI-NOMA PROSTATICO ORMONOREFRATTARIOMatei D.V. 1 , Sandri M.T. 2 , Renne G. 3 , Gan<strong>di</strong>ni S. 4 , Scar<strong>di</strong>noE. 1 , Rocco B. 1 , Verweij F. 1 , Varela R. 1 , Fazio N. 5 , de Cobelli O. 11Div. <strong>di</strong> Urologia; 2 Unità <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina <strong>di</strong> Laboratorio, Laboratorio;3Div. Anatomia Patologica 5 Div. Oncologia; 4 Div. Biostatistica,Istituto Europeo <strong>di</strong> Oncologia, MilanoIntroduzione: La <strong>di</strong>mostrazione della <strong>di</strong>fferenziazione neuroendocrina(NE) nel carcinoma della prostata (CaP) ha ricevutonegli ultimi anni un’attenzione sempre maggiore, <strong>per</strong> le possibiliimplicazioni nella prognosi e terapia. È stato riportato chel’incidenza del riscontro <strong>di</strong> cellule NE nel CaP varia dal 10 al100% con valori significativamente più alti nei pazienti ormonorefrattari(Casella R et al., J Urol, 160, 1998) sia come datonumerico, che come dato quantitativo. Inoltre, stu<strong>di</strong> recenti(Berruti et al., BJU, 91, 2002) hanno in<strong>di</strong>viduato nel dosaggiodella Cromogranina A sierica (sCgA) il marker sierico piùfedele dell’attività delle cellule NE nei pazienti con CaP.Obiettivo: Valutare in un gruppo <strong>di</strong> 21 pazienti affetti da CaPormonorefrattaria (HRPC), con prostata in sede, l’assettoimmunoistochimico neuroendocrino e correlarlo con il dosaggiodella sCgA.Materiali e Meto<strong>di</strong>: 21 pazienti portatori <strong>di</strong> HRPC (sta<strong>di</strong>o D3)sono stati sottoposti a biopsia prostatica e a dosaggio dellasCgA. Sono state eseguite colorazioni immunoistochimiche(IIC) <strong>per</strong> definire il pattern NE del tumore: cromogranina Atissutale (tCgA), sinaptofisina, recettori 2 <strong>per</strong> somatostatina(RSS2) e Ki-67. Di <strong>tutti</strong> i pazienti si <strong>di</strong>sponeva del valore PSAe testosterone al momento della biopsia come anche delleinformazioni cliniche del paziente (età, PSA iniziale, status linfonodalee scintigrafia ossea).Risultati: In 6 casi (28,6%) non è stato trovato tumore nellebiopsie. Il valore del PSA era significativamente più alto nelgruppo <strong>di</strong> 15 pazienti con biopsie prostatiche positive(P=0.01). La <strong>di</strong>stribuzione dei valori della sCgA non era significativamente<strong>di</strong>versa tra i due gruppi (P=0.47). 9 pazientihanno <strong>di</strong>mostrato valori alterati della sCgA considerando uncut-off <strong>di</strong> 20ng/ml, mentre considerando un cut-off <strong>di</strong> 60ng/ml, solo 3 pazienti potevano essere definiti aventi un patternNE. L’IIC ha mostrato soltanto in due casi la presenza <strong>di</strong>tCgA, entrambi in pazienti con valori della sCgA20 ng/mle solo del 14,3% se il cut-off era <strong>di</strong> 60ng/ml, mentre la prevalenzadella tCgA è stata <strong>di</strong> solo il 9,5%. L’espressione citoplasmaticadei RSS2 è stata del 42,8%. Il fattore proliferante Ki-67è risultato sostanzialmente alto (me<strong>di</strong>a 10,7%). Non sono statetrovate correlazioni statisticamente significative tra i dati bioumoralie tissutali ricercati. Ulteriori stu<strong>di</strong> sono necessari <strong>per</strong>poter valutare la prevalenza del pattern NE in pazienti HRPC e<strong>per</strong> poter definire più accuratamente il modo <strong>di</strong> valutazione(umorale e tissutale) <strong>di</strong> questo pattern.Poster n. 114RUOLO DELLA BIOPSIA PROSTATICA E DEL PSA NELFOLLOW-UP DEI PAZIENTI TRATTATI CON RADIOTERA-PIA PER CARCINOMA PROSTATICO: VALUTAZIONE DEIDATI SULLA RIPRESA DI MALATTIAVirgili G. 1 , Storti L. 1 , Ricci A.R. 2 , Forte F. 1 , Sansalone S. 1 ,Vannozzi E. 1 , Capozzoli A. 1 , Di Stasi S.M. 1 , Vespasiani G. 11Università <strong>di</strong> Roma “Tor Vergata”, Cattedra <strong>di</strong> Urologia; 2 Ospedale“Sandro Pertini”, Roma, Servizio <strong>di</strong> Anatomia e Istologia PatologicaObiettivi: Valutare gli effetti della ra<strong>di</strong>oterapia (RT) sul carcinomaprostatico confrontando le biopsie prostatiche pre e posttrattamentoe monitorando i tassi <strong>di</strong> progressione clinica e reci<strong>di</strong>vabiochimica.Meto<strong>di</strong>: Dal giugno 1998 al giugno 2000, 50 pazienti con adenocarcinomaprostatico (sta<strong>di</strong>o clinico T1-T2-T3a, N0, M0, età


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia OncologicaConclusioni: Le biopsie prostatiche post-RT non sono da considerarsiun gold standard <strong>per</strong> la valutazione dell’efficacia deltrattamento. L’elevato tasso <strong>di</strong> <strong>per</strong>sistenza <strong>di</strong> malattia rilevatoalle rebiopsie non si correla ai livelli <strong>di</strong> PSA sierico durante ilfollow-up.Bibliografia:1. ASTRO Consensus Panel. Consensus statements on ra<strong>di</strong>ation therapy ofprostate cancer: guidelines for prostate re-biopsy after ra<strong>di</strong>ation and forra<strong>di</strong>ation therapy with rising prostate prostate-specific antigen levels afterra<strong>di</strong>cal prostatectomy. J Clin Oncol 1999; 17:11552. Crook J, et al. Post-ra<strong>di</strong>otherapy prostate biopsies: what do really mean?Results for 498 patients. Int J Ra<strong>di</strong>ation Oncology Biol Phys 2000; 48:355Poster n. 115T1B CARCINOMA DELLA PROSTATA: REVISIONE DELLANOSTRA CASISTICAGiubilei G. 1 , Mondaini N. 1 , Dominici A. 1 , Nesi G. 2 ,Raspollini M.R. 2 , Palli D. 3 , Saieva C. 1 , Mencarini M. 3 ,Raugei A. 1 , Bartoletti R. 1 , Rizzo M. 11Clinica Urologica I, Università <strong>di</strong> Firenze, Istituto AnatomiaPatologica, Università <strong>di</strong> Firenze; 2 Unità O<strong>per</strong>ativa EpidemiologiaMolecolare e Nutrizionale, FirenzeIntroduzione: Il carcinoma incidentale della prostata con l’introduzionedel PSA si riscontra nel 6% degli interventi <strong>per</strong>IPB.Mentre il rischio <strong>di</strong> progressione <strong>di</strong> malattia a 5 anni <strong>per</strong> ilT1a è del 5%; questo rischio <strong>per</strong> i T1b è invece molto su<strong>per</strong>iore.Ciò è dovuto anche al fatto che in circa il 30-35% deicasi <strong>di</strong> T1b la malattia, in casistiche dove è stata eseguita laprostatectomia ra<strong>di</strong>cale, è non confinata all’ organo; <strong>per</strong> il T1aquesto avviene nel 5-10%. Obbiettivo del nostro stu<strong>di</strong>o è statorivedere retrospettivamente le terapie adottate in questo sta<strong>di</strong>oe la sopravvivenza considerando un follow-up minimo <strong>di</strong> 5anni.Materiali e Meto<strong>di</strong>: Tra il 1992 e il 1999 sono stati eseguiti pressola nostra Clinica 3628 interventi <strong>per</strong> IPB. Sono stati riclassificati<strong>tutti</strong> i vetrini in cui era stata formulata <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> carcinomaincidentale della prostata (T1a,T1b) e su questo <strong>per</strong>iodoabbiamo valutato l’ incidenza <strong>di</strong> tale patologia. Per i daticlinici (pre e postchirurgici , terapia, sopravvivenza) dei T1babbiamo considerato quelli del <strong>per</strong>iodo 1992-97 in modo daavere un follow-up minimo <strong>di</strong> 5 anni.Risultati: In 86/3628 (2,8%) pazienti, età me<strong>di</strong>a 69,5 (range54-86), è stato <strong>di</strong>agnosticato carcinoma incidentale della prostata(T1a,T1b). 46 (53,4%) T1a e 40 (46,6%) T1b. I T1b nel<strong>per</strong>iodo 92-97 risultano 28 <strong>di</strong> cui 26 età me<strong>di</strong>a 74,6 (range59-86) eleggibili <strong>per</strong> lo stu<strong>di</strong>o. La sopravvivenza generale a 5anni è del 65%; a 10 anni del 20%. Tra i deceduti a 5 anni33,3% sono risultati malattia correlati (<strong>tutti</strong> Gleason scoremaggiore 6); e il 40% a 10 anni. Nei 6 (23%) pazienti con etàinferiore ai 70 anni 1 solo è morto ad 84 mesi <strong>per</strong> infarto car<strong>di</strong>aco,3 (Gleason inferiore a 6) watchful waiting <strong>tutti</strong> vivi a 5anni; 2 (Gleason su<strong>per</strong>iore a 6) ormonoterapia <strong>tutti</strong> vivi a 5anni.Conclusioni: Il gleason score e l’età del paziente si confermanoi fattori prognostici più importanti <strong>per</strong> la decisione sul tipo <strong>di</strong>terapia da effettuare in caso <strong>di</strong> <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> T1b.Poster n. 116PRIAPISMO SECONDARIO A METASTASI PENIENA DACORDOMA SACRO-COCCIGEOGiubilei G. 1 , Mondaini N. 1 , Vignolini G. 1 , Di Loro F. 1 ,Gavazzi A. 1 , Ponchietti R. 2 , Rizzo M. 11Clinica Urologica, Università <strong>di</strong> Firenze; 2 Clinica UrologicaUniversità <strong>di</strong> SienaIntroduzione: Circa 200 sono i casi <strong>di</strong> metastasi peniene descrittein letteratura. Nella maggior parte dei casi il sintomo <strong>di</strong> esor<strong>di</strong>oè rappresentato dal priapismo.Riportiamo il caso <strong>di</strong> unpaziente presentatosi con priapismo, <strong>per</strong> metastasi da cordomasacrococcigeo, che a nostra conoscenza non è mai stato descrittoin letteratura.Caso Clinico: Uomo <strong>di</strong> 57 anni si presenta con priapismo insorto4 giorni prima. Da alcune settimane riferisce dolore a livellopenieno. Il paziente è stato o<strong>per</strong>ato nell’ 94 <strong>per</strong> cordomasacrococcigeo a cui a fatto seguito ciclo <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>oterapia.Ilpaziente ha goduto <strong>di</strong> buona salute <strong>per</strong> 2 anni fino a quandoha sviluppato reci<strong>di</strong>va a livello sacrococcigeo che è stata monitoratafino alla comparsa 2 anni più tar<strong>di</strong> <strong>di</strong> metastasi alla costee polmonari. È stata esguita rimozione chirurgica 5 costa (istologiacordoma), seguita da ra<strong>di</strong>oterapia.Il paziente ha rifiutatoun nuovo intervento a livello sacrococcigeo. Ha iniziato successivamenteterapia antalgica. Da gennaio 2000 comparsametastasi alla spalla <strong>di</strong> destra, torace bilateralmente e gluteosinitra.Biopsia spalla: cordoma. All’esame obbiettivo le lesionial gluteo e alla spalla sono macroscopicamente visibili. Unarecente RMN Encefalo ha evidenziato anche una lesione <strong>di</strong> 2,5cm a livello grande ala sfenoide <strong>di</strong> destra. Interessante evidenziareche 4 anni prima era stato curato <strong>per</strong> IPP da nodulo 5 mma livello corpo cavernoso destro a livello III me<strong>di</strong>o-prossimale.Abbiamo proceduto ad esami ematochimici risultati nellanorma, ecografia peniena che ha evidenziato neoformazione alivello corpi cavernosi parte prossimale ed interme<strong>di</strong>a. L’esameè stato seguito da RMN che ha confermato dati ecografia. Ilpaziente è stato cateterizzato. Si è deciso, visto il tempo trascorsodalla comparsa del priapismo e la situazione generaledel paziente, <strong>di</strong> effettuare ra<strong>di</strong>oterapia. Dopo 4 cicli ognunocon frazionamento 500 cGy 2 frazioni a settimana con DTF 20Gy si è ottenuto una riduzione obbiettiva <strong>di</strong> circa il 30% dellarigi<strong>di</strong>tà. È nostra intenzione eseguire ulteriori 2 cicli. Le con<strong>di</strong>zionigenerali del paziente sono notevolmente peggiorate.Discussione: In letteratura è descritto un solo caso <strong>di</strong> metastasipeniena secondaria a cordoma sacrococcigeo (SaltzmanUrology: 25 (5) 541-3.1985); il priapismo <strong>per</strong> tale patologianon è invece mai stato descritto.Tale caso evidenzia l’importanzadella visita dei genitali esterni nel follow-up <strong>di</strong> tali patologie.Comunicazioni n. 117GEFITINIB (ZD1839) INIBISCE LA PROGRESSIONEMETASTATICA NEL CARCINOMA PROSTATICOAngelucci A. 1,2 , Gravina G.L. 3 , Festuccia C. 2 , Rucci N. 2 ,Muzi P. 2 , Vicentini C. 3 , Galassi P. 3 , Galatioto G.P. 3 , Teti A. 2 ,Bologna M. 1,21Dipartimenti <strong>di</strong> Biologia <strong>di</strong> Base ed Applicata; 2 Me<strong>di</strong>cinaS<strong>per</strong>imentale; 3Scienze Chirurgiche, Università Degli Stu<strong>di</strong>dell’Aquila, L’AquilaIntroduzione e Obiettivi: Il fattore <strong>di</strong> crescita epidermico (EGF)rappresenta un importante promotore della progressione deltumore prostatico, infatti l’attivazione del suo recettore (EGFR)presente sulla membrana delle cellule tumorali prostatiche èevento precoce, capace <strong>di</strong> stimolare la proliferazione e l’invasivitàdel tumore primario. Gefitinib è un farmaco attivo <strong>per</strong> viaorale in grado <strong>di</strong> bloccare selettivamente l’attivazione <strong>di</strong> EGFR,e la sua azione si è rivelata efficace in alcuni trial clinici nel rallentarela crescita <strong>di</strong> tumori che esprimono apprezzabili livelli<strong>di</strong> EGFR. Il nostro scopo è stato <strong>di</strong> verificare l’efficacia dellogefitinib oltre che sulla crescita del tumore in vivo anche sullainibizione della sua <strong>di</strong>ffusione metastatica.Meto<strong>di</strong>: I modelli animali da noi usati comprendono topiimmunodeficitari a cui sono state inoculate cellule tumoraliprostatiche o nel sottocute (modello <strong>di</strong> crescita locale, xeno-44Archivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004; 76, 3, Supplemento 1


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia Oncologicagraft) o nel ventricolo sinistro (modello <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione metastatica).I topi sono stati trattati giornalmente tramite somministrazioneorale <strong>di</strong> gefitinib a <strong>di</strong>verse dosi <strong>per</strong> 3 cicli <strong>di</strong> 5 giorniconsecutivi intervallati da due giorni <strong>di</strong> pausa e monitoratitramite l’esecuzione <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>ografie seriate.Risultati: Nel nostro stu<strong>di</strong>o abbiamo <strong>di</strong>mostrato che EGF rappresentaun potente chemioattrattante <strong>per</strong> le cellule tumoraliprostatiche in grado <strong>di</strong> stimolare la migrazione e l’invasionetumorale in vitro. Il trattamento con gefitinib ha determinatouna <strong>di</strong>minuzione significativa sia della migrazione che dell’invasionedelle cellule tumorali anche a dosi che non interferivanocon la crescita cellulare. Inoltre, la somministrazione <strong>di</strong>EGF ha determinato l’attivazione <strong>di</strong> numerose proteasi, qualiMMP-9, MMP-3, Mt-MMP1 ed uPA. L’attivazione <strong>di</strong> tali proteasiè risultata particolarmente evidente quando le celluletumorali sono state coltivate in presenza <strong>di</strong> collagene <strong>di</strong> tipo I.Gefitinib, usato a dosi che non interferivano con la proliferazionecellulare, ha annullato completamente la secrezione el’attivazione <strong>di</strong> proteasi dovuta all’azione <strong>di</strong> EGF. Il modello <strong>di</strong>crescita locale in vivo ha confermato un rallentamento dellacrescita del tumore con una <strong>di</strong>minuzione in peso della massatumorale, alla dose più alta (150 mg/kg), <strong>di</strong> circa il 40% rispettoal controllo. L’inoculo delle cellule tumorali nel cuore deitopi immunodeficitari ha determinato l’insorgenza <strong>di</strong> metastasiossee dopo 40 giorni in circa il 75% dei topi inoculati. Iltrattamento con gefitinib alla dose <strong>di</strong> 150 mg/kg ha portato aduna riduzione <strong>di</strong> circa il 50% del numero <strong>di</strong> metastasi osseevisibili in ra<strong>di</strong>ografia.Conclusioni: Il nostro stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong>mostra che gefitinib svolge unruolo pleiotropico potendo arrestare sia la crescita locale deltumore che la sua capacità <strong>di</strong> formare metastasi. I dati ottenutiavvalorano l’ipotesi che il trattamento con gefitinib risultiefficace in <strong>di</strong>verse fasi della progressione tumorale, inibendogià a basse dosi la capacità invasiva.Poster n. 118NUOVI MODELLI SPERIMENTALI NELLO STUDIO DELLEMETASTASI OSSEE DEL CARCINOMA PROSTATICOAngelucci A. 1,2 , Rucci N. 2 , Gravina G.L. 3 , Festuccia C. 2 ,Muzi P. 2 , Galassi P. 3 ,Teti A. 2 , Vicentini C. 3 , Bologna M. 1,21Dipartimenti <strong>di</strong> Biologia <strong>di</strong> Base ed Applicata; 2 Me<strong>di</strong>cinaS<strong>per</strong>imentale; 3Scienze Chirurgiche, Università Degli Stu<strong>di</strong>dell’Aquila, L’AquilaIntroduzione e Obiettivi: la progressione del tumore prostatico èfrequentemente associata alla formazione <strong>di</strong> metastasi ossee.Nonostante gli sforzi compiuti dai ricercatori negli ultimi anni,non esistono a tutt’oggi modelli s<strong>per</strong>imentali universalmenteaccettati in grado <strong>di</strong> ricapitolare i principali eventi molecolario clinici tipici della progressione <strong>di</strong> tale tumore. In particolareappare molto importante riuscire a in<strong>di</strong>viduare sistemi s<strong>per</strong>imentaliin vivo che rappresentino un affidabile strumento <strong>di</strong>stu<strong>di</strong>o <strong>per</strong> lo sviluppo <strong>di</strong> nuove strategie terapeutiche. Nelnostro lavoro mostriamo le potenzialità <strong>di</strong> un nuovo modellomurino, in grado <strong>di</strong> simulare la <strong>di</strong>ffusione metastatica dellecellule tumorali attraverso il circolo sanguigno.Meto<strong>di</strong>: abbiamo utilizzato come modello animale topi immunodeficitarimaschi <strong>di</strong> 4 settimane a cui sono state inoculate100.000 cellule <strong>di</strong> carcinoma prostatico (linea tumorale PC3,prelevata da una metastasi ossea umana) all’interno del ventricolosinistro. I topi sono stati seguiti nel tempo attraverso l’esecuzione<strong>di</strong> ra<strong>di</strong>ografie a scadenze regolari al fine <strong>di</strong> evidenziare,il più precocemente possibile, l’insorgenza <strong>di</strong> lesionimetastatiche a carico del sistema scheletrico.Risultati: Dopo 40 giorni dall’inoculo intracar<strong>di</strong>aco circa il70% degli animali mostrava la presenza <strong>di</strong> lesioni metastaticheossee visibili tramite ra<strong>di</strong>ografia, mentre altre se<strong>di</strong> <strong>di</strong> metastasi,in<strong>di</strong>viduate dopo autopsia, risultavano essere i linfono<strong>di</strong>(20%) e i polmoni (10%). Le successive analisi effettuate tramitel’esame istologico e la rilevazione <strong>di</strong> cellule <strong>per</strong> mezzo <strong>di</strong>PCR, ha evidenziato che il midollo delle ossa lunghe negli artiinferiori è raggiunto dalle cellule tumorali con alta efficienza(>80%). L’inoculo delle cellule tumorali <strong>di</strong>rettamente all’internodella tibia ha prodotto invece, già dopo 20 giorni, l’insorgenza<strong>di</strong> metastasi ossee nel 100% degli animali ed in entrambele zampe posteriori inoculate, <strong>di</strong>mostrando un’alta affinitàdelle cellule tumorali prostatiche <strong>per</strong> la crescita nell’osso.Conclusioni: il nostro lavoro mostra che l’inoculo intracar<strong>di</strong>aco<strong>di</strong> cellule tumorali <strong>di</strong> prostata rappresenta un valido modelloche rende possibile lo stu<strong>di</strong>o approfon<strong>di</strong>to dei meccanismimolecolari che determinano il tropismo osseo del carcinomaprostatico. Inoltre l’utilizzo <strong>di</strong> tale modello <strong>per</strong>metterà <strong>di</strong> provarel’efficacia in vivo <strong>di</strong> farmaci anti-metastastici e lo sviluppo<strong>di</strong> nuove strategie terapeutiche.Poster n. 119PRIAPISMO A BASSO FLUSSO PER LINFOMA DI HODGKINGiubilei G., Natali A., Bartoletti R., Mondaini N., Nelli F.,Vignolini G., Crisci A., Cai T., Rizzo M.Clinica Urologica I, Università <strong>di</strong> FirenzeIntroduzione: Riportiamo il caso <strong>di</strong> un paziente <strong>di</strong> 51 anni, affettoda “Linfoma <strong>di</strong> Hodgkin con Piastrinosi Secondaria aSplenectomia Terapeutica” presentatosi presso il nostro centrocon un priapismo i<strong>di</strong>opatico comparso da 24-36 ore.Caso Clinico: L’anamnesi, la valutazione ecocolordoppler e l’emogasanalisi imme<strong>di</strong>atamente eseguito ci hanno posto <strong>di</strong>agnosi<strong>di</strong> priapismo a basso flusso; si procedeva imme<strong>di</strong>atamentead aspirazione dei corpi cavernosi e lavaggio degli stessicon soluzione fisiologica e fenilefrina (500 UG/5 min). Dopodue ore in cui il priapismo non si risolveva, si passò ad effettuareuno shunt <strong>per</strong>cutaneo glandulo-cavernoso bilaterale conago da biopsia prostatica (intervento <strong>di</strong> Winter) che sembròdeterminare una parziale detumescenza, ma dopo altre tre oreil priapismo si ripresentò e fu eseguito uno shunt chirurgicoglandulo-cavernoso bilaterale (intervento <strong>di</strong> Ebbehoj-AlGhorab) che sembrò risolvere il problema. Dopo tre giorniripresentandosi nuovamente il priapismo si procedette ad unoshunt safeno-cavernoso bilaterale (intervento <strong>di</strong> Grayshack),che risolse definitivamente il priapismo, nel senso <strong>di</strong> una riduzione<strong>di</strong> circa il 50% della rigi<strong>di</strong>tà. A <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> 3 settimanedall’intervento <strong>di</strong> shunt safeno-cavernoso bilaterale, è comparsa,a seguito dell’ipossia da stasi realizzatasi nel terzo <strong>di</strong>stale delpene, necrosi della metà destra del glande, con formazione <strong>di</strong>una fistola uretrale in corrispondenza dell’uretra navicolare.Per tale ragione si procedeva a glandulectomia con ricostruzionedell’asta e del meato uretrale <strong>di</strong>stale. Al follow-up a 2 mesiil paziente, in buon controllo <strong>per</strong> quel che riguarda la malattiagenerale, presenta un buon risultato estetico. La DE completanon risulta un problema <strong>per</strong> il paziente che la riferiva in formaquasi completa da oltre un anno.Conclusioni: Il priapismo a basso flusso è un’urgenza urologica;il rapido intervento potrebbe evitare un’o<strong>di</strong>ssea quale quellache abbiamo descritto, in quanto il fattore tempo è essenzialenella risoluzione <strong>di</strong> tali casi.Poster n. 120RECIDIVA DI UNA METASTASI VAGINALE DI CARCINO-MA TRANSIZIONALE DI VESCICAGiubilei G. 1 , Mondaini N. 1 , Orlando V. 2 , Sarti E. 1 , Gacci M. 1 ,Raugei A. 1 , Bartolonetti R. 11Clinica Urologica I, Università <strong>di</strong> Firenze; 2 Clinica GinecologicaUniversità <strong>di</strong> FirenzeArchivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004; 76, 3, Supplemento 145


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia OncologicaIntroduzione: La reci<strong>di</strong>va vaginale <strong>di</strong> un tumore vescicale inpaziente con anamnesi negativa <strong>per</strong> pregressa chirurgia pelvicaa cielo a<strong>per</strong>to è un evento estremamente raro riportatosolo due volte in letteratura. Il nostro caso è il primo in cuisi abbia una reci<strong>di</strong>va vaginale <strong>di</strong> un tumore trasizionale giareci<strong>di</strong>vato in vagina dopo trattamento endoscopico <strong>di</strong> neoplasiavescicale.Caso Clinico: Una paziente donna <strong>di</strong> 82 anni con anamnesipositiva <strong>di</strong> scompenso car<strong>di</strong>aco congestizio <strong>di</strong> classe IIIb sec.classificazione NYHA veniva trattata endoscopicamente nel1994 <strong>per</strong> la <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> carcinoma vescicale. L’istologia rivelavaun Ta G2 e la paziente veniva sottoposta ad un ciclo <strong>di</strong>instillazioni vescicali <strong>di</strong> BCG. Dopo altre due TURBT negliultimi 7 anni, nel 1999 la paziente viene sottoposta a nefroureterectomiae chemioterapia a<strong>di</strong>uvante <strong>per</strong> un coinvolgimentodell’alto tratto urinario da parte del tumore. Nel novembre2001 la paziente veniva nuovamente sottoposta a TURBT, l’analisiistologica rivelava un Ta G2 e veniva eseguito un ciclo <strong>di</strong>terapia endocavitaria <strong>di</strong> BCG. A <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> un anno la cistoscopia<strong>di</strong> controllo rivelava una lesione papillare del collovescicale ed un esplorazione vaginale suggerita dal riscontro <strong>di</strong>sangue in tale zona rivelava una lesione papillare, che, escissaed analizzata, risultava essere un carcinoma transizionale G2con margini <strong>di</strong> asportazione negativi. La paziente non eseguivaterapie a<strong>di</strong>uvanti e nel corso <strong>di</strong> uno stretto programma <strong>di</strong>controllo a due anni <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza si riscontrava un’altra lesionevaginale analoga alla precedente. Il follow-up a 6 mesi conTAC, uretrocistoscopia con biopsie random ed esame ginecologicorisultava negativo.Discussione: La causa <strong>di</strong> tale reci<strong>di</strong>va vaginale sembra esserel’impianto <strong>di</strong> cellule neoplastiche presenti in vescica dopo laresezione endoscopica che possono essere trasportate in vaginadurante la minzione; si conferma l’importanza della terapiaa<strong>di</strong>uvante endocavitaria post-resezione.Comunicazioni n. 121USO DELLA RISONANZA MAGNETICA NELLA DEFINI-ZIONE DEL VOLUME BERSAGLIO IN PAZIENTI CONRECIDIVA MACROSCOPICA DA CA DELLA PROSTATAOPERATO. ESPERIENZA INIZIALE PRESSO L’ISTITUTOEUROPEO DI ONCOLOGIA.Castiglioni S. 1 , Greco C. 1 , Cattani F. 2 , Cambria R. 2 ,Bonomo G. 3 , de Cobelli O. 4 , Orecchia R. 1,51Divisione <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>oterapia; 2 Divisione <strong>di</strong> Fisica Me<strong>di</strong>ca; 3 Divisione<strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>ologia; 4 Divisione <strong>di</strong> Urologia, Istituto Europeo <strong>di</strong> Oncologia,Milano; 5 Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> MilanoIntroduzione e Obiettivi: La ra<strong>di</strong>oterapia <strong>di</strong> salvataggio (SRT)<strong>per</strong> ricaduta biochimica dopo prostatectomia ra<strong>di</strong>cale (RRP)rappresenta una strategia terapeutica ancora non del tuttodefinita in or<strong>di</strong>ne alle in<strong>di</strong>cazioni e alle modalità esecutive. Ipazienti in ricaduta biochimica con PSA < 1.5 ng/mL e concinetica in<strong>di</strong>cativa <strong>di</strong> sola ricaduta locale, sembrano esserequelli che meglio rispondono alla SRT alle dosi tipicamentesomministrate post-RRP (60-66 Gy), ancorché con biopsianegativa. I pazienti con ricadute locali (LR) clinicamenteapprezzabili in assenza <strong>di</strong> manifestazioni sistemiche documentaterappresentano una categoria che pone delle problematichepeculiari. In tali circostanze appare necessario erogaredosi più elevate, possibilmente dell’or<strong>di</strong>ne dei 76 Gy.Ciò impone tecniche <strong>di</strong> pianificazione del trattamento piùsofisticate <strong>per</strong> definire accuratamente la sede anatomicadella LR e minimizzare l’esposizione degli organi critici circostanti.La risonanza magnetica (RM) è riconosciuta qualemeto<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> imaging adeguata <strong>per</strong> la definizione anatomicadelle LR in loggia prostatica. L’obiettivo del nostro stu<strong>di</strong>o èquello <strong>di</strong> valutare la utilità della RM, con tecniche <strong>di</strong> fusione<strong>di</strong> immagini con la TC <strong>di</strong> simulazione, <strong>per</strong> una dose escalationa 76 Gy selettivamente sulla sede <strong>di</strong> malattia documentata.Meto<strong>di</strong>: Dal gennaio al giugno 2004 sono stati in<strong>di</strong>viduati 5pazienti esclusivamente affetti da LR biopticamente documentatacon PSA me<strong>di</strong>o pre-RT <strong>di</strong> 1.68 ng/mL (range 0.62- 3.2ng/mL). I pazienti sono stati sottoposti a RM con tecnica statica(T1 e T2 pesate). L’indagine RM è stata fusa alla TC <strong>di</strong> simulazionecon un programma <strong>di</strong> fusione <strong>di</strong> immagini. In <strong>tutti</strong> icasi è stato possibile accuratamente delineare il volume bersagliodella LR, altrimenti non identificabile alla TC. Il piano <strong>di</strong>trattamento ha considerato inizialmente un target più ampio,coincidente con l’intera loggia prostatica fino ad una dose <strong>di</strong> 66Gy e un boost <strong>di</strong> ulteriori 10 Gy esclusivamente sulla sede <strong>di</strong>LR <strong>per</strong> una dose totale <strong>di</strong> 76 Gy. Tutti i pazienti sono stati trattaticon arco <strong>di</strong>namico, in entrambe le fasi <strong>di</strong> trattamento. Sonostati calcolati gli istogrammi dose-volume, oltre che <strong>per</strong> i volumibersaglio, anche <strong>per</strong> retto e vescica.Risultati: La fusione della RM con la TC <strong>di</strong> centratura è stataeffettuata con successo <strong>per</strong> <strong>tutti</strong> i pazienti. La <strong>di</strong>minuzione delvolume <strong>di</strong> trattamento, dopo 66Gy, alla sola malattia macroscopica,ha <strong>per</strong>messo la somministrazione della dose prescritta(76Gy), entro i limiti <strong>di</strong> dose a retto e vescica normalmenterispettati nella nostra pratica clinica (42 e 70 Gy, rispettivamenteal 60% e 30% del retto; 70 Gy al 50% della vescica). Latossicità rettale e urinaria acuta è stata trascurabile (Grado 2secondo i criteri RTOG), ed ha <strong>per</strong>messo il completamento deltrattamento senza interruzioni.Conclusioni: La RM si è rivelata utile <strong>per</strong> la definizione del volumebersaglio del boost in pazienti con LR macroscopica consentendouna dose escalation a 76 Gy pur rispettando i criteri<strong>di</strong> tolleranza agli organi critici previsti nella nostra pratica clinica.Bibliografia:1. Khoo VS, Padhani AR, Tanner SF, et al. Comparison of MRI with CT forthe ra<strong>di</strong>otherapy planning of prostate cancer: a feasibility study. Br J Rad1999; 72:5902. Sella T, Schwartz LH, Swindle PW, et al. Suspected local recurrence afterra<strong>di</strong>cal prostatectomy: endorectal coil MR imaging. Ra<strong>di</strong>ology 2004;231:3793. Greco C, Mazzetta C, Cattani F, et al. Fin<strong>di</strong>ng dose-volume constraints toreduce late rectal toxicity following 3D-conformal ra<strong>di</strong>otherapy (3D-CRT)of prostate cancer. Ra<strong>di</strong>oth Oncol 2004; 69:215Poster n. 122NEOPLASIA MALIGNA DELLE CELLULE DEL LEYDIG ECONTEMPORANEA NEOPLASIA PROSTATICAZaganelli S. 1 , Calderoni M. 1 , Montevecchi R. 1 , Savorelli B. 1 ,Tellarini V. 1 , Lorenzini P. 2 , Puccetti M. 21Unità O<strong>per</strong>ativa <strong>di</strong> Urologia; 2 Servizio <strong>di</strong> Anatomia ed IstologiaPatologicaG.V. <strong>di</strong> 77 anni, circa tre mesi fa, è giunto alla nostra osservazione<strong>per</strong> la comparsa <strong>di</strong> una tumefazione, aumentata neltempo, al testicolo destro. L’EO mostrava una tumefazione acarico del testicolo destro <strong>di</strong> consistenza particolarmenteaumentata, dolente. L’ER evidenziava una ghiandola lievementeaumentata <strong>di</strong> volume, a margini netti <strong>di</strong> consistenza parenchimatosa.A carico del lobo destro si apprezzava un’area dallaconsistenza decisamente aumentata. Nello screening preo<strong>per</strong>atoriobetaHCG, alfaFP, nella norma, PSA t=13,12 e F/T=8%;ca19.9=44 (vn


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia Oncologicachetto linfonodale <strong>di</strong> circa 5 cm <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro a livello dell’emergenzadelle vene renali. Il paziente è stato sottoposto adorchiectofuniculectomia destra ed una biopsia prostatica ecoguidata.L’esame istologico ha evidenziato, a livello testicolareun quadro <strong>di</strong> neoplasia maligna originante dalle cellule delLey<strong>di</strong>g con <strong>di</strong>ffusa positività <strong>per</strong> l’inibina, una positività focale<strong>per</strong> il Mart-1 e completa negatività <strong>per</strong> le citocheratine ePSA. A livello prostatico è emerso un adenocarcinoma ben <strong>di</strong>fferenziato(Gleason 3+3). È stato impostato un ciclo <strong>di</strong> chemioterapia,una rxterapia a livello delle metastasi retro<strong>per</strong>itonealied un blocco androgenico totale.Bibliografia:1. Jimenez L, et al. Malignant Ley<strong>di</strong>g cell tumor. Report of a case and reviewof the literature. Arch Esp Urol 1999; 52:1742. Feldman PS, et al. Malignant Ley<strong>di</strong>g cell tumor: clinical, histologic, andelectron microscopic features. Cancer 1982; 49:714Poster n. 123NEOPLASIE PRIMITIVE DELL’URETERE: DESCRIZIONEDI UN CASO CLINICO DI POLIPO FIBROEPITELIALETazzioli S., Delle Rose A., Salaris C., Mondaini N.,Giubilei G., Gavazzi A., Nicita G., Rizzo M.Clinica Urologica, Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> FirenzeIntroduzione ed obiettivi: Le neoplasie primitive dell’uretere sonomolto rare, rappresentano meno dell’1% <strong>di</strong> tutte le neoplasiegenitourinarie. Solo il 20% <strong>di</strong> queste sono benigne, il polipofibroepiteliale risulta essere l’istotipo più frequente: Descriviamoil caso <strong>di</strong> un paziente con polipo fibroepiteliale dell’uretere prossimalesinistro.Materiali e Meto<strong>di</strong>: La paziente <strong>di</strong> anni 43 è giunta alla nostraosservazione <strong>per</strong> dolori al fianco sinistro <strong>di</strong> natura da determinare.All’ecografia era stata evidenziata una idronefrosi <strong>di</strong> 2 gradocon <strong>di</strong>latazione del tratto prossimale dell’uretere sinistro.Successivamente la paziente aveva eseguito una urografia cheaveva confermato la <strong>di</strong>latazione osservata all’ecografia. Al <strong>di</strong> sottodel giunto pielo-ureterale era stata mostrata inoltre la presenza <strong>di</strong>una <strong>di</strong>latazuione ampia e costante con lume solamente in parteopacizzato nella sua porzione <strong>per</strong>iferica, mentre il centro dell’uretereappariva occupato da materiale ra<strong>di</strong>otrasparente. La pazienteera stata in seguito sottoposta a ureteroscopia che aveva evidenziatola presenza <strong>di</strong> una neoformazione ureterale con caratteristichemorfologiche similpolipoi<strong>di</strong>. Abbiamo sottoposto la pazientead intervento chirurgico a cielo a<strong>per</strong>to <strong>di</strong> resezione del polipo,attraverso una incisione ureterale al <strong>di</strong> sotto del giunto. Il polipoaveva una piccola base d’impianto ed una lungheza <strong>di</strong> circa 6 cm.Risultati: Non vi sono state complicanze posto<strong>per</strong>atorie e lapaziente è stata <strong>di</strong>messa in terza giornata. L’esame istologico haconfermato che si trattava <strong>di</strong> polipo fibroepiteliale. Ad un controlloecografico effettuato a 3 mesi <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza dall’interventoerano scomparsi segni <strong>di</strong> <strong>di</strong>latazione dalla via escretrice.Conclusioni: Il polipo fibroepiteliale è una rara neoplasia benignadelle vie escretrici urinarie. Si manifesta spesso con doloresimil colica renale associato talvolta ad ematuria. La <strong>di</strong>agnosiviene posta con l’ausilio delle tecniche endoscopiche,che nei casi <strong>di</strong> polipi <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensioni possono essereterapeutiche; nei casi <strong>di</strong> polipi <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni l’intervento<strong>di</strong> elezione risulta essere quello chirurgico.Poster n. 125SARCOMA PARATESTICOLARE: DESCRIZIONE DI UNCASO CLINICOTazzioli S., Delle Rose A., Mondaini N., Crisci A., GiubileiG., Mencarini M., Nicita G., Rizzo M.Clinica Urologica, Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> FirenzeIntroduzione ed Obiettivi: I sarcomi paratesticolari sono raritumori maligni che possono originare dal funicolo s<strong>per</strong>matico,dall’epi<strong>di</strong><strong>di</strong>mo o dal contenuto scrotale extratesticolare. I tipiistologici sono rappresentati da: Rabdomiosarcoma, liposarcoma(ben <strong>di</strong>fferenziato e a basso e alto grado <strong>di</strong> de<strong>di</strong>fferenzazione),leiomiosarcoma, istiocitoma fibroso maligno, mesotelioma.Descriviamo il caso <strong>di</strong> un uomo <strong>di</strong> 62 anni giunto allanostra osservazione <strong>per</strong> la presenza <strong>di</strong> una voluminosa massascrotale sinistra.Materiale e Meto<strong>di</strong>: Nel gennaio scorso è giunto alla nostraosservazione un paziente <strong>di</strong> anni 62 con una voluminosa massascrotale sinistra. Il paziente ci ha riferito che tale massa era presenteda circa 3 anni e che è lentamente aumentata <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioninel corso degli anni. Abbiamo sottoposto il nostro pazientead ecografia scrotale, TC addome in toto con mezzo <strong>di</strong> contrasto,dosaggio dei markers neoplastici testicolari. Abbiamosuccessivamente deciso <strong>di</strong> eseguire intervento chirurgico ra<strong>di</strong>cale<strong>di</strong> asportazione della massa scrotale con orchifunicolectomia.La massa occupava l’intero emiscroto sinistro, aveva un<strong>di</strong>ametro <strong>di</strong> circa 15 cm ed era adesa al <strong>di</strong><strong>di</strong>mo sinistro, senzacomunque caratteri <strong>di</strong> invasività. L’esame istologico intrao<strong>per</strong>atorioha dato <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> liposarcoma ben <strong>di</strong>fferenziato associatoa sarcoma pleomorfo ad elevato grado <strong>di</strong> malignità (liposarcomade<strong>di</strong>fferenziato). Abbiamo asportato in toto la formazionenodulare dell’emiscroto sinistro, il <strong>di</strong><strong>di</strong>mo sinistro con ilfunicolo che è stato sezionato in corrispondenza dell’anelloinguinale sinistro.Risultati: Il paziente ha avuto un decorso posto<strong>per</strong>atorio privo<strong>di</strong> complicanze ed è stato <strong>di</strong>messo in sesta giornata. Si sottoponea <strong>per</strong>io<strong>di</strong>che visite <strong>di</strong> controllo a cadenza trimestrale.Attualmente a 10 mesi dall’intervento il paziente risulta esserein buono stato <strong>di</strong> salute, è libero da ripresa <strong>di</strong> malattia senzaessere stato sottoposto a terapia a<strong>di</strong>uvante.Conclusioni: Queste neoplasie si sviluppano dai tessuti molliscrotali, aumentano <strong>di</strong> volume a simulare una voluminosaernia inguinoscrotale. Il trattamento, nelle forme localizzate,consiste nell’orchifunicolectomia ra<strong>di</strong>cale attraverso unapproccio inguinale seguito da stretto follow-up.Risulati: I sarcomi paratesticolari sono tumori molto rari che sisviluppano dal funicolo s<strong>per</strong>matico nel 75% dei casi, dal contenutoscrotale extratesticolare nel 20% e dall’epi<strong>di</strong><strong>di</strong>mo nel5% dei casi.Comunicazioni n. 126STUDIO IMMUNOFENOTIPICO DI PAZIENTI AFFETTI DACARCINOMA RENALE IN PRIMA DIAGNOSI. DIMOSTRA-ZIONE DI UN QUADRO DI PROFONDA IMMUNODEPRES-SIONE INDOTTA DAL TUMOREPorta C. 1,2 , Bonomi L. 1 , Paglino C. 1 , Ferrari S. 1,2 , Rovati B. 1,2 ,Lillaz B. 3,4 , Mensi M. 3,5 , Danova M. 1,2 , Rovereto B. 31Istituto <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Interna ed Oncologia Me<strong>di</strong>ca; 2 Laboratorio <strong>di</strong>Citometria e Terapie Cellulari; 3 Divisione <strong>di</strong> Urologia, Universitàdegli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Pavia e I.R.C.C.S., Policlinico San Matteo <strong>di</strong> Pavia;4Divisione <strong>di</strong> Urologia, Ospedale Regionale <strong>di</strong> Aosta; 5 Divisione <strong>di</strong>Urologia, Ospedale Civile <strong>di</strong> VogheraIntroduzione: Nonostante il sistema immunitario giochi unruolo chiave nel controllo del carcinoma renale (RCC) in faseiniziale, a lungo termine la risposta immune <strong>di</strong>retta contro iltumore <strong>di</strong>viene inefficace e la malattia finisce inevitabilmentecol progre<strong>di</strong>re. Con questo stu<strong>di</strong>o abbiamo voluto testare l’ipotesiche i pazienti (pz.) affetti da RCC potessero presentare, giàalla <strong>di</strong>agnosi, <strong>di</strong>sfunzioni immunitarie anche complesse,<strong>di</strong>pendenti quin<strong>di</strong> dalla presenza, <strong>di</strong> <strong>per</strong> se, della neooplasia.Materiali e meto<strong>di</strong>: A tal fine abbiamo valutato quantitativamentele principali sottopopolazioni linfocitarie e le celluledendritiche circolanti totali, oltre alla proporzione dei dueArchivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004; 76, 3, Supplemento 147


