Sono narrazioni strutturate da iperboli fantastiche delreale, dove la figura paterna funge da tracciad’indagine, dal mito alla sua disgregazione. Nonmancano genitori che allevano coccodrilli e soprattuttoisole, quale delimitato e nondimeno evocativo scenarioper molte delle ambientazioni. Ma ci sono spazi ancheper i corrispettivi opposti, con paesaggi glaciali e neviartificiali. A Phil Collins viene demandato il ruolo dellahit song in una discoteca-frigorifero, con tanto ditempeste artificiali a coadiuvare le danze. Un verbaled’incidente, quello del caso n. 00/422, chiude la sagapolare con implicati gli “aeroplani da ghiaccio” e un coroda valanga. Ci si avventura fin dentro ipotizzati centriper “sognatori disturbati”, strutture alimentate daun’enorme lampada-mongolfiera dettagliata neifilamenti, con gerarchie e “post-monizioni” cheaffondano stravaganti radici nella storia. Almanaccoastronomico dei crimini estivi mostra una banda“comico-ironica” col ruolo del bullo in bella mostra,crudeltà adolescenziali e persino contrabbando, quellodi tartarughe. E poi La città delle conchiglie e GrossaRossa che ci finisce dentro, sciogliendo i suoi nodipsicologici attraverso primigeni suoni. Sul Mare c’èDente di Sega con la sua chiatta, personaggio di paludeche tonfa sull’amore e vede Maria Subacquea illuminatadi “compassione dipinta”. Ma c’è anche un libro fatale,quello che risveglierà la febbre dell’Ovest in unMinotauro della middle-class americana; del resto,rimanere, equivale già a respirare un’insopportabile ariadi crisi.E. P.- Roma -Si presenta: il seguente scrittodal capo scout Agesci forlivese:Umberto PasquiDIVENTA GIORNALISTAserie: arte scoutedizione: (1) aprile 2009, pp. 64destinatari: ragazziformato: 14 x 21illustratore: Jean Claudio Vincicollana: Sussidi TecniciLa scrittura è stata inventata per comunicare, così èstato agli inizi della Storia e così è oggi. Lasocietà moderna non potrebbe fare a meno dellascrittura perché la comunicazione è una caratteristicaessenziale del mondo moderno. Fatti e notizieattraversano il mondo da una parte all’altra, superanolunghe distanze in pochi secondi. Alla base dellacomunicazione, che è sempre scritta anche se va intelevisione, vi sono regole per farsi capire meglio daqualsiasi lettore. Regole che cambiano se uno vuolescrivere un romanzo o un articolo. Volete provare anchevoi a scrivere, comunicare… ad essere giornalisti?Vale la pena di dare un occhiata al contenuto di questosussidio.Umberto Pasqui ha già pubblicato altri manuali editidalla Fiordaliso:“Dentro la Terra” (2000) e “Meteomanuale” (2007).“Meteomanuale” e “Diventa giornalista” fanno partedella collana Sussidi Tecnici, diretta da Giorgio Cusma,e che, per il momento, comprende 16 manuali perragazzi dai 12 ai 16 anni su varie tecniche scout.L’autore si è inoltre cimentato nella narrativa,pubblicando racconti o raccolte di racconti. Come “Ilfiore delle idee” (Di Salvo, 2000), “L’Odoacresconosciuto” (Prospettiva, 2002), “Insalata di vento”(Kimerik, 2005), “Un po’ l’ora notturna” (Kimerik,2006), “Gli strani casi del principino Vanostemma”(Maremmi, 2008).Collaborando con l’Osservatorio Letterario <strong>Ferrara</strong>el’Altrove, diretto da Melinda Tamas-Tarr, ha pubblicatoi seguenti quaderni letterari: “Il barone della nebbia”(2002), “Il sogno di Tito” (2002), “Prima la musica, poile parole” (2003), “La serra dei salici parlanti” (2004),“Arrigo ritrovato, ossia uno scherzo del cielo e deldestino” (2005), “L’ombra delle stelle” (2007).Rocco PaternostroLA VITA NUOVA TRA GESTOE MEMORIALithos editrice, 2008 € 14,00Saggio di ampio respiro,nondimeno capace di unasuggestiva linea, quella del“gesto” e della “memoria”, chene contraddistingue il percorso.Scritto covato nella polvere deltempo, quella di un ventennio apreludio delle stampe, dove passato e presentes’interpellano ritrovando una Weltanschauung nell’attod’amore che, solo un archeologo dell’anima, èautenticamente in grado di comunicare nel suo arcaicosplendore. Un’analisi che si articola, anzitutto,attraverso gli