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Le relazioni familiari dei detenuti - Amministrazione in Cammino

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Il nostro Ord<strong>in</strong>amento penitenziario (d’ora <strong>in</strong> poi O.P.), nel rispetto <strong>dei</strong> pr<strong>in</strong>cipi e <strong>dei</strong> diritticostituzionalmente garantiti, assegna grande rilevanza al mantenimento delle <strong>relazioni</strong> <strong>familiari</strong>. Lafamiglia è presente nell’ord<strong>in</strong>amento penitenziario come “soggetto verso cui il detenuto ha diritto dirapportarsi”. Essa è considerata come risorsa nel percorso di re<strong>in</strong>serimento sociale del reo ed<strong>in</strong>serita tra gli elementi del trattamento <strong>in</strong>dividuale 3 . Durante il periodo detentivo i rapporti con lafamiglia svolgono un importante supporto al percorso rieducativo del reo, e <strong>in</strong>fluiscono <strong>in</strong> modo<strong>in</strong>cisivo sull'eventuale esito del re<strong>in</strong>serimento nella società. Infatti, l'<strong>in</strong>contro frequente con i<strong>familiari</strong>, il ricevere da loro lettere e pacchi alimentari, è un elemento rassicurante per il detenuto,che riduce il senso di abbandono e lo <strong>in</strong>duce a ritenere transitoria la sua situazione, tenendo vive lesue aspettative di vita futura. Il Regolamento penitenziario europeo sancisce che “…ogni sforzodeve essere fatto per assicurare che i regimi degli istituti siano regolati e gestiti <strong>in</strong> maniera da: (…)mantenere e rafforzare i legami <strong>dei</strong> <strong>detenuti</strong> con i membri della loro famiglia e con la comunitàesterna al f<strong>in</strong>e di proteggere gli <strong>in</strong>teressi <strong>dei</strong> <strong>detenuti</strong> e delle loro famiglie” 4 . Gli effetti, qu<strong>in</strong>di,della detenzione non si producono solo nei confronti del detenuto, ma purtroppo riguardano anche i<strong>familiari</strong> che sono stati def<strong>in</strong>iti “vittime dimenticate” 5 .<strong>Le</strong> pag<strong>in</strong>e che seguono rappresentano un'analisi <strong>dei</strong> vari istituti previsti dalla normativapenitenziaria per il mantenimento delle <strong>relazioni</strong> <strong>familiari</strong>. Prima di evidenziare le previsionipresenti nell'ord<strong>in</strong>amento penitenziario <strong>in</strong> tema di <strong>relazioni</strong> tra <strong>detenuti</strong> e <strong>familiari</strong>, verrà del<strong>in</strong>eatoper sommi capi l'evoluzione del ruolo che è stato riconosciuto alla famiglia all'<strong>in</strong>terno dellanormativa penitenziaria, a partire dal regolamento per gli istituti di prevenzione e pena del 1931,emanato durante l’amm<strong>in</strong>istrazione del m<strong>in</strong>istro Rocco, e rimasto <strong>in</strong> vigore f<strong>in</strong>o alla riformapenitenziaria del 1975. La trattazione proseguirà seguendo i cambiamenti legislativi <strong>in</strong>tercorsi adopera della legge Gozz<strong>in</strong>i, della legge n. 165 del 1998, della legge n. 40 del 2001 sulle detenutemadri e della recentissima legge n. 2568 del 30 marzo 2011 a tutela del rapporto tra detenute madrie figli m<strong>in</strong>ori. Inf<strong>in</strong>e ci si soffermerà sulle modifiche apportate dal nuovo regolamento diesecuzione (d’ora <strong>in</strong> poi Reg. Esec.), approvato con D.P.R. n. 230 del 2000 con il preciso <strong>in</strong>tento dimigliorare alcuni aspetti del regime penitenziario, tra cui <strong>in</strong> particolare quello <strong>dei</strong> rapporti con lafamiglia, <strong>in</strong> adeguamento alle normative comunitarie ed <strong>in</strong>ternazionali.3 Cfr. Art. 1.5, Parte <strong>in</strong>troduttiva, dell’O.P..4 Cfr. Art. 2, Parte quarta, Obiettivi del trattamento e regime penitenziario, Regole penitenziarie europee, Regolem<strong>in</strong>ime per il trattamento <strong>dei</strong> <strong>detenuti</strong>, (Raccomandazione Comitato <strong>dei</strong> M<strong>in</strong>istri della Comunità Europea 12 febbraio1987).5 Cfr. J. Matthews, Forgotten victims. How prison affects the family, London, NACRO, 1983; C. Albano, La famigliadel detenuto come vittima, <strong>in</strong> Rivista di Servizio Sociale, 4/1985, p. 32.

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