Jenő Dsida, Emil Ábrányi, Sándor Reményik, Ábel TolnaiBíró e Magdolna Horváth. Scaturiscono, pregevoli, iversi di Mihály Vörösmarty, con le sue invettiveamorose, e quelli di Sándor Weöres nel suo labirinticobosco. Nella sezione dedicata ai contemporanei vasenz’altro menzionata Olga Erdős, un talento sostenuto,a ragion veduta, dall’autrice del testo. Si distingue perle sue immagini penetranti ed originali: “fiore d’unarampicante pianta / sul recinto putrido / coi petali dafarfalla”, “pensiero di cognac impregnato, / puntointerrogativo pietrificato”. Eccellente lo stile prosasticodi Jácint Legéndy, come pure il minimalismo strutturaledel naturalizzato tedesco Alfréd Schneider, cheattraverso gocce di pioggia scorge ovunque noia in una“massa di minuti paracaduti”. Rilevante latestimonianza di Erzsébet Tóth, che attraverso i suoiversi riporta alla memoria una Polonia sbranata danazisti e comunisti. Un poesia che è un dovuto omaggioalle vittime dello sterminio di Katyń, uno sterminio alungo occultato ed operato dalle truppe sovietiche agliordini di uno Stalin che, col patto Molotov-Ribbetrop,caldeggiò il sogno di un’Europa liberale massacrata daHitler. Fortunatamente, poi, quest’ultimo fu abbastanzadissennato da mandare in fumo un simile progetto, maBudapest ci ricorda quanti sacrifici sia costata ancora lalibertà per tutta l’Europa dell’Est. Presente anche unasezione con alcune poesie di Melinda Tamás-Tarrbilingue, rilevante il suo monito alle nuove generazioni(perlopiù scriteriate e prive di valori) affinché onorino ipropri genitori. Estremamente condivisibili sono le sueequidistanti posizioni da monopoli di scienza e religioni,da dogmi ed illusioni, espresse in una poetica fluida,moderna ed incisiva. Una lunga nota biograficasull’autrice conclude il libro mettendo in rilievo come,frequentemente, pur avendo competenze ed impegno,in questo nostro ‘belpaese’ si resti ai margini. L’Italiaresta pur sempre un luogo dove la certezza dellostipendio fisso non è mai sinonimo di professionalità,bensì predestinazione elitaria dovuta a parentele econoscenze. Prima di leggere quest’opera, conoscevosolo qualcosa di Attila József e Sándor Petőfi, eppureavevo già sensore dello spessore poetico di un popolo,ma ora, senza più ombra di dubbio, posso affermareche credo molto nella poesia ungherese: c’è tantosangue nelle vene, senso epico, capacità di scavare nelfondo, perciò rivendico la necessità di un prodotto diqualità, perché manca, perché merita.N.d.R.:Enrico Pietrangeli- Roma -Ecco finalmente un primo italiano che seriamente, conprofondità si interessa della poesia dell’Ungheria, non silimita ai vuoti complimenti ed ha inviato – mentre eglistava preparando la recensione – il seguente brevemessaggio profondo e di valore – con il quale siconclude anche la sua recensione –centrando l’essenza della lirica magiara: «GrazieMelinda… io credo molto nella poesia ungherese… c’ètanto sangue nelle vene, senso epico, capacità discavare nel fondo… e c’è bisogno di un prodotto diqualità perché manca e perché merita.» Questomessaggio per me è fonte di una gioia particolare –assieme ora anche con l’intera recensione di sopra –, èuna sostanziosa critica anche per il mio lavoro ditraduzione e testimonia che, anche se soltantoparzialmente, ma con queste traduzioni sono riuscita atrasmettere l’essenza