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Insieme perché, insieme per chi - Chiesa Evangelica Valdese

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mater_studio/dire_salvezza.pdf oppure in http://www.riforma.it/documenti/Salvezza.PDF), chequesta commissione giudica ancora valido, e che cipare troppo frettolosamente sia stato messo da parte,nel comune rifiuto di un approcciofondamentalista alla fede, si indicava un camminodi rilancio della missione e dell’evangelizzazionedelle nostre <strong>chi</strong>ese. Non ci pare <strong>per</strong>ò che da questeaspirazioni intenti siano scaturiti reali progetti dimissione comune a livello territoriale. Come mai?Le collaborazioni territoriali hanno funzionato unpo’ a singhiozzo e quasi mai sono andate oltre unuso un po’ più razionale delle risorse pastorali sulterritorio.In linea generale non ci sembra che nelle nostre<strong>chi</strong>ese ci sia stato quel cambiamento di mentalitàculturale e spirituale che le portasse a essere piùestroverse e più gioiosamente presenti nelle città,<strong>per</strong> annunciare <strong>insieme</strong>, in tutte le forme possibili,la buona notizia di Cristo.In questi anni c’è stato anche un forte elementodi novità nel panorama della nostra presenza conl’arrivo in Italia di molti evangelici provenienti dapaesi di emigrazione. In genere, al di là del comuneprogramma federativo «Essere <strong>chi</strong>esa <strong>insieme</strong>»,i battisti da una parte e i valdesi e metodisti dall’altrahanno affrontato separatamente e diversamentela questione. In linea di massima ci sembra che l’impattodelle <strong>chi</strong>ese di migranti o di migranti nelle<strong>chi</strong>ese battiste, non fosse altro che <strong>per</strong> ragioni statistiche,è stato decisamente più forte e ha impostouna strategia di accoglienza ancora in via di definizione,ma anche di dialogo con <strong>chi</strong>ese che hannoimpostazioni culturali e teologiche diverse, tendenzialmentepiù conservatrici delle nostre.Un altro aspetto di diversità sviluppatosi in questianni fra le <strong>chi</strong>ese battiste e quelle metodiste evaldesi, collegato in parte con il punto precedente,ha forse anche a che vedere con la sfida del rinnovamentoliturgico e musicale che sta interessandoun numero crescente di <strong>chi</strong>ese, particolarmente inambito battista, e che sembra avere un impatto decisamenteminore nelle <strong>chi</strong>ese metodiste e valdesi.Infine, forse, ci sono ancora, tra le <strong>chi</strong>ese localidifficoltà di tipo psicologico e forse anche qualchepregiudizio. Alcune <strong>chi</strong>ese, a esempio, possonoconsiderare la corrispondente comunità cittadinadell’altra denominazione, o non abbastanza sofisticatateologicamente – assumendo un atteggiamentoun po’ paternalistico – o magari «fredda nellaspiritualità» – assumendo una ris<strong>chi</strong>osa attitudineal giudizio. Esistono anche difficoltà di tipoorganizzativo che potrebbero essere su<strong>per</strong>ate daregolari incontri tra <strong>chi</strong>ese o tra i consigli di <strong>chi</strong>esa.Siamo maturi <strong>per</strong> invitare le <strong>chi</strong>ese che stanno inuna stessa città a organizzare un’iniziativa comunealmeno una volta all’anno?Ecco dunque alcune delle questioni che indi<strong>chi</strong>amoalle <strong>chi</strong>ese locali come oggetto di dibattito o<strong>chi</strong>arimento reciproco. Siamo infatti certi che unamaggior misura di coraggio teologico, franchezzafraterna nel confronto e pazienza gli uni verso glialtri potrà ridare slancio e ridefinire la comune piattaformadi missione e testimonianza.Alla fine di questa panoramica che intenzionalmentenon ha voluto nascondere alcuni ostacoli sullavia della comunione <strong>per</strong>corsa nei primi diciassetteanni del cammino comune, vorremmo anche direche le difficoltà e le differenze non hanno impeditole tantissime occasioni di incontro, comunione,collaborazione e lavoro comune che ci sono state edi cui con questa Assemblea Sinodo 2007 vogliamodare lode e ringraziamento a Dio.Questo incontro è <strong>chi</strong>amato a ribadire le ragionidi questo cammino di testimonianza comune inquesto nostro paese, ri<strong>chi</strong>amando alla memoria collettivail <strong>per</strong>ché e il <strong>per</strong> <strong>chi</strong> tale <strong>per</strong>corso è cominciatoe mettendo a fuoco il come e il verso dovequesto cammino potrà proseguire.Nei successivi capitoli di questo documento sonoriportate alcune proposte in merito. Non pretendonodi essere trattazioni esaustive, ma tracce utili alconfronto e all’individuazione di piste di testimonianzacondivise.LE QUESTIONI DELL’ETICAPiù o meno tutte le <strong>chi</strong>ese si trovano ad affrontarei temi dell’etica in modo complesso, e le risposteche si danno a questi temi hanno una forterilevanza sul dialogo: lo possono fermare o riaprire.Su questo piano abbiamo anche noi, <strong>chi</strong>ese bmv,vivaci discussioni interne. A volte non prendiamoposizione, o non affrontiamo a<strong>per</strong>tamente un tema,<strong>per</strong> paura di andare verso la frattura, il conflitto,l’incomprensione. Ci sono poi temi controversi,come l’omosessualità, le nuove forme di unioniaffettive o i problemi etici posti dalla scienza, sucui il dibattito è ancora in corso.Ma la nostra riflessione comune su alcuni argomenti,soprattutto sulle relazioni affettive efamigliari, è abbastanza scarsa, e le <strong>chi</strong>ese e i/lepastori/e non sono formati <strong>per</strong> affrontare le crisi ele rotture delle relazioni. Si apre quindi un campoimportante in cui lavorare <strong>per</strong> una visione condivisasul tema delle relazioni. A quali criteri fanno riferimentola pratica delle benedizioni di matrimonioo l’accettazione delle convivenze? Quali sono ipatti fra <strong>per</strong>sone che informano la nostra vita co-5

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