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www.accademiaurbense.it<strong>Lerma</strong>3<strong>Lerma</strong><strong>Lerma</strong> è un suggestivo paeseposto fra i colli preappenninici alladestra del Piota, in cima ad una rivascoscesa, che si eleva in quel trattoper più di 50 m, quasi a perpendicolo,sul corso del torrente.L’agricoltura è alla base della suaeconomia, in particolare il vig<strong>net</strong>o,che numerose importanti aziendevinicole valorizzano producendo iltipico Dolcetto d’Ovada, ilCortese dell’alto monferrato edaltri vini locali. Vi sono poi mobilificied altri laboratori artigianali.Del paese parla NicolaGhiglione in una poesia dedicata aZita, la donna amata:In questo silenzio anticodi case di pietra e di cortili,dove il mostofa un rumore quasi nascostocome di riviscorrenti dentro a un bosco,noi due, con i nostri pensieri,scegliemmo la strada in collinaper cogliere del tramontoquell’ora che assopiscee le cose incide,così quel tuo sole al tramontobrillò sulle vigne.E andando per un sentiero più brevecogliesti un quadrifoglio,un miracolo quasiche ti fece tanto gioire.settembre 1967La storiaNel 1166 Guglielmo V dimonferrato, detto “il vecchio” perla precoce canizie, infeudato dall’imperatore Federico Barbarossa diCastelletto, rocca, rondinaria,tagliolo e Casaleggio, cerca diconquistare il castello di Parodi perrenderlo a Guglielmo saraceno,signore del luogo e suo nipote, aNella pagina a lato le mura delCastello e del Ricetto di <strong>Lerma</strong>Sopra il torrione del Castellorisalente al XII secoloA pagina 5 in alto, veduta aereadel Castello e del RicettoIn basso, Ricetto, portali in pietradella casa canonica (secolo XIII)


www.accademiaurbense.it4 <strong>Lerma</strong>Chiesa di San Giovanni al Piano,a lato, San Cristoforo, facciata(1512)In basso, Cristo Pantocratore,catino dell’absidecui i Genovesi l’avevano strappatocon l’inganno. Durante l’ampiamanovra di accerchiamento che ilmonferrino conduce lungo la Valledel Piota, viene distruttarondinaria, il mitico insediamentoabitativo creato dai cercatori d’orolungo la valle. Gli scampati alladevastazione, signori e popolani, sirifugiano allora su un rilievo scoscesoche domina la valle, che prestocercano di fortificare. sonoloro, secondo la tradizione, chedanno vita ad erma o elma, l’attuale<strong>Lerma</strong>. Per questa sua posizionedominante, il paese, puressendo un piccolo centro, rivestìsempre un grande interesse strategico,come testimoniano ancoranotevoli vestigia delle sue fortificazioni:un castello signorile, unricetto o borgo murato ed una torrequadrata detta “dell’albarola”.Dell’esistenza di un luogo fortificatosi parla per la prima volta inun documento del 1184 con cui isignori di morbello, di Pobleto e disommaripa, dai quali dipendeva ilcastello, promettevano aglialessandrini che “dabunt castel-


www.accademiaurbense.it6 <strong>Lerma</strong>Guglielmo tonso, figlio del defuntoGuido e signore di un terzo delluogo, giura fedeltà a Genova;quindi, nel 1209, si dichiara vassallodella repubblica. Nel 1223 irimanenti condòmini cedono lealtre due quote.L’importanza strategica e militaredi <strong>Lerma</strong> per Genova appareparticolarmente evidente durante lelotte del 1273 tra la città e i marchesidel Bosco. in quell’anno iGenovesi, reagendo all’ennesimoepisodio di soperchieria nei confrontidei propri mercanti e dei benidei propri cittadini e per proteggeregli abitanti dell’oltregiogo edelle podesterie di Voltri e dellaPolcevera, inviarono due corpi diA lato, cascina BessicaIn basso, <strong>Lerma</strong> e il Piota in unacarta del XVII secoloNella pagina a lato, la Ferriera eil Santuario di Santa Maria dellaRocchetta lungo il Piota (sec. XVI)spedizione: uno comandato daegidio di Negro, che transita per levie di Parodi e Casaleggio, l’altroguidato da Jacopo Doria, podestàdi Voltri, proveniente da Cerisola.L’armata genovese, forte di più diduemila uomini, quattrocento militese cento balestrieri, si concentrò“apud castrum Elme”, per poi proseguirevittoriosamente alla occupazionedi ovada e all’espugnazionedel castello di tagliolosul finire del Xiii secolo la proprietàdi <strong>Lerma</strong>, frazionata fradiversi possessori, giunge peracquisto in mano della potentecasata genovese dei rosso dellaVolta. Pochi anni dopo, nel 1303,due documenti comprovano cheBrancaleone Doria (il personaggiocitato da Dante nell’inferno) acquistail castello e la giurisdizione di<strong>Lerma</strong>. L’acquisto, a cui si aggiungerannoquelli di silvano etagliolo, sommato al possesso dimolare, ricevuto dal figlio in dote,farà coltivare a Brancaleone il progettodi costituire nella zona uno


