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vc67 - vc (v13).cdr - Villa Cambiaso

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<strong>Villa</strong><strong>Cambiaso</strong>I porti si susseguono, e che porti: indue crociere visitiamo Marina diCampo rada, Porto S. Stefano,Castellammare di Stabia, Tripoli,Atene, Zelenika, Trieste e, per ultimo,Venezia e poi treno per casa e ritorno ascuola. Conosco giovani come me chefaranno il mio mestiere. Ricordo voltie nomi e paesi di provenienza:Cassano Spinola, Camogli, Viareggio,Luco Mugello, Roma, Quartu S.Elena, Minturno, Sciacca e tanti altri.Il mio ricordo più bello però è quellodei marinaretti del Scilla, giovanipoco più che bambini nelle loro divisecandide di marinaio, in confronto a noisembrano già professionisti del mare.A bordo tutto fila liscio, nessunproblema fra noi, nessuna discussione.Ancora oggi mi chiedo chi fosse ilresponsabile alla disciplina: non loabbiamo mai visto in azione.Il Comandante Cap. Emerico S. è pernoi il meglio che si possa trovare. Alto,magro, capelli bianchi, veneziano:siamo tutti convinti che discenda daqualche importante famiglia di Dogi.Non lo vedi quasi mai, appareall’improvviso, un sorriso ed unabattuta ironica e poi scompare. Il IUfficiale di Porto S. Stefano è semprecalmo e rilassato; un gran paio di baffineri e la tipica aria dei toscani, tiracconta qualsiasi storia e te la fasembrare vera.A bordo abbiamo il Cappellano, pernoi è il parroco della nave e ciaccompagna a terra quando ci sonogite organizzate. E poi abbiamo ancheil medico, mai visto all’opera perfortuna. Il nostromo fisicamentesembra la fotocopia del Cte Emerico,ci parla entusiasta della sua nave, dellamanovra delle vele, di come si possastringere il vento sino a 70 gradi e poi,vista la platea e certi sguardi cretini, sistringe nelle spalle e torna alla suaoccupazione.Ho notato da qualche giorno uno deinostri che gira con un quadernettotascabile e prende appunti continuamente,nessuno sa cosa contenga lasua agenda. Una sera si sente unfragore di risate salire dai nostriappartamenti, un ronzio seguito da unFoto curiosa di Giorgio Capellano:Caccia antisom in rada - Busan, Korea - Anno 1985Anno XIII n°67 - Novembre 2012 A.LP.15fragore, cosi per qualche tempo, aripetizione. Sono di vedetta ed il Iufficiale mi manda a controllare glieventi. Il 2° cuoco, sosia di SergeReggiani, seduto ad un tavolo con ilquadernetto in mano che legge, ilmitomane di fronte a lui tutto rosso eduna banda di scellerati che urla esghignazza dopo ogni frase.Scopriamo cosi il tenore dei suoiappunti: è tutto al di là di ogniesagerazione e lui è al centro di tutti glieventi. È la sua unica colpa, oltrequella di aver dimenticato la suaagenda su di un tavolo. A bordoabbiamo anche un intellettuale, uno dinoi. È imbarcato con sei o sette libri, lioffre ogni tanto in lettura ma nonsempre riesce a piazzarli. È moltocolto, si vede che quello è il suomondo e non capisco perché frequentiun istituto nautico ma non glielochiedo. Ti ringrazio caro amico, graziea te ho conosciuto Saroyan e Pavese ecapito che un buon libro è cultura oltreche un grande passatempo su di unanave.Vi ho narrato parte della miaesperienza a bordo della Giorgio Cini.Due crociere estive 1955 e 1956, inentrambi i casi imbarcato adolescentecon il completo bianco immacolato esul petto la scritta Istituto NauticoSavona e sbarcato con una esperienzain più ed il completo divenuto grigiochiaro. Mi capita a volte di pensare alnostro mecenate il Conte VittorioCini: un grand’uomo.

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