CARBONIA E IGLESIAS - Gazzetta del Sulcis Iglesiente

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14 numero 506 del 21 Ottobre 2010 CulturaIL NURAGHE SERUCI DI GONNESANON ANCORA PRESENTE NEI SITICULTURALI DELLA REGIONE SARDAMarco MassaGonnesa - Nuraghe SeruciA distanza di svariati mesi dellasua inaugurazione ufficiale, ilnuraghe di Seruci, il più grandein assoluto in Sardegna, non èancora entrato nei siti culturalidella Regione sarda. Tale omissioneè un grave fatto in quanto,oggi, ovunque si viaggia viainternet alla scoperta di luoghie pagine di storia che caratterizzanolocalità e regioni. Qualsiasipagina web della Regionee che riguardi i nuraghi, parladi Barumini, Santu Antine, Losa,Villanovaforru, ma di Serucinon c’è traccia. Appare evidenteche si tratta di una lacunositànon trascurabile, soprattuttoperché non penalizza unsito di secondaria importanzastorica, ma il più grande e completosito nuragico, dal qualepotranno emergere tante novitàper la ricostruzione storica dellavita e della civiltà di questopopolo che nella piana di NuraxiFigus, Comune di Gonnesa,aveva larghi e importanti insediamenti.Intorno al nuragheSeruci, infatti, ci sono centinaiadi piccoli recinti che denotanola presenza di un villaggio veroe proprio, con ordinamentoal quale si attenevano anche glialtri abitanti dei nuraghi vicini.Intorno ad esso ci sono tracceevidenti di lavoro di fusione deimetalli e di altre attività, compresala lavorazione di pietrevitree come ossidiana ed altreancora. Già oggi, quell’imponentestruttura archeologica èmeta di migliaia di viste, perchécorrisponde alla dimostrazioneche il Sulcis è stato il territoriosardo di più antica antropizzazione.Tuttavia, l’assenza dai siti webdella Regione di questo nuraghedovrebbe costituire formaleimpegno anche da parte dell’Amministrazionecomunaledi Gonnesa che non può permetteresimile disattenzione.Tanto più che i lavori di messain luce dell’intero complessosaranno ancora lunghi, né potrannorestare affidati agli umoridella politica e dei burocratidi turno.SEMPRE GRANDE L’INTERESSE PER LA LETTERATURADA PARTE DI STUDIOSI LEGATI ALLA SARDEGNANel XVI secolo l’interesse perla storia della Sardegna e perle sue antichità suscita curiositànegli studiosi sardi, comedimostrano le opere di SigismondoArquer e GiovanniFrancesco Fara che, per primi,propongono una riflessionesulla Sardegna e sul suo passato,fornendo, nel contempo,un’importante testimonianzasulla società del loro tempo.Antonio Lo Frasso rappresenta,invece, tutta la complessitàdel plurilinguismo sardo dell’epoca,utilizzando il castigliano,il catalano e il sardo,mentre Pietro Delitala si discostadagli autori dello stessoperiodo perché sceglie la linguaitaliana, o per meglio dire,toscana, in un momento in cuiquesto idioma è quasi completamenteabbandonato in Sardegna.Nel XVII secolo la Sardegna,ormai completamente ispanizzata,vede l’affermarsi, in modoincisivo, della lingua e dellacultura castigliana. Fa eccezionel’opera di Francesco Vidal,che manifesta con il suointeresse per la lingua sarda,come nell’isola esistesserocorrenti culturali che in qualchemodo contrastavanol’ispanizzazione totale delleclassi dirigenti.Il poeta barocco Giuseppe Delitalay Castelvì è, invece, perfettamenteintegrato nella culturaspagnola e con le sueopere dimostra di essere unnotevole poeta sardo in linguacastigliana.L’Ottocento rappresenta unmomento fondamentale per lacultura sarda. È, infatti, il periodoin cui numerosi viaggiatorivisitano la Sardegna epubblicano i resoconti di questiviaggi, di cui il più noto èquello pubblicato nel 1826 daAlberto Ferrero della Marmora.Nel corso del secolo visitanola Sardegna Francescod’Austria-Este, Alphonse deLamartine, Antonio Bresciani,Emanuel