10.07.2015 Views

Gli Omega 3: caratteristiche metaboliche e proprietà funzionali - SIF

Gli Omega 3: caratteristiche metaboliche e proprietà funzionali - SIF

Gli Omega 3: caratteristiche metaboliche e proprietà funzionali - SIF

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

tra dosi somministrate e livelli plasmatici/cellularie loro mantenimento,e, a sua volta, tra livelli edeffetti biologici. Al momento non èchiaro se vi sia un “range” ottimaledi livelli, al di sotto del quale visia un rischio di patologie cardiovascolari,ed al di sopra del qualenon vi siano ulteriori vantaggi, o,addirittura effetti non desideratiderivanti dall’assunzione di omega3. In quest’ambito, è stato recentementeproposto l’uso dell’<strong>Omega</strong> 3Index, cioè la valutazione dei livellidi omega 3 a lunga catena nei globulirossi. L’<strong>Omega</strong> 3 Index è statoanche correlato con il rischio cardiovascolareed è stato dimostratoche basse concentrazioni eritrocitariedi omega 3 rappresentano unfattore indipendente di rischio cardiovascolare.L’uso di questo parametrosi sta diffondendo, comealtri metodi (probabilmente piùsensati scientificamente) che valutanole quantità di omega 3 nelsangue intero.Certamente vi è un rapporto linearetra assunzione di EPA e DHAe livelli plasmatici.Ad esempio, dopo somministrazionedi EPA e DHA sotto forma diesteri etilici incapsulati a vari gruppidi soggetti per un periodo di 6settimane, si osservano incrementirispetto ai livelli iniziali correlatiin modo perfettamente lineare conle dosi stesse. Un’altra interessantecaratteristica dei PUFA, in particolaredegli omega 3, è che essitendono ad accumularsi a livello dilipidi plasmatici (soprattutto fosfolipidi)e cellulari, ed a mantenersia lungo in tali “pools”.Ciò conferisce loro proprietà peculiari:dosaggi globali lungo certiperiodi temporali di trattamentosono più rilevanti che trattamentiad intervalli strettamente definiti;vi è possibilità di correlare i livellicircolanti/cellulari con la disponibilitàper la modulazione di funzionied attività.È stata anche dimostrata la protrattapermanenza dei PUFA a lungacatena nei lipidi circolanti dopolunga interruzione (6 settimane)del trattamento. Analogamente,EPA e soprattutto DHA permangonoa lungo anche a livello dei lipidipiastrinici, sempre dopo interruzionedel trattamento.Attività biologiche degli <strong>Omega</strong>3Le società scientifiche più autorevoliconsigliano il consumo dialmeno 500 mg/die di omega 3 alunga catena (EPA e DHA). Infatti,un gran numero di ricerche,a livello cellulare, in animali daesperimento e nell’uomo (da studiosservazionali ed epidemiologicia studi di interventi controllati),svolte in quest’ultimo decennio,han messo in evidenza le azioniregolatorie degli omega 3, nei confrontidi molte funzioni a livello divari sistemi (cardiovascolare, immunitario,sistema nervoso).Ciò ha aperto aree di ricerca diversificatenegli ambiti delle corrispondentipatologie di sistema.Per quanto riguarda il sistemacardiovascolare, vi sono numerosissimepubblicazioni sull’argomento,che illustrano il continuo esostanzioso progresso delle nostreconoscenze a partire dalle primeosservazioni epidemiologiche suigrandi consumatori di pesce (es.Eschimesi) per giungere alle piùrecenti osservazioni a livello clinico.<strong>Gli</strong> effetti si ottengono con dosaggimolto ridotti, soprattutto seconfrontati ai livelli di assunzionemedia di grassi con l’alimentazione.Infatti l’assunzione anche solodi ~1 g/die, cioè di una quantitàestremamente ridotta rispetto aglioltre 80 g/die di grassi nell’alimentazione,è in grado di esercitare effettifavorevole sulla patologia aterosclerotica.Inoltre, si ottengonoincrementi dei livelli plasmatici ecellulari percentualmente rilevantied apprezzabili anche in sensoassoluto, con assunzioni quantitativamentelimitate (qualche g/die).Ciò è correlato con l’incorporazionein compartimenti lipidiciplasmatici e cellulari metabolicamentestabili (fosfolipidi), senzache si verifichi una “diluizione“nei compartimenti di deposito (es.trigliceridi).Per quanto riguarda i meccanismiresponsabili degli effetti degliomega 3, grande rilievo è statodato all’interferenza con il sistemadegli eicosanoidi, soprattutto pergli effetti antiaggreganti ed antinfiammatori.In breve, vari processi vengonomessi in atto dall’accumulo diomega 3, in particolare dell’EPA,che presenta analogie strutturalirilevanti (20 carboni e 5 doppi legami)nei confronti dell’AA e pertantosi comporta come antagonista.In particolare, EPA e DHA (a)Interferiscono con la biosintesi diacido arachidonico e ne riduconola via di rifornimento endogeno;(b) Si sostituiscono all’arachidoniconei fosfolipidi, e, pertanto,riducono i livelli del precursoredegli eicosanoidi; (c) Inibisconogli enzimi COX e LOX, con conseguenteriduzione della produzionedi trobossano e leucotrieni;(d) Danno luogo alla formazione dieicosanoidi della serie 3, soprattuttotrombossani e leucotrieni conattività più ridotte rispetto a quelliderivati dall’AA.In questi ultimi anni, tuttavia, sisono messi in evidenza molti altrieffetti sia metabolici che <strong>funzionali</strong>degli omega 3, con vari meccanismicoinvolti.Ad esempio, il nostro gruppo diricerca ha dimostrato che gli omega3 (a dispetto della loro strutturaaltamente insatura), agiscono daantiossidanti a livello cellulare,inibendo direttamente l’enzima(NOX) responsabile della produzionedi radicali liberi. Inoltre, ilDHA inibisce la fosfolipasi A 2secreta(sPLA 2), un fattore di rischioindipendente di patologia aterosclerotica.Per quanto riguarda i lipidi plasmatici(un effetto spesso utilizzatodalla pubblicità) si può osservareche, di fronte ad un nettoeffetto ipotrigliceridemico indottoattraverso vari meccanismi, gli effettisu altri parametri lipidici sono62 - Quaderni della <strong>SIF</strong> (2010) vol. 23


