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«State allegri, divertitevi, ma non fate peccati» - Colle Don Bosco

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L’ho vista scritta su una <strong>ma</strong>glietta di un ani<strong>ma</strong>tore di«Estate Ragazzi».È vero! Il dono grande di cui siamo veramente in possessoè il presente che rischia di scivolarci via, lasciando solo qualchepovera traccia a descrivere in qualche modo la nostra storia.Il tempo prezioso è dunque l’oggi che devo tenere strettosu cui fissare attenzione, operosità, amore e fantasia, così dascrivere una storia degna dell’uomo, di me, al quale è statoaffidato, da Dio, un piccolo frammento di eternità.Purtroppo può accadere che il presente, nel suo dinamicoscorrere, sia distratto dal ricordo di ieri, che <strong>non</strong> c’è più, <strong>ma</strong>troppo bello per <strong>non</strong> meritare ripetuta contemplazione, otroppo brutto per <strong>non</strong> essere costantemente rivisto e rifiutato,o così scialbo da ripercorrerlo nelle sue sequenze che avreidovuto rendere più luminose e significative. E quanto puòsuccedere a chi è avanti negli anni, con prospettive di tempoor<strong>ma</strong>i limitate e, oppresso dalla stanchezza che si fa talvoltainedia o accidia, si rifugia in ciò che fu.Anche il do<strong>ma</strong>ni, avvolto nel suo mistero, può disturbare lavita che corre oggi e che si affaccia su lontani orizzonti. Paure,talvolta immotivate, progetti affascinanti <strong>ma</strong> poco realisti, opigri adattamenti ad una diffusa mentalità rassegnata. Accadesoprattutto nei giovani: ancora poveri di storia da raccontare,<strong>ma</strong> con tanto da fantasticare su quello che sarà.Sull’uno o sull’altro atteggiamento si sorride e si ironizza:perché l’anziano ripete le solite cose; il giovane perché sognatroppo e poco si impegna. Sono i piccoli vizi dell’età. La vecchiaia<strong>non</strong> è una colpa né la giovinezza un merito: sem<strong>ma</strong>il’una è un privilegio e l’altra una opportunità irripetibile: <strong>ma</strong>è la vita, a qualunque età, che veramente è dono, sempre,per sua stessa essenza: un dono che si immerge, giorno dopogiorno, nell’eterno di Dio che ci ha voluti.Tra i due atteggiamenti, diversi e opposti, a perderci, purtroppo,è il presente, il dono dell’oggi, unico, irripetibile. Lanostra storia sarà bella, perché ricca di senso, un dono di saggezzaper coloro che verranno, se il tempo sarà stato riempitodi opere buone, in un ampio orizzonte di opportunità. Il futuropotrà essere ragionevole e gioiosa speranza se esso scaturisceessenzialmente dalle buone premesse che si pongono oggi.Leggiamo nel Vangelo: Perché vi preoccupate del do<strong>ma</strong>ni?...Ogni giorno il suo affanno… Pensate piuttosto al Regno di Dio, ilresto vi sarà dato in più... Ma il Regno di Dio, ci ricorda, è vicino,è qui ora, in mezzo a voi (cfr Lc 17,21). Giorno dopo giorno loprepariamo e lo viviamo in gioiosa e operosa attesa che rendecomunque splendida la vita, grazie a quel «di più» promessoche col<strong>ma</strong> le nostre u<strong>ma</strong>ne insufficienze.Il tempo estivo che ci sta davanti con le sue occasioni diriposo e di cal<strong>ma</strong>, può offrire un utile esercizio di giorni vissutialla luce di questo Regno che è qui, tra di noi, pregustandonel’ineguagliabile bellezza e l’infinito amore di Dio che è e sarà ilnostro «oggi» vero ed eterno.❑<strong>Don</strong> Emilio ZeniIERIè storiaDOMANIè misteroOGGIè donoIL PUNTO


l’angolodelle curiositàfacezie ed arguzie4NataleCERRATO<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>,con enormi sacrifici,umilianti questue,amministrògrandi sommecon cuipoter dare pane,vestito, alloggio,istruzione, lavoroa tanti poveri ragazzi,costruire chiese,scuole,avviarele missioni salesiane.con i benefa<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> nella sua vita <strong>ma</strong>neggiògrandi somme di denaro, raccolte cavaliere la gente crederebbe che <strong>Don</strong>– Senta, Signor Conte, se io fossia prezzo di enormi sacrifici, umilianti <strong>Bosco</strong> <strong>non</strong> abbia più bisogno di aiuti; equestue, laboriose lotterie, incessanti poi di croci io ne ho già tante... Mi diaperegrinazioni. Con questo denaro egli piuttosto del denaro per comprare il paneai miei orfanelli.diede pane, vestito, alloggio e lavoro atanti poveri ragazzi, comperò case, aprì Il Conte finì per accettare. E l’OrdineMauriziano gli fissò allora unaospizi e collegi, costruì chiese, avviògrandi iniziative tipografiche ed editorialie le missioni salesiane in America. poi puntualmente pagata fino al 1885pensione di 500 lire l’anno che gli fuMa <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> <strong>non</strong> avrebbe potutooperare quello che fece se <strong>non</strong> fosse(cf MB 4,489-490).stato capace, oltre a tutto il resto, difarsi amica una aristocrazia benefica La Contessa vecchiaaperte alla beneficenza. Certo <strong>non</strong> bisognacommettere l’errore di limitarei benefattori di <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> alla solanobiltà. Egli ottenne aiuto e collaborazionedisinteressata dalla borghesiae dal popolo, a cominciare da quellabenefattrice incomparabile che fu sua<strong>ma</strong>m<strong>ma</strong> Margherita Occhiena. Ma quimi fermerò solo a porre in risalto qualcheparticolare curioso in linea con ilnostro te<strong>ma</strong>.<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> cavaliere?Il Conte Cibrario, senatore del Regno,tenendo conto del gran bene che<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> faceva per la gioventù poveraed abbandonata di Torino, gli avevapreparato una sorpresa. Per dare unriconoscimento alle sue benemerenze,voleva conferirgli la Croce di Cavalieredell’Ordine dei Ss. Maurizio e Lazzaro.Un <strong>ma</strong>ttino comparve all’Oratoriodi Valdocco un signore a presentarea <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> un plico. Si trattava deldiplo<strong>ma</strong> fir<strong>ma</strong>to dal Re e la Croce diCavaliere. <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> <strong>non</strong> lo aprì inpresenza dei suoi giovani perché daibolli e dallo spessore della busta avevaindovinato di che si trattava Si recòpiuttosto presso l’ufficio dell’OrdineMauriziano e, presentatosi al ConteCibrario, dopo averlo ringraziato, glichiese però che il titolo di cavaliere glifosse sostituito da un’offerta per il suoOratorio.Il Conte insisteva perché <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>accettasse, <strong>ma</strong> questi, scherzando,gli rispose:Una vecchia Contessa, molto riccae religiosa, aveva il debole di offendersiacerbamente quando si accennava allasua età avanzata. Avendo una figlia cheoltrepassava or<strong>ma</strong>i i trent’anni, riuscivaper lei cosa insopportabile l’udirsiindicare come la “contessa vecchia”.<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>, incontrandosi con lei,le disse:– Sono proprio felice di quest’incontro.E la Contessa sua Madre comesta?– Mia <strong>ma</strong>dre è un pezzo che il Signorel’ha presa con sé.– Ma come? Poche setti<strong>ma</strong>ne fa midissero che stava benissimo!– Lei si sbaglia. Forse mi ha scambiatoper mia figlia. Io sono la Contessa<strong>ma</strong>dre!Il Conte Cibrario.


