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le fobie e le paure del cane da caccia - Giornaledellacinofilia.it

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www.continentali<strong>da</strong>ferma.<strong>it</strong>www.giorna<strong>le</strong><strong>del</strong>lacinofilia.<strong>it</strong> Le <strong>fobie</strong> e <strong>le</strong> <strong>paure</strong> <strong>del</strong> <strong>cane</strong> <strong>da</strong> <strong>caccia</strong> (Pagina 2 di 4)scienziati di Palo Alto o di Chicago,ma al direttore <strong>del</strong> nostro giorna<strong>le</strong>Cesare Bonasega<strong>le</strong>, caso che potrebbeentrare nella <strong>le</strong>tteratura di psicologiacanina come “il caso Burt”.Scrive Bonasega<strong>le</strong>: “Ricordo Burt diZerbio, Bracco <strong>it</strong>aliano di qual<strong>it</strong>àvenatorie e stilistiche eccezionali,figlio di una cagna di LucianoTansini (che era timi<strong>da</strong>) e <strong>del</strong> grandeLir 2° dei Ronchi. Nacquero deisoggetti di altissima qual<strong>it</strong>à fra iquali Burt era l’unico ad essere timidoal punto che in presenza diestranei scappava a nascondersi osi rifugiava sotto <strong>le</strong> automobili.Scomparve misteriosamente e pertanto– per fortuna – non vennemai utilizzato come riproduttore”.Da qui la vexata quaestio: un cucciolopuò nascere con predisposizione,o diatesi (**), alla fobia?In altre paro<strong>le</strong>, possiamo accred<strong>it</strong>areai caratteri ered<strong>it</strong>ari la sindromenevrotica?Risposta: si !È d’obbligo, però, tenere in massimaconsiderazione <strong>le</strong> condizioni ambientali,che potrebbero avere unaforte influenza sulla futura personal<strong>it</strong>à<strong>del</strong> <strong>cane</strong>; alcune volte i fattori ambientalipos<strong>it</strong>ivi sono in grado di mascherareuno stato nevrotico: si parlaallora di una nevrosi latente prontaad esplodere anche a distanza di tempoin una psiconevrosi fobica conclamata.Per tornare al caso di Burt di Zerbiodescr<strong>it</strong>to <strong>da</strong> Cesare Bonasega<strong>le</strong>,madre timi<strong>da</strong> – Burt unico soggettoad essere fobico – tutta la cucciolataha certamente avuto <strong>da</strong> parte <strong>del</strong>l’al<strong>le</strong>vatorelo stesso trattamento empatico.Perchè allora solo un cuccioloha sub<strong>it</strong>o l’insulto fobico?E qui ci fermiamo.Il mistero sta nella nostra ignoranza(**) Predisposizione cost<strong>it</strong>uziona<strong>le</strong> apresentare determinati tipi di manifestazionimorbose.in genetica che, pur essendo dotta, èpur sempre ignoranza.Diciamo comunque che conosciamoancora troppo poco per formularedefin<strong>it</strong>ivamente giudizi sicuri; nell’attesa<strong>del</strong>la ver<strong>it</strong>à scientificamente documentatacontinuiamo a descrivere<strong>le</strong> varie teorie sull’argomento.Accenneremo ad altri atteggiamenti,quali la timidezza e la sospettos<strong>it</strong>à.Che cos’è la timidezza?È un orientamento che assume il soggettonei confronti dei rapportiinterpersonali: la posizione <strong>del</strong> timidoè caratterizzata <strong>da</strong> un aumento<strong>del</strong>la distanza che lo separa <strong>da</strong> determinates<strong>it</strong>uazioni o <strong>da</strong> persone temute.La sospettos<strong>it</strong>à è un atteggiamentocaratterizzato <strong>da</strong>lla autoprotezioneche presume non solo la fuga, maanche la preparazione ad un’aggressiv<strong>it</strong>àreattiva; nel <strong>cane</strong>, come nell’uomo,questa auto-difesa