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia Oncologicaprincipali subsets <strong>di</strong> queste ultime, DC1 e DC2, identificandolefenotipicamente nel sangue <strong>per</strong>iferico me<strong>di</strong>ante sensibilimeto<strong>di</strong>che <strong>di</strong> citometria a flusso. Sono stati oggetto dello stu<strong>di</strong>o47 pz. affetti da RCC <strong>di</strong> prima <strong>di</strong>agnosi e come controlli,sono stati utilizzati 40 donatori sani, paragonabili <strong>per</strong> <strong>di</strong>stribuzione<strong>di</strong> sesso ed età con i pz.Risultati: Nei pz. affetti da RCC è stata osservata una genericaattivazione linfocitaria (cellule CD3/HLA-DR+: me<strong>di</strong>ana pazienti= 21.0% vs controlli = 12.5%, p < 0.0001), oltre che del subsetNK CD56+ (me<strong>di</strong>ana pazienti = 90% vs controlli = 46%, p =0.04) e dei linfociti co-esprimenti gli antigeni CD4 e CD8, popolazionenon ancora committed (me<strong>di</strong>ana pazienti = 10.0% vscontrolli = 0%, p < 0.0001). Immunologicamente ben più rilevantisi sono invece rivelati i deficit da noi riscontrati, coinvolgentile cellule T naïve (CD4/CD45RA; me<strong>di</strong>ana pazienti = 184%vs controlli = 409%, p < 0.0001), che danno origine ad unapopolazione cellulare effettrice una volta incontrato un antigenebersaglio, le cellule T memory (CD4/CD45RO; me<strong>di</strong>ana pazienti= 204% vs controlli 366.5%, p = 0.003), essenziali nel mantenimentodella tumor dormancy, le cellule NK CD16+ (me<strong>di</strong>anapazienti = 154% vs controlli = 240.5%, p = 0.004), che me<strong>di</strong>anola citotossicità anticorpo-<strong>di</strong>pendente, e le cellule dendritichecircolanti totali (me<strong>di</strong>ana pazienti = 0.6% vs controlli = 0.9%, p= 0.0004), essenziali <strong>per</strong> la presentazione degli antigeni tumoraliai linfociti T citotossici.Conclusioni: Quanto da noi osservato configura un quadro <strong>di</strong>profonda <strong>per</strong>turbazione del sistema immune, riguardante<strong>di</strong>versi livelli <strong>di</strong> immunocompetenza, sul quale si potrebbepensare <strong>di</strong> intervenire da un punto <strong>di</strong> vista terapeutico; in particolare,pazienti caratterizzati, non solo da un punto <strong>di</strong> vistapatologico, ma anche immunologico-funzionale, come ad altorischio <strong>di</strong> reci<strong>di</strong>va potrebbero beneficiare <strong>di</strong> un adeguato trattamentoimmunoterapico a<strong>di</strong>uvante.Poster n. 127CARCINOSARCOMA DELLA PROSTATA: DESCRIZIONEDI UN CASO CLINICOYehia M. 1 , Fabiani A. 1 , Mantovani P. 1 , d’Anzeo G. 1 ,Mazzucchelli R. 2 , Montironi R. 2 , Muzzonigro G. 11Clinica Urologica, Univ. Politecnica delle Marche Ancona; 2 Istituto<strong>di</strong> Anatomia Patologica, Univ. Politecnica delle Marche, AnconaIntroduzione: Il carcinosarcoma della prostata è un tumore estremamenteraro e clinicamente aggressivo. Dal punto <strong>di</strong> vista istologicosi caratterizza <strong>per</strong> l’aspetto bifasico con una componenteghiandolare adenocarcinomatosa associata ad una componentesarcomatosa poco <strong>di</strong>fferenziata. Presentiamo <strong>di</strong> seguito il casoclinico <strong>di</strong> un uomo <strong>di</strong> 78 anni, già sottoposto a TURP 4 anniprima <strong>per</strong> BPH e portatore <strong>di</strong> catetere vescicale a <strong>di</strong>mora <strong>per</strong> unproblema <strong>di</strong> ritenzione urinaria cronica, giunto alla nostra osservazione<strong>per</strong> ricorrenti episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> ematuria macroscopica. Il PSAal momento del ricovero, era <strong>di</strong> 10,9 ng/ml. DRE, TRUS. Lacistoscopia rivelava l’ostruzione dell’uretra prostatica dovuta allapresenza <strong>di</strong> una voluminosa lesione solida e sanguinante infiltrantela parete posteriore della vescica. L’esame istologico delcampione ottenuto me<strong>di</strong>ante TUR deponeva <strong>per</strong> una neoplasiaprostatica del tipo carcinoma sarcomatoide. Gli esami ra<strong>di</strong>ologici<strong>di</strong> sta<strong>di</strong>azione risultavano negativi <strong>per</strong> lesioni <strong>di</strong> carattere ripetitivoa <strong>di</strong>stanza. Si decideva <strong>per</strong>tanto <strong>di</strong> procedere ad interventochirurgico <strong>di</strong> elezione.Meto<strong>di</strong>: L’approccio chirurgico scelto è stato quello <strong>di</strong> unacistoprostatectomia ra<strong>di</strong>cale con derivazione urinaria esternasec. Bricker (previa intubazione degli ureteri con splint 10 ch)e linfadenectomia pelvica bilaterale. L’esame istologico estemporaneodei linfono<strong>di</strong> pelvici <strong>di</strong> destra asportati e dell’uretraterminale deponeva <strong>per</strong> infiltrazione neoplastica. Pertanto, siprocedeva ad uretrectomia <strong>per</strong> via <strong>per</strong>ineale.Risultati: Il campione chirurgico era costituito da vescica conmucosa microscopicamente irregolare in corrispondenza dellaparete posteriore e da prostata con lume uretrale quasi completamenteoccupato da lesione polipoide della <strong>di</strong>mensionemassima <strong>di</strong> cm 5,3. L’esame istologico definitivo del pezzo o<strong>per</strong>atoriomostrava un adenocarcinoma prostatico <strong>di</strong> tipo endometrioide(score <strong>di</strong> Gleason 4+5=9) associato a componentesolida in<strong>di</strong>fferenziata fusocellulare, con focale positività immunoistochimicaai markers <strong>per</strong> il muscolo liscio, riferibile a carcinosarcoma,con aspetti <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione neoplastica endolinfatica,endoduttale, con focolai <strong>di</strong> PIN <strong>di</strong> alto grado ed infiltrazionedella parete uretrale e della vescichetta seminale <strong>di</strong> destra.Uno dei 7 linfono<strong>di</strong> iliaci e 3 dei 4 linfono<strong>di</strong> otturatori destriasportati risultavano metastatici (sta<strong>di</strong>o patologico pT3b N1 L1V0). Il decorso clinico post-o<strong>per</strong>atorio è stato regolare con<strong>di</strong>missione in 20 giornata, dopo rimozione dei drenaggi e deglisplint ureterali. Il paziente è stato inserito in un programmaoncologico <strong>di</strong> follow-up a lungo termine. Tuttavia, già a 3 mesidall’intervento, l’Rx torace ha segnalatato la comparsa <strong>di</strong> lesioniripetitive polmonari in evoluzione.Conclusioni: Il caso clinico in oggetto, al <strong>di</strong> là della rarità e dellapeculiarità istopatologica caratterizzata da una doppia componenteneoplastica, ghiandolare e mesenchimale con variabiliaspetti <strong>di</strong>fferenziativi, <strong>di</strong>mostra come il carcinosarcoma dellaprostata sia estremamente aggressivo con un precoce atteggiamento<strong>di</strong>ffusivo loco regionale e a <strong>di</strong>stanza, attribuendo all’interventochirurgico con intento ra<strong>di</strong>cale un ruolo meramentepalliativo.Bibliografia:1. Lauwers JY, et al. Carcinosarcoma of the prostate. Am J Surg Pathol 1993;17:3422. Benchekroun A, et al. Sarcomatoid Carcinoma of the prostate. Prog Urol2001; 11:3273. Bricker EM. Bladder substitution after pelvic evisceration. Surg ClinNorth Am 1950; 30:1511Poster n. 128PRESENTAZIONE DI UN CASO DI LEIOMIOSARCOMADEL PENEVarela R., Scar<strong>di</strong>no E., Matei D.V., Rocco B., Verweij F., deCobelli O.74Divisione <strong>di</strong> Urologia, Istituto Europeo <strong>di</strong> Oncologia, MilanoI tumori del pene <strong>di</strong> origine epiteliale non sono frequenti, maancora più rari sono quelli che si sviluppano dai tessuti <strong>di</strong>sostegno come la muscolatura striata e liscia, ed i tessuti a<strong>di</strong>poso,fibroso o vascolare. Il sarcoma del pene, in particolare,rappresenta meno del 5% dei casi, e del sottotipo leiomiosarcoma,ad oggi, sono stati descritti in letteratura circa 30 casi.Riportiamo un caso <strong>di</strong> leiomiosarcoma del pene giunto all’attenzionedella nostra Divisione.Caso Clinico: Paziente <strong>di</strong> 64 anni sottoposto in agosto/2001 abiopsia <strong>di</strong> voluminosa lesione dolente, nodulare e <strong>di</strong> consistenzalignea alla ra<strong>di</strong>ce del pene. All’esame istologico si evidenziavaun quadro <strong>di</strong> leiomiosarcoma. I linfono<strong>di</strong> inguinalierano clinicamente negativi. Alla Risonanza Nucleare Magneticaaddominale e pelvica si riscontrava una grossolanatumefazione (<strong>di</strong>ametri <strong>di</strong> 7x7.8x11.5 cm) che interessava lara<strong>di</strong>ce peniena con invasione dei corpi cavernosi. Nel gennaio2002 è stato sottoposto a penectomia totale e l’esame istologicoconfermava il dato bioptico <strong>di</strong> leiomiosarcoma penieno ame<strong>di</strong>o grado <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenziazione infiltrante i corpi cavernosicon uretra indenne. L’immunoistochimica era compatibile conla <strong>di</strong>agnosi. Dopo un follow-up <strong>di</strong> 21 mesi compariva una neoformazionenodulare <strong>di</strong> circa 2 cm paratesticolare sinistra conapparente infiltrazione del funicolo s<strong>per</strong>matico. Veniva, <strong>per</strong>-48Archivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004; 76, 3, Supplemento 1


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia Oncologicatanto, effettuata un’orchifunicolectomia sinistra, con esameistopatologico che confermava la presenza <strong>di</strong> una reci<strong>di</strong>va <strong>di</strong>2,3 cm <strong>di</strong> leiomiosarcoma a me<strong>di</strong>o grado <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenziazionesenza infiltrazione del funicolo né del <strong>di</strong><strong>di</strong>mo. La TAC <strong>di</strong> sta<strong>di</strong>azionenon documentava altre possibili se<strong>di</strong> <strong>di</strong> malattiamacroscopicamente rilevabile. Ad oggi, il follow-up risultanegativo.Discussione: Il leiomiosarcoma del pene è molto raro e tra ipochi casi nella letteratura si possono in<strong>di</strong>viduare due tipi <strong>di</strong>lesioni <strong>di</strong>stinte:• Lesioni su<strong>per</strong>ficiali: (LS) generalmente piccole, senza metastasia <strong>di</strong>stanza, con buona prognosi e reci<strong>di</strong>va locale frequente.La chirurgia è la terapia <strong>di</strong> elezione <strong>per</strong> la lesioneprimitiva e <strong>per</strong> le eventuali reci<strong>di</strong>ve.• Lesioni profonde: (LP)infiltranti, con metastasi a <strong>di</strong>stanza emortalità elevata. La terapia è chirurgica, ma il beneficio <strong>di</strong>una ra<strong>di</strong>o o chemioterapia a<strong>di</strong>uvante non è stato chiarito.Il caso presentato è relativo ad un paziente affetto da leiomiosarcomapenieno, assimilabile al gruppo LP<strong>per</strong> le sue caratteristiche<strong>di</strong> aggressività locale (lesione voluminosa ed invasionedei corpi cavernosi), ma con comportamento sistemico assimilabileal gruppo LS (reci<strong>di</strong>va locale e senza metastasi a<strong>di</strong>stanza). Non ci sono ancora dati sul beneficio <strong>di</strong> un trattamentoa<strong>di</strong>uvante ra<strong>di</strong>ante o chemioterapico in questi rari casi<strong>di</strong> neoplasia del pene. Il nostro paziente è vivente e senza reci<strong>di</strong>ve<strong>di</strong> malattia a 30 mesi dal primo intervento ed a 9 mesidall’asportazione della reci<strong>di</strong>va locale.Comunicazioni n. 129CISTECTOMIA “SEMINAL VESICLE AND PROSTATICCAPSULE SPARING” E RADICALITÀ ONCOLOGICA:RISULTATI PRELIMINARILocunto U., Serni S., Stefanucci S., Lapini A., Baldazzi V.,Carloni M., Carini M.Osp. S. M. Annunziata, Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> FirenzeIntroduzione e Obiettivi: La cistectomia ra<strong>di</strong>cale rappresenta lascelta più opportuna <strong>per</strong> la neoplasia vescicale invasiva e <strong>per</strong>quelle <strong>di</strong> alto grado, refrattarie alla terapia conservativa, multifocalio che ricorrono frequentemente. Nonostante le tecniche<strong>di</strong> ricostruzione ortotopica consentano <strong>di</strong> conservare lafisiologia minzionale e sebbene siano state messe a punto tecniche“nerve sparing”, la cistectomia ra<strong>di</strong>cale inficia notevolmentela qualità della vita, soprattutto <strong>per</strong> quanto riguarda lafunzione sessuale. Riportiamo una tecnica <strong>per</strong>sonale <strong>di</strong> cistectomia“seminal vesicle and prostatic capsule sparing” con derivazioneileale ortotopica.Meto<strong>di</strong>: Sono stati sottoposti a cistectomia seminal sparing 19pazienti con età me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 56,6 anni (48-62) <strong>per</strong> carcinomatransizionale vescicale su<strong>per</strong>ficiale ad alto rischio (12/19) oinfiltrante monofocale (7/14). In <strong>tutti</strong> i pazienti una preliminaresta<strong>di</strong>azione endoscopica ha escluso un coinvolgimentodel trigono o dell’uretra prostatica e <strong>tutti</strong> erano esenti da evidenza<strong>di</strong> tumore della prostata (esplorazione rettale, PSA, ecografiatransrettale). L’anamnesi sessuale non ha evidenziatocasi <strong>di</strong> deficit erettile clinicamente rilevante. La tecnica seminalsparing si caratterizza nello sviluppo <strong>di</strong> un piano fra lavescica e la su<strong>per</strong>ficie anteriore del complesso vescicolo-deferenziale.Esposti il collo vescicale e la base prostatica e si procedeall’adenomectomia con tecnica tipo Frayer. L’uretra prostaticaviene sezionata a monte del veru montanum e vengonorimosse “en bloc” la vescica e la porzione centrale della prostata.I “bundles” neurovascolari a<strong>di</strong>acenti alla prostata ed allevescicole seminali sono ampiamente risparmiati Si realizza laneovescica ileale che viene anastomizzata alla capsula prostatica.Contestualmente viene eseguita la linfoadenectomia estesaalla biforcazione dell’arteria iliaca comune.Risultati: All’esame anatomopatologico sono emerse 9 lesionipT1 (47,4%), 5 pT2a (26,3%), 3 pT2b (15,8%), 2 pT3a(10,5%). Non si è avuto alcun caso <strong>di</strong> metatstasi linfonodali. Ilfollow-up me<strong>di</strong>o è stato <strong>di</strong> 17 mesi (10-19) con un caso <strong>di</strong>decesso correlato alla malattia. Non c’è stata alcuna reci<strong>di</strong>vapelvica od uretrale. A 6 mesi dall’intervento <strong>tutti</strong> i pazientihanno raggiunto la continenza <strong>di</strong>urna e 14/19 (73,7%) quellanotturna. Agli esami uro<strong>di</strong>namici si è evidenziata una capacitàcistometrica me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 342 ml (273-510), ed un residuo postminzionaleme<strong>di</strong>o 38 ml. In <strong>tutti</strong> i casi i pazienti hanno avutorapporti sessuali sod<strong>di</strong>sfacenti senza l’ausilio <strong>di</strong> farmaci.Conclusioni: I dati fino ad ora a nostra <strong>di</strong>sposizione suggerisconoche la cistectomia seminal sparing non compromette il controllolocale della malattia ed è paragonabile alla cistoprostatovesciculectomiara<strong>di</strong>cale convenzionale. Comprensibilmente ipazienti non sono esenti dal rischio <strong>di</strong> sviluppare neoplasieprostatiche. I risultati funzionali rilevano una buona ripresadella continenza e della potenza, senza significativo residuourinario post-minzionale.Bibliografia:1. Vallancien G, et al. Cystectomy with prostate sparing for bladder cancerin 100 patients: 10 year ex<strong>per</strong>ience. J Urol 2002; 168:24132. Colombo R, et al. Overall clinical outcomes after nerve and seminal sparingra<strong>di</strong>cal cystectomy for the treatment of organ confined bladder cancer. JUrol 2004; 171:18193. Muto G, et al. Seminal sparing cystectomy and ileocapsuloplasty: longtermfollowup results. J Urol 2004 172:76Poster n. 130TUMORE A CELLULE DELLA GRANULOSA DEL TESTICOLODI TIPO ADULTO. DESCRIZIONE DI UN CASO CLINICOAnnunziata G., Palazzo S., Lucarelli G., Stellacci V.,Battaglia M., Ricapito V., deCeglie G., Selvaggi F.P.Dipartimento dell’Emergenza e dei Trapianti <strong>di</strong> OrganoIntroduzione: I tumori a cellule della granulosa rappresentanoun <strong>di</strong>stinto gruppo nell’ambito dei cosiddetti tumori stromalidelle gona<strong>di</strong>, e sono sud<strong>di</strong>visi in due tipi istologici, adulto egiovanile. Il tipo adulto è un tumore molto raro e sino ad oggisolo pochi casi sono stati ben documentati e descritti (1).Case report: Riportiamo il caso <strong>di</strong> tumore a cellule della granulosa<strong>di</strong> tipo adulto del testicolo in un uomo <strong>di</strong> 45 anni, affettoda circa 15 anni da un aumento volumetrico del <strong>di</strong><strong>di</strong>mo destro,incrementatosi nel corso degli ultimi mesi ed associato a sensazione<strong>di</strong> peso scrotale. All’esame obiettivo, il testicolo destrosi presentava aumentato <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni, scorrevole sui pianisu<strong>per</strong>ficiali e non dolente alla palpazione. Gli esami ematochimicied i markers neoplastici (βHCG, αÁFP, LDH) risultavanonella norma. L’ecografia testicolare mostrava la presenza <strong>di</strong> unamassa dai margini mal definiti, con marcato <strong>di</strong>morfismo strutturalee con numerose calcificazioni nel suo contesto. Il pazienteveniva, quin<strong>di</strong>, sottoposto ad orchifunicolectomia totaledestra con accesso inguinale. Il polo su<strong>per</strong>iore del testicolo eraoccupato da una massa ovoidale del peso <strong>di</strong> 690 gr., e delle<strong>di</strong>mensioni <strong>di</strong> cm.16x13,5x10. In sezione, si apprezzava uncompleto sovvertimento del parenchima testicolare e la presenza<strong>di</strong> neoformazione giallastra (30% del tumore) <strong>di</strong> cm. 6.5x 4.2 a margini netti circondata da tessuto fibrotico biancastrocon cavità cistiche all’interno (35% del tumore) e da una vastaarea necrotica brunastra che costituiva il restante 35%. Istologicamentesi trattava <strong>di</strong> tumore stromale a cellule della granulosa<strong>di</strong> tipo adulto del <strong>di</strong><strong>di</strong>mo infiltrante la tonaca albugineacon focali aspetti <strong>di</strong> <strong>per</strong>meazione neoplastica endolinfatica.L’immunoistochimica era positiva <strong>per</strong> la vimentina, l’actinamuscolo liscio e l’actina muscolare. Negative le reazioni conCK-pool, cromogranina A, desmina, inibina, PLAP, sinaptofisi-Archivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004; 76, 3, Supplemento 149


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia Oncologicana ed S-100. Il paziente, attualmente, viene solo seguito conTAC ogni anno, non essendo prevista alcuna forma <strong>di</strong> terapiaa<strong>di</strong>uvante.Conclusioni: Esistono solo 21 casi descritti in letteratura <strong>di</strong> questarara neoplasia del testicolo. La maggior parte dei pazientisi presenta con massa testicolare. Solo 2 pazienti su 16 <strong>di</strong> cui,in letteratura, sia <strong>di</strong>sponibile un follow-up a lungo termine(12,5%), sono morti a causa delle metastasi sviluppatesi dopola chirurgia, in un <strong>per</strong>iodo compreso tra i 5 mesi ed i 14 anni.Nel nostro caso, il paziente era verosimilmente affetto daltumore da circa 15 anni. La TAC toraco-addomino-pelvicaeseguita <strong>per</strong> sta<strong>di</strong>azione post o<strong>per</strong>atoria, non ha evidenziatolocalizzazioni secondarie della malattia. Questa forma istologica,caratterizzata da lenta crescita locale, ma potenzialmentedotata <strong>di</strong> capacità metastatizzante, necessita <strong>di</strong> trattamentochirurgico locale ed adeguato follow-up posto<strong>per</strong>atorio, <strong>per</strong>tutta la vita.Bibliografia:1. Al-Bozom IA, El-Faqih SR, Hassan SH, El-Tiraifi AE, Talic RF.Granulosa Cell Tumor of the Adult Type. A Case Report and Review of theLiterature of a Very Rare Testicular Tumor Archives of Pathology andLaboratory Me<strong>di</strong>cine 124; 10:1525Poster n. 131ACUTE TOXICITY IN 48 PATIENTS WITH PROSTATECANCER TREATED WITH CONFORMAL RADIATION THE-RAPY ± SURGICAL TREATMENTNtreta M. 1 , Bunkheila F. 1 , Guido A. 1 , Rombi B. 1 , CammelliS. 1 , Barbieri E. 11Divisione <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>oterapia,”E. Barbieri” Ospedale S. Orsola, BolognaPurpose: To report our ex<strong>per</strong>ience with 3D conformal ra<strong>di</strong>otherapyfor prostate cancer.Material and Methods: We reviewed our first 48 patients with prostatecancer. Mean follow-up was 16.5 months (3-36 m). Meanage 69.6years (54-83). Fourteen patients undergone to ra<strong>di</strong>calprostatectomy before 3D conformal ra<strong>di</strong>otherapy and 34 weretreated with only ra<strong>di</strong>ation therapy. For the first group T stagewas: pT2apN0M0=3; pT2bpN0M0=1; pT2cpN0M0=3;pT3apN0M0=3; pT3bpN0M0=3; pT3bpN1M0=1. About the secondone T stage was: T1bN0M0=1; T1cN0M0=3; T2aN0M0=4;T2bN0M0=16; T2cN0M0=4; T3aN0M0=5; T3bN0M0=1.Gleason score (GS) 4-6 55,5% and GS 7-8 44,4%. PretreatmentPSA value of 20 ng/ml16%. Thirtyfive pts received androgen ablation therapy 2 to 6months before ra<strong>di</strong>ation. 3D conformal ra<strong>di</strong>otherapy was used toallow a smaller amount of rectum and bladder to be in the highdose volume. An 10 and 18 MV linear accelerator was used. Therange of dose recommended for adjuvant ra<strong>di</strong>otherapy was6000cGy-6600cGy and 7000cGy-7400cGy for ra<strong>di</strong>cal ra<strong>di</strong>otherapytreatment.Results: Symptoms of gastrointestinal and genitourinary toxicityare dose-limiting for pelvic ra<strong>di</strong>otherapy. Existing toxicityregistrations (RTOG) are helpful in defining maximal tolerateddoses.The <strong>per</strong>centage of volume receveing more than 50Gy(V50) was calculated for the rectum and bladder. The meanV50 was 55% for the bladder and 60% for the rectum. Basedon the RTOG gra<strong>di</strong>ng (gr) for acute toxicity, there was no gr 3gastrointestinal (GI) and genitourinary (GU) toxicity. Therewere 24 pts with gr0 (50%), 2 pts (4.1%) with gr 1 and 22 pts(45.8%) with gr2 GI toxicity. About the GU toxicity there were21 pts with gr 0 (43.7%), 24 pts with gr 1(50%) and 3 ptswith gr2 (6.2%). With our actual follow-up we have 2 latemorbi<strong>di</strong>ties: 2 pts with gr2 GI toxicity.Conclusion: 3D conformal ra<strong>di</strong>otherapy for prostate cancer atour institution has a good toxicity profile and mirrors that <strong>di</strong>scribe<strong>di</strong>n the literature. Longer follow-up is needed to assesslate toxicity and clinical outcome in this series.References:1. Hovdenak N, Karlsdottir A, Sorbye H, Dahl O. Profiles and time courseof acute ra<strong>di</strong>ation toxicity symptoms during conformal ra<strong>di</strong>otherapy for cancerof the prostate. Acta Oncol 2003; 42:7412. Michalski JM, Winter K, Purdy J, Perez CA, Ryu JK, Parliament MB,Valicenti RK, Roach M 3rd, Sandler HM, Markoe AM, Cox JD. Toxicity afterthree-<strong>di</strong>mensional ra<strong>di</strong>otherapy for prostate cancer with RTOG 9406 doselevel IV. Int J Ra<strong>di</strong>at Oncol Biol Phys. 2004; 58:735Comunicazioni n. 132WILMS’ TUMOR: PRESENTATION AND TREATMENTBunkheila F. 1 , Ntreta M. 1 , Guido A. 1 , Rombi B. 1 , CammelliS. 1 , Burnelli R. 2 , Neri S. 1 , Barbieri E. 11Istituto <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>oterapia “E. Barbieri”; 2 Oncologia Pe<strong>di</strong>atrica,Ospedale S. Orsola, BolognaPurpose: Wilms’ tumor is the most common malignant neoplasmof the urinary tract in children. We have managed ourpatients accor<strong>di</strong>ng to CNR/AIEOP 92 protocols and report ourresults herein.Material and Methods: Thirteen patients with Wilms’ tumor betweenJune 1995 and October 2000 were analyzed for <strong>di</strong>stributionsof age, gender, tumor sites, histology and clinical stages.Patients received in<strong>di</strong>vidualized multimodality treatment baseupon the histology of the tumor and clinicopathologic stage.The treatment included surgery, ra<strong>di</strong>otherapy and chemotherapy.Results: Thirteen patients inclu<strong>di</strong>ng 9 girls and 4 boys with themean age of 44.53 months, ranging from 11 months to 11years were stu<strong>di</strong>ed. Tumour involved right kidney in 6, left in5 and bilateral in 2 patients. Metastatic <strong>di</strong>sease was present at<strong>di</strong>agnosis in 3 patients (23%); the most common site of involvementis the lung with 66.6% and the bowel loops with33.3%. Distribution of clinical stage: I= 1 pz (7.6%), II= 1pz(7.6%), III= 4pz (30.7%), IV=5 (38.4%) and V=2 (15.3%).Favorable histology (FH) was <strong>di</strong>agnosed in 92.3% of patientsand anaplasia <strong>di</strong>ffusa in 7.7%. Recurrence of <strong>di</strong>sease occurre<strong>di</strong>n 3 patients (23%), with lungs (100%) the most frequent siteof relapse. All the patients underwent primary surgery, chemotherapyand ra<strong>di</strong>ation therapy. Four patients received a renalfossa irra<strong>di</strong>ation with a mean dose of 1785 cGy consideringthat one of them received 3420 cGy because of the unfavorablehistology. Four patients received whole abdominal irra<strong>di</strong>ationwith mean dose of 1290 cGy and five patients unterwentto a total lung irra<strong>di</strong>ation with a mean dose of 1200 cGy.During and after ra<strong>di</strong>ation therapy there was no acute toxicityin the most of patients except two, treated with whole abdominalirra<strong>di</strong>ation, with nausea and vomiting. Four patients<strong>di</strong>ed after completion of treatment: two for local reccurenceand metastatic <strong>di</strong>sease, one for metastatic <strong>di</strong>sease and the otherone for local reccurence <strong>di</strong>sease.The overall mortality was30.7%: 1 with I stage (7.6%), 2 pts with IV stage (15.3%) and1 with V stage (7.6%).Conclusion: The presentation of Wilms’ tumor at our institutionmirrors that <strong>di</strong>scribed in the literature. Importantly, by followingCNR/AIEOP 1992 protocols we have achieved an outcomeof survival comparable to the “gold standard”.References:1. Pianezza ML, Rubin S, Bass J, Chou S, Pike JG, Leonard MP. Wilms’tumor at the Children’s Hospital of Eastern Ontario. Can J Urol 2004;11:21512. Mahmood A, Ghafoor T, Badsha S. Wilms’ tumor: presentation and treatment.J Coll Physicians Surg Pak 2004; 14:14250Archivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004; 76, 3, Supplemento 1


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia OncologicaComunicazioni n. 133ESTRAMUSTINE (E) IN COMBINATION TO ALTERNATINGORAL ETOPOSIDE (VP16) AND WEEKLY VINBLASTINE(VLB) IN METASTATIC (M) HORMONE-REFRACTORY(HR) PROSTATIC CARCINOMA (PC): A MONOINSTITU-TIONAL STUDYBoccalon M. 1 , Maruzzi D. 2 , Lo Re G. 1 , Lenardon O. 1 , RusticiC. 1 , Bettin A. 2 , Salamini R. 3 , Garbeglio A. 2 , Tumolo S. 11Oncology Unit; 2 Urology, G.H. “S. Maria degli Angeli”; 3 Unit ofEpidemiology and Biostatistics, C.R.O. – IRCCS, Aviano,PordenoneIntroduction: Oral VP16 and VLB combined to E were reported(Hudes G. et al., JCO 17, 10,3160-6, 1999; Pienta K.J. et al.,JCO 12, 10, 2005-12, 1994) with promising results in M-HR-PC.Aims of the study: To evaluate feasibility, activity and toxicity oftwo alternating regimens and their impact on response durationand survival.Patients and Methods: Between 4/99 and 7/04, 25 patients (pts)entered onto the study. Eligibility criteria required: hystological<strong>di</strong>agnosis of M-PC, HR, adequate renal, hepatic, bone marrowand car<strong>di</strong>ac function, PS3 months.Me<strong>di</strong>an age was 70 years (range: 51-80); me<strong>di</strong>an PS: 1 (0-2);basal me<strong>di</strong>an PSA level: 70.9 ng/ml (0.19-623). Bone, nodaland visceral metastases were present in 23, 6 and 1 pts respectively.Eighteen were naive and 7 pretreated pts.Treatment: VLB 4 mg/mq (A) iv was administered on day1,8,15,22 and after 1 week of rest was followed by oral VP16 50mg/day for 14-21 days (B). Concomitant oral E 12 mg/kg/twicea day was associated to A/B. Cycle was repeated after one weekof rest for 3-6 cycles or until progression. Acenocumarol wasadministered as prophilactic intent of pulmonary thromboembolism(PTE) and deep venous thrombosis (DVT).Results: In 25 treated pts a total of 60 cycles were administered(range 1-5). Toxicity: neutropenia G3 and gynecomastiain 3 and DVT in 1 pt respectively. On 24 evaluable pts,me<strong>di</strong>an na<strong>di</strong>r of PSA was 48.6 ng/ml (range 0.10-438) witha me<strong>di</strong>an reduction of PSA of 48% (range 6-99,9%). PSAresponse (>50%) was achieved in 11/24 pts (45%). Nine ptsex<strong>per</strong>ienced a subjective response with pain improvementand reduction of antalgic drugs consumption. Out of 8 ptswith misurable <strong>di</strong>sease were obtained 1 CR and 2 PR.Me<strong>di</strong>anPFS and OS were 4 and 14.8 months respectively. Six pts arestill alive. Univariate analysis demonstrated no correlationbetween basal PSA values, PSA response, Hb and FAL levelsand survival.Conclusions: The combination of E to alternating VP16/VLB isfeasible and active in unselected M-HR-PC with acceptabletoxicity. In light of these encouraging results on survival inunselected pts, a comparative study with VLB-E is warranted.Comunicazioni n. 135INTERMITTENT ANDROGEN SUPPRESSION NEL CARCI-NOMA PROSTATICO E TESTOSTERONEMearini L., Zucchi A., Mearini E., Giannantoni A., Lilli P.,Porena M.Clinica Urologica, Università <strong>di</strong> PerugiaIntroduzione e Obiettivi: La Intermittent Androgen Suppression(IAS) sembra avere non solo effetti positivi in termini <strong>di</strong> riduzionedegli effetti collaterali e dei costi, ma anche nel <strong>di</strong>lazionarela comparsa della fase <strong>di</strong> ormonorefrattarietà. La riduzionedegli effetti collaterali e la ripresa del meccanismo apoptoticosono strettamente correlati ai livelli <strong>di</strong> testosteronemiadurante le fasi off. Riportiamo la nostra es<strong>per</strong>ienza in un gruppo<strong>di</strong> 120 pazienti sottoposti a IAS, in cui abbiamo analizzatoi livelli <strong>di</strong> testosterone durante il primo ciclo off, <strong>per</strong> verificarese tale terapia è realmente intermittente.Meto<strong>di</strong>: La soppressione androgenica completa iniziava al terminedella sta<strong>di</strong>azione clinica dei 120 pazienti e mantenutadurante la prima fase “ON”; la prima fase “OFF” dello stu<strong>di</strong>oiniziava al raggiungimento <strong>di</strong> un PSA na<strong>di</strong>r 10 ng/ml (PSA basale>20 ng/ml) o <strong>per</strong> PSA >4 ng/ml (PSA basale


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia Oncologicasu<strong>per</strong>iori nel gruppo ADT. follow-up me<strong>di</strong>o: RP 49.1 mesi,ADT 48.3 mesi (NS).Downstaging: 5.2% gruppo RP vs 11.6% (11 pazienti pT=)gruppo ADT (p


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia Oncologicamento significativo rispetto al gruppo A1; nel gruppo B2 siha un incremento del 2,1% ± 0,6% (p


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia OncologicaScopo dello stu<strong>di</strong>o: Le alterazioni microsatellitari sono state frequentementeassociate a <strong>di</strong>versi tipi <strong>di</strong> cancro. La <strong>per</strong><strong>di</strong>ta <strong>di</strong>eterozigosi (LOH) e l’istabilità microsatellitare (MSI) sono lealterazioni più stu<strong>di</strong>ate. Abbiamo valutato 15 microsatelliti(STRs) <strong>per</strong> in<strong>di</strong>viduare LOH presenti e correlarli al gra<strong>di</strong>ng eallo sta<strong>di</strong>o <strong>di</strong> presentazione della malattia.Materiali e Meto<strong>di</strong>: Da 35 pz consecutivi con prima <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong>carcinoma uroteliale della vescica abbiamo prelevato un campione<strong>di</strong> urine, un prelievo venoso, tessuto sano e tessutotumorale ottenuto tramite meto<strong>di</strong>ca TURV e cistectomia. Losta<strong>di</strong>o patologico della malattia è stato delineato in base allaclassificazione TNM 2002. Dopo l’estrazione del dna e l’amplifficazionecontemporanea, <strong>di</strong> 15 STRs, è stata effettuata l’elettroforesicapillare <strong>per</strong> verificare la presenza <strong>di</strong> LOH in ogniSTRs stu<strong>di</strong>ata.Risultati: La me<strong>di</strong>a più alta nel rapporto LOH/pz è risultataquella presente nelle urine confrontado la frequenza <strong>di</strong> LOHosservata tra urine e tessuto sano si osservava una <strong>di</strong>fferenzastatisiticamente significativa in 4 STRs (D16S539 conp=0,004, D2S1338 con p=0,003, D3S1358 con p=0,005,D8S1179 con p= 0,011) con frequenza più alta nelle urine;anche nel confronto tra tumore e tessuto sano si è osservatauna <strong>di</strong>fferenza statisticamente rilevante, a favore del tumore, in4 STRs (CSF1P0 con p= 0,014, D18S51 con p= 0,039,D3S1358 con p= 0,007, FGA con p= 0,008); nel confronto traurine e tumore, risultati statistici significativi si sono trovati in2 STRs (D16S539 con p= 0,012, D8S1179 con p=0,014) confrequenza maggiore nelle urine. Correlazione con il gra<strong>di</strong>ng èstata rilevata <strong>per</strong> 2 STRs, cioè correlazione <strong>di</strong>retta tra LOH inFGA del tessuto tumorale con il grado, mentre una correlazioneinversa è stata riscontrata tra LOH in vWa del tessuto sanoe grado; nessuna correlazione è stata rilevata con lo sta<strong>di</strong>odella malattia.Conclusioni: Il nostro stu<strong>di</strong>o conferma l’elevata espressione urinaria<strong>di</strong> LOH. Alcuni loci cromosomici presentano un’elevatafrequenza <strong>di</strong> LOH sia nelle urine che nel tessuto tumorale. Lostu<strong>di</strong>o dei geni a<strong>di</strong>acenti a tali loci potrebbe fornire ulterioriinformazioni sulla progressione <strong>di</strong> malattia, tanto da poter ipotizzareun loro utilizzo a scopo prognostico nel follow-up deipz affetti da carcinoma uroteliale della vescica.Comunicazioni n. 144RUOLO DELLA LINFOADENECTOMIA PELVICA (LND)NELLA NEOPLASIA PROSTATICA (CAP) NON AVANZATAMatei D.V. 1 , Gan<strong>di</strong>ni S. 2 , Longaretti N. 3 , Mariani L. 2 , RoccoB. 1 , Varela R. 1 , Verweij F. 1 , Scar<strong>di</strong>no E. 1 , de Cobelli O. 11Divisione <strong>di</strong> Urologia; 2 Divisione <strong>di</strong> Biostatistica; 3 Data Manager,Istituto Europeo <strong>di</strong> Oncologia, MilanoIntroduzione: La prostatectomia ra<strong>di</strong>cale (PR) è la terapia <strong>di</strong> elezione<strong>per</strong> il CaP localizzato. La presenza <strong>di</strong> metastasi linfonodali(LN) è associata ad alto rischio <strong>di</strong> progressione. A causadella migrazione naturale dei pazienti [pz] verso sta<strong>di</strong> piùbassi e grazie alla selezione migliore dei pz, il tasso <strong>di</strong> interessamentoLN è significativamente <strong>di</strong>minuito negli ultimi anni:la maggior parte dei pz potrebbe, <strong>per</strong>tanto, non trarre beneficiodalla LND. La previsione dello sta<strong>di</strong>o pN potrebbe evitare<strong>di</strong> eseguire la LND soprattutto nei pz con basso rischio <strong>di</strong>coinvolgimento LN, dal momento che essa è gravata da morbilitànon trascurabile. Il ruolo della LND nel caP è controverso:acuni lavori sembrano suggerire un ruolo terapeutico; ciònonostante,altri autori riportano, che nei pz pN0 con progressionebiochimica vi sia una prevalenza <strong>di</strong> metastasi occulte(documentata a posteriori, me<strong>di</strong>ante PCR) significativamentesu<strong>per</strong>iore rispetto a pz liberi da malattia.Obiettivo: Lo stu<strong>di</strong>o si propone <strong>di</strong> analizzare l’effetto della LNDsull’outcome dei pz sottoposti a PR. Materiali e meto<strong>di</strong>: Dal05/97 al 06/2004, 511 pz sono stati sottoposti a trattamentochirurgico <strong>per</strong> pCa: 10 LND, 273 PR±LND pelvica mo<strong>di</strong>ficata;228 solo PR, in quanto considerati a basso rischio <strong>di</strong> coinvolgimentoLN (PSA alla <strong>di</strong>agnosi [iPSA]


