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vc67 - vc (v13).cdr - Villa Cambiaso

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<strong>Villa</strong><strong>Cambiaso</strong> Anno XIII n°67 - Novembre 2012Artisti 7ISIDORO PUJATTI (1936-1980)Antologica a <strong>Villa</strong> <strong>Cambiaso</strong> dal 7 al 14 Dicembre 2012


14 A.LP.Nave goletta costruita nel 1896 neicantieri navali Dubigeon,Chantenay sur Loire Nantes con ilnome di Belem (Scafo in ferro; Lft:58.00 m.; L scafo: 51.00; Largh: 8,80;Imm.: 4.50; H. Alb. Maestro: 35.00;Tsl: 507.00; Belem: 568.00).Adibita al trasporto di merci epasseggeri su rotte atlantiche concarichi di cacao dal Brasile e poi, dal1900, al traffico con le coloniefrancesi dalla compagnia H. Fleuriot.Acquistata nel 1914 dal Duca diWestminster e trasformata in yacht.Acquistata nel 1921 dal magnate dellabirra A. Guinness, ribattezzataFantome II e motorizzata con duemotori e due eliche a quattro pale.Acquistata a fine 1951 dal ConteVittorio Cini per la fondazioneGiorgio Cini di Venezia ed adibita anave scuola per crociere estive degliallievi nautici italiani e per imarinaretti dell’Istituto Scilla.Disarmata nel 1965 e sostituita dallaM/n Giorgio Cini.Negli anni ‘70 ritornata alla Franciagrazie all’interessamento di alcunepersone colte e di buon gusto che conil finanziamento di casse di risparmiofrancesi avevano deciso di riportare inpatria le belle navi ivi costruite.Nuovamente trasformata, modernizzatii motori, sostituite le vele aurichecon le vele quadre sull’albero dimaestra ed adibita con il nome diBelem a nave scuola della marinamilitare francese.Di base a Nantes, durante i mesi estivioffre crociere a chi desideraperfezionarsi o sperimentare il magicomondo della vela.N/s Belem in un acquerellodi Giorgio CapellanoAnno XIII n°67 - Novembre 2012NAVE SCUOLA GIORGIO CINIdel Cap. Giorgio CapellanoA BORDO DELLA N/S GIORGIO CINIInizi di luglio 1955, arriva la letteradall’istituto Leon Pancaldo con lanotizia che posso imbarcare a LaSpezia per una crociera di un mesesulla N/s Giorgio Cini.Tanto entusiasmo e qualche timore,contatti con Lorenzo a Savona, ancheLui della partita, per chiarire tutti idettagli e poi via, il 14 agosto in treno aLa Spezia.Bellissima! Non ho mai visto nulla disimile.La mia unica esperienza di mare è ilgozzo dell’amico Celso, spiaggia deibianchi a Finale, e così all’arrivo inbanchina rimango senza parole.Affronto la passerella con timore,messi i piedi a bordo mi ritrovosemibalbuziente, goffo, odo chiaramenteil commento di colui cheribattezzeremo poi il mitomane,imbarcato qualche ora prima edallievo di un nautico del levante:eccone un altro sceso dai monti.Inizia cosi la mia, la nostra esperienzasu quella nave. Quel giorno sono scesoalcune volte a guardarla dallabanchina, prora, poppa: è veramentebella, una linea gentile e filante, trealberi altissimi. Non ho mai vistoniente di simile.Partenza, si assiste alla manovra senzaintralciare, si fanno le primeconoscenze, i primi tentativi disocializzazione e così scopri che,almeno i primi giorni, esistono i clan,gli allievi a gruppetti di quattro ocinque a seconda del nautico diappartenenza e che, ognunoappartiene al nautico migliore d’Italia.N/s Belem come si presentaattualmenteC<strong>Villa</strong><strong>Cambiaso</strong>VITA DI BORDOi viene spiegato tutto, turni diguardia: per noi di copertavedetta, timone e guardia; orari deipasti, rizzaggio delle amache nellocale molto ampio che sarà la nostracasa e, a seconda dell’ ora, dormitorioristorante, studio e sala di ritrovo.Inizia la navigazione, mare calmo perfortuna e prima esperienza con il cibo.È veramente buono: colazione, paninoalle 10, pranzo, merenda e cena e poi,per chi fa guardia di notte focaccia epizzette. Quasi tutti noi, abituati soloalla cucina della mamma siamopiacevolmente sorpresi, il mugugnonon esiste e poi, ammettiamolofrancamente: gli unici ristoranti checonosciamo sono quelli delle stazioniferroviarie, non come avventori, ma livediamo tutti i giorni dal trenoandando e tornando da scuola. Lanavigazione continua, i porti sisusseguono e noi, quando è possibile,scappiamo a terra e camminiamoavanti e indietro e ci incontriamo tutti:siamo unici, felici e squattrinati. Inmedia abbiamo una macchinafotografica ogni dieci ragazzi e,quindi, le foto di allora sono moltorare. In base alla mia esperienza deiprimi giorni a bordo, poi, mi rendoconto che negli istituti nautici i figli dipapà non esistono o sono rarissimi. Lamoneta corrente non è la lira ma ildesiderio di averne qualcuna.Oltreoceano, negli USA sono i tempidi Marilyn, di James Dean, dellagioventù bruciata: auto enormi e primisballi. Noi al contrario siamo lagioventù della bici di seconda mano,ma ci va bene così siamo sulla navepiù bella al mondo.N/s Giorgio Cini a PortoS. Stefano