www.accademiaurbense.it<strong>Lerma</strong>7stato dei Doria, disegno destinato afallire per la fedeltà di ovada alComune Genovese.Nel corso del trecento <strong>Lerma</strong>viene riconosciuta come terra delmonferrato sotto la signoria deiPaleologi, infatti il feudo vieneconfermato nel 1355 a Giovanni iiPaleologo dall’imperatore Carlo iVdi Lussemburgo. ma l’influenzagenovese non viene certo meno,perché il borgo è acquistato dalComune di Genova, che ne presidieràil castello per diversi anni.sul finire del secolo il feudo vienepoi ceduto ad antonio Grillo e successivamente,nel 1414, venduto aottobono della potente famigliagenovese degli spinola. Da quest’annoin poi <strong>Lerma</strong> rimarrà saldamentenelle mani di questa casata.il castello, nei secoli XVi-XVii,continua ad essere al centro diavvenimenti bellici. Nel 1528<strong>Lerma</strong> ospita un corpo di duemilafanti e cinquanta cavalieri francesi,capitanati da montejeau e daVillerche, che tentano un colpo dimano contro andrea Doria. inseguito, per personale intervento diquest’ultimo, nel 1542, i Lermesiottengono la riconferma dei loroantichi privilegi e nel 1547 la composizionedi alcune vertenze conGenova. il castello offre poi rifugioad alcuni ribelli al re di spagna,che nel 1575 riescono a respingereun attacco di don emanuele diLuna, governatore di alessandria,il quale invano cerca di occupare laforte posizione con una compagniadi cavalleggeri e cinquanta fanti.La Guerra Di <strong>Lerma</strong>il fatto più rilevante nella storiadel borgo, passato poi, un po’ pomposamente,alla storia come: “LaGuerra di <strong>Lerma</strong>”, avvenne peròdurante la “Guerra dei trent’anni”,quando una trentina di Lermesi,


www.accademiaurbense.it8 <strong>Lerma</strong>In basso, Agostino Spinola,raffigurato come donatore nelcatino dell’abside dellaParrocchialeNella pagina a lato,il Castelloe le mura del Ricetto. Nel torrioneè stata ricavata, nel sec. XVI,l’abside della Parrocchialedi San Giovannicon le loro donne, tennero testa amillecinquecento spagnoli guidatida don Diego d’aragona, maestrodi Campo di s. m. Cattolica, nelcorso di una spedizione organizzatacontro Luca spinola dal marchesedi Caracenas, Governatore dimilano.Nel tardo pomeriggio del 29luglio 1649, un distaccamento dialcune centinaia di fanti e cavalierispagnoli, avanguardia di un vero eproprio esercito al Comando diDon Diego d’aragona, si accampavanel “Borgo del piano” del paese.richiesti dal Capitano della terra,Giorgio Baldo, di dichiarare conquali intenzioni venissero e seerano in possesso delle debite autorizzazioni,risposero che per amoreo per forza si sarebbero acquartieratinel borgo a spese della comunità.La determinazione che mostravano,in <strong>net</strong>to contrasto con lo statodi pace fra spagna e monferratoche regnava in quel tempo, spinse ipaesani ad armarsi per non soggiacerealla prepotenza. subito siaccendevano degli scontri conmorti e feriti in campo spagnolo.Poi il numero soverchio costringevagli ardimentosi paesani a ripiegareall’interno delle mura.seguivano altri assalti, che venivanovittoriosamente respinti. il calaredelle tenebre sospendeva gliscontri. il mattino seguente, dopouna notte insonne passata a sorvegliarele mura, lo spettacolo dellavalle brulicante di truppe a piedi oa cavallo che, sopraggiunte nellanotte, si disponevano a battaglia,raggelava i difensori. era giocoforzaarrendersi. e così fecero, dopouna breve trattativa, i Lermesi, acui furono garantiti salvi la vita egli averi. Promessa che lo sprezzantedon alonso si affrettò poi arinnegare, quanto meno per l’ultimaparte, imponendo alla comunitàl’onerosa contribuzione di duecentodoppie di spagna, riscosse lequali le truppe si allontanarono.