ttori– Davvero? Lei sta così bene che èfacile prendere un abbaglio...– Cosa vuole... mi <strong>ma</strong>ntengo comemeglio posso.– Ed io prego il Signore che la conserviancora per molti anni!Da quel momento la Contessa fututta per <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> e, finché visse, continuòa beneficarlo (cf MB 7,312-313).l’angolodelle curiositàfacezie ed arguzieNapoleoni con o senza cappelloDal 1° <strong>ma</strong>ggio 1866, oltre alla monetaaurea, corrispondente al Napoleoned’oro che portava sul diritto l’im<strong>ma</strong>ginedi Napoleone col cappello, vennead avere corso forzoso, nell’or<strong>ma</strong>icostituito Regno d’Italia, una monetacartacea dello stesso valore nominale,<strong>ma</strong> di valore reale ben inferiore. Il popolola chiamò subito “napoleone colcapo scoperto” perché portava l’effigedi Vittorio E<strong>ma</strong>nuele II senza cappello.Lo sapeva bene anche <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>quando ebbe da restituire al Conte FedericoCallori un mutuo di mille franchifattogli in 50 napoleoni d’oro. Nonsi lasciò sfuggire l’occasione di prenderedue piccioni con una fava, approfittandodella confidenza che gli avevaconcessa. La Contessa Carlotta infattigli aveva già promesso da sua parteun’offerta per la nuova chiesa. Scrissedunque alla Contessa in data 29 giugno1866: «Le dirò che dopo di<strong>ma</strong>niscade il mio debito verso il sig. Conteed io debbo procurare di pagare il debitoper acquistarmi il credito. QuandoElla era in Casa <strong>Colle</strong>gno mi disse chein questa epoca avrebbe fatto un’oblazioneper la chiesa e per l’altare di SanGiuseppe <strong>ma</strong> <strong>non</strong> fissò precisamentela som<strong>ma</strong>. Abbia dunque la bontà didirmi: 1) se la sua carità comporta chefaccia oblazioni in questo momentoper noi e quali; 2) dove dovrei indirizzareil denaro per il sig. Conte; 3) se ilsig. Conte per avventura ha pagamentiche possa fare con biglietti, oppure,siccome è cosa ragionevole, debba cangiarei biglietti in napoleoni secondoho ricevuto» (E 477).Come si può facilmente capire, <strong>Don</strong><strong>Bosco</strong> fa assegnamento sull’offerta<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> chiede aiuto per i suoi ragazzi (particolaredella tela di Mario Bogani. Basilica di <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>,<strong>Colle</strong> <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>).Cappella gentilizia dei Conti Callori (Vignale Monferrato,Alessandria).della Contessa e propone il saldo delproprio debito verso il Conte, se <strong>non</strong>risulterà di svantaggio a nessuno, innapoleoni cartacei.La risposta venne e consolante. Ildenaro doveva venir inviato a Cesare,figlio del Conte Callori e poteva esserein moneta cartacea. Scrive difatti <strong>Don</strong><strong>Bosco</strong> a Cesare in data 23 luglio: «Pri<strong>ma</strong>che termini questo mese porterò imille franchi a sua casa come mi scrivee farò in modo di portare altrettantinapoleoni <strong>ma</strong> tutti col capo scoperto,perché se portassi cinquanta napoleonicol cappello in testa forse metterebberoin combustione fin Giove, Saturno eMarte» (E 489).E poco dopo egli effettuerà il saldomolto conveniente, mentre la Contessanel contempo gli donerà 1000 franchi peril pulpito della nuova chiesa (cf E 495).Se c’è un debito da pagare, c’è laProvvidenza che si dà da fare! ❑«... Io di “croci”ne ho già tante...Mi dia piuttostodel denaroper comprare paneai miei orfanelli».5


chiesaEnzoBRUNIP. Ruggero Ruvoletto,ucciso in Brasile (Manaus)il 19-9-2009.HANNO PAGATO CON IL SANGUEI grandi mezzi di comunicazione di di missionari, religiosi o laici, sacerdoti o<strong>ma</strong>ssa ne parlano poco, impegnati come semplici volontari che operano nel concretosono a rovistare nella storia, nella cronacaper promuovere l’uomo, nella sua digni-recente o passata, notizie pruriginose, tà dimenticata o addirittura calpestata,per saziare la curiosità dei lettori e gettarenelle zone più povere, e<strong>ma</strong>rginate escluseombre sulla credibilità millenaria della dai grandi e colossali interessi delle eco-Chiesa. Il sacrosanto diritto di infor<strong>ma</strong>re nomie globali.sui <strong>ma</strong>li che affliggono la società, Chiesa Emble<strong>ma</strong>tico può essere l’elenco checompresa, dovrebbe trovare altrettanto pubblichiamo ricavato dalla Agenziaspazio per infor<strong>ma</strong>re il bene incalcolabile Fides che ogni anno presenta un panora<strong>ma</strong>e continuo che arricchisce di dignità e speranzadocumentato di quanti, tra gli opera-la società e la Chiesa.tori pastorali, hanno perso la vita per laPurtroppo <strong>non</strong> pare che sia così: <strong>non</strong> causa di Cristo e per l’amore evangelicoè un buon servizio alla verità nascondere agli ultimi. Nomi e attività nelle qualio sottacere quella luminosa e coraggiosa erano impegnati nel momento della mortetestimonianza che superando giudizi, incomprensioniviolenta; nomi <strong>non</strong> ricercati nella sto-o chiacchiere si <strong>ma</strong>nifesta ria passata, <strong>ma</strong> appena dello scorso an<strong>non</strong>egli eroismi – a prezzo della vita stessa – 2009.P. Romiro Ludeña,ucciso in Brasile (Recife)il 23-3-2009.Sr. Denise Kahambu,uccisa in Congo il 7-12-2009.P. Cecilio Lucero,ucciso nelle Filippineil 6-9-2009.Operatori pastorali impegnatinel lavoro missionariouccisi nell’anno 2009Secondo le infor<strong>ma</strong>zioni in nostropossesso, nell’anno 2009 sono stati uccisi37 operatori pastorali: 30 sacerdoti,2 religiose, 2 seminaristi, 3 volontari laici.Sono quasi il doppio rispetto al precedenteanno 2008, ed è il numero piùalto registrato negli ultimi dieci anni.Analizzando l’elenco per continente,quest’anno figura al primo posto, con unnumero estre<strong>ma</strong>mente elevato, l’America,bagnata dal sangue di 23 operatoripastorali (18 sacerdoti, 2 seminaristi,l suora, 2 laici), seguita dall’ Africa,dove hanno perso la vita in modo violento9 sacerdoti, l religiosa ed 1 laico,dall’Asia, con 2 sacerdoti uccisi e infinedall’Europa, con un sacerdote assassinato.Il conteggio di Propaganda Fides<strong>non</strong> riguarda solo i missionari ad gentesin senso stretto, missionari cioè <strong>ma</strong>ndatiper l’evangelizzazione dei popoli pagani,<strong>ma</strong> tutti gli operatori pastorali morti inmodo violento. Non usiamo di propositoil termine “<strong>ma</strong>rtiri”, se <strong>non</strong> nel suosignificato etimologico di “testimone”,per <strong>non</strong> entrare in merito al giudizioche la Chiesa potrà eventualmente dare,anche per la scarsità di notizie che, nella<strong>ma</strong>ggior parte dei casi, si riescono araccogliere sulla loro vita e perfino sullecircostanze della loro morte.Come ha detto il Santo PadreBenedetto XVI nel giorno della festadel proto<strong>ma</strong>rtire Santo Stefano, «la testimonianzadi Stefano, come quella dei<strong>ma</strong>rtiri cristiani, indica ai nostri contemporaneispesso distratti e disorientati,su chi debbano porre la propria fiduciaper dar senso alla vita. Il <strong>ma</strong>rtire, infatti,è colui che muore con la certezzadi sapersi a<strong>ma</strong>to da Dio e, nulla anteponendoall’amore di Cristo, sa di averscelto la parte migliore. Configurandosipienamente alla morte di Cristo, è consapevoledi essere germe fecondo di vitae di aprire nel mondo sentieri di pace edi speranza. Presentandoci il diaconoSanto Stefano come modello, la Chiesaci indica, altresì, nell’accoglienza e nell’amore verso i poveri, una delle vie privilegiateper vivere il Vangelo e testimoniareagli uomini in modo credibile ilRegno di Dio che viene» (Angelus del 26dicembre 2009).Dalle poche note biografiche di questifratelli e sorelle uccisi, possiamo leggerel’offerta generosa e senza condizioni,alla grande causa del Vangelo, senzatacere la limitatezza della fragilità u<strong>ma</strong>na:è questo ciò che li ha uniti nella vitae anche nella morte violenta, pur trovandosiin situazioni e contesti profondamentediversi.Per annunciare l’amore di Cristo,morto e risorto per la salvezza dell’uomo,testimoniandolo in opere concretedi amore ai fratelli, <strong>non</strong> hanno esitatoa mettere quotidianamente a rischio la