<strong>Villa</strong><strong>Cambiaso</strong>I porti si susseguono, e che porti: indue crociere visitiamo Marina diCampo rada, Porto S. Stefano,Castellammare di Stabia, Tripoli,Atene, Zelenika, Trieste e, per ultimo,Venezia e poi treno per casa e ritorno ascuola. Conosco giovani come me chefaranno il mio mestiere. Ricordo voltie nomi e paesi di provenienza:Cassano Spinola, Camogli, Viareggio,Luco Mugello, Roma, Quartu S.Elena, Minturno, Sciacca e tanti altri.Il mio ricordo più bello però è quellodei marinaretti del Scilla, giovanipoco più che bambini nelle loro divisecandide di marinaio, in confronto a noisembrano già professionisti del mare.A bordo tutto fila liscio, nessunproblema fra noi, nessuna discussione.Ancora oggi mi chiedo chi fosse ilresponsabile alla disciplina: non loabbiamo mai visto in azione.Il Comandante Cap. Emerico S. è pernoi il meglio che si possa trovare. Alto,magro, capelli bianchi, veneziano:siamo tutti convinti che discenda daqualche importante famiglia di Dogi.Non lo vedi quasi mai, appareall’improvviso, un sorriso ed unabattuta ironica e poi scompare. Il IUfficiale di Porto S. Stefano è semprecalmo e rilassato; un gran paio di baffineri e la tipica aria dei toscani, tiracconta qualsiasi storia e te la fasembrare vera.A bordo abbiamo il Cappellano, pernoi è il parroco della nave e ciaccompagna a terra quando ci sonogite organizzate. E poi abbiamo ancheil medico, mai visto all’opera perfortuna. Il nostromo fisicamentesembra la fotocopia del Cte Emerico,ci parla entusiasta della sua nave, dellamanovra delle vele, di come si possastringere il vento sino a 70 gradi e poi,vista la platea e certi sguardi cretini, sistringe nelle spalle e torna alla suaoccupazione.Ho notato da qualche giorno uno deinostri che gira con un quadernettotascabile e prende appunti continuamente,nessuno sa cosa contenga lasua agenda. Una sera si sente unfragore di risate salire dai nostriappartamenti, un ronzio seguito da unFoto curiosa di Giorgio Capellano:Caccia antisom in rada - Busan, Korea - Anno 1985Anno XIII n°67 - Novembre 2012 A.LP.15fragore, cosi per qualche tempo, aripetizione. Sono di vedetta ed il Iufficiale mi manda a controllare glieventi. Il 2° cuoco, sosia di SergeReggiani, seduto ad un tavolo con ilquadernetto in mano che legge, ilmitomane di fronte a lui tutto rosso eduna banda di scellerati che urla esghignazza dopo ogni frase.Scopriamo cosi il tenore dei suoiappunti: è tutto al di là di ogniesagerazione e lui è al centro di tutti glieventi. È la sua unica colpa, oltrequella di aver dimenticato la suaagenda su di un tavolo. A bordoabbiamo anche un intellettuale, uno dinoi. È imbarcato con sei o sette libri, lioffre ogni tanto in lettura ma nonsempre riesce a piazzarli. È moltocolto, si vede che quello è il suomondo e non capisco perché frequentiun istituto nautico ma non glielochiedo. Ti ringrazio caro amico, graziea te ho conosciuto Saroyan e Pavese ecapito che un buon libro è cultura oltreche un grande passatempo su di unanave.Vi ho narrato parte della miaesperienza a bordo della Giorgio Cini.Due crociere estive 1955 e 1956, inentrambi i casi imbarcato adolescentecon il completo bianco immacolato esul petto la scritta Istituto NauticoSavona e sbarcato con una esperienzain più ed il completo divenuto grigiochiaro. Mi capita a volte di pensare alnostro mecenate il Conte VittorioCini: un grand’uomo.


MURETTI DI VILLA CAMBIASOVia dei <strong>Cambiaso</strong>, Savona

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