l’<strong>in</strong>gresso <strong>in</strong> carcere dell’<strong>in</strong>fante, volto a non <strong>in</strong>terrompere la forte ed <strong>in</strong>sostituibile relazione con lamadre, non solo non è apparso risolutivo del problema, poiché comunque non fa che differire ildistacco dalla madre, rendendolo semmai ancor più traumatico, ma è addirittura dannoso per losviluppo psicofisico del bamb<strong>in</strong>o, il quale viene a trovarsi collocato <strong>in</strong> un ambiente punitivo, poverodi stimoli e connotato dalla privazione di autorevolezza della figura genitoriale.La legge n. 40 dell'8 marzo 2001 rende ancor più facile l'applicazione della detenzione domiciliare,<strong>in</strong>troducendo nell'Ord<strong>in</strong>amento Penitenziario un nuovo istituto detto "detenzione speciale",discipl<strong>in</strong>ato dal nuovo art. 47-qu<strong>in</strong>quies O.P 33 .. La detenzione speciale può essere concessa allecondannate madri di prole <strong>in</strong>feriore a dieci anni, dopo l'espiazione di almeno un terzo di pena, o dialmeno qu<strong>in</strong>dici anni, se trattasi di condannate all'ergastolo, se non sussiste un concreto pericolo di33 Art. 47-qu<strong>in</strong>quies. Detenzione domiciliare speciale:“1. Quando non ricorrono le condizioni di cui all’articolo 47-ter, le condannate madri di prole di età non superiore adanni dieci, se non sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti e se vi è la possibilità di riprist<strong>in</strong>arela convivenza con i figli, possono essere ammesse ad espiare la pena nella propria abitazione, o <strong>in</strong> altro luogo diprivata dimora, ovvero <strong>in</strong> luogo di cura, assistenza o accoglienza, al f<strong>in</strong>e di provvedere alla cura e all’assistenza <strong>dei</strong>figli, dopo l’espiazione di almeno un terzo della pena ovvero dopo l’espiazione di almeno qu<strong>in</strong>dici anni nel caso dicondanna all’ergastolo.2. Per la condannata nei cui confronti è disposta la detenzione domiciliare speciale, nessun onere gravasull’amm<strong>in</strong>istrazione penitenziaria per il mantenimento, la cura e l’assistenza medica della condannata che si trovi <strong>in</strong>detenzione domiciliare speciale.3. Il tribunale di sorveglianza, nel disporre la detenzione domiciliare speciale, fissa le modalità di attuazione, secondoquanto stabilito dall’articolo 284, comma 2, del codice di procedura penale, precisa il periodo di tempo che la personapuò trascorrere all’esterno del proprio domicilio, detta le prescrizioni relative agli <strong>in</strong>terventi del servizio sociale. Taliprescrizioni e disposizioni possono essere modificate dal magistrato di sorveglianza competente per il luogo <strong>in</strong> cui sisvolge la misura. Si applica l’articolo 284, comma 4, del codice di procedura penale.4. All’atto della scarcerazione è redatto verbale <strong>in</strong> cui sono dettate le prescrizioni che il soggetto deve seguire neirapporti con il servizio sociale.5. Il servizio sociale controlla la condotta del soggetto e lo aiuta a superare le difficoltà di adattamento alla vitasociale, anche mettendosi <strong>in</strong> relazione con la sua famiglia e con gli altri suoi ambienti di vita; riferisce periodicamenteal magistrato di sorveglianza sul comportamento del soggetto.6. La detenzione domiciliare speciale è revocata se il comportamento del soggetto, contrario alla legge e alleprescrizioni dettate, appare <strong>in</strong>compatibile con la prosecuzione della misura.7. La detenzione domiciliare speciale può essere concessa, alle stesse condizioni previste per la madre, anche al padredetenuto, se la madre è deceduta o impossibilitata e non vi è modo di affidare la prole ad altri che al padre.8. Al compimento del decimo anno di età del figlio, su domanda del soggetto già ammesso alla detenzione domiciliarespeciale, il tribunale di sorveglianza può:a) disporre la proroga del beneficio, se ricorrono i requisiti per l’applicazione della semilibertà di cuiall’articolo 50, commi 2, 3 e 5;b) disporre l’ammissione all’assistenza all’esterno <strong>dei</strong> figli m<strong>in</strong>ori di cui all’articolo 21-bis, tenuto conto delcomportamento dell’<strong>in</strong>teressato nel corso della misura, desunto dalle <strong>relazioni</strong> redatte dal servizio sociale, ai sensi delcomma 5, nonché della durata della misura e dell’entità della pena residua”.L’art. 284 c.p.p. tratta delle disposizioni <strong>in</strong> materia di arresti domiciliari; i commi cui fa riferimento il 47-qu<strong>in</strong>quiesriguardano la facoltà del giudice di imporre limiti e divieti di comunicare con persone diverse da quelle che coabitano oassistono con la persona sottoposta ad arresti domiciliari e la possibilità, da parte della polizia giudiziaria, di controllare<strong>in</strong> ogni momento l’osservanza delle prescrizioni ord<strong>in</strong>ate dal giudice.In merito al punto 8.b, i requisiti per l’applicazione della semilibertà di cui all’articolo 50, commi 2, 3 e 5 sono averscontato metà della pena (o “2/3 per alcuni tipi di reato) ovvero aver espiato almeno venti anni di pena se condannateall’ergastolo.