in genere quantitativamente ridotti,con una modesto aumento delcolesterolo totale (soprattutto neisoggetti apoE4), un certo aumentodi LDL-C, ma per aumento delladimensione delle particelle (pertantomeno aterogene) e non delloro numero.Confrontando le attività di EPAe DHA, si può osservare che quest’ultimoappare più attivo. Il DHA,a differenza dell’EPA, tende ad incorporarsinei fosfolipidi delle lipoproteinecircolanti e in quelli cellulari,dove, come detto, permanea lungo.Conclusioni<strong>Gli</strong> omega 3 sono composti digrande interesse per gli effettifavorevoli su vari parametri metabolicie <strong>funzionali</strong> nel sistemacardiovascolare, e ciò si traducein interessanti applicazioni a livelloclinico, nella prevenzione e neltrattamento di situazioni patologiche.<strong>Gli</strong> studi condotti in aree di ricerca,come la chemoprevenzione,lo sviluppo infantile, le malattieneurodegenerative e quelle psichiatriche(come la depressione)stanno dando risultati meno incoraggiantie non permettono ditrarre ancora conclusioni che portinoad indicazioni terapeutiche opreventive.In terapia cardiovascolare (inparticolare nelle forme di ipertrigliceridemia)dato il limitatoapporto con l’alimentazione, valeil consiglio di aumentare il consumodi pesce e, dopo averne discussocol medico, di seguire unaterapia utilizzando preparazionifarmaceutiche ad hoc.La mancanza di effetti collateralidi rilievo (qualche lieve disturbogastroenterico in alcuni soggetti)e la molteplicità dei meccanismidi azione del tutto fisiologici realizzanoun’azione “concertata” suun insieme di processi che contribuisconoal mantenimento dellostato di salute.BIBLIOGRAFIA1 Dietary supplementation with n-3 polyunsaturatedfatty acids and vitamin Eafter myocardial infarction: results ofthe GISSI-Prevenzione trial. GruppoItaliano per lo Studio della Sopravvivenzanell’Infarto miocardico. Lancet1999;354:447-55.2 Appleton KM, Rogers PJ, Ness AR.Updated systematic review and metaanalysisof the effects of n-3 longchainpolyunsaturated fatty acidson depressed mood. Am J Clin Nutr2010;91:757-70.3 Brouwer IA, Raitt MH, DullemeijerC, Kraemer DF, Zock PL, Morris Cet al. Effect of fish oil on ventriculartachyarrhythmia in three studiesin patients with implantable cardioverterdefibrillators. Eur Heart J2009;30:820-6.4 Calder PC, Burdge GC. Fatty acids. In:Nicolau A, Kokotos G, eds. BioactiveLipids. Bridgewater: The Oily Press;2004;1-36.5 Calder PC. Immunomodulationby omega-3 fatty acids. ProstaglandinsLeukot Essent Fatty Acids2007;77:327-35.6 Cerbone AM, Cirillo F, Coppola A, RiseP, Stragliotto E, Galli C et al. Persistentimpairment of platelet aggregationfollowing cessation of a short-coursedietary supplementation of moderateamounts of N-3 fatty acid ethyl esters.Thromb Haemost 1999;82:128-33.7 Galli C, Calder PC. Effects of fat andfatty acid intake on inflammatory andimmune responses: a critical review.Ann Nutr Metab 2009;55:123-39.8 Gleissman H, Johnsen JI, Kogner P.