2 Aprile 2009 il giornale del tuo ComuneEVENTI. Uno stu<strong>di</strong>o e un “concorso” per ricordare un mestiere che non c’è piùQuando la nonna intrecciava la pagliaArriva la Settimana della Cultura: l’archivio fotografico della SocietàCorale <strong>di</strong>gitalizzato, il quarto appuntamento con “Laureati inImprunetinità”, ma soprattutto l’antica professione delle trecciaiole,che saranno commemorate con una targa in via CavalleggeriOscar Lan<strong>di</strong>niSaranno le trecciaiole le protagoniste dell’un<strong>di</strong>cesimae<strong>di</strong>zione della Settimana dellaCultura, la sette giorni <strong>di</strong> eventi – dal18 al 26 aprile – promossa in tutta Italiadal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, chetoccherà <strong>Impruneta</strong> domenica 19, con un’iniziativaorganizzata dall’assessorato alla formazione, dallaSocietà <strong>di</strong> Mutuo Soccorso e dalla biblioteca comunale.A partire dalle 17, nei locali della biblioteca,prenderà il via il quarto appuntamento <strong>di</strong> “Laureatiin Imprunetinità”, con la presentazione <strong>di</strong> altre duetesi laurea incentrate sul territorio imprunetino, laprima riguardante “La cancelleria della Comunitàdel Galluzzo in San Francesco <strong>di</strong> Paola 1783-1868”e la seconda intitolata “Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> fattibilità degli interventi<strong>di</strong> recupero urbano: il caso <strong>di</strong> Tavarnuzze”.Per il resto della serata, il tema centrale sarà la storialocale, con la presentazione del cd fotograficorealizzato <strong>di</strong>gitalizzando oltreduecentocinquanta delleottocento foto contenute nelvasto archivio della SocietàCorale, che raccoglie immagini<strong>di</strong> fatti, luoghi e personeimmortalate a partire dalla suafondazione, avvenuta nel 1888, fino ai giorni nostri.A farla da padrone, tuttavia, sarà l’antico mestiere,oggi perduto, delle trecciaiole, le intrecciatrici <strong>di</strong>fili <strong>di</strong> paglia con cui si realizzavano i cappelli chefino al secondo dopoguerra sono state una costantepresenza nelle campagne toscane. Tutta la rilevanzasociale ed economica <strong>di</strong> questo mestiere, èstata raccolta in uno stu<strong>di</strong>o, curato da Lara Socci,che sarà esposto nell’occasione. “<strong>Il</strong> mestiere delletrecciaiole ha conosciuto un declino a partire daglianni Cinquanta – spiega la curatrice – ma in precedenzaha occupato la maggior parte delle donne, cheriuscivano a guadagnare qualcosa lavorando da casaUno stu<strong>di</strong>o de<strong>di</strong>catoad un mestiere antico,le famose trecciaiole eranomolto <strong>di</strong>ffuse in Toscanao ad<strong>di</strong>rittura camminando per strada, tanto eranospontanei quei movimenti per alcune <strong>di</strong> esse”. Perrealizzare la ricerca, Lara ha fatto ricorso a <strong>di</strong>verseinterviste, raccogliendo testimonianze e cercando <strong>di</strong>ricostruire la “mappa” delle famiglie impegnate inquesto lavoro, oggi scomparse: “Quasi nessuno hapiù proseguito questa attività, perché <strong>di</strong>ventata pococonveniente. Qui a <strong>Impruneta</strong> ho trovato soltantouna signora che ancora lavora la paglia, sia purecon macchinari e in maniera molto <strong>di</strong>versa da unavolta” racconta ancora Lara. Particolarmente importanteè il ruolo storico rivestito dalle trecciaioleper le battaglie che in alcuni momenti hanno portatoavanti nel tentativo <strong>di</strong> migliorare le proprie con<strong>di</strong>zioni<strong>di</strong> lavoro, <strong>di</strong>ventando un caso emblematico trale lotte operaie condotte dalle donne a cavallo trail <strong>di</strong>ciannovesimo e il ventesimo secolo: “Alla finedell’Ottocento – <strong>di</strong>ce la curatrice – si verificaronodelle vere e proprie sommosse,qui come a Signa, a Prato,a Brozzi, durante le quali adessere riven<strong>di</strong>cati erano unmiglioramento delle con<strong>di</strong>zionilavorative e un aumentodelle paghe”. Per ricordare letrecciaiole e tutto quello che hanno significato dalpunto <strong>di</strong> vista storico e sociale, nel largo tra viaCavalleggeri, via Roma e via Paolieri, dove la loropresenza era più significativa, sarà apposta una targacommemorativa, realizzata sulla base del