IL LORO IMPEGNO NELLA MISSIONEchiesapropria vita in contesti di sofferenza, dipovertà estre<strong>ma</strong>, di tensione, di violenzageneralizzata, per offrire la speranza diun do<strong>ma</strong>ni migliore e cercare di strapparetante vite, soprattutto giovani, aldegrado e alla spirale della <strong>ma</strong>lvivenza,accogliendo quanti la società rifiuta emette ai <strong>ma</strong>rgini.Alcuni sono stati vittime proprio diquella violenza che stavano combattendoo della disponibilità ad andare insoccorso degli altri mettendo in secondopiano la propria sicurezza. Molti sonostati uccisi in tentativi di rapina o di sequestro,sorpresi nelle loro abitazioni dabanditi alla ricerca di fanto<strong>ma</strong>tici tesori:il più delle volte si sono dovuti accontentaredi una vecchia automobile o del telefonocellulare delle vittime, portandosivia però il tesoro più prezioso: una vitadonata per Amore. Altri sono stati eliminatisolo perché nel nome di Cristo opponevanol’amore all’odio, la speranzaalla disperazione, il dialogo alla contrapposizioneviolenta, il diritto al sopruso.Ricordare i tanti operatori pastoraliuccisi nel mondo e pregare in loro suffragio«è un dovere di gratitudine per tuttala Chiesa e uno stimolo per ciascuno dinoi a testimoniare in modo sempre piùcoraggioso la nostra fede e la nostra speranzain Colui che sulla Croce ha vintoper sempre il potere dell’odio e della violenzacon l’onnipotenza del suo amore»(Benedetto XVI, Regina Coeli, 24 <strong>ma</strong>rzo2008).A questo elenco provvisorio stilatoannualmente dall’Agenzia Fides, devecomunque essere sempre aggiunta lalunga lista dei tanti di cui forse <strong>non</strong> siavrà <strong>ma</strong>i notizia, che in ogni angolo delpianeta soffrono e pagano anche conla vita la loro fede in Cristo, o di quelliche testimoniano l’amore di Cristo,attraverso il <strong>ma</strong>rtirio quotidiano, come«la piccola suora che vive da oltre 40anni in mezzo ai musul<strong>ma</strong>ni senza poterparlare di quel Cristo a cui ha donatola sua vita, o l’anziano missionario cheha provato più volte la durezza della prigione,<strong>ma</strong> <strong>non</strong> vuole abbandonare la suagente, o il missionario che è stato espulsoe versa lacrime di sangue pensandoa quanti è stato costretto a lasciare…”(cfr Comunione e missione, <strong>ma</strong>rzo 2010,Centro Missionario diocesi di Trento).Si tratta di quella «nube di militi ignotidella grande causa di Dio» – secondol’espressione di Papa Giovanni Paolo II– a cui guardiamo con gratitudine e venerazione,pur senza conoscerne i volti,senza i quali la Chiesa e il mondo sarebberoenormemente impoveriti. ❑MARTIRI DI CUI SI HA NOTIZIA NEL DECENNIO 2000-20092000: 31: 18 sacerdoti e 13 religiosi/e e laici volontari2001: 33: 24 sacerdoti e 9 religiosi/e e laici volontari2002: 25: 1 vescovo, 18 sacerdoti e 6 religiosi/e e laici volontari2003: 35: 1 vescovo, 23 sacerdoti e 11 religiosi/e e laici volontari2004: 15: 10 sacerdoti e 5 religiosi/e e laici volontari2005: 24: 1 vescovo, 17 sacerdoti e 6 religiosi/e e laici volontari2006: 24: 17 sacerdoti e 7 religiosi/e e laici volontari2007: 21: 15 sacerdoti e 6 religiosi/e e laici volontari2008: 20: 1 vescovo, 16 sacerdoti 3 religiosi e laici volontari2009: 37: 30 sacerdoti e 7 religiosi/e e laici volontariNel decennio 2000-2009 sono 265 i «<strong>ma</strong>rtiri» per la fede e la carità di Cristo.Jorge Humberto Echeverry,prof. Laico, ucciso in Columbial’11-6-2009.P. James Mukalel,ucciso in India il 30-7-2009.P. Habacuc Hernandez,ucciso in Messicoil 13-6-2009.P. Gabriel Montoya,ucciso in Colombiail 16-3-2009.


consiglidi don <strong>Bosco</strong>BrunoSIGHELle “buone vacanze” seconAi tempi di <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> l’anno scolasticosi protraeva fino alla fine di agosto.Quando si incominciava a parlare divacanze estive (che, in effetti, per lo piùerano autunnali), <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> mettevain atto tutta la sua saggezza per prepararei giovani a viverle nel modo giusto.Sapeva, dalla sua lunga esperienza, chetroppo frequentemente le vacanze sono«la vendemmia del diavolo» specialmenteper coloro che vivendo parecchimesi all’Oratorio di Valdocco, dove <strong>Don</strong><strong>Bosco</strong> e l’ambiente li avevano tutelaticontro le insidie del <strong>ma</strong>le, dovevano affrontareora, da soli, situazioni nuovee difficili. Vederli partire e sapere cheforse sarebbero tornati diversi, era, per<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>, un momento di vera angoscia.Si spiegano così le tante «buone notti»che ritornano sull’argomento.Offriamo ai nostri lettori, ai giovanisoprattutto e ai loro educatori, alcunipensieri tratti da alcuni incontri seralicon i suoi ragazzi in prossimità dellevacanze. Come si vede <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> partedall’esperienza, parla col cuore, punta ildito su cose assai concrete per arrivareall’essenziale: «Non recare offesa alSignore, <strong>non</strong> recare danno all’ani<strong>ma</strong>».8Quando un padre deve lasciare isuoi figli, o quando li invia a fare qualchecommissione in lontano paese,benché sappia che essi sono obbedientie conoscono bene ciò che devono fare,tuttavia teme sempre che qualche disgraziaincolga a quei figli che egli a<strong>ma</strong>tanto... Credetelo, questo padre, indegnamente,<strong>ma</strong> di tutto cuore, sono io.Quei figlioli che debbono separarsi sietetutti voi che andate in vacanza... Mavoi avete tutti il sangue che bolle nellevene e gridate tutti con entusiasmo:“Vacanze, vacanze!” E <strong>non</strong> pensateche a queste, desiderate nient’altro chequeste, <strong>non</strong> volete ascoltare altro... Siapure, <strong>ma</strong> io temo che qualche nemicovenga a farvi perdere la vita dell’ani<strong>ma</strong>.Nascondetevi in una foresta…Vorrei darvi qualche consiglioper passare bene le vacanze, questo:Quando siete in vacanza prendetevipure tutte le libertà, <strong>fate</strong> pure disordini...<strong>ma</strong> cercate di trovarvi un posto incui il Signore <strong>non</strong> vi veda: chiudeteviin una stanza, andate in cantina, saliteanche sul campanile o nascondetevinel folto di una foresta purché <strong>non</strong> siapresente il Signore. Voi conoscete subitoche è impossibile sottrarvi agli occhidi Colui che vede contemporaneamenteogni cosa in cielo e in terra... Questopensiero vi deve accompagnare in ognitempo, in ogni luogo, in ogni azione.E come osereste commettere un attoche possa offendere alla sua presenzail Signore?I consigli di <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>Ma voglio racco<strong>ma</strong>ndarvi alcunecose, perché possiate trascorrere benele vostre vacanze.• Guardatevi dai compagni che sonosoliti fare discorsi <strong>non</strong> buoni e cose che<strong>non</strong> vanno bene. Se andate con questicompagni, cadrete in una lacrimevolerovina. Vi sarà qualcuno che in presenzavostra incomincerà un discorsoo contro la religione o contro i buonicostumi. Ebbene, lasciatelo, piantatelolì, ditegli pure francamente: io il nomedi cristiano <strong>non</strong> lo voglio sporcare... Ecosì dite di qualunque altro <strong>ma</strong>le o peccato.È un impostore colui che si professacristiano e <strong>non</strong> agisce come tale.• Non frequentate i luoghi pericolosidove si bestemmia, si dicono parole