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia Oncologicathan 75 years, PS


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia Oncologicatecniche <strong>di</strong>agnostiche al pari delle più moderne tecniche chirurgiche.Bibliografia:1. Mundy AR.The future of Urology. Br J Urol Int 2003; 92:3372. Takebayashi S, Hosaka M, Kubota Y, Noguchi K, Fukuda M, Ishibashi Y,Tomoda T, Matsubara S. Computerized tomographic ureteroscopy for <strong>di</strong>agnosingureteral tumors. J Urol 2000; 163:42Poster n. 148VALORE PROGNOSTICO DELLA VALUTAZIONE PRE-OPE-RATORIA DEL RISCHIO DI POSITIVITÀ LINFONODALE:DUE DIFFERENTI METODICHE TESTATE IN PAZIENTIAFFETTI DA CARCINOMA PROSTATICO N+Cai T. 1 , Gacci M. 1 , Travaglini F. 1 , Livi L. 2 , Paiar F. 2 , Detti B. 2 ,Giubilei G. 1 , Nesi G. 3 , Rizzo M. 1 , Bartoletti R. 11Clinica Urologica; 2 Istituto <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>oterapia; 3 Istituto <strong>di</strong> AnatomiaPatologica, FirenzeIntroduzione: La valutazione pre-o<strong>per</strong>atoria del rischio <strong>di</strong> positivitàlinfonodale basata su sta<strong>di</strong>o clinico, PSA preo<strong>per</strong>atorio eGleason bioptico venne proposta da Oesterling 10 anni fa.Attualmente, i nomogrammi <strong>di</strong> Kattan (2003) vengono adottatidalla maggior parte dei centri urologici nel mondo. Scopodel presente lavoro è testare le due meto<strong>di</strong>che in una popolazione<strong>di</strong> pazienti pN+, sia da un punto <strong>di</strong> vista pre<strong>di</strong>ttivo cheprognostico rispetto alla ripresa biochimica <strong>di</strong> malattia.Pazienti e Meto<strong>di</strong>: Tra gennaio 1988 e <strong>di</strong>cembre 2002 83pazienti (età me<strong>di</strong>a: 62.3, r: 45-77) sottoposti a prostatectomiara<strong>di</strong>cale con linfoadenectomia sono risultati N+, con marginichirurgici negativi (<strong>tutti</strong> in terapia ormonale). Per ogni pazienteè stato calcolato il rischio relativo con le due meto<strong>di</strong>che; irisultati sono stati correlati con la lateralità dell’interessamentolinfonodale (monolat. o bilat.) e con la <strong>per</strong>centuale d’interessamentolinfonodale (PLP: 25%). Inoltre, è statavalutata la progressione libera da malattia, <strong>di</strong>stinguendo trapazienti a basso (10%) rischio <strong>di</strong> positivitàlinfonodale con le due meto<strong>di</strong>che.Risultati: Non è stato riscontrata nessuna correlazione tra altorischio <strong>di</strong> positività linfonodale (calcolato con entrambe lemeto<strong>di</strong>che) e interessamento linfonodale bilaterale o PLP>25%. Inoltre, non è stata riscontrata alcuna <strong>di</strong>fferenza prognostica,in termini <strong>di</strong> ripresa biochimica <strong>di</strong> malattia tra igruppi <strong>di</strong> pazienti N+ con rischio <strong>di</strong> positività linfonodale10% (Oesterling: p=0.8422; Kattan: p=0.8129).Conclusioni: I due modelli previsionali hanno dato risultati sovrapponibili;confrontando i rischi calcolati nei due mo<strong>di</strong> è stato raggiuntoun significativo livello <strong>di</strong> correlazione (p< 0.0001). Questimodelli, pur <strong>per</strong>mettendo <strong>di</strong> calcolare con una certa approssimazioneil rischio <strong>di</strong> positività linfonodale, non sono in grado <strong>di</strong> prevederené l’estensione della patologia linfonodale (mono o bilaterale;alta o bassa PLP) né la prognosi, in termini <strong>di</strong> ripresa biochimica<strong>di</strong> malattia; risultano <strong>per</strong>tanto molto efficaci in fase pre-o<strong>per</strong>atoriae altrettanto inutili in fase post-o<strong>per</strong>atoria.Comunicazioni n. 149RISULTATI ONCOLOGICI E DI QUALITÀ DI VITA DOPOPROSTATECTOMIA RADICALE PERINEALE VS RETRO-PUBICACai T. 1 , Gacci M. 1 , Travaglini F. 1 , Berdon<strong>di</strong>ni E. 1 , Rizzo M. 1 ,Bartoletti R. 1 , Nesi G. 21Clinica Urologica; 2 Istituto <strong>di</strong> Anatomia Patologica, FirenzeIntroduzione: L’utilizzo <strong>di</strong> nomogrammi e algoritmi analiticipreo<strong>per</strong>atori <strong>per</strong>mette oggi <strong>di</strong> evitare la linfoadenectomia neipazienti a basso rischio <strong>di</strong> positività linfonodale. In questi casi,la prostatectomia ra<strong>di</strong>cale <strong>per</strong>ineale (RPP) può rappresentareuna valida opzione terapeutica. Scopo del presente stu<strong>di</strong>o èvalutare i risultati oncologici e <strong>di</strong> qualità <strong>di</strong> vita a me<strong>di</strong>o termine<strong>di</strong> un gruppo <strong>di</strong> pazienti sottoposti a PRP rispetto ad ungruppo <strong>di</strong> pazienti sottoposti a prostatectomia ra<strong>di</strong>cale retropubica(RRP).Materiali e Meto<strong>di</strong>: Dal 1998 al 2004 due chirurghi hanno eseguito37 RRP e 32 RPP presso il nostro centro. Il PSA pre-o<strong>per</strong>atoriome<strong>di</strong>o era 15.32 ng/ml e 8.81 ng/ml rispettivamente<strong>per</strong> il gruppo RRP e RPP; lo sta<strong>di</strong>o clinico era 26 pT1 e 43 pT2mentre il gleason bioptico era 7.7 RRP e 5.7 RPP. Il rischiome<strong>di</strong>o <strong>di</strong> positività linfonodale era <strong>di</strong> 0.042 <strong>per</strong> il gruppo RRPe 0.028 <strong>per</strong> il gruppo RPP. Il follow-up me<strong>di</strong>o è stato <strong>di</strong> 57mesi. I risultati oncologici sono stati valutati in termini <strong>di</strong> marginichirurgici positivi (M.chir.), <strong>di</strong> ripresa biochimica <strong>di</strong>malattia (R. Bioch.) e <strong>di</strong> decessi <strong>per</strong> neoplasia (Dec. CaP), mentrela qualità <strong>di</strong> vita (QoL) è stata valutata me<strong>di</strong>ante l’UCLA-PCI (UF: Sintomo urinario, BF: Disturbo Urinario, SF: SintomoSessuale, SB: Disturbo sessuale, BF: Sintomo intestinale, BB:Disturbo Intestinale)Risultati: I risultati oncologici e <strong>di</strong> qualità <strong>di</strong> vita sono riportatinelle Tabelle 1.Tabella 1.Risultati.M.Chir. R. Bioch. Dec. CaPRRP 2 (6,25%) 5 (15,62%) 0RPP 8 (21,62%) 16 (43,24%) 0Pvalue 0.096 0.026 -UF UB SF SB BF BBRRP 237 285 128 55 90 20RPP 331 290 178 70 95 27Pvalue 0.051 0.087 0.062 0.062 0.092 0.072Conclusioni: La ripresa biochimica <strong>di</strong> malattia significativamentemaggiore nel gruppo RPP, nonostante la <strong>di</strong>fferenza non significativa<strong>di</strong> margini chirurgici risulta probabilmente dovuta a<strong>di</strong>ffusione linfonodale della malattia. La valutazione del rischiopre-o<strong>per</strong>atorio in questi pazienti sembra aver sottosta<strong>di</strong>ato lamalattia locoregionale. Dal punto <strong>di</strong> vista della QoL, i duegruppi non hanno presentato <strong>di</strong>fferenze significative.Poster n. 150VALORE PROGNOSTICO DEL CD31 E DELL’INFILTRATOFLOGISTICO INTRALESIONALE IN PAZIENTI AFFETTI DACARCINOMA TRANSIZIONALE DELLA VESCICABartoletti R. 1 , Cai T. 1 , Nesi G. 2 , Dal Canto M. 1 , TravagliniF. 1 , Giubilei G. 1 , Gacci M. 1 , Rizzo M. 11Clinica Urologica, Firenze; 2 Istituto <strong>di</strong> Anatomia Patologica,FirenzeIntroduzione: L’ipossia tumorale è da sempre considerata il sistemaregolatorio <strong>di</strong> fattori <strong>di</strong> crescita angiogenetica i quali rappresentanoa loro volta elementi prognostici negativi <strong>di</strong> progressione e/oreci<strong>di</strong>va della malattia. Scopo del presente stu<strong>di</strong>o è valutare comparativamentei dati ottenuti dall’analisi quantitativa della densitàmicrovascolare tumorale (MVD) su una piccola coorte <strong>di</strong> pazienticon tumore vescicale ad un follow-up <strong>di</strong> 74 mesi e 10 anni, airisultati clinici <strong>di</strong> 318 pazienti sottoposti a resezione transuretrale<strong>di</strong> neoplasia vescicale su<strong>per</strong>ficiale ad un follow-up <strong>di</strong> 10 anni.56Archivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004; 76, 3, Supplemento 1


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia OncologicaMateriali e Meto<strong>di</strong>: È stata effettuata un’ analisi immunoistochimicacon CD31 su inclusi paraffinati <strong>di</strong> 27 pazienti o<strong>per</strong>ati 10anni fa <strong>per</strong> tumore della vescica con un follow-up clinico sullareci<strong>di</strong>va della malattia e sulla sopravvivenza . I risultati ottenutihanno indotto ad un’ulteriore valutazione retrospettiva <strong>di</strong> 318pazienti o<strong>per</strong>ati <strong>di</strong> resezione transuretrale <strong>per</strong> neoplasia su<strong>per</strong>ficialenel corso dell’anno 1995 (12 Tis, 155 pTaG1, 88 pTaG2,13 pTaG3, 1 pT1G1, 19 pT1G2, 30 pT1G3), in una parte deiquali era stata in<strong>di</strong>viduata la presenza <strong>di</strong> flogosi associata altumore (casi con almeno 10 aree con più <strong>di</strong> 100 cellule <strong>per</strong> highpower field – HPF).Risultati: Della prima coorte <strong>di</strong> pazienti, 4/15 con malattiasu<strong>per</strong>ficiale erano deceduti <strong>per</strong> cause non correlate, 5/15 deceduti<strong>per</strong> progressione e 6/15 viventi liberi da malattia. La MVDevidenziava una miglior prognosi nei pazienti con valori >20(p=0.024). Fra i tumori infiltranti 6/14 erano deceduti duranteil 1 anno, 3/14 durante il 2, 2/14 durante il 3 e 1/14 duranteil 4 . Solo 2/14 erano deceduti <strong>per</strong> cause non correlate. LaMVD <strong>di</strong>mostrava un incremento <strong>di</strong>rettamente proporzionale altempo <strong>di</strong> sopravvivenza (valore me<strong>di</strong>o 1 anno 24,17 rispettoal 28,94 del 3 anno) (p=0.001). Nel gruppo <strong>di</strong> 318 pazientivalutati retrospettivamente, 99 (31.1%) presentavano flogosinel contesto della neoplasia . Al follow-up <strong>di</strong> 9 anni, è statariscontrata una correlazione significativa fra presenza <strong>di</strong> flogosied il numero delle reci<strong>di</strong>ve (p=2 reci<strong>di</strong>ve in coloro che non presentavano flogosiassociata al tumore era <strong>di</strong> 2.234 (95% CI 1574-3430),rispetto a coloro che presentavano flogosi. La flogosi è statainoltre associata a tempi alla reci<strong>di</strong>va più lunghi rispetto aicontrolli (26,3 mesi vs. 11,5 mesi: p


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia Oncologicaparete anteriore dell’uretere riduce <strong>per</strong>altro il rischio ostruttivosull’alta via escretrice urinaria.Risultati: A due mesi dalla rimozione dei tutori e del cateterenon sono state evidenziate <strong>di</strong>latazioni delle cavità calico pielichenei 16 ureteri reimpiantati, mentre il controllo cistograficoretrogrado ha evidenziato la presenza <strong>di</strong> reflusso in faseminzionale neovescico pielico senza <strong>di</strong>latazione dell’ alta viaescretrice in 1 su 16 ureteri (0.6%).Conclusioni: Recenti stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Siracusano et al. hanno propostouna variante alla tecnica <strong>di</strong> reimpianto secondo Ghoneim scevrada complicanze significative. La nostra tecnica risulta anostro avviso più semplice nella procedura ed in gradocomunque <strong>di</strong> garantire ottimi risultati.Poster n. 153ACCURATEZZA DEL MODELLO PREDITTIVO DI ESTEN-SIONE EXTRACAPSULARE (ECE): VALUTAZIONE SU192 PAZIENTI A BASSO RISCHIOGacci M. 1 , Mearini L. 2 , Mearini E. 2 , Cai T. 1 , Zucchi A. 2 ,Rizzo M. 1 , Bartoletti R. 1 , Porena M. 21Clinica Urologica, Firenze; 2 Clinica Urologica, PerugiaIntroduzione: Il calcolo pre-o<strong>per</strong>atorio del rischio <strong>di</strong> penetrazionecapsulare può rappresentare un valido strumento <strong>di</strong>valutazione preo<strong>per</strong>atoria, soprattutto <strong>per</strong> programmare unapreservazione o un’escissione dei fasci neurovascolari <strong>per</strong>iprostatici.Scopo del presente stu<strong>di</strong>o è valutare l’accuratezza <strong>di</strong> unmodello pre<strong>di</strong>ttivo <strong>di</strong> estensione extracapsulare (ECE) messo apunto da Scar<strong>di</strong>no [J Urol, May 2004], in pazienti affetti daadenocarcinoma a basso rischio <strong>di</strong> penetrazione capsulare.Materiali e Meto<strong>di</strong>: Presso due <strong>di</strong>fferenti Istituti sono stati selezionati192 pazienti affetti da adenocarcinoma prostatico, con sta<strong>di</strong>oclinico < T3, PSA < 10 e Gleason bioptico < 7, sottoposti a prostatectomiara<strong>di</strong>cale con linfoadenectomia tra il 1988 ed il 2002(F-Up me<strong>di</strong>o 58 mesi). Per ciascun paziente è stato calcolatoretrospettivamente il rischio <strong>di</strong> ECE ed è stata effettuata un’accuratarivalutazione dello stato capsulare sulla prostata rimossa.Risultati: E’ stato utilizzato un cut off <strong>di</strong> 10% e <strong>di</strong> 25%; alFisher’s exact test questi valori sono risultati significativi(p=0.001 e p=0.003). Abbiamo quin<strong>di</strong> confrontato il modelloprevisionale con il dato anatomopatologico; i risultati sonoriportati nella Tabella 1.Tabella 1.Atteso Reale 10%161 Pz 29.6%(47.7/161) 36% (58/161) p=0.23125%82 Pz 40.2%(32.9/82) 48.8%(40/82) p=0.983Discussione: La valutazione del nomogramma <strong>di</strong> Scar<strong>di</strong>no supazienti a basso rischio ha mostrato una costante sottostimadel dato; la <strong>di</strong>fferenza tra risultato atteso e risultato reale è statapiù significativa nella popolazione <strong>di</strong> pazienti con rischio piùcontenuto; in particolare, il rilievo <strong>di</strong> malattia extracapsularein pazienti con un rischio < 10% è stato il doppio rispetto aldato atteso (19.4% vs 8.4%). Alla luce <strong>di</strong> questi dati, il modellopre<strong>di</strong>ttivo ci sembra inadeguato <strong>per</strong> questa popolazione <strong>di</strong>pazienti.Poster N. 154VALORE PROGNOSTICO DEI LIVELLI URINARI DI UBC®DOPO RESEZIONE ENDOSCOPICA DEI TUMORI TRAN-SIZIONALI DI VESCICA: VALUTAZIONE PROSPETTICAGacci M. 1 , Cai T. 1 , Curotto A. 2 , Gallo F. 2 , Ambruosi C. 2 , DalCanto M. 1 , Rizzo M. 1 , Bartoletti R. 1 , Carmignani G. 21Clinica Urologica, Firenze; 2 Clinica Urologica, GenovaIntroduzione: L’UBC (Urinary bladder cancer) è un markertumorale urinario proposto a scopo <strong>di</strong>agnostico o <strong>di</strong> follow-up<strong>per</strong> pazienti affetti da tumore vescicale a cellule transizionali(TCC). Scopo del presente stu<strong>di</strong>o è valutare se tale marker èutilizzabile anche a scopo prognostico dopo resezione transuretraledel tumore (TURBT).Materiali e Meto<strong>di</strong>: Tra marzo 2003 e maggio 2004, 46 pazientiaffetti da TCC, sottoposti a TURBT, sono stati selezionatipresso 2 centri Universitari. 22 erano in sta<strong>di</strong>o pTa, 17 pT1 e7 pT2; 5 erano G1, 22 G2 e 19 G3. Per ogni paziente è statoraccolto un campione d’urina il giorno prima dell’intervento,in 3 , 7 e 30 giornata dopo l’intervento; su ogni campione d’urinaè stata eseguita un’analisi citologica ed un dosaggiora<strong>di</strong>oimmunologico dell’UBC. I pazienti sono stati rivalutaticon citologie urinarie e cistoscopie ogni 3 mesi <strong>per</strong> un followupme<strong>di</strong>o <strong>di</strong> 10.4 mesi.Risultati: I dati più significativi dal punto <strong>di</strong> vista prognostico sonostati quelli del confronto tra valori preo<strong>per</strong>atori e della 30 giornata;in particolare, considerando a basso rischio <strong>di</strong> reci<strong>di</strong>va ipazienti che presentavano valori <strong>di</strong> UBC in 30 giornata inferiori aquelli pre-o<strong>per</strong>atori e comunque non su<strong>per</strong>iori a 12 (cut off standard),i valori <strong>di</strong> sensibilità, specificità, valore pre<strong>di</strong>ttivo positivoe negativo sono stati rispettivamente 57.1%, 75%, 80% e 50%. Lacitologia urinaria, valutata prima dell’intervento ed in 30 giornata,ha riportato i seguenti valori <strong>di</strong> sensibilità, specificità, valorepre<strong>di</strong>ttivo positivo e negativo: 96.4%, 70.3%, 58.7%, 97.8%. Aduna prima valutazione, i dati in 3 e 7 giornata sono risultati inutilizzabilidal punto <strong>di</strong> vista prognostico.Conclusioni: Il presente stu<strong>di</strong>o ha <strong>di</strong>mostrato una significativa<strong>di</strong>fferenza tra UBC e citologia urinaria, <strong>per</strong> quanto riguarda ilValore Pre<strong>di</strong>ttivo Positivo (80 vs 58.7); <strong>per</strong>tanto, l’esecuzionedell’UBC ad 1 mese dall’intervento, sembra potenzialmenteutile nell’in<strong>di</strong>viduare pazienti a rischio maggiore <strong>di</strong> reci<strong>di</strong>vaprecoce.Comunicazioni n. 155RUOLO DELL’ESPRESSIONE DEL RECETTORE CHEMO-CHINICO CXCR3-B NELL’ANGIOGENESI DEL CARCINO-MA RENALELazzeri E. 1 , Gacci M. 3 , Bartoletti R. 3 , Francalanci M. 2 , LasagniL. 2 , Mazzinghi B. 2 , Serio M. 2 , Romagnani P. 2 , Rizzo M. 31Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Interna, Sezione <strong>di</strong> Immunoallergologia;2Dipartimento <strong>di</strong> Fisiopatologia Clinica; 3 Clinica Urologica, FirenzeIntroduzione: Alcune chemochine giocano un ruolo inibitorio nelcontrollo della crescita tumorale. La recente sco<strong>per</strong>ta <strong>di</strong> unnuovo recettore chemochinico derivato dallo splicing alternativodel gene CXCR3 (CXCR3-B), in grado <strong>di</strong> legare tutte le chemochineangiostatiche (CXCL4, CXCL9, CXCL10, and CXCL11),ha <strong>per</strong>messo <strong>di</strong> comprendere come queste molecole siano ingrado <strong>di</strong> svolgere un’importante azione antitumorale su modellisia in vitro che in vivo. Abbiamo voluto verificare se l’espressione<strong>di</strong> CXCR3-B e dei suoi ligan<strong>di</strong> giochi un ruolo importantenella progressione e <strong>di</strong>ffusione del carcinoma renale.Materiali e Meto<strong>di</strong>: 41 pazienti affetti da ETP renale (RCC) sonostati sottoposti a nefrectomia ra<strong>di</strong>cale. Sono stati prelevati campionitumorali, congelati in azoto liquido e quin<strong>di</strong> stoccati a -80C da ogni rene asportato. Successivamente, è stato effettuato ildosaggio dei livelli <strong>di</strong> mRNA <strong>di</strong> CXCR3-B, CXCL9, CXCL10 e58Archivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004; 76, 3, Supplemento 1


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia OncologicaCXCL11 me<strong>di</strong>ante “Taq-Man Real Time Quantitative RT-PCR”;inoltre, è stata valutata con tecnica immunoistochimica l’espressione<strong>di</strong> CXCR3-B, CXCL9, CXCL10 e CXCL11 ed è stata effettuatal’ibri<strong>di</strong>zzazione in situ.Risultati: L’immunoistochimica ha <strong>per</strong>messo <strong>di</strong> identificare l’espressione<strong>di</strong> CXCR3-B soprattutto a livello delle cellule endotelialidei vasi tumorali. L’ibri<strong>di</strong>zzazione in situ e l’immunoistochimicahanno <strong>di</strong>mostrato l’espressione <strong>di</strong> CXCL9,CXCL10 and CXCL11 in <strong>tutti</strong> i campioni tumorali, soprattuttoa livello delle cellule tumorali e delle cellule dell’infiltratoinfiammatorio. L’analisi quantitativa dell’espressione <strong>di</strong> mRNA<strong>di</strong> CXCR3-B è risultata molto eterogenea; <strong>per</strong> valutare il tasso<strong>di</strong> vascolarizzazione <strong>di</strong> ogni singolo campione neoplastico èstata effettuata un’analisi con RT-PCR quantitativa <strong>per</strong> identificarel’mRNA del marker <strong>di</strong> cellule endoteliali vWf (vonWillebrand factor). Nei campioni analizzati abbiamo riscontratouna significativa correlazione inversa tra l’espressionedell’mRNA <strong>di</strong> CXCR3-B e la vascolarizzazione tumorale(R2=0.19, p 2 alterazioni. L’analisi effettuata con le curve<strong>di</strong> Kaplan-Meier ha mostrato i seguenti risultati: nessuna correlazionesignificativa tra il numero delle SM alterate ed il tipo<strong>di</strong> terapia endocavitaria utilizzata (p = 0.876); nessuna correlazionesignificativa tra il numero delle SM alterate ed il tempoalla prima reci<strong>di</strong>va e la sopravvivenza (p = 0.295, p = 0.304).Una correlazione più evidente, ma comunque sotto la significatività(p = 0.189), è osservabile confrontando i dati del follow-upal solo sbilanciamento allellico o alla sola instabilità.Discussione: L’amplificazione in PCR-multiplex <strong>di</strong> un pannello<strong>di</strong> SM conferma la loro efficienza nell’in<strong>di</strong>viduazione dei TCC.Seppur marcata, la <strong>di</strong>fferenza nel tempo <strong>di</strong> reci<strong>di</strong>va fra il gruppo<strong>di</strong> soggetti con < o = 1 alterzione e quello > 2 alterazioninon è statisticamente significativa. Tale risultato appare ancorpiù evidente nel confronto con lo sbilanciamento allelico e l’instabilità.Non sembra quin<strong>di</strong> che il pannello <strong>di</strong> sequenze analizzatepossa fornire informazioni sulla prognosi in questogruppo <strong>di</strong> pazienti. Tuttavia l’in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> nuove SM piùspecifiche dei TCC e ad elevato tasso <strong>di</strong> eterozigosi potrebbeArchivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004; 76, 3, Supplemento 159


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia Oncologicafornire informazioni utili non solo <strong>per</strong> la <strong>di</strong>agnosi precoce maanche come fattore prognostico <strong>per</strong> la pianificazione <strong>di</strong> unpiano terapeutico efficace e <strong>per</strong>sonalizzato.Comunicazioni n. 158STUDIO MULTICENTRICO SULL’USO DELLA GEMCITABI-NA NELLA PROFILASSI DELLE RECIDIVE DEI TUMORIVESCICALI SUPERFICIALI PLURIRECIDIVI DOPO ANTI-BLASTICI ENDOVESCICALI E/O BCG. VALUTAZIONEDELLA TOLLERABILITÀMorabito F. 1 , Rossi R. 1 , Graziano M.E. 1 , Ferrando U. 1 , LanciniV. 2 , Cretarola E. 2 , Conti G. 2 , Luporini A.C. 3 , Muto G. 4 ,Castelli E. 4 , D’Urso L. 4 , Razionale P. 5 , Lissoni G. 6 , SimoneM. 7 , Francesca F. 7 , Sommariva M. 8 , Casu M. 9 , Hurle R. 101S.C. Urologia 3 D.O. Ospedale Molinette, Torino; 2 Div. UrologiaOspedale S. Anna, Como; 3 U.O. Oncologia Me<strong>di</strong>ca Istituto ClinicoS. Ambrogio, Milano: 4 Div. Urologia Ospedale S. Giovanni Bosco,Torino; 5 Div. Chirurgia Ospedale SS. Benedetto e Gertrude,Cuggione, Milano; 6 Div. Urologia Ospedale Civile <strong>di</strong> Vimercate,Milano; 7 Div. Urologia Ospedale S. Chiara, Pisa; 8 Div. UrologiaOspedale Fornaroli, Magenta, Milano; 9 Div. Urologia Ospedale S.Gerardo, Monza, Milano; 10 Div. Urologia Ospedale HumanitasGavazzeni, BergamoIntroduzione e Obiettivi: Il trattamento <strong>di</strong> elezione delle neoplasietransizionali (TCC) su<strong>per</strong>ficiali della vescica è la resezioneendoscopica, seguita o meno da trattamenti chemio/immunoterapiciendocavitari oncopreventivi. Esiste un gruppo <strong>di</strong>pazienti (nei quali le reci<strong>di</strong>ve <strong>di</strong> TCC sono più frequenti e l’intervallolibero da malattia risulta molto breve), che nonrisponde ai comuni trattamenti chemio/immunoterapici e <strong>per</strong>tantorisulta più esposto a rischio <strong>di</strong> progressione della malattia.In questi casi il trattamento più in<strong>di</strong>cato è la cistectomiara<strong>di</strong>cale. Questo stu<strong>di</strong>o si pone come obiettivo principalequello <strong>di</strong> valutare l’efficacia della Gemcitabina endovescicalenel prevenire la reci<strong>di</strong>va e/o la progressione delle neoplasiecon eventuale <strong>di</strong>minuzione del numero delle cistectomie <strong>per</strong>TCC su<strong>per</strong>ficiale della vescica. Altro obiettivo importante è lavalutazione della tollerabilità e della sicurezza <strong>di</strong> questo trattamentoin un gruppo <strong>di</strong> pazienti già trattati con ripetute TURBe chemio/immunoprofilassi, quin<strong>di</strong> potenzialmente più espostiad eventuali effetti collaterali. In questo lavoro preliminareriferiremo esclusivamente dati sulla tollerabilità.Meto<strong>di</strong>: Sono stati selezionati nello stu<strong>di</strong>o 63 pazienti, deiquali 61 valutabili (range <strong>di</strong> età 46-84 anni), con TCC su<strong>per</strong>ficialedella vescica pTa-1 G1-3 plurireci<strong>di</strong>vo. Tutti i pazientierano già stati sottoposti a più trattamenti endovescicali conantiblastici (Mitomicina, Epirubicina) e/o immunoterapia(BCG). Il protocollo prevedeva 1 instillazione endovescicalealla settimana <strong>di</strong> 2000 mg <strong>di</strong> Gemcitabina in 50 cc <strong>di</strong> soluzionefisiologica, <strong>per</strong> 8 settimane. Sono stati valutati i <strong>di</strong>sturbioggettivi e soggettivi eventualmente accusati dai pazienti, sia<strong>di</strong> tipo locale che sistemico.Risultati: 53 pazienti su 61 (86,9%) hanno completato il ciclo.Gli effetti collaterali si sono evidenziati in 14 pazienti (22,9%),8 dei quali (13,1%) hanno dovuto sospendere il trattamento.Gli effetti collaterali responsabili della sospensione sono statisistemici in 4 pazienti (1 edema generalizzato, 1 malessereassociato ad alterazioni del gusto, 1 i<strong>per</strong>piressia con gravestranguria, 1 rialzo dei valori delle transaminasi e concomitanteastenia) e locali in 4 pazienti (urgenza minzionale grave,associata a ematuria ed incontinenza urinaria in 2 dei 4pazienti). In 6 pazienti (9,8%) si è avuta la comparsa <strong>di</strong> dolorepelvico, ematuria, stranguria ed IVU <strong>di</strong> me<strong>di</strong>a entità chenon ha impe<strong>di</strong>to <strong>di</strong> completare il ciclo <strong>di</strong> trattamento.Conclusioni: Riteniamo che gli effetti collaterali gravi (sia localiche sistemici) tali da richiedere la sospensione del trattamentosiano da ascrivere principalmente all’aumentata sensibilitàvescicale in questo gruppo <strong>di</strong> pazienti pluritrattati.Nella nostra es<strong>per</strong>ienza gli effetti collaterali responsabili <strong>di</strong>sospensione si sono manifestati all’inizio della terapia in 7 casisu 8 (87,5%). Dalla valutazione dei dati in nostro possesso laGemcitabina somministrata <strong>per</strong> via endovescicale appare bentollerata anche in pazienti già sottoposti a plurime TURB e successivachemio/immunoterapia endocavitaria.Bibliografia:1. Laufer M, et al. Intravesical Gemcitabine Therapy for Su<strong>per</strong>ficialTransitional Cell Carcinoma of the Bladder: A Phase I and PharmacokineticStudy. J Clin Oncol 2003; 21:6972. Dalbagni G et al. Phase I Trial of Intravesical Gemcitabine in BacillusCalmette-Guèrin-Refractory Transitional-Cell Carcinoma of the Bladder. JClin Oncol 2002; 20:3193Comunicazioni n. 159LE CORISTIE SURRENALICHE INTRARENALI: DIAGNOSIDIFFERENZIALE CON IL CARCINOMA RENALE A CELLU-LE CHIARE (RCC) NEL RENE DA TRAPIANTAREPeschechera R., Palazzo S., Selvaggio O., Battaglia M.,Ditonno P., Selvaggi F.P.Dipartimento dell\’Emergenza e dei Trapianti <strong>di</strong> OrganoIntroduzione: La presenza <strong>di</strong> coristie surrenaliche intrarenali èun quadro <strong>di</strong>fficilmente quantificabile <strong>per</strong>ché <strong>di</strong>mostrabile soloin corso <strong>di</strong> esame autoptico o bioptico <strong>di</strong> rene. Il riscontro <strong>di</strong>minute formazioni subcapsulari in corso <strong>di</strong> preparazione albanco <strong>di</strong> rene da sottoporre a trapianto pone ulteriori problemi<strong>di</strong>agnostici, poiché la <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong>fferenziale fra ectopie surrenalicheintrarenali e minuti focolai <strong>di</strong> carcinoma renale a cellulechiare può risultare <strong>di</strong>fficile sia dal punto <strong>di</strong> vista macroscopicoche in seguito ad esame istologico estemporaneo.Descriviamo la nostra es<strong>per</strong>ienza negli ultimi 3 anni, <strong>per</strong>iodoin cui l’elevato utilizzo <strong>di</strong> reni da donatori ultrasessantenni hareso più pressante l’esigenza <strong>di</strong> una <strong>di</strong>agnosi istologica certadelle formazioni micronodulari riscontrate in sede subcapsularein corso <strong>di</strong> chirurgia renale da banco.Materiali e Meto<strong>di</strong>: Da gennaio 2002 a giugno 2004, sono statipreparati al banco 210 reni prelevati da 105 donatori cadaverici.In 12 casi, riferiti a 12 <strong>di</strong>stinte donazioni (7 maschi, 5 femmine,<strong>di</strong> età me<strong>di</strong>a 61 anni, 10 deceduti <strong>per</strong> accidenti cerebrovascolari;2 <strong>per</strong> trauma cranico) si è evidenziata la presenza <strong>di</strong>neoformazioni subcapsulari <strong>di</strong> aspetto micronodulare e coloritogiallastro, che hanno richiesto l’esame istologico estemporaneo,<strong>per</strong> il rischio che si potesse trattare <strong>di</strong> un RCC. Le neoformazioni,<strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro compreso fra 0,3 e 1,2 cm, erano localizzateal polo su<strong>per</strong>iore del rene in esame, tranne uno in cui laneoformazione occupava il 1/3 me<strong>di</strong>o.Risultati: La <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> ectopia surrenalica è stata confermatain 4 casi dall’esame istologico definitivo. Sono state messe inevidenza cellule chiare con rare cellule con citoplasma granulareeosinofilo e provvisto <strong>di</strong> nuclei rotondeggianti <strong>di</strong> piccole eme<strong>di</strong>e <strong>di</strong>mensioni, talora i<strong>per</strong>cromici e con micronucleoli. La<strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> carcinoma renale a cellule chiare, che ha comportatola non idoneità al trapianto degli organi prelevati e che èstata formulata 5 volte, è stata confermata dall’esame istologicodefinitivo 3 volte (focolai nodulari <strong>di</strong> cellule chiare con evidenti<strong>di</strong>smorfie nucleari ed anisonucleosi, a volte frammiste acellule con citoplasma granuloso eosinofilo). In 2 casi, la <strong>di</strong>agnosifatta al congelatore (carcinoma renale a cellule chiare), èstata smentita dall’esame definitivo e dalle indagini <strong>di</strong> immunoistochimica(negatività alle reazioni II C <strong>per</strong> CK pool, CK 7,CD 10 ed EMA) che hanno stabilito la natura surrenalica dellelesioni in esame. Nei restanti 3 casi, l’aspetto era macroscopicamenteeterogeneo e l’esame istologico definitivo ha confer-60Archivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004; 76, 3, Supplemento 1