Domenech, CarloCorbetta, Charles Edwardes,Francesco Aventi, GastonVuillier, Gustave Jourdan.Il nuovo secolo si apre conuna tendenza alla trasformazionedelle strutture della societàsarda. Conquistano unaposizione di primo piano ilpoeta Sebastiano Satta e loscrittore Enrico Costa, che ottennerosuccessi di livello italianoed europeo, inserendosinel grande dibattito della culturainternazionale.Il conferimento del PremioNobel alla scrittrice nuoreseGrazia Deledda, nel 1926,consacra definitivamente ilvalore e l’originalità della letteraturasarda.Dagli inizi del Novecento siregistrano numerosi viaggi distudiosi, giornalisti e scrittori,che percorrono la Sardegna epubblicano, successivamente,le relazioni dei loro viaggi.Fra questi, Annibale GrasselliBarni, Gino Bottiglioni, GiulioBechi, J.E. CrawfordFlitch, Max Leopold Wagner.In questo secolo accanto allacultura letteraria va ricordatala cultura politica con personaggidi grande valore comeEmilio Lussu ed AntonioGramsci.Il dopoguerra rappresenta unmomento di svolta, in cui gliintellettuali sardi sono consapevolidi trovarsi di fronte aduna svolta epocale rappresentatadalla fine dell’isolamentoe dall’ingresso della Sardegnanel cosiddetto “villaggio globale”.Tali trasformazioni sono avvertitedagli uomini di culturae dagli scrittori come SalvatoreCambosu, Giuseppe Dessy,Salvatore Satta e, in anni piùrecenti, Sergio Atzeni.WEEKEND ROMANTICO“SAN VALENTINO TUTTO L’ANNO”Welcome in camera1 notte da sabato a domenica o da venerdì a sabatoPensione completa* e late check outPercorso Via delle Acque (Idromassaggio - SauneDoccia emozionale - Percorso Kneipp)E 159,00 a coppia* Il Menu dellaCena prevede:AntipastoPrimoSecondoContornoAcqua e vinoScopri tutte le altre offerte su www.letourhotel.itLe Tour HotelVia Carlo Alberto Dalla Chiesa, 20 - 09016 Iglesias (CI)Tel +39.0781.33330 Fax +39.0781.32059www.letourhotel.it info@letourhotel.itIl Menu delpranzo prevede:Antipastoo primoSecondoContornoAcqua e vino

Culturanumero 506 del 21 Ottobre 201015SARDEGNA IN LIBRERIAUN CAMPIONARIO DE “LA POESIA SATIRICA IN SARDEGNA”RACCOLTA IN UN’ANTOLOGIA CURATA DA FRANCO CARLINIAlessandro CartaSardi musoni? Nient’affatto!La Sardegna ha fior di componimentipoetici satirici che laEdizioni Della Torre di Cagliarista riscoprendo e pubblicando,mettendo in condizione chiancora non ne fosse al correnteo convinto, che nell’Isola cisono stati e ci sono tutt’orapoeti di grande vaglia che, anzichédedicarsi (o magari adentrambi i generi) alla liricapura o al sentimentale, preferisconodar corso al proprioestro mediante la satira. Adonor del vero, neppure in italianoci sono stati grandi poetisatirici, salvo qualcuno, peròal massimo questo genere hapreferito percorrere la stradadel “vernacolo”, altra cosa deldialetto, perché meglio si addiceagli umori ridanciani.Va precisato che poesia satiricadialettale, e in questo casoanche in “limba”, riguarda autoironia,figure tipiche locali,come artigiani sabatteri, bandidori,picciochedd’e crobi,ecc. Franco Carlini, nella presentazionede “La poesia satiricain Sardegna” (ed.DellaTorre-Cagliari) ha definitoquesta “cultura sommersa” o“lingua alla macchia”.Ben si capisce il perché di“cultura sommersa”: pur avendoun ruolo sociale o politicodi qualche rilievo, essa è vissutain ristrette cerchie di amici,di sodalizi o di circoli. Eppure,come evidenzia ancoraFranco Carlini, in Sardegnaesistono ben tre premi regionalidedicati ad essa. Quellasatirica non è poesia di second’ordine,né può essere accantonatatout cour.Vallermosa, qualche anno fadedicò alla poesia satirica inSardegna un apposito convegnocui parteciparono i piùqualificati autori ed estimatoridi questo genere di componimento.Ma, tanto per esemplificareil concetto, basterebbepensare all’uso che, soprattuttoqualche decennio fa, si facevade “su frastimu”. “Beni ainoi- an chi morrast oi”; “….