della lirica ungherese.In questi più di 13 anni le opere ungheresi sono statepubblicate in questa rivista, riscontri non ne ho ricevutisalvo vuoti, insignificanti complimenti, mentre da partedei miei connazionali sia dall’Ungheria che da ogni partedel mondo – anche dai paesi d’oltre oceano – opinionial riguardo sono pervenute. Sicuramente non le hannolette, soltanto le opere italiane. Annoto che non sonopervenuti riscontri approfonditi neanche per le altreopere straniere. Questo fatto certamente non è un loropregio...Un sentito ringraziamento al recensore e poetaEnrico Pietrangeli per il suo serio interessamento perquest’antologia di traduzioni, particolarmente per lepoesie ungheresi che costituiscono la maggior parte diquesta raccolta. (- Mttb -)SEGNALAZIONE:Michele FabbriAPOCALISSE 23Società Editrice «Il Ponte Vecchio»,Cesena, 2005, pp. 64, € 7,00L’impiego della rima insieme aritmi armoniosi riproduce nel testopoetico una serie di equilibri cheagevola la lettura di questi versi,così come equivalenti fomiti dievocazione tradizionale eclassica....La moralità speculare è tanta, e ciò che è unitarioconvoca le parole a farsi senso di una provocazioneinnovativa piuttosto che commento manicheo in un’areadeserta o senza ricordi attivi. È una “melodia dell’aldilà”a conquistare tesi e moniti di cui sono gremiti i versi(non privi di monotonia e tanto meno di ticonomatopeici), ma anche un ludo quotidiano in cui sia ilfluente rigenerarsi della vita, sia l’incubo della perditadell’effimero, segnano contrappunti pensosi non solofragranti (la rima dentro aiuta una lenta solennitàespressionistica) ma drammatici, traumatici, quasifrecce critiche in un contesto di orrenda visualità, efendenti tutt’altro che vaghi o liristici di cui liberarsi conil quattordicesimo verso, o in quartine assidue edopotutto mai controverse o soltanto convenzionali.Al senso di compiutezza (e di tardività del metro) siaggiungono un’adeguata percezione della poesiaromagnola ottocentesca, un’istanza autobiograficacorrispondente all’anelito riflessivo continuo, unarettifica di ciò che Michele Fabbri aveva scorto nellesillogi precedenti: Trobar clus (1999) e Arcadia (2001).Ma indubbiamente non mancano gli “orientamenti” e le“epifanie” capitali di un’amara voluttà d’urtoconcettuale, e ciò che di inquietante si svolge nelproprio progetto poetico. Va quindi elusa una privata edinsistente sintomatologia dell’autopunizione, in cuil’immagine dell’Apocalisse è centro non aforistico delconflitto metafisico, disquisitivo, allucinato, e qui42<strong>OSSERVATORIO</strong> <strong>LETTERARIO</strong> <strong>Ferrara</strong> e l’Altrove <strong>ANNO</strong> <strong>XIII</strong>/<strong>XIV</strong> – NN. 71/72 NOV.-DIC./GENN.-FEBBR. 2009/2010
denuncia totale dell’esistenza tout-court, nella cuipassione riappare una configurazione del primordiale,dove si assestano mostri, eventi del Caos, fra “serenicieli” e altre idre. (Tratto da CentroStudiLaRuna)Ecco un po’ di assaggio per degustare i classici versimetrici oggi raramente presenti nelle liriche odierne:Al lettoreRibatto incandescenza di parolesull’alveo disseccato dei discorsi.Canto un mio requiem per voce distorta:melopea ossessiva per la grandetribolazione di questi tempi ultimi.Parole taglientiCome affilata lama di rasoio,o forse più sottile di lametta,tronca la