commissione di ulteriori delitti e se vi è la possibilità di riprist<strong>in</strong>are la convivenza con i figli (art.47-qu<strong>in</strong>quies comma 1º O.P.). Secondo quanto previsto al comma 8º dell' art. 47-qu<strong>in</strong>quies, alcompimento del decimo anno di età del figlio, il Tribunale può decidere di prolungare il beneficio,se la detenuta è <strong>in</strong> possesso <strong>dei</strong> requisiti per la concessione della semilibertà, oppure disporrel'ammissione all'assistenza all'esterno <strong>dei</strong> figli m<strong>in</strong>ori di cui all'art. 21-bis (anch'esso <strong>in</strong>trodotto dallalegge n. 40/2001). L'istituto previsto da questo articolo permette l'ammissione alla cura eall'assistenza all'esterno <strong>dei</strong> figli di età non superiore ai dieci anni, nell'applicazione di tutte ledisposizioni relative al lavoro all'esterno, previsto dall'art. 21 O.P. In tal modo i figli m<strong>in</strong>oriavrebbero la possibilità di avere la madre accanto quasi tutti i giorni senza dover aspettare i quattroo sei colloqui mensili che non consentono certo la cont<strong>in</strong>uazione del ruolo educativo della madre edi quello stretto legame esistente tra madre e figlio. Per le caratteristiche del beneficio, che puòessere applicato con vari marg<strong>in</strong>i di discrezionalità <strong>in</strong> funzione dell’andamento del percorsotrattamentale, la norma si presenta come una sorta di valvola di sfogo, dest<strong>in</strong>ata a coprire tutte lesituazioni meritevoli, che tuttavia non rientrano nei presupposti previsti dalla legge per le altremisure. Il regime è assai meno favorevole rispetto alla detenzione domiciliare e alla detenzionedomiciliare speciale, poiché normalmente non fa cessare l’istituzionalizzazione. Tuttavia, spetterà almagistrato di sorveglianza l’<strong>in</strong>dividuazione di modalità temporali di permanenza all’esterno idoneealla realizzazione delle specifiche f<strong>in</strong>alità della misura, tenuto conto anche dell’età e delle esigenzedella prole da assistere. <strong>Le</strong> attività di assistenza all’esterno <strong>dei</strong> figli m<strong>in</strong>ori vengono svolte senzascorta, salvo che questa sia ritenuta necessaria per motivi di sicurezza. Restano seri dubbi sullapossibilità di una reale applicazione di queste misure nei confronti di molte detenute madri, se sipensa che per poter accedere alle misure stesse è necessaria una pronuncia sull’assenza del pericolodi commissione di altri reati. Infatti, molte detenute hanno problemi di tossicodipendenza e moltealtre fanno parte di etnie nomadi. Entrambe queste categorie di detenute presentano un alto tasso direcidiva e, di conseguenza, sarà per loro difficile accedere alle misure sopra descritte.La detenzione speciale, così come l'ammissione all'assistenza all'esterno prevista per le detenutemadri può essere concessa anche ai padri, se la madre è deceduta o impossibilitata ad accudire i figli(art. 47-qu<strong>in</strong>quies comma 7º e art. 21-bis comma 3º O.P.)Occorre prendere <strong>in</strong> seria considerazione la realtà delle sezioni nido delle carceri italiane composteda 42 madri detenute con m<strong>in</strong>ori f<strong>in</strong>o a 3 anni (di cui solo una dec<strong>in</strong>a italiane e la maggior parteextracomunitarie), da 43 bamb<strong>in</strong>i f<strong>in</strong>o ad anni 3 (secondo i dati forniti dal Dap, aggiornati al 31dicembre 2010, che ricorda che gli asili nido nelle carceri italiane che funzionano sono 16, uno