-Deus e santus mi perdonint”;“Ponidit a trabbali- an chit’appiant azzoppiai”; “Beni acorti-an cu tengas mala sorti”.Tutte espressioni assai pesanti,ma non da ricondurre ad autenticamaledizione, perchéera un modo di accompagnareun comando-invito cui facevaseguito una rima tagliente ecruda. Questo succedeva nellaquotidianità.Per fortuna, ancora oggi sonotanti i poeti satirici dialettali in“limba”, nel cui poetare sonoracchiusi aspetti sociali, antropologicie linguistici non di secondariaimportanza. E non èun caso che nell’argomento,nel convegno di Vallermosa, sisiano confrontati Giulio Angioni,Franco Carlini, FrancescoCasula, Franco Fresi, SalvatoreTola per i quali “questopatrimonio letterario è da difenderee da valorizzare”.“Si pone l’ironia al centro diun segmento ideale lungo ilquale si sviluppano i componimenti.Notiamo che alle estremitàvanno a collocarsi la caricaturae l’invettiva, questa sialimenta dell’indignazione rivelatriced’una volontà di condannaspesso senza appello,quella animata dal gioco crudelefino alla deformazione fisicao psicologica del personaggiopreso di mira. A fiancoScrive l’Autore: “Nel presentarele precedenti opere diquesta collana, ho citato ilmotto del F.A.I. (Fondo Italianoper l’Ambiente) si difendeciò che si ama e si ama ciòche si conosce. Il testo vuolericordare la “Liguria altrove”e cioè le tante comunità chesono sparpagliate per il mondo,figlie della storia marittimae mercantile di Genova.La narrazione parte delle originidi Carloforte, un’avventurache si è dipanata tra Peglie le coste dell’Africa ai tempidella caricatura e verso il centrotroviamo lo sberleffo irriverente, la comicità bonaria,che s’accontenta di suscitare ilsorriso. E poi l’umorismo chesa giudicare con occhio pietosopersone e situazioni”.A riguardo, và ricordato che dipoesia satirica in sardo ci sonopersino dei componimenti noncertamente brevi, come “Sascomuniga de predi Antiogu”,“Arrettori de Masuddas”,“Cuadeddu”, “Sa predica” edaltri. Potrebbero essere compresiin questo filone anche talunicomponimenti di improvvisatori,il cui poetare talvoltaassume dimensione satirico dirango. Ma questa è un’altracosa. “La poesia satirica, hacommentato l’antropologoGiulio Angioni, è ben riuscitaquando è il risultato di un atteggiamentoriflessivo, lievementescettico, condotta sullalinea dello scherzo intelligentedi Andrea Doria.L’elenco dei luoghi che è necessariocitare per ripercorrerlacomprende Pegli, la comunitàcostiera da cui sono “salpati”i Carlofortini e poi unoscoglio africano, che li accolseper più di duecento anni.Essi amano riconoscersi nell’appellativodi Tabarchini,facendo riferimento all’isolettadi Tabarca dove, a partiredal 1541, è iniziata la loro vicenda.Qui la comunità deiTabarchini, nata intorno allapesca del corallo, per due secolirappresentò un importanteluogo di scambio di merci edi idee, ma nel 1741, dopo lacattura del paese da parte delBey di Tunisi, iniziò per moltisuoi abitanti un periodo dischiavitù. Fortunatamente giànel 1738 i Tabarchini avevanofondato una nuova comunitàsull’isola di S. Pietro: Carloforte.Oggi, per chi sbarca nel suoporto, il primo indicatore dellastoria del luogo è la parlatache si sente risuonare in banchina:qui infatti tutti parlanoun genovese antico. Nel 1955Giovanni Ansaldo, appenasceso dal traghetto, sentì parlarequesto dialetto che è “soltantoun po’ più strascicato elento di come lo dovevanoparlare gli antichi, e qua e làcorroso appena dalle lunghefrequentazioni barbaresche,spagnolesche, sarde; ma nelcomplesso straordinariamenteconservato, a meraviglia eistruzione di tutti i glottologidel mondo”.Per chi ama rileggere