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Esperienze di integrazione tariffaria nel trasporto pubblico locale

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due operatori su ferro (Trenitalia e Ferrovia Centrale Umbra). Soltanto 8 realtà offrono anche<br />

altre opzioni, in particolare il servizio <strong>di</strong> metropolitana, mettendo in luce la lentezza dei nostri<br />

sistemi <strong>nel</strong>l’introdurre modalità alternative al tra<strong>di</strong>zionale <strong>trasporto</strong> su gomma <strong>di</strong> superficie, le<br />

quali, oltre a consentire spostamenti più rapi<strong>di</strong>, apporterebbero benefici significativi in termini<br />

<strong>di</strong> riduzione della congestione da traffico, dell’inquinamento e del numero <strong>di</strong> incidenti, specie<br />

nei centri urbani <strong>di</strong> elevate <strong>di</strong>mensioni. Il 56% dei casi stu<strong>di</strong>ati presenta un’offerta <strong>di</strong> servizi<br />

con combinazioni inter-modali e/o inter-vettoriali sia ‘in serie’ che ‘in parallelo’, mentre il<br />

34% offre combinazioni solo <strong>di</strong> tipo complementare e il residuo 10% solo <strong>di</strong> tipo sostitutivo.<br />

Da queste informazioni si deduce che, dal punto <strong>di</strong> vista della gamma <strong>di</strong> servizi offerta, parte<br />

dei STI esistenti in Italia necessita ancora <strong>di</strong> percorrere un cammino <strong>di</strong> evoluzione, dal<br />

momento che, al fine <strong>di</strong> essere attrattivi e sod<strong>di</strong>sfare le molteplici esigenze <strong>di</strong> spostamento<br />

della collettività, essi devono essere in grado <strong>di</strong> offrire il maggior numero possibile <strong>di</strong> opzioni<br />

per l’effettuazione delle varie relazioni potenzialmente desiderate. 136 Questo aspetto è stato<br />

evidenziato anche <strong>nel</strong>l’ambito della ricerca <strong>di</strong> teoria economica. Nel recente stu<strong>di</strong>o condotto<br />

da Marchese (2002) si sottolinea infatti come l’introduzione <strong>di</strong> STI <strong>nel</strong> TPL risulti più<br />

facilmente sostenibile in presenza <strong>di</strong> networks <strong>di</strong> <strong>trasporto</strong> caratterizzati da un ampio numero<br />

<strong>di</strong> connessioni <strong>nel</strong>lo spazio e da un elevato grado <strong>di</strong> <strong>integrazione</strong> (tra mo<strong>di</strong> e/o tra vettori), dal<br />

momento che il venire meno <strong>di</strong> tali con<strong>di</strong>zioni può comportare effetti negativi in termini <strong>di</strong><br />

caduta della domanda o <strong>di</strong> insufficiente capacità <strong>di</strong> appropriarsi della <strong>di</strong>sponibilità a pagare<br />

per il servizio da parte degli utenti. 137<br />

Da ultimo, passando ad analizzare le informazioni riguardanti l’estensione territoriale<br />

dei STI, si può notare come la maggior parte dei network integrati (61%) sia <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni<br />

limitate, che interessano un’area comunale e/o una singola relazione. 138 Cinque integrazioni<br />

<strong>tariffaria</strong> anche ad altri gestori <strong>di</strong> TPL finora esclusi, in particolare quelli che operano sulle linee extraurbane che<br />

collegano i centri <strong>di</strong> maggiore importanza dal punto <strong>di</strong> vista degli spostamenti.<br />

136 Come sottolineato <strong>nel</strong> corso dello stu<strong>di</strong>o, ciò dovrebbe avvenire evitando le ‘pure’ duplicazioni <strong>di</strong> servizi, che<br />

comportano inefficienze e sprechi <strong>di</strong> risorse. Si veda a questo proposito la nota 63.<br />

137 Lo stu<strong>di</strong>o specifica inoltre che tale circostanza si verifica soprattutto <strong>nel</strong>le esperienze <strong>di</strong> <strong>integrazione</strong> <strong>tariffaria</strong><br />

che interessano networks caratterizzati da un’organizzazione spaziale più gerarchica - tipicamente i STI <strong>di</strong> ampia<br />

portata che si estendono oltre il centro citta<strong>di</strong>no e abbracciano anche le aree suburbane e alcune zone extraurbane<br />

(es. FORMULA in Piemonte o SITAM in Lombar<strong>di</strong>a) - e quin<strong>di</strong> da maggiore <strong>di</strong>somogeneità <strong>nel</strong>la <strong>di</strong>sponibilità a<br />

pagare dell’utenza servita a seconda dei punti in cui avvengono gli spostamenti. Il supporto teorico della bontà<br />

dell’<strong>integrazione</strong> <strong>tariffaria</strong> (intesa come capacità <strong>di</strong> estrarre la ren<strong>di</strong>ta del consumatore) in questi casi richiede sia<br />

la definizione <strong>di</strong> un’articolazione <strong>tariffaria</strong> che tenga conto delle <strong>di</strong>fferenze esistenti <strong>nel</strong>le <strong>di</strong>sponibilità a pagare,<br />

abbandonando quin<strong>di</strong> la struttura flat e ricorrendo, per esempio, a sistemi a zone, sia un’offerta <strong>di</strong> servizi <strong>di</strong><br />

<strong>trasporto</strong> sufficientemente ampia (in termini <strong>di</strong> varietà dei percorsi resi <strong>di</strong>sponibili), così da rendere applicabile la<br />

legge statistica dei gran<strong>di</strong> numeri, che rappresenta la base della giustificazione teorica per la tariffa integrata. Per<br />

maggiori dettagli su questo punto si veda il paragrafo 4 in Marchese (2002).<br />

138 In alcuni casi le integrazioni tariffarie corrispondono alla combinazione <strong>di</strong> un abbonamento ferroviario per<br />

percorrere una specifica relazione con un abbonamento che consente la libera circolazione su gomma <strong>nel</strong>l’area<br />

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