Un'Azienda che cresce con i conti in ordine - Ospedale San Carlo
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Buone Prati<strong>che</strong> Cl<strong>in</strong>i<strong>che</strong>La <strong>che</strong>mio serve agli anzianiI risultati di una ricerca sperimentalesul tumore del colon retto <strong>con</strong>dottadall’Oncologia del <strong>San</strong> <strong>Carlo</strong> e pubblicati su unaprestigiosa rivista <strong>in</strong>ternazionaledi Gerardo RosatiDue studi scientifici, redatti dall’U.O. di Oncologia Medica, sono stati recentementepubblicati su riviste scientifi<strong>che</strong> <strong>in</strong>ternazionali ad elevato impact factor. Il primo analizzale problemati<strong>che</strong> terapeuti<strong>che</strong> nei pazienti anziani affetti da carc<strong>in</strong>oma del colonrettoavanzato. Il se<strong>con</strong>do passa <strong>in</strong> rassegna i risultati delle metodi<strong>che</strong> di sorveglianzaattuabili nei pazienti operati della stessa malattia. L’attività di ricerca cl<strong>in</strong>ica è motoreessenziale <strong>in</strong> medic<strong>in</strong>a non solo per promuovere ed assicurare il necessario progressoscientifico senza il quale non sarebbe possibileil miglioramento delle terapie offerte almalato, ma an<strong>che</strong> per offrire al medico tuttoil know-how per il doveroso aggiornamentoprofessionale al f<strong>in</strong>e di ottimizzare il lavorodi tutti i giorni. L’oncologia è forse la brancadella medic<strong>in</strong>a <strong>che</strong> più delle altre si presta atutto ciò. Per tali motivi l’U.O. di OncologiaMedica del S. <strong>Carlo</strong> ha da sempre rivoltoparticolare attenzione a questo campo di attività.Frutto recente del nostro impegno èGERARDO ROSATI, 47 anni, è dirigentemedico dell’UO di Oncologiamedica del <strong>San</strong> <strong>Carlo</strong>. Specializzato <strong>in</strong>Oncologia, ha dedicato buona parterdella sua attività allo studio e alla curadei tumori del tratto gastroenterico, partecipandocome relatore a numerosi<strong>con</strong>vegni nazionali e <strong>in</strong>ternazionali.Referente oncologico presso l’<strong>Ospedale</strong><strong>San</strong> <strong>Carlo</strong> per lo screen<strong>in</strong>g regionaleper il cancro del colon-retto, haavuto f<strong>in</strong>anziate numerose borse di studioper attività di ricerca e ha all’attivopiù di ottanta pubblicazioni.lo studio pubblicato ad Aprile su Annals ofOncology e coord<strong>in</strong>ato dal dr. Gerardo Rosati.Si tratta di un fase II randomizzato <strong>con</strong>dottosu una categoria di pazienti, gli anziani,non sufficientemente rappresentati neglistudi cl<strong>in</strong>ici e per i quali non vi sono dunqueprecise raccomandazioni terapeuti<strong>che</strong>. Inparticolare lo studio, al quale hanno partecipatoaltri centri italiani, ha arruolato quasi100 pazienti sottoposti a due diversi regimidi <strong>che</strong>mioterapia (oxaliplat<strong>in</strong>o+capecitab<strong>in</strong>avs ir<strong>in</strong>otecan+capecitab<strong>in</strong>a) dopo diagnosidi cancro del colon-retto avanzato. Obiettivopr<strong>in</strong>cipale del trial era dimostrare l’attività ela tossicità della terapia <strong>in</strong> soggetti ultrasettantenn<strong>in</strong>onché valutare l’impatto della<strong>che</strong>mioterapia sulla loro qualità di vita.Lasperimentazione ha dimostrato <strong>che</strong> l’anzianopuò trovare giovamento da entrambele tipologie di terapia senzaalternarne la qualità di vita sebbene lacomb<strong>in</strong>azione di oxaliplat<strong>in</strong>o e capecitab<strong>in</strong>asia da preferire per m<strong>in</strong>ore tossicitàematologica e gastro<strong>in</strong>test<strong>in</strong>ale. Degna d<strong>in</strong>ota è poi la <strong>con</strong>siderazione <strong>che</strong> metà deipazienti trattati aveva un’età > a 75 annie <strong>in</strong> tale sottocategoria di soggetti i risultatierano gli stessi. Si tratta di un dato,questo, assolutamente nuovo e non <strong>con</strong>osciuto<strong>in</strong> letteratura il <strong>che</strong> premia ancoradi più i risultati della ricerca durata3 anni.Altra recente pubblicazione scientifica<strong>in</strong>ternazionale è quella di Marzo suWorld Journal of Gastroenterology.Tema della trattazione è stato il followupdei pazienti operati per un carc<strong>in</strong>omadel colon-retto e sottoposti o meno a <strong>che</strong>mio+/- radioterapia. L’articolo, redattosempre dal dr. Rosati, è <strong>in</strong> realtà una piccolareview sull’argomento. Particolarmentecarenti <strong>in</strong> letteratura sono i daticirca quanto spesso tali pazienti debbanoessere visitati, a quali esami debbano esseresottoposti e, soprattutto, se una determ<strong>in</strong>atastrategia alla f<strong>in</strong>e abbia unimpatto sulla loro sopravvivenza. Settestudi randomizzati già pubblicati nonhanno chiarito la questione.Al <strong>con</strong>trario, quattro meta-analisi hannostabilito <strong>con</strong> una differenza pari al 7 percento<strong>che</strong> i programmi <strong>in</strong>tensivi di sorveglianzaimpattano significativamentesulla sopravvivenza dei pazienti graziesoprattutto alla chirurgia di salvataggio <strong>in</strong>caso di recidiva della malattia, ma an<strong>che</strong>ad altri fattori quali la dieta e l’ottimizzazionedello stile di vita nonché il precoce<strong>San</strong> <strong>Carlo</strong> MAGAZINE15