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia Oncologicamato l’origine neoformativa solo in 1 caso (angiomiolipoma),trattandosi, negli altri 2 casi, <strong>di</strong> fenomeni regressivi conseguentia microaree infartuali.Discussione: Il riscontro <strong>di</strong> minute formazioni subcapsulari <strong>di</strong>colorito giallastro o giallo-ocra in corso <strong>di</strong> back-table <strong>per</strong> trapianto<strong>di</strong> rene impone sempre l’accertamento istologico“estemporaneo” <strong>per</strong> il rischio dell’RCC. Spesso, tuttavia, cipossono essere problemi <strong>di</strong>agnostici, data la scarsa affidabilitàdell’esame al congelatore nel <strong>di</strong>stinguere un carcinoma renalea cellule chiare da una eterotopia surrenalica, o da altre neoplasiedel parenchima renale. Nel dubbio, è opinione con<strong>di</strong>visanon impiegare quell’organo a scopo <strong>di</strong> trapianto <strong>per</strong> ilrischio della multicentricità dell’RCC, che in un soggettoimmunosoppresso potrebbe esitare in una <strong>di</strong>ffusione dellaneoplasia. L’utilizzo <strong>di</strong> meto<strong>di</strong>che fast <strong>per</strong> l’esecuzione dell’esameistologico sul pezzo fissato in formalina probabilmente<strong>per</strong>metterà una corretta <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong>fferenziale tra patologiebenigne e micro-carcinomi del rene da trapiantare, evitando <strong>di</strong>scartare organi, <strong>per</strong>altro, assolutamente normali.Poster n. 160LA PROSTATECTOMIA RADICALE RETROPUBICA NELCARCINOMA PROSTATICO DI PAZIENTE CON TRAPIAN-TO DI RENE. CASE REPORTStellacci V., Palazzo S., Annunziata G., Saracino A.,Selvaggio O., Ditonno P., Battaglia M., Selvaggi F.P.Dipartimento dell’Emergenza e dei Trapianti <strong>di</strong> Organi, Universitàdegli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> BariIntroduzione: Le casistiche più recenti non <strong>di</strong>mostrano unaumentato rischio <strong>di</strong> neoplasia prostatica dopo trapianto <strong>di</strong>rene rispetto alla popolazione generale (1-2). Nell’ultima decade,essendo cresciuto il numero <strong>di</strong> riceventi <strong>di</strong> un rene <strong>di</strong> etàsu<strong>per</strong>iore a 50 aa., cominciano ad essere segnalati casi <strong>di</strong> carcinomadella prostata anche in questa particolare popolazione<strong>di</strong> pazienti. Anche in questo gruppo <strong>di</strong> soggetti, la prostatectomiara<strong>di</strong>cale resta la migliore opzione terapeutica. Il tipo <strong>di</strong>approccio è controverso (3), anche se la via trans-<strong>per</strong>ineale èpreferibile <strong>per</strong> il minor rischio <strong>di</strong> ledere l’uretere trapiantato,specialmente nei tumori in sta<strong>di</strong>o precoce 2-3.Materiali, Meto<strong>di</strong> e Risultati: Paziente <strong>di</strong> 62 anni, sottoposto nel1999 a trapianto renale da donatore cadavere in fossa iliacasinistra con ureteroneocistostomia secondo Lich-Gregoire. AMarzo 2004, <strong>per</strong> sintomatologia <strong>di</strong>surica ed al riscontro <strong>di</strong>valori <strong>di</strong> PSA <strong>di</strong> 7 ng/ml, veniva sottoposto a biopsia <strong>di</strong> prostata,con <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> adenocarcinoma prostatico scarsamente<strong>di</strong>fferenziato (Gleason 8: 4+4). Veniva, quin<strong>di</strong>, effettuata prostatectomiara<strong>di</strong>cale retropubica con linfadenectomia iliaca edotturatoria destra. L’istologia definitiva evidenziava una neoplasiain sta<strong>di</strong>o T2bN0M0 con margini positivi. Nel corsodella <strong>di</strong>ssezione chirurgica si verificava lesione accidentale dell’ureteretrapiantato che veniva, quin<strong>di</strong>, anastomizzato all’ureterenativo sx me<strong>di</strong>ante anastomosi T-L intubata. In 6a giornata,in seguito all’insorgere dapprima <strong>di</strong> un voluminoso urinomaretro<strong>per</strong>itoneale e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>per</strong>itonite urinosa, il pazienteveniva sottoposto a pieloneocistoanastomosi con plasticavescicale che veniva ancorata al grasso <strong>per</strong>ipielico ed al <strong>per</strong>itoneoparietale dello scavo pelvico. L’anastomosi era intubatacon un stent doppio J n 6 ch. La cistografia retrograda, eseguitain 21a giornata, non <strong>di</strong>mostrava filtraggio <strong>di</strong> urine attraversola neoanastomosi pielo-vescicale e dopo la rimozione delcatetere vescicale il paziente non presentava idronefrosi néincontinenza urinaria, con parametri <strong>di</strong> funzionalità renale stabili.Conclusioni: L’intervento chirurgico <strong>di</strong> prostatectomia ra<strong>di</strong>caleresta il trattamento <strong>di</strong> elezione delle neoplasie localizzateanche nei pazienti sottoposti a trapianto renale. Per motivilegati all’anastomosi vascolare ed alla neocistostomia, la chirurgia,effettuata con accesso retropubico, può risultare nonra<strong>di</strong>cale o gravata da complicanze a carico del rene trapiantato.Dalla nostra es<strong>per</strong>ienza si evince che l’anastomosi pielo-vescicale<strong>di</strong>retta è da preferirsi in caso <strong>di</strong> lesione dell’uretere trapiantato.Bibliografia:1. Whang M, Geffner S, Khachikian Z, Kumar A, Bonomini L, MulgaonkarS. Renal Trasplantation and Prostate Cancer: Guidelines for Screening andTreatment. Transplantation Procee<strong>di</strong>ngs 2002; 34:31962. Schonberger B, Giessing M, Vogler H, Budde K, Loening SA. Relevanceand Meaning of Prostate Cancer in Kidney Trasplantation. TransplantationProcee<strong>di</strong>ngs 2002; 34:22253. Yiou R, Salomon L, Colombel M, Patard JJ, Chopin D, Abbou CC.Perirenal Approach to Ra<strong>di</strong>cal Prostatectomy in Kidney Trasplant Recipientswith localized Prostate Cancer. Urology 1999; 53:822Comunicazioni n. 161NEFRECTOMIA LAPAROSCOPICA: NOSTRA ESPERIENZAPalazzo S. 1 , Annunziata G. 1 , Pezzolla A. 2 , Mancini V. 1 ,Lucarelli G. 1 , Bettocchi C. 1 , Veneziano I. 1 , Martino P. 1 ,Selvaggi F.P. 11Sezione <strong>di</strong> Nefrologia Chirurgia e Trapianto <strong>di</strong> Rene; 2 Sezione <strong>di</strong>Chirurgia Generale IV “Marinaccio”, Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> BariIntroduzione: Nell’ultima decade, la nefrectomia laparoscopicasi è sempre più affermata come via <strong>di</strong> accesso <strong>per</strong> il trattamento<strong>di</strong> patologie renali non maligne, e <strong>per</strong> neoplasie renali senzainfiltrazione locoregionale e <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro inferiore a 10 centimetri.Questo tipo <strong>di</strong> approccio confrontato al classico accessolombotomico sec. Turner-Warvick presenta numerosi vantaggi,tra cui il minor rischio o<strong>per</strong>atorio, la minore degenza, il minoruso <strong>di</strong> farmaci antidolorifici post-o<strong>per</strong>atori e <strong>per</strong>mette una piùrapida ripresa dell’attività lavorativa.Materiali e Meto<strong>di</strong>: Da novembre 2001 a luglio 2004, presso ilNostro Centro sono state effettuate 30 nefrectomie laparoscopiche,in 17 donne e 13 uomini, <strong>di</strong> età compresa tra i 24 anni ed82 anni(età meia: 48 aa) In 13 casi è stata effettuata una nefrectomiadestra ed in 17 casi una nefrectomia sinistra. Per le nefrectomiedestre sono stati realizzati 4 accessi, mentre a sinistra sonostate utilizzate 3 porte. In 15 pazienti (50%) è stata effettuata unanefrectomia ra<strong>di</strong>cale con asportazione dei linfono<strong>di</strong> locoregionalied in 6 casi (20%) una Nefroureterectomia <strong>per</strong> neoplasia papillaredella pelvi renale. Nei restanti 9 casi si trattava <strong>di</strong> patologiarenale benigna: 2 reni multicistici, 3 reni idronefrotici affetti dacalcolosi, 3 reni grinzi pielonefritici, 1 rene pelvico escluso. Delle15 nefrectomie effettuate <strong>per</strong> neoplasia in 8 casi è stato utilizzatoun hand-assisted-device (53%) poiché le <strong>di</strong>mensioni (> 8 cm) ola posizione della neoplasia rendeva <strong>di</strong>fficile l’accesso laparoscopicopuro. In <strong>tutti</strong> i pazienti il device è stato applicato con unabreccia chirurgica <strong>di</strong> 7.5 cm sec. un accesso tipo Gibson a livellodello scavo pelvico omolaterale alla neoplasia.Risultati: La degenza me<strong>di</strong>a ospedaliera è stata <strong>di</strong> 5.5 giorni(range 4-14 giorni). In 2 casi si è effettuata una colecistectomiaoltre la nefrectomia <strong>per</strong> la presenza <strong>di</strong> calcoli della cistifellea<strong>di</strong>agnosticati incidentalmente Solo in un caso siamo staticostretti a convertire l’intervento chirurgico a causa <strong>di</strong> sanguinamentonon controllabile laparoscopicamente. In un caso si èavuto il decesso <strong>di</strong> una paziente <strong>di</strong> 82 anni a causa delle complicanzederivate da una lesione iatrogena del duodeno che hacreato nell’imme<strong>di</strong>ato post-o<strong>per</strong>atorio una <strong>per</strong>itonite stercoracea,con decesso <strong>per</strong> sepsi. Solo un paziente ha necessitato <strong>di</strong>una trasfusione post-o<strong>per</strong>atoria a causa <strong>di</strong> una massiva <strong>per</strong><strong>di</strong>taintrao<strong>per</strong>atoria <strong>per</strong> la lesione accidentale <strong>di</strong> un vaso lombare.In termini <strong>di</strong> acquisizione della tecnica abbiamo notato unmiglioramento della curva <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento con una nettaArchivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004; 76, 3, Supplemento 161


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia Oncologica<strong>di</strong>minuzione dei tempi o<strong>per</strong>atori passando dalle 3.5 ore nelleprime es<strong>per</strong>ienze a 55 minuti nelle ultime nefrectomie.Conclusioni: La nefrectomia laparoscopica nei casi selezionatimostra chiari vantaggi rispetto alle vie classiche <strong>di</strong> accesso.L’hand assisted-device in determinati casi può risultare utile efacilitare l’intervento chirurgico. In termini <strong>di</strong> degenza, costi,utilizzo <strong>di</strong> farmaci analgesici e trasfusioni la nefrectomia laparoscopicaha mostrato chiari vantaggi rispetto all’accesso classicolombotomico.Comunicazioni n. 162CARCINOMA DEL RENE CON TROMBOSI DELLA VCIINTRAEPATICA, SOVRAEPATICA E/O DELL’ATRIODESTRO: SELEZIONE DEI PAZIENTI, TECNICA CHIRUR-GICA E RADICALITÀ ONCOLOGICABertini R. 1 , Roscigno M. 1 , Pasta A. 1 , Mazzoccoli B. 1 ,Sangalli M. 1 , Da Pozzo L.F. 1 , Colombo R. 1 , Lapenna E. 2 ,Rigatti P. 11U.O. Urologia; 2 U.O. Car<strong>di</strong>ochirurgia, Università Vita-<strong>Salute</strong>, H.San Raffaele, MilanoObiettivi: In presenza <strong>di</strong> carcinoma renale (RCC) con trombosidella vena cava inferiore (VCI) intraepatica (IE), sovraepatica(SE) e/o dell’atrio dx. (ADx) la terapia chirurgica <strong>per</strong>segue2 obiettivi: ra<strong>di</strong>calità oncologica e profilassi dell’embolia polmonare(1). Tali obiettivi possono essere raggiunti, con margine<strong>di</strong> sicurezza accettabile <strong>per</strong> il pz., se la nefrocapsulectomiara<strong>di</strong>cale (NR) e la trombectomia cavo-atriale sono effettuate inCEC, ipotermia profonda (IP) ed arresto <strong>di</strong> circolo (AC).Infatti solo un campo o<strong>per</strong>atorio esangue, durante l’AC, consenteuna chirurgia ra<strong>di</strong>cale nel caso <strong>di</strong> una infiltrazione dellaparete venosa della VCI (2).Meto<strong>di</strong>: Fra il 1990 ed il Luglio 2004 abbiamo valutato 32 pz.affetti da RCC con trombosi della VCI-IE, SE e/o dell’ADx.Abbiamo sottoposto a NR, linfoadenectomia e trombectomiacavo-atriale in CEC, IP ed AC, in collaborazione con una equipecar<strong>di</strong>ochirurgia, 28 pz.: 18M e 10F, età me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 60 (R 39-74) e con sede a dx in 17 pz. ed a sx in 11. 4 pz. sono statiesclusi <strong>per</strong> PS > 2. In 5 pz. l’estensione craniale del trombointeressava la VCI - IE, in 12 pz. la VCI- SE, in 3 raggiungevala VCI intra<strong>per</strong>icar<strong>di</strong>ca ed in 8 giungeva all’ADx. Le metastasicliniche erano 7 polmonari, 1 cutanea e 2 epatiche. Per definireil limite craniale del trombo neoplastico abbiamo effettuatouna angio-RM ed un ecocar<strong>di</strong>ogramma transesofageo <strong>per</strong>valutare la funzionalità car<strong>di</strong>aca e la cavità atriale. In 3 pz. èstata effettuata una <strong>di</strong>ssezione <strong>per</strong> infiltrazione focale dellaparete venosa della VCI; in 4 pz. è stata effettuata una resezioneparziale della VCI <strong>per</strong> una infiltrazione parziale ed in 2 pz.<strong>per</strong> infiltrazione massiva della VCI è stata necessaria la resezionedel carrefour reno-cavale. Sono state eseguite 9 atriotomie;In 3 pz. abbiamo effettuato una minitoracotomia anterioredx. in sostituzione della sternotomia me<strong>di</strong>ana.Risultati: Il tempo me<strong>di</strong>ano <strong>di</strong> CEC è stato <strong>di</strong> 185 min. (R 95-247); il tempo me<strong>di</strong>ano <strong>di</strong> AC è stato <strong>di</strong> 30 min (R:9-58) e latem<strong>per</strong>atura me<strong>di</strong>ana <strong>di</strong> 18 C (R 17,6-20 C) con una mortalitàintrao<strong>per</strong>atoria nulla. La durata me<strong>di</strong>ana dell’intervento èstata <strong>di</strong> 505 min (390-720 min). L’esame istologico ha <strong>di</strong>mostrato:19 pT3b; 8 pT3c; 1pT4; 17 G2 e 11 G3; 16 pN0, 7pN1, 2pN2, 3pNx.. 4 pz. (14%), 2 dei quali con car<strong>di</strong>opatiagrave e 2 con PS >2 sono deceduti nel <strong>per</strong>io<strong>per</strong>atorio <strong>per</strong> MultiOrgan Failure (MOF). Complicanze si sono verificate nel 29%dei casi (7/28). Nei 12 pz pN0 M0 la sopravvivenza me<strong>di</strong>a èstata <strong>di</strong> 39 mesi (R 5-137). Nei 3 pz. pN+ M0 valutabili lasopravvivenza me<strong>di</strong>a è stata <strong>di</strong> 24 mesi (R 20 -33). La sopravvivenzame<strong>di</strong>a è stata particolarmente ridotta negli 8 pz. pN±M+ <strong>di</strong> 9,7 mesi (R 2-41).Conclusioni: La NR in CEC, IP ed AC nel trattamento del RCCcon trombosi della VCI- SE e/o dell’ADx rappresenta il goldstandard.Il ricorso alla CEC con IP ed AC <strong>per</strong>mette una chirurgiaaccurata della VCI, in caso <strong>di</strong> infiltrazione neoplasticadella parete venosa, con una ra<strong>di</strong>calità oncologica quasi sempre<strong>per</strong>seguibile (3), risultando prognosticamente favorevolenei pz pN0M0. L’indefinibilità clinica della consistenza deltrombo e/o della infiltrazione della parete venosa (focale, parzialeo massiva) ci fanno preferire questa meto<strong>di</strong>ca anche nellatrombosi della VCI-IE in pz. con alta aspettativa <strong>di</strong> vita. Unacar<strong>di</strong>opatia grave ed un PS >2 costituiscono una controin<strong>di</strong>cazioneassoluta. La presenza <strong>di</strong> MTS cliniche è un fattore prognosticoaltamente sfavorevole.Bibliografia:1. Glazer AA, et al. J Urol 1996;2. Welz A, et al. Eur J Car<strong>di</strong>othorac Surg 19973. Chiappini B, et al, J Thorac Car<strong>di</strong>ovasc Surg 2002Poster n. 163ELEVATI LIVELLI DI TESTOSTERONE DURANTE TERAPIACON LHRH ANALOGHIBaldazzi V., Lapini A., Melone F., Serni S., Masieri L.,Carini M.Ospedale S.M. Annunziata, FirenzeIntroduzione: Riportiamo un caso <strong>di</strong> mancata risposta alla terapiacon LHRH analoghi in termini <strong>di</strong> <strong>di</strong>scesa del livello deltestosterone.Materiali e Meto<strong>di</strong>: Paziente <strong>di</strong> 57 anni giunge alla nostra osservazionenell’ottobre 1998 con <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> carcinoma prostaticoGleason Score 3+3, in sta<strong>di</strong>o D2, con PSA:168 ng/ml e testosterone:22,8nMoli/l. Inizia una terapia con blocco androgenicointermittente (nilutamide + buserelin) secondo un protocollo <strong>di</strong>stu<strong>di</strong>o allora intrapreso nel nostro centro. Il paziente presentauna regressione del PSA e del testosterone a livello <strong>di</strong> castrazionedurante i <strong>per</strong>io<strong>di</strong> in cui esegue la terapia. Nei <strong>per</strong>io<strong>di</strong> <strong>di</strong>sospensione il testosterone risale rapidamente a livelli <strong>di</strong> normalitàconsentendo al paziente <strong>di</strong> recu<strong>per</strong>are l’attività sessuale. Pertutto il <strong>per</strong>iodo dello stu<strong>di</strong>o si mantiene un livello basso <strong>di</strong> PSAe la malattia presenta un ottima risposta clinica (regressione <strong>di</strong>lesioni polmonari, riduzione <strong>di</strong> lesioni ossee). Terminato lo stu<strong>di</strong>onel maggio 2001 il paziente viene mantenuto in bloccoandrogenico con LHRH agonisti e fino all’aprile 2002 risultarespondere alla terapia (PSA: 0,06 ng/ml). A luglio 2002 presentainnalzamento del PSA (5,5 ng/ml), <strong>per</strong> cui viene deciso <strong>di</strong>effettuare un blocco androgenico totale. La risposta si mantienefino al marzo 2004, quando il PSA risale a 14,45 ng/ ml. In talecircostanza il paziente torna nuovamente alla nostra osservazione.Effettuando una indagine retrospettiva si è potuto evidenziarecome, dal termine dello stu<strong>di</strong>o precedentemente in<strong>di</strong>cato, si èverificato un incremento progressivo del testosterone, fino avalori ai limiti su<strong>per</strong>iori del range <strong>di</strong> normalità, riscontrati nelmarzo 2004 (27,6 nMoli/l). Il dato relativo al testosterone è confermatodal fatto che il paziente durante tutto il tempo della terapiaha mantenuto una normale attività sessuale. È stata effettuatauna valutazione <strong>di</strong> tutte le possibili cause <strong>di</strong> i<strong>per</strong>produzione <strong>di</strong>testosterone (adenoma ipofisario, ley<strong>di</strong>goma testicolare, i<strong>per</strong>produzionesurrenalica, alterazione delle proteine leganti il testosterone),ma tutte con risultati negativi. È stata instaurata <strong>per</strong> 2mesi una terapia con Ketoconazolo che ha portato a una riduzionedel PSA significativa, ma non parimenti del testosterone.Nello stesso tempo è stata effettuata sostituzione <strong>di</strong> leuprorelinacon goserelin con risultati modesti in termini <strong>di</strong> riduzione deltestosterone. Vista la progressione <strong>di</strong> malattia e la mancata rispostaalle terapie effettuate si è prospettata l’orchiectomia, almomento rifiutata dal paziente.Conclusioni: Il monitoraggio del testosterone durante la terapia62Archivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004; 76, 3, Supplemento 1


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia Oncologicacon LHRH risulta <strong>di</strong> fondamentale importanza prima <strong>di</strong> definireun paziente ormonoresistente. Devono inoltre essere valutatele possibili cause <strong>di</strong> mancata riduzione del testosterone neipazienti in terapia con LHRH, tra cui la mancata o non correttasomministrazione del farmaco, la presenza <strong>di</strong> ley<strong>di</strong>gomitesticolari e <strong>di</strong> tumori dell’adenoipofisi, l’i<strong>per</strong>produzione surrenalica,e resistenza alla terapia con LHRH.Bibliografia:1. Oefelein MG, Cornum R. Failure to achieve castrate levels of testosteroneduring luteinizing hormone releasing hormone agonist therapy: the case formonitoring serum testosterone and a treatment decision algorithm. J Urol2000; 164(3 Pt 1):7262. Curry EA 3rd, Sweeney CJ. Resistance to luteinizing hormone releasinghormone agonist therapy for metastatic prostate cancer. J Urol 2002;168:193Poster n. 164ACCURATEZZA DIAGNOSTICA DELLA RISONANZAMAGNETICA CON BOBINA ENDORETTALE (ER-MRI)NELLA STADIAZIONE CLINICA DEL CARCINOMA PRO-STATICO LOCALIZZATOPorcaro A.B. 1 , Montemezzi S. 2 , Migliorini F. 1 , Monaco C. 1 ,Balzarro M. 1 , Pianon R. 1 , Borsato A. 2 , Ghimenton C. 3 ,Gortenuti G. 2 , Comunale L. 11Divisione <strong>di</strong> Urologia; 2 Divisione <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>ologia; 3 Divisione <strong>di</strong>Anatomia Patologica, Ospedale Civile Maggiore, VeronaIntroduzione: Obiettivo del presente lavoro è stu<strong>di</strong>are l’accuratezza<strong>di</strong>agnostica della ER-MRI nel rilevare l’estensione extraghiandolarenel carcinoma prostatico clinicamente localizzato.Materiali e Meto<strong>di</strong>: 70 pazienti con neoplasia clinicamentelocalizzata della prostata sono stati sottoposti a prostatectomiara<strong>di</strong>cale, dopo essere stati sta<strong>di</strong>ati con la ER-MRI. L’età me<strong>di</strong>adei pazienti era 66 anni (range: 51-77). Il PSA me<strong>di</strong>o preo<strong>per</strong>atorioera 10 ng/mL (range: 1–54). Il valore me<strong>di</strong>o delGleason score bioptico era 6 (range: 4-8). La sta<strong>di</strong>azione ER-MRI è stata praticata almeno 45 giorni dopo l’esecuzione dellebiopsie prostatiche, utilizzando il Magnetom Symphony 1.5Tesla. La sta<strong>di</strong>azione patologica è stata eseguita secondo il protocollo<strong>di</strong> Standford. I risultati della ER-MRI sono stati correlatistatisticamente con quelli della sta<strong>di</strong>azione patologica.Risultati: 53 pazienti (76%) sono risultati in sta<strong>di</strong>o patologicopT2 e 17 (24%) pT3. Il Gleason score patologico me<strong>di</strong>o èrisultato 6 (range 3-8). La ER-MRI ha sta<strong>di</strong>ato 55 pazienti(78.5%) come cT2 e 15 (21.5%) come cT3. La sensibilita, laspecificità, il valore pre<strong>di</strong>ttivo positivo, il valore pre<strong>di</strong>ttivonegativo e l’accuratezza sono risultati rispettivamente 88%,100%, 100%, 96% e 97%.Conclusioni: Nella nostra es<strong>per</strong>ienza preliminare la ER-MRI si è<strong>di</strong>mostrata efficace nel rilevare l’estensione extraghiandolaredel carcinoma prostatico clinicamente localizzato.Comunicazioni n. 165IL TRATTAMENTO DEI TUMORI DEL RENE ASSOCIATIAD ANEURISMI DELL’AORTA ADDOMINALE (AAA)Porcaro A.B. 1 , Veral<strong>di</strong> G.F. 2 , Migliorini F. 1 , Monaco C. 1 ,Balzarro M. 1 , Longo M. 1 , De Manzoni G. 2 , Ghimenton C. 3 ,Tasselli S. 2 , Pedrazzani C. 2 , Guglielmi A. 2 , Cor<strong>di</strong>ano C. 2 ,Comunale L. 11Divisione <strong>di</strong> Urologia; 2 Divisione Clinicizzata <strong>di</strong> Chirurgia;3Divisione <strong>di</strong> Anatomia Patologica, Ospedale Civile Maggiore,VeronaIntroduzione: L’associazione fra AAA e cancro del rene non è unevento molto frequente e pone problemi <strong>di</strong> timing o<strong>per</strong>atorioe <strong>di</strong> tecnica chirurgica, che sono oggetto della presente ricerca.Materiali e Meto<strong>di</strong>: Nel <strong>per</strong>iodo fra ottobre 1988 ed il maggio2004 sono stati trattati 889 pazienti affetti da AAA; in 57 casi(6,4%) si è riscontrata l’associazione con una neoplasia solida,<strong>di</strong> cui 11 (1,2%) con carcinoma renale. Il trattamento dell’AAAè stato determinato in base alla morfologia, alle <strong>di</strong>mensioni,all’estensione dell’aneurisma e alle con<strong>di</strong>zioni generali delpaziente. Il trattamento della neoplasia renale è stato deciso inbase alle <strong>di</strong>mensioni del tumore, alla sede, alle con<strong>di</strong>zionigenerali del paziente, alla funzionalità renale e alla possibilità<strong>di</strong> eseguire una procedura “nephron sparing”, se in<strong>di</strong>cata.Risultati: Tutti i pazienti erano <strong>di</strong> sesso maschile, con un’etàme<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 70,3 anni (range: 51-85 anni). Il <strong>di</strong>ametro me<strong>di</strong>odell’AAA è stato <strong>di</strong> 5,8 cm (range: 4,6-8) e in 3 casi si sonoassociati anche aneurismi delle arterie iliache comuni. In 8 casigli aneurismi erano localizzati in sede sottorenale, in 3 eranoiuxta-renali. In 8 casi si è proceduto ad aneurismectomia dell’aortaaddominale ed innesto protesico aorto-aortico, in 2 casiad innesto aorto-bis-iliaco ed in 1 caso ad innesto aorto-bisiliacoesterno, con reimpianto <strong>di</strong> entrambe le arterie iliacheinterne. Il <strong>di</strong>ametro me<strong>di</strong>o dei tumori renali è stato <strong>di</strong> 5,4 cm(range: 1,5-9) e in 6 casi il tumore era localizzato a destra, in 5nel rene <strong>di</strong> sinistra, in nessun caso bilaterale. In 8 casi è stataeseguita una nefrectomia ra<strong>di</strong>cale ed in 3 casi un’enucleoresezione.In 9 casi si è proceduto al trattamento <strong>di</strong> entrambe leaffezioni in tempo unico, eseguendo dapprima l’aneurismectomiae in seguito la procedura sul rene. In 2 casi si è procedutoinvece in 2 tempi. Non vi è stato alcun decesso intrao<strong>per</strong>atorioe non si sono avute complicanze chirurgiche. Al controllo anatomo-patologico,le neoplasie asportate si sono rilevate tutte acellule chiare, con <strong>di</strong>ametri compresi tra 1,5 e 9 cm. Il followupme<strong>di</strong>o è stato <strong>di</strong> 28 mesi (range: 4-146).Conclusioni: L’associazione fra AAA e cancro del rene è abbastanzarara, ma più frequente rispetto al passato, in seguitoall’aumento dell’età me<strong>di</strong>a della popolazione e del miglioramentodelle meto<strong>di</strong>che <strong>di</strong> imaging ra<strong>di</strong>ologiche. Le due malattiepossono essere trattate con approccio chirurgico “onestage”,eseguendo dapprima l’una o l’altra procedura, senzarischi significativi <strong>per</strong> il paziente cui viene evitata una secondaprocedura maggiore che può risultare densa <strong>di</strong> insi<strong>di</strong>e.Poster n. 166STORIA NATURALE DEI TUMORI UROTELIALI DELLEALTE VIE URINARIE, DOPO TRATTAMENTO CHIRURGICOPorcaro A.B. 1 , Sava T. 2 , Migliorini F. 1 , Monaco C. 1 , BalzarroM. 1 , Pianon R. 1 , Merlin F. 2 , Ghimenton C. 3 , Bassetto M.A. 2 ,Cetto G.L. 2 , Comunale L. 11Divisione <strong>di</strong> Urologia; 2 Divisione <strong>di</strong> Oncologia Me<strong>di</strong>ca; 3 Divisione <strong>di</strong>Anatomia Patologica, Ospedale Civile Maggiore, VeronaIntroduzione: I tumori uroteliali della pelvi renale e dell’ureteresono relativamente rari. Obiettivo dello stu<strong>di</strong>o è analizzare lastoria naturale nei pazienti con neoplasia uroteliale delle altevie escretrici, dopo trattamento chirurgico.Materiali e Meto<strong>di</strong>: Sono stati valutati retrospettivamente 63pazienti sottoposti a trattamento chirurgico <strong>per</strong> neoplasia dell’altavia escretrice. L’età me<strong>di</strong>a è stata <strong>di</strong> 67 anni (range: 33-89)con una predominanza <strong>per</strong> il sesso maschile (71,5%). Il 71%dei pazienti è risultato forte fumatore. La sede del tumore primitivoè stata riscontrata nella pelvi renale nel 46% dei casi,nell’uretere nel 35% ed in entrambe le se<strong>di</strong> nel 19%. In 8pazienti è stata riscontrata una neoplasia vescicale sincrona.Alla <strong>di</strong>agnosi, 7 pazienti hanno presentato malattia metastatica.Risultati: Il 30% dei pazienti (19 su 63) ha sviluppato una neoplasiavescicale metacrona in un tempo me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> 16 mesi (range:1-142). Il 33% dei pazienti è andato incontro a progressione sistemica<strong>di</strong> malattia, dopo un tempo me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> 6 mesi (range 1-23).Archivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004; 76, 3, Supplemento 163


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia OncologicaLe principali se<strong>di</strong> <strong>di</strong> metastasi sono stati i linfono<strong>di</strong>, i polmoni, leossa ed i tessuti molli. Il 30% dei pazienti è deceduto <strong>per</strong> progressione<strong>di</strong> malattia (sopravvivenza 70%). Il 19% dei pazienti hasviluppato un secondo tumore non uroteliale.Conclusioni: I pazienti con neoplasia uroteliale della via escretrice,sottoposti a trattamento chirurgico, presentano un alto<strong>di</strong> neoplasia sincrona o metacrona della vescica. Inoltre talipazienti presentano un rischio importante <strong>di</strong> sviluppare unaseconda neoplasia non uroteliale. La storia naturale <strong>di</strong> questamalattia giustifica <strong>per</strong>tanto uno stretto follow-up.Conclusioni: In pazienti non sottoposti a screening con PSAinferiore a 10 ng/ml, la biopsia mirata <strong>di</strong> un’area ipoecogenacon sonda end-fire determina un’alta capacità <strong>di</strong>agnostica,anche con volumi prostatici >50 ml. In assenza <strong>di</strong> noduli ecograficio palpabili, la detection rate è in relazione al numero <strong>di</strong>biopsie <strong>per</strong> volume ghiandolare. La Densità Bioptica rappresentaun parametro pre<strong>di</strong>ttivo statisticamente significativo,inoltre è clinicamente utile <strong>per</strong>ché si correla al volume ghiandolare,al volume tumorale, al numero delle biopsie e definiscein maniera riproducibile l’accuratezza del mappaggio bioptico.Comunicazioni n. 167PARAMETRI PREDITTIVI DI BIOPSIA PROSTATICA POSI-TIVA: VALORE CLINICO DELLA DENSITÀ BIOPTICAGalosi A.B. 1 , Polito M. jr 1 , Milanese G. 1 , Vivani C. 2 ,Muzzonigro G. 11Clinica Urologia; 2 Dottorato Oncologia Urologica, UniversitàPolitecnica delle Marche, Az. Ospedali Riuniti, AnconaObiettivo: La densità bioptica è un nuovo parametro che mettein relazione il numero dei prelievi bioptici ed il volume ghiandolare.Abbiamo valutato il valore pre<strong>di</strong>ttivo della densitàbioptica e dei tra<strong>di</strong>zionali parametri clinici in una coorte consecutiva<strong>di</strong> pazienti sottoposti a biopsia prostatica ecoguidata.Meto<strong>di</strong>: Abbiamo analizzato dalla casistica del nostro Istituto,504 pazienti consecutivi sottoposti a biopsia prostatica nel<strong>per</strong>iodo maggio 2000 - <strong>di</strong>cembre 2002. Non sono stati consideratii casi con precedente <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> carcinoma, mentresono esclusi quelli con dati mancanti (28). Oggetto della revisione476 pazienti: età me<strong>di</strong>a 68,4 anni (45-93, DS 8,5), PSAtotale me<strong>di</strong>o 13,2 (0,5-280, DS 23,7), <strong>per</strong>centuale me<strong>di</strong>a <strong>di</strong>PSA libero 16,0 (1-56, DS 8,0, n. 309), volume prostatico 55,4cc (15-250, DS 30,4), volume della zona <strong>di</strong> transizione 28,8cc (4-112, DS 18,7), PSA density 0,29 (0,01-8,0, DS 0,65). Ilnumero me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> prelievi bioptici è stato 6,88 (2-19, DS 2,6).Sono stati analizzati dal patologo 13,9mm <strong>di</strong> tessuto in me<strong>di</strong>a<strong>per</strong> ogni biopsia (7-18mm). Il 31% dei pazienti aveva esplorazionerettale positiva, nel 66% era stata rilevata all’ecografiaun’area ipoecogena. Le biopsie sono state eseguite <strong>per</strong> viatransrettale da urologi de<strong>di</strong>cati utilizzando ecografo EsaoteEidos o Astro, sonda end-fire 7.5Mhz Hitachi, ago Max CoreBard, 18g. I frammenti sono stati inviati separatamente alpatologo con la tecnica Sandwich [Ann N Y Acad Sci. 2002963: 218-220]. Analisi statistica dei dati con SPSS 11.5.Risultati: Abbiamo <strong>di</strong>agnosticato tumore nel 44,5% dei casi.Per i sottogruppi <strong>di</strong> PSA compreso tra 4-10ng/ml la capacità<strong>di</strong>agnostica era del 40,6% (104/256), <strong>per</strong> PSA ≤4 ng/ml pari a27,0% (20/74). La <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> carcinoma con PSA 4-10 èinfluenzata dal volume ghiandolare (39cc vs 66cc), dalla presenza<strong>di</strong> area ipoecogena (81,7% vs 34,6%) ed esplorazionepositiva (40,1% vs 18,1%). Lesione ipoecogena aveva ValorePre<strong>di</strong>ttivo Positivo (VPP) <strong>di</strong> 80,9%, e VPN del 70,4%. Nel31% dei 476 veniva identificata all’esplorazione una lesionepalpabile, la cui presenza risultava avere un VPP dell’82,4% eVPN 39,9%. Il VPP dell’area ipoecogena e DRE non variavanosignicativamente stratificando i dati <strong>per</strong> range <strong>di</strong> PSA 0-4 e 4-10ng/ml. Il numero assoluto <strong>di</strong> biopsie eseguite non mo<strong>di</strong>ficala capacità <strong>di</strong>agnostica, infatti i pazienti risultati negativi avevanoeseguito un numero me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> biopsie significativamentemaggiore rispetto ai positivi (7,3 vs 6,3; p


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia Oncologicaè valutare il ruolo della ormonoterapia a<strong>di</strong>uvante alla RT <strong>di</strong>salvataggio(SalvRT).Materiali e Meto<strong>di</strong>: Da gennaio 92 a giugno 2001, 86 pz conreci<strong>di</strong>va bioumorale (due determinazioni consecutive <strong>di</strong> PSAsierico > 0.2 ng/mL dopo RRP) sono stati sottoposti a SalvRTsulla loggia prostatica alla dose me<strong>di</strong>ana <strong>di</strong> 70.2 Gy(range:58.4-73.8 Gy). In 50/86 pz era stata ottenuta confermaistologica <strong>di</strong> reci<strong>di</strong>va(BxPOS). In 36 casi la malattia era extraprostatica,intracapsularenei restanti. Tutti i pz erano pN0. In63 casi il Gleason score (GPS) era 1,5 ng/mL la OT, intesacome variabile continua (durata in mesi del trattamento) èrisultata essere fattore prognostico in<strong>di</strong>pendente <strong>di</strong> bN EDs(p=0,03) all’analisi multivariata. Il PSADT ed il tempo alla PSAfailure non hanno <strong>di</strong>mostrato all’analisi multivariata alcuna correlazionesignificativa con il decorso post SalvRT.Conclusioni: In pz. con reci<strong>di</strong>va bioumorale dopo RRP, can<strong>di</strong>datia SalvRT, sembra necessario associare una terapia ormonalea<strong>di</strong>uvante alla RT della durata >= 12 mesi in caso <strong>di</strong> valori<strong>di</strong> PSA pre RT > 1,5 ng/mL, probabilmente <strong>per</strong> il rischio <strong>di</strong>concomitante malattia micrometastatica. Per bassi valori <strong>di</strong>PSA pre RT, l’ormonoterapia non sembra invece influenzare labNEDs dopo SalvRT.Bibliografia:1. Katz MS, et al. J Clin Oncol 2003; 21:4832. Stephenson AJ, et al. JAMA 2004; 291:1322Comunicazioni n. 170RUOLO DELLA BIOPSIA DELL’ANASTOMOSI NELPAZIENTE CANDIDATO A RT DI SALVATAGGIO DOPOPROSTATECTOMIA RADICALERoscigno M. 1 , Cozzarini C. 2 , Scattoni V. 1 , Bertini R. 1 , DaPozzo L.F. 1 , Mazzoccoli B. 1 , Pasta A. 1 , Montorsi F. 1 ,Bolognesi A. 2 , Villa E. 2 , Rigatti P. 11Clinica Urologica; 2 Servizio <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>ochemioterapia, Università“Vita e <strong>Salute</strong>”, Ospedale San Raffaele, MilanoObiettivi: La ra<strong>di</strong>oterapia (RT) sulla loggia prostatica è in<strong>di</strong>catanei pazienti(pz) con reci<strong>di</strong>va locale dopo prostatectomia ra<strong>di</strong>cale(RRP).L’utilità della biopsia dell’anastomosi nei pazienti conPSA failure dopo RRP e can<strong>di</strong>dati a RT <strong>di</strong> salvataggio (SalvRT)(1-3) è controversa. Scopo dello stu<strong>di</strong>o è valutare il ruolo prognosticodella biopsia dell’anastomosi in pz can<strong>di</strong>dati a SalvRTed il ruolo dell’ormonoterapia a<strong>di</strong>uvante alla SalvRT.Materiali e Meto<strong>di</strong>: Da gennaio 92 a giugno 2001,86 pz conreci<strong>di</strong>va bioumorale(due determinazioni consecutive <strong>di</strong> PSAsierico >0.2 ng/mL dopo RRP)sono stati sottoposti a SalvRTsulla loggia prostatica alla dose me<strong>di</strong>ana <strong>di</strong> 70.2 Gy (range:58.4-73.8 Gy). In 50/86 pz era stata ottenuta conferma istologica<strong>di</strong> reci<strong>di</strong>va (BxPOS), mentre in 16 le biopsie erano risultatenegative (BxNEG); 20 pz erano stati avviati alla SalvRT senzaeseguire la biopsia (NoBio). In 36 casi la malattia era extraprostatica,intracapsularenei restanti. Tutti i pz erano pN0. In 63casi il Gleason score (GPS) era 0,8 ng/mL (p=0,04). IlPSADT ed il tempo alla PSA failure non hanno <strong>di</strong>mostrato all’analisimultivariata alcuna correlazione significativa con ildecorso post SalvRT.Conclusioni: In caso <strong>di</strong> reci<strong>di</strong>va bioumorale dopo RRP, la biopsiadell’anastomosi può non essere eseguita qualora la SalvRTsia effettuata <strong>per</strong> bassi valori <strong>di</strong> PSA. In caso invece <strong>di</strong> PSA piùelevato (> 0,8 ng/mL), la negatività della biopsia deve indurread una più attenta valutazione dell’in<strong>di</strong>cazione alla SalvRT oall’associazione <strong>di</strong> un trattamento ormonale a<strong>di</strong>uvante, nellanon trascurabile probabilità <strong>di</strong> una malattia anche micrometastatica.Bibliografia:1. Rogers R, et al. J Urol 1998;160:17482. Koppie TM, et al, J Urol 2001; 166:1113. Leventis AK. J Clin Oncol 2001; 19:1030Comunicazioni n. 172I VANTAGGI DELLA CISTECTOMIA RADICALE LAPARO-SCOPICADisanto V., Romano M., Portoghese F., Scalese G.Ospedale Regionale “Miulli”, Acquaviva delle fonti, UOC <strong>di</strong>Urologia Centro <strong>di</strong> Chirurgia Laparoscopica e MininvasivaIntroduzione e Obiettivi: La cistectomia ra<strong>di</strong>cale laparoscopica èentrata nella nostra pratica chirurgica dopo una fase <strong>di</strong> trainingnel 2001. Abbiamo eseguito 36 interventi e le derivazioni sonostate: ureterocutaneostomia monolaterale con nefrectomia consensuale(8 p.), ureterocutaneostomia transileale sec. Bricker (8p.), neovescia ileale (8 p.). Avendo su<strong>per</strong>ato la fase <strong>di</strong> trainingsiamo oggi nelle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> poter valutare i vantaggi e glisvantaggi <strong>di</strong> una tale soluzione:Meto<strong>di</strong> e Risultati: Sono stati presi in considerazione i seguentiparametri: durata dell’intervento (240-420 minuti con uname<strong>di</strong>ana <strong>di</strong> 320 minuti); b) <strong>per</strong><strong>di</strong>ta ematica (300-1500 cc conuna me<strong>di</strong>ana <strong>di</strong> 600 cc); complicanze <strong>per</strong>io<strong>per</strong>atoie (nessuna);d) canalizzazione intestinale (me<strong>di</strong>amente 4-5 giorni nellederivazioni con interessamento intestinale), e) levata dal letto(sempre molto precoce; quasi sempre in 1 giornata); f) com-Archivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004; 76, 3, Supplemento 165