do <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>consiglidi don <strong>Bosco</strong>cattive e a volte proprio sporche, attea suscitare cattivi pensieri... Certunisentono parlare un compagno che dicecose indecenti, coprendole con bellefrasi, ed essi sorridono e, se <strong>non</strong> èquesta volta è un’altra anch’essi dannocorda ai ragionamenti di uno sboccato.Quel primo sorriso fu l’atto di arrendersial nemico. Viene loro tra le<strong>ma</strong>ni un brutto libro e cominciano aguardare la copertina, poi a leggere...poi frequenta sempre di più quegli ambienti,quei compagni e amici... <strong>non</strong>prega più perché ha perso l’orrore delpeccato, si lascia vincere dal rispettou<strong>ma</strong>no. Insom<strong>ma</strong>, poco a poco finiscecol cadere miseramente... Anch’io fuigiovane come voi, e per mia disgraziami sono anche trovato nei pericoli neiquali vi trovate voi. Credete alla miaesperienza, alle mie parole.• Procurate di avere assolutamentequalche spazio di tempo alla domenicaper andare alla Messa e accostarviai Santi Sacramenti della confessionee della comunione. Ogni giorno dite levostre orazioni <strong>ma</strong>ttino e sera.• Non state in ozio! Continuate astudiare e leggere. A tutti ri<strong>ma</strong>ne semprequalche <strong>ma</strong>teria che <strong>non</strong> si è potutostudiare abbastanza durante l’anno:in questo tempo ripassatela con <strong>ma</strong>ggioreattenzione. Ma notate ancora cheper imparare è necessario leggere, leggerelibri molto utili; tante volte questacosa lungo l’anno <strong>non</strong> si può fare.Ma leggete per imparare <strong>non</strong> per solacuriosità. Lo si faccia adesso che avetetempo... Così <strong>non</strong> ri<strong>ma</strong>nete in ozio.Ricordatevi l’avviso dello Spirito Santodi <strong>non</strong> perdere neppure un minuto ditempo. Oh, se io fossi giovane comevorrei impiegarlo meglio il mio tempo.Allora ne avevo, adesso <strong>non</strong> l’ho più e<strong>non</strong> potrò più averlo e <strong>non</strong> mi ri<strong>ma</strong>nepiù altro che racco<strong>ma</strong>ndare a voi dioccupare bene il tempo ora che l’avete.• Aiutate i vostri genitori che per voilavorano tutto l’anno. Rendetevi utilialla vostra casa, alle vostre famiglie...Certo, vi dovete anche riposare e divertire,<strong>ma</strong> <strong>ma</strong>i a danno della vostra ani<strong>ma</strong>...E curate la vostra salute...Ancora una cosa vi racco<strong>ma</strong>ndoCi sarebbero tante altre cose da racco<strong>ma</strong>ndarvi,perché possiate passarebene questo tempo di vacanza. Unacosa sola vi racco<strong>ma</strong>ndo ancora, cheriassume tutto quello che vorrei dirvi:Non commettete alcun peccato. Se viguarderete da questo come da un serpentevelenoso, passerete santamentele vacanze, ritornerete tutti sani ed <strong>allegri</strong>,riprenderete un altro anno di studioe lavoro... Questo vi racco<strong>ma</strong>ndoda padre che a<strong>ma</strong> molto i suoi figli...Intanto vi auguro felici vacanze e arrivederci.(cfr MB 12,363 ss e 13,427 ss).Parla così semplicemente come glidetta il cuore, <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>, spinto solodal desiderio di difendere i giovani peri quali ha promesso di dare ogni suaenergia.In un’epoca sicuramente più difficile,per tanti aspetti, di quella di <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>,per l’inesauribile e sfacciata fantasia diquanti propongono trasgressioni di ognigenere come metodo per una «felicevacanza» chissà se qualcuno, leggendoqueste «racco<strong>ma</strong>ndazioni» riuscirà aproporsi uno stile di vita pulito, così cheil tempo estivo sia un tempo favorevoleper la costruzione della propria personalitàu<strong>ma</strong>na e cristiana, mentre il tempocorre, purtroppo, irrecuperabile? Celo auguriamo.Dunque, alla <strong>ma</strong>niera di <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>,anche dalla redazione de Il Tempio di<strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>: “Buone vacanze!”. ❑«Una cosa solavi racco<strong>ma</strong>ndo:<strong>non</strong> commettetealcun peccato...Intanto vi augurofelici vacanzee arrivederci...».9


dialoghiin famigliaGiovannaCOLONNAÈ la vigilia di Pasqua, siamo in chiesaper la veglia: lei c’è, in terza fila, coni suoi tre ragazzi e il <strong>ma</strong>rito: giocavamoinsieme, al paese, quando ero in vacanzadalla <strong>non</strong>na: lei ha una sorella e un fratellopiù grandi che <strong>non</strong> giocavano conlei: vado a casa sua, una famiglia contadina,ricordo tanti pomodori e profumodi basilico; sua <strong>ma</strong>m<strong>ma</strong> è simpatica, suopapà parla poco. È morta il giorno diPasqua, improvvisamente: ci ha lasciatopri<strong>ma</strong> della festa, del pranzo con i parentie le uova di cioccolato con le sorprese.Il papà è andato al lavoro, ha una piccolaimpresa, alcuni operai: è giorno dipaga, due pretendono di più, voglionotutto, sanno che ci sono tanti soldi, anchequelli degli altri dipendenti. Ma lui<strong>non</strong> cede, <strong>non</strong> è giusto e difende il suodenaro, che diventerà sostentamento peri suoi operai; i due attaccano, tirano fuoriil coltello e affondano, un colpo, duecolpi, tre colpi. Scappano con il denaro,saranno fer<strong>ma</strong>ti dagli altri operai, accorsiper le grida. Il papà <strong>non</strong> tornerà a casa:la moglie e i due figli lo aspettano, <strong>ma</strong>arriverà la polizia e poi il dolore.Cose che accadono, eventi naturalie delittuosi, che ci accompagnano nellavita, e ci interrogano: quale futuro perqueste due famiglie? Quale speranza peril bene? Quale consolazione per il dolore,la tristezza, la solitudine?Se Dio esistesse… il funerale è la testimonianzapiù evidente dell’u<strong>ma</strong>nacredo nopietà verso il dolore che colpisce il nostroprossimo; di fronte alla morte i capisi scoprono, gli occhi si abbassano, i tonisi smorzano e torna prepotente l’interrogativodel senso della vita, riemergel’attaccamento alla vita, la paura dellamorte, il suo <strong>non</strong> senso.Se Dio esistesse… involontariamentesi giungono le <strong>ma</strong>ni e si invoca pace,consolazione, <strong>ma</strong>, a volte, ci si accontentadella rassegnazione e si cerca di andareavanti, giorno dopo giorno, svuotatie inariditi da una perdita così grande ecosì ingiusta! Un po’ più cinici e menocompassionevoli: il dolore <strong>non</strong> rende migliori,<strong>non</strong> affina la pietà e la compassioneè la peggior nemica.Se Dio esistesse… punirebbe i <strong>ma</strong>lvagi,causa <strong>ma</strong>lefica di un effetto tremendo:la morte <strong>non</strong> viene <strong>ma</strong>i sola e le suecompagne <strong>non</strong> sono piacevoli: solitudine,disperazione, angoscia, sorelle minori<strong>ma</strong> <strong>non</strong> per queste meno perfide, si installa<strong>non</strong>el cuore e nella mente e rodonoe corrodono, distorcono i pensieri e annebbianola vista. I pensieri sono ottenebratida un velo pesante fatto, a volte, disensi di colpa, a volte da ricordi di occasioni<strong>ma</strong>ncate, a volte da vissuti sbagliati


n credoe ingiusti. Tutto questo fa precipitare neldesiderio di morire, di dimenticare ed esseredimenticati.Tutta la classe di mia figlia ha partecipatoai funerali del papà della lorocompagna. Tutti i genitori hanno seguitola vicenda sul quotidiano della città.Se Dio <strong>non</strong> esistesse che cosa si potrebbesalvare da una simile tragedia? La faticadi vivere che si prova quanto tutti se nevanno e si ri<strong>ma</strong>ne da soli: come affrontarlacon dignità, con coraggio, con la testaalta e gli occhi puntati all’orizzonte?Se Dio <strong>non</strong> esistesse cosa impedirebbealla vendetta di camuffarsi da giustizia,all’egoistico interesse di <strong>ma</strong>scherarsicome ricerca della verità, al perdono dimescolarsi con il cinico atteggiamento disuperiorità verso coloro che hanno “peccato”?Se Dio <strong>non</strong> esistesse come potremmoessere onesti con i disonesti, essere fedelicon i traditori, essere pacifici con interistati in guerra, essere generosi con gliavari e gli egoisti?Se Dio <strong>non</strong> esistesse vana sarebbe lanostra fede: sarebbe tremendo per noicristiani avere riposto il senso della nostravita e dell’esistenza degli altri e delcreato in una realtà inesistente, effimera,ideale e fantastica; sarebbe terribile averaffidato la nostra coscienza e la nostraintelligenza ad una favola, sarebbe spaventosoaver educato i nostri figli nell’illusionedi convinzioni fatte di fumo e diinganno, di impegno inutile, di proclamivuoti e insensati.Ma Dio esiste: perché la vita continua,anche quando <strong>non</strong> lo vogliamo.Dio esiste perché siamo migliori rispettoal passato.Dio esiste perché continuiamo a sperareall’eternità dopo la morte, alla vittoriadel bene sul <strong>ma</strong>le, al trionfo dellagiustizia sull’ingiustizia; perché ci schieriamoancora dalla parte dei poveri, dei<strong>ma</strong>lati, dei deboli, degli abbandonati;perché desideriamo ancora dei figli, vogliamodare dei genitori agli orfani, ciadoperiamo perché le generazioni futuresiano migliori di quelle passate; perchépreghiamo, cantiamo e scriviamo poesiesul mistero della vita e della morte, deltrascorrere del tempo e delle stagioni,dell’alternarsi del giorno con la notte;perché siamo diversi e <strong>ma</strong>i uguali, speriamoed attendiamo il futuro, progettiamoe programmiamo.Dio esiste perché continuamente locerchiamo, lo invochiamo, lo ringraziamo:soprattutto quando qualcuno oqualcosa ci negano la possibilità di crederein Lui.❑dialoghiin famiglia