<strong>Omega</strong>-3 fatty acids in cancer, theprotectors of good and the killers ofevil? Exp Cell Res 2010;316:1365-73.9 Harris WS, Bulchandani D. Why doomega-3 fatty acids lower serumtriglycerides? Curr Opin Lipidol2006;17:387-93.10 Harris WS. Marine <strong>Omega</strong>-3 FattyAcids and Plaque Stabilization. CurrAtheroscler Rep 2010.11 Jump DB. The biochemistry of n-3polyunsaturated fatty acids. J BiolChem 2002;277:8755-8.12 Lagarde M, Croset M, Vericel E, CalzadaC. Effects of small concentrationsof eicosapentaenoic acid on platelets.J Intern Med Suppl 1989;731:177-9.13 Lin PY, Su KP. A meta-analytic reviewof double-blind, placebo-controlledtrials of antidepressant efficacy ofomega-3 fatty acids. J Clin Psychiatry2007;68:1056-61.14 Marangoni F, Angeli MT, Colli S, EliginiS, Tremoli E, Sirtori CR et al.Changes of n-3 and n-6 fatty acids inplasma and circulating cells of normalsubjects, after prolonged administrationof 20:5 (EPA) and 22:6 (DHA)ethyl esters and prolonged washout.Biochim Biophys Acta 1993;1210:55-62.15 Marangoni F, Colombo C, Galli C. Amethod for the direct evaluation ofthe fatty acid status in a drop of bloodfrom a fingertip in humans: applicabilityto nutritional and epidemiologicalstudies. Anal Biochem 2004;326:267-72.16 Quinn PJ, Rainteau D, Wolf C. Lipidomicsof the red cell in diagnosis ofhuman disorders. Methods Mol Biol2009;579:127-59.17 Richard D, Kefi K, Barbe U, BauseroP, Visioli F. Polyunsaturated fatty acidsas antioxidants. Pharmacol Res2008;57:451-5.18 Richard D, Wolf C, Barbe U, Kefi K,Bausero P, Visioli F. Docosahexaenoicacid down-regulates endothelial Nox4 through a sPLA2 signalling pathway.Biochem Biophys Res Commun2009;389:516-22.19 Richard D, Bausero P, Schneider C,Visioli F. Polyunsaturated fatty acidsand cardiovascular disease. Cell MolLife Sci 2009;66:3277-88.20 Schwenk RW, Holloway GP, Luiken JJ,Bonen A, Glatz JF. Fatty acid transportacross the cell membrane: regulationby fatty acid transporters. ProstaglandinsLeukot Essent Fatty Acids2010;82:149-54.21 Visioli F, Rise P, Plasmati E, PazzucconiF, Sirtori CR, Galli C. Very lowintakes of N-3 fatty acids incorporatedinto bovine milk reduce plasma triacylglyceroland increase HDL-cholesterolconcentrations in healthy subjects.Pharmacol Res 2000;41:571-6.22 Visioli F, Rise P, Barassi MC, MarangoniF, Galli C. Dietary intake of fish vs.formulations leads to higher plasmaconcentrations of n-3 fatty acids. Lipids2003;38:415-8.23 Visioli F, Poli A, Richard D, Paoletti R.Modulation of inflammation by nutritionalinterventions. Curr AtherosclerRep 2008;10:451-3.24 Wall R, Ross RP, Fitzgerald GF, StantonC. Fatty acids from fish: theanti-inflammatory potential of longchainomega-3 fatty acids. Nutr Rev2010;68:280-9.■Quaderni della <strong>SIF</strong> (2010) vol. 23 - 63

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!