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia Oncologicaplicanze posto<strong>per</strong>atorie (nessuna complicanza maggiore); g)degenza posto<strong>per</strong>atoria (da 7 a 25 giorni con una me<strong>di</strong>ana <strong>di</strong>11 giorni); h) follow-up oncologico (5 pazienti sottoposti acistectomia <strong>di</strong> salvataggio sono deceduti <strong>per</strong> progressione <strong>di</strong>malattia dopo 2-6 mesi. Non localizzazione sulle porte né sullaminilaparotomia.Conclusioni: La cistectomia laparoscopica è fattibile. I tempi e lecomplicanze sono analoghe a quelle della chirurgia open. Più tar<strong>di</strong>vaè la canalizzazione intestinale in derivazioni con coinvolgimentointestinale. Più precoce la levata dal letto e il recu<strong>per</strong>o fisico.Non <strong>di</strong>fferenza relativamente alla progressione oncologica.Video n. 173PROSTATECTOMIA RADICALE LAPAROSCOPICA :MODIFICHE DI TECNICA PER MIGLIORARE LA CONTI-NENZA PRECOCEDisanto V., Scalese G., Romano M., Portoghese F.OSpedale Regionale “Muilli” Acquaviva delle fonti UOC <strong>di</strong>Urologia Centro <strong>di</strong> Chirurgia laparoscopica e mininvasivaQuattro fasi dell’intervento sono ritenute <strong>di</strong> grande importanza nelmigliorare i risultati della continenza precoce:a) Emostasi del Santorini con integrità dei pubo-prostatici.b) Accurato e completo isolamento dell’apice prostatico primadella sezione dell’uretra.c) Punti sull’uretra prima <strong>di</strong> sezionare l’uretra.d) Sutura uretro-vescicale con esclusivo interessamento dell’uretraescludendo ogni coinvolgimento del piano <strong>per</strong>ineale.Da quando attuiamo questi 4 accorgimenti <strong>di</strong> tecnica abbiamoosservato una continenza completa alla rimozione del catetere in 8pazienti su 13. Il dato è da ritenersi <strong>di</strong> grande interesse. Nel videovengono illustrate le 4 fasi dell’intervento.Poster n. 174COMPARATIVE EVALUATION OF THREE HYPOFRACTIO-NATED RADIOTHERAPY REGIMENS FOR PAINFUL BONEMETASTASES IN 10 YEARS OF EXPERIENCEPapaleo A., Cavalera E., Lisi R., Pagliaro E., V. DonatoUniversità degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Roma “La Sapienza”, Dipartimento <strong>di</strong>Scienze Ra<strong>di</strong>ologichePurpose: Bone metastases (BM) are common in patients withcancer (50% of patients with advanced <strong>di</strong>sease have skeletalmetastases). Seventy-five <strong>per</strong>cent of patients with BM havepain, and 80% of these patients have > 1 painful site. Lung,breast and prostate cancers are most likely to spread to thebone. The morbi<strong>di</strong>ty of BM can be significant, due to painand pathological fractures, compromising the quality of life.Management of pain in patients with bone metastatic <strong>di</strong>seaseis a clinical problem. Ra<strong>di</strong>otherapy plays a major role in thepalliation of pain in patients with BM. Several schedules withhypofractionated are used in clinical practice. We retrospectivelyevaluated the efficacy of three short fractionated schedulesof 8 Gy in 1 fraction or 20 Gy in 5 fractions or 30 Gy in10 fractions in relieving pain in patients with multipleuncomplicated BM. This review <strong>di</strong>scusses the role of <strong>di</strong>fferentfractionation schedules in treatment of bone metastasis.Methods and Materials: Between 1994 and 2004, at the <strong>di</strong>visionof Ra<strong>di</strong>otherapy of the University of Rome “La Sapienza”,658 patients (401 men and 257 women, me<strong>di</strong>an age 65 -range 19-87) with painful BM were treated with palliativelocalized ra<strong>di</strong>ation therapy. The most common primarytumor sites were lung (36%), breast (26%), prostate (11%),colon-rectum (8%), kidney and urinary bladder (7%), liver(2%), unknown (2%) and others (8%). All patients were treatedusing linear accelerators; the fractionation schedules were:37% of patients received 4 Gy x 5 fractions, 33% of patientsreceived 8 Gy x 1 fraction and 30% of patients received 3 Gyx 10 fractions.Conclusion: Our results confirm those observed in the literature.There were no <strong>di</strong>fferences between the three fractionationschedules used in our study with regard to pain relief and useof analgesics. With regard to pain response these data justify arecommendation for the use of a more simple and convenient8 Gy single fraction for the palliation of uncomplicated BM.Poster n. 175TECNICA MICROCHIRURGICA DI RISPARMIO DELPARENCHIMA TESTICOLARE NELLE LESIONI SOSPETTEDEL TESTICOLOColpi G.M. 1 , Carmignani L. 2 , Nerva F. 1 , Pie<strong>di</strong>ferro G 1 ,Gadda F. 2 , Castiglioni F. 11Unità <strong>di</strong> Andrologia, Ospedale S. Paolo; 2 Clinica UrologicaUniversità <strong>di</strong> Milano, Ospedale Maggiore <strong>di</strong> Milano IRCCSIntroduzione e Obiettivi: Il riscontro sempre più frequente <strong>di</strong>patologie testicolari benigne, particolarmente nella popolazioneinfertile, rende necessario un approccio chirurgico piùrispettoso del parenchima testicolare. Obbiettivo dello stu<strong>di</strong>o èla descrizione <strong>di</strong> una tecnica <strong>di</strong> asportazione microchirurgicadelle lesioni sospette del testicolo con risparmio del parenchimatesticolare e la descrizione della nostra casistica .Materiali e Meto<strong>di</strong>: Tecnica chirurgica: la lesione testicolareviene identificata ecograficamente prima dell’intervento condelle coor<strong>di</strong>nate tri<strong>di</strong>mensionali <strong>per</strong> facilitare l’identificazioneintrao<strong>per</strong>atoriaL’incisione cutanea avviene come tra<strong>di</strong>zionalmentea livello inguinale, viene clampato il funicolo a livellosubinguinale senza l’a<strong>per</strong>tura del canale. Si isola il testicolosezionato il gubernaculm testis. Si identifica ecograficamente lalesione con sonda ecografia intrao<strong>per</strong>atoria. Utilizzando microscopiosi procede su campo separato a incisione equatorialedell’albuginea con risparmio dei vasi sottotonacali. Si identificala lesione che viene asportata totalmente con circa 1 mm <strong>di</strong>tessuto sano. Nei pazienti infertili che lo necessitano questatecnica consente inoltre un prelievo <strong>di</strong> tessuto <strong>per</strong> TESE contecnica microscopica. Quattro pazienti sono giunti alla nostraosservazione con lesioni ecografiche del testicolo. In unpaziente la lesione era palpabile. Le <strong>di</strong>mensioni variavano dai3 ai 6 mm. Ecograficamente le lesioni si presentavano ipoecogenee in due casi miste ipo e anecogene.Risultati: I pazienti sono stati sottoposti a intervento microchirurgicosecondo le modalità descritte, in due pazienti infertilisi è inoltre proceduto a microtese. L’istologia ha evidenziato 1caso <strong>di</strong> seminoma 1 caso <strong>di</strong> atrofia, 1 <strong>di</strong> normalità nelle formeincidentali e in 1 caso delle cisti complicate dell’albuginea. Nelfollow-up dei pazienti sottoposti a chirurgia conservativa nonè stato possibile vedere ecograficamente la zona cicatriziale sull’albuginea.Il paziente affetto da seminoma si presenta a unanno libero da malattia.Conclusioni: L’aumento della <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> lesioni testicolari el’aumento della popolazione infertile richiedono un approcciopiù rispettoso del parenchima testicolare. Pensiamo che la tecnicamicrochirurgica debba essere la tecnica <strong>di</strong> prima sceltanelle lesioni testicolari nei pazienti infertili.Poster n. 176PROSTATE CONFORMAL RADIOTHERAPY: ACUTE ANDLATE RECTAL TOXICITY. EXPERIENCE IN U.O. RADIO-THERAPY OF CATANZAROMolinaro M.A., Pingitore D., Molè R., Scalfari E.U. O. Ra<strong>di</strong>oterapia e Ra<strong>di</strong>obiologia, Catanzaro, Italy66Archivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004; 76, 3, Supplemento 1


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia OncologicaIntroduction: Conformal ra<strong>di</strong>otherapy is becoming the preferredmodality of irra<strong>di</strong>ation for localized prostate cancer, because ofthe increased sparing of rectum and bladder together with theincrease of the prescribed dose to the prostate.Purpose: To show the ex<strong>per</strong>ience so far gained in the treatment ofprostate cancer after the implementation of conformal ra<strong>di</strong>otherapyin our institution, fully exploiting the advantages offered bythree-<strong>di</strong>mensional contouring of target volumes and criticalorgans, use of MLC and comparison of rival plans with DVH evaluation.Materials and Methods: The following analysis refers to the activitycarried out from December 1999 to June 2003. 256 prostatecancer patients were treated with 3D conformal ra<strong>di</strong>ation therapy(RT). Me<strong>di</strong>an follow-up was 31 months (12-69mo). 78%received short-term hormone therapy (HT) prior to and duringra<strong>di</strong>ation therapy, 22% were treated with AT alone. Me<strong>di</strong>an dosewas 70Gy to the prostate and 50Gy to the seminal vesicles. Acutetoxicity was graded accor<strong>di</strong>ng to CTC criteria, and late toxicityaccor<strong>di</strong>ng to a mo<strong>di</strong>fied RTOG/EORTC score. Any macroscopicrectal blee<strong>di</strong>ng was regarded at least as a Grade II toxicity (II).Results: Acute rectal toxicity was as follows: 43% I , 25% II, 4%III, 0% IV. Late toxicity: 12% I, 20% II, 2% III, 0% IV. The mostfrequent late toxicity was rectal blee<strong>di</strong>ng (18% II, 1% III).Blee<strong>di</strong>ng was mostly minor not <strong>di</strong>sturbing the patients daily lifeand not necessitating any therapy. Patients with combined therapy(HT and RT) had less late toxicity than those with RT alone.Conclusions: In our ex<strong>per</strong>ience conformal ra<strong>di</strong>otherapy of prostatecancer with three-<strong>di</strong>mensional reconstruction of targetvolumes and 3D dose calculations is an efficacy treatment andreduced acute and late toxicity. Neoadjuvant hormona ablationseems to have a beneficial effect on late rectal toxicity presumablybecause of regression of the prostate size resulting ina smaller irra<strong>di</strong>ated target volume.Poster n. 177LINFADENECTOMIA LAPAROSCOPICA NEL CARCINOMADELLA PROSTATALacquaniti S., Fasolo P.P., Conti E., Sebastiani G., MandrasR., Puccetti L., Fasolis G.SOC Urologia, Ospedale “S. Lazzaro”, Alba (CN)Introduzione e Obiettivi: L’in<strong>di</strong>cazione alla linfadenectomia (LND)e la sua estensione sono argomenti a<strong>per</strong>ti nel <strong>di</strong>battito urologico.La corretta sta<strong>di</strong>azione linfonodale del ca. prostatico è possibilesolo con la LND. Scopo dello stu<strong>di</strong>o è in<strong>di</strong>viduare il ruolodella LND laparoscopica.Meto<strong>di</strong>: Dall’ottobre 2001 al marzo 2004, 22 pazienti consecutivinon can<strong>di</strong>dati a PR, avevano rischio su<strong>per</strong>iore al 20% <strong>di</strong> metastasi(mts) linfonodali. L’età me<strong>di</strong>a era 66,8 aa. ± 4,5, il PSA me<strong>di</strong>o47,4 ng/ml ± 18,4, il Gleason me<strong>di</strong>o 7, lo sta<strong>di</strong>o clinico in 3 casicT2b, in 7 cT2c, in 7 cT3a, in 5 cT3b. TC negativa <strong>per</strong> mts linfonodali.In questi pazienti abbiamo eseguito LND laparoscopicatrans<strong>per</strong>itoneale, in quanto utile a fini terapeutici. Abbiamo consideratoil rischio <strong>di</strong> mts linfonodali su<strong>per</strong>iore al 20% qualora losta<strong>di</strong>o clinico fosse > o = T2c o PSA > o = 20 ng/ml o Gleasonscore > o = 7. L’ accesso è avvenuto me<strong>di</strong>ante 1 trocar <strong>di</strong> Hassonombelicale <strong>per</strong> la telecamera, posizionato <strong>per</strong> primo, con tecnicaa cielo a<strong>per</strong>to e da 1 set da 4 trocars 5-11 mm <strong>di</strong>sposti a semicerchionei quadranti addominali inferiori. Materiale monouso.Risultati: La durata me<strong>di</strong>a dell’intervento era 148,4 min. ±25,2, le <strong>per</strong><strong>di</strong>te ematiche 158 ml ± 20, il numero me<strong>di</strong>o linfono<strong>di</strong>asportati 27,9 ± 8,4, il riscontro <strong>di</strong> mts in 13 pazienti(59%), il numero me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> mts 3. Nessuna conversione a cieloa<strong>per</strong>to. Analgesia posto<strong>per</strong>atoria non necessaria. Mobilizzazione,canalizzazione e ripresa alimentazione in I giornata,<strong>per</strong> 21 /22 pazienti. Degenza me<strong>di</strong>a: 3 giorni <strong>per</strong> 21/22pazienti. Una <strong>per</strong>forazione misconosciuta del cieco che harichiesto intervento laparotomico esplorativo in terza giornatapost o<strong>per</strong>atoria, con rafia del cieco. Ormonoterapia in pazientiN + ; RT in 7 e PRR in 2 negli N - .Conclusioni: La LND laparoscopica è meto<strong>di</strong>ca efficace, a bassamorbilità, mininvasiva, ma non scevra <strong>di</strong> possibili complicanzemaggiori.Comunicazioni n. 178LA LINFADENECTOMIA NEL CARCINOMA PROSTATICO:ESTENSIONE DELLE INDICAZIONIFasolis G., Lacquaniti S., Fasolo P.P., Conti E., SebastianiG., Mandras R., Puccetti L.SOC Urologia, Ospedale “S. Lazzaro”, Alba (CN)Introduzione ed Obiettivi: Il razionale <strong>per</strong> ridurre il numero <strong>di</strong>linfadenectomie (LND) in corso <strong>di</strong> PRR è basato sulla bassa<strong>per</strong>centuale <strong>di</strong> metastasi (mts) linfonodali in presenza <strong>di</strong> Sta<strong>di</strong>oclinico T1 e Gleason < o = 7 oppure Gleason 6 senza un campo4 e PSA < o = 10. Scopo del lavoro è stato quello <strong>di</strong> rivedere lanostra casistica confrontandola con i dati della letteratura.Meto<strong>di</strong>: Periodo <strong>di</strong> tempo compreso dal 01/09/1997 al31/03/2004, 259 pazienti con <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> adenoca. prostatasono stati sottoposti ad intervento <strong>di</strong> PRR e LND classica, pressola nostra <strong>di</strong>visione.Risultati: L’età me<strong>di</strong>a era 66 aa ± 5 aa, il PSA me<strong>di</strong>o alla <strong>di</strong>agnosi<strong>di</strong> 12,6 ng/ml (± 14,2). Lo sta<strong>di</strong>o clinico era T1c in 122, T2a eT2b in 115, T2c in 16 e T3a in 6. Il Gleason score clinico me<strong>di</strong>oera 5. Lo sta<strong>di</strong>o patologico era T2a in 38 pazienti (14,7%), T2bin 37 (14,3%), T2c in 95 (36,7%), T3a in 50 (19,3%), T3b in 31(12%), T4 in 8 (3%). Il Gleason score patologico me<strong>di</strong>o era 6. Ilnumero <strong>di</strong> linfono<strong>di</strong> asportati era 30,3 ± 11,8. 27/259 pazienti(10,4%) era N+: 20 avevano 1 linfonodo positivo, 5 avevano 2linfono<strong>di</strong> e 1 aveva più <strong>di</strong> 2 linfono<strong>di</strong>. La sede <strong>di</strong> mts era otturatoriadestra in 14 casi, otturatoria sinistra in 12, iliaca esternadestra in 7 ed iliaca esterna sinistra in 5. Sei pazienti su 27 (22%)avevano sta<strong>di</strong>o clinico T1c, PSA < o = 10 e Gleason < 0 = 7.Conclusioni: Se avessimo limitato la LND in base ai criteri propostiin letteratura avremmo sottosta<strong>di</strong>ato 6 pazienti su 27.Nella nostra casistica, <strong>per</strong> evitare la sottosta<strong>di</strong>azione linfonodale,il cut off delle tre variabili avrebbe dovuto essere: sta<strong>di</strong>o clinicoT1 e PSA < o = 10 e Gleason al MPE < o = 5. In effetti èstato recentemente <strong>di</strong>mostrato che il parametro “istituto <strong>di</strong> provenienza”è una variabile significativa nel pre<strong>di</strong>re lo stato linfonodale.Confrontando i nostri risultati con i dati della letteratura,riteniamo <strong>di</strong> poter ridurre il numero <strong>di</strong> LND, ma solo inquei pazienti che rispettino criteri più restrittivi.Bibliografia:1. Karakiewicz P, Eastham JA, Ohori M, Rabbani F, Gerigk C, Reuter V,Graefen M, Hammerer PG, Erbersdobler A, Huland H, Kupelian P, Klein E,Quinn DI, Henshall SM, Grygiel JJ, Sutherland RL, Stricker PD, MorashCG, Scar<strong>di</strong>no PT, Kattan MW. A preo<strong>per</strong>ative nomogram identifyingdecreased risk of positive pelvic lymphnodes in patients with prostate cancer.J Urol 2003; 170:1798Poster n. 180CARCINOMA DEI DOTTI COLLETTORI DI BELLINI: UNTUMORE RAROCreti S., Mannini D., Potenzoni M., Cuzzocrea D.E.Unità O<strong>per</strong>ativa <strong>di</strong> Urologia, Ospedale Maggiore, BolognaIntroduzione: I carcinomi del rene rappresentano il 2% <strong>di</strong> <strong>tutti</strong> itumori dell’organismo e nel 90% dei casi sono adenocarcinomiche originano dal tubulo contorto prossimale. Il carcinoma deidotti collettori del Bellini è un tumore <strong>di</strong> raro riscontro clinicorappresentando il 0-4-2% delle neoplasie renali.Archivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004; 76, 3, Supplemento 167


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia OncologicaMeto<strong>di</strong>: Paziente <strong>di</strong> sesso maschile <strong>di</strong> 78 anni affetto da broncopneumopatiacronica ostruttiva con fibrotorace monolaterale;da alcuni mesi algia lombare sinistra che ha motivato gliaccertamenti <strong>di</strong>agnostici tra cui Angio-TC addome: lesionesolida i<strong>per</strong>vascolarizzata del III su<strong>per</strong>iore del rene sinistrosenza linfoadenopatie retro<strong>per</strong>itoneali. È stato sottoposto a<strong>di</strong>ntervento chirurgico <strong>di</strong> nefrectomia ra<strong>di</strong>cale sinistra, il cuiesame istologico ha evidenziato: carcinoma scarsamente <strong>di</strong>fferenziatodei dotti collettori, con aspetti anaplastici <strong>di</strong>ffusamenteinfiltrante il parenchima renale, la pelvi e il seno renale.La capsula è raggiunta dalla neoplasia ma non infiltrata. Ilmargine <strong>di</strong> resezione ureterale ha mostrato un’infiltrazionepagetoide carcinomatosa. In considerazione del suddettodato istologico, si è proceduto a ureterectomia sinistra conresezione <strong>di</strong> una porzione parietale vescicale e linfoadenectomialoco-regionale. L’analisi microscopica non ha evidenziatoinfiltrazione carcinomatosa e linfoadenite cronica. Ilfollow-up a sei mesi dall’intervento non segni evidenti <strong>di</strong>ripresa della malattia.Risultati: E’ considerato facente parte dei carcinomi renali esolo un’attenta indagine immunoistochimica che possa valutarele citocheratine a basso ed in particolare ad alto peso molecolare,tipiche <strong>di</strong> questo carcinoma, <strong>per</strong>mette <strong>di</strong> definire l’istoembriogenesi<strong>di</strong> questa neoplasia.Conclusioni: Il carcinoma dei dotti collettori <strong>di</strong> Bellini hamaggiore incidenza nei pazienti giovani ed esprime un’elevataaggressività con un coinvolgimento sia locale che a <strong>di</strong>stanza.Infatti, in molti casi all’esor<strong>di</strong>o sono già presenti metastasi.In considerazione della prognosi sfavorevole, possiamoaffermare che l’approccio chirurgico ra<strong>di</strong>cale è sempre elettivo,ma non curativo così come il ruolo della chemioterapiae/o immunoterapia non ha un significato terapeutico apprezzabile.Possiamo <strong>di</strong>re che la <strong>di</strong>agnosi precoce può essere l’unicometodo <strong>di</strong> prolungamento della sopravvivenza delpaziente.Poster n. 181RUOLO PREDITTIVO DI UN SINGOLO MICROFOCOLAIO DIADENOCARCINOMA PROSTATICO (


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia Oncologica<strong>di</strong> dolore significativamente inferiori vs. placebo (1,8333 vs3,2048 p=0,0006). Il numero dei pazienti che hanno riportatoun qualsiasi grado <strong>di</strong> dolore è risultato significativamenteinferiore nel gruppo anestetizzato vs. placebo (37 vs. 52p=0,0033). I pazienti più giovani (età 68 anni). Non è stata <strong>di</strong>mostrata alcuna <strong>di</strong>fferenzastatisticamente significativa nei livelli <strong>di</strong> tenesmo rettalee tenesmo vescicale nei due gruppi. Re-biopsie sono state eseguitein 17 pazienti del gruppo EMLA ed in 24 pazienti delgruppo placebo. 12 pazienti (70,1%) del gruppo EMLA hannogiu<strong>di</strong>cato il campionamento meno doloroso in confronto agli8 pazienti (33%) del gruppo placebo. L’ipotensione vaso-vagaleè stata registrata in 2 pazienti del gruppo EMLA ed in 4pazienti del gruppo placebo.Conclusioni: L’anestesia locale ottenuta me<strong>di</strong>ante blocco dellefibre somatosensitive del canale anale riduce significativamenteil dolore durante il campionamento bioptico prostaticotrans-rettale.Bibliografia:1. Soloway MS, Obek C. Periprostatic local anesthesia before ultrasoundguided prostate biopsy. J Urol 2000; 163:1722. Seymour H, Perry MJA, Lee-Elliot C, Dundas D, Patel U. Pain aftertransrectal ultrasonography-guidedprostate biopsy: the advantages of<strong>per</strong>iprostatic local anaesthesia. BJU International 2001; 88:5403. Addla SK, Adeyoju AA, Wemyss-Holden GD, Neilson D. Local anaestheticfor transrectal ultrasound-guided prostate biopsy: a prospective, randomized,double blind, placebo-controlled study. Eur Urol 2003; 43:4414. Luscombe CJ, Cooke PW. Pain during prostate biopsy. The Lancet 2004;363:1840Video n. 183PROSTATECTOMIA RADICALE ANTEROGRADA MODIFI-CATA: NOTE DI TECNICA CHIRURGICASerni S., Masieri L., Lapini A., Corvino C., Locunto U.,Carloni M., Baldazzi V., Carini M.Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Firenze, U.O. Urologia, Ospedale S. M.Annunziata, FirenzeIntroduzione: Il miglioramento delle conoscenze anatomichedelle strutture <strong>per</strong>iprostatiche ed il maggior numero <strong>di</strong> interventieseguiti in pazienti giovani ha portato l’urologo a <strong>di</strong>sporredella possibilità <strong>di</strong> spaziare da un intervento “nerve sparing”bilaterale alla ampia resezione dei bundles neurovascolaria seconda e del rischio <strong>di</strong> extracapsularià e delle caratteristichecliniche del singolo paziente. E’ stato <strong>di</strong>mostrato in letteraturail possibile ruolo della prostatectomia ra<strong>di</strong>cale anterogredanel minimizzare l’incidenza <strong>di</strong> margini chirurgici positiviin pazienti ad alto rischio preo<strong>per</strong>atorio <strong>di</strong> malattia extracapsulare.Proponiamo l’evoluzione della nostra tecnica <strong>per</strong>sonale<strong>di</strong> prostatectomia ra<strong>di</strong>cale anterograda puntualizzando idettagli chirurgici sia della resezione ampia dei bundles neurovascolari,sia nel risparmio degli stessi quando si voglia effettuareun intervento “nerve sparing”.Tecnica chirurgica: Previa linfectomia pelvica iliaco-otturatoriasi procede all’incisione laterale della fascia endopelvica edallo scollamento dei tessuti sottofasciali, alla sezione deilegamenti puboprostatici e alla legatura del complesso dellavena dorsale del pene con punti trasfiggenti, che nel caso <strong>di</strong>una prostatectomia ra<strong>di</strong>cale nerve-sparing deve essere effettuataevitando <strong>di</strong> coinvolgere i bundles neurovascolari.L’intervento prevede ora l’incisione della giunzione vescicoprostaticache ove in<strong>di</strong>cato effettuiamo con tecnica <strong>di</strong> conservazionedel collo vescicale, procedendo all’isolamento deltratto iniziale dell’uretra prostatica ed alla sua sezione. Si sviluppaquin<strong>di</strong> il piano <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssezione posteriore alla ghiandolaguadagnando il tessuto a<strong>di</strong>poso che circonda i vasi deferentie le vescicole seminali fino al loro completo isolamento. Dopola sezione dei deferenti è possibile trazionare verso l’alto ilcomplesso prostato vescicolare ed esporre la fascia <strong>di</strong>Denonvilliers che viene a<strong>per</strong>ta cranialmente. Si procede oracon lo scollamento posteriore del piano prostato-rettale finoall’uretra. Al termine <strong>di</strong> questa fase è possibile trazionandoverso l’alto la prostata e inferiormente il retto visualizzareagevolmente i peduncoli prostatici che possono essere ampiamenteresecati. Nel caso si effettui una prostatectomia nervesparing si procede allo scollamento craniocaudale dei bundlesneurovascolari previa a<strong>per</strong>tura laterale della fascia <strong>di</strong>Denonvilliers. Effettuata la sezione dei peduncoli la ghiandolaprostaica è attaccata solamente a livello apicale. Questoconsente la palpazione <strong>di</strong>retta dell’apice prostatico così davalutare la sua precisa conformazione anatomica e quin<strong>di</strong> evitaremargini chirurgici positivi in tal sede. Tale manovra inoltre<strong>per</strong>mette <strong>di</strong> scollare accuratamente i bundles neurovascolariprima <strong>di</strong> completare la prostatectomia quando si effettuiun risparmio <strong>di</strong> queste strutture. Si procede quin<strong>di</strong> all’isolamentodell’uretra ed alla sua sezione, e previa sezione delmuscolo retto-uretrale alla rimozione del complesso prostatovescicolare.Si procede quin<strong>di</strong> all’anastomosi vescico uretralesu catetere tipo Foley 18 Ch.Poster n. 184MICROCITOMA DELLA VESCICA: PRESENTAZIONE DIDUE CASI E REVISIONE DELLA LETTERATURATorcigliani S., Fontana N., Repetti F., Santelli G., Tori F.,Aquilini M., Paoluzzi M., Pinzi N.U.O. Urologia, ASL 2 Lucca, ToscanaIntroduzione: Riferiamo <strong>di</strong> due casi <strong>di</strong> carcinoma a piccole celluledella vescica, una rara forma descritta in letteratura in circa200 casi. È una neoplasia ad elevata aggressività probabilmenteoriginatasi da cellule multipotenti, da cellule del sistemaAPUD presenti a livello della lamina basale <strong>di</strong> <strong>tutti</strong> i tessuti epitelialio da metaplasia <strong>di</strong> cellule tumorali altamente s<strong>di</strong>fferenziate.Materiali e Meto<strong>di</strong>: Due pazienti maschi <strong>di</strong> 56 e 63 anni sonogiunti alla nostra osservazione nel 2000 e nel 2003 <strong>per</strong> macroematuria.La <strong>di</strong>agnostica <strong>per</strong> immagini ha evidenziato la presenza<strong>di</strong> neoformazioni vegetanti multiple localizzate a livello deltrigono in un paziente e a livello della pareti laterali nell’altro.Entrambi sono stati sottoposti a TURB sta<strong>di</strong>ativa con <strong>di</strong>agnosiistologica <strong>di</strong> carcinoma a piccole cellule infiltrante la paretemuscolare. La TC era in<strong>di</strong>cativa in entrambi i casi <strong>per</strong> linfoadenomegaliamonolaterale senza infiltrazione dei tessuti <strong>per</strong>ivescicali.Sono stati sottoposti entrambi a cistectomia ra<strong>di</strong>calecon confezionamento <strong>di</strong> ileal conduit. L’istologico definitivo haconfermato la <strong>di</strong>agnosi pT2b,N1,M0. Sono stati sottoposti successivamentea chemio+ra<strong>di</strong>oterapia in a<strong>di</strong>uvante.Risultati: Un paziente è deceduto a 6 mesi dall’intervento conmetastasi epatiche e polmonari, l’altro è vivente a nove mesidall’intervento con reci<strong>di</strong>va pelvica inglobante il pavimento<strong>per</strong>ineale.Conclusioni: Il Microcitoma della vescica è una rara neoplasiamolto aggressiva che si presenta come massa <strong>di</strong> oltre 5 cm convaste aree <strong>di</strong> necrosi. Dati sulla sopravvivenza sono <strong>di</strong>sponibili<strong>per</strong> 134 pazienti. Da una dettagliata revisione della letteraturapubblicata da Soloway la sola cistectomia non sembra essereMigliori risultati sono stati ottenuti con la chemioterapiaa<strong>di</strong>uvante (27 mesi) e con la ra<strong>di</strong>oterapia a<strong>di</strong>uvante (29.2 mesi)anche se l’esiguo numero <strong>di</strong> pazienti non consente <strong>di</strong> definireun trattamento ideale. Sono stati descritti solo 2 casi <strong>di</strong> tumoriin sta<strong>di</strong>o T1 all’istologico dopo TURB senza <strong>per</strong>altro dati <strong>di</strong>Archivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004; 76, 3, Supplemento 169


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia Oncologicafollowup e non consente <strong>per</strong>ciò <strong>di</strong> stabilire se la sola TURB siaun trattamento efficace nelle forme su<strong>per</strong>ficiali.Bibliografia:1. Small cell carcinoma of the urinary bladder. Cheng L et al; Cancer101:957Comunicazioni n. 186IL RUOLO DEL CD10 NELLA DIAGNOSI DELLE NEOPLA-SIE RENALIViganò P. 1 , Picozzi S. 1 , Casu M. 1 , Giuberti A. 1 , Bovo G. 2 ,Buffa R. 2 , Strada G.R. 11Uo Di Urologia Ospedale San Gerardo, Monza; 2 Uo AnatomiaPatologica Ospedale San Gerardo, MonzaIntroduzione: Le neoplasie renali rappresentano il 3% deitumori dell’adulto, colpendo più frequentemente la 5 e 6decade <strong>di</strong> vita con rapporto m:f <strong>di</strong> 2:1. Istologicamente sonorappresentate da adenocarcinomi nell’85% dei casi, connumerosi istotipi: carcinoma a cellule chiare, ca. papillare e acellule cromofobe, con <strong>di</strong>versi gra<strong>di</strong> <strong>di</strong> malignità e oncocitoma,considerato benigno. Il CD10 è una proteina <strong>di</strong> membranadel gruppo delle metallopeptidasi, espresso sulla membranadelle cellule linfoi<strong>di</strong>. <strong>di</strong> recente si è in<strong>di</strong>viduato anche sullamembrana <strong>di</strong> cellule epiteliali tra cui i tubuli renali. In letteraturasono riportati lavori sull’utilizzo <strong>di</strong> tale antigene inneoplasie renali, su sezioni criostatate. Scarse sono invece ledocumentazioni sull’utilizzo del cd10 su materiale paraffinato<strong>di</strong> routine. Scopo del lavoro è documentare l’utilità dell’anticorpoanti cd10 nella <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong>fferenziale <strong>di</strong> neoplasierenali su sezioni paraffinate.Materiali e Meto<strong>di</strong>: Abbiamo riesaminato, da materiale archiviato,450 neoplasie renali dal 1985 al 2000. Abbiamo selezionato55 casi in base ad alcuni criteri: <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> certezzaall’e-e, buona qualita dei preparati, <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> materialeparaffinato, presenza <strong>di</strong> parenchima normale, proporzioni <strong>di</strong>casi simile tra istotipi, contenimento dei costi. Sono stati selezionati:7 oncocitomi, 9 ca a cellule cromofobe, 13 ca papillari,26 ca a cellule chiare <strong>di</strong> cui 15 a basso grado e 11 <strong>di</strong> altogrado (sec Fuhrman). La reazione immunoistochimica conanticorpo anti cd10 è stata sviluppata me<strong>di</strong>ante immunocoloratoreautomatico, quin<strong>di</strong> la riesamina dei casi con microscopiaa testata multipla. sono stati valutati i seguenti parametri:intensità <strong>di</strong> colorazione,% cellule positive, tipi <strong>di</strong> cellule positive(neoplastiche e <strong>di</strong> accompagnamento), <strong>di</strong>stribuzioneintracellulare del cromogeno.Risultati: Abbiamo ottenuto una reazione positiva nel 100%dei ca a cellule chiare, sia a basso che alto grado, con caratteristica<strong>di</strong>stribuzione sulla membrana; nel ca papillare rispostapositiva nell’83% dei casi; nessuna risposta nel ca a cellule cromofobe;29% <strong>di</strong> positività nell’oncocitoma, <strong>per</strong>altro con interpretazionedubbia.Conclusioni: Dal nostro lavoro si evince che l’uso dell’anticorpoanti cd10 puo essere <strong>di</strong> utilità nella <strong>di</strong>agnostica <strong>di</strong>fferenzialetra i vari istotipi <strong>di</strong> neoplasia del rene, con una meto<strong>di</strong>ca routinaria,semplice e a costi contenuti.Poster n. 187CISTI DERMOIDE DEL TESTICOLO: PRESENTAZIONE DICASO CLINICOViganò P., Picozzi S., Manganini V., Casu M., Giuberti A.,Mazza L., Strada G.R.U.O Urologia Ospedale San Gerardo, MonzaIntroduzione: La cisti dermoide del testicolo è una particolareforma <strong>di</strong> teratoma cistico, benigno e assai raro, analogo allaforma ovarica. nella maggior parte dei casi si in<strong>di</strong>vidua nei giovanie più raramente nei bambini. l’esor<strong>di</strong>o è <strong>di</strong> solito rappresentatoda una massa testicolare. Macroscopicamente è <strong>di</strong> solitoriscontrabile una singola cisti che può contenere peli ocapelli e materiale caseoso. Microscopicamnete la parete dellacisti è composta da epitelio squamoso stratificato con unitapilio-sebacee. unulteriore rivestimento fibroso può contenereghiandole, muscolo liscio, ossa, cartilagine ed altri tessuti. Inmolti casi la cisti dermoide è associata ad una reazione lipogranulomatosadel parenchima circostante.Case report: Giunge alla nostra osservazione un ragazzo <strong>di</strong> 19anni. In anamnesi precedente appen<strong>di</strong>cectomia ed ernioplasticainguinale destra, in buona salute con massa al polo inferioredel <strong>di</strong><strong>di</strong>mo destra. Il controllo ecografico <strong>di</strong>mostra lesioneipoecogena <strong>di</strong> circa 15 mm al polo inferiore del testicolodestro. Tale lesione era presente in precedente ecografia del1997 seppur <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni inferiori (8 mm). Gli esami preo<strong>per</strong>atoricon gli usuali markers <strong>per</strong> patologia testicolare eranonei limiti. Normale la ra<strong>di</strong>ografia del torace. Abbiamo sottopostoil paziente a esplorazione del testicolo <strong>per</strong> via inguinale conclampaggio preventivo del funicolo, exeresi della massa e valutazioneestemporanea dell’istologico. Alla <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> cisti dermoide(confermata poi all’istologia definitiva) ha <strong>per</strong>messo unaterapia conservativa del testicolo. Il decorso post o<strong>per</strong>atorio èstato regolare con <strong>di</strong>missione nelle 24 ore dopo l’intervento.Ad un primo follow-up <strong>di</strong> 6 mesi il paziente gode <strong>di</strong> buonasalute, presenta obiettività locale nei limiti.Bibliografia:1. Burt et all. Dermoid Cyst Of The Testis. Scott Med J 19982. Dockerty. Dermoid Cysts Of The Testis. J Urol 2002Poster n. 189NEOVESCICHE ORTOTOPICHE: RISULTATI MORFOFUN-ZIONALI A DISTANZA. NOSTRA ESPERIENZADall’Oglio B., Parma P., Luciano M., Bondavalli C.Azienda Ospedaliera C. Poma, MantovaIntroduzione e Obiettivi: La neoplasie vescicali infiltranti e leforme non infiltranti ad alto grado plurireci<strong>di</strong>ve, richiedono l’asportazionetotale della vescica e prostata nell’uomo e <strong>di</strong> vescicautero e annessi nelle donne. Le <strong>per</strong>centuali <strong>di</strong> sopravvivenzaa lungo termine (maggiore <strong>di</strong> 5 anni) non su<strong>per</strong>ano il 30%.Lo scopo <strong>di</strong> questo lavoro è <strong>di</strong> valutare il rispetto dell’altoapparato urinario, la continenza e più in generale il “confort”delle neovesciche ortotopiche nei nostri pazienti sopravvissutia una neoplasia vescicale infiltrante.Meto<strong>di</strong>: Dal 1990 al 1999 presso la <strong>di</strong>visione Urologicadell’Ospedale Carlo Poma <strong>di</strong> Mantova sono state eseguite 230cistectomie totali <strong>per</strong> neoplasia uroteliale infiltrante. In 155 <strong>di</strong>questi casi l’intervento si è concluso con derivazione ortotopica.L’anastomosi uretero-intestinale è stata eseguita con tecnicaantireflusso a seconda dei segmenti intestinali: Le Duc nell’ileoe tunnel sottomucoso nel colon. Gli ureteri sono sempre statistentati <strong>per</strong> 10 giorni e il catetere è stato mantenuto in sede <strong>per</strong>almeno 14 giorni. Attualmente sono sopravvissuti 37 che vengonovalutati in questo stu<strong>di</strong>o: 34 uomini e 3 donne.Risultati: I 37 pazienti stu<strong>di</strong>ati hanno un follow –up minimo <strong>di</strong>5 anni e massimo <strong>di</strong> 13 (me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> 8 anni). Di essi 16 hanno ricevutouna derivazione urinaria sec. Hautman, 11 sono state le VIP,4 le neovesciche sigmoidee sec. Reddy, 3 neovesciche sec. Studere 3 secondo Camey II. Incontinenza notturna è presente in <strong>tutti</strong>i pazienti; la continenza <strong>di</strong>urna è completa in <strong>tutti</strong> i pazienti.Cinque pazienti (4 uomini e 2 donne) sono in autocateterismo<strong>per</strong> incontinenza da rigurgito e vescica <strong>di</strong>stesa. Quattro pazientihanno sviluppato una <strong>di</strong>stensione delle vie urinarie alte da stenosidell’anastomosi uretero-vescicale e in due casi si è avuta una70Archivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004; 76, 3, Supplemento 1


