attesimo che ostacola la comunioni delle <strong>chi</strong>ese(come definita dalla Concordia di Leuenberg). Comunquenoi crediamo che ci sono strade <strong>per</strong> raggiungereuna più stretta vita comune. Un modo èquella di continuare a sviluppare la parte esistentedella mutua ospitalità eucaristica. Altre strade sonoillustrate nei seguenti paragrafi.7. Dobbiamo riconoscere che negli ultimi decennici sono stati sviluppi da entrambe le parti chehanno condotto a convergenze nella pratica del battesimo.In alcune <strong>chi</strong>ese luterane, riformate, unite emetodiste europee il battesimo degli infanti non èpiù visto come una regola, ma il battesimo degliinfanti e quello degli adulti possono entrambi essere<strong>per</strong>cepiti come appropriati. In molte congregazionibattiste è praticata la comunione a<strong>per</strong>ta, nellaquale le <strong>chi</strong>ese accettano coloro che sono stati battezzaticome bambini e hanno ricevuto laconfermazione in altre <strong>chi</strong>ese cristiane.8. Noi riconosciamo che le <strong>chi</strong>ese della Cpce edella Ebf stanno sforzandosi, nella loro pratica battesimale,di raggiungere l’obbedienza davanti allaparola di Dio e di esercitare il vero discepolato cristiano.Il riconoscimento dell’integrità reciprocaevidente di <strong>per</strong> sé, include anche la questione deiministri ordinati. Perciò anche se non abbiamo unpieno riconoscimento del ministero in sensodottrinale, non di meno noi incoraggiamo l’accettazionereciproca del ministero in modo pratico epastorale a livello locale, nazionale trans-nazionale.9. Chiediamo alle <strong>chi</strong>ese luterane e unite dellaCpce di <strong>chi</strong>arificare il significato delle condanneagli anabattisti contenute nelle confessioni luterane.A questo riguardo noi accettiamo grati i risultatidel dialogo tra battisti e luterani a livello mondialeche riconosce che le condanne non si applicano aibattisti di oggi con l’eccezione di quella espressain Ca 9 5 . A questo proposito noi dovremmo prenderenota del fatto che la riprovazione maggioredei riformatori contro gli anabattisti, che la lorocomprensione del battesimo la rendeva o<strong>per</strong>a umana(confronta la condanna in Ca 5 6 ), non può innessun modo essere applicabile ai battisti.10. Alla luce di ciò che abbiamo discusso <strong>insieme</strong>come proposto nella parte II, <strong>chi</strong>ediamo se siapossibile <strong>per</strong> noi porre forme differenti di battesimoin differenti luoghi all’interno di un processodi iniziazione cristiana riconosciuto comune. Cirendiamo conto che su questo argomento dev’esseresvolto un ulteriore lavoro teologico.11. Siccome il maggior ostacolo alle comunionedelle <strong>chi</strong>ese sta nel problema del così detto ribattesimo,rivolgiamo una domanda alle congregazionibattiste in Europa: sarebbe loro possibile evitarequalsiasi sorta di ri-battesimo quando i credentiprovengono da una <strong>chi</strong>esa parte della Cpce che praticail battesimo degli infanti? Un’altra ulteriorestrada potrebbe essere la seguente: la gran parte deibattisti considera il battesimo degli infantiinappropriato, ma essi potrebbero esplicitamentenon mettere in questione la sua validità e in questicasi ri<strong>chi</strong>edere solamente una confessione di fedecome requisito <strong>per</strong> l’accoglienza in una congregazionebattista completando così l’iniziazione cristiana.12. Poniamo anche questa domanda alle <strong>chi</strong>esedella Cpce: possono aderire più strettamente ai desideriespressi nei documenti di Leuenberg «sulledottrine e pratiche del battesimo» e cioè che le <strong>chi</strong>eseche praticano il battesimo degli infanti continuerannoad «accompagnare i battezzati nel loro camminodi fede attraverso la preghiera, la cura pastoralee l’istruzione»? In questo modo essi eviterannoogni evenienza di battesimo degli infanti quandosi rivelerà difficile poter far seguire a esso dauna educazione cristiana.13. Come risultato dei colloqui molto positivitra noi, incoraggiamo le <strong>chi</strong>ese membro della Cpcee dell’Ebf a <strong>per</strong>seguire attivamente ulteriori possibilitàdi una più stretta relazione tra di loro, inclusele aree di coo<strong>per</strong>azione che consentiranno di risponderealle molte sfide contemporanee che le <strong>chi</strong>esein Europa affrontano.1. In: Wilhelm Hüffmeier/Christine-Ruth Müller (a c.di): Versöhnte Vers<strong>chi</strong>edenheit – der Auftrag der evangelischenKirchen in Europa. Texte der 5. Vollversammlungder Leuenberger Kirchengemeinschaft in Belfast,19-25 giugno 2001, Frankfurt/Main 2003, pp. 281-292.2. Hüffmeier/Müller, Versöhnte Vers<strong>chi</strong>edenheit, p. 395.3. Dokumente wachsender Übereinstimmung, H. Meyeret al. (a c. di), Paderborn 1992: Volume. 1, p. 102-122;V. 2, p. 189-216.4. One Lord – One Faith – One Church. A Longing forOne Baptism. The report from the bilateral dialoguebetween The Church of Norway and The Baptist Unionof Norway 1984-1989. Oslo 2000, pp. 33-38.5. «Condannano gli Anabattisti, che respingono il battesimodei bambini e dicono che I bambini sono salvatisenza il battesimo».6. «Condannano gli Anabattisti e gli altri che pensanoche lo Spirito Santo viene agli uomini senza la Parolaesterna, attraverso le loro o<strong>per</strong>e e pratiche».20