www.accademiaurbense.it10 <strong>Lerma</strong>gne, ma poi lo scoppio dellaGrande guerra portava tantiLermesi a morire nelle trincee delCarso o lungo le pendici delGrappa.il periodo fascista coincide,per il paese e per tutto l’ovadese,con la crisi del settore vitivinicolo,pesantemente colpito dallaperonospera, e con la sua faticosarinascita, mentre le Feste vendemmialisegnano il momento dimaggior consenso per il regime.La seconda guerra mondialevide nascere, sui monti che circondano<strong>Lerma</strong>, un forte movimentopartigiano, che fu più voltecolpito dalla rappresaglia nazifascistatanto che la “Benedicta”è assurta a simbolo nazionale disacrificio.oggi il borgo, dopo il massic-A lato, Parrocchiale e Oratorioin una foto di fine ‘800In basso, la circonvallazionenegli anni ‘20Nella pagina a lato, due vedutedel Castello Spinolacio spopolamento che ha caratterizzatole campagne, negli anni‘60 e ‘70 del secolo passato, hatrovato un suo equilibrio e cercauna valorizzazione in campo turisticoa cui lo destinano: la piacevolezzadei luoghi, le testimonianzedel patrimonio storico edartistico, le tradizioni enogastronomichee folkloriche, la cordialitàdegli abitanti.IL CasteLLOL’attuale castello di <strong>Lerma</strong>, cheè uno dei più belli della zona, risalenelle sue strutture fondamentalialla fine del XV secolo quando lacostruzione venne realizzata daLuca spinola. il ricco ed influentepatrizio genoveseera stato creatoCavaliere di sproni d’oro da CarloViii, re di Francia, il quale soffrivaevidentemente del “mal della pietra”tanto é vero che a lui si devonola ricostruzione del Castellodella Pieve a teco, l’edificazione


www.accademiaurbense.it<strong>Lerma</strong>11della chiesa dedicata a sanGiacomo a Cornigliano e, con ilcardinale Giuliano della rovere(futuro papa col nome di Giulio ii),quella della chiesa di santa mariaincoronata sulle alture, che da questoedificio avrebbero preso ilnome. a Luca va anche il merito diaver restaurato ed ampliato, a<strong>Lerma</strong>, il santuario di Nostrasignora delle rocchette.L’imponente edificio del castello,che si apre sulla piazza del ricetto,ha conservato, fra le più antichefortificazioni, il severo torrionerotondo, che domina la valle delPiota. L’intonaco nuovo, le persianemoderne, che vi stonano parecchio,dissimulano in parte l’anticastruttura, ma la forma massiccia el’esclusione verso il basso di qualsiasiapertura, che non sia una feritoiasvelano l’antica torre del Xiisecolo. Lo schema costruttivo è acorpo unico in stile francesizzantee simile come impianto ai castelli,più o meno coevi, di montaldeo, dimornese e di silvano d’orba. Lacostruzione ha così assunto unapianta a pentagono irregolare, conil lato sud difeso dal torrione. Lostesso apparato difensivo rivela un


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www.accademiaurbense.it<strong>Lerma</strong>13Nella pagina a lato, l’aladel Castello prospettanteverso l’abitatoIn basso, un entrata al Castelloedificio di transizione, tra la fortificazioneed il “maniero signorile”.in effetti, nel castello di <strong>Lerma</strong>mancano le caditoie tra un beccatelloe l’altro, i merli stessi sonoparte integrante di finestre e deltetto (particolari riscontrabili anchenel mastio quadrato); in altre parolel’intero apparato a sporgere èdivenuto quasi un elemento decorativo.a rimarcare la funzione didimora signorile segnaliamo anchela sobria presenza di bifore nellaparte più alta e dal lato nord.L’edificio risulta così ingentilito,ma non per questo è del tuttosguarnito o indifeso: sotto ognifinestra vi è una feritoia strombatada usare come bombardiera e suilati due fuciliere completano gliapprestamenti bellici. simbolo dicomando e signoria, nella partenord, rivolta verso il borgo, s’innalzala nuova torre quadrata. sullaparete est è dipinto un enormestemma degli spinola col mottoPotius mori quam foedari. si trattanel complesso di un edificio fattopiù per intimidire i possibili avversariche a scopo offensivo, macapace di svolgere, come abbiamovisto, una certa sua funzione militare,anche se, ovviamente, non ingrado di resistere ad un regolareassedio con artiglierie. al centrodel castello è ricavato un caratteristicocortile triangolare quattrocentesco,con arcate e colonne in pietrae bifore. all’interno, i numerosisaloni, le sale ed altri ambientiespongono alle pareti una ricca collezionedi quadri, fra i quali alcunidi notevole valore artistico(rubens, Van Dyck). Completanol’arredamento mobili d’epoca esuppellettili antiche. Notevole poila galleria degli stemmi, così chiamataperché in essa sono affrescaticinque grandi stemmi della casaspinola inquartati con gli stemmidelle famiglie congiunte: Doria,Pallavicino, Negrone … Va ricordato,infine, che il castello era statoampliato, nel 1538, con la costruzionedi un salone, prospiciente lapiazza principale del borgo, ma