acque e fontibenedite il SignoreChiara è la tua parolache guida i passi del mio cammino.Chiara è la tua sorgente:quest’acqua viva che mi ristora.Chiara è la luce amica del sole nuovoche mi riscalda.Chiara è la notte stessaperché tu vegli sui figli tuoi.E <strong>non</strong> andrò lontano <strong>ma</strong>i da te,e canterò la vita che mi daie seguirò la strada che tu faied amerò i figli che tu avrai.Amo la tua bellezzache mi sorride nei miei fratelli.Amo la tenerezzache mi circonda di <strong>ma</strong>ni amiche.Amo il tuo canto eternodietro lo sguardo di un nuovo figlio.Amo anche il silenzioperché vuoi dire che ascolti me.(P.A. Sequeri)


le parolee i silenzi di Maria<strong>Don</strong> GiorgioCHATRIANSANTA MARIA PREGA CON NOI6 le parole e iCAMMCOL FIGLIO14Giuseppe e Maria ritrovano Gesù trai dottori. «Al vederlo restarono stupiti esua <strong>ma</strong>dre gli disse: “Figlio, perché ci haifatto così? Ecco, tuo padre ed io, angosciati,ti cercavamo” (Lc 2,48). Gesù rispondeche stava occupandosi delle cosedel Padre suo. “Ma essi <strong>non</strong> comprendevanole sue parole” (Lc 2,50)».Quante difficoltà tra genitori e figli!Quasi sempre, a cominciare dalla preadolescenza,il cammino insieme si costelladi incomprensioni, sogni raramente condivisi,conflittualità, violenze reciproche,disillusioni, solitudini, rimpianti... In unasorta di botta risposta alcune battute dalring di tante nostre famiglie, battute tratteda canzoni.«… Quando gli hai urlato: “Scusa tantose <strong>non</strong> sono come te, io comincerò dalfondo e <strong>non</strong> credo alle tue favole perchéfaccio a pugni con il mondo!” (A pugnicon il mondo, Articolo 31).«Cosa chiedono i figli? la felicità senzafare sforzi o la libertà di essere diversi, <strong>ma</strong>qualunque cosa sia ve ne andrete semprevia. So che <strong>non</strong> è facile imparare a vivere<strong>ma</strong> tu <strong>non</strong> mi lasci <strong>ma</strong>i tempo di conoscerti.Sono stato figlio anch’io molto tempofa, forse <strong>non</strong> ci credi, <strong>ma</strong> me lo ricordo. Iovorrei seguirti lungo il tuo cammino senzafar rumore, senza disturbare, col cappelloe il giornale e se tu do<strong>ma</strong>ni per un casostrano fossi spalle al muro, <strong>non</strong> sarei lontano:per salvare quel che è mio so picchiareduro anch’io» (I figli, Pooh).Guardo una foto di mia <strong>ma</strong>dre: era feliceavrà avuto vent’anni e ritrovo il miostesso sguardo. E pensare a quante voltel’ho sentita lontana. E pensare a quantevolte le avrei voluto parlare di me chiederlealmeno il perché dei lunghi ed ostili silenzi»(Bianco e nero, Carmen Consoli).«Io lo so che <strong>non</strong> si può crescer senzafarsi <strong>ma</strong>le, <strong>ma</strong> vorrei darti una <strong>ma</strong>no edaiutarti almeno un po’. Ogni volta che tiguardo mi vien voglia di parlarti, <strong>ma</strong> lo soche tu <strong>non</strong> puoi ascoltarmi <strong>ma</strong>i, <strong>non</strong> saiascoltare <strong>ma</strong>i: credi già di sapere tuttoquello che ti serve. Ci son mille cose che <strong>non</strong>sai ancora» (Padre e figlio, Gino Paoli).Anche Maria, assieme a Giuseppe, hasperimentato cosa vuol dire camminarecol figlio che cresce.«Se ripenso al tempo passato conGesù tuo Figlio, o Padre, mi salgono dalcuore un tumulto di emozioni. Dal ricordodi quando, per la pri<strong>ma</strong> volta, mi hachia<strong>ma</strong>ta “Mam<strong>ma</strong>” o ha attraversatotutta la stanza con le sue gambe finché<strong>non</strong> si è come tuffato tra le mie braccia.Al fargli ripetere il nome delle coseche trovava in casa o che incontrava lungola via accompagnandomi a prenderel’acqua al pozzo. Che bello poi quandocominciava a ripetere a memoria qualcheversetto dei Salmi per lodare la tuagrandezza di Creatore, la tua misericordianel perdonare, la possibilità di ricorreresempre al tuo aiuto, o Dio.Ricordo in particolare quella sera,con ancora sul tavolo le ciotole vuote, labrocca d’acqua e il pane avanzato dellacena, quando ha recitato tutto intero ebene lo “Shemà Israel”: è stato come seriuscisse per la pri<strong>ma</strong> volta a dire, comunicare,esternare, raccontare e, secondoil tuo invito, o Padre, fare la sua professionedi fede sulla bellezza dei tuoico<strong>ma</strong>ndi: a<strong>ma</strong>rti con tutta l’ani<strong>ma</strong> e leforze e nel tuo nome, a<strong>ma</strong>re gli altri.Penso che questi precetti gli sianosempre stati fissi nel cuore – sono ancoratue parole – però da allora, sapendoli amemoria, sarebbe riuscito a spiegare conpiù precisione le meraviglie del tuo amore,o Padre, che hai liberato i nostri padridalla schiavitù dell’Egitto per accompagnarlipoi fino alla Terra Promessa e lohai fatto per amore. Ti ringrazio che haivoluto condividere con noi il tuo stile divita nei co<strong>ma</strong>ndamenti dell’amore.Devo riconoscerlo, Signore, che vederecrescere questo Figlio è stata un’esperienzaproprio un po’ particolare. Passavanogiorni e giorni, a volte anchesetti<strong>ma</strong>ne, in cui mi sembrava un bambinoe un ragazzo come tutti gli altri. Daquando ha incominciato a camminare,andava, curioso, a frugare tutti gli angoli