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia Oncologicacalcolosi vescicale multipla. Nonostante le <strong>di</strong>fferenze tecnichepreviste <strong>per</strong> realizzare le varie neovesciche ortotopiche, il risultatoci sembra sostanzialmente sovvrapponibile. 32 pazientihanno mantenuto uno svuotamento vescicale sod<strong>di</strong>sfacente <strong>di</strong>giorno con incontinenza notturna. L’esame cistografico ai 5 anni<strong>di</strong>fficilmente <strong>per</strong>mette <strong>di</strong> riconoscere la tecnica utilizzata, tuttehanno una conformazione sferoidale e solo le Studer presentanola tipica appen<strong>di</strong>ce (tratto intestinale non detubolarizzato).L’esame uro<strong>di</strong>namico, eseguito in 8 pazienti a scopo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o, acirca 3 anni dall’intervento, non ha mostrato <strong>di</strong>fferenze significativetra le varie tecniche. Anche la qualità delle minzioni nonè parsa variare a seconda delle scelte del tipo <strong>di</strong> neovescica ortotopica.Conclusioni: Pur in presenza <strong>di</strong> casistica modesta e variegata laimpressione è che la qualità delle minzioni non vari a secondadella tecnica usata <strong>per</strong> confezionare una neovescica ortotopica.Poster n. 190LOCALIZZAZIONE CUTANEA DI NEOPLASIA GERMINA-LE EXTRAGONADICA: PRIMO CASO CLINICO IN LETTE-RATURATorelli T. 1 , Piva L. 1 , Biasoni D. 1 , Milani A. 1 , NicolaiN. 1 ,Salvioni R. 1 , Colecchia M. 2 , Pizzocaro G. 11Unità O<strong>per</strong>ativa <strong>di</strong> Urologia; 2 Dipartimento <strong>di</strong> Patologia, Istitutonazionale dei Tumori, MilanoIntroduzione: I tumori germinali del testicolo sono, nel maschiogiovane, la neoplasia più frequente. il 5% <strong>di</strong> essi ha origineextragona<strong>di</strong>ca. Quest’ultimi colpiscono la ghiandola pineale, ilme<strong>di</strong>astino, il retro<strong>per</strong>itoneo e la regione sacro-coccigea, postilungo la cosidetta “cresta germinale”. La localizzazione inizialeal <strong>di</strong> fuori <strong>di</strong> tale cresta è rarissima ed a prognosi infausta,come mostra il caso del paziente da noi seguito, oggetto dellacomunicazione.Caso clinico: M.M., 22 anni, giunse alla nostra osservazione<strong>per</strong> una localizzazione cutanea al fianco destro <strong>di</strong> teratomaimmaturo, accertato istologicamente nel febbraio 2003. Imarkers (AFP, beta- HCG) erano negativi. La TC toracoaddominalemostrava solo adenopatie pelviche ed inguinalidestre. L’ecografia testicolare era normale. Vennero eseguitidue cicli <strong>di</strong> chemioterapia PEB (Cisplatino, Etaposide eBleomicina) senza alcuna risposta. Nell’aprile 2003 furonoeffettuate la escissione della massa cutanea e la linfoadenectomiainguino-pelvica destra con istologia <strong>di</strong> teratomamaturo ed immaturo. Dopo due mesi una TC toraco-addominalemostrò la ripresa <strong>di</strong> malattia a livello lombare destroe me<strong>di</strong>astinico. Entrambe le localizzazioni furono asportatechirurgicamente con riscontro della stessa istologia, senzaanomalie cromosomiche. Taxolo e doxorubicina si mostraronoinefficaci in vitro. Nel settembre 2003 i markers sipositivizzarono debolmente (AFP= 11.95; beta-HCG=10.92) con la presenza <strong>di</strong> adenopatie intercavoaortiche e<strong>di</strong>nguinali. Vennero eseguiti tre cicli <strong>di</strong> chemioterapia TIP(Taxolo, Ifosfamide, Cisplatino), senza alcuna risposta néclinica né biochimica. Vennero quin<strong>di</strong> asportate le adenopatiecon riscontro istologico <strong>di</strong> teratoma con focolai <strong>di</strong> tumoredel sacco vitellino. La progressione <strong>di</strong> malattia continuòsino al decesso, nel luglio 2004, senza alcuna risposta ai varitentativi <strong>di</strong> terapia.Discussione: La peculiarità del caso clinico presentato è legataalla sede iniziale <strong>di</strong> malattia (cute) al <strong>di</strong> fuori della crestagerminale. In letteratura sono descritti rarissimi casi analoghi(1). La spiegazione data è legata alla possibile colonizzazioneda parte <strong>di</strong> cellule gona<strong>di</strong>che primor<strong>di</strong>ali in moltiorgani e tessuti al <strong>di</strong> fuori della cresta germinale, la cui funzioneè sconosciuta (2). Inoltre nel nostro caso erano assentile anomalie cromosomiche spesso presenti nei tumori germinali(3). Dato clinico interessante e non facilmente spiegabileè l’innalzamento tar<strong>di</strong>vo dei markers associato allacontemporanea comparsa <strong>di</strong> tumore del sacco vitellino.Probabilmente si tratta <strong>di</strong> un effetto selettivo o <strong>di</strong> de-<strong>di</strong>fferenziazionedella chemioterapia su cloni cellulari inizialmenteocculti. La prognosi infausta accomuna il nostro casoa quelli descritti in letteratura (4). Essa non è mai statamo<strong>di</strong>ficata dalle varie terapie adottate ed è caratterizzata dall’altotasso <strong>di</strong> reci<strong>di</strong>ve in se<strong>di</strong> normalmente non interessatedalle neoplasie germinali.Bibliografia:1. Schmoll HJ. Extragonadal germ cell tumors. Ann Oncol 2002; 4:2652. Goss E. Extragonadal germ cell tumors. Cancer 1994; 73:19713. Chaganti RSK. Origin of adult male me<strong>di</strong>astinal germ cell tumors. Lancet1994; 343:11304. Manivel JC. Germ cell tumor-like neoplasms occuring outside the anatomicmidline. Sem Diagn Path 2003; 20:260Comunicazioni n. 191RADIOTERAPIA PREOPERATORIA + CISTECTOMIARADICALE VS CISTECTOMIA RADICALE DA SOLA NELCARCINOMA VESCICALE PT3- T4: RISULTATI A LUNGOTERMINE DI UNO STUDIO PROSPETTICOBrausi M., Verrini G., Gavioli M., Peracchia G., Viola M.,De Luca G., Borelli A., Simonini G.U.O. Urologia, Ospedale S. Agostino-Estense, Modena eRamazzini, Carpi, ModenaIntroduzione ed Obiettivi: La sopravvivenza a lungo termine neipazienti con carcinoma a cellule transizionali della vescica(TCC) in sta<strong>di</strong>o pT3-pT4 è scarsa, nonostante la chirurgia ra<strong>di</strong>caleo la ra<strong>di</strong>oterapia esterna. La ra<strong>di</strong>oterapia pre-o<strong>per</strong>atoriaseguita da cistectomia ra<strong>di</strong>cale nei pazienti affetti da neoplasiavescicale localmente avanzata è stata considerata da <strong>di</strong>versiautori. Tuttavia nessuno stu<strong>di</strong>o finora ha provato, in modoconvincente, il ruolo <strong>di</strong> tale trattamento nel prolungare lasopravvivenza. Gli obiettivi <strong>di</strong> questo stu<strong>di</strong>o prospettico sonostati quelli <strong>di</strong> valutare a 5 e 10 anni la sopravvivenza , la reci<strong>di</strong>valocale e a <strong>di</strong>stanza e gli effetti collaterali, nei pazienti trattaticon RT preo<strong>per</strong>atoria + cistectomia vs la sola cistectomia.Materiali e Meto<strong>di</strong>: Sono stati inclusi 54 paz. con TCC pT3-pT4.30/54 paz. hanno ricevuto 40-44 GY sulla pelvi in 4-5 settimaneprima dell’intervento <strong>di</strong> cistectomia (gruppo A). 24/54paz. sono stati sottoposti a sola cistectomia ra<strong>di</strong>cale (gruppoB). Nel gruppo A l’età me<strong>di</strong>a è stata <strong>di</strong> 62.7 anni, l’interventochirurgico è stato eseguito 20-30 giorni dopo la RT; abbiamoeseguito una linfoadenectomia bilaterale estesa (LN iliaci esterni,interni ed otturatori) con cistectomia ra<strong>di</strong>cale e derivazioneurinaria sec. Bricker. Nel gruppo B l’età me<strong>di</strong>a è stata <strong>di</strong> 61.1anni, 17/24 paz. sono stati sottoposti a cistectomia con linfoadenectomiaestesa, 7 paz. sono stati sottoposti soltanto a cistectomia.La derivazione urinaria sec. Bricker è stata eseguita in<strong>tutti</strong> i paz. Sta<strong>di</strong>o e grado patologico: nel gruppo A: T3 = 28/30paz. (93.3%), T4 = 2/30 paz. (6.7%). G2 =4/30 paz.,G3=26/30paz. Nel gruppo B: T3=19/24 paz. (79.2%), T4 = 5/24 paz.(20.8%). G3 = 16/24 paz. G2= 8/24 paz. Gruppo A:N0=26/30, N+=3/30, Nx 1/30 paz. Gruppo B: N0 = 11/24paz., N+ =5/24, NX = 8/34 paz.Risultati: Il follow-up minimo è stato <strong>di</strong> 10 anni. Nel gruppo A18/30 paz. (60%) hanno avuto sottosta<strong>di</strong>azione della neoplasiadopo RT. A 5 e 10 anni la sopravvivenza malattia specifica (DSS)è stata rispettivamente del 55.1% e del 27.5%. La sopravvivenzaa 5 anni <strong>per</strong> i paz. pT4 o N+ è stata 0; 14/30 paz. (47%) hannopresentato progressione: in 2 casi locale e in 12 a <strong>di</strong>stanza, in untempo me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> 29.4 mesi. La <strong>per</strong>centuale <strong>di</strong> complicanze è statadel 43.3%: proctite ed enterocolite sono stati gli effetti collateraliArchivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004; 76, 3, Supplemento 171


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia Oncologicapiù frequenti, 2 pazienti sono morti <strong>per</strong> fistole stercoracee e in 3casi si è reso necessario un nuovo intervento chirurgico(2 stenosiureterali, 1 derivazione fecale temporanea). Nel Gruppo B lasopravvivenza a 5-10 anni malattia specifica (DSS) è stata del33.3% e del 25%. A 5 anni la sopravvivenza <strong>per</strong> i T4 è stata 0,<strong>per</strong> N+ è stata del 20% (1/5). 13/24 paz. (54.1%) hanno avutoprogressione : 8 a <strong>di</strong>stanza e 5 sia locale che a <strong>di</strong>stanza. Il tempome<strong>di</strong>o <strong>di</strong> progressione è stato <strong>di</strong> 10.2 mesi. La <strong>per</strong>centuale <strong>di</strong>complicanze è stata del 17% con 2 paz. che hanno richiesto reinterventoa cielo a<strong>per</strong>to.Conclusioni: La RT+C rispetto alla C da sola non prolunga laDSS a 10 anni nei pazienti con pT3-T4. Tuttavia il tempo <strong>di</strong>progressione è significativamente prolungato nei pazienti chehanno ricevuto la RT preo<strong>per</strong>atoria (29.4 mesi vs 10.2 mesi).La <strong>per</strong>centuale <strong>di</strong> reci<strong>di</strong>va locale è lievemente ridotta nelgruppo A (RT+C) rispetto al gruppo B (47% vs 54%). Gli effetticollaterali sono stati importanti e maggiormente presenti neipazienti trattati con RT (gruppo A) rispetto al gruppo B(43.3% vs 17%).Poster n. 192RUOLO DELLA LINFOADENECTOMIA NEL CARCINOMATRANSIZIONALE INFILTRANTE (TCC) DELLE VIE ESCRE-TRICIBrausi M., Verrini G., Gavioli M., Peracchia G., Viola M.,De Luca G., Simonini G.U.O. Urologia, Ospedale S. Agostino-Estense, Modena eRamazzini, Carpi ModenaIntroduzione e Obiettivi: L’obiettivo del nostro stu<strong>di</strong>o è statoquello <strong>di</strong> valutare il valore prognostico della linfoadenectomiaretro<strong>per</strong>itoneale (RPNLD) dopo la nefroureterectomia neipazienti con TCC infiltrante delle alte vie escretrici.Meto<strong>di</strong>: Nel nostro stu<strong>di</strong>o sono stati inclusi, nel <strong>per</strong>iodo 1987-2002, 80 pazienti con TCC infiltrante delle alte vie escretrici.L’età me<strong>di</strong>a era <strong>di</strong> 67.7 anni. 56 pazienti erano maschi e 14femmine. In 45/80 paz. la neoplasia era localizzata a livellodella pelvi renale, in 28 a livello ureterale e in 7 paz. era localizzatain entrambe le se<strong>di</strong>. STADIO: 36/80 paz. erano pT2,36/80 =pT3 e 8 = pT4. GRADO: 44/80 pazienti erano G2, G3=36 paz. Status Linfonodale. pN0= 24 paz., pN+=16, pNX=40.In 77/80 paz. è stata eseguita nefroureterectomia, in 3/80 paz.è stata eseguita solo nefrectomia parziale. 40/80 paz. hannoricevuto linfoadenectomia retro<strong>per</strong>itonelae (RPLND) con l’asportazione<strong>di</strong> più <strong>di</strong> 5 LN (gruppo 1) e 40/80 paz. non hannoricevuto RPLND (gruppo 2). Il follow-up me<strong>di</strong>o è stato <strong>di</strong> 48.6mesi. Il valore prognostico della RPLND unitamente allo sta<strong>di</strong>opatologico T (2 vs 3-4), allo status LN (0 vs 1-2 vs X), algra<strong>di</strong>ng (2 vs 3), all’età (< 65 vs > 65 anni), al sesso, al tempo<strong>di</strong> reci<strong>di</strong>va e alla sopravvivenza sono stati valutati con le curvedel log-rank test.Risultati: Il tempo me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> reci<strong>di</strong>va e la sopravvivenza globalesono state rispettivamente <strong>di</strong> 51.2 e 52.5 mesi nel gruppo 1,mentre <strong>per</strong> il gruppo 2 sono state 18.5 e 21.2 mesi. In <strong>tutti</strong> edue i gruppi non vi sono state <strong>di</strong>fferenze in termini <strong>di</strong> morbi<strong>di</strong>tào in tempi <strong>di</strong> ospedalizzazione. Ad un’analisi univariataRPNLD, T,N status (N0 vs N+) erano significativamente correlatial tempo <strong>di</strong> reci<strong>di</strong>va (p 0.0009, p 0.008 e p 0.009 rispettivamente),e sopravvivenza (p 0.0000006, p 0.003 e p0.003), RPNLD e T (cox proportional azard model) sono statii soli 2 fattori in<strong>di</strong>pendenti significativi <strong>per</strong> la sopravvivenzaglobale (p 0.04 e p 0.008 rispettivamente), mentre nessunadelle variabili analizzata singolarmente, è stata in grado <strong>di</strong> pre<strong>di</strong>rela reci<strong>di</strong>vaConclusioni: I risultati del nostro stu<strong>di</strong>o evidenziano il ruolocurativo della RPNLD nel trattamento dei paz. con TCC infiltrantedelle alte vie escretrici.Comunicazioni n. 193IL TRATTAMENTO PERCUTANEO (PCN) CON RADIOFRE-QUENZA (RITA) DELLE MASSE RENALI < 3 CM: RISUL-TATI PRELIMINARIBrausi M., Verrini G., Gavioli M., Pernacchia G., Viola M.,De Luca G. , Castagnetti G., Simonini G.Divisione <strong>di</strong> Urologia, Ospedale S. Agostino-Estense, Modena eRamazzini Carpi, ModenaIntroduzione: La ra<strong>di</strong>ofrequenza si è <strong>di</strong>mostrata una tecnicasemplice ed efficace <strong>per</strong> il trattamento mini-invasivo dei tumoridel rene. L’accesso <strong>per</strong>cutaneo eseguito in anestesia locale,sotto guida TAC o ecografia appare molto interessante. Gliobiettivi del nostro stu<strong>di</strong>o sono stati quelli <strong>di</strong> valutare la fattibilitàdella RITA, e la risposta al trattamento <strong>per</strong>cutaneo e <strong>di</strong>segnalare gli effetti collaterali.Materiali e Meto<strong>di</strong>: Dal febbraio 2002 ad oggi abbiamo trattatocon RITA 22 paz.. 8 pazienti sono stati trattati a cielo a<strong>per</strong>to e14 paz. <strong>per</strong> via PCN che fanno parte <strong>di</strong> questa analisi. Tutti itumori sono stati <strong>di</strong>agnosticati con Eco e TC. L’età me<strong>di</strong>a è stata78.5 anni, il <strong>di</strong>ametro tumorale me<strong>di</strong>o è stato <strong>di</strong> 2.5 cm. Il trattamentocon RITA è stato eseguito in anestesia locale in 13/14paz. attraverso il puntamento ecografico. In un caso il tumorenon è stato ben rilevato all’esame ecografico e il paziente non èstato trattato. Il tempo <strong>di</strong> trattamento è variato da 18’ a 30’. Ilfollow-up me<strong>di</strong>o è stato <strong>di</strong> 7.7 mesi. 2/13 pazienti non hannoraggiunto i 3 mesi <strong>di</strong> follow-up. 11/13 paz. sono stati valutatiogni 3 mesi con TACRisultati: Il tempo <strong>di</strong> ospedalizzazione me<strong>di</strong>o è stato <strong>di</strong> 24 ore,2/13 paz. hanno avuta risposta completa con scomparsa dellamassa dopo 15-15 mesi, 2/13 paz. hanno avuto una stabilizzazionedel quadro TC. Effetti collaterali: 1/13 nausea, 1/13 doloreche ha richiesto anestesia generale.Conclusioni: Il trattamento PCN delle masse renali con RITAsotto guida ecografia è efficace, semplice e non richiede anestesiagenerale. La RITA può essere considerata una validameto<strong>di</strong>ca mini-invasiva in alternativa alla chirurgia <strong>per</strong> il trattamentodei tumori del rene. Ulteriori dati ed un più lungo follow-upsono assolutamente necessari.Comunicazioni n. 194NEPHRON SPARING IN MONORENE: TECNICA CHIRUR-GICA E RISULTATI A LUNGO TERMINEMaugeri O., Seveso M., Taverna G.L., Giusti G., PiccinelliA., Benetti A., Pasini L., Zandegiacomo S., Graziotti P.Istituto clinico HumanitasIntroduzione: La chirurgia conservativa renale è ormai riconosciutacome valida opzione terapeutica alternativa alla nefrectomiara<strong>di</strong>cale <strong>per</strong> le lesioni <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensioni. Scopo <strong>di</strong>questo stu<strong>di</strong>o è stata la valutazione dell’efficacia terapeutica <strong>di</strong>questa meto<strong>di</strong>ca nella nostra es<strong>per</strong>ienza applicata a pazientiaffetti da neoplasia renale bilaterale o in rene funzionalmenteunico, esaminando sia i risultati oncologici che la funzionalitàrenale dopo adeguato follow-up.Materiali e meto<strong>di</strong>: Dal gennaio 1997 all’luglio 2004 abbiamosottoposto a chirurgia nephron sparing 124 pazienti. Di questi19 presentavano una in<strong>di</strong>cazione <strong>di</strong> necessità in quanto funzionalmenteo anatomicamente monoreni (primo caso o<strong>per</strong>atonel marzo ‘98). I pazienti, in età compresa tra i 37 e i 75 anni(me<strong>di</strong>ana 54), erano 11 maschi ed 8 femmine. Ad eccezione <strong>di</strong>2 pazienti, <strong>tutti</strong> presentavano pre-o<strong>per</strong>atoriamente una creatininemiainferiore a 1,4 mg/dL. L’accesso è stato sempre lombotomicoextra<strong>per</strong>itoneale. 12 pazienti sono stati o<strong>per</strong>ati conclampaggio dell’arteria renale ed ischemia fredda con ghiacciosterile variante dai 12 ai 45 minuti (me<strong>di</strong>a 24 minuti) precedutodalla somministrazione in bolo e.v. <strong>di</strong> 15 grammi <strong>di</strong> man-72Archivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004; 76, 3, Supplemento 1


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia Oncologicanitolo. Le lesioni avevano un <strong>di</strong>ametro compreso tra i 2 ed i 14cm (me<strong>di</strong>a 4.5 cm) In 7 casi la via escretrice è stata formalmentea<strong>per</strong>ta con posizionamento anterogrado <strong>di</strong> uno stentdoppio J rimosso in 14 giornata. Il controllo della creatininemia, emocromo ed elettroliti plasmatici è stato effettuato quoti<strong>di</strong>anamentefino alle <strong>di</strong>missioni e quin<strong>di</strong> trimestralmente.Risultati: Il nostro follow-up è risultato compreso tra 2 e 64mesi (me<strong>di</strong>ana 23). All’esame istologico definitivo, 12 pazientisono risultati affetti da carcinoma renale a cellule chiare, 4carcinoma a cellule papillari, 1 oncocitoma e 2 angiomiolipomi.La degenza post-o<strong>per</strong>atoria è stata <strong>di</strong> 6.2 giorni (range 5-9). L’emotrasfusione è stata necessaria in 2 pazienti. Nonabbiamo registrato complicanze <strong>per</strong>i-o<strong>per</strong>atorie maggiori adeccezione <strong>di</strong> un caso <strong>di</strong> ileo paretico e una infezione della ferita.Nessun paziente ha richiesto un provve<strong>di</strong>mento <strong>di</strong>aliticonel decorso post o<strong>per</strong>atorio. È stato rilevato 1 margine chirurgicopositivo. All’attuale follow-up 16 pazienti presentano unanormofunzionalità renale mentre 3 pazienti hanno valori <strong>di</strong>creatininemia rispettivamente <strong>di</strong> 1,8, 2,1 e 2,3 mg/dL. Nonabbiamo rilevato alcun caso <strong>di</strong> proteinuria ascrivibile ad i<strong>per</strong>filtrazione.Non abbiamo inoltre riscontrato casi <strong>di</strong> progressionedella neoplasia o decessi <strong>per</strong> cause intercorrenti.Conclusioni: La chirurgia conservativa con in<strong>di</strong>cazione <strong>di</strong>necessità, grazie alla efficiente ra<strong>di</strong>calità chirurgica locale e aibuoni risultati relativi alla funzionalità renale, costituisce unavalida alternativa alla chirurgia ra<strong>di</strong>cale seguita dalla emo<strong>di</strong>alisie/o trapianto. Nella nostra casistica, così come giàriportato in letteratura, le complicanze chirurgiche, sonorisultate trascurabili, le degenze brevi e soprattutto contenutaè stata l’invasività <strong>per</strong> i pazienti con una minima incidenza<strong>di</strong> insufficienza renale associata ad un irrinunciabile controllooncologico.Poster n. 195UROVYSION: NOSTRA ESPERIENZA SU UN NUOVOTEST PER LA DIAGNOSI ED IL FOLLOW-UP DI NEOPLA-SIE UROTELIALIGraziotti P., Corinti M., Taverna G.L. , Piccinelli A.,Seveso M., Giusti G., Venci A., Bettio D.Istituto clinico HumanitasIntroduzione e Obiettivi: Lo stu<strong>di</strong>o è stato effettuato <strong>per</strong> verificarela affidabilità della ibridazione fluorescente in situ (FISH)nelle urine nella <strong>di</strong>agnosi e follow-up <strong>di</strong> neoplasie uroteliali.Materiali e Meto<strong>di</strong>: Abbiamo preso in esame 34 pazienti selezionatiin base alla sintomatologia (<strong>di</strong>suria, ematuria macro omicroscopica) o in base al riscontro clinico <strong>di</strong> un uroteliomavescicale. Abbiamo impiegato e confrontato i due criteri <strong>di</strong>positività più comuni: il primo, da noi definito maggiore, èquello raccomandato dalla Vysis, casa produttrice del test,consistente nella identificazione <strong>di</strong> 4 o più cellule su 25 conacquisto <strong>di</strong> 2 o più cromosomi 3,7,17 nella stessa cellulaoppure uguale o maggiore a 12 cellule su 25 con <strong>per</strong><strong>di</strong>ta omozigotedella regione 9p21. Abbiamo invece definito comeminore il criterio riportato da Bubendorf et al. (2001) che considerail test positivo quando ci siano più <strong>di</strong> due cellule anomale,considerando come anomala una cellula con 3 o piùcopie <strong>di</strong> cromosomi 3-7-17 e regione 9p21, o con delezioneeterozigote o omozigote della regione 9p21.Risultati: Utilizzando i primi criteri abbiamo avuto una specificitàdel 100%, mentre una sensibilità del 47% <strong>per</strong>altro conlesioni tutte G1 ad eccezione <strong>di</strong> un caso <strong>di</strong> G2. Molto più interessantisono risultati i dati desumibili dai criteri minori conun netto incremento della sensibilità 93% a scapito della specificitàridotta all’84%. Particolare nota meritano ulteriori 6pazienti con storia <strong>di</strong> neoplasia vescicale nel cui follow-up laFISH ha me<strong>di</strong>amente anticipato una reci<strong>di</strong>va <strong>di</strong> malattia (4G1,1 G2 e 1 G3) <strong>di</strong> circa 8 mesi.Conclusioni: Nonostante l’esiguità della casistica, siamo dell’avvisoche il test FISH, in particolare se applicato con i criterimeno selettivi, offra una sensibilità tale da poter essere inseritonell’algoritmo <strong>di</strong> follow-up <strong>di</strong> una neoplasia uroteliale con ilvantaggio <strong>di</strong> poter sensibilmente ridurre il numero delle indaginiendoscopiche.Video n. 196CISTECOMIA RADICALE LAPAROSCOPICA CON LINFOA-DENECTOMIA IN BLOCCODisanto V., Scalese G.A., Romano M., Portoghese F.,Ventura F., Cotrufo S., Rizzo P.L.Ente Ecclesiastico Ospedale Generale Regionale - F. Miulli - UOC <strong>di</strong>Urologia, Centro <strong>di</strong> Chirurgia Laparoscopica e Mininvasiva,Acquaviva delle Fonti (Ba)Introduzione: La cistectomia ra<strong>di</strong>cale laparoscopica è stata realizzatanegli ultimi anni da numerosi AA. La tecnica da noi utilizzatanegli ultimi due anni mira a ripetere in corso <strong>di</strong> laparoscopia quelloche viene eseguito con tecnica open. Ciò non solo nella fase <strong>di</strong>rimozione della vescica, prostata e vescichette seminali ma anchenella linfoadenectomia che viene eseguita in blocco con il pezzoo<strong>per</strong>atoio.Tecnica: Paziente in Trendelenburg spinto. Si posizionano 5 porte.Il primo tempo è l’incisione lungo gli assi iliaci isolamento dei linfono<strong>di</strong>iliaci comuni, iliaci esterni e otturatori che vengono lasciatiadesi alla vescica. L’arteria ipogastrica viene isolata in tutta la sualunghezza e i suoi rami vengono clippati e sezionati. La fase successivaè la incisione del Douglas e l’isolamento della Denonvilliersdal retto. La <strong>di</strong>ssezione quando possibile viene spinta fino all’uretra.La ulteriore fase è l’accesso allo spazio prevescicale previa incisionedel <strong>per</strong>itoneo parietale . Incisione bilaterale delle fascie endopelviche,legatura del Santorini con nodo extracorporeo, sezionedell’uretra e rimozione del pezzo previa sezione degli ureteri. Ilpezzo viene posto in endobag ed estratto attraverso incisione sott’ombelicale<strong>di</strong> circa 7 cm.Conclusioni: La tecnica laparoscopica <strong>per</strong>mette <strong>di</strong> assicurare glistessi risultati della tecnica open con minor <strong>per</strong><strong>di</strong>ta ematica emigliore accettazione da parte del paziente. I tempi <strong>di</strong> guarigione ,il decorso posto<strong>per</strong>atorio, e i tempi dell’intervento, su<strong>per</strong>ata unaprima fase <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento, sono risultati buoni .Video n. 197PROSTATECTOMIA RADICALE E DIVERTICULECTOMIAVIDEOLAPAROSCOPICADisanto V., Scalese G.A., Romano M., Portoghese F.,Ventura F., Cotrufo S., Rizzo P.L.Ente Ecclesiastico Ospedale Generale Regionale - F. Miulli - UOC <strong>di</strong>Urologia, Centro <strong>di</strong> Chirurgia Laparoscopica e Mininvasiva,Acquaviva delle Fonti (Ba)La coesistenza <strong>di</strong> un carcinoma prostatico e <strong>di</strong> un <strong>di</strong>verticolovescicale <strong>di</strong> notevoli <strong>di</strong>mensioni rappresenta una evenienza nonfrequente. Eseguire contemporaneamente la rimozione del <strong>di</strong>verticoloe la prostatectomia ra<strong>di</strong>cale pone <strong>di</strong>fficoltà non facilmenterisolvibili se si decide <strong>per</strong> una tecnica <strong>di</strong> chirurgia open o <strong>per</strong> unaprostatectomia ra<strong>di</strong>cale laparoscopica extra<strong>per</strong>itoneale. Il problema<strong>di</strong>venta ancora più complesso se,come nel caso da noi osservato,il <strong>di</strong>verticolo ha sede retrotrigonale. La tecnica da noi attuatasfrutta l’accesso laparoscopico trans<strong>per</strong>itoneale. Con tale tecnical’intervento è risultato abbastanza agevole e <strong>di</strong> semplice realizzazione.L’accesso trans<strong>per</strong>itoneale laparoscopico inoltre ci haconsentito <strong>di</strong> associare la linfoadenectomia. Il video inizia conArchivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004; 76, 3, Supplemento 173


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia Oncologicauna tac in cui è chiaramente evidente il <strong>di</strong>verticolo posteriormentealla vescica. Alcune immagini endoscopiche documentanol’a<strong>di</strong>tus <strong>di</strong>verticolare e la presenza <strong>di</strong> numerosi calcoli.L’intervento si svolge iniziando con la linfoadenectomia e la<strong>di</strong>verticulectomia. Segue quin<strong>di</strong> la prostatectomia ra<strong>di</strong>calelaparoscopica secondo i classici tempi che consistono nell’accessoallo spazio prevescicale e al Retzius,la incisione della fasciaendopelvica,la legatura delSantorini,la incisione del collo vescicalee l’isolamento dele vescichette seminali, la sezione deipeduncoli prostatici, del Santorini e dell’uretra. L’intervento siconclude con l’anastomosi uretro-vescicale eseguita,come è nostraprassi consolidata, con una continua. Scopo del video è quello<strong>di</strong> illustrare una associazione patologica non frequente e i vantaggidella tecnica laparoscopica trans<strong>per</strong>itoneale.Comunicazioni n. 198L’ESPLORAZIONE MICROCHIRURGICA DEL TESTICOLOIN PRESENZA DI NODULO TESTICOLARE NON PALPABILERolle L., Tamagnone A., Timpano M., Ceruti C.,Destefanis P., Fontana D.Divisione Universitaria <strong>di</strong> Urologia II Dipartimento <strong>di</strong> DisciplineMe<strong>di</strong>co-Chirurgiche Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Torino Ospedale SanGiovanni Battista, TorinoIntroduzione e Obiettivi: Il sempre più <strong>di</strong>ffuso ricorso alla <strong>di</strong>agnosticaecografica, svolta come accertamento <strong>di</strong> I livello, hacomportato un aumento dei riscontri incidentali <strong>di</strong> neoformazioniipoecogene sospette, asintomatiche, non palpabili, alivello gona<strong>di</strong>co. Se in altri <strong>di</strong>stretti più indagini ra<strong>di</strong>ologicheconfortano il clinico nella decisione <strong>di</strong> procedere all’intervento,a livello testicolare l’unico ausilio strumentale è fornito daimarker sierologici, con i ben noti limiti che li caratterizzano.Trattandosi generalmente <strong>di</strong> soggetti giovani, in cui un interventopotrebbe anche compromettere la fertilità, i dubbi decisionalidel clinico <strong>di</strong> fronte al riscontro ecografico <strong>di</strong> noduliipoecogeni testicolari intraparenchimali, con negatività obiettivae sierologica, aumentano.Meto<strong>di</strong>: 3 soggetti <strong>di</strong> età compresa tra i 33 e i 40 anni (etàme<strong>di</strong>a 36.3) con riscontro ecografico <strong>di</strong> no<strong>di</strong> testicolari, nonpalpabili all’esame clinico e con markers tumorali negativi,sono stati sottoposti ad intervento esplorativo scrotale. Talilesioni sono state identificate a livello intraprenchimale conl’ausilio del microscopio o<strong>per</strong>atore, sotto la cui vista sono statiasportati. La <strong>di</strong>agnosi è stata ottenuta con l’esame istologicoestemporaneo <strong>di</strong> sezioni al congelatore.Risultati: Le lesioni sono state incidentalmente rilevate all’ecografiascrotale, eseguita nell’ambito del follow-up <strong>per</strong> pregressaneoplasia testicolare (2 casi, <strong>di</strong> cui 1 azoos<strong>per</strong>mico, in storia<strong>di</strong> criptorchi<strong>di</strong>smo) o <strong>per</strong> orchialgia. Tutte le suddette lesionisi presentavano ipoecogene. L’esame istologico estemporaneodelle sezioni al congelatore ha <strong>per</strong>messo <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare:a) parenchima testicolare sano;b) i<strong>per</strong>plasia multinodulare <strong>di</strong> cellule <strong>di</strong> Ley<strong>di</strong>g;c) neoplasia intratubulare <strong>di</strong> cellule germinali.In quest’ultimo caso si è proceduto a completare l’orchifunicolectomia.L’esame istologico definitivo ha confermato in <strong>tutti</strong>i casi la <strong>di</strong>agnosi intrao<strong>per</strong>atoria.Discussione: Nella nostra es<strong>per</strong>ienza, la ricerca con l’ausilio delmicroscopio o<strong>per</strong>atore con tecnica microchirurgica <strong>di</strong> lesioninodulari testicolari impalpabili rilevate all’ecografia, apparesicura ed efficace. Questo approccio ha consentito <strong>di</strong> riconoscerelesioni nodulari del testicolo altrimenti non rilevabiliall’esame obiettivo, dando la possibilità <strong>di</strong> preservare il testicoloquando la lesione è benigna. In caso <strong>di</strong> pazienti monorchi<strong>di</strong>,questo approccio potrebbe consentire l’asportazioneselettiva <strong>di</strong> piccole lesioni maligne. Inoltre, in presenza <strong>di</strong> soggetti<strong>di</strong>s<strong>per</strong>mici (in particolare, azoos<strong>per</strong>mici) è possibile eseguirecontestualmente una micro-TESE <strong>per</strong> il tentativo <strong>di</strong> recu<strong>per</strong>o<strong>di</strong> s<strong>per</strong>matozoi da destinare a tecniche <strong>di</strong> fecondazioneassistita.Comunicazioni n. 200LA CHEMIOTERAPIA ADIUVANTE CON INFUSIONE CON-TINUA DI FLOXURIDINA E IL-2 SOTTOCUTANEA NELTRATTAMENTO DEL CARCINOMA RENALE METASTATI-CO DOPO NEFRECTOMIA RADICALEDestefanis P. 2 , Terrone C. 1 , Cracco C. 1 , Aveta P. 2 , Fiori C. 2 ,Squeo M.S. 2 , Cretarola E 3 , Lancini V. 3 , Conti G. 3 , RoccaRossetti S, Fontana D. 21Urologia Universitaria, Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Cliniche eBiologiche, A.S.O. S. Luigi, Orbassano; 2 Urologia Universitaria II,Dipartimento <strong>di</strong> Discipline Me<strong>di</strong>co-Chirurgiche A.S.O. Molinette,Torino; 3 Unità O<strong>per</strong>ativa <strong>di</strong> Urologia, Ospedale S. Anna, ComoIntroduzione ed Obiettivi: Il carcinoma renale in sta<strong>di</strong>o avanzatopresenta una prognosi infausta con una sopravvivenza me<strong>di</strong>a<strong>di</strong> 6-9 mesi. La chemioterapia convenzionale e la ra<strong>di</strong>oterapianon hanno <strong>di</strong>mostrato risultati sod<strong>di</strong>sfacenti. L’obiettivo <strong>di</strong>questo stu<strong>di</strong>o è <strong>di</strong> valutare l’efficacia dell’infusione continua <strong>di</strong>FUDR da sola o in associazione all’IL-2 sottocutanea nella terapiadei pazienti con carcinoma renale metastatico.Meto<strong>di</strong>: dal 1987 al 2002, 189 pazienti con carcinoma renalemetastatico sono stati trattati con FUDR in infusione continuacronomodulata (89 pazienti) o con associazione <strong>di</strong> FUDR e IL-2<strong>per</strong> via sottocutanea (100 pazienti). Tutti i pazienti ad eccezione<strong>di</strong> 2 erano stati sottoposti a nefrectomia ra<strong>di</strong>cale. Per la somministrazionedella Floxuri<strong>di</strong>na è stato impiegato un cronoinfusoretotalmente impiantabile (Synchromed-Medtronic), programmabiledall’esterno ed in grado <strong>di</strong> infondere il farmaco con ritmi circa<strong>di</strong>ani.Il FUDR è stato somministrato <strong>per</strong> 15 giorni consecutiviseguiti da 15 giorni <strong>di</strong> pausa. Nel trattamento combinato, nel<strong>per</strong>iodo <strong>di</strong> intervallo del FUDR, l’IL-2 è stata somministra <strong>per</strong> 5giorni alla settimana al dosaggio 4,5 milioni IU/<strong>di</strong>e. Il dosaggioiniziale del FUDR era <strong>di</strong> 0,15 mg/kg/<strong>di</strong>e e in assenza <strong>di</strong> effetti collateraliveniva incrementato <strong>di</strong> 0,025 mg/kg/<strong>di</strong>e ogni due ciclifino ad un massimo <strong>di</strong> 0,3 mg/kg/<strong>di</strong>e. La terapia veniva effettuataa domicilio. Metastasi sincrone e metacrone erano presenti in77 e 112 pazienti, rispettivamente. I pazienti sono stati sud<strong>di</strong>visiin <strong>di</strong>verse classi <strong>di</strong> rischio seguendo la classificazione <strong>di</strong> Palmer. Ipazienti trattati con FUDR+IL-2 avevano fattori prognostici peggiori.La sopravvivenza causa specifica è stata valutata me<strong>di</strong>ante ilmetodo <strong>di</strong> Kaplan-Meyer mentre le curve <strong>di</strong> sopravvivenza sonostate comparate me<strong>di</strong>ante il log-rank test.Risultati: La sopravvivenza causa specifica me<strong>di</strong>ana è stata <strong>di</strong> 19mesi. I pazienti con metacrone sincrone hanno <strong>di</strong>mostrato unasopravvivenza significativamente su<strong>per</strong>iore (p = 0.002). Nonc’è stata una <strong>di</strong>fferenza statisticamente significativa fra lasopravvivenza dei pazienti trattati con solo FUDR rispetto aquelli che hanno ricevuto FUDR+IL-2. Gli effetti collaterali siadella monoterapia con FUDR che della terapia <strong>di</strong> associazionesono stati modesti così come le complicanze relative all’impiantodel cronoinfusore.Conclusioni: La terapia con FUDR in cronoinfusione continuada sola o in associazone con IL-2 è ben tollerata e <strong>per</strong>mette <strong>di</strong>ottenere sod<strong>di</strong>sfacenti risultati nel trattamento del carcinomarenale metastatico.Comunicazioni n. 201PROSTATECTOMIA RADICALE LAPAROSCOPICA: UNAPROVATA ALTERNATIVA CHIRURGICAGalli S., Simonato A., Bozzola A., Gregori A., Lissiani A.,Ra<strong>di</strong>ce R., Gaboar<strong>di</strong> F.U.O. Urologia, Azienda Ospedaliera L. Sacco, Milano74Archivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004; 76, 3, Supplemento 1


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia OncologicaIntroduzione ed Obiettivi: La prostatectomia ra<strong>di</strong>cale laparoscopicaè un intervento praticato da circa 5 anni. Nelle casistiche dei centricon maggiore es<strong>per</strong>ienza non sono riportate significative <strong>di</strong>fferenzedal punto <strong>di</strong> vista oncologico rispetto alla tecnica a cieloa<strong>per</strong>to (1, 2). In questo lavoro sono stati valutati i risultati oncologicie funzionali ottenuti nei pazienti o<strong>per</strong>ati <strong>di</strong> prostatectomiara<strong>di</strong>cale laparoscopica presso il nostro centro negli ultimi 3 anni.Pazienti e Meto<strong>di</strong>: Sono stati considerati 150 pazienti (pz) consecutivio<strong>per</strong>ati <strong>di</strong> prostatectomia ra<strong>di</strong>cale laparoscopica trans <strong>per</strong>itoneale.L’età me<strong>di</strong>a era <strong>di</strong> 64 anni ed il PSA me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> 10,4 ng/ml(range 1,5-58). In 47 (31,3%) è stata eseguita una linfadenectomiapelvica regolata <strong>di</strong> sta<strong>di</strong>azione <strong>per</strong> valori <strong>di</strong> PSA > o = 10ng/ml e/o Gleason bioptico > 6. Tutti i pazienti si sono <strong>di</strong>chiaraticontinenti pre-o<strong>per</strong>atoriamente.Risultati: Il tempo o<strong>per</strong>atorio me<strong>di</strong>o è stato <strong>di</strong> 210 min, le <strong>per</strong><strong>di</strong>teematiche me<strong>di</strong>e 353 ml, la degenza me<strong>di</strong>a 5 giorni ed il catetereè stato rimosso me<strong>di</strong>amente dopo 8 giorni. Complessivamente imargini positivi sono stati 41 (27,3%); <strong>di</strong> questi 26 (63,4%) eranosingoli e 15 (36,6%) plurimi. I fattori <strong>di</strong> rischio significativi <strong>per</strong> lapresenza <strong>di</strong> margini positivi sono stati lo sta<strong>di</strong>o > pT2 (Chi-quadro< 0.001), il Gleason definitivo > 7 (Chi-quadro < 0.01) ed unPSA > 20 (Chi-quadro < 0.001). 17 pz (11,3%) presentano unareci<strong>di</strong>va biochimica o clinicamente rilevabile. Tra questi 12(70,6%) sono risultati in sta<strong>di</strong>o pT3a o su<strong>per</strong>iore, 13 (76,5%) presentavanomargini positivi (<strong>di</strong> questi 8 erano singoli e 5 plurimi)ed infine 15 (88,2%) avevano un Gleason definitivo > 7. Il tasso<strong>di</strong> continenza è stato 44,3% alla rimozione del catetere, 55% ad 1mese, 73,8%, 87,9% e 91,8% rispettivamente a 3, 6 e 12 mesi.Conclusioni: La prostatectomia ra<strong>di</strong>cale laparoscopica si è<strong>di</strong>mostrata una tecnica sicura ed in grado <strong>di</strong> offrire risultatisovrapponibili alle tecniche a cielo a<strong>per</strong>to. Oggi non può quin<strong>di</strong>più essere considerata una terapia s<strong>per</strong>imentale ma unintervento ben co<strong>di</strong>ficato con risultati riproducibili. Pertanto ipazienti affetti da carcinoma prostatico localizzato possonoscegliere con sicurezza anche tale nuova terapia chirurgica.Bibliografia:1. Guillonneau B, et al. Laparoscopic ra<strong>di</strong>cal prostatectomy: oncologicalevaluation after 1,000 cases a Montsouris Institute. J Urol 2003; 169:12612. Rassweiler J, et al Laparoscopic ra<strong>di</strong>cal prostatectomy: functional andoncological outcomes. Curr Opin Urol 2004; 14:75Comunicazioni selezionate N. 202RADIOTERAPIA ADIUVANTE O DI SALVATAGGIO DOPOPROSTATECTOMIA RADICALEBortolato B. 1 , Zanni D. 2 , Brambilla M.G. 2 , Botturi M. 11U.O Ra<strong>di</strong>oterapia; 2 Servizio <strong>di</strong> Fisica Sanitaria, A.O. OspedaleNiguarda, MilanoIntroduzione: Il ruolo della ra<strong>di</strong>oterapia nel carcinoma prostaticosottoposto a chirurgia ra<strong>di</strong>cale è ancora controverso. Abbiamoanalizzato in termini retrospettivi la nostra casistica <strong>per</strong> in<strong>di</strong>viduarel’esistenza <strong>di</strong> un vantaggio, in termini <strong>di</strong> sopravvivenzalibera da progressione biochimica <strong>di</strong> malattia, tra pazienti portatori<strong>di</strong> adenocarcinoma prostatico o<strong>per</strong>ati ra<strong>di</strong>calmente e sottopostia ra<strong>di</strong>oterapia subito dopo la chirurgia (RT a<strong>di</strong>uvante) otrattati solo alla comparsa della reci<strong>di</strong>va (RT <strong>di</strong> salvataggio).Materiali e Meto<strong>di</strong>: Tra l’ottobre 1992 ed il <strong>di</strong>cembre 2003, abbiamotrattato con ra<strong>di</strong>oterapia 126 pazienti (pz.) consecutivi precedentementesottoposti a prostatectomia ra<strong>di</strong>cale ± linfoadenectomiailiaco-otturatoria bilaterale. Abbiamo sud<strong>di</strong>viso il campionein due gruppi sulla base del timing della RT: il Gruppo Acostituito da 74 pz. (58.7%) sottoposti a RT a<strong>di</strong>uvante, (etàme<strong>di</strong>a 62.1 anni, min 47 – max 76), ed il Gruppo S comprendente52 pz. (41.3%) avviati al trattamento solo alla ripresa biochimicae/o macroscopica <strong>di</strong> malattia, (età me<strong>di</strong>a 67.4 anni, min55 – max 81). I due gruppi erano così <strong>di</strong>stribuiti <strong>per</strong> sta<strong>di</strong>o T:Gruppo A, 11 pz. (14.9%) T2R+, 30 pz. (40.5%) T3a, 29 pz.(31.1%) T3b, 4 pz. (5.5%) T4; 9/74 pz. (12.1%) erano N+;Gruppo S: 26 pz. (50%) T2R+, 12 pz. (23%) T3a, 12 pz. (23%)T3b; 2 pz. (4%) erano N+. Il PSA me<strong>di</strong>o pre-chirurgia dei duegruppi risultava dall’analisi: Gruppo A 18.74 ng/ml (min 4.1 –max 100) e Gruppo S 17 ng/ml (min 1.95 – max 100). In 71/74pz (96%) del Gruppo A ed in 48/52 pz (92.4%) del Gruppo S èstato possibile valutare il Gleason Score sul pezzo o<strong>per</strong>atorio e<strong>per</strong>tanto: Gruppo A GS 2-7 57 pz. (77%), GS 8-10 14 pz. (19%);Gruppo S GS 2-7 37 pz. (71.2%), GS 8-10 11 pz. (21.2%).Entrambi i gruppi sono stati sottoposti a ra<strong>di</strong>oterapia sulla loggiaprostatica con dose totale me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 60 Gy (min 59.40 – max66.60) <strong>per</strong> il Gruppo A e <strong>di</strong> 61.80 Gy (min 59.60 – max 66.60)<strong>per</strong> il Gruppo S. Nel Gruppo A, 18/74 pz. (24.3%) e nel GruppoS 26/52 (50%), avevano iniziato un trattamento ormonosoppressivoa<strong>di</strong>uvante dopo l’intervento chirurgico. Nel Gruppo A 14 pz.(19%) mostravano un PSA > 0.1 ng/ml prima dell’inizio dellara<strong>di</strong>oterapia, <strong>per</strong>tanto il PSA me<strong>di</strong>o pre-RT del Gruppo A è stato<strong>di</strong> 0.6 ng/ml (min 0 – max 12.4), mentre <strong>per</strong> il Gruppo S <strong>di</strong> 1ng/ml (min 0.1 – max 6.4). In entrambi i gruppi le tossicitàgastrointestinale (GI) e genitourinaria (GU) acute e tar<strong>di</strong>ve nonsono state mai su<strong>per</strong>iori al grado 2 secondo RTOG. I pazientisono entrati in un programma <strong>di</strong> follow-up (FU) clinico-strumentalepresso l’Ambulatorio <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>oterapia.Risultati: Nel Gruppo A, il FU me<strong>di</strong>o è risultato <strong>di</strong> 40 mesi (min6 – max 139), mentre nel Gruppo S <strong>di</strong> 34 mesi (min 6 – max140). Nel Gruppo A si sono verificati 4 decessi (6,3%) <strong>per</strong>cause non correlate alla malattia e un decesso (1.3%) <strong>per</strong> progressione<strong>di</strong> malattia ossea, mentre nel Gruppo S solo unpaziente ha sviluppato una neoplasia del sigma sei anni dopoil trattamento RT. Abbiamo quin<strong>di</strong> valutato la progressione <strong>di</strong>malattia biochimica secondo i criteri ASTRO analizzando i datidal punto <strong>di</strong> vista statistico con il test chi quadro. Nel GruppoA, 11/69 pz.(15.9%) hanno mostrato progressione <strong>di</strong> malattia;in due casi le indagini strumentali hanno documentato unaprogressione <strong>di</strong> malattia a <strong>di</strong>stanza (scheletro e linfono<strong>di</strong>,rispettivamente). Nel Gruppo S, 22/52 pz. (42.3%) hannomanifestato un aumento del PSA e tra questi 2 pz. hanno metastasischeletriche. Cinquantotto pazienti (84.1%) del Gruppo Ae 30 (57.7%) del Gruppo B non presentano attualmente evidenza<strong>di</strong> malattia biochimica. L’analisi dei due gruppi hamostrato una <strong>di</strong>fferenza statisticamente significativa (p