altalenanti processi politico-sociali sullosfondo storico che caratterizzò Firenze nella secondametà del Duecento. Nel bipolarismo guelfo-ghibellinocresce, divenendo indipendente e determinante,l’assetto politico borghese, cui farà seguito anche quellodel popolo minuto in precari giochi di alleanze e potere.Tra forti tensioni e carenze d’equilibri in atto, Danteritrova in Dio la “risposta alla crisi istituzionale”, valenzastorico-esistenziale di un “gesto”, o piuttosto scelta,“dovere della scelta ad ogni bivio”, come riportatonell’esergo che rimanda a Kierkegaard. Beatrice è il suovettore, cristocentrica metafora, retaggio di unasincretica e più complessa sintesi ratificante ilpropedeutico genio dell’autore della Vita nova che poi,attraverso la Commedia, si erigerà a sommo. Beatriceinduce il viaggio, quello attraverso la memoria, salvificaesperienza di rivelazione volta a re-significare la vita,virtù e ragione dell’anima, “velo [in terra] dell’eternaverità”, così come viene citato da De Sanctis.Con i nuovi modelli che, in quest’epoca, andavanoaffermandosi, se da una parte traspare un esaltatofervore religioso con radici popolari, di cui SanFrancesco è il suo exemplum migliore, dall’altro sipalesano taluni ideali di nobiltà feudale divenutiborghesi a qualificare i “nuovi poeti” attraverso la Siciliadi Federico II. Esigenze aristocratiche che38<strong>OSSERVATORIO</strong> <strong>LETTERARIO</strong> <strong>Ferrara</strong> e l’Altrove <strong>ANNO</strong> <strong>XIII</strong>/<strong>XIV</strong> – NN. 71/72 NOV.-DIC./GENN.-FEBBR. 2009/2010
iconducevano a spinte verso canoni morali, di stampolaico, distinguendosi da condizioni lascive e da fanaticimoralizzatori, ma le loro “donne-angelo” altro nonerano, tutt’al più, che un primo aspetto materico concui compare Beatrice. Al poverello di Assisi ed alcunecorrispondenze con la vita di Cristo, Dante sirichiamava, come pure ai modelli provenzali, quelli delsentimento predominate sulla sessualità, in unatradizione ricca di addentellati classici dove, nellafattispecie, la forma del prosimetro riconduce al Deconsolatione philosophiae di Boezio. A fianco delpensiero francescano e le “basi agostiniane eplatoniche” emerge, col Duecento, il tomismo e ilbinomio “fede e ragione”, fondato sui retaggi aristotelicidell’Aquinate. La poetica dell’ “amore cortese”, filtratoattraverso l’esperienza teologica, con Dante divieneavamposto escatologico, presupposto di conoscenza efede strutturato sul sistema della scolastica.Nella stratificazione del linguaggio dantesco ci siaddentra nelle trame dei simboli, qui ricorre soprattuttoil nove, che procede da quel numero primo che indica latrinità fino a configurarsi con Beatrice, il miracolo,“l’immagine più compiuta”, forma e sintesi del “suolinguaggio parabolico-cifrato”. Superando dapprima lapoetica del Guinizzelli e del Cavalcanti poi, Dante elevaBeatrice ad allegoria spirituale, fintanto da assimilarla atalune vicende del Cristo. Attraverso ruoli sacramentali,soprattutto quello eucaristico, e procedendo peranalogie, la figura di Beatrice riconduce al primigenioamore cristiano, l’agape-charitas, “l’essere amati el’amare”. Un Dante che, di fatto, si poneva al di sopradegli schemi lirico-cortesi “nell’atteggiamentoesistenziale”, oltrepassando l’eros. Nondimeno assurgea “poeta nazionale” nel distinguo di una propria esteticache, prendendo le distanze da Oltralpe, segnerà anchel’identità letteraria italiana.La reminescenza, aristotelica evocatrice di ricordi, sidistingue dalla memoria, dimora di Dio agostiniana,caratterizzando l’anabasi dantesca in Beatrice, traslatodi un fine ultimo ed anche origine di una medesimaverità circolare. Sono “sigle mnemoniche”, chiavi diaccesso ai “sentieri della rimembranza”, quelle cheDante fruisce in una strutturazione di rubriche eparagrafi tripartiti con prosa, versi e commenti arappresentare un ideale “edificio mnemonico”,conforme “alla pianta di una cattedrale gotica”nell’impronta della croce. Una Vita nova relazionabile aldramma sacro, che