le paginedi un grande giornalista escrittore, al testo è stato allegatol’articolo che Ansaldoscrisse allora per l’IllustrazioneItaliana.Oltre al paese di Calasetta,che si trova sull’isola di Sant’Antiocodi fronte a Carlofortee che accolse anch’essouna parte dei profughi, l’epopeadei Tabarchini comprendeProcedura semplificata per la Fornitura e posa in opera dimembrana impermeabile in poliolefime, di scossalina e dibocchettoni di raccolta e convogliamento acque piovane sullecoperture di fabbricati IGEA secondo le specifiche indicatenel Capitolato tecnico e d’oneri.Importo dell’appalto, al netto dell’IVA: € 117.000,00 + Oneridi sicurezza per € 4.521,21.Il giorno 05 novembre 2010 alle ore 9,30 negli uffici dellasede dell’Igea Spa in località Miniera di Campo Pisano, nelComune di Iglesias, avrà luogo un esperimento di gara mediantel’affidamento con modalitàsemplificata di cui all’Art.12 del vigente RegolamentoIGEA, per gli appalti ineconomia. In tale seduta siesaminerà la documentazione,contenuta nella Busta “A”,presentata dai concorrenti acorredo delle offerte per l’ammissionealla gara e riscontratanela regolarità e quindil’ammissibilità, si procederàall’apertura delle offerte economiche.MODALITA’ DI PRESEN-TAZIONE DELL’OFFERTAL’impresa interessata, penal’esclusione dalla gara, dovràfar pervenire esclusivamentealla Segreteria dell’IGEA, localitàMiniera Campo Pisano09016 Iglesias (CI), entro enon oltre le ore 15,00 delgiorno precedente a quellostabilito per la gara.IL PRESIDENTEF.to Giovanni Battista Zurrue complice”. Una poesia, insomma,che si tenga lontanadal dileggio e dalla violenzaverbale. L’antologia “La poesiasatirica in Sardegna” comprendeuna serie di poeti incampidanese, in logudorese, ingallurese. Elencare i nomi equalche cenno di poesia sarebbefare un torto a quanti, siapure involontariamente, nonvenissero citati. Per cui si rimandaall’antologia, di sicuropregio e di comprovato contenutoletterario.“CARLOFORTE E I SUOI BATTELLI”UN LIBRO DI GIOVANNI PANELLALETTERA D’INVITOIl tuo Giornalein abbonamento o in edicolaVia Gramsci, 199 - CarboniaTel. 0781.675289 - 0781.677271Fax 1782282316 Cell. 333.6077645un’ultima isoletta, quella diSan Pablo, al largo delle costespagnole. Qui si stabilirono iTabarchini che nel 1768 furonoriscattati dalla schiavitùdal re di Spagna e che fondaronoun’altra comunità, battezzataNueva Tabarca.La seconda parte del testo diGiovanni Panella è dedicata aquanto accadde a Carloforte ametà dell’Ottocento, quandola principale attività marittimadel paese divenne il trasportodel minerale dalle coste dellaSardegna fino al porto di Carloforte. Visto che il mineraleveniva chiamato galena, o galanza,chi lo trasportava fuchiamato galanziere . Eraun’attività di cabotaggio deltutto particolare, che si svolgevaal servizio diretto delleminiere e che vedeva l’utilizzodi dei velieri particolari, ibattelli, come se questi fosserodei vagoncini da minerale,a cui era dato di attraversare ilmare. L’attività dei galanzieri,che si trovavano a svolgere unestenuante lavoro da marinaie, insieme, da minatori, ha lasciatotracce nel tessuto socialee culturale dei carlofortinie, alla fine dell’Ottocento, liha posti all’avanguardia delmovimento sindacale dellaSardegna che proprio in queglianni andava organizzandosi.Oggi la memoria dei battellidi Carloforte non è deltutto scomparsa: se la loro attivitàdi trasporto si è conclusada più di mezzo secolo,quattro di questi velieri sonostati restaurati e navigano ancora.”SULCIS - IGLESIENTE: TURNI DEL 23 & 24 OTTOBRE 2010a cura di Franco AiriFARMACIE:IGLESIAS: NAPOLEONE, corso Colombo, tel. 0781.22224CARBONIA: SOTGIU, viale Trento, tel. 0781.61228CARLOFORTE: LODDO, via Garibaldi, tel. 0781.854006SANT’ANTIOCO: BASCIU, piazza Italia, tel. 0781.83003DOMUSNOVAS: VARIO, via Vittorio Emanuele, tel. 0781.70714GIBA: COMUNALE, via Principe Piemonte, tel. 0781.964051BENZINAI:IGLESIAS: ESSO-FARCI, via VenetoCARBONIA: LECLERC-COCCINELLA, via del MinatoreAGIP-COSSU, via LubianaQ8-MAGGI, CortoghianaVILLAMASSARGIA: Q8-MURGIA, via StazioneGONNESA: Q8-MAMELI, corso MatteottiSANT’ANTIOCO: AGIP-PINNA, via NazionaleCARLOFORTE: AGIP-REPETTO, via Porticciolo PescherecciSANTADI: ESSO-SECCI, strada provinciale n°1PORTOSCUSO: TAMOIL-PORTAS, via DanteSAN GIOVANNI SUERGIU:AGIP-MASSENTI, statale 126

Culturanumero 506 <strong>del</strong> 21 Ottobre 201015SARDEGNA IN LIBRERIAUN CAMPIONARIO DE “LA POESIA SATIRICA IN SARDEGNA”RACCOLTA IN UN’ANTOLOGIA CURATA DA FRANCO CARLINIAlessandro CartaSardi musoni? Nient’affatto!La Sardegna ha fior di componimentipoetici satirici che laEdizioni Della Torre di Cagliarista riscoprendo e pubblicando,mettendo in condizione chiancora non ne fosse al correnteo convinto, che nell’Isola cisono stati e ci sono tutt’orapoeti di grande vaglia che, anzichédedicarsi (o magari adentrambi i generi) alla liricapura o al sentimentale, preferisconodar corso al proprioestro mediante la satira. Adonor <strong>del</strong> vero, neppure in italianoci sono stati grandi poetisatirici, salvo qualcuno, peròal massimo questo genere hapreferito percorrere la strada<strong>del</strong> “vernacolo”, altra cosa <strong>del</strong>dialetto, perché meglio si addiceagli umori ridanciani.Va precisato che poesia satiricadialettale, e in questo casoanche in “limba”, riguarda autoironia,figure tipiche locali,come artigiani sabatteri, bandidori,picciochedd’e crobi,ecc. Franco Carlini, nella presentazionede “La poesia satiricain Sardegna” (ed.DellaTorre-Cagliari) ha definitoquesta “cultura sommersa” o“lingua alla macchia”.Ben si capisce il perché di“cultura sommersa”: pur avendoun ruolo sociale o politicodi qualche rilievo, essa è vissutain ristrette cerchie di amici,di sodalizi o di circoli. Eppure,come evidenzia ancoraFranco Carlini, in Sardegnaesistono ben tre premi regionalidedicati ad essa. Quellasatirica non è poesia di second’ordine,né può essere accantonatatout cour.Vallermosa, qualche anno fadedicò alla poesia satirica inSardegna un apposito convegnocui parteciparono i piùqualificati autori ed estimatoridi questo genere di componimento.Ma, tanto per esemplificareil concetto, basterebbepensare all’uso che, soprattuttoqualche decennio fa, si facevade “su frastimu”. “Beni ainoi- an chi morrast oi”; “….-Deus e santus mi perdonint”;“Ponidit a trabbali- an chit’appiant azzoppiai”; “Beni acorti-an cu tengas mala sorti”.Tutte espressioni assai pesanti,ma non da ricondurre ad autenticamaledizione, perchéera un modo di accompagnareun comando-invito cui facevaseguito una rima tagliente ecruda. Questo succedeva nellaquotidianità.Per fortuna, ancora oggi sonotanti i poeti satirici dialettali in“limba”, nel cui poetare sonoracchiusi aspetti sociali, antropologicie linguistici non di secondariaimportanza. E non èun caso che nell’argomento,nel convegno di Vallermosa, sisiano confrontati Giulio Angioni,Franco Carlini, FrancescoCasula, Franco Fresi, SalvatoreTola per i quali “questopatrimonio letterario è da difenderee da valorizzare”.