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia OncologicaIntroduzione: La nefrectomia ra<strong>di</strong>cale nei pazienti con neoplasiarenale avanzata ha un ruolo incontrovertibile in termini <strong>di</strong> palliazionedei sintomi, nell’ottica <strong>di</strong> un miglioramento della qualitàdella vita, mentre il suo ruolo è ancora controverso dal punto<strong>di</strong> vista oncologico. I migliori risultati dovrebbero comunqueessere garantiti dalla possibilità <strong>di</strong> integrare la terapia chirurgicacon una terapia sistemica. Gli Autori riportano la loro es<strong>per</strong>ienzariguardo alla nefrectomia ra<strong>di</strong>cale nel trattamento della neoplasiarenale metastatica/avanzata.Materiali e Meto<strong>di</strong>: Dal gennaio 1997 al settembre 2004, 23pazienti (età me<strong>di</strong>ana 62 – range 38-79) affetti da neoplasiarenale metastatica o con trombosi venosa cavale sono stati sottopostia nefrectomia ra<strong>di</strong>cale presso il nostro Centro. Do<strong>di</strong>cipazienti presentavano voluminosa neoplasia renale con localizzazionesecondaria polmonare (n=9), epatica (n=2), ossea(n=2), cerebrale (n=1); 3/12 (25%) pazienti avevano anchetrombosi neoplastica cavale. Un<strong>di</strong>ci pazienti presentavano unaneoplasia renale con coinvolgimento cavale: 4 con trombosicavale sopra<strong>di</strong>aframmatica sono stati sottoposti a sternotomia<strong>per</strong> un migliore accesso alla vena cava sopraepatica; 2 <strong>di</strong> essisono stati sottoposti ad atriotomia in CEC <strong>per</strong> una trombosiintra-atriale. Sette pazienti presentavano trombosi neoplasticacavale sotto<strong>di</strong>aframmatica. Nel <strong>per</strong>iodo posto<strong>per</strong>atorio ipazienti con malattia metastatica con un <strong>per</strong>formance statusaccettabile sono stati sottoposti a immunoterapia.Risultati: Il tempo o<strong>per</strong>atorio me<strong>di</strong>o è stato <strong>di</strong> 5 ore, le <strong>per</strong><strong>di</strong>teematiche sono state sui 2400 ml. Non si è verificata mortalitàintrao<strong>per</strong>atoria. Dei pazienti con metastasi a <strong>di</strong>stanza, 8 sonomorti dopo un follow-up me<strong>di</strong>ano <strong>di</strong> 6 mesi (range 2-36); 3sono vivi e liberi da malattia a 15 mesi, un paziente con malattiametastatica e trombosi neoplastica atriale è deceduto ad unmese dall’intervento <strong>per</strong> infarto intestinale. Degli 11 pazienticon trombosi cavale 4 sono vivi e liberi da malattia a 36 mesi,3 vivi ed in progressione sistemica a 33 mesi, 3 sono deceduti<strong>per</strong> malattia a 22 mesi, uno è stato <strong>per</strong>so al follow-up.Conclusioni: La prognosi della neoplasia renale avanzata rimaneindubbiamente sfavorevole; il coinvolgimento venoso non rappresenta<strong>di</strong> <strong>per</strong> sè un elemento particolarmente sfavorevole <strong>di</strong>prognosi ma si associa in una porzione significativa <strong>di</strong> pazienti amalattia metastatica sincrona o metacrona. Il significato dellanefrectomia ra<strong>di</strong>cale nel trattamento del tumore renale metastaticova in ogni caso in<strong>di</strong>viduato nel contesto <strong>di</strong> una terapia multimodalein combinazione con immunoterapia sistemica.Poster n. 204EXCLUSIVE RADIOTHERAPY OF BLADDER CANCER:LATE GENITOURINARY AND RECTAL EFFECTSFerrera G. 1 , Alongi F. 1 , Mortellaro G . 1 , Federico M. 1 , VellaM. 2 , Montemaggi P. 11Regional Cancer Center “M. Ascoli”, Palermo; 2 Clinica Urologica,Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> PalermoPurpose: To describe long term bladder and rectal toxicity afterra<strong>di</strong>cal ra<strong>di</strong>otherapy in patiens with invasive bladder cancer.Materials and Methods: Between 1991 and 2004 a total of 36patients, me<strong>di</strong>an age 70.1, with biopsy (trans uretral resection)proven invasive bladder cancer, underwent ra<strong>di</strong>cal ra<strong>di</strong>otherapy.Patients were treated with a CT based four field isocentricwith shaped anterior, posterior and two opposed lateralfields to irra<strong>di</strong>ate the bladder and pelvic lymph- nodes. Themean dose was 57± 6.26 Gy with a daily dose fraction of 1.8-2 Gy five days/week. No patients underwent chemoterapy.Late toxicities were based on the LENT-SOMA scale tables.Results: After ra<strong>di</strong>ation therapy fifteen patients (41,6%) havebeen non evidence of desease and were evaluated for late genitourinaryand rectal toxicity, with me<strong>di</strong>an follow-up of 84months. Only 7% of the patients described urogenital symptomsof grade 3 and 93% grade 1-2 and so without negative impact ondaily activities; none of them underwent cystectomy because of ashrinking bladder. No patients ex<strong>per</strong>ienced late gastrointestinaltoxicity grade 4 and only 5% had mild <strong>di</strong>arrhea.Conclusion: Morbi<strong>di</strong>ty of preserved bladder is not relevant witha well functioning bladder likewise rectal toxicity was not relevant.Ra<strong>di</strong>cal ra<strong>di</strong>otherapy is a reasonable treatment option forpatients unfit for cistectomy and in selected cases for patientsseeking an alternative to ra<strong>di</strong>cal cistectomy.Video n. 205TUMORECTOMIA RENALE LAPAROSCOPICA RETROPE-RITONEALE. IL FILMAmenta M., Grosso G., Maritati F., Occhipinti M.Casa <strong>di</strong> cura “Dott.Pederzoli” pres<strong>di</strong>o ASL 22 regione Veneto U.OUrologia Peschiera del Garda, Verona)Introduzione: L’affinamento delle meto<strong>di</strong>che d’immagine ha portatoa un incremento nella <strong>di</strong>agnosi precoce, spesso “incidentale”delle neoplasie renali. La nefrectomia ra<strong>di</strong>cale è ad oggi consideratail “gold standard” nel trattamento del carcinoma renale mentre lachirurgia “nephron sparing” rimane l’opzione terapeutica “<strong>di</strong> necessità”.Le neoformazioni renali esofitiche, <strong>di</strong> limitate <strong>di</strong>mensioni,non coinvolgenti la via escretrice, subcliniche rappresentano lamodalità <strong>di</strong> sempre più frequente presentazione dei tumori renali.In tal senso la tumorectomia <strong>di</strong>viene in<strong>di</strong>cazione in elezione.L’approccio laparoscopico nella chirurgia renale conservativa, presentaa nostro parere netti vantaggi rispetto alla chirurgia tra<strong>di</strong>zionale.In particolare abbiamo osservato una netta riduzione dellamorbilità <strong>per</strong>i e post-o<strong>per</strong>atoria, della degenza ospedaliera e unaprecoce ripresa delle normali attività socio-lavorative.Sovrapponibili i risultati oncologici.Materiali e Meto<strong>di</strong>: Posta l’in<strong>di</strong>cazione alla enucleoresezione renaleutilizziamo esclusivamente la via laparoscopica. Pre<strong>di</strong>ligiamo la viaretro<strong>per</strong>itoneoscopica a eccezione delle neoplasie del labbro renaleanteriori più facilmente aggre<strong>di</strong>bili <strong>per</strong> via trans-<strong>per</strong>itoneale. Ilvideo illustra i passaggi fondamentali della tecnica laparoscopicaretro<strong>per</strong>tioneale:1. posizionamento dei trocars e accesso al retro<strong>per</strong>itoneo;2. incisione della fascia <strong>di</strong> Gerota e penetrazione al versante posterioredel rene e al seno renale;3. clampaggio preventivo dell’arteria renale;4. esposizione della capsula renale vera ed isolamento della massa;5. enucleoresezione con bisturi a ultrasuoni e in<strong>di</strong>viduazione delmargine <strong>di</strong> sicurezza;6. biopsia della base lesionale;7. tecniche <strong>di</strong> emostasi del letto lesionale;8. rimozione della neoformazione in endobag.Eseguiamo l’ischemia calda qualora la <strong>di</strong>agnostica <strong>per</strong> immaginisuggerisca un’importante neo-circolo della massa o in caso <strong>di</strong>emorragia arteriosa intrao<strong>per</strong>atoria.Video N. 208LA NEFRECTOMIA RADICALE LAPAROSCOPICA RETRO-PERITONEALE ALLARGATA. TECNICAAmenta M., Grosso G., Maritati F., Occhipinti M.U.O. Urologia Casa <strong>di</strong> cura polispecialistica “Dott. Pederzoli”Presi<strong>di</strong>o Opspedaliero ASL 22 Regione Veneto Peschiera del Garda(Vr)Introduzione: La nefrectomia ra<strong>di</strong>cale rappresenta la terapia <strong>di</strong> sceltadel carcinoma renale. La <strong>per</strong>fetta riproducibilità della tra<strong>di</strong>zionaleprocedura a cielo a<strong>per</strong>to e i risultati oncologici sovrapponibilifanno dell’approccio laparoscopico una valida alternativa alla chi-76Archivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004; 76, 3, Supplemento 1


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia Oncologicarurgia open. Ciò premesso e considerati i vantaggi ampiamentedocumentati e riconosciuti della laparoscopia appare implicitocome tale tecnica abbia avuto negli ultimi anni cosi ampia <strong>di</strong>ffusione.Il concetto <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>calità oncologica non viene altresì inficiatodalla scelta della via retro<strong>per</strong>itoneoscopica ove vengano ripettatii canoni della chirurgia oncologica renale. I vantaggi <strong>di</strong> taleapproccio sono, a nostro parere, costituiti dal più imme<strong>di</strong>ato controllodell’arteria renale e un’anatomia intrao<strong>per</strong>atoria più semplice.Lo svantaggio principale è costituito dall’esiguo spazio <strong>di</strong> lavoro.Abbiamo creduto nella laparoscopia retro<strong>per</strong>itoneale anche neltrattamento delle neoplasie renali. Dal gennaio 2000 ad oggi abbiamoeffettuato oltre 200 interventi. Abbiamo co<strong>di</strong>ficato l’interventora<strong>di</strong>cale laparoscopico retro<strong>per</strong>itoneale.Materiali e Meto<strong>di</strong>: Il video illustra i passaggi più importanti dell’intervento:1. posizionamento dei trocars, accesso al retro<strong>per</strong>itoneo ed esposizionedel seno renale;2. scheletrizzazione, chiusura e sezione dell’arteria renale e dellavena renale;3. sezione dell’uretere;4. nefro-surrenectomia ra<strong>di</strong>cale (compreso il grasso <strong>per</strong>irenale);5. controllo dei vasi accessori;6. posizionamento dell’organo in endobag;7. minilaparotomia (sec. Gibson) e rimozione dell’organo.Comunicazioni n. 207LA BRACHITERAPIA INTERSTIZIALE PERMANENTE NELCARCINOMA DELLA PROSTATA LOCALIZZATO: ESPE-RIENZA DELL’UNIVERSITÀ DI TORINOBeltramo G. 1 , Casetta G. 4 , Guarneri A. 2 , Tessa M. 1 , RagonaR. 2 , Giglioli F.R. 3 , Tizzani A. 5 , Ricar<strong>di</strong> U. 21SCDU Ra<strong>di</strong>oterapia, ASO San Giovanni Battista <strong>di</strong> Torino;2SCDU Ra<strong>di</strong>oterapia, Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Torino;3Dipartimento <strong>di</strong> Fisica Sanitaria, ASO San Giovanni Battista <strong>di</strong>Torino; 4 SCDU Clinica Urologica I - ASO San Giovanni Battista <strong>di</strong>Torino; 5 SCDU Clinica Urologica I, Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> TorinoIntroduzione e Obiettivi: I dati della letteratura relativi alla brachiterapiainterstiziale, alla ra<strong>di</strong>oterapia esterna e alla prostatectomiara<strong>di</strong>cale nel carcinoma della prostata localizzato, evidenziano, a5 anni, risultati sovrapponibili in termini <strong>di</strong> controllo locale esopravvivenza libera da malattia. Lo scopo dello stu<strong>di</strong>o è valutarela fattibilità e l’efficacia della brachiterapia interstiziale nel trattamentodel carcinoma della prostata in sta<strong>di</strong>o localizzato.Meto<strong>di</strong>: Dal luglio 2000 al luglio 2004, presso l’Istituto <strong>di</strong>Ra<strong>di</strong>oterapia dell’Università <strong>di</strong> Torino nell’ambito del ProgettoProstata, sono stati sottoposti a brachiterapia interstiziale consemi <strong>di</strong> 125I 55 pazienti affetti da adenocarcinoma della prostataclinicamente localizzato. Dal punto <strong>di</strong> vista clinico i criteri<strong>di</strong> eleggibilità sono: PSA < 10 ng/ml; Gleason score ≤6;Sta<strong>di</strong>o T1c-T2b. Inoltre, in termini <strong>di</strong> ulteriore selezione clinicai pazienti eleggibili devono rispettare le seguenti caratteristiche:IPSS ≤8, volume prostatico < 40cc, flusso urinario max< 15 ml/s. L’età me<strong>di</strong>a dei pazienti in stu<strong>di</strong>o è stata <strong>di</strong> 69.3 anni(range 50-77). La brachiterapia è stata adottata come monoterapianel 30% dei pazienti, associata a terapia ormonale neoa<strong>di</strong>uvante<strong>per</strong> 3 mesi nel restante 70% dei casi. Tutti i pazientisono stati seguiti con follow-up clinico-strumentale.Risultati: Dall’analisi dei dati emerge un tasso <strong>di</strong> controllo localedel 96%, in assenza <strong>di</strong> reci<strong>di</strong>va tumorale clinicamente evidente.I risultati ottenuti sono del tutto sovrapponibili a quellidegli altri approcci terapeutici impiegati nel trattamento delcarcinoma della prostata localizzato. La tossicità al trattamentobrachiterapico è stata moderata, con sintomatologia minzionaleirritativa lieve (20% dei casi), importante (20%), ritenzioneurinaria (10%), macroematuria (8%), deficit della funzioneerettile (46%). Non si sono registrati casi <strong>di</strong> incontinenzaurinaria, stenosi uretrale o proctite.Conclusioni: La brachiterapia interstiziale, con tecnica eco-guidataed impianto a <strong>per</strong>dere, rappresenta, in pazienti selezionati, unavalida alternativa terapeutica alla prostatectomia ra<strong>di</strong>cale e allara<strong>di</strong>oterapia esterna. Ulteriori progressi terapeutici, in relazionealla sempre più crescente <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> sofisticate apparecchiaturee software de<strong>di</strong>cati, consentiranno <strong>di</strong> implementare ulteriormenteil livello qualitativo degli impianti interstiziali.Bibliografia:1. Ash D, et al. ESTRO/EAU Urological Brachytherapy Group: EORTCRa<strong>di</strong>otherapy Group. ESTRO/EAU/EORTC raccomendation on <strong>per</strong>manentseed implantation for localized prostate cancer. Ra<strong>di</strong>oth Oncol 2000; 57:315Poster n. 209METASTASI DEL GIUNTO PIELO-URETERALE DA CARCI-NOMA MAMMARIOPola L. 1 , Santoni B. 1 , Mulonia A. 1 , Spina<strong>di</strong>n R. 1 , ZennaroR. 1 , Pittarello F. 2 , Lodovichetti G. 2 , Fornasiero A. 3 ,Gasparella V. 11U. O. <strong>di</strong> Urologia O.C. <strong>di</strong> Piove <strong>di</strong> Sacco; 1 U.O. <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>ologia O.C.<strong>di</strong> Piove <strong>di</strong> Sacco; 2 Istituto <strong>di</strong> Anatomia Patologica, Università degliStu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Padova; 3 U.O. <strong>di</strong> Oncologia O.C. <strong>di</strong> Piove <strong>di</strong> Sacco, PadovaIntroduzione e Obiettivi. Il carcinoma mammario è uno deitumori più frequenti nel sesso femminile. Il suo andamento neltempo è impreve<strong>di</strong>bile e la ripresa <strong>di</strong> malattia si può presentareanche a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> molti anni. Le se<strong>di</strong> più frequenti sono ilfegato, i polmoni e nei casi ancor più avanzati il <strong>per</strong>itoneo (carcinosi<strong>per</strong>itoneale). L’uretere è una sede quantomeno anomala<strong>di</strong> metastasi da parte della neoplasia mammaria.Materiali, Meto<strong>di</strong> e Risultati: Giunge alla nostra attenzione unaPaziente <strong>di</strong> 67 anni latrice <strong>di</strong> una ecografia renale e pelvica documentantela presenza <strong>di</strong> una modesta idronefrosi sinistra( 61638; antero-posteriore della pelvi <strong>di</strong> 2 cm), asintomatica. LaPaziente era stata sottoposta nel 1989 a mastectomia destra <strong>per</strong>un carcinoma mammario. In seguito (nel 2000) <strong>per</strong> la comparsa<strong>di</strong> una lesione epatica e <strong>di</strong> alcune lesioni polmonari era stataavviata con successo, ad una chemioterapia sistemica, in plurimicicli. Al momento della nostra valutazione la funzionalità renalerisultava ai limiti su<strong>per</strong>iori della norma (creat=145 mmol/l). LaPaziente è stata <strong>per</strong>tanto stu<strong>di</strong>ata con una TAC addomino-pelvicaevidenziante la presenza <strong>di</strong> lesioni epatiche morfovolumetricamentestabili rispetto ai precedenti controlli, assenza <strong>di</strong> linfadenopatiee <strong>di</strong> masse retro<strong>per</strong>itoneali che potessero comprimere “abexstrinseco” l’uretere. Si confermava la presenza <strong>di</strong> idronefrosisinistra in un quadro ascrivibile a stenosi del giunto pielo-ureterale.L’angiofotoscintigrafia renale sequenziale con MAG 3 e test al<strong>di</strong>uretico documentava una funzionalità del rene sinistro del 35%con una curva <strong>di</strong> escrezione in accumulo. All’urografia e.v. il giuntopielo-ureterale sinistro risultava stenotico, con una inserzionealta della pelvi, l’uretere si seguiva in tutto il suo decorso debolmenteiniettato <strong>di</strong> mezzo <strong>di</strong> contrasto. L’urinocoltura era <strong>per</strong>sistentementepositiva <strong>per</strong> E. Coli. In considerazione del buon <strong>per</strong>formancestatus, dell’aspettativa <strong>di</strong> vita della paziente e dell’apparentecompleta risposta alla chemioterapia si è optato <strong>per</strong> un trattamentochirurgico conservativo della stenosi. La paziente è statadunque sottoposta ad intervento <strong>di</strong> pielo-ureteroplastica sec.Anderson-Hynes. All’atto o<strong>per</strong>atorio il giunto pielo-ureterale sipresentava stenotico, con tenaci aderenze; alla sezione del giuntosi è assistito alla fuoriuscita <strong>di</strong> materiale purulento da idropionefrosi.Il decorso post-o<strong>per</strong>atorio è stato del tutto regolare con<strong>di</strong>missione della Paziente in 8^ giornata. L’esame istologico documentavala presenza <strong>di</strong> infiltrazione ab-exstrinseco della pareteureterale sino alla tonaca muscolare da parte <strong>di</strong> carcinoma mammario,la mucosa uroteliale era indenne.Archivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004; 76, 3, Supplemento 177


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia OncologicaConclusioni: La presenza <strong>di</strong> una infiltrazione della parete ureteraleda parte <strong>di</strong> metastasi da carcinoma mammario è estremamenterara e pochi sono i casi descritti in letteratura; a nostra conoscenzasono meno <strong>di</strong> <strong>di</strong>eci casi. In questa Paziente possiamo inoltresupporre la presenza <strong>di</strong> una malattia del giunto pielo-ureteralepre-esistente aggravata dalla infiltrazione <strong>di</strong> metastasi da carcinomamammario che ha precipitato una ostruzione latente. Lanecessità <strong>di</strong> conservare la funzionalità renale, l’età e l’aspettativa<strong>di</strong> vita della paziente ci hanno comunque indotto a scegliere unatteggiamento chirurgico conservativo al fine <strong>di</strong> <strong>per</strong>mettere eventualicicli <strong>di</strong> chemioterapia sistemica.Poster n. 210CHEMIOIMMUNOTERAPIA NEL TUMORE RENALEMETASTATICO: CHEMIOTERAPIA CON GEMCITABINA EOXALIPLATINO; IMMUNOTERAPIA CON IL-2 SC A DOSIMEDIE E IFN-ALFA NATURALE CON UN RUOLO CHIAVESUL SINERGISMO E SULLA TOLLERABILITÀBobbio Pallavicini E., Tacconi F., Grassi M., Incardona S.,Bianchessi C., Lei<strong>di</strong> G.L.Ospedale Maggiore <strong>di</strong> CremaIntroduzione: Nonostante i numerosi sforzi e i <strong>di</strong>fferentiapprocci terapeutici impiegati dai ricercatori, il carcinomarenale metastatico è una malattia resistente alle cure me<strong>di</strong>cheed ha una sopravvivenza <strong>di</strong> 8-10 mesi.Razionale e Meto<strong>di</strong>: Attualmente si può considerare che: il trattamentoimmunoterapico con IL-2 e IFN-alfa è la terapia <strong>di</strong> riferimento<strong>per</strong> questi pazienti; l’IFN-alfa naturale ha mostrato capacità<strong>di</strong> indurre la regressione <strong>di</strong> tumori soli<strong>di</strong> ed ematologici e <strong>di</strong>aumentare la sopravvivenza del paziente affetto da tumore renalemetastatico, con ridotta i<strong>per</strong>piressia mialgia e sindromedepressiva rispetto all’IFN-alfa ricombinante; i mo<strong>di</strong>ficatori dellarisposta biologica determinano un incremento dell’efficacia antitumoraleei chemioterapici; la chemio-immunoterapia con 5-FUpiù IL-2 e IFN-alfa ha dato risultati contrad<strong>di</strong>tori; la Gemcitabinae l’Oxaliplatino in monoterapia hanno <strong>di</strong>mostrato una certa efficaciain stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> fase II ed è ampiamente <strong>di</strong>mostrato il sinergismotra <strong>di</strong> essi e rispettivamente con IFN e IL-2. Su queste basi abbiamoavviato un trial clinico <strong>per</strong> verificare l’attività e la tossicitàdella seguente schedula <strong>di</strong> chemio-immunoterapia: Gemcitabina1200 mg/mq ev, il giorno 1; Oxaliplatino 85 mg/mq ev, il giorno1; IL-2 4,5 MUI sc nei giorni 2-5, 8-12, 15-19; IFN-alfa naturale3 MUI i giorni 5, 8, 12, 15, 17, 19. Il trattamento viene ripetutoogni 4 settimane. Pazienti. Abbiamo arruolato 12 pazientiaffetti da carcinoma renale in fase avanzata (4 femmine e 8maschi; con età me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 61,2 anni), con un <strong>per</strong>formance status< o = 2. Il 75% dei pazienti presentava più <strong>di</strong> 2 siti metastatici.Tutti i pazienti sono stati sottoposti ad almeno 6 mesi <strong>di</strong> cura (9mesi <strong>di</strong> me<strong>di</strong>a, range 6-12), <strong>per</strong> un totale <strong>di</strong> 110 cicli.Risultati: Abbiamo ottenuto un 33% <strong>di</strong> risposte obiettive (2 completee 2 parziali); nel 43% dei casi abbiamo osservato una stabilizzazione<strong>di</strong> malattia. 9 pazienti sono ancora in trattamento. Lasopravvivenza me<strong>di</strong>a è <strong>di</strong> 17,4 mesi (range 6-34+). Tutti i pazientisono stati valutati <strong>per</strong> la tossicità: in nessun caso si è reso necessariauna riduzione <strong>di</strong> dose; la tossicità ematologica, renale, neurologicae car<strong>di</strong>aca sono risultate < al grado 2 WHO. La febbre èsempre risultata moderata, ben controllata dalla preme<strong>di</strong>cazionecon Paracetamolo 500 mg 1-2 cp/<strong>di</strong>e. Un clinical benefit, relativoa riduzione del dolore e miglioramento o mantenimento del<strong>per</strong>formance status, è stato osservato in <strong>tutti</strong> i casi.Conclusioni: In questo stu<strong>di</strong>o sono da considerare positivi,rispetto alla letteratura, i dati <strong>di</strong> risposta obiettiva e <strong>di</strong> sopravvivenza.L’IFN-alfa naturale si è <strong>di</strong>mostrato essere una validaalternativa all’IFN-alfa ricombinante in quanto efficace e bentollerato dai pazienti: ci ha consentito <strong>di</strong> ridurre gli effetti collateraliassicurando la corretta applicazione della schedula <strong>di</strong>somministrazione e <strong>di</strong> ottenere migliori risultati in termini <strong>di</strong>sopravvivenza.Poster n. 211LA CISTECTOMIA RADICALE CON RISPARMIO DELLACAPSULA PROSTATICA E DELLE VESCICHETTE SEMI-NALI NEI PAZIENTI GIOVANI PORTATORI DI CARCINO-MA DELLA VESCICABrausi M., De Luca G., Gavioli M.,Verrini G., Peracchia G.,Viola M., Simonini G.U.O. <strong>di</strong> Urologia, Ospedale S.Agostino-Estense Modena, OspedaleB. Ramazzini Carpi, ModenaIntroduzione: La cistectomia ra<strong>di</strong>cale è considerata la terapiastandard dei tumori infiltranti della vescica, tuttavia neipazienti giovani con tumore su<strong>per</strong>ficiale ad alto rischio puòessere considerata un’opzione terapeutica. Il mantenimentodella continenza e della funzione sessuale dopo cistectomiasono sicuramente obiettivi richiesti dal paziente e ricercatidagli urologi. L’obiettivo <strong>di</strong> questo stu<strong>di</strong>o è stato quello <strong>di</strong> valutarei risultati della cistectomia ra<strong>di</strong>cale con preservazionedelle vescichette seminali e della capsula prostatica in pazientigiovani, selezionati affetti da CA della vescica.Materiali e Meto<strong>di</strong>: Dal marzo 2000 all’agosto 2004 11 pazientiaffetti da carcinoma transizionale su<strong>per</strong>ficiale della vescica(10) ed infiltrante (1) sono stati sottoposti presso il NostroCentro ad intervento <strong>di</strong> cistectomia ra<strong>di</strong>cale con preservazionedella capsula prostatica, delle vescichette seminali e dei fascivasculo-nervosi. L’età me<strong>di</strong>a dei pazienti è stata <strong>di</strong> 52 anni.Prima dell’intervento e durante il follow-up è stato somministratoil questionario sulla qualità <strong>di</strong> vita Q 30 EORTC internazionalmentevalidato. L’intervento chirurgico è stato precedutoda TUR prostata della parte centrale con esame anatomopatologicoestemporaneo. In caso <strong>di</strong> patologia prostatica negativaè stata eseguita la linfoadenectomia pelvica bilaterale concistectomia <strong>per</strong> via extra<strong>per</strong>itoneale preservando i deferenti ele vescichette seminali e le neuro-vascular bundles bilateralmente.La neovescica ortotopica è stata confezionata in 8 casiutilizzando la tecnica <strong>di</strong> Mansura (W- Shaped) ed in 3 casi conuna variante della tecnica <strong>di</strong> Studer (Brausi) ed è stata anastomizzataalla capsula prostatica.Risultati: La degenza me<strong>di</strong>a è stata <strong>di</strong> 16 giorni e le complicazioniimportanti sono state minime. La continenza <strong>di</strong>urna enotturna è stata raggiunta in 10/11 pazienti. 1 paziente halamentato <strong>per</strong> circa 3 mesi incontinenza notturna risoltasispontaneamente. La funzione erettile era presente in <strong>tutti</strong> ipazienti. La qualità <strong>di</strong> vita è stata molto sod<strong>di</strong>sfacente ad unfollow-up me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> 20 mesi.Conclusioni: L’approccio chirurgico descritto deve essere consideratouna valida opzione <strong>per</strong> i pazienti giovani con tumorisu<strong>per</strong>ficiali ad alto rischio o infiltranti che desiderino mantenerela funzione sessuale; una selezione scrupolosa deve essereconsiderata basilare.Poster n. 212QUALITÀ DI VITA DEL PAZIENTE SOTTOPOSTO A DERI-VAZIONE URINARIA NON CONTINENTE O NEOVESCICAORTOTOPICA A SEGUITO DI CISTECTOMIA RADICALESandri S., Molho D.Unità O<strong>per</strong>ativa <strong>di</strong> Urologia e Unità Spinale; Ospedale “G.Fornaroli”, MagentaObiettivi: Negli ultimi anni si è assistito a notevoli avanzamentinella concettualizzazione della salute e nei meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> misurazionedella stessa. La salute è ormai considerata come unacon<strong>di</strong>zione complessa, legata al benessere generale della <strong>per</strong>-78Archivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004; 76, 3, Supplemento 1


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia Oncologicasona, alla con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> completa efficienza psico-fisica deisuoi organi e apparati e ad un equilibrio generale dell’in<strong>di</strong>viduonel contesto in cui è inserito. Nell’ambito <strong>di</strong> patologie cronicheassume poi particolare importanza la nozione <strong>di</strong> saluteauto<strong>per</strong>cepita rilevabile da strumenti atten<strong>di</strong>bili e validaticome il test SF-36. In ambito urologico appare importantevalutare la qualità <strong>di</strong> vita relativa alla salute (HRQoL) deipazienti sottoposti a cistectomia ra<strong>di</strong>cale, a cui è stata effettuatauna derivazione urinaria non continente, oppure una ricostruzioneortotopica della vescica.Pazienti e Meto<strong>di</strong>: Lo stu<strong>di</strong>o, preliminare e conoscitivo data l’esiguitàdei numeri, ha incluso 20 soggetti sottoposti a cistectomiara<strong>di</strong>cale <strong>per</strong> neoplasia infiltrante della vescica, ai quali èstata effettuata una derivazione urinaria non continente(Bricker – Wallace) in 14 casi, e una ricostruzione ortotopicadella vescica (VIP) in 6 casi. La HRQoL è stata valutata utilizzandoil test Short Form-36 (SF-36) contenente 36 domandesu otto aspetti, comprendenti funzionalità fisica, funzionalitàfisica in base al ruolo (da svolgere), dolore somatico, stato <strong>di</strong>salute generale, vitalità, rapporti sociali, funzionalità emotiva esalute mentale. Queste otto aree sono <strong>di</strong>stribuite progressivamente<strong>per</strong> misurare il livello <strong>di</strong> salute fisica e mentale. Il test èstato effettuato in un <strong>per</strong>iodo compreso tra i 10 e i 18 mesidalla data dell’intervento, e i risultati dovrebbero quin<strong>di</strong> fornireun outcome terapeutico dell’intervento stesso. Tutti ipazienti intervistati risultavano liberi da malattia al follow-uponcologico. Le me<strong>di</strong>e dei risultati ottenuti sono state confrontatestatisticamente (test Effect – Size) con quelli della popolazionegenerale, della stessa classe d’età e dello stesso sesso deisoggetti intervistati.Risultati: I risultati hanno rilevato che in entrambi i gruppi(soggetti con neovescica e con derivazione non continente) laqualità <strong>di</strong> vita è all’interno dei valori me<strong>di</strong> della popolazione<strong>di</strong> riferimento. In alcune aree: ad esempio “Sg” (salute ingenerale), “Vt” (vitalità), si è ad<strong>di</strong>rittura osservato che leme<strong>di</strong>e dei risultati dei pazienti (<strong>di</strong> 56 e 55 punti rispettivamente)sono state significativamente su<strong>per</strong>iori rispetto aivalori normativi che corrispondono ad una me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 50punti. Infine, in linea con quanto riportato in letteratura, nonsembrano esservi significative <strong>di</strong>fferenze nei risultati dei punteggifra i pazienti con neovescica e quelli con derivazioneurinaria non continente.Discussione: I dati in<strong>di</strong>cano che la qualità <strong>di</strong> vita del pazientesottoposto a cistectomia è sovrapponibile a quella dellapopolazione <strong>di</strong> riferimento. Il fatto che in alcune aree i risultatidei pazienti siano su<strong>per</strong>iori a quelli me<strong>di</strong> della popolazione<strong>di</strong> riferimento, in<strong>di</strong>ca che la QoL è influenzata, nontanto dal proprio grado <strong>di</strong> compromissione psicofisica,quanto dalla <strong>per</strong>cezione soggettiva del proprio stato <strong>di</strong> salute,<strong>per</strong>cezione legata <strong>per</strong> esempio alla consapevolezza <strong>di</strong>avere su<strong>per</strong>ato una grave malattia. Questi dati infine <strong>per</strong>mettono<strong>di</strong> cogliere meglio il significato e l’importanza <strong>di</strong> un’adeguatacomunicazione con il paziente nella fase preo<strong>per</strong>atoria,affinchè egli sia informato e consapevole delle conseguenzedell’atto chirurgico.Poster n. 213VARIANTE NESTED DEL CARCINOMA A CELLULETRANSIZIONALI DELLA VESCICA: ESPERIENZA ISTO-PATOLOGICA E CLINICAMalizia M., Brunocilla E., Forlani T., Garofalo M., PalmieriF., Schiavina R., Severini E., Vitullo G., Martorana G.Clinica Urologica <strong>di</strong> Bologna “Alma Mater Stu<strong>di</strong>orum”, Università<strong>di</strong> BolognaIntroduzione ed Obiettivi: La variante Nested (NV) è una neoplasiaestremamente rara, in letteratura ne sono stati descrittisolamente 69 casi. Questa variante del TCC (carcinoma a celluleTransizionali), pur presentandosi con un pattern istopatologicoapparentemente benigno è caratterizzata da un decorsoclinico particolarmente aggressivo. La tipizzazione istologica <strong>di</strong>questa neoplasia impone infatti la <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong>fferenziale conalcune patologie benigne vescicali quali la cistite cistica eghiandolare, la metaplasia nefrogenica, il papilloma invertitoed il paraganglioma. Riportiamo in questo lavoro la nostraes<strong>per</strong>ienza <strong>di</strong> 8 casi.Meto<strong>di</strong>: Tra il gennaio 2000 e l’ottobre 2003 presso il nostroistituto sono state eseguite 115 cistectomie <strong>per</strong> neoplasie vescicali.In 8 pazienti (6,9%) l’esame istologico definitivo ha evidenziatola presenza <strong>di</strong> NV-TCC, già presente in 7 casi all’esameistologico della resezione endoscopica precedente l’interventochirurgico ra<strong>di</strong>cale.Risultati: Degli 8 pazienti trattati, 7 erano uomini ed 1 donnacon età me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 69 anni (range 55-81). La <strong>di</strong>agnosi clinica <strong>di</strong>TCC è stata effettuata me<strong>di</strong>ante cistoscopia in 6 pazienti e nei2 pazienti rimanenti con urografia ed ecografia. Il NV-TCC sipresentava all’esame endoscopico come una lesione piatta intre pazienti, papillare in 2 e come una lesione sessile ulceratain un paziente. Lo sta<strong>di</strong>o patologico dopo cistectomia ra<strong>di</strong>caleè risultato pT2G3 in 2 pazienti, pT3G3 in 5 pazienti epT4G3 in un paziente. In <strong>tutti</strong> i pazienti era presente coinvolgimentolinfonodale con linfangite carcinomatosa. Dopo lachirurgia ra<strong>di</strong>cale 5 pazienti furono sottoposti a chemioterapiaa<strong>di</strong>uvante con cisplatino e gemcitabina. Il tempo me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> follow-updopo la cistectomia è stato <strong>di</strong> 23 mesi (range 12 – 34mesi). 5 pazienti sono morti <strong>per</strong> progressione della malattiaprimaria dopo un tempo me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> 16,3 mesi (range 6-30). 3pazienti sono liberi da malattia rispettivamente a 28, 22 e 14mesi.Conclusioni: Attualmente non esistono linee-guida circa il trattamento<strong>di</strong> questa rara variante <strong>di</strong> TCC sia <strong>per</strong> l’esiguità delnumero dei casi descritti, sia <strong>per</strong> l’assenza <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> randomizzati.Nella nostra es<strong>per</strong>ienza, nonostante il breve follow-up el’esiguità dei casi, la strategia terapeutica ottimale è risultataessere l’intervento chirurgico ra<strong>di</strong>cale seguito dalla chemioterapiaa<strong>di</strong>uvante. Particolare importanza ha la <strong>di</strong>agnosi della NV-TCC al momento della resezione endoscopica, infatti nellanostra es<strong>per</strong>ienza il paziente con prognosi peggiore è risultatoquello in cui l’esame istologico <strong>di</strong> NV-TCC è stato eseguitodopo l’intervento ra<strong>di</strong>cale (deceduto dopo 6 mesi).Bibliografia:1. Jere B, Stern JB. Unusual Benign Bladder Tumor of Brunn Nest Origin.Urology 1979; 14:2882. Holmang S and Johansson SL. The Nested Variant of Transitional CellCarcinoma. A rare neoplasm with poor prognosis. Scand J Urol Nephrol2001; 35:1023. Liedberg F, Chebil G, Davidsson T, Gadaleanu V, Grabe M, Mansson W.The nested variant of urotelial carcinoma: a rare but important bladder neoplasmwith aggressive behavior. Three case reports and a review of the literature.Urol Oncol 2003; 21:7Comunicazioni n. 214TOMOGRAFIA AD EMISSIONE DI POSITRONI CON 11-C-COLINA INTEGRATO A UN SISTEMA TC (11-C-CHOLINE-PET/TC) NELLA DIAGNOSI DI NEOPLASIA PROSTATICASchiavina R. 1 , Bertaccini A. 1 , Manferrari F. 1 , Brunocilla E. 1 ,Martinelli A. 1 , Franceschelli A. 1 , Malizia M 1 , Monetti N. 2 ,Castellucci P. 2 , Fanti S. 2 , Farsad M. 2 , Nanni C. 2 , Grigioni W.F. 3 ,D’errico A. 3 , Corti B. 3 , Fiorentino M. 3 , Martorana G. 31Clinica Urologica, Alma Mater Stu<strong>di</strong>orum; 2 Servizio <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cinaNucleare, Centro P.E.T. Alma Mater Stu<strong>di</strong>orum; 3 Unità O<strong>per</strong>ativa <strong>di</strong>Anatomia, Istologia e Citologia Patologica, Istituto Oncologico F.Addari, Alma Mater Stu<strong>di</strong>orum, Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> BolognaArchivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004; 76, 3, Supplemento 179