formula, per Paternostro, ilpalcoscenico di un “teatro della memoria”. La retorica,nella sua dimensione cristianizzata, pone la “memoriaartificiale” come “habitus morale” attivando un processoprudenziale nell’ineluttabile binomio “salvezza edannazione”, soprattutto attraverso impianti comequello dell’ars memorandi di Tommaso. La scelta,quindi, il “soprastare a le passioni”, giunge e simanifesta, anche per il poeta, nell’apporto dellatragedia, segna il sentimento e la cifra del bene e delmale, elemento, quest’ultimo, funzionale all’iniziazionenel background letterario medievale, nonché metaforaesistenziale. Dulcis in fundo, “il testo del ‘libello’dantesco” reso a tergo del saggio, un evergreen diamorevole impegno e propositiva coerenza.Enr. Pie.- Roma -Vito RivielloSCALA CONDOMINIALELietoColle, 2008 € 10,00Attraverso una Scalacondominiale, la poetica diVito Riviello s’inoltra tra leintercapedini di un palazzo chescandisce una comuneesistenza lasciando filtrareluce per mettere a nudo unsenso relegato, murato nelnon senso omologante. Lo fain modo surreale, con uno stravagante senso dimoderazione, nel retaggio cubista dello scomporre traimmaginazione e presenza (in Paesaggi utilizza il“catasto” per ricostituire un reale oltre “la bruma”), maanche con forme più colloquiali e dirette, come nel casodi Intervista, dove “l’evoluzione è come / un colpo disole, di più, / una colpa”, in un’ironia che rasenta lavena malinconica. Una struttura linguistica elaborataper mezzo di costruzioni fonetiche in cui spesso si faricorso all’allitterazione con rotture semantiche chefuorviano per ricondurre altrove, in un tangibile poeticoche è anche traccia escatologica dispersa nel contesto,ovvero quel microcosmo a lui più prossimo ed infarcitodi luoghi comuni dei media da dove il poeta continua apercepire la presenza del “sole” e delle “stelle”ritrovando spazi per riflessioni su un divenire semprepiù incerto, ma mai avaro di spiragli di “luce”. “Micro emacro”, due dimensioni tra uno scrivere che “supera lavelocità / della luce”, dove la difficoltà a conoscerci,accettarci, è persino più difficoltosa del viaggiare “allaricerca / dell’austero infinito”. Luce che, da Lontanastella, “arriva sempre dopo” e che solo “l’innocenza /pensa di poter vedere” in “lontani fuochi / fiochi lumi distelle”, ma luce e amore sono anche humus “per terreproduttive di puro creato” relazionabile ad uncreazionismo evolutivo. Uno stabile, quello di Riviello,che dalle Feritoie lascia intravedere anche ferite,“escoriazioni lessicali” che oppongono giochi di parole aun’inquietudine impertinente, che vorrebbe prendere ilsopravvento. Qui la “Capsula dell’io” intende “coseavverse, / non nemiche”, che “deviano i percorsi”lasciando l’inquietudine sottesa nello scandire dei giorni,simili l’un l’altro, al di là degli eventi atmosferici, perquella “stessa luce” che li caratterizza per poi,puntualmente, tornare a rinchiudersi in “una capsulacrepuscolare”. Il Destino compare nell’opposizione tracondizione e desiderio, allegoria tra corvi, monti e mariper associate perdute “Marie” ripercorse in altrettanteperdute donne “fra le reti dei miti / di carità cristiana”.Un rammarico, in tutto questo, resta per il Punto evirgola, occultato dai più nel timore di riaprire undiscorso. Il Bacio è l’istanza all’ “eterna madre”, istintoancestrale che si concretizza come diritto sindacale inuna fisicità dell’emozione identificata con la “Lasecrezione urbana”, ne “l’amore visibile”, in una“traspirazione sebacea globale”. “L’ amore invisibile”necessità invece d’introspezione e spessore. Ma l’amorevero, infine, esula entrambe queste visioni e si lasciacogliere soltanto “strada facendo”.La silloge, per la cronaca, si apre nel binomio“dettaglio” “sbadiglio” che, amplificato, conduce a<strong>OSSERVATORIO</strong> <strong>LETTERARIO</strong> <strong>Ferrara</strong> e l’Altrove <strong>ANNO</strong> <strong>XIII</strong>/<strong>XIV</strong> – NN. 71/72 NOV.-DIC./GENN.-FEBBR. 2009/2010 39
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