“Si pone l’ironia al centro diun segmento ideale lungo ilquale si sviluppano i componimenti.Notiamo che alle estremitàvanno a collocarsi la caricaturae l’invettiva, questa sialimenta <strong>del</strong>l’indignazione rivelatriced’una volontà di condannaspesso senza appello,quella animata dal gioco cru<strong>del</strong>efino alla deformazione fisicao psicologica <strong>del</strong> personaggiopreso di mira. A fiancoScrive l’Autore: “Nel presentarele precedenti opere diquesta collana, ho citato ilmotto <strong>del</strong> F.A.I. (Fondo Italianoper l’Ambiente) si difendeciò che si ama e si ama ciòche si conosce. Il testo vuolericordare la “Liguria altrove”e cioè le tante comunità chesono sparpagliate per il mondo,figlie <strong>del</strong>la storia marittimae mercantile di Genova.La narrazione parte <strong>del</strong>le originidi Carloforte, un’avventurache si è dipanata tra Peglie le coste <strong>del</strong>l’Africa ai tempi<strong>del</strong>la caricatura e verso il centrotroviamo lo sberleffo irriverente, la comicità bonaria,che s’accontenta di suscitare ilsorriso. E poi l’umorismo chesa giudicare con occhio pietosopersone e situazioni”.A riguardo, và ricordato che dipoesia satirica in sardo ci sonopersino dei componimenti noncertamente brevi, come “Sascomuniga de predi Antiogu”,“Arrettori de Masuddas”,“Cuadeddu”, “Sa predica” edaltri. Potrebbero essere compresiin questo filone anche talunicomponimenti di improvvisatori,il cui poetare talvoltaassume dimensione satirico dirango. Ma questa è un’altracosa. “La poesia satirica, hacommentato l’antropologoGiulio Angioni, è ben riuscitaquando è il risultato di un atteggiamentoriflessivo, lievementescettico, condotta sullalinea <strong>del</strong>lo scherzo intelligentedi Andrea Doria.L’elenco dei luoghi che è necessariocitare per ripercorrerlacomprende Pegli, la comunitàcostiera da cui sono “salpati”i Carlofortini e poi unoscoglio africano, che li accolseper più di duecento anni.Essi amano riconoscersi nell’appellativodi Tabarchini,facendo riferimento all’isolettadi Tabarca dove, a partiredal 1541, è iniziata la loro vicenda.Qui la comunità deiTabarchini, nata intorno allapesca <strong>del</strong> corallo, per due secolirappresentò un importanteluogo di scambio di merci edi idee, ma nel 1741, dopo lacattura <strong>del</strong> paese da parte <strong>del</strong>Bey di Tunisi, iniziò per moltisuoi abitanti un periodo dischiavitù. Fortunatamente giànel 1738 i Tabarchini avevanofondato una nuova comunitàsull’isola di S. Pietro: Carloforte.Oggi, per chi sbarca nel suoporto, il primo indicatore <strong>del</strong>lastoria <strong>del</strong> luogo è la parlatache si sente risuonare in banchina:qui infatti tutti parlanoun genovese antico. Nel 1955Giovanni Ansaldo, appenasceso dal traghetto, sentì parlarequesto dialetto che è “soltantoun po’ più strascicato elento di come lo dovevanoparlare gli antichi, e qua e làcorroso appena dalle lunghefrequentazioni barbaresche,spagnolesche, sarde; ma nelcomplesso straordinariamenteconservato, a meraviglia eistruzione di tutti i glottologi<strong>del</strong> mondo”.Per chi ama rileggere le paginedi un grande giornalista escrittore, al testo è stato allegatol’articolo che Ansaldoscrisse allora per l’IllustrazioneItaliana.Oltre al paese di Calasetta,che si trova sull’isola di Sant’Antiocodi fronte a Carlofortee che accolse anch’essouna parte dei profughi, l’epopeadei Tabarchini comprendeProcedura semplificata per la Fornitura e posa in opera dimembrana impermeabile in poliolefime, di scossalina e dibocchettoni di raccolta e convogliamento acque piovane sullecoperture di fabbricati IGEA secondo le specifiche indicatenel Capitolato tecnico e d’oneri.Importo <strong>del</strong>l’appalto, al netto <strong>del</strong>l’IVA: € 117.000,00 + Oneridi sicurezza per € 4.521,21.Il giorno 05 novembre 2010 alle ore 9,30 negli uffici <strong>del</strong>lasede <strong>del</strong>l’Igea Spa in località Miniera di Campo Pisano, nelComune di Iglesias, avrà luogo un esperimento di gara mediantel’affidamento con modalitàsemplificata di cui all’Art.12 <strong>del</strong> vigente RegolamentoIGEA, per gli appalti ineconomia. In tale seduta siesaminerà