forbice, nodo scorsoiodella mia vita: infilza baionetta.A fil di spada passano le menti:reciso acume di ragionamenti.AzzeramentoRifiuto ogni ragione della vita,bendata la ferita della tempiaio devo sopravvivere indeciso.Il male è percettibile, costante,lo specchio si è oscurato, non riflette.Vedo lo schifo, la menzogna lunga,confusa all’umanesimo integrale.Ora non penso più: mi sono estinto.che conduceva a mete non sicure.POETI AFRICANI ANTI-APARTHEIDEdizioni dell’Arco, Bologna, 2004,pp. 96 € 6,90Trad. di Marta LuziLe poesie qui raccolte, moltedelle quali composte quandoancora il Sud Africa viveva inregime di piena segregazionerazziale, sono l’espressione piùchiara di , ragioni e sentimentiduri ad essere superati.Qui sta la motivazione della proposta editoriale e quista l’incedere nei testi sulla figura di Nelson Mandela,ancora manifesto vivente di una lotta solo apparentementevinta.L’apartheid resta presente nel perdurare di luoghicomuni, nell’offrire poco spazio nei diversi ambiti delvivere, nel costruire barriere invisibili anche nel quotidiano.Riproporre testi che fanno emergere tensioni maisopite contribuisce a meglio collocare valori e metodi direlazione, propri di ogni identità culturale, compresaquella dei paesi “ospitanti”, favorendo il concetto delrispetto e della validità dello scambio culturale, intesocome arricchimento reciproco.La raccolta di poesie Poeti Africani Antì-Apartheid ècomposta da una serie di volumi che offriranno allettore di lingua italiana l’occasione di venire a contattocon autori in gran parte poco conosciuti, accanto apersonaggi di risonanza internazionale.I paesi africani saranno presenti quasi al completo,offrendo una panoramica di nomi e di produzione artisticadi rilievo.Autori presenti di questo continente sono: AgostinoNeto (Angola), Kinkpe Laurent (Benin), AmadouMoustapha Mbodji, Bado Doulaye (Burkina Faso), JeanPierre Ngendanz, MelchiorNtahonkirize, AdrienNihorimbere (Burundi), Joseph M. Tala, Kum’ aN’Dumbe (Camerun), (Repubblica Centro-Africa),L’ultima condizione umanaVita afflosciata e giorno che scolora,dispersa la foschia della memorianel fondo disperante d’ultima ora:la gente fatta a pezzi, senza storia.Futuro di lusinghe non s’indora,la morte che ti lascia senza gloria,il tempo che si è svolto come a suoradi clausura: ma senza la vittoriadi spirito su carne. Nulla sperail mio futuro, stenta il mio pensieroagonizzante al fondo di paure.Immaginando quello che non c’eraanch’io mi sono perso sul sentieroEcco un brano della lirica di un poeta di Camerun, diBurkina Faso – di quest’ultimo fa venire in mente ilCanto Nazionale del rivoluzionario e patriotta poetamagario, Sándor Petőfi –, della Repubblica Centro-Africa e quella di Ruanda che chiude il volume:Joseph M. Tala — CamerunAI MORTI D’AFRICA(alle vittime della violenza)Dall’alba dei tempiHo camminato a fatica nel fangoHo dormito nel fangoIrrorato col mio sangue una terra ingrataHo faticatoSotto il sole e la pioggia per costruire un mondoUn mondo che mi esilia.Ho camminato sulle ginocchiaLungo sentieri rocciosi<strong>OSSERVATORIO</strong> <strong>LETTERARIO</strong> <strong>Ferrara</strong> e l’Altrove <strong>ANNO</strong> <strong>XIII</strong>/<strong>XIV</strong> – NN. 71/72 NOV.-DIC./GENN.-FEBBR. 2009/2010 43
- Page 2 and 3: 2OSSERVATORIO LETTERARIO Ferrara e
