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OSSERVATORIO LETTERARIO Ferrara e l'Altrove ANNO XIII/XIV ...

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e lentamente mi ravvolgecome una scintilla, assortadove c’era la morte.LA TRAMA DEL FATOechiare vogliementre il vecchio negro suona il blues.Quanta gente…Visti dall’altosembrano piccole,frenetiche, formiche.Strane sensazioni,chiare, invece,troppo chiare le voglie.Rosa Rossa e Stella Nera,abbracciano il destino,finzione di una scelta.Bevono e pensano,fino a star male.Bevono e pensano,mentre il vecchio negro,suona ancora il blues.Taglio le gambe alle nuvoledi primavera inoltrata,al punto da dimenticareciò che eravamo noi;molto più di qualcosa,meno di un lecito amore,e scrivo di te,rude essere natodall’uovo di madree dal solito padreche tagli le ali ai miei sognial punto da non dimenticaretra conflitti e ricattii secoli in cui hai amato,Racconti_________odiato, tradito,Gianmarco Dosselli — Flero (Bs)e solo adessoIL REGALO DEL GATTOdal fluido nerotra le mie rigide dita,Mattinata della vigilia di Natale. Davide Sabani,esprimi a mio modooramai prossimo a “conquistare” la sua pensioneil tuo essere fragile,d’anzianità, prediligeva quella mattinata seduto su unamentre raccontopoltrona, tra la solitudine e il silenzio: il fuoco della trama del fatogrande camino del salotto era la sua unica visioneche intreccia ancoraspettacolare. Al calore della fiamma, la sua giornatale nostre effimere vite.“invernale” si alternava con letture, musica radiofonica,computer. A volte evitava questi “oggetti di compagnia”per poter meditare sul passato, sulla sua giovinezza, sulValentino Vannozzi — Torrita di Siena (Si)ricordo dei banchi scolastici…BEFFA LA MORTELa neve aveva appena smesso di cadere; il panoramacampagnolo sembrava uscire da un racconto diBrilla ancora piccola stella,Dickens: la spessa coltre sul selciato e sui cornicioni; lebrilla,luci colorate degli alberi natalizi dietro i vetri delleanche se ormai sei morta.finestre, che facevano un caldo contrasto con leFacci vedere il sentiero sicuro,bianche colline circostanti e lontane. Quella mattina,lontanodirimpetto a un fuoco più che mai ardente, il suodalla luce cannibale.pensiero era legato a una certa gattina, di nome “Sissi”.La dea bianca osserva stupitaLa vide per la prima volta una gelida mattina d’autunnoIl genocidio dell’uomo terrestre...di cinque anni prima, quando la sua domestica si rivolseDitemi: quale degli astri non scapperebbe dalla terra, a lui perché in qualità di veterinario visitasse la bestiolase non fosse legato da leggi superiori?dal pelo nero.Brilla ancora“Non sapevo che avesse un gatto, Clara!”piccola stella,“Non l’abbiamo, dottor Sabani. Questa è unala morte non ti ha spento.trovatella. L’abbiamo chiamata “Sissi”; viene da me dueNon farti ingannare de furbe bugie,o tre volte la settimana. Io e i miei familiari le diamo dala tua luce la vedremo ancora per molto. mangiare.”Disintegrati,“Non avete mai pensato che, magari, voglia restarepiccola stella,sempre da voi?”esplodi,“No. È una creatura timida. Entra in casamafurtivamente, prende il cibo e poi se ne va. Ha un’ariacontinua a brillare...simpatica, ma sembra non gradire interferenze di sortaBeffa la morte!nella sua vita privata.”Il dottor Sabani osservò la gatta. La prese tra le suebraccia, ma subito l’animale si divincolò. A terra, laBLUESgatta s’accostò, pacificamente, sulla prima base delcamino. C’era qualcosa di strano nel comportamento diEccomi qua,Sissi. Seduta diritta come un fuso sullo spesso tappetodi nuovo…davanti al fuoco, non pensava neppure adstrane sensazioniacciambellarsi o a lavarsi o a fare qualsiasi altra cosa9<strong>OSSERVATORIO</strong> <strong>LETTERARIO</strong> <strong>Ferrara</strong> e l’Altrove <strong>ANNO</strong> <strong>XIII</strong>/<strong>XIV</strong> – NN. 71/72 NOV.-DIC./GENN.-FEBBR. 2009/2010

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