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia OncologicaIntroduzione e Obiettivi: Valutare la PET/TC con 11-C-Colinanella <strong>di</strong>agnosi del tumore prostatico.Meto<strong>di</strong>: Abbiamo valutato in maniera retrospettiva il risultatodella PET/TC eseguita in 31 pz sottoposti a prostatectomiara<strong>di</strong>cale con linfectomia <strong>per</strong> tumore clinicamente localizzato(gruppo A). Abbiamo inoltre valutato 6 pz controllo o<strong>per</strong>ati <strong>di</strong>cistoprostatovesciculectomia <strong>per</strong> neoplasia vescicale infiltrantee sottoposti preo<strong>per</strong>atoriamente a PET/TC (gruppo B). Ogniaccumulo focale del ra<strong>di</strong>ofarmaco a livello prostatico è statosegnalato. Per ogni accumulo focale è stato misurato il SUVmax (standard uptake value massimo) e <strong>per</strong> ogni prostata èstato calcolato il SUV <strong>di</strong> fondo (relativo al tessuto prostatico).Come gold-standard <strong>di</strong>agnostico abbiamo utilizzato il campionamentocompleto del pezzo o<strong>per</strong>atorio (sezioni ogni 4 mm),con descrizione dettagliata delle aree <strong>di</strong> tumore, delle aree <strong>di</strong>PIN ad alto grado (HGPIN) e <strong>di</strong> quelle con prostatite acuta.Per la corrispondenza tra aree tumorali e immagini ra<strong>di</strong>ologiche,l’analisi è stata condotta sud<strong>di</strong>videndo ogni specimen chirurgicoe ogni immagine in sestanti (186 sestanti).Risultati: Gruppo A: L’età me<strong>di</strong>a è <strong>di</strong> 64 aa, il PSA me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> 11,2ng/ml. Gli sta<strong>di</strong> patologici sono risultati: pT2c in 14, pT3a in 12pz, pT2a in 2 pz, pT3b in 2 pz, pT2b in 1 pz. Il Gleason primarioè risultato: G3 in 25 pz, G4 in 4 pz, G1 in 1 pz, G2 in 1 pz. Duepz sono risultati N+. La PET/TC è risultata positiva (almeno 1accumulo focale) in 29 pz su 31. In 2 pz (pT3a Gs4+3 e pT2bGs3+3) la PET/TC è risultata completamente negativa mentre inaltri 2 (pT2b Gs 4+3 e pT2b Gs 3+3) la PET/TC è risultata positivasolo in sede <strong>di</strong> HGPIN ma negativa nella sede controlaterale deltumore: <strong>per</strong>tanto la PET/TC ha identificato correttamente la presenza<strong>di</strong> almeno un focolaio <strong>di</strong> tumore in 27 pz su 31. In 10 sestantisede <strong>di</strong> HGPIN e in 3 sede <strong>di</strong> prostatite acuta la PET/TC è risultatapositiva. Analizzando ogni sestante (113/186 sestanti contumore) la sensibilità è stata del 50%, la specificità del 82%, l’accuratezzadel 62%, il valore pre<strong>di</strong>ttivo positivo del 83%, il valorepre<strong>di</strong>ttivo negativo del 49%. Il SUV max delle aree tumorali è risultato5.2, il SUV max delle aree positive e sede <strong>di</strong> HGPIN è risultato5.1 mentre il SUV <strong>di</strong> fondo è risultato 2.8. Nei pz N+ la PET/TCnon ha visualizzato il coinvolgimento linfonodale. GRUPPO B: Nelgruppo controllo (età me<strong>di</strong>a: 67 aa, PSA me<strong>di</strong>o: 4.1 ng/dl) è statoriscontrato HGPIN in 6/6 pz e in nessun caso carcinoma prostatico;la PET/TC è risultata positiva in 4/6 pz. Analizzando ognisestante (36 sestanti), in 8 vi è stato accumulo focale <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>ofarmaco,7 dei quali sede <strong>di</strong> HGPIN. Il SUV max delle aree PET/TCpositive e sede <strong>di</strong> HGPIN è risultato 4.4, il SUV <strong>di</strong> fondo 2.7. Il 5casi su 6, la PET/TC ha visualizzato anche il tumore vescicale.Conclusioni: I dati ottenuti denotano buona sensibilità dellaPET/TC con 11-C-Colina nei confronti del tumore prostatico. Lascarsa capacità localizzatoria intraprostatica (solo la metà deisestanti sede <strong>di</strong> tumore è positivo alla PET/TC), è in parte dovutaal basso potere <strong>di</strong> risoluzione proprio della TC nei confrontidella prostata. Servono invece stu<strong>di</strong> prospettici su numerosi pz econ lungo follow-up <strong>per</strong> confermare l’elevata specificità. Infine inalcuni casi, da un punto <strong>di</strong> vista metabolico, il HGPIN sembraavere un comportamento analogo a quello del tumore con accumulofocale <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>ofarmaco ed elevato SUV max.Comunicazioni selezionate N. 215CARATTERIZZAZIONE “IN VIVO” DEL TESSUTO PRO-STATICO MEDIANTE ELABORAZIONE DEL SEGNALEULTRASONICO A RADIOFREQUENZA: RISULTATI PRELI-MINARIBertaccini A. 1 , Franceschelli A. 1 , Brunocilla E. 1 , SchiavinaR. 1 , Marchiori D. 1 , Ceccarelli F. 2 , Granchi S. 2 , Biagi E. 2 ,Masotti L. 2 , Cicchetti G. 1 , Manferrari F. 1 , Martorana G. 11Clinica Urologica, Alma Mater Stu<strong>di</strong>orum, Università <strong>di</strong> Bologna;2Laboratorio Ultrasuoni e Controlli non Distruttivi, Dipartimento<strong>di</strong> Elettronica e Telecomunicazioni, Università <strong>di</strong> FirenzeIntroduzione e Obiettivi: L’ecografia prostatica transrettale(TRUS), unitamente all’esecuzione delle biopsie, rappresental’indagine principale nella <strong>di</strong>agnosi del tumore della prostata.Tuttavia l’esame ecografico, come noto, presenta dei limiti siain termini <strong>di</strong> sensibilità che specificità. Negli ecografi attualmentein uso viene “sfruttata” solo una parte del segnale ultrasonico<strong>di</strong> ritorno al trasduttore (segnale a ra<strong>di</strong>ofrequenza- RF)fornendo le tipiche immagini in scala <strong>di</strong> grigi del B-mode; inquesto lavoro presentiamo una nuova meto<strong>di</strong>ca ecograficadefinita RULES (Ra<strong>di</strong>ofrequency Ultrasonic Local EstimatorS),basata su una elaborazione del segnale a RF, che possa megliocaratterizzare “in vivo” il tessuto prostatico e essere <strong>di</strong> ausilioalla esecuzione della biopsia prostatica.Meto<strong>di</strong>: Lo stu<strong>di</strong>o è stato condotto utilizzando l’ecografo <strong>di</strong>gitaleMegas dell’Esaote S.p.a. connesso alla piattaformaF.E.M.M.I.N.A. (Fast Ecographic Multi-parametric Multi-Image Novel Apparatus, che acquisisce, elabora e visualizza<strong>di</strong>rettamente il segnale a RF), e alla sonda endocavitaria EsaoteEC123. Sono stati valutati 39 pazienti (pz) con sospetto clinico-laboratoristico<strong>di</strong> neoplasia prostatica. Tutti sono stati sottopostiad ecografia transrettale tra<strong>di</strong>zionale, con scansioniapico-basali e latero-laterali, al fine <strong>di</strong> evidenziare eventualiaree ipoecogene sospette. La procedura è stata poi ripetutaeffettuando l’acquisizione e l’elaborazione del segnale a RFattraverso la piattaforma F.E.M.M.I.N.A. Sono state eseguitequin<strong>di</strong> le biopsie prostatiche con un numero <strong>di</strong> prelievi compresotra 6 e 14, in base ad età, volume prostatico, precedentimapping o presenza <strong>di</strong> lesioni sosopette. Il risultato della biopsiaè stato quin<strong>di</strong> confrontato con le informazioni ecografichederivate dalla meto<strong>di</strong>ca RULES al fine <strong>di</strong> valutarne sensibilità especificità.Risultati: L’elaborazione del segnale a RF tramite RULES dà originead un’immagine cromatica <strong>di</strong> agevole visualizzazione cheviene sovrapposta all’immagine in scala <strong>di</strong> grigi. In 14/39 pz(35.9%) è stato posta <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> neoplasia prostatica; dei 14pz positivi alla biopsia, 13 sono risultati positivi alla meto<strong>di</strong>cain stu<strong>di</strong>o e 1 negativo (sensibilità: 91.1%). Dei 25 pazientinegativi alla biopsia, 21 sono risultati negativi alla meto<strong>di</strong>ca e4 positivi (specificità: 98.4%) mentre i valori <strong>di</strong> sensibilità especificità della TRUS negli stessi pz sono stati rispettivamentedel 35.4% e del 94.5%. Il Valore pre<strong>di</strong>ttivo positivo e negativodel metodo RULES è risultato rispettivamente del 70.5%e del 98.3%, mentre <strong>per</strong> la TRUS del 46.1% e del 91.6.%.Conclusioni: I risultati ottenuti col metodo RULES sono incoraggiantisebbene il numero <strong>di</strong> pazienti stu<strong>di</strong>ati sia limitato; inparticolare, mostrando un aumento sia <strong>di</strong> sensibilità che specificitàrispetto alla TRUS, può essere uno strumento <strong>di</strong> ausilioalla biopsia prostatica soprattutto al fine <strong>di</strong> ridurre sia il numero<strong>di</strong> mapping eseguiti inutilmente sia il numero <strong>di</strong> prelievieseguiti <strong>per</strong> ogni mapping.Poster n. 216RUOLO DEL TRIMPROB‚ NELLA DIAGNOSI PRECOCEDEL CARCINOMA PROSTATICOManferrari F., Ronci L., Severini E., Palmieri F., Malizia M.,Vitullo G., Sanguedolce F., Viola D., Comerci F., BertacciniA., Martorana G.Clinica Urologica, Osp. Malpighi, Alma Mater Stu<strong>di</strong>orum,Università <strong>di</strong> BolognaIntroduzione: Il carcinoma prostatico ha un impatto sociale edeconomico <strong>di</strong> rilevanza estrema. La sensibilità e la specificitàdelle meto<strong>di</strong>che strumentali e <strong>di</strong> laboratorio, attualmente inuso nella pratica clinica, <strong>per</strong> la <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> tale patologia (PSA,DRE e TRUS) non sono elevate, soprattutto se valutate singolarmente.La sco<strong>per</strong>ta del TRIMprob‚ copre attualmente unruolo importante nella <strong>di</strong>agnosi precoce del carcinoma prosta-80Archivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004; 76, 3, Supplemento 1


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia Oncologicatico se integrato alle meto<strong>di</strong>che convenzionali ed ha, come fineultimo, quello <strong>di</strong> ottimizzare la scelta dei pazienti can<strong>di</strong>datiall’esecuzione <strong>di</strong> biopsie prostatiche.Materiali e Meto<strong>di</strong>: Tra maggio e luglio 2004 sono stati valutati38 pazienti <strong>di</strong> età compresa tra i 50 e gli 80 anni, che presentavanoun sospetto <strong>di</strong> carcinoma prostatico in almeno unodegli esami clinico-laboratoristici convenzionali (PSA, DRE,TRUS), intesi come: PSA >10 ng/ml o rapporto F/T ≤18 (nellazona grigia tra 4 e 10 ng/ml), presenza <strong>di</strong> noduli palpabili oaumento <strong>di</strong> consistenza alla DRE, aree ipo/i<strong>per</strong>ecogene sospettealla TRUS. L’età me<strong>di</strong>a dei pazienti era <strong>di</strong> 66 anni e il PSAme<strong>di</strong>o <strong>di</strong> 9,6 ng/ml. Pazienti portatori <strong>di</strong> pace maker, in trattamentocon inibitori della 5 alfa reduttasi, con patologie neoplastichepelviche <strong>di</strong> altra natura o recentemente sottoposti abiopsia prostatica, sono stati esclusi dalla valutazione. Tutti ipazienti sono stati sottoposti in doppio cieco, rispettivamente,ad esame TRIMprob‚ e a biopsia prostatica; quattro pazientisono risultati positivi <strong>per</strong> lesioni preneoplastiche della ghiandolae, <strong>per</strong>tanto, sono stati esclusi dalle ulteriori valutazioni.Risultati: L’accuratezza <strong>di</strong>agnostica TRIMprob‚ risulta del61,7%, la sensibilità del 33,3%, la specificità del 88,2%, ilvalore pre<strong>di</strong>ttivo positivo dell’ 75% ed il valore pre<strong>di</strong>ttivonegativo del 55,5%. Sei pazienti su 38 sono risultati positivicontemporaneamente all’esame con TRIMprob‚ e alla biopsia.In questi 6 pazienti sia l’esame istologico che quello conTRIMprob‚ hanno concordato sulla sede della neoplasia.Conclusioni: È possibile asserire, secondo questa es<strong>per</strong>ienza,che la meto<strong>di</strong>ca <strong>di</strong>agnostica, basata sulla interferenza <strong>di</strong> ondea ra<strong>di</strong>ofrequenza, sviluppata me<strong>di</strong>ante il sistema TRIMprob‚potrebbe integrare la <strong>di</strong>agnosi precoce, mirata e non invasivadel carcinoma prostatico. Richiede, tuttavia, un’accurata esecuzione,correlata al rispetto delle con<strong>di</strong>zioni ambientali eall’es<strong>per</strong>ienza dell’o<strong>per</strong>atore. Sono in corso approfon<strong>di</strong>mentiriguardo allo stu<strong>di</strong>o su un numero maggiore <strong>di</strong> pazienti <strong>per</strong>valutare le reali potenzialità nel <strong>per</strong>corso <strong>di</strong>agnostico del carcinomaprostatico.Bibliografia:1. Jonathan L, Chi MD, Robert E, Reiter MD. Current Urology Reports2004; 5:1572. Meessen A, Working pronciple of a <strong>di</strong>sease EM detector, Galileo AvionicaTechnical Report no: 1109354D.3. Franco Bistolfi, Campi Magnetici in Me<strong>di</strong>cina, E<strong>di</strong>zioni Minerva Me<strong>di</strong>ca,Torino, 19864. Foster KR., Epstein BR, Gealt MA. Resonances in the <strong>di</strong>electric absorptionof DNA? Biophys. J 2003; 52:4215. Brevetto Clarbruno Vedruccio N° WO 01/07909A1ancora controverse. Riportiamo un caso <strong>di</strong> sopravvivenza alungo termine dopo una terapia combinata con mo<strong>di</strong>ficatori <strong>di</strong>risposta biologica (BRM) e terapia chirurgica <strong>di</strong> salvataggio.Case Report: Un uomo <strong>di</strong> 47 anni è stato sottoposto a nefrectomiara<strong>di</strong>cale destra e linfoadenectomia con trombectomia cavale<strong>per</strong> una massa renale <strong>di</strong> 10 cm con trombosi tumorale interessantela vena cava inferiore sotto<strong>di</strong>aframmatica <strong>per</strong> 2 cm.L’esame istologico mostrava un carcinoma a cellule chiaregrado II sec Fuhrman (pT3b N0 Mx sec 1997 TNM classification).Dopo 3 mesi dall’intervento è stata intrapresa una terapiaa<strong>di</strong>uvante con INF-γ2 (9 MIU tre volte la settimana) <strong>per</strong> 6mesi. Cinque anni dopo il trattamento chirurgico un controlloTC ha rilevato una massa al surrene <strong>di</strong> sinistra <strong>di</strong> 4 cm ed unalesione <strong>di</strong> 2 cm della XI costa destra: si è quin<strong>di</strong> proceduto adescissione della metastasi surrenalica e <strong>di</strong> quella ossea con successivaterapia me<strong>di</strong>ca sostitutiva <strong>per</strong> la deprivazione surrenalica.L’esame patologico definitivo ha confermato la <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong>carcinoma renale a cellule chiare <strong>di</strong> grado III. Il paziente ha poiintrapreso un ciclo <strong>di</strong> Tumor-infiltrating linfociti (TILs), isolatia fresco dalle metastasi asportate, associati ad IL-2. Questaterapia vaccinica è stata interrotta dopo 2 settimane <strong>per</strong> la comparsa<strong>di</strong> effetti collaterali, caratterizzati da i<strong>per</strong>piressia grave edastenia. Due anni dopo al controllo TC addome vengono evidenziatedue lesioni ripetitive, <strong>di</strong> cui una a carico del rene sinistro<strong>di</strong> 1,5 cm <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro ed una a carico dei tessuti muscolariin sede lombare destra <strong>di</strong> 1 cm. Si è proceduto ad enucleoresezionerenale sinistra ed a metastatectomia della lesioneparavertebrale destra (carcinoma renale a cellule chiare G2 alivello del rene e G3 a livello muscolare). A due anni dall’ultimametastasectomia il paziente è in buone con<strong>di</strong>zioni con unintervallo libero da malattia <strong>di</strong> 9 anni.Discussione: Le modalità <strong>di</strong> trattamento <strong>per</strong> TCC metastaticisono limitate. Molti stu<strong>di</strong> suggeriscono vantaggi in termini <strong>di</strong>sopravvivenza dopo metastatectomia, con un <strong>per</strong>iodo libero damalattia su<strong>per</strong>iore a 24 mesi. La terapia con BRM può estendereil <strong>per</strong>iodo libero da reci<strong>di</strong>va in pazienti in sta<strong>di</strong>o avanzato.In accordo con la letteratura, questo caso conferma che lametastatectomia <strong>per</strong> lesioni non solitarie può essere in<strong>di</strong>cata,come nel caso <strong>di</strong> metastasi solitarie, in pazienti selezionati conbuoni risultati a lungo termine. In questo caso fattori prognosticifavorevoli come l’età, le buone con<strong>di</strong>zioni generali, l’asincronismodelle metastasi e il lungo intervallo libero dalla comparsadelle metastasi hanno giustificato una terapia chirurgicaaggressiva con una sopravvivenza cancro specifica su<strong>per</strong>iore a9 anni. Il trattamento chirurgico <strong>di</strong> metastasi multiple asincronepuò essere preso in considerazione in pazienti selezionati<strong>per</strong> la natura intrattabile del tumore renale in sta<strong>di</strong>o avanzato.Poster n. 217SOPRAVVIVENZA A LUNGO TERMINE DOPO METASTA-SECTOMIA DA NEOPLASIA RENALE IN STADIO AVAN-ZATO: CASE REPORTBrunocilla E., Lupo S., Malizia M., Schiavina R., Forlani T.,Vece E., Martorana G.Clinica Urologica, Alma Mater Stu<strong>di</strong>orum, Università degli Stu<strong>di</strong><strong>di</strong> BolognaIntroduzione: Riportiamo un caso clinico <strong>di</strong> carcinoma renaleavanzato con metastasi asincrone e sopravvivenza a lungo terminedopo metastasectomia e immunoterapia maggiore <strong>di</strong> 9anni. Nel 60-70% dei pazienti con RCC si sviluppano metastasinel corso della malattia. Il tasso <strong>di</strong> sopravvivenza liberoda malattia a 5 anni nei pazienti con RCC in sta<strong>di</strong>o avanzato èinferiore al 15%. I siti <strong>di</strong> metastasi tipici sono il polmone, i linfono<strong>di</strong>,il fegato, l’osso ed il cervello. I pazienti con metastasiossee mostrano una prognosi peggiore rispetto alle altre se<strong>di</strong>.Le modalità <strong>di</strong> trattamento <strong>per</strong> il carcinoma metastatico sonoComunicazioni n. 218DUE ANNI DI PROSTATECTOMIA RADICALE LAPARO-SCOPICA: RISULTATI ONCOLOGICI A BREVE TERMINEMartorana, G. Manferrari F., Bertaccini A., Garofalo M.,Costa F., Viola D., Malizia M., Palmieri F., Severini E.,Vitullo G.Clinica Urologica, Osp. Malpighi, Alma Mater Stu<strong>di</strong>orum,Università <strong>di</strong> BolognaIntroduzione ed Obiettivi: Abbiamo valutato la positività deimargini chirurgici ed il valore del PSA con un follow-up me<strong>di</strong>o<strong>di</strong> 11 mesi (range 2-19 mesi) dei primi 100 Pazienti (Pz) sottopostia prostatectomia ra<strong>di</strong>cale laparoscopica (PRL) presso ilNostro Istituto.Meto<strong>di</strong>: Tra novembre 2002 e luglio 2004 (19 mesi) 100 Pz, <strong>di</strong>età me<strong>di</strong>a 64.6 anni (46-78), con adenocarcinoma prostaticoclinicamente confinato, sono stati sottoposti ad intervento <strong>di</strong>PRL sec. la tecnica proposta da Montsouris, 29 dei quali eseguiticon intento nerve-sparing (NS), 20 monoloterale e 9 bila-Archivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004; 76, 3, Supplemento 181


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia Oncologicaterale. La sta<strong>di</strong>azione preo<strong>per</strong>atoria ha evidenziato la seguente<strong>di</strong>stribuzione in sta<strong>di</strong> clinici: 2 Pz T1a (2%), 1 T1b (1%), 56T1c (56%), 35 T2a (35%), 4 T2b (4%) e 2 T2c (2%).Risultati: Lo sta<strong>di</strong>o patologico dopo PRL è risultato: in 14 PzpT2a (14%), in 12 pT2b (12%), in 29 pT2c (29%), in 29 pT3a(29%), in 12 pT3b (12%) ed in 1 pT3c (1%); 3 Pz (3%) hannopresentato microfocolai <strong>di</strong> adenocarcinoma (2 G1, 1G3). In 33Pz (33%) all’esame istologico definitivo sono stati riscontratiuno o più margini <strong>di</strong> resezione positivi, così <strong>di</strong>stribuiti <strong>per</strong> sta<strong>di</strong>o:pT2a 2 Pz (6%), pT2b 4 Pz (12%), pT2c 8 Pz (24%),pT3a 14 Pz (42%), pT3b 5 Pz (16%). La localizzazione deimargini positivi è risultata: 6 margini positivi apicali, 22 lateralie 6 multipli; in nessun caso si è riscontrato un coinvolgimentodel collo vescicale. In 47 Pz (47%) o<strong>per</strong>ati <strong>di</strong> PRL è <strong>di</strong>sponibileil follow-up del PSA a 12 mesi, in 36 Pz (36%) a 6mesi e nei restanti 17 Pz (17%) è <strong>di</strong>sponibile il PSA ad un mesedall’intervento. In 13/100 Pz si è riscontrato un valore <strong>di</strong> PSAsu<strong>per</strong>iore a 0,1 ng/ml, nei rimanenti il valore è rimasto inferiorea 0,1 ng/ml.Conclusioni: La <strong>per</strong>centuale <strong>di</strong> margini positivi ed il follow-upme<strong>di</strong>o a 11 mesi nella nostra iniziale es<strong>per</strong>ienza con la tecnicalaparoscopica sono risultati sovrapponibili a quella riportati inletteratura a fronte <strong>di</strong> una bassa <strong>per</strong>centuale <strong>di</strong> complicanzeintra- e <strong>per</strong>i-o<strong>per</strong>atorie.Bibliografia:1. Guillonneau B, el-Fettouh H, Baumert H, et al. Laparoscopic ra<strong>di</strong>cal prostatectomy:oncological evaluation after 1,000 cases a Montsouris Institute.J Urol 2003; 169:1262. Giuseppe Martorana, Fabio Manferrari, Alessandro Bertaccini, MicheleMalizia, Fabiano Palmieri, Enrico Severini,Giovanni Vitullo. Laparoscopicra<strong>di</strong>cal prostatectomy: oncological evaluation in the early phase of thelearning curve comparing to retropubic approach. Arch It Urol Androl2004; 763. Guillonneau, B., Cathelineau, X., Doublet, JD, Vallancien, G.Laparoscopical ra<strong>di</strong>cal prostatectomy: the leassons learned. J Endourol2001; 15:441Poster n. 219PROSTATECTOMIA RADICALE LAPAROSCOPICA: VALU-TAZIONE DELLA RIPRESA DI CONTINENZA IN 80PAZIENTI CONSECUTIVIMartorana G., . Manferrari F, Bertaccini A., Garfalo M.,Comerci F., Costa F., Malizia M., Palmieri F., Severini E.,Vitullo G., Viola D.Clinica Urologica, Alma Mater Stu<strong>di</strong>orum, Università <strong>di</strong> BolognaIntroduzione e Obiettivi: I tassi <strong>di</strong> incontinenza urinaria dopoprostatectomia ra<strong>di</strong>cale variano molto in base alla definizione,al metodo e al tempo <strong>di</strong> valutazione dopo l’intervento e allepopolazioni <strong>di</strong> pazienti esaminate. La prostatectomia ra<strong>di</strong>calelaparoscopica (LRP), grazie ad una migliore e più precisavisualizzazione dei dettagli anatomici, dovrebbe <strong>per</strong>mettereuna più accurata <strong>di</strong>ssezione apicale, con migliore preservazionedel complesso dello sfintere uretrale esterno. Riferiamo lanostra es<strong>per</strong>ienza sul recu<strong>per</strong>o della continenza urinaria in 80pazienti consecutivi sottoposti a LRP.Meto<strong>di</strong>: Dei 100 pazienti sottoposti a prostatetctomia ra<strong>di</strong>calelaparoscopica secondo la tecnica <strong>di</strong> Montsouris presso ilnostro Istituto dal Novembre 2002 al Luglio 2004, abbiamovalutato i tassi <strong>di</strong> continenza urinaria in 80 pazienti consecutivicon almeno 6 mesi <strong>di</strong> follow-up. L’età me<strong>di</strong>a dei pazientiera 64.3 anni (46-76), e l’analisi prospettica è stata condottame<strong>di</strong>ante il questionario autosomministrato ICS-male questionnaire.I pazienti sono stati valutati ogni 2 mesi a partiredalla rimozione del catetere vescicale, me<strong>di</strong>ante esame obiettivoe questionario, fino al raggiungimento della continenza,definita come l’assenza <strong>di</strong> utilizzo <strong>di</strong> protezione <strong>di</strong>urna o notturna.Il follow-up me<strong>di</strong>o è risultato <strong>di</strong> 12.9 mesi (6-22).Risultati: Prima dell’intervento chirurgico nessun paziente eraincontinente. Il recu<strong>per</strong>o della continenza <strong>di</strong>urna e notturna èstato rispettivamente dell’81.2% e del 90% con un follow-upme<strong>di</strong>o <strong>di</strong> 12.9 mesi. Il tempo me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> recu<strong>per</strong>o della continenza<strong>di</strong>urna è stato <strong>di</strong> 88.1 giorni; ad 1 mese dall’interventoerano continenti 19 pz (23.7%), a 3 mesi 46 pz (57.5%), a 6mesi 59 pz (73.7%) e ad 1 anno 65 pazienti (81.2%). Dei 15pazienti con incontinenza <strong>di</strong>urna, 6 (7.5%) usano non più <strong>di</strong>1 pad/<strong>di</strong>e, mentre 9 (11.3%) più <strong>di</strong> 1 pad/<strong>di</strong>e (2-6): in questidue gruppi il follow-up me<strong>di</strong>o è stato <strong>di</strong> 7.8 (6-10) e 8.5 mesi(6-17) rispettivamente. Degli 8 pazienti con incontinenza notturna6 (7.5%) usano un pad solo <strong>per</strong> precauzione, mentre 2(2.5%) usano 1 pad <strong>per</strong> notte.Conclusioni: La prostatectomia ra<strong>di</strong>cale laparoscopica offrerisultati sovrapponibili a quelli della chirurgia open anche<strong>per</strong> quel che riguarda l’incontinenza urinaria, con il possibilevantaggio <strong>di</strong> una maggiore precocità nel recu<strong>per</strong>o dellacontinenza.Bibliografia:1. Rassweiler JJ, Schulze M, Teber D, Seeman O, Frede T. Laparoscopic ra<strong>di</strong>calprostatectomy: functional and oncological outcomes. Curr Opin Urol2004; 14:752. Anastasia<strong>di</strong>s AG, Salomon L, Katz R, Hoznek A, Chopin D, Abbou CC.Ra<strong>di</strong>cal retropubic versus laparoscopic prostatectomy: a prospective comparisonof functional outcome. Urology 2003; 62:292Video N. 220PROSTATECTOMIA RADICALE LAPAROSCOPICA TRANS-PERITONEALE: ESPERIENZA DOPO 100 CASIMartorana G., Manferrari F., Bertaccini A., Garofalo M.,Costa F., Viola D., Malizia M., Palmieri F., Severini E.,Vitullo G.Clinica Urologica, Osp. Malpighi, Alma Mater Stu<strong>di</strong>orum,Università <strong>di</strong> BolognaIntroduzione ed Obiettivi: Abbiamo valutato la positività deimargini chirurgici ed il valore del PSA con un follow-up me<strong>di</strong>o<strong>di</strong> 11 mesi (range 2-19 mesi) dei primi 100 Pazienti (Pz) sottopostia prostatectomia ra<strong>di</strong>cale laparoscopica (PRL) presso ilNostro Istituto.Meto<strong>di</strong>: Tra Novembre 2002 e Luglio 2004 (19 mesi) 100 Pz,<strong>di</strong> età me<strong>di</strong>a 64.6 anni (46-78), con adenocarcinoma prostaticoclinicamente confinato, sono stati sottoposti ad intervento<strong>di</strong> PRL sec. la tecnica proposta da Montsouris, 29 dei quali eseguiticon intento nerve-sparing (NS), 20 monoloterale e 9 bilaterale.La sta<strong>di</strong>azione preo<strong>per</strong>atoria ha evidenziato la seguente<strong>di</strong>stribuzione in sta<strong>di</strong> clinici: 2 Pz T1a (2%), 1 T1b (1%), 56T1c (56%), 35 T2a (35%), 4 T2b (4%) e 2 T2c (2%).Risultati: Lo sta<strong>di</strong>o patologico dopo PRL è risultato: in 14 PzpT2a (14%), in 12 pT2b (12%), in 29 pT2c (29%), in 29 pT3a(29%), in 12 pT3b (12%) ed in 1 pT3c (1%); 3 Pz (3%) hannopresentato microfocolai <strong>di</strong> adenocarcinoma (2 G1, 1G3). In 33Pz (33%) all’esame istologico definitivo sono stati riscontratiuno o più margini <strong>di</strong> resezione positivi, così <strong>di</strong>stribuiti <strong>per</strong> sta<strong>di</strong>o:pT2a 2 Pz (6%), pT2b 4 Pz (12%), pT2c 8 Pz (24%), pT3a14 Pz (42%), pT3b 5 Pz (16%). La localizzazione dei marginipositivi è risultata: 6 margini positivi apicali, 22 laterali e 6multipli; in nessun caso si è riscontrato un coinvolgimento delcollo vescicale. In 47 Pz (47%) o<strong>per</strong>ati <strong>di</strong> PRL è <strong>di</strong>sponibile ilfollow-up del PSA a 12 mesi, in 36 Pz (36%) a 6 mesi e neirestanti 17 Pz (17%) è <strong>di</strong>sponibile il PSA ad un mese dall’intervento.In 13/100 Pz si è riscontrato un valore <strong>di</strong> PSA su<strong>per</strong>iorea 0,1 ng/ml, nei rimanenti il valore è rimasto inferiore a0,1 ng/ml.82Archivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004; 76, 3, Supplemento 1


ABSTRACTS <strong>XIV</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Società</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>di</strong> Urologia OncologicaConclusioni: La <strong>per</strong>centuale <strong>di</strong> margini positivi ed il follow-upme<strong>di</strong>o a 11 mesi nella nostra iniziale es<strong>per</strong>ienza con la tecnicalaparoscopica sono risultati sovrapponibili a quella riportati inletteratura a fronte <strong>di</strong> una bassa <strong>per</strong>centuale <strong>di</strong> complicanzeintra- e <strong>per</strong>i-o<strong>per</strong>atorie.Bibliografia:1. Guillonneau B, el-Fettouh H, Baumert H, et al. Laparoscopic ra<strong>di</strong>calprostatectomy: oncological evaluation after 1,000 cases a MontsourisInstitute. J Urol 2003; 169:12612. Martorana G, Manferrari F, Bertaccini A, Malizia M, Palmieri F,Severini E, Vitullo G. Laparoscopic ra<strong>di</strong>cal prostatectomy: oncological evaluationin the early phase of the learning curve comparing to retropubicapproach. Arch It Urol Androl 2004; 76:13. Guillonneau B, Cathelineau X, Doublet JD, Vallancien G. Laparoscopicalra<strong>di</strong>cal prostatectomy: the leassons learned. J Endourol 2001; 15:441Poster n. 221ROTTURA SPONTANEA DI ANGIOMIOLIPOMA RENALEASSOCIATA A SEPSI: CASO CLINICOCerasoli S. 2 , Elmi F. 1 , Galassi P. 1 , Gerbino G. 1 , Palucci Q. 1 ,Pasini A. 3 , Turci A. 11Urologia Ospedale M. Bufalini; 2 Anatomia Patologica Ospedale M.Bufalini; 3 Ra<strong>di</strong>ologia Ospedale M. Bufalini, CesenaIntroduzione: L’angiomiolipoma renale (AML) è un tumore relativamenteraro (0,3-3% <strong>di</strong> tutte le neoplasie renali), generalmentebenigno. È clinicamente significativo l’AML <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametrosu<strong>per</strong>iore a 4 cm <strong>per</strong> la tendenza alla rottura spontanea consuccessivo sanguinamento. In letteratura sono riportate pochedecine <strong>di</strong> casi <strong>di</strong> AML emorragico. Non risulta descritto l’AMLemorragico associato a stato settico.Caso clinico: F.A., <strong>di</strong> a. 28, viene ricoverato d’urgenza <strong>per</strong> lombalgiaacuta dx associata a massa palpabile e febbre a 39,4°.All’ingresso HB 14,8, GB 16900, es. urine e urocoltura negative,creatininemia nella norma. Viene iniziata antibioticoterapiacon ciprofloxacina e.v. Dopo 12 ore l’HB è 10,9, la febbrerimane su<strong>per</strong>iore a 39°. Vengono associati alla ciprofloxacinal’imipenem e la teicoplanina; sono eseguite TAC e RM chemostrano una neoformazione "ad iceberg", con una piccolaparte intrarenale e una maggior parte esofitica, <strong>di</strong> 8x 5,5 cm,<strong>di</strong>slocante il rene(che è normalmente funzionante) in sensoantero-inferiore; è presente una voluminosa raccolta ematica<strong>per</strong>irenale e pararenale posteriore. Viene ipotizzata la <strong>di</strong>agnosi<strong>di</strong> AML renale sanguinante con ematoma retro<strong>per</strong>itoneale. Neigiorni successivi l’HB rimane stabile, mentre lo sfebbramentodel paziente risulta torpido (37,5-38°), con <strong>per</strong>sistenza dellalombalgia. Gli in<strong>di</strong>ci laboratoristici <strong>di</strong> flogosi sono elevati.Ecograficamente la massa al centro mostra aspetti colliquativi,il tessuto renale appare ipoecogeno. Si decide <strong>di</strong> sottoporre ilpaziente ad intervento chirurgico esplorativo, nel sospetto <strong>di</strong>un ascesso <strong>per</strong>irenale. Il rene dx risulta racchiuso in una grossolanacotenna cartonacea , a tratti lignea, fortemente adesa al<strong>per</strong>itoneo all’esterno, alla capsula renale all’interno, alla ghiandolasurrenale su<strong>per</strong>iormente; all’interno della cotenna materialenecrotico ed ematico <strong>di</strong> vecchia data. Al polo su<strong>per</strong>ioredel rene è presente una lesione crateriforme spontaneamentesanguinante. Escissa completamente la cotenna si pratica resezionecuneiforme della lesione renale. Nel post-o<strong>per</strong>atoriopoliuria (fino a 8.000 cc) da decompressione renale. Le TACeseguite a <strong>di</strong>stanza mostrano una ripresa pressochè completadella funzionalità renale. Es, istologico: angiomiolipoma renalecon aree necrotico-emorragiche e flogosi suppurativa.Conclusioni: L’in<strong>di</strong>cazione chirurgica è scaturita dall’ipotesi <strong>di</strong>ascesso, non risolvibile con la terapia antibiotica. Il peduncolovascolare dell’AML era a livello del cratere sanguinante, <strong>per</strong> cui lamassa asportata era necrotica. L’intervento chirurgico ha evacuatouna massa necrotica a contenuto settico, decompresso il parenchimarenale e asportato l’AML. Pertanto è stata risolta in brevetempo una patologia multifattoriale che avrebbe potuto determinare,a lungo andare, conseguenze d’organo e sistemiche.Bibliografia1. Farina LA. Renal angiomyolipoma: <strong>di</strong>agnostic <strong>di</strong>fficulties and surgicalin<strong>di</strong>cations in 20 surgically treated patients. Actas Urol Esp 1994; 18:6392. Hellstrom PA. Spontaneous subcapsular or <strong>per</strong>irenal haemorrage causedby renal tumours. A urological emergency. Scand J Urol Nephrol 1999;33:173. Nelson CP. Contemporary <strong>di</strong>agnosis and management of renal angiomyolipoma.J Urol 2002; 168 (4pt 1):1315Archivio Italiano <strong>di</strong> Urologia e Andrologia 2004; 76, 3, Supplemento 183


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Casereports and notes on surgical technique shouid not exceed 10type written pages (references are to be limited to 12). Letters tothe e<strong>di</strong>tors should be not longer than 1000 words.ReferencesThe Author is responsible for the accuracy of the references.References must be sorted in order of quotation and numberedwith arabic <strong>di</strong>gits between parentheses. Only the references quote<strong>di</strong>n the text can be listed. Journal titles must be abbreviated asin the Index Me<strong>di</strong>cus. Only stu<strong>di</strong>es published on easily retrievedsources can be quoted. Unpublished stu<strong>di</strong>es cannot be quoted,however articles “in press” can be listed with the pro<strong>per</strong> in<strong>di</strong>cationof the journal title, year and possibly volume. Referencesmust be listed as follows:Journal articlesAll Authors if there are six or fewer, otherwise the first three, followedby “et al.”. Complete names for Work Groups orCommittees. Complete title in the original language.Title of the journal following Index Me<strong>di</strong>cus rules. Year of publication;Volume number: First page.Example: Starzl T, Iwatsuki S, Shaw BW, et al. Left hepatic trisegmentectomy.Surg Gynecol Obstet 1982; 155:21BooksAuthors - Complete title in the original language. E<strong>di</strong>tion number(if later than the first). City of publication: Publisher, Year ofpublication.Example: Bergel DIA. Car<strong>di</strong>ovascular dynamics. 2nd ed. London:Academic Press Inc., 1974.Book chaptersAuthors of the chapters - Complete chapter title. In: Book E<strong>di</strong>tor,complete Book Title, E<strong>di</strong>tion number. City of publication:Publisher, Publication year: first page of chapter in the book.Example: Sagawa K. The use of central theory and system analysis.In: Bergel DH (Ed), Car<strong>di</strong>ovascular dynamics. 2nd ed. London:Academic Press Inc., 1964; 115TablesTables must be clearly printed and aimed to make comprehensionof the written text easier. They must be numbered in Arabic<strong>di</strong>gits and referred to in the text by progressive numbers. Everytable must be typed on a separate sheet and accompanied by abrief title. The meaning of any abbreviations must be explainedat the bottom of the table itself.Figures(graphics, algorithms, photographs, drawings)Figures must be submitted in duplicate as well, they must benumbered and quoted in the text by number. On the back sideof each figure the following data must appear: figure number;title of the pa<strong>per</strong>, name of the first Author, an arrow pointing tothe top of the figure.Figure legendsFigure legends must all be collected in one or more separatepages. The meaning of all symbols, abbreviations or letters mustbe in<strong>di</strong>cated. 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