INARECHE CRESCEsilenzi di Mariadella casa per vedere cosa c’era, prenderloin <strong>ma</strong>no, esplorare la nuova scoperta,qualche volta metterla in bocca e poi accorgersiche <strong>non</strong> era... commestibile.Una <strong>ma</strong>ttina ha preso anche la bocciadell’olio: gli è sfuggito dalle <strong>ma</strong>ni eallora ecco il prezioso elemento imbrattaretutti i suoi vestiti e il fragile orciodi terracotta frantu<strong>ma</strong>rsi in mille pezzi.L’ho anche sgridato: doveva impararead aver cura delle cose.Un po’ più grandicello, usciva volentierisulla strada a giocare con i suoi amici.Le case lungo la via, se <strong>non</strong> potevanopartecipare alle corse, alle competizioni,ai giochi sempre nuovi e belli, eranosenz’altro contagiate dall’<strong>allegri</strong>a e dallagioia che era nell’aria. Le donne in casati ringraziavano, o Dio, per il dono deiloro <strong>ma</strong>rmocchi, piccole gemme sbocciatedal ramo della loro vita.Anch’io ero contenta e lo sentivosempre più mio figlio, ed ero orgogliosaquando mi dicevano che aveva i miei occhie il mio carattere dolce <strong>ma</strong> volitivo.Alcune volte però crescevano gli interrogatividi fronte a lui. Innanzituttostupiva il fatto che, crescendo, <strong>ma</strong>nifestavauna <strong>ma</strong>rcata propensione ad essereleader tra i suoi amici. Era sempre luiche proponeva i giochi più interessanti,che indirizzava su una proposta condivisaquando si perdeva tempo preziosoper giocare perché c’erano più idee. Oche divideva con decisione due litigantiche, dopo un suo ordine perentorio, siporgevano rappacificati la <strong>ma</strong>no.Spesso poi, parlando a noi o ai suoicoetanei, con una naturalezza insolitaper la sua età, assieme alle sue paroleuniva citazioni della Scrittura appropriateed efficaci. Affascinante <strong>ma</strong> nellostesso misterioso quando, in casa o inun luogo appartato, all’ombra fresca diun olivo o lungo il ruscello gorgogliante,sembrava estraniarsi da tutto e da tuttied entrare in una dimensione diversa <strong>ma</strong>gli apparteneva, era sua.Rifletteva? Pregava?Sembrava piuttosto in contatto conqualcuno. Questi atteggiamenti e questeesperienza <strong>non</strong> potevano venire da me oda Giuseppe…Che fossero segni della tua <strong>ma</strong>no, oPadre? Certamente era così! E certamentesi metteva in contatto con te, come seti ascoltasse sentendoti vicino. Anche seio, lo confesso, ne ho messo di tempo percapire nel concreto che Lui era pri<strong>ma</strong>che figlio mio, tuo Figlio, o Padre.E dire che l’angelo me l’aveva dettoche il bimbo generato nel mio gremboera, in realtà, il Figlio tuo, Dio Altissimo.Una tappa importante nel rendermiconto di chi era sul serio Gesù, è statoquando, sulla via del ritorno a Nazarethdopo esser stati a festeggiare la Pasqua aGerusalemme, <strong>non</strong> lo abbiamo più vistonella carovana che procedeva lenta sullastrada assolata.Aveva or<strong>ma</strong>i dodici anni e aveva giàdato segnali di essere un piccolo ometto,per cui <strong>non</strong> ci eravamo preoccupati:senz’altro starà con i suoi coetanei agiocare a rimpiattino o semplicementerincorrersi tra la gente e gli ani<strong>ma</strong>li daso<strong>ma</strong> del gruppone.E invece <strong>non</strong> c’era!Siamo ritornati a Gerusalemme colcuore in gola. Giuseppe era in ansia piùdi me. La gioia di ritrovarlo, nel tempioche discuteva con i dottori <strong>ma</strong>nifestandoun’autorevolezza impensabile per undodicenne, si è subito trasfor<strong>ma</strong>ta in unaconstatazione sofferta: stavamo incominciandoa perdere Gesù che <strong>non</strong> erapiù nostro, <strong>ma</strong> tuo, o Padre, solo tuo edallora era nor<strong>ma</strong>le fer<strong>ma</strong>rsi nella tua casae occuparsi delle cose tue.I figli <strong>non</strong> sono nostri, <strong>ma</strong> sono undono che viene da te che <strong>non</strong> per nienteinvochiamo come Padre e che devonopercorrere la strada che tu hai indicatoloro. Una strada a volte (spesso) diversada quella che avevamo program<strong>ma</strong>tonoi. E questo è un dolore sottile <strong>ma</strong>che cresce con gli anni, <strong>ma</strong>n <strong>ma</strong>no checrescono i figli e che va interiorizzato dinuovo con riflessione e preghiera.Ma è anche, in un certo senso, un orgoglioperché noi, come genitori, abbiamoportato a termine il compito che tu ciavevi affidato: preparare loro le ali e poilanciarli liberi nel cielo della vita.Grazie, o Dio».❑le parolee i silenzi di Maria15


esperienzeestiveLa Redazionel’oratorioCon nomi e sigle diverse, <strong>ma</strong> conl’unico e identico scopo educativo e ricreativo,si stanno svolgendo presso leParrocchie e gli Oratori di città e paesile attività estive per i preadolescenti. Unvariegato esercito di ragazzi che trascorronole prime setti<strong>ma</strong>ne di vacanza imparandoa socializzare su un terreno diversodal contesto scolastico. Un’attivitàche vede coinvolti migliaia di giovaniani<strong>ma</strong>tori che nella gratuità e nell’entusiasmoproprio dell’età, assicurano, coni loro “<strong>Don</strong>”, un ordinato, piacevole periododi divertimento: sì, un vero divertimentoche educa a vivere.Che sarebbe per i ragazzi e le stesse famiglieimpegnate ancora nel lavoro se sifer<strong>ma</strong>sse questa straordinaria <strong>ma</strong>cchinaorganizzativa? I genitori sono contenti esi fidano <strong>non</strong> ostante le frequenti e spiacevolichiacchiere di questi tempi. I ragazzitornano a casa, ogni sera, stanchi,<strong>ma</strong> felici e hanno tante belle esperienzeda raccontare, vissute con i propri amici,ricche di fantasie e, certamente, <strong>non</strong> vuotedi buoni contenuti, per trasmettere iquali, ben sappiamo, gli ani<strong>ma</strong>tori si sonopreparati lungo un intero anno.Le iniziative corrono, solitamente, sulfilo di un te<strong>ma</strong> proposto fin dall’inizioe che si vede scritto, sovente, sulle <strong>ma</strong>gliettea colori vivaci. Se passano unagiornata fuori Oratorio per incontrarealtri gruppi, insieme sono uno stupendogiardino fiorito di colori, un arcobalenodi pace.«Qui si diventagrandi insieme», affer<strong>ma</strong>un ani<strong>ma</strong>tore che richia<strong>ma</strong>i suoi per il saluto iniziale.Ha fatto la sua pri<strong>ma</strong> esperienzain un quartiere allaperiferia di Napoli, racconta,quando insieme ad alcuni altri,entusias<strong>ma</strong>ti dal loro sacerdote,hanno voluto offrire alcune iniziativein leale concorrenza con altriCentri ricreativi estivi che offrivanosolo divertimento.«Lavorare per l’educazione dei ragazzi– affer<strong>ma</strong> un altro ani<strong>ma</strong>tore giàcollaudato da alcuni anni di esperienzenel suo oratorio alla periferia della città– innesta azioni positive per tutto ilquartiere, coinvolgendo anche gli adulti»,così da essere insieme – aggiunge ilgiovane prete dell’Oratorio – «ponte traChiesa e strada».Molti di essi trovano il program<strong>ma</strong>nelle «5A» di Giovanni Paolo II, cioè:Accoglienza, Ascolto, Allegria, Amicizia,Altruismo.«Un’esperienza originale, anche sefaticosa, è per noi occasione molto concretadi crescita... È più quello che impariamoe riceviamo di quello che possiamodare», riconosce candidamente unaltro mentre raccoglie i suoi ragazzi in<strong>ma</strong>glietta blu.Rapidi e sinceri cenni che diconoquanto sia fantastico fare «Estate Insieme».Gli ani<strong>ma</strong>tori e i loro «<strong>Don</strong>»«Senza di loro – dice un giovane pretecon una turba di vivacissimi ragazzi in<strong>ma</strong>glietta arancione – tutto diventerebbeimpossibile».Su e giù per l’Italia.Una vasta attività in numeriA Torino, e in genere in Piemonte eLiguria, viene chia<strong>ma</strong>to «Estate Ragazzi».Solo in Torino-città, tra gli storici


A Bologna, dove «Estate Ragazzi»(anche qui la chia<strong>ma</strong>no così), ha avutoun vero boom di iscrizioni ben superioreallo scorso anno: ha coinvolto oltre12 mila ragazzi e ben 2500 giovani ani<strong>ma</strong>tori.Qui il tutto corre attorno ad unnoto personaggio dei vecchi film: RobinHood, come simbolo di lotta per la giustiziae per il bene comune. «La giornataè lunga, spiega una ani<strong>ma</strong>trice: 7,30 accoglienza(per favorire le famiglie che sirecano al lavoro); alle 9 si canta insiemel’inno con un momento di preghiera, poiil via alle varie attività, a gruppi: giochi,laboratori, uscite alla scoperta della città,anche esperienze di laboratori di cucina(gran successo!) e sulla sicurezza.Tanta fantasia che finisce per coinvolge<strong>non</strong>chiudeesperienzeestiveOratori Salesiani e le Parrocchie, sonooltre 12 mila i ragazzi che si sono impegnatiin una sessantina di Centri estivi.Confidano due ragazzi di nove anni:«Qui stiamo bene, ci divertiamo e stop!»Ma un papà aggiunge, doverosamente:«E come una famiglia, un ambiente dicui abbiamo piena fiducia». E una <strong>ma</strong>m<strong>ma</strong>con il velo affer<strong>ma</strong>: «Quest’an<strong>non</strong>on siamo potuti tornare in Maroccoa causa della crisi, così ho iscritto miofiglio a “Estate Ragazzi”. È un po’ timido:qui viene educato a stare congli altri: siamo musul<strong>ma</strong>ni <strong>ma</strong> siamorispettati!»Vita all’aperto fin dal <strong>ma</strong>ttino, pranzoal sacco, qualche giornata in piscina,ogni giorno un po’ di preghiera e qualcheparola buona. Un’ani<strong>ma</strong>trice, V superiore:«Tentiamo di trasmettere nell’insiemedelle attività i valori che aiutano noi e iragazzi a guardare la vita con fiducia!»17