Spunti di riflessione sull’omosessualitàin una prospettiva biblicaClaudia Angeletti, Giorgio Rainelli, Silvia Rapisarda, Letizia TomassonePREAMBOLOIl Glom è il gruppo di lavoro sull’omosessualitànominato, in seguito all’atto N/00 dell’Assemblea-Sinodo2000, dalla Tavola valdese e dal Comitatoesecutivo dell’Ucebi il 18 novembre 2000,composto da 3 membri battisti, Claudia Angeletti(coordinatrice del gruppo di lavoro), GiorgioRainelli e Silvia Rapisarda, da un membrometodista, Bruno Giaccone (sostituito nel 2006 daSalvatore Cortini), e da due membri valdesi, DanieleBouchard e Letizia Tomassone (che ha sostituitonel 2004 Monica Michelin-Salomon).Il gruppo ha ritenuto inizialmente di svolgere ilcompito affidatogli di rilanciare il dibattito nelle<strong>chi</strong>ese a proposito dell’omosessualità non redigendoun documento sistematico (come ri<strong>chi</strong>esto dall’attoN/00), bensì producendo quattro agili schedesu temi propedeutici: 1) <strong>chi</strong> sono gli/le omosessuali?;2) la Bibbia e l’omosessualità; 3) come accoglieree valorizzare le diversità; 4) le relazionid’amore al di là degli schematismi. Tali schede sonostate pubblicate in un inserto sul settimanale dellenostre <strong>chi</strong>ese Riforma (n. 44 del 15/11/2002) conl’invito alle <strong>chi</strong>ese, alle associazioni regionali, etc.a invitarci <strong>per</strong> poterne <strong>insieme</strong> discutere. È stataquesta una scelta tesa ad attivare un autentico dialogodal basso, che ha effettivamente provocato unaripresa del dibattito sull’argomento.In questi termini: le nostre schede proponevanol’idea che le <strong>per</strong>sone omosessuali altro non sonoche <strong>per</strong>sone come tutte le altre, che i po<strong>chi</strong> passibiblici inerenti l’omosessualità devono essere interpretatinon letteralisticamente, ma nel loro contestostorico-culturale e alla luce dell’Evangelo, che<strong>per</strong>tanto è necessario che le <strong>chi</strong>ese si disponganoad accettare le diversità di ciascuna/o senzadiscriminazioni né pregiudizi, infine che qualsiasirelazione d’amore dev’essere valorizzata comeespressione dell’amore di Dio.Le prime reazioni che si sono avute, sotto formadi articoli su Riforma, nonché di alcune lettereindirizzate alla coordinatrice, hanno mostrato comequesto tipo di argomentazione non è facilmenteaccettabile, dal momento che nell’immaginario collettivodi una parte (quanto ampia?) della popolazionedelle nostre <strong>chi</strong>ese è invece stampata l’ideache l’omosessualità sia o «un peccato» o «un difettodi costruzione dell’individuo», alquanto «<strong>per</strong>icoloso<strong>per</strong> la società», che solo «un’acrobaziaermeneutica» (che screditerebbe la Scrittura) puòindurre a considerare altrimenti.Al contrario, altre corrispondenze, soprattuttodall’esterno delle <strong>chi</strong>ese, hanno dimostrato un interesse<strong>per</strong> il nostro modo di proporre questatematica e <strong>per</strong> la tematica in sé del rapporto tra fedee omosessualità, rapporto che specialmente le <strong>per</strong>soneomosessuali vorrebbero meno conflittuale;<strong>per</strong>ciò l’attenzione e l’a<strong>per</strong>tura all’accoglienza delle<strong>per</strong>sone omosessuali in gran parte delle nostre <strong>chi</strong>ese(o almeno l’assenza di un giudizio esplicito dicondanna del loro vissuto) sono recepite con favore(si vedano <strong>per</strong> esempio gli appelli che il movimentoomosessuale ha lanciato affinché l’otto <strong>per</strong>mille fosse destinato alle <strong>chi</strong>ese valdo-metodiste).Questa situazione ha creato l’attesa di una presa diposizione ufficiale che, più <strong>chi</strong>aramente di quantonon sia finora avvenuto, esprima un orientamentocondiviso dalle <strong>chi</strong>ese. In particolare, questa ri<strong>chi</strong>estaci è <strong>per</strong>venuta in occasione di alcuni attac<strong>chi</strong>delle gerar<strong>chi</strong>e vaticane alle minoranze sessuali ealle loro ri<strong>chi</strong>este di riconoscimento e tutela legali.La situazione delle nostre <strong>chi</strong>ese è <strong>per</strong> ora «ametà del guado» e <strong>per</strong>ciò piuttosto problematica eris<strong>chi</strong>osa a motivo della sua indefinitezza, determinatanon solo dalla nostra struttura ecclesiale, maanche dal <strong>per</strong>manere al nostro interno sia di diffidenzemoralistiche verso l’omosessualità, sia di timoricirca i ris<strong>chi</strong> di divisioni e di scissioni che sicorrono, come dimostra il disaccordo delle <strong>chi</strong>eseanglicane dell’Africa sull’ordinazione di <strong>per</strong>sone21