potrebbe, aparere di alcuni, derivare <strong>da</strong> precedentiesperienze di rischio. Noi noncondividiamo detto orientamento.A questo punto il <strong>le</strong>ttore potrebbechiedersi se esistano analogie fra losviluppo psichico <strong>del</strong> cucciolo e quello<strong>del</strong> bambino.E perché no? In entrambi vi è almenouna s<strong>it</strong>uazione inizia<strong>le</strong> analoga: ipiccoli <strong>del</strong>l’una e <strong>del</strong>l’altra specie nonnascono autosufficienti, ma devonoessere nutr<strong>it</strong>i, protetti ed addestrati,affinché <strong>le</strong> loro potenzial<strong>it</strong>à si sviluppinosino a consentire un a<strong>da</strong>ttamentoall’ambiente. Le differenze, però,sia nella dotazione genetica, sia nelquadro ambienta<strong>le</strong> che presiede allacresc<strong>it</strong>a, sono molte.Anz<strong>it</strong>utto l’istinto gioca nel <strong>cane</strong> unruolo determinante e denota moltiaspetti <strong>del</strong> comportamento; un istintoaccomuna il neonato uomo al neonato<strong>cane</strong>: l’istinto di suzione. Ambeduesi attaccano al seno maternoperchè non nascono autosufficienti,ma devono essere nutr<strong>it</strong>i e protetti.Notevoli risultano anche <strong>le</strong> divers<strong>it</strong>àdegli apporti ambientali: mentre ilbambino è condizionato incisivamentee a lungo prima <strong>da</strong>lla madre, poi<strong>da</strong>i componenti <strong>del</strong>la propria famigliae infine <strong>da</strong>i coetanei, per il <strong>cane</strong>,invece, la figura materna sfuma piùrapi<strong>da</strong>mente ed è sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a <strong>da</strong> quella<strong>del</strong> padrone. Il <strong>cane</strong>, infine, non raggiungemai una vera e propria autonomiae mantiene, anche in età adulta,la dipendenza <strong>da</strong> un’altra specie:quella umana.Come abbiamo già accennato, <strong>le</strong>condizioni ambientali influiscono significativamentesulla psiche <strong>del</strong> soggettoe possono persino attenuare lostato nevrotico, ma <strong>da</strong> so<strong>le</strong> non riesconoa cambiare la predisposizione(diatesi) alla psiconevrosi. A questoriguardo r<strong>it</strong>eniamo opportuno ricor<strong>da</strong>rel’esperimento su centoquarantacinqueratti condotto <strong>da</strong> Hall nel1930.Si ponevano gli animali per circa dueminuti al giorno in uno spazio apertoin modo <strong>da</strong> scatenare in loro una s<strong>it</strong>uazioneemotiva osservabi<strong>le</strong> emisurabi<strong>le</strong>; dopo una cern<strong>it</strong>a, venivanoaccoppiati maschi emotivi confemmine emotive e maschi menoemotivi con femmine meno emotive.I risultati evidenziarono che la pro<strong>le</strong>nata <strong>da</strong> individui emotivi era nettamentepiù emotiva dei nati <strong>da</strong>l<strong>le</strong> altrecoppie.Altri sperimentatori r<strong>it</strong>ennero inveceche la fobia fosse esclusivamente diorigine ambienta<strong>le</strong>, cioè acquis<strong>it</strong>a oindotta. Non ci sentiamo di avallarein toto <strong>le</strong> due ipotesi, anche se non sipuò rimanere insensibili alla suggestione<strong>del</strong> gene fobico e quindi allateoria ered<strong>it</strong>aria.Azzarderemo invece una terza teoriache media <strong>le</strong> precedenti: la fobiaintesa come psiconevrosi non sarebbené esclusivamente ered<strong>it</strong>aria, nésoltanto di origine ambienta<strong>le</strong>, ma siinstaurerebbe in soggetti <strong>da</strong>l tempe-

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