esperienzeestivere anche le famiglie che ci affidano i lorofigli».«L’incremento di iscrizioni ci fa capire– commenta il <strong>Don</strong> responsabile – chec’è do<strong>ma</strong>nda di esperienze <strong>non</strong> solo digioco, <strong>ma</strong> anche di utili interessi e contenutiper fare famiglia con le famiglie».In Lombardia le iniziative <strong>non</strong> sicontano e i numeri sono assai alti, incostante aumento anche da parte degliimmigrati. Qui lo chia<strong>ma</strong>no il GREST(Gruppo Estivo), che è la continuazionedi quanto si fa durante l’anno negli Oratori.<strong>Don</strong> Marco Mori, responsabile nazionaledel FOI (Forum Oratori Italiani),fornisce alcune cifre: 400 mila iragazzi che frequentano l’Oratorio e 40mila gli ani<strong>ma</strong>tori impegnati nelle parrocchie.<strong>Don</strong> Michele Falabretti, responsabiledella Pastorale Giovanile nella Berga<strong>ma</strong>sca,parla di oltre 90 mila i ragazziche frequentano le attività estive… «Lefamiglie continuano a scegliere l’Oratorioperché è un progetto che convince…Diversamente dalle scuole, le attività qui<strong>non</strong> si interrompono <strong>ma</strong>i ed è per questoche qui si sentono tutti a casa. L’estate inOratorio è una vera palestra».E con le stesse proporzioni in numeri,le altre città lombarde.Anche in Umbria l’Oratorio <strong>non</strong> passadi moda… I 60 Oratori stanno dandoil via, per la pri<strong>ma</strong> volta, al GREST.Emble<strong>ma</strong>tica è la città di Perugia dove,se tre anni fa, iniziando, i Grest erano4, oggi sono 30…E in Toscana, dove la realtà del Grestha pure un’origine recente, sono seimilai ragazzi che vi aderiscono e già 500gli ani<strong>ma</strong>tori. Il sacerdote responsabiledella pastorale giovanile affer<strong>ma</strong> che lefamiglie scelgono l’Oratorio perché <strong>non</strong>è solo luogo dove “parcheggiare” i figli,<strong>ma</strong> « perché è una realtà nella quale sisperimenta la dimensione comunitaria».E la rassegna del variegato panora<strong>ma</strong>della attività estive per i ragazzi attornoalle realtà ecclesiali potrebbe continuareper tutte le altre regioni dove viene segnalatouna costante e crescente fiducianella proposta estiva dell’Oratorio.«Con voi mi trovo bene!»La Chiesa è giovane e viva, dunque,capace di superare con entusiasmo esperanza i troppi pessimismi che tentanodi insinuarsi nelle sue più diverse realtà.È questa, ci pare, una concreta rispostache la Chiesa, nelle persone del Sacerdote,dei Religiosi e Suore, di giovani laiciimpegnati e generosi, sta dando a chi siaccontenta di gettare la pietra e nascondersidietro la siepe.Lo vediamo qui al <strong>Colle</strong> in questeafose giornate estive, in cui si danno appuntamentodecine di gruppi da ogniparte del Piemonte, della Lombardia,della Liguria. Una «giornata con <strong>Don</strong><strong>Bosco</strong>», è scritto sui programmi propostidagli organizzatori, «per vedere Gesù congli occhi di <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>». Un progetto arduoe, insieme, curioso. L’intento emergedai giochi, dalle danze, dai canti, in modopressoché spontaneo e i buoni effettisi vedono. In quattro setti<strong>ma</strong>ne sonocirca 20.000 i ragazzi che sono approdatiqui. Dal Piemonte e dalla Lombardia.Guardando a queste realtà ci pare discorgere anche la risposta di <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>al notissimo canto: <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>, ritornatra i giovani ancor…: «Sì, perché con voimi trovo bene!».❑(Fonte: «Avvenire» del 20 giugno 2010)


cronacaLucianoPELISSEROCRONACA DI LUCIANOGIUGNO (continua)Domenica 6. Il fantastico gruppodella Famiglia Gorgerino, che or<strong>ma</strong>i daconsolidata tradizione riesce a incontrarsiogni anno, partecipa alla SantaMessa nella Basilica Inferiore alle ore10, presieduta dal nostro <strong>Don</strong> RobertoGorgerino, diventato ora direttoredella casa salesiana di Casale Monferrato.Dopo la Santa Messa, fotografiadi gruppo, e poi pranzo nel Salone deiPellegrini, tutto ben coordinato dallaSignora Carla Gorgerino.Giungono anche gli allievi dellascuola delle FMA Virginia Agnelli coni genitori. Molto consistente il gruppodella parrocchia San Bernardino diTorino. Hanno la Santa Messa alle ore11,30 nella Basilica Inferiore presiedutada Padre Mauro. In teatro si radunanoper il convegno annuale il gruppoIncontri Matrimoniali.In setti<strong>ma</strong>na sono numerosi i gruppiche sostano al <strong>Colle</strong>: abbiamo ungruppo di FMA da Mornese; un gruppodi ragazzi dalla Slovenia; il gruppodi San Vito al Tagliamento, parrocchiaMadonna di Rosà; la parroccia di Bovegno(BS); un gruppo da Verzuolo(CN); i ragazzi del catechismo di Ceresoled’Alba (CN).Sabato 12. Inizia oggi la Novena i<strong>non</strong>ore della Madonna Consolata, patronadella nostra Arcidiocesi Torinese.Anche noi ogni sera la onoriamocon la recita del Santo Rosario, partendodal Museo Contadino fino araggiungere il suo Pilone davanti alquale ci soffermiamo per la recita dellasupplica.In serata arriva il tradizionale pellegrinaggioa piedi dell’Istituto SanLuigi di Chieri, che ogni anno viene aconcludere l’anno scolastico nella Basilicadi <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>. Dopo la celebrazioneEucaristica, presieduta dal lorodirettore, cena al sacco e poi ritrovo inteatro sin oltre la mezzanotte.Come or<strong>ma</strong>i da lunga tradizione,anche l’Istituto Salesiano di Lombria-Ministranti della Parrocchia di Kaufering(Monaco di Baviera) in visita al <strong>Colle</strong>.Prenovizi 2010, uscita in Val d’Aosta.


sco (TO), viene a concludere l’annoscolastico al <strong>Colle</strong>. Partecipano allaSanta Messa nella Basilica Superiorealle ore 9,30 presieduta dal Direttore<strong>Don</strong> Genesio Tarasco.Alle ore 11 sono invece presenti duepull<strong>ma</strong>n di pellegrini da Locana (TO),con tanti simpatici chierichetti.Domenica 13. Alla Santa Messadelle ore 9,30 partecipa un gruppo diVolpiano (TO); alle ore 11 partecipanoi pellegrini da Pont Canavese (TO). AllaCasa Mazzarello, Casa dei Giovanie Istituto pernottano Salesiani provenientida varie parti d’Italia per gli esercizispirituali guidati dal nostro <strong>Don</strong>Egidio Deiana.La setti<strong>ma</strong>na dal 14 al 20 vede altrigruppi provenienti da vari luoghi: 60chierichetti da Bergamo; un gruppo diSlovacchi; altro gruppo da Barge (TO);un gruppo da Lugano (Svizzera) con<strong>Don</strong> Colcera che pernotta alla Casadei Giovani; la parrocchia di Cordignano(TV); i ragazzi di Costigliole diSaluzzo (CN).Venerdì 18. Scuola Materna SS. Annunziatadi Torino; la parrocchia Madonnadella Fiducia di Torino¸un gruppoda Paullo (MI); da Robecco (PV); eda Verona.Domenica 20. La nostra Diocesi diTorino celebra oggi la solennità dellaBeata Maria Vergine Consolatrice, familiarmentechia<strong>ma</strong>ta la Consolata; necelebriamo la liturgia propria e a seraalcuni salesiani e le Nazarene partecipanoalla solenne processione in suoonore per le vie di Torino presiedutadal Cardinale Arcivescovo SeverinoPoletto.Lunedì 21. Un gruppo da Ginevracelebra alle ore 11,30 nel Santuariettodi Maria Ausiliatrice.Martedì 22. Da oggi sino al 16 lugliosi susseguiranno i gruppi di EstateRagazzi di vari centri del Piemontee Lombardia per stare una giornatacon <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>. Il te<strong>ma</strong> di quest’annoè: «Vedere Gesù con gli occhi di <strong>Don</strong><strong>Bosco</strong>». Il tutto coordinato da <strong>Don</strong>Vincenzo Trotta, coadiuvato dal neoDiacono <strong>Don</strong> Marco Panero e da unaffiatato gruppo di ani<strong>ma</strong>tori, tra cuispicca il capo ani<strong>ma</strong>tore nostro exallievodel CFP Fiodor Davide Fogliato.In questa setti<strong>ma</strong>na sono passati circa6000 ragazzi.Alla Casa dei Giovani pernotta unpellegrinaggio di Cooperatori Croaticon <strong>Don</strong> Pejo.Sabato 26. Si ritrovano al <strong>Colle</strong> i varigruppi di Rinnovamento nello Spiritodi Torino e Piemonte del Santo VoltocronacaMietitura del «grano di <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>», ai piedi della collina.Coro Polifonico Salvarosa (CastelfrancoVeneto, Treviso). È presieduto dal nostroexallievo Santi Eugenio.