la documentazione,contenuta nella Busta “A”,presentata dai concorrenti acorredo <strong>del</strong>le offerte per l’ammissionealla gara e riscontratanela regolarità e quindil’ammissibilità, si procederàall’apertura <strong>del</strong>le offerte economiche.MODALITA’ DI PRESEN-TAZIONE DELL’OFFERTAL’impresa interessata, penal’esclusione dalla gara, dovràfar pervenire esclusivamentealla Segreteria <strong>del</strong>l’IGEA, localitàMiniera Campo Pisano09016 Iglesias (CI), entro enon oltre le ore 15,00 <strong>del</strong>giorno precedente a quellostabilito per la gara.IL PRESIDENTEF.to Giovanni Battista Zurrue complice”. Una poesia, insomma,che si tenga lontanadal dileggio e dalla violenzaverbale. L’antologia “La poesiasatirica in Sardegna” comprendeuna serie di poeti incampidanese, in logudorese, ingallurese. Elencare i nomi equalche cenno di poesia sarebbefare un torto a quanti, siapure involontariamente, nonvenissero citati. Per cui si rimandaall’antologia, di sicuropregio e di comprovato contenutoletterario.“CARLOFORTE E I SUOI BATTELLI”UN LIBRO DI GIOVANNI PANELLALETTERA D’INVITOIl tuo Giornalein abbonamento o in edicolaVia Gramsci, 199 - CarboniaTel. 0781.675289 - 0781.677271Fax 1782282316 Cell. 333.6077645un’ultima isoletta, quella diSan Pablo, al largo <strong>del</strong>le costespagnole. Qui si stabilirono iTabarchini che nel 1768 furonoriscattati dalla schiavitùdal re di Spagna e che fondaronoun’altra comunità, battezzataNueva Tabarca.La seconda parte <strong>del</strong> testo diGiovanni Panella è dedicata aquanto accadde a Carloforte ametà <strong>del</strong>l’Ottocento, quandola principale attività marittima<strong>del</strong> paese divenne il trasporto<strong>del</strong> minerale dalle coste <strong>del</strong>laSardegna fino al porto di Carloforte. Visto che il mineraleveniva chiamato galena, o galanza,chi lo trasportava fuchiamato galanziere . Eraun’attività di cabotaggio <strong>del</strong>tutto particolare, che si svolgevaal servizio diretto <strong>del</strong>leminiere e che vedeva l’utilizzodi dei velieri particolari, ibattelli, come se questi fosserodei vagoncini da minerale,a cui era dato di attraversare ilmare. L’attività dei galanzieri,che si trovavano a svolgere unestenuante lavoro da marinaie, insieme, da minatori, ha lasciatotracce nel tessuto socialee culturale dei carlofortinie, alla fine <strong>del</strong>l’Ottocento, liha posti all’avanguardia <strong>del</strong>movimento sindacale <strong>del</strong>laSardegna che proprio in queglianni andava organizzandosi.Oggi la memoria dei battellidi Carloforte non è <strong>del</strong>tutto scomparsa: se la loro attivitàdi trasporto si è conclusada più di mezzo secolo,quattro di questi velieri sonostati restaurati e navigano ancora.”SULCIS - IGLESIENTE: TURNI DEL 23 & 24 OTTOBRE 2010a cura di Franco AiriFARMACIE:<strong>IGLESIAS</strong>: NAPOLEONE, corso Colombo, tel. 0781.22224<strong>CARBONIA</strong>: SOTGIU, viale Trento, tel. 0781.61228CARLOFORTE: LODDO, via Garibaldi, tel. 0781.854006SANT’ANTIOCO: BASCIU, piazza Italia, tel. 0781.83003DOMUSNOVAS: VARIO, via Vittorio Emanuele, tel. 0781.70714GIBA: COMUNALE, via Principe Piemonte, tel. 0781.964051BENZINAI:<strong>IGLESIAS</strong>: ESSO-FARCI, via Veneto<strong>CARBONIA</strong>: LECLERC-COCCINELLA, via <strong>del</strong> MinatoreAGIP-COSSU, via LubianaQ8-MAGGI, CortoghianaVILLAMASSARGIA: Q8-MURGIA, via StazioneGONNESA: Q8-MAMELI, corso MatteottiSANT’ANTIOCO: AGIP-PINNA, via NazionaleCARLOFORTE: AGIP-REPETTO, via Porticciolo PescherecciSANTADI: ESSO-SECCI, strada provinciale n°1PORTOSCUSO: TAMOIL-PORTAS, via DanteSAN GIOVANNI SUERGIU:AGIP-MASSENTI, statale 126

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