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OSSERVATORIO LETTERARIO Ferrara e l'Altrove ANNO XIII/XIV ...

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______Recensioni & Segnalazioni______Giorgio MichelangeliDOLSEUR E ALTRI RACCONTISandro Teti Editore, 2008 € 8,00La Sandro Teti Editore, attraversola collana ZigZag, prediligearmonia linguistica ecoinvolgimento stilistico ampliandoa più generi e prospettive. Unacollana caratterizzata da prezzicontenuti a fronte della cura e della qualità delprodotto. Quella di Giorgio Michelangeli è un’operaprima suffragata da una scrittura giovanile, macompiuta ed interessante nel suo computo di vita e dimorte travolgente e romantico, nondimeno essenziale,ben ritmato nonché spontaneamente visionario. Unascrittura che assume peculiarità da “macchina dapresa”, fintanto da personificarsi in un narratore fuoricampo caratterizzato dal tratto corsivo che non indugianeppure di fronte al verso. Una “prosa poetica” cheespleta drammi attraverso “delitti-liberazione”,prendendo in prestito parole usate da Mario Geymonat,che ne ha curato la prefazione, probabile catarsi padrefigliovista la giovanissima età dell’autore, appenaventiduenne. Avvio evocativo, in un lirico incedere siannuncia la narrazione in prima persona di NestorLorca, che resterà imbrigliato nell’amor cortese, quelloper Blanche, poi fatalmente divenuto tragico e profano.In retaggi con più accertate radici nel noir tardoromantico rimaneggiato col postmoderno, il procederedell’autore si snoda scarno ed altrettanto incisivo neldare dimensioni e corpo al dolore con iperboli lampo. Ilcinema, l’incedere del cambio di scena come lasospensione dei tempi nelle tecniche di fotografia,caratterizzano un background che meglio si palesa inSabbia e vento. Qui torna, preponderante, la figura diSergio Leone. Anche la dialogica del fumetto, di fatto,viene evocata nel narrativo: “Bill ringhia. Vuol dire sì”,“Tallen trema”, “vuol dire ok”. Un mondo di frontiera,quello del selvaggio West, dove comunque c’è sempre“estremo bisogno di poesia“, come ribadito dalprefatore, fenomenologico cadenzare ineluttabilidettagli che coronano eventi, frangere poetico con echidi Spoon river. Jack Cinqueassi e l’odore di whisky conpartite a poker mozzafiato, Partes, Canicos, l’indianoche irrompono, uno dopo l’altro, sulla scena, vengonotutti dal nulla di una distruzione. “Gli eroi maschili”,sempre implicati in qualche vendetta o alla ricerca diriscatto, portano al loro seguito amori recisi, intrighi, lascommessa di sopravvivere. Eroi che spegnendosi siriscattano a nuova vita, mito “inenarrabile” che tornafanciullo. Tempo scandito dalla pregressaspensieratezza all’insito presagio di morte in essacontenuto, fino a contare i secondi e tutte le lunghescene di morte che vi si possono immortalare dentro,propedeutico preludio per la grande esplosioneincombente. Con Vie tracciate invisibili ci spostiamo aShanbala, in un ipotetico altipiano tibetano, ma semprecon tanto di diamanti e rese dei conti imminenti.Nell’atmosfera orientaleggiante vengono meglioevidenziati i simboli “con un nuovo sole”, “un armadiocon dentro un carillon”. Nel sorriso del maestro Shalai,viene infine conservato tutto il tesoro. Dal silenziosussurrante delle lande americane a quello dellemontagne più alte del mondo domina e ricorre,naturalmente, quello del mare con Il cantico di NestorLorca che riconduce a Dolseur, anche questa localitàsperduta, titolo del libro nonché episodio di chiusura deiquattro racconti di cui è costituito. Dolseur è un luogodi “neve sul mare”, col suo “libro chiuso di poesie” eSorben, l’artista. Qui c’è un treno e un’ultima stazione,quella che conduce nelle due locande dirimpettaie diOltremare e Stella Alpina. “Amai una donna che mitradì” è una delle tante epigrafi che scorrono tra idialoghi in un diacronico divenire tra allegorie cheritornano, qualcosa di dissonante che avvinceaccordando un leit motiv atemporale legatoall’immagine dell’orologio. Un congegno che ricorre sinoa sancire un solo tempo certo, quello del finale, dove lostesso tempo torna ad esistere nel ticchettio riavviatosulle lancette.Enrico Pietrangeli- Roma -Karen RussellIL COLLEGIO DI SANTA LUCIAElliot Edizioni, 2008C’è un protratto e strisciante,insito e perverso senso dipossessione di cose e personesedimentato tra le righe dellenuove generazioni, unaconcitazione filtrata attraverso unacultura pulp, fluido e ritmatorepechage nonché epilogo di un Novecento lontano dapersonificazioni a tinte piene. Il collegio di Santa Luciaper giovinette allevate dai lupi, racconto conclusivo chedà il titolo al libro, riporta ad un’umanità come obiettivodi salvezza, prospettiva di futuro, altrettanto capace disnaturare ogni altra presunta natura più o meno irreale,come quella dei licantropi, nell’ipocrisia. Questoepisodio, forse più di altri, dà consistenza all’interaopera unitamente al primo, dove la possessione megliosi palesa nelle amorfe identità di Lussurioso, fantasmadi turno. Libro ricco di atmosfere ed archetipi fiabeschicon antropomorfismo diffuso e strettamente connessoad una circostante e fagocitante natura. Una scritturacaratterizzata da una smaliziata, finanche innocente,giocosa ricerca di parole dove tutto prende forma nelbinomio reale-onirico con ironia irriverente, ma sempreben misurata nel redigere trame che, pagina dopopagina, avvitano il lettore verso un finale che restacomunque aperto, propenso a ricominciare nellatradizione di Sharazade. Compaiono famigliesgangherate, talmente inverosimili da stereotipare iltangibile, possibile parodia contemporanea di un certospaccato di società americana, ma anche tragedia,come quella della sorellina strappata dal mare, ecarenze di riferimenti, che troppo spesso si trovanoaltrove, “a fotografare colonie di sudanesi lebbrosi”.Forse non del tutto a caso, un “cimitero delle barche”diviene metafora per una Ground Zero adolescenziale.<strong>OSSERVATORIO</strong> <strong>LETTERARIO</strong> <strong>Ferrara</strong> e l’Altrove <strong>ANNO</strong> <strong>XIII</strong>/<strong>XIV</strong> – NN. 71/72 NOV.-DIC./GENN.-FEBBR. 2009/2010 37

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