bozzettoche sarà scelto in conclusione della serata. Come inun piccolo concorso, infatti, senza premi eccetto lasod<strong>di</strong>sfazione <strong>di</strong> contribuire a ricordare un mestiereantico e importante, chiunque potrà avanzare la propriaproposta, consegnando un bozza in biblioteca opresso la sede della Società Corale, in via VittorioVeneto, entro il 17 aprile. La targa sarà realizzata incotto e avrà le <strong>di</strong>mensioni <strong>di</strong> 35x50 cm.LA NOVITÀ. Un elenco regolerà la professioneA.A.A. Tata cercasi?Puoi trovarla sull’alboi chiama “Cerco una tata” ed èSun’iniziativa dei Comuni dellazona fiorentina sud-est che ha comeobiettivo quello <strong>di</strong> arrivare a creareun albo zonale con vali<strong>di</strong>tà biennaledei baby-sitter per la fascia da zeroa sei anni. Un aiuto e una garanziain più per tutti quei genitori tantevolte preoccupati e titubanti quandosi tratta <strong>di</strong> lasciare il pargolo inmano ad una persona spesso giovanissimae pressoché sconosciuta, lecui uniche referenze, <strong>di</strong> solito, sonosoltanto frutto del passaparola. Conla creazione dell’albo, tutti questi timoripotrebbero ben presto <strong>di</strong>ventaresoltanto un ricordo, dal momentoche, per esservi inclusi, tate e “tati”dovranno <strong>di</strong>mostrare <strong>di</strong> avere tutti irequisiti necessari per poter seguireil bambinoin un momentodelicatoe complessocomei primissimianni <strong>di</strong> vita.Per entrare a far parte dell’elenco,infatti, è necessario frequentare, apartire dal prossimo mese <strong>di</strong> maggio,un apposito corso <strong>di</strong> formazione<strong>di</strong> sessanta ore, per accedereal quale è richiesto <strong>di</strong> essere maggiorenni,risiedere a <strong>Impruneta</strong> o inuno degli altri Comuni appartenentialla zona fiorentina sud-est e possedereun titolo <strong>di</strong> istruzione almenosecondaria attinente al mondo dell’educazionee della pedagogia, secondole previsioni della normativaregionale. L’articolazione del corsoprevede ventitre ore <strong>di</strong> formazionefrontale, durante le quali vengonofornite nozioni <strong>di</strong> psicologia dellosviluppo, principi dell’alimentazionee nozioni <strong>di</strong> primo soccorso e <strong>di</strong>prevenzione degli infortuni domestici,insieme a informazioni sullagestione del rapporto con i genitorie sulle attività lu<strong>di</strong>co-creative e <strong>di</strong>cura del bambino fino a sei anni.A questa prima parte “teorica”, faseguito una seconda, della durata <strong>di</strong>trenta ore, durante la quale gli aspiranti“tati” e tate devono svolgere untirocinio presso le strutture educativedella zona. Alla fine, tutti i partecipantiche abbiano frequentatoper almeno <strong>di</strong>ciannove ore la primaparte del corso e per ventiquattrola seconda,riceverannoun attestato<strong>di</strong> partecipazionee sarannoiscrittiall’elencodei baby sitter, che sarà messo a<strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> tutte le famiglie chene facciano richiesta. Ancora fino al15 aprile, è possibile presentare ladomanda <strong>di</strong> partecipazione al corso,redatta secondo le in<strong>di</strong>cazionicontenute nel bando, <strong>di</strong>sponibileanche sul sito internet del Comune,inviandola per posta raccomandatacon ricevuta <strong>di</strong> ritorno oppure recandosi<strong>di</strong> persona presso gli uffici<strong>di</strong> piazza Buondelmonti o all’URPI partecipanti <strong>di</strong>mostreranno<strong>di</strong> avere tutti i requisitiper seguire un bambinonei primi anni <strong>di</strong> vita<strong>di</strong> via Cavalleggeri./O.L.