cronacaguidati dalla Signora Angiolina Spatoe dal Francescano Padre Maurizio.Hanno occupato la Basilica Superioredalle ore 9 alle 17.In giornata giungono altri pellegrinida Porde<strong>non</strong>e; un gruppo della Poliziadi Stato da Ivrea (TO). Nell’Istitutopernottano giovani Slovacchi da Sastine un gruppo di famiglie francesi con PèreJoseph.Lunedì 28. <strong>Don</strong> Aldo Giraudo raggiungeil <strong>Colle</strong> con un gruppo di studentiSDB e FMA dell’UPS (UniversitàPontificia Salesiana). Santa Messanel Santuarietto di Maria Ausiliatricee visita dei luoghi di <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>.LUGLIOAni<strong>ma</strong>tori: una boccata d’aria alla conclusione diEstate Ragazzi.Giovedì 1. Iniziamo il mese di lugliocon oltre 1700 ragazzi dell’EstateRagazzi). Si aggiunge pure un gruppodella Scuola <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> di Brancon(Francia).Sabato 3. Alla Casa dei Giovanipernottano ragazzi francesi con EveMartin.In serata la Comunità Salesiana èconvocata per il Vespro nella BasilicaSuperiore, dove il nostro Superiore delPiemonte e Valle d’Aosta, <strong>Don</strong> StefanoMartoglio, insedia il nuovo Direttore<strong>Don</strong> Sergio Pellini.Domenica 4. Alla Santa Messa delleore 11 è nuovamente presente l’Ispettoreper l’insediamento del Direttorecome Rettore della Basilica di <strong>Don</strong><strong>Bosco</strong> sul <strong>Colle</strong> natio. Ad ogni SantaMessa poi il nuovo Rettore si presentae saluta i fedeli presenti.❑DON SERGIO PELLINIDal 3 luglio è il nuovo Direttore dell’Opera Salesianadel <strong>Colle</strong> <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong> e Rettore della Basilica di SanGiovanni <strong>Bosco</strong>. Porta – seppure ancora giovane –una ricca esperienza di servizio dell’autorità nellaCongregazione, come Direttore di Comunità, Rettoredella Basilica di Maria Ausiliatrice, DelegatoRegionale per la Famiglia Salesiana, Vicario Ispettorialee in diverse altre <strong>ma</strong>nsioni in ambito ecclesiale.A lui l’augurio cordiale e il ricordo nella preghiera daparte della Redazione e dei nostri affezionati lettori.


Dallo psichiatraLo psichiatra do<strong>ma</strong>nda a un suo paziente:– Le capita <strong>ma</strong>i di sentire voci senzavedere nessuno?– Sì, piuttosto spesso.– E quando in particolare?– Quando parlo al telefono!PreferenzeLa moglie al <strong>ma</strong>rito:– Caro… Tu preferisci una donna bellaoppure una intelligente?– Nessuna delle due, cara… Ti amocosì come sei!ReclamiDal fruttivendolo:– Senta, signore, ho <strong>ma</strong>ndato miofiglio a comprare da lei 10 mele e 5banane. Come <strong>ma</strong>i gli ha dato solo 7mele e 3 banane?– Scusi, lei sa quanto pesa suo figlio?– Certo, <strong>ma</strong> cosa c’entra?– Provi a pesarlo adesso e avrà la risposta!Dati anagraficiAll’ufficio dell’Anagrafe.– Nome?– Enrico!– Cognome?– Martelli!– Altezza?– Oh, mi chiami pure signore!Lavoratori in aziendaUn visitatore do<strong>ma</strong>nda:– Quante persone lavorano qui nellasua azienda?E il Manager:– Oh, circa una su dieci!Dolce far nienteDue amici si incontrano per caso alparco. Uno in piedi dice all’altro sedutosu una panchina:– Ciao. Cosa stai facendo?– Non sto facendo niente.– Ma <strong>non</strong> lo stavi già facendo ieri?– Sì, <strong>ma</strong> <strong>non</strong> avevo finito.Ragionamenti– Pierino, ricordati – dice la <strong>ma</strong>m<strong>ma</strong>:Se sei buono andrai in Paradiso, seinvece farai il cattivo andrai all’Inferno…– E per andare al cine<strong>ma</strong>, <strong>ma</strong>m<strong>ma</strong>,cosa devo fare?a presto, MilenaL'angolodelsorrisoIL PENSIERINO DEL MESEDONARESi dona ben poco quando si dà ciòche si possiede.È quando si dona se stessi, che sidà veramente.Ci sono quelli che danno pocodel molto che hanno e lo danno peraverne riconoscenza, e questo desiderionascosto rende inquinato il lorodono.Ci sono quelli che possiedonopoco e lo donano tutto. Sono coloroche hanno fede nella vita e nella suagenerosità, e il loro scrigno <strong>non</strong> è <strong>ma</strong>ivuoto.Ci sono quelli che danno con gioia,e la gioia è la loro ricompensa.E ci sono quelli che danno confatica, e la fatica è il loro battesimo.E ci sono quelli che danno senzaprovare né rimpianto, né gioia. Essidonano in modo simile al mirto, chelaggiù nella valle sprigiona la sua fragranzanell’aria.Tutto ciò che avete un giorno saràceduto; perciò date adesso, affinché lastagione del donare possa essere vostrae <strong>non</strong> dei vostri eredi.Spesso dite: «Vorrei dare, <strong>ma</strong> soloai meritevoli». Gli alberi del vostrofrutteto <strong>non</strong> esprimono questo, né ilgregge del vostro pascolo. Essi donanoper vivere, perché trattenere èperire.E voi che ricevete – e tutti ricevete– <strong>non</strong> dubitate della generosità dichi ha donato, poiché la generositàha per <strong>ma</strong>dre la fertile Terra e per PadreDio.(da: Il profeta di K. Gibran;cfr www Parole di saggezza).


Agenda1-8 agostoCampoboscoConvegno del Movimento Giovanile Salesiano della Spagna15 agosto, domenicaAssunzione della Beata Vergine MariaSante Messe: 8 - 9,30 - 11 - 17 - 18,15ore 16: Affidamento dei Bambini a Maria SS.16 agosto, lunedì195° anniversario della nascita di <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>Sante Messe: 8 - 9,30 - 11 - 17 - 18,15ore 16: Affidamento dei Bambini a Maria SS.Foto redazioneIMPORTANTE Il conto correntepostale inserito in ogni numero, mentreserve all’ufficio spedizioni come etichettadi indirizzo, intende offrire, a quanti lodesiderano, la possibilità di inviare il propriocontributo nei tempi e nei modi preferiti:<strong>non</strong> è assolutamente un sollecito dipagamento!24AVVISO PER IL PORTALETTERE:GRAZIE a coloro che in varie <strong>ma</strong>niere sostengono lavita e le iniziative del Tempio di <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>, favoriscono lastampa e la diffusione di questo periodico, condividonocon noi la costante attenzione per le missioni, per le varieurgenze di carità che da più parti e con frequenza chiedonosolidarietà. Ogni ulti<strong>ma</strong> domenica del mese le cinqueSs. Messe di orario sono celebrate per i benefattori, vivie defunti.COMUNICAZIONE - I dati e gli indirizzi per l’invio dellarivista “Il Tempio di <strong>Don</strong> <strong>Bosco</strong>” sono gestiti unicamentedall’amministrazione della rivista. Nel rispettodella legge 675/96, i dati personali dei nostriabbonati <strong>non</strong> saranno oggetto di comunicazioneo diffusione a terzi se <strong>non</strong> per ciò che riguardala spedizione della rivista o iniziative da essapromosse. In ogni momento potranno essere richiestemodifiche, aggiornamenti o cancellazione.in caso di <strong>ma</strong>ncato recapito restituire al mittente presso CMP Torino NORD.Il mittente si impegna a pagare la tassa dovuta.

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