- Page 4: l’irredentismo - evidenziando esc
- Page 7 and 8: sulla sabbia del Kalahari,e il tuo
- Page 9 and 10: e lentamente mi ravvolgecome una sc
- Page 11 and 12: che copriva i ruderi e la voglia di
- Page 13 and 14: si aprirà e tutte le stelle si sci
- Page 15 and 16: Felelnek hangos szívverések.Szív
- Page 17 and 18: Erdős Olga (1977) ― Hódmezővá
- Page 19 and 20: Era una berlina da viaggio ad alte
- Page 21 and 22: Mentre parlava, pensava che ormai e
- Page 23 and 24: periodo umbertino, nelle uniformi s
- Page 25 and 26: venga. Lo porto in alto, sempre pi
- Page 27 and 28: Dall’altra parte invece il quadro
- Page 29 and 30: OSSERVATORIO LETTERARIO Ferrara e l
- Page 31 and 32: OSSERVATORIO LETTERARIO Ferrara e l
- Page 33 and 34: OSSERVATORIO LETTERARIO Ferrara e l
- Page 35 and 36: Ecco le principali edizioni dei vol
- Page 37 and 38: ______Recensioni & Segnalazioni____
- Page 39 and 40: iconducevano a spinte verso canoni
- Page 41: sue capacità vocali. Libro ricco d
- Page 45 and 46: Ambientato nella Budapest a cavallo
- Page 47 and 48: I can see myself taking my son’s
- Page 49 and 50: Erdős Olga (1977) — Hódmezővá
- Page 51 and 52: primo giorno dell’anno primo del
- Page 53 and 54: A sinistra: Uno dei primi pezzi del
- Page 55 and 56: Qui a sinisrta: Una semplice stufa
- Page 57 and 58: 1) 2) 3)1) Madonna dei Paesi Baschi
- Page 59 and 60: Franco Santamaria (1937) — Povigl
- Page 61 and 62: 2Pál Gulyás nasce a Debrecen nel
- Page 63 and 64: lui stesso, spesso esprime la sua o
- Page 65 and 66: (11) Szávai János, Márai Sándor
- Page 67 and 68: indagatrice della storia interna de
- Page 69 and 70: L’intero universo deriva dalla di
- Page 71 and 72: concessioni divine; rimane come cor
- Page 73 and 74: dalle nostre volizioni; questa è l
- Page 75 and 76: ma necessario; / sono un veleno che
- Page 77 and 78: più viene sottovalutato il contest
- Page 79 and 80: Varie tradizioni affermano che Adam
- Page 81 and 82: durante i secoli XIV/XV, per opera
- Page 83 and 84: in inverno tutta la loro vita: dove
- Page 85 and 86: Turco, ma tenevano nascosta questa
- Page 87 and 88: Si rende però conto quanto ciò si
- Page 89 and 90: un vuoto pneumatico, di una macchin
- Page 91 and 92: apporto 'senza tempo' tra il suolo
- Page 93 and 94:
Leggendo i primi capitoli di questo
- Page 95 and 96:
«Vous étes tombés si bas?». E s
- Page 97 and 98:
angolo di pace, dove tra l'arte di
- Page 99 and 100:
M. Peel!.... Cécile de Tormay, ins
- Page 101 and 102:
effet, si l'ordre nouveau doit êtr
- Page 103 and 104:
qu'on reste stupéfait à le regard
- Page 105 and 106:
Garbai, Garami-Grünfeld Ernő (gio
- Page 107 and 108:
condizioni di salute del leader com
- Page 109 and 110:
conflitto economico o politico - qu
- Page 111 and 112:
partito e impose un patto in otto p
- Page 113 and 114:
fucilato dai nazionalisti nel 1947
- Page 115 and 116:
dell'Opposizione, o la soluzione de
- Page 117 and 118:
alcune condanne a morte decise dal
- Page 119 and 120:
Per quanto riguarda i militanti com
- Page 121 and 122:
II.1.4 La caccia ai trotzkistiDopo
- Page 123 and 124:
1941, si riaccesero le divergenze f
- Page 125 and 126:
primo convoglio giunto a Mosca fu a
- Page 127 and 128:
sensibilità così poco attenta all
- Page 129 and 130:
Da quando Paul Vulliaud, lo studios
- Page 131 and 132:
la pubblica amministrazione finisce
