Un'Azienda che cresce con i conti in ordine - Ospedale San Carlo
Un'Azienda che cresce con i conti in ordine - Ospedale San Carlo
Un'Azienda che cresce con i conti in ordine - Ospedale San Carlo
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
CommunityIl Clown <strong>in</strong> Hospice è un clown <strong>che</strong> mette <strong>in</strong> gioco tuttoil suo mondo emozionale e si sp<strong>in</strong>ge f<strong>in</strong>o alla lim<strong>in</strong>arità…al <strong>con</strong>f<strong>in</strong>e <strong>che</strong> separa la vita dalla morte, occupandos<strong>in</strong>on solo del malato, ma dell’<strong>in</strong>tera “unitàsofferente”, dove paziente è qualsiasi persona <strong>che</strong> <strong>in</strong>tornoa quel letto vive sofferenza e angoscia, occupandosipers<strong>in</strong>o degli operatori atti a lavorare ogni giornosu un <strong>con</strong>f<strong>in</strong>e <strong>che</strong> spesso rappresenta paura e impotenza,occupandosi di un’<strong>in</strong>tera comunità… quella <strong>che</strong> noi def<strong>in</strong>iamocomunità <strong>che</strong> cura la comunità!L’hospice, <strong>in</strong>fatti, è spesso <strong>con</strong>siderato un punto di arrivo,ma è an<strong>che</strong> un’importante punto di <strong>in</strong>izio; per ognivita <strong>che</strong> si <strong>con</strong>clude ce ne sono altre <strong>che</strong> devono r<strong>in</strong>ascere,ritornando, dopo mesi vissuti“nell’isolamento”della sofferenza, alla vita quotidiana,ritornando, appunto, nella comunità e portando così <strong>con</strong>loro non solo le sp<strong>in</strong>e di questa dolorosa esperienza, maan<strong>che</strong> i fiori ricevuti, nutrimento per una vita più densae piena di significato.E’ così <strong>che</strong> il Clown <strong>in</strong><strong>con</strong>tra l’hospice e diventa specchioemozionale, strumento di ri<strong>con</strong>nessione <strong>con</strong> ilmondo relazionale del paziente, attraverso il quale recuperareuna dimensione nel passaggio, <strong>con</strong>tattare e viverea pieno l’emozione della sofferenza, della paura,dell’angoscia e traghettarla verso un’emozione positivadi Vita!E’ così <strong>che</strong>, grazie al clown e ai volontari del sorriso,l’hospice ritrova la sua dimensione familiare, l’umanizzazionenel prendersi cura e il respiro di una vita <strong>che</strong> haancora voglia di esprimersi.<strong>San</strong> Camillo-Forlan<strong>in</strong>i di Roma. Debutta l’ospedalesocialmente responsabile. Applicare le regole dellaCsr all’ospedale: operazione possibile. Questa è <strong>in</strong>fattila sfida del <strong>San</strong> Camillo di Roma, <strong>che</strong> appli<strong>che</strong>ràgli standard di responsabilità sociale per misurare’“amorevolezza” nelle cure dei pazienti. Per la primavolta, <strong>in</strong>fatti, dottori e <strong>in</strong>fermieri si <strong>con</strong>fronteranno<strong>con</strong> qualcosa <strong>che</strong> va oltre il dovere della cura e dell’assistenza:l’umanità nel rapporto<strong>con</strong> il malato e su questo dovranno aspettarsi una valutazione”).Abbiamo <strong>in</strong>oltre f<strong>in</strong>anziato due borse di studio per unmedico palliativista da affiancare all’equipe già esistente<strong>in</strong> Hospice.S<strong>in</strong> da subito abbiamo collaborato <strong>con</strong> altre associazionie realtà socio assistenziali, come AMASI, PotentialmenteOnlus, ABIO (Associazione Bamb<strong>in</strong>o <strong>in</strong>ospedale), Associazione Tumbao, Associazione Portatoridel <strong>San</strong>to, Istituto Don Uva, AIL, impegnate sulterritorio per sostenere progetti di utilità sociale.Tra i progetti futuri dell’associazione il f<strong>in</strong>anziamentodi una borsa di studio per <strong>in</strong>serire all’<strong>in</strong>terno del repartouna Psicologa dedicata, l’<strong>in</strong>serimento dellaTouch-Teraphy e altre terapie di rilassamento delcorpo e, ove possibile, di <strong>con</strong>certo <strong>con</strong> l’azienda ospedaliera,<strong>in</strong>terventi <strong>in</strong>frastrutturali <strong>che</strong> mir<strong>in</strong>o a creare,attraverso l’architettura del sollievo, un ambienteospedaliero vic<strong>in</strong>o al reparto dove i pazienti possanotrascorrere ore più rilassanti <strong>con</strong> i loro cari, al di fuoridella stanza.La nostra associazione è fatta di semplici persone <strong>che</strong>hanno <strong>con</strong>osciuto la famiglia dell’Hospice o ne sonoentrati a far parte e hanno riscoperto <strong>in</strong> questa realtà lapossibilità di guardare la vita <strong>con</strong> occhi diversi e di riscoprirla<strong>in</strong> ogni istante… pers<strong>in</strong>o nella più grande sofferenza.Se non possiamo combattere la malattia possiamo sicuramentecombattere la sofferenza… l’abbandono… lar<strong>in</strong>uncia!!!Possiamo riscoprire pers<strong>in</strong>o nella sofferenza e nella disperazionela gioia di una vita <strong>che</strong> ha ancora voglia disorridere!*Presidente degli Amici dell’Hospice <strong>San</strong> <strong>Carlo</strong><strong>San</strong> <strong>Carlo</strong> MAGAZINE29