IMPRUNETAprimo pianoIN PAESE. Un’area vasta, <strong>di</strong>sseminata <strong>di</strong> dettagli preziosi. Dall’architettura agli affreschiArte & co: <strong>Impruneta</strong> si raccontaPiù <strong>di</strong> cento tabernacoli,numerose chiese,piccoli e gran<strong>di</strong>capolavori <strong>di</strong>sseminatisulle strade. Purpiccolo, il territorio èricchissimo <strong>di</strong> storia eculturaGiovanni RizzoSarà per la vicinanza <strong>di</strong> un gigantecome Firenze, al cui confrontoogni partita è persa, o per l’idea chesoltanto i gran<strong>di</strong> nomi fanno l’Artecon la “a” maiuscola. Eppure, checché se ne<strong>di</strong>ca, nel suo piccolo il territorio <strong>di</strong> <strong>Impruneta</strong>è tutt’altro che povero <strong>di</strong> cultura, costellatocom’è <strong>di</strong> testimonianze e <strong>di</strong> “<strong>tesori</strong>” <strong>nascosti</strong>,segni <strong>di</strong> un passato e <strong>di</strong> una storia cheaspettano solo <strong>di</strong> essere riscoperti. Tra i beniartistici imprunetini, a far la parte del leone,ovviamente, è il complesso della Basilica<strong>di</strong> Santa Maria, la cui millenaria presenzaha accompagnato fin dalle origini ogni passaggiodella storia <strong>di</strong> <strong>Impruneta</strong>, legandonein<strong>di</strong>ssolubilmente le vicende all’immaginemiracolosa della Madonna, il cui culto benpresto arrivò a <strong>di</strong>ffondersi in tutta la Toscana,attirando pellegrini e con essi i doni e le ricchezzeoggi raccolte nel Museo del Tesoro.Tuttavia, <strong>di</strong>etro la floridezza <strong>di</strong> cui la chiesaimprunetina poté godere attraverso i secolinon si celavano soltanto i “proventi” derivantidal culto mariano, ma anche l’apporto dei“popoli” delle ventuno chiese suffraganee,“succursali” della Basilica alla quale versavanodei tributi. Di queste parrocchie sparseper la campagna, sono quin<strong>di</strong>ci quelle arrivatefino ai giorni nostri, talvolta mantenendola propria funzione sacra, talvolta perdendola,com’è capitato alla chiesa <strong>di</strong> Sant’<strong>Il</strong>arioa Petigliolo, <strong>di</strong>ventata un’abitazione. Quasitutti gli e<strong>di</strong>fici hanno mantenuto almeno inparte l’impianto <strong>di</strong> origine me<strong>di</strong>evale, costituendoluoghi <strong>di</strong> interesse sia da un punto <strong>di</strong>vista architettonico, sia per quanto riguardale suppellettili e le opere conservate all’interno,com’è il caso, solo per citarne alcune,della chiesa <strong>di</strong> San Pietro a Montebuoni, conla sua Madonna col bambino <strong>di</strong> Lorenzo <strong>di</strong>Bicci, e della chiesa <strong>di</strong> San Miniato a Quintole,che custo<strong>di</strong>sce i resti <strong>di</strong> un affresco delTrecento. Ancor più <strong>di</strong>ffusi e strettamentelegati alla storia locale sono poi le nicchie ei tabernacoli, <strong>di</strong>sseminati per le campagne elungo le vie. Secondo il censimento eseguitodal Comune nel 2004, sono centoun<strong>di</strong>ci i tabernacolie le nicchie presenti sul territorio,per la gran parte successivi al quin<strong>di</strong>cesimosecolo e realizzati in cotto, preziose testimonianzedell’alto livello presto raggiunto dallavoro dei maestri fornaciari. Quasi sempre ilsoggetto delle raffigurazioni è legato alla figura<strong>di</strong> Maria, <strong>di</strong>versamente da quanto generalmenteaccade nei contesti rurali, dove ungrande spazio è riconosciuto ai santi legati alraccolto e all’attività agricola in genere. Perla quasi totalità dei tabernacoli e per buonaFOCUSna delle realtà maggiormente impegna-nell’approfon<strong>di</strong>mento e nella <strong>di</strong>ffu-Utesione della conoscenza della storia locale èl’associazione Amici del Museo <strong>di</strong> <strong>Impruneta</strong>e San Casciano “Marcello Possenti”,de<strong>di</strong>ta prevalentemente alla promozione delmuseo e della basilica, ma anche <strong>di</strong> tutto iltessuto artistico e culturale presente sul territorio,attraverso la collaborazione con lescuole e l’organizzazione <strong>di</strong> iniziative edeventi. “Attualmente contiamo una sessantina<strong>di</strong> iscritti – <strong>di</strong>ce la presidentessa MariaPratesi – e volontariamente ci occupiamodella custo<strong>di</strong>a della basilica e del museo,parte delle nicchie, incastonate nei muri dellecase, lo scadente stato <strong>di</strong> conservazione rappresentail problema più grave, dal momentoche non sono rari i casi in cui il tempo è riuscitoa cancellare gli affreschi e ad eroderedel tutto le terrecotte, se non ad<strong>di</strong>rittura aspazzare via la muratura. Tra i manufatti piùimportanti, si può citare il tabernacolo <strong>di</strong> viaPonte a Jozzi, risalente al quattor<strong>di</strong>cesimosecolo e recentemente restaurato, sul qualeè affrescata una Madonna col bambino; lorendendoci <strong>di</strong>sponibili anche per visite guidate”.Tra le iniziative più recenti dell’associazione,c’è la realizzazione delle au<strong>di</strong>oguide in quattro lingue: “E’ il primo piccolomuseo dell’area fiorentina a esserne dotato– <strong>di</strong>ce ancora Maria Pratesi – si è trattato <strong>di</strong>uno sforzo molto grande, reso possibile grazieal contributo dell’Ente Cassa e a quellodel Lions Club”. Tra gli obiettivi futuri degli“Amici dei Musei” c’è quello <strong>di</strong> non limitarsiad aspettare l’arrivo <strong>di</strong> nuovi visitatori, ma<strong>di</strong> andarli a “cercare”, offrendo la possibilità<strong>di</strong> visitare in maniera approfon<strong>di</strong>ta l’interosantuario, con un occhio <strong>di</strong> riguardo per iSCHEDA<strong>Il</strong> villaggio etrusco?Un’area <strong>di</strong> servizioe il territorio imprunetino è riccoSda un punto <strong>di</strong> vista artistico e culturale,una parte non piccola del meritova alla sua posizione strategica, chefin dall’antichità ha fatto sì che potesseritagliarsi un ruolo <strong>di</strong> primissimo pianonel passaggio dei traffici commerciali.Già in epoca etrusca, infatti, <strong>Impruneta</strong>costituiva uno snodo fondamentalesulla via che collegava Chiusi a Lastra aSigna, da dove le merci proseguivanosull’Arno; per mercanti e viaggiatori,questo inse<strong>di</strong>amento non lontano daFiesole era un prezioso punto <strong>di</strong> sosta,dove fermarsi per riposare e fare rifornimento<strong>di</strong> acqua, come una sorta <strong>di</strong>stazione <strong>di</strong> servizio ante litteram suuna delle più importanti strade dell’epoca.Nei secoli successivi, col venirmeno del predominio etrusco e l’affermazione<strong>di</strong> altri itinerari per le merci,<strong>Impruneta</strong> ha conservato comunquela sua importanza sulle <strong>di</strong>rettrici perFirenze, sapendone sfruttare al megliola vicinanza.3stesso soggetto si ritrova a Baruffi e ad Erta<strong>di</strong> Quintole, dove è possibile ammirare duetipici tabernacoli rustici del <strong>di</strong>ciassettesimoe del <strong>di</strong>ciottesimo secolo, mentre nella nicchiaall’incrocio tra via Sant’Isidoro e via<strong>Impruneta</strong>na per Pozzolatico è inserita unarappresentazione settecentesca in terracottaparzialmente <strong>di</strong>pinta della Vergine attorniatadagli angeli, da Sant’Isodoro, patrono degliagricoltori, e Carlo Borromeo, protettore dallepestilenze.L’impegno degli “Amici del Museo”, in<strong>di</strong>spensabile nella valorizzazione del patrimonioOggi al “piccolo” Museo già si parlano quattro linguegruppi. Con l’avvio della mostra per i settesecoli del cotto imprunetino, inoltre, spetteràall’associazione il compito <strong>di</strong> integrare lasorveglianza al complesso basilicale, offrendoassistenza ai turisti nella visita. Proprioin preparazione alla mostra, negli scorsimesi sono state organizzate tre conferenze,una sulle origini etrusche <strong>di</strong> <strong>Impruneta</strong>, unasul significato devozionale dei tabernacolie l’ultima, tenutasi lo scorso 17 marzo, sull’importanzadel cotto <strong>di</strong> <strong>Impruneta</strong> nellastoria dell’arte, con la partecipazione <strong>di</strong> MariaPia Zaccheddu, responsabile dei museilocali della Sovrintendenza./G.R.Copia in abbonamento postale<strong>Il</strong> <strong>Reporter</strong>è un perio<strong>di</strong>co <strong>di</strong> 7 e<strong>di</strong>zioniche mensilmenteviene <strong>di</strong>stribuito dain 192.404 copie<strong>Il</strong> <strong>Reporter</strong> <strong>di</strong> <strong>Impruneta</strong> raggiunge 6.273famiglie nel Comune <strong>di</strong> <strong>Impruneta</strong>E<strong>di</strong>tore e Concessionaria Pubblicitaria:Web&Press E<strong>di</strong>zioni s.r.l.Direzione ed amministrazione:via Kassel 17- 50126 Firenzetel. 848.80.88.68Direttore Responsabile: Matteo FranciniService e<strong>di</strong>toriale e grafico:Tabloid soc.coop., Firenze (FI)scrivimi@ilreporter.itStampato da Rotopress International, Loreto (AN)Perio<strong>di</strong>co d’informazione localeAnno II n. 24 del 1 aprile 2009N°reg 5579 del 17/05/2007 tribunale <strong>di</strong> Firenze.Iscrizione al Roc 8551. 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