- Page 133 and 134:
solo in parte a modernizzare il sis
- Page 135 and 136:
Ne nacque un nazionalismo acrimonio
- Page 137 and 138:
stati confinanti, perseguì fra le
- Page 139 and 140:
Io sono convinto che i grandi e san
- Page 141 and 142:
strettamente con le rispettive dipl
- Page 143 and 144:
Cicco, e dal sen. prof. B. Giuliano
- Page 145 and 146:
o dei corsi, in realtà direttive r
- Page 147 and 148:
Tabernacolo, un santuario provvisor
- Page 149 and 150:
Nel quarto libro, dopo aver fatto i
- Page 151 and 152:
III.2 STORIA DEL MOVIMENTO SIONISTA
- Page 153 and 154:
Sempre nello stesso anno viene fond
- Page 155 and 156:
con lui. Proprio quando accettò di
- Page 157 and 158:
mio amico stava seduto sulla soglia
- Page 159 and 160:
stavano parlando, cioé con funzion
- Page 161 and 162:
Due paesaggi antichiSi trovano cos
- Page 163 and 164:
aver conosciuto nostra madre. Poi c
- Page 165 and 166:
apprendere cose di cui mia madre ha
- Page 167 and 168:
adagio adagio maturò in loro la vo
- Page 169 and 170:
che, man mano, venivano ripresi nel
- Page 171 and 172:
Boldini non registrò soltanto la r
- Page 173 and 174:
universitario ordinario ha buoni ti
- Page 175 and 176:
talán nem teljes listát, amelynek
- Page 177 and 178:
Az Eco & Riflessioni ossia Forum Au
- Page 179 and 180:
Gyöngyös Imre fordításaAz órá
- Page 181 and 182:
Ti szelek! segítsetek! hozzatok h
- Page 183 and 184:
Unda nem volt büszke rájuk. Ám a
- Page 185 and 186:
tud már mozdulni sem. Bal szeméne
- Page 187 and 188:
— Üljön le, Füger. Te is, —
- Page 189 and 190:
Guappariát** az autópályán. Mil
- Page 191 and 192:
író volt. Életművének, nézete
- Page 193 and 194:
Öncélú mondatokat írt, amelyek
- Page 195 and 196:
szét a semmibe a másnapok egyhang
- Page 197 and 198:
szindulatú Bujdosó könyve. [...]
- Page 199 and 200:
A Magyar Kulturális Örökség Min
- Page 201 and 202:
«A kor másik reprezentatív epiku
- Page 203 and 204:
történetét, nem is a politikai e
- Page 205 and 206:
Tormay Cécile mindvégig hangsúly
- Page 207 and 208:
Landler Jenő ügyvéd, belügyi-
- Page 209 and 210:
Terroristák a megnyúzott és hal
- Page 211 and 212:
Tormay Cécile és „Bujdosó kön
- Page 213 and 214:
talál; hiányzik a politikai öntu
- Page 215 and 216:
irányítja a csatát, azt mi, akik
- Page 217 and 218:
De ez munkájának téves értelmez
- Page 219 and 220:
idealistákat köztük elvakította
- Page 221 and 222:
különbség? Mind zsidók és mind
- Page 223 and 224:
áldozatait és kezükről úgy hú
- Page 225 and 226:
tevődött át. Nagybaczoni Nagy Vi
- Page 227 and 228:
eredetkutatásunk régészeti, nyel
- Page 229 and 230:
Így kezdődik A magyar nyelv szót
- Page 231 and 232:
A magyar gyökrend önépítő rend
- Page 233 and 234:
Tóth Árpádnak volt más indiszkr
- Page 235 and 236:
mennyi víz lefolyt azóta a Dunán
- Page 237 and 238:
Madonna di Leuca De Finibus Terrae
- Page 239 and 240:
során sok megrongálódott, elvesz
- Page 241 and 242:
Nagyszerű sorok Vörösmarty Mihá
- Page 243 and 244:
magyar észjárásról, Gondolás,
- Page 245 and 246:
itkán valósul meg a gyakorlatban
- Page 247 and 248:
ezért is hangoztatom a minőségi
- Page 249 and 250:
(Amúgy akkor még azt sem tudtam,
- Page 251 and 252:
művelődéstörténetét, nyilván
- Page 253 and 254:
INSERTO-MELLÉKLETHalál himnusza -
- Page 255 and 256:
OSSERVATORIO LETTERARIO Ferrara e l