www.accademiaurbense.it14 <strong>Lerma</strong>che l’attuale edificio occupa, probabilmente,solo una parte dell’anticasuperficie fortificata, chedoveva comprendere tutta la piazzaantistante.anche questo castello, comemolti altri dell’ovadese e dell’oltregiogo, fu studiato dall’architettod’andrade. oggi appartiene almarchese andrea spinola.La LeGGeNDa DeLLe rose D’orouna leggenda, che ancora si tramandafra gli abitanti del luogo èlegata al soggiorno al castello, nel1565, di donna isabella Corvalan,dama d’onore della regina diCastiglia. si narra che in queltempo, un giorno, giungesse almaniero un forte numero di armatia cavallo, che innalzavano unostendardo genovese. introdotti nelcortile d’onore, i cavalieri chieserodi donna isabella, che si sapevaapprestarsi al rientro in patria, allaquale consegnarono in un preziososcrigno di cristallo, un dono dellarepubblica marinara per laregina. si trattava di tre rose d’oroi cui petali rossi erano altrettantipreziosissimi rubini che diffondevanoall’intorno bagliori infuocati.il dono nascondeva, nella disposizionedelle pietre preziose, nel lorocolore, nella loro dimensione e nelnumero, un messaggio in grado diessere interpretato solo dagliappartenenti ad alcuni ordini cavallereschisegreti, iniziati all’esoterismo.infatti la sovrana, che era affiliataad uno di essi e svolgevaun’intensa attività politica, era datempo in relazione segreta con larepubblica.Donna isabella, visti i tempiperigliosi, volle mettere al sicuro inun nascondiglio segreto il donostraordinario e, di notte, aiutatasolo dall’ancella più fida, pare loponesse in una cavità del cortile frail loggiato e la scala esterna. Pochigiorni dopo dovette partire di premuraper milano, dove l’avevarichiamata il Viceré spagnolo, chedoveva fornirle istruzioni particolariper il suo viaggio di ritorno inspagna. Le rose rimasero al castello,dove la dama progettava di tornarenel suo tragitto verso l’imbarco.Non sappiamo quali accadi-


www.accademiaurbense.it<strong>Lerma</strong>15Nella pagina a lato, il Castelloe il Ricetto in una foto di fine ‘800del signor Paolo ParodiIn basso, l’absidee il presbiterio della Chiesaparrocchiale di San Giovannimenti le abbiano poi impedito direalizzare questo suo proposito,fatto sta’ che non tornò e che lerose offerte alla sovrana di spagnarimasero occultate nel nascondiglio.il tempo cancellò anche il ricordodi quegli avvenimenti finché,sul finire dell’ottocento, il ritrovamentofortuito di alcuni appunti frale pagine di un vecchio volumerisvegliò il ricordo di quei fatti e,un po’ per gioco, un po’ perché nonsi sa mai, si fecero delle ricerche,anche con l’aiuto di un rabdomante,ma invano. tuttavia pareche il documento ritrovatofornisse un’ indicazionepreziosa. affermava infattiche in un determinato giornodell’autunno inoltrato,che peraltro non indicava, esolo in quel giorno, il sole,verso il tramonto, raggiungevacon i suoi raggi obliquila nicchia segreta,facendo avvampare i rubiniche riverberavano attorno illoro splendore. allora ilcastello pareva avvolto dauna luce infuocata cheincuteva un vago sensod’inquietudine. in quelmomento il vecchio manierosvelava il suo segreto,ma era questione di attimi,poi il colore si stemperavanelle rosate iridescenze diun quieto tramonto monferrinoe per un altro anno loscrigno poteva tornare aA pagina 17, San Giovannibattezza Gesù, affrescodi Gian Battista Paggi, lu<strong>net</strong>tadell’abside della Parrocchialedi San Giovannidormire il suo sogno indisturbato.La ParroCChiaLe DeLLa VerGiNeDei saN GioVaNNi Battista e DeisaNti martiriDel primitivo castello, oltre almastio circolare, rimane una delletorri del recinto, adattata ad absidedella chiesa parrocchiale. Questasi raggiunge passando sotto l’arcoche ci introduce sulla piazzetta chesi affaccia sulla Valle del Piota,offrendo al visitatore uno straordinariopanorama. Davanti alla chiesa,si ergeva fino a pochi anni fa, il


www.accademiaurbense.it<strong>Lerma</strong>17conserte, è in piedi, nell’acqua delfiume che scorre in dissolvenza tradue rive verdeggianti e sassose, e ilBattista, appoggiandosi a un bastonea forma di croce, si sporge versodi lui dalla riva versando l’acquacon una ciotola; al di sopra, lacolomba dello spirito santo e,affacciato a uno squarcio dellenubi, il Padreterno compiaciuto.Dietro Gesù si scorgono dei fanciulli.ai lati sono effigiati, genuflessi,agostino e Cecilia spinola,i feudatari del posto, che sonoanche i committenti dell’opera,forse per impetrare la nascita di unsospirato erede. entro triangoli,che coi loro vertici s’incuneanocon perfetta scansione nella scenadel Battesimo, sono effigiati treputti con gli strumenti simbolicidella Passione (martello, flagelli,croce, corona di spine, lancia).Nelle tre lu<strong>net</strong>te, che le basi arcuatedei triangoli disegnano nellaparte sottostante, troviamo SanFrancesco, la Sacra Famiglia e unaltro Santo, separati da riquadricon lo stemma ripetuto deglispinola. emilio Podestà ha ipotizzatoche l’ideazione e i cartoni preparatoridell’opera siano diGiambattista Paggi (Genova1554-1627), per le notevoli affinitàstilistiche con l’analogo soggettoda lui dipinto, a olio, nel 1617, perla chiesa parrocchiale di GenovaPontedecimo. aggiunge poi: “l’esecuzionemateriale che, accanto atalune acerbità, rivela in certi particolaricapacità non comuni, sipotrebbe invece immaginare dimano del quindicenne GiulioBenso, venuto a Genova dalla nativaPieve di teco ed accolto a bottegadallo stesso Paggi su raccomandazionedegli spinola”. L’ipotesitiene anche conto del fatto che, soltantoun secolo prima, Pieve diteco e <strong>Lerma</strong> erano entrambe sottola signoria di Luca spinola, per cuiè comunque da ritenere che GiulioBenso (Pieve di teco 1668) discendada un lermese, emigrato in quel


www.accademiaurbense.it18 <strong>Lerma</strong>In basso, scorcio del RicettoNella pagina a lato, Via Crucis,affresco della Chiesa di SanGiovanni Battista al Pianotempo nel paese ligure. La casatadei Benso è, infatti, una delle piùantiche e numerose in <strong>Lerma</strong>.Della parrocchiale ricordiamole tele di San Carlo orante e delBattista nel presbiterio, al primoaltare a destra pala con Madonna,fra Santa Maria Maddalena e S.Caterina che mostra ad un domenicanola tela raffigurante SanDomenico, giunta miracolosamentein Soriano Calabro; nella successivaCappella del sacro Cuore,alle pareti, tele di San Carlo oranteai piedi della croce, laMaddalena e un frate e diSant’Agata, San Francesco,Sant’Apollonia, un Santo vescovo eun Santo militare (Defendente?).sulla parete sinistra, alla primacampata, un ex voto del 1618, teladi scuola genovese sulla quale siaccalcano, attorno ad un morente(probabilmente uno spinola), cheappoggia il capo su due origliericon nappe e l’iscrizione S. Alesius,un pontefice (Paolo V?) seguito daun corteo di eminenti ecclesiastici,un sovrano, ed i famigliari in preghiera,mentre dall’alto la trinitàguarda benevolmente la scena. siapre poi nella parete una nicchiacon reliquie dei santi martiri, a cuisegue una cappella con tela di SanCarlo nella duplice veste di penitentecol cappio al collo e di soccorritoredei poveri. segnaliamoinoltre una lapide del 1612, chericorda alcuni ampliamenti eseguitiper volere di agostino e Ceciliaspinola, un bel Crocefisso delXViii secolo, opera della bottegadi anton maria maragliano, euna croce processionale seicentesca.iL riCettoall’uscita dalla chiesa, a destrauna discesa si addentra nel ricetto,che si sviluppa su di uno speronestrapiombante su due lati e, quindi,privo di fortificazioni su di essi,disposto su di un asse nord ovestsudest. il complesso del ricetto eramunito di due accessi: uno a valleed l’altro di pertinenza del castello.secondo uno schema molto regolare,dalla via principale si dipartono,a pettine ed a distanze costanti, le


www.accademiaurbense.it<strong>Lerma</strong>19vie che delimitano le varie isoleedilizie. molto interessante è latipologia di questi fabbricati, chepresentano una struttura tipica adue vani sovrapposti, con un’aperturaal piano terra ed una al pianosuperiore. Vale la pena di notare ivari particolari costruttivi, fra cuisono da segnalare: i camini dellevie laterali ad ovest, alcuni elementiin cotto del XV secolo e, specialmente,la struttura di alcuni portalirealizzati in pietra (i più antichirisalgono all’Xi e Xii sec.).segnaliamo quelli al piano terradella Canonica..Dall’accesso inferiore del ricettosi dipartiva un sentiero scoscesoche scendeva in fondo valle e,costeggiando la riva del torrente,un tempo, raggiungeva la Chiesa dis. Giovanni.La Chiesa Di saN GioVaNNiBattista aL PiaNo*La chiesa, eretta, probabilmentedurante l’Xi secolo, sulla rivadestra del Piota, a poche decine dimetri dalla riva, e a circa 20 ventiminuti di cammino dal ricetto, èora inglobata all’interno del cimitero.Per lungo tempo fu la parrocchialedi <strong>Lerma</strong> e solo nelCinquecento cedette il proprioruolo all’oratorio posto all’internodel borgo murato. La struttura sipresenta nella forma più semplice,a capannina, ad una sola navata conil tetto a capriata. Le pareti lateralisono interrotte da strette finestrealternate a lesene e percorse in alto,in prossimità del tetto, da archetticiechi. L’abside risulta più strettarispetto alla larghezza della navata,un piccolo campanile a piantatriangolare scalena si eleva dipochi metri sul tetto della costru-


www.accademiaurbense.it<strong>Lerma</strong>21Nella pagina a lato, Ecce Homo,particolare di una stazione dellaVia Crucis della Chiesa di SanGiovanni Battista al PianoIn basso, figurina orantepopolarmente identificatacome la persona incaricatadi preparare i pasti ai pittorizione. sulla facciata esterna è raffiguratoin modo rozzo un imponenteSan Cristoforo, protettore deiviandanti e dei guadi, datato 1512.all’interno, l’abside e la paretedestra riccamente affrescata contrastanocon la povertà del tessutomurario, fatto di pietre del fiume emattoni pieni legati con semplicemalta. Gli affreschi si presentano informe arcaizzanti con “reminiscenzefranco-provenzali” (Cuttica direvigliasco) nella descrizionedegli ambienti e dei costumi; masono state anche riscontrate notevolianalogie con pittori attivi inLombardia, come Galdino daVarese (mulazzani). Nel catinoabsidale domina la figura di CristoPantocratore, entro una mandorla,cui sono giustapposti i simbolidegli evangelisti. al di sotto di questefigure, entro nicchie separate dacolonne tortili, i santi: Michele,Pietro, Giovanni Battísta, Lorenzo,Giacomo e Benedetto. sotto, in unpiccolo riquadro, si trova una figuradi donna inginocchiata, semplicementevestita, la committente o,come ritiene la tradizione popolare,la persona incaricata di preparare eportare i pasti ai pittori.Nell’intradosso dell’arco trionfale,dodici figure di Profeti e Sibille.isolata nello stipite di sinistradella finestrella absidale è, infine,una Madonna col Bambino.La parete settentrionale dellachiesa è interamente occupata dauna Vía Crucis** a sedici stazionidi un autore ignoto definitomaestro della Pieve di <strong>Lerma</strong>,realizzata “secondo il modelloanteriore a quello propagato da sanLeonardo di Portomaurizio verso lafine del seicento” (Podestà), sudoppia fila. La rappresentazione ècertamente rozza, se paragonata adaltre coeve, ma l’insieme risulta digrande suggestione.“Nella paretina di sinistra, a latodell’arco trionfale, è raffiguratosant’antonío abate, commissionatoda Lazarino molinario, mentredi fronte ad esso, nella controfacciataè dipinto san Bartolomeo,commissionato da un lermese dinome Bertola” (Ferrando).Per questi affreschi (si discutese siano tutti della stessa mano) èstata proposta una datazioneristretta al primo quarto del Cin -


www.accademiaurbense.it<strong>Lerma</strong>23A lato, la Chiesettadi San BernardoIn basso, il Santuario di NostraSignora delle Rocchette“rogazioni”, riti per propiziarebuoni raccolti e scongiurare calamitàed epidemie. Nella chiesa disan rocco, in regione Piano c’èun dipinto che raffigura il santocon alle spalle un angelo il qualeregge la scritta Eris in pestepatronus; presso la chiesa di sansebastiano fu collocato il lazzarettodurante la peste del 1630 e leepidemie di colera dell’ottocento.La chiesa di san Bernardo ha sulfronte un porticato, che è stato persecoli rifugio di viandanti e dierranti di ogni specie. sanPantaleo si trova lungo la stradaper le Capanne di marcarolo, untempo uno dei pochi valichiappenninici esistenti, ed haanch’essa sul fronte originario iruderi di un ampio porticato.La torre DeLL’aLBaroLaa nord dell’abitato, ai confinifra <strong>Lerma</strong>, silvano e Castellettod’orba, rimangono i ruderi dellatorre dell’albarola. si pensa chefacesse parte di un sistema difensivodi avvistamento creato contro leincursioni della perfida “gentesaracena”, attorno all’anno mille. ilsuo compito era di riprendere isegnali provenienti dalla Colma e,con falò accesi sulla cima, avvisarela non lontana torre del Gazzolo (s.Cristoforo), che avrebbe inviato


www.accademiaurbense.it24 <strong>Lerma</strong>In basso, la Torre dell’Albarolae sullo sfondo il Monte TobbioNella pagina a lato, in altole piscine comunaliIn basso, l’Osservatorioastronomico gestitodall’Associazione culturale“Alessandra Ferrarie Ilaria Merlo”l’allarme alla pianura. Chi sale allatorre si rende immediatamenteconto della ragione di quella collocazione:di lassù la vista spaziadalla valle del Piota a tutto l’arcoappenninico, e poi ancora giù versole colline fino alla Pianura Padana.La tradizione erudita vuole che,in seguito, abbia avuto funzione dicampanile per santa maria inPrelio, cioè per la Pieve di silvanod’orba, in quanto è situata su uncolle posto ad oriente della stessa.Verso la fine del secolo XVii pressol’albarola venne costruital’abbazia di san Filippo Neri, dallaquale deriva il nome dell’odiernacascina abbazia.L’osserVatorio astroNomiCoGestito dall’associazioneCulturale “alessandra Ferrari eilaria merlo”, l’osservatorioastronomico di <strong>Lerma</strong> funziona siacome centro di ricerca sia comepolo didattico per le scuole e per ivisitatori. esso è ubicatonel territorio di <strong>Lerma</strong>,alla som mità di una collinaisolata tra i vig<strong>net</strong>i e leginestre, in localitàCostalunga. L’edificio,realizzato in cementoarmato, è struttu rato sutre piani per otto metrid’altezza. al seminterratoè situa to il laboratoriofotografico, mentre ilprimo piano è riservatoalla strumentazione disupporto; l’ultimo, costituitoda una cupola diquattro metri di diametro,in vetroresina, su strutturaportante in ferro e isolatacon lana di vetro,ospita il telescopio.Le PisCiNe ComuNaLiil complesso dellePiscine di <strong>Lerma</strong>, attivodalla metà degli anni ‘70,rappresenta per tutta lazona dell’ovadese


www.accademiaurbense.it<strong>Lerma</strong>25un’occa sione eccezionale per praticaresport nel più completobenessere.Gli impianti, recentementerimodernati, offrono la possibilitàdi praticare nuoto, tuffi, tennis, calcetto,pallavolo, beach volley e calciosaponato, sotto l’attenta sorveglianzadi istruttori professionali.in particolare vengono effettuaticorsi speciali per bam bini, consoluzioni di abbonamento estremamentevantaggiose. un bar e unatavola calda rendono piacevole ilsoggiorno ai clienti. Concerti,attrazioni e tornei sportivi ravvivanole serate in piscina delle estatilermesi.l’ovadese e il Gaviese, è una dellepiù estese riserve naturali delPiemonte. si tratta di 85 Km quadratidi territorio montuoso, caratterizzatoda una presenza umanamolto limitata, essendo praticamentecircoscritta alle circa cinquantapersone, che abitano ilnucleo di Capanne di marcarolo. ilIL ParCO NaturaLe DeLLeCaPaNNe DI marCarOLOuna larga parte del territoriocomunale è inserita nel ParcoNaturale delle Capanne dimarcarolo, parco regionale istituitonel 1979 che proprio a <strong>Lerma</strong> hala sua sede logistica. situato all’estremapunta meridionale dellaregione, posto a cavallo fra


www.accademiaurbense.it26 <strong>Lerma</strong>suo territorio è segnato dalle formearrotondate dei monti Colma,Pracaban e Poggio, che fanno coronaalla tozza piramide del montetobbio (1092 m), il quale dominaA lato, il biancone, la sua figuraè diventata il simbolo del ParcoIn basso, la diga dell’acquedottoDe Ferrari Galliera che formail primo lago della LavagninaA destra, il territorio del Parcol’intero territorio. sulla cima dellavetta si erge la chiesetta dedicata aNostra signora di Caravaggio, conlocali adibiti a rifugio. Nella parteorientale spiccano il monte delleFigne (la cima più alta, con i suoi1172 m), il taccone e il Leco. Èpercorso dai torrenti Lemme, Piotae Gorzente. Lungo il corso di quest’ultimol’opera dell’uomo hacostruito attraverso sbarramenti, ilaghi omonimi e quelli dellaLavagnina. L’ambiente protettogode di un clima particolare per laconfluenza di correnti marine emontane. La flora del Parco, per laconcomitanza di una serie di situazioniclimatiche particolari, èmolto ricca e molto varia, con specieanche rare come la DroseraRotundifolia, pianta carnivora checresce nelle zone umide del parco,la bellissima Rosa Gallica, la Or -


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www.accademiaurbense.it<strong>Lerma</strong>29Nella pagina a lato, il Santuariodi Nostra Signora delle Rocchette,in primo piano le roccie dipuddinga che gli danno il nomeIn basso, la Viola Bertoloniie Daphne cneorumraggiungere il santuario dellamadonna delle rocchette, bisogneràattraversare il ponte ed imboccarela prima strada a sinistra. in questocaso si percorre l’altra riva deltorrente, ma le occasioni di refrigeriosono le stesse. Più impegnativauna passeggiata alla torredell’albarola, che prevede unadiscesa in Valle scura e una camminatafra vigne e tufi bianchi.ombreggiata e in mezzo al boscola passeggiata al Castello diCasaleggio, la cui strada si raggiungescendendo verso il Piota un600 metri sulla sinistra prima delponte. La stessa strada, quandoormai il Castello è in vista, si biforca.Prendendo a destra si raggiungonoi Laghi della Lavagnina.il Lago della Lavagnina puòessere il punto d’arrivo di una passeggiatao quello d’inizio per un’escursioneal Valico deglieremiti. Dalla diga siimbocca a sinistra, dietro lacasa del guardiano, uno sterratoche costeggia interamentelo specchio d’acqua.superato il primo lago, siraggiunge il secondo, oramaiquasi del tutto riempitodi detriti, e in vicinanza diun traliccio elettrico siincontra un segno giallo,che indica il sentiero checonduce al monte tugello.L’itinerario prosegue lungole rive del torrenteGorzente. Dopo un chilometroe mezzo dal secondolago, si incontra un bivio.Prendendo a sinistra, si inizia asalire dolcemente, ma in seguito ilsentiero si trasforma in un’erta,fortunatamente breve, che portaalla località Prà Grass. Di lì unacomoda mulattiera raggiunge ilValico degli eremiti, dove incontrala strada asfaltata che damornese e Voltaggio porta alleCapanne di marcarolo. il luogopuò essere il punto di partenza perun’escursione al monte tobbio.esCursioNe aL moNte toBBioanche se non è la montagna piùalta, il tobbio è sicuramente lamontagna più caratteristica e frequentatadel Parco naturaleCapanne di marcarolo.Facilmente individuabile anchedalla pianura alessandrina per lasua forma conica e la cappelletta


www.accademiaurbense.it30 <strong>Lerma</strong>sulla cima, offre un panoramastraordinario della cerchia alpina,sui rilievi appenninici e sul vicinomar tirreno.il percorso più breve per raggiungerela cima del monte partedal Valico degli eremiti e segue lamulattiera realizzata per trasportarei materiali necessari alla edificazionedella cappella che si trova sullacima. Dedicata a Nostra signora diCaravaggio, la chiesetta fu edificatasulla vetta nuda e rocciosa nel1897. annesso all’edificio religiosovi è un piccolo rifugio del Caidi Novi e ovada, mentre dell’altracostruzione, che si può vederenelle antiche foto, non restano chepoche tracce.salita. Dal valico degli eremiti(593 m) si imbocca l’antica mulattiera(indicazioni) a destra dellacappelletta a fianco della strada. ilsentiero nel primo tratto attraversaun rimboschimentoartificialedi pino nero, poiil cammino, fattosipiù ripido,affronta il pietrosoe spogliocostone. Conuna lunga seriedi tornanti ci siimmette (1 ora e30 mm.) sullamulattiera chesale dal passodella Daiola. inbreve si raggiungequindi lapanoramica vetta. La tradizionevuole che 1’arrivo in cima sia salutatodal rintocco della campana.Discesa. si ridiscende lungo ilmedesimo sentiero.un altro possibile itinerario peril tobbio, meno arduo e quindiconsigliato ai gitanti non particolarmenteallenati, è il seguente:La salita. Dal guado delGorzente (Pedanca nuova, 440 m)si risale la strada provinciale perqualche centinaio di metri in direzionedi Voltaggio, sino ad individuareuno sterrato (nei pressi c’èuna fontana), che sale nel boscosulla destra. superata la catena dichiusura, si percorre questa sterratache tagliando le pendici meridionalidel tobbio porta al caratteristicoinsediamento della CascinaNespolo (650 m, 30 mm.). Qui silascia il sentiero, che continuaverso il fondo del vallone, per pie-


www.accademiaurbense.it<strong>Lerma</strong>31Nella pagina a lato,giovane femmina di caprioloIn basso, il cono del MonteTobbio si specchia nel Lagodella Lavagninagare invece decisamente a sinistra(indicazioni), inoltrandosi nelbosco, dove campeggiano vetustiesemplari di castagno, e raggiungerein pochi minuti i resti diroccatidella Cascina tobbio (700 m). airuderi si può arrivare anchemediante un sentiero che iniziasulla sinistra dello sterrato centometri prima della cascina Nespolo(questo sentierotorna indietro sinoad un bivio dovesi svolta decisamentea destra -rari segna via).Dalla cascinatobbio si proseguelungo il sentiero,ora evidentee ben segnalato,tagliando a mezzacostail pendiocon direzionenord-est. uscitidal bosco, unatraccia sulla sinistraper metterebbedi raggiungeredirettamente lavetta lungo la crestasud-ovest, maè un percorso disagevolee pococ o n s i g l i a t o .Giunti alla depressionedel passodella Daiola (858m, 1 ora), trascurandoi numerosisentieri che quiconvergono, ci si volge a sinistra e,seguendo la larga mulattiera chesale a tornanti sul versante est, siguadagna faticosamente la cima.“auriFoNDiNae” e miNiere D’oroLungo le valli del Piota e delGorzente s’incontrano cumuli diciottoli di cui è difficile capire lanatura. si tratta dei residui del


www.accademiaurbense.itQuesto volume, a cura dell’Accademia Urbense,è stato impresso nel mese di Gennaio 2002dalla Tipografia Canepa di